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Socrates

Marcelo Alejandro Estigarribia

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Estigarribia torna in Paraguay: l'ex Juve firma con l'Olimpia de Asuncion |  Goal.com Italia
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   1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   MARCELO ESTIGARRIBIA     

 

Qué fue de Marcelo Estigarribia, paraguayo que jugó en Juventus? - AS USA

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Marcelo_Estigarribia

 

 

Nazione: Paraguay Paraguay
Luogo di nascita: Fernando de la Mora
Data di nascita: 21.09.1987
Ruolo: Centrocampista
Altezza: 181 cm
Peso: 70 kg
Nazionale Paraguaiano
Soprannome: El Chelo (Il Violoncello)

 

 

Alla Juventus dal 2011 al 2012

Esordio: 16.10.2011 - Serie A - Chievo-Juventus 0-0

Ultima partita: 20.05.2012 - Coppa Italia - Juventus-Napoli 0-2

 

18 presenze - 1 rete

 

1 scudetto

 

 

Marcelo Alejandro Estigarribia Balmori (Fernando de la Mora, 21 settembre 1987) è un calciatore paraguaiano, centrocampista del Sol de América.

 

 

Marcelo Estigarribia
Estigarribia.jpg
Estigarribia nel 2013 alla Sampdoria
     
Nazionalità Paraguay Paraguay
Altezza 181 cm
Peso 70 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Centrocampista
Squadra   Sol de América
Carriera
Giovanili
2001-2004   Unión Pacífico
2004-2005   Sport Colombia
Squadre di club
2005-2006   Sport Colombia 10 (0)
2006   Cerro Porteño 0 (0)
2006    Guaraní 0 (0)
2006-2008   Cerro Porteño 45 (6)
2008-2010   Le Mans 12 (0)
2010-2011    Newell's Old Boys 45 (0)
2011   Dep. Maldonado 0 (0)
2011-2012    Juventus 18 (1)
2012-2013    Sampdoria 34 (2)
2013-2014    Chievo 16 (0)
2014-2016    Atalanta 25 (2)
2016-2017    Cerro Porteño 22 (1)
2017    Chiapas 6 (1)
2017-2020    Colón (SF) 66 (4)
2020   Dep. Maldonado 15 (2)
2021    Olimpia 15 (0)
2021-2022   Dep. Maldonado 0 (0)
2022-   Sol de América 3 (0)
Nazionale
2007 Paraguay Paraguay U-20 8 (0)
2008-2014 Paraguay Paraguay 33 (1)
Palmarès
 
Transparent.png Coppa America
Argento Argentina 2011

 

Biografia

Di etnia Guaraní, il suo cognome è tuttavia di origine basca, retaggio dell'emigrazione spagnola in Paraguay avvenuta nel corso dell'Ottocento. È nato e cresciuto assieme ai tre fratelli a Fernando de la Mora, una cittadina a pochi chilometri di distanza dalla capitale Asunción, e proviene da una famiglia, come lui, molto religiosa e credente.

Fin da piccolo è soprannominato Chelo, nato come diminutivo del suo nome Marcelo. Possiede anche il passaporto italiano. Legato alla compagna Shirley, la coppia ha due figlie, Giuliana ed Agostina.

Caratteristiche tecniche

È un centrocampista dal piede mancino che gioca prevalentemente come esterno o ala, ma all'occorrenza può essere impiegato anche in difesa. È abile nelle percussioni sulla fascia essendo dotato di un buon dribbling, quindi crea spesso superiorità numerica.

Carriera

Club

Unión Pacífico, Sport Colombia e Cerro Porteño

Cresce nelle giovanili dell'Unión Pacífico, squadra della città di Nueva Italia, prima di approdare allo Sport Colombia, con cui debutta tra i professionisti, all'età di diciassette anni, nella División Intermedia. Nel 2006 passa agli allora campioni in carica del Cerro Porteño, che lo cedono in prestito, per la prima parte della stagione, al Guaraní; rientrato dal prestito esordisce nella Primera División il 12 novembre 2006 in Cerro Porteño-Guaraní (5-1). Complessivamente con i rossoblù ottiene un primo posto nel Clausura 2006 (ma è il Libertad a laurearsi Campeón Absoluto), due secondi posti nel 2007 e un terzo posto nell'Apertura 2008.

Le Mans e Newell's Old Boys

Nell'agosto 2008 viene acquistato dai francesi del Le Mans, approdando nella Ligue 1. A causa del suo scarso impiego il 27 dicembre 2009 il Le Mans lo cede in prestito per sei mesi in Argentina al Newell's Old Boys, nella campagna di rafforzamento in vista del Clausura 2010. Al termine della stagione 2009-2010 il Le Mans retrocede e il prestito viene rinnovato per un anno, con la formula del prestito gratuito con diritto di riscatto fissato a 2,5 milioni di dollari. Al termine della stagione 2010-2011 il Newell's, per ragioni economiche, non lo riscatta. Dopo la Coppa America, il cartellino (valutato 2 milioni di euro) viene acquistato da un gruppo di investitori ed Estigarribia viene tesserato dal Dep. Maldonado (militante nella seconda divisione uruguayana).

Juventus e Sampdoria

Il Cerro Porteño, sua ex squadra, lo iscrive al campionato, tuttavia il 28 agosto 2011 viene ingaggiato in prestito oneroso per 500 000 euro dal club italiano della Juventus, esordendo in bianconero il 16 ottobre seguente, in Serie A, nel match contro il Chievo. Pur facendo parte delle seconde linee della squadra, l'allenatore Antonio Conte gli concede varie presenze, e il giocatore si fa subito benvolere anche dai compagni e dalla tifoseria. Realizza il primo e unico gol stagionale con la maglia della Juventus in campionato il 29 novembre 2011, nel pareggio 3-3 contro il Napoli. Il 6 maggio 2012, dopo la vittoria della Juve contro il Cagliari, vince il suo primo scudetto. Nonostante le 14 presenze e il buon rendimento, a fine stagione non viene riscattato dalla società torinese, facendo così ritorno al Deportivo Maldonado.

Estigarribia rimane in Italia, e il 18 agosto 2012 si trasferisce in prestito alla Sampdoria. Debutta coi blucerchiati il giorno stesso, nella sconfitta per 4-5 ai rigori contro la Juve Stabia nel terzo turno di Coppa Italia. L'esordio in campionato con la nuova squadra avviene invece il 26 agosto, alla prima giornata, nella vittoria dei doriani 1-0 sul Milan. Il 16 settembre 2012 segna la sua prima rete col club genovese, nel successo esterno della Samp 3-2 sul campo del Pescara. Conclude la sua stagione in blucerchiato con 34 presenze e 2 reti in Serie A, non venendo riscattato e tornando a fine campionato nuovamente al Deportivo Maldonado.

Chievo e Atalanta

Per l'inizio dell'annata 2013-2014 resta ancora nel campionato italiano, cambiando la terza maglia nel giro di tre anni; il 29 agosto 2013 viene ufficializzato il suo passaggio al Chievo, altro club di A, che lo tessera in prestito con diritto di riscatto. Esordisce coi clivensi il 15 settembre seguente, nella sconfitta di campionato in casa della Lazio (0-3). Rimane a Verona per un semestre, scendendo in campo in 16 occasioni senza siglare gol.

All'inizio del girone di ritorno, il 30 gennaio 2014 passa in prestito all'Atalanta, ancora nella massima serie italiana. Fa il suo esordio con la squadra bergamasca l'8 febbraio 2014, nella partita persa per 2-0 sul campo della Fiorentina. Il 29 marzo segna il suo primo gol in maglia nerazzurra in Bologna-Atalanta (0-2), partita in cui la formazione orobica conquista la sesta vittoria consecutiva, record societario in Serie A. Nell'estate 2014 si trasferisce quindi a titolo definitivo a Bergamo. La seconda annata in maglia nerazzurra è compromessa ai primi di ottobre, per via di un grave infortunio rimediato con la nazionale paraguaiana: pur se il giocatore è protagonista di un recupero-lampo che lo riporta in campo a soli sei mesi dalla rottura del legamento crociato anteriore, un successivo stop a metà maggio gli fa chiudere anzitempo la stagione. Nel febbraio 2016 risolve il contratto con la società orobica.

Nazionale

Riceve la prima convocazione in nazionale per la partita amichevole contro la Costa d'Avorio del 22 maggio 2008. Segna il suo primo gol con la Albirroja nell'amichevole contro il Sudafrica il 31 marzo 2010. Dodici mesi dopo, è nella rosa paraguaiana seconda classificata alla Copa América 2011, miglior risultato internazionale dei sudamericani da quasi trent'anni a quella parte. Dopo due anni di lontananza, nel 2014 viene nuovamente chiamato a vestire la maglia della nazionale, ma nell'incontro amichevole con la Corea del Sud del 10 ottobre incappa in una lesione del legamento crociato del ginocchio destro.

Palmarès

Club

Competizioni nazionali

 

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   1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   MARCELO ESTIGARRIBIA     

 

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ENRICO ZAMBRUNO, “HURRÀ JUVENTUS” DEL DICEMBRE 2011
Composto, sorridente, solare. Questo è Marcelo Estigarribia. Uno degli ultimi giocatori arrivati in casa Juventus, è un ragazzo semplice, legato in maniera indissolubile alla sua terra, e con i suoi dribbling ha già fatto impazzire il popolo bianconero. C’è stata curiosità attorno a lui, fin dal primo istante. Lo si conosceva poco, perché chi gioca in Sud America ha una visibilità minore rispetto a chi milita in formazioni europee. Ma visto nelle partite disputate in Copa America, manifestazione nella quale è giunto con il suo Paraguay alla finalissima poi persa contro l’Uruguay, le premesse erano già delle migliori.
Marcelo è per tutti Chelo, che tradotto in italiano significa violoncello, soprannome affibbiatogli fin da quando era piccolo. «Marcelo è sempre stato troppo lungo per amici e compagni. Da qui Celito e poi Chelo».
Ha cominciato subito a “suonare” per la Juventus, in un calcio particolare fatto di serpentine, corsa, coraggio e grande cuore. Già, perché giocare in campi come lo Juventus Stadium o San Siro in un batter d’occhio non è cosa da tutti.
Per raccontare Marcelo bisogna partire dalla sua data di nascita: 21 settembre 1987. Quel giorno i giornali aprono a tutta pagina sul piano americano per difendere l’Europa, sul trionfo di Alain Prost al Gran Premio di Lisbona, sulla battuta d’arresto della Juventus contro l’Empoli e sui fortunati vincitori del Totocalcio, un 13 che porta nelle casse degli italiani 400 milioni di lire. Mentre succede tutto questo, ecco spuntare il piccolo Chelo. «Ho avuto un’infanzia molto bella, ho tre fratelli e vivono tutti insieme con i miei genitori in Paraguay a Fernando De La Mora, a un chilometro di distanza dalla capitale Asunción. La famiglia per me è fondamentale. Ho sempre ricevuto molto: è grazie a loro se adesso sono quello che sono, un calciatore professionista che gioca in uno dei più grandi club al mondo come la Juventus».
Già, la Juventus. La parola “sueño”, sogno in spagnolo, la ripete più volte. Arrivare qui è il massimo, per chi comincia a calciare un pallone. Ma non è stato facile. Ha dovuto sudare, faticare e lavorare duro per emergere. Union Pacifico, Sport Colombia e Cerro Porteño sono state le prime squadre. Poi la parentesi (breve) in Francia, al Le Mans, città più conosciuta per la 24 ore automobilistica che per il calcio. «Come esperienza non mi ha lasciato molto. Ma comunque è stata importante per il prosieguo della mia carriera, mi ha fatto conoscere l’Europa».
Il ritorno in Sudamerica è così cosa fatta, passando agli argentini del Newell’s Old Boys, ed esprimendosi ai massimi livelli. «Questo sì che è stato un passo rilevante. Mi ha permesso di far vedere tutto il mio potenziale, di andare in Nazionale e giocare la Copa America».
Il bello è in campo, certo. Ma anche fuori. La sua pacatezza emerge anche lontano dal rettangolo di gioco. Dove la famiglia e la religione sono più importanti di tutto il resto. «Mi piace leggere la Bibbia e in generale i testi cattolici. Provengo da una famiglia molto religiosa, tutti siamo credenti. In ogni momento libero, in generale, mi piace stare con le persone care. Dialogare e confrontarmi con loro».
E qui entra in ballo la tecnologia, perché per stare a stretto contatto con i famigliari è inevitabile. «Sono molto tecnologico, mi piace stare mi piace stare al passo con i tempi, andare su internet, giocare alla Playstation, guardare la TV e i film. I miei preferiti? Quelli dove c’è azione, con temi di guerra e combattimenti. E non disprezzo le commedie».
E poi c’è la musica. Dentro il suo iPod c’è da divertirsi. «Reggaeton, cumbia (melodie originarie della Colombia, ndr) e canzoni latine: sono i ritmi che si ascoltano in Paraguay. Uno dei miei cantanti preferiti è Luis Alberto del Paranà. Lo ascoltiamo in molti, nonostante il passare degli anni è ancora uno dei più apprezzati nel nostro paese».
Una curiosità: Luis Alberto del Paranà partecipò al Festival di Sanremo del 1966. Magari, tra le immagini della storia bianconera, Marcelo per prepararsi all’avventura juventina avrà scovato anche queste. Viaggiare, invece, non è tra le cose che preferisce fare. Appena può, torna a casa a Fernando de la Mora, anche se, pensandoci bene, c’è un posto che lo incuriosisce da anni. «L’Egitto. Vorrei vedere le Piramidi. Ecco, lì ci vorrei davvero andare».
La Juventus, fin dal primo giorno, l’ha accolto a braccia aperte. Torino ha poco in comune con le città vissute in precedenza, eppure è già entrata nel cuore di Marcelo. «La devo ancora scoprire bene, ho avuto poco tempo per farlo, ma in questi primi mesi sono stato benissimo. Mi sono integrato alla perfezione. Per un sudamericano ambientarsi in Italia non è difficile, la gente anche qui è molto calda. E poi l’Europa, vista l’esperienza in Francia, un po’ la conoscevo già. Mangio pasta e pizza, adoro la vostra cucina. Della città la cosa che più mi ha impressionato è stato comunque lo Juventus Stadium, per la vicinanza al campo e la bellezza dell’impianto».
E proprio in città, ha trovato subito un amico, anche lui arrivato da poco sotto la Mole. «Passo molto tempo con Vidal. Essendo entrambi sudamericani, abbiamo legato immediatamente».
Alla fine, ritorna la parola magica: “sueño”. Non rimbalza per caso, il suo è più un messaggio. Alla Juventus e ai suoi tifosi. «Arrivo da un Paese piccolo e umile, fondato sul lavoro, che si contraddistingue per la tenacia e la voglia di emergere. Ora che sono bianconero, voglio dimostrare tutto il mio valore. Qui voglio realizzare il mio “sueño” da calciatore».
Parola di Chelo.
 
CLAUDIO AGAVE, MINUTIDIRECUPERO.IT DEL 10 LUGLIO 2020
Per i bianconeri Estigarribia è ovviamente un acquisto minore, dettato più che altro dalla necessità di ampliare numericamente la rosa per quanto riguarda la batteria di esterni. Nonostante le premesse, però, il calciatore paraguaiano si ritaglia con grande caparbietà (e un pizzico di fortuna) i suoi spazi: Conte ne apprezza la dedizione e le qualità in allenamento, anche perché il calciatore è dotato di un dribbling discreto e di grande abnegazione per la fase difensiva.
Inoltre, le cattive prestazioni di Krasić ed Elia non fanno altro che far scalare gerarchie all’ex Le Mans, che di conseguenza emerge in maniera silenziosa ma determinante e venendo lodato sia dal tecnico che dai tifosi. Lo stesso Estigarribia ammetterà, in svariate interviste e in termini positivi, di non aver mai avuto in carriera un allenatore come Antonio Conte.
Due i principali highlights della stagione dell’esterno: in primis, l’unico gol segnato con la maglia della Juventus, quello del momentaneo 3-2 di una gara al San Paolo contro il Napoli, finita poi 3-3. Da citare però anche l’assist decisivo nella partita contro l’Udinese, che permise a Matri di andare in gol. In totale, con la maglia della Juventus, Marcelo Estigarribia ha colleziona 18 presenze con una sola rete, citata in precedenza, portando a casa il primo e unico Scudetto della sua carriera italiana ed europea. Un premio quasi inatteso date le circostanze generali e le prospettive personali del calciatore, nonché l’unico trofeo mai conquistato in carriera da parte del paraguaiano, capace di farsi trovare al momento giusto nel posto giusto.
Nonostante la bontà delle sue prestazioni in bianconero e la stima dell’allenatore, Estigarribia non viene riscattato dalla Juventus, alla ricerca di profili più elevati dopo aver fatto il salto di qualità in seguito a due settimi posti consecutivi.
 

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Marcelo Estigarribia (Juventus 2011-2012)

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