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Socrates

Aaron Ramsey

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Monza-Juventus, bocciatura totale: "Ramsey e Rabiot via subito"

 

 

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323202689_dal2020.png.b42985fdf5477c20333e5f67b6ffe691.png   AARON RAMSEY   2017-2020.png.0aaff9b22e00c96474fa9a0717cdc1c8.png 

 

Ramsey hints at Juventus frustration with praise for Wales training methods

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Aaron_Ramsey

 

 

Nazione: Galles Galles
Luogo di nascita: Caerphilly
Data di nascita: 26.12.1990
Ruolo: Centrocampista
Altezza: 182 cm
Peso: 76 kg
Nazionale Gallese
Soprannome: Rambo

 

 

Alla Juventus dal 2019 al 2022

Esordio: 18.09.2019 - Champions League - Atletico Madrid-Juventus 2-2

Ultima partita: 20.10.2021 - Champions League - Zenit-Juventus 0-1

 

70 presenze - 6 reti

 

1 scudetto

1 coppa Italia

1 supercoppa italiana

 

 

Aaron James Ramsey (Caerphilly, 26 dicembre 1990) è un calciatore gallese, centrocampista del Cardiff City e della nazionale gallese, di cui è capitano.

 

Aaron Ramsey
210px-Aaron_Ramsey_2019.jpg

 

Ramsey con la Juventus nel 2019

     
Nazionalità Bandiera del Galles Galles
Altezza 178 cm
Peso 76 kg
Calcio 25px-Football_pictogram.svg.png
Ruolo Centrocampista
Squadra   Cardiff City
Carriera
Giovanili
1999-2006   Cardiff City
Squadre di club
2006-2008   Cardiff City 16 (1)
2008-2010   Arsenal 27 (3)
2010-2011    Nottingham Forest 5 (0)
2011    Cardiff City 6 (1)
2011-2019   Arsenal 235 (37)
2019-2022   Juventus 70 (6)
2022    Rangers 7 (2)
2022-2023   Nizza 27 (1)
2023-   Cardiff City 6 (3)
Nazionale
2005-2008 Bandiera del Galles Galles U-17 15 (2)
2007-2009 Bandiera del Galles Galles U-21 12 (2)
2008- Bandiera del Galles Galles 84 (21)
2012 Bandiera del Regno Unito Regno Unito olimpica 5 (1)
Palmarès
 
10px-UEFA_European_Cup.svg.png Europei di calcio
Bronzo Francia 2016

 

Caratteristiche tecniche

220px-ARS-OM_1314_Ramsey_free_kick_%28cr
 
Ramsey mentre s'appresta a battere un calcio di punizione per l'Arsenal nel 2013.

 

Interno di centrocampo polivalente, può giocare come trequartista o in alternativa anche come esterno offensivo su entrambe le fasce.

 

È un centrocampista completo, destrorso, dotato di buona tecnica e visione di gioco, abile negli inserimenti in zona gol e nei movimenti senza palla. Pressa spesso i difensori avversari e questo lo rende ottimo nel recuperare i palloni grazie anche alla sua intensità e concentrazione.

 

La sua carriera è stata fortemente condizionata da diversi infortuni che ne hanno in parte pregiudicato il rendimento e l'affermazione ad alti livelli.

Carriera

Club

Cardiff City

Dopo aver impressionato a un torneo giovanile, Ramsey ha firmato per il Cardiff City. Ha quindi seguito tutta la trafila delle giovanili della squadra, fino ad arrivare all'esordio all'ultima giornata del campionato 2006-2007: ha infatti sostituito, all'ultimo minuto, Paul Parry, nella sconfitta per 1 a 0 contro l'Hull City, il 26 aprile 2007. Ramsey è diventato il giocatore più giovane a esordire con la maglia del Cardiff City: ha infatti battuto il record di John Toshack, avendo giocato la prima partita a 16 anni e 124 giorni. Nel corso dell'estate, il Cardiff ha rifiutato un'offerta di un milione di sterline proveniente da un club di Premier League con sede a Londra. Il nome del club non è stato rivelato, ma è probabile che questa squadra lo abbia seguito anche nel corso dell'anno successivo.

 

170px-Aaron_Ramsey.png
 
Ramsey ai tempi del Cardiff City nel 2008.

 

Ha giocato la prima partita della sua seconda stagione professionistica il 6 ottobre 2007, quando ha sostituito Jimmy Floyd Hasselbaink nella vittoria per 2 a 1 sul Burnley. Ramsey ha firmato il suo primo contratto a dicembre 2007, e il 5 gennaio 2008 ha giocato nella partita di FA Cup contro il Chasetown, sostituendo lo squalificato Stephen McPhail. Ha aiutato la squadra a vincere per 3-1, con il gol del momentaneo 2-1 segnato proprio da lui. La sua grande partita gli ha permesso di lottare per il premio di miglior giocatore del turno, vinto poi da Michael Mifsud. Tre settimane dopo, ha giocato la sua prima partita da titolare in campionato, contro i Queens Park Rangers, vinta 3 a 1. Da questo momento in poi, è entrato stabilmente in prima squadra. In tutta la stagione, ha giocato 22 partite, di cui 5 in FA Cup, finale compresa. È il secondo giocatore più giovane ad aver giocato una finale di FA Cup.

 

Successivamente alla prestazione nei quarti di finale di FA Cup contro il Middlesbrough, è stato rivelato che Alex Ferguson, manager del Manchester United, ha parlato con il presidente del Cardiff City, per avere delle informazioni su Ramsey, ma anche Arsenal ed Everton hanno seguito i suoi progressi. Il presidente ha poi annunciato che l'offerta dell'Arsenal è stata accettata: non è stata però inclusa la clausola che avrebbe permesso al Cardiff di avere il giocatore in prestito per un'altra stagione.

Arsenal

Il 10 giugno 2008 è stato confermato che, dopo gli incontri con Arsenal, Manchester United ed Everton, il giocatore ha scelto di firmare per i Gunners: è stato fondamentale, nella scelta finale, l'approccio avuto da Wenger nei suoi confronti. Ha giocato la sua prima partita ufficiale contro il Twente, nel terzo turno di qualificazione alla Champions League 2008-2009. Segnerà un gol in Champions nella prima partita contro il Fenerbahce.

 

220px-Aaron_Ramsey_v_Cardiff_2013_%28cro
 
Ramsey in azione con la maglia dei Gunners nel 2013.

 

Il 22 agosto 2009 segna il suo primo gol in campionato contro il Portsmouth nella vittoria per 4-1. Il 27 febbraio 2010 subisce un grave infortunio (doppia frattura di tibia e perone, simile a quello occorso due anni prima al suo ex compagno di squadra Eduardo) durante la partita contro lo Stoke City a causa di un fallo di Ryan Shawcross ai suoi danni. L'operazione alla quale è stato sottoposto la notte successiva all'infortunio per ridurre le fratture ha avuto successo e riguardo ai tempi di recupero lo staff medico dell'Arsenal ha parlato di un periodo attorno ai nove mesi. Da fine novembre a fine dicembre 2010, Ramsey gioca temporaneamente col Nottingham Forest per ritrovare la condizione e il ritmo partita.

 

Il 2 gennaio 2011 torna, in prestito mensile, al Cardiff City. Il 5 marzo torna all'Arsenal e siede in panchina nello 0-0 tra Arsenal e Sunderland. Ritorna in campo nella sfida del 12 marzo tra Arsenal e Manchester Utd, valida per la FA Cup. Torna al gol in Premier League contro il Manchester United, decidendo il match con un destro di precisione.

 

Il 27 agosto 2013, nella partita di ritorno dei preliminari della UEFA Champions League contro il Fenerbahce, mette a segno una doppietta portandosi a quota sei gol nelle competizioni calcistiche europee, quattro dei quali realizzati proprio contro la squadra turca (segnò una rete anche nella partita di andata in Turchia). Il 14 settembre 2013 segna la sua prima doppietta in Premier League nella vittoria per 3-1 sul campo del Sunderland. Il 6 novembre 2013 segna il gol decisivo nella vittoria per 1-0 sul campo del Borussia Dortmund al Signal Iduna Park in occasione della quarta giornata del girone F di Champions League. Il 30 novembre segna la sua seconda doppietta in Premier League, la terza stagionale, nella vittoria esterna per 3-0 contro il Cardiff City, sua ex squadra. Il 26 dicembre 2013, nella partita vinta per 3-1 sul campo del West Ham, in occasione del classico Boxing Day della Premier League, si procura uno stiramento alla coscia che lo farà star fuori dai giochi fino alla metà di marzo. La stessa stagione, vince la Fa Cup, battendo 3-2 l'Hull City in finale e segnando anche il gol decisivo.

 

170px-Aaron_Ramsey_2015_cropped.jpg
 
Ramsey con la maglia dell'Arsenal nell'estate 2015.

 

La stagione 2014-2015 si apre con la vittoria dei Gunners per 3-0 contro il Manchester City nel Community Shield, in cui Ramsey segna anche il secondo gol. Nelle prime due giornate di campionato segna due gol, entrambi decisivi, contro Crystal Palace ed Everton. Nella 15ª giornata segna contro lo Stoke CIty nella partita persa 3-2. In Champions League, segna una doppietta nella gara vinta 4-1 a Istanbul contro il Galatasaray. Nella 29ª giornata segna il secondo gol nella partita vinta 3-0 contro il West Ham. In Champions, segna il gol del 2-0 nella vittoria dell'Arsenal a Montecarlo contro il Monaco, tuttavia senza riuscirsi a qualificare in virtù dell'1-3 subito in casa per mano dei monegaschi. Nella 32ª giornata sigla il gol decisivo nella gara vinta 1-0 sul campo del Burnley. Nella 35ª giornata segna il secondo gol nella gara vinta 3-1 sul campo dell'Hull City.

 

Nella stagione 2016-2017 segna la sua prima e unica rete in campionato, nell'ultima giornata di Premier League, nel recupero del secondo tempo, che sancisce la vittoria della sua squadra per 3-1 in casa nel derby contro l'Everton. Successivamente, nel derby in finale di FA Cup contro il Chelsea, segna il gol decisivo del 2-1 che porta l'Arsenal a vincere la coppa.

Juventus

In scadenza di contratto con l'Arsenal, l'11 febbraio 2019 passa alla Juventus a parametro zero per la stagione successiva. Esordisce con i bianconeri il 18 settembre seguente, nella sfida di UEFA Champions League in casa dell'Atletico Madrid, subentrando nei minuti finali a Miralem Pjanic. Tre giorni dopo, all'esordio in Serie A, realizza il suo primo gol con la Juventus, quello del momentaneo 1-1 casalingo contro il Verona, nella partita vinta per 2-1. Segna il suo primo gol bianconero in Champions il 6 novembre, contro il Lokomotiv Mosca, diventando il primo britannico a segnare una rete in Champions League con la maglia della Juventus. L'8 marzo 2020, nell'importante sfida di campionato casalinga contro l'Inter, segna il gol del vantaggio e serve un assist decisivo a Dybala per il definitivo 2-0, risultando tra i migliori in campo. Alla fine della stagione si aggiudica lo scudetto.

 

Nel 2020-2021, anche a causa di infortuni, fatica a trovare spazio nelle rotazioni del tecnico Andrea Pirlo, segnando comunque due reti nei successi contro Sassuolo (3-1) e Sampdoria (0-2) e si aggiudica la Supercoppa italiana (competizione in cui non viene impiegato) e la Coppa Italia.

 

Nel 2021-2022 Pirlo viene sostituito da Massimiliano Allegri; il tecnico toscano lo vede inizialmente come mediano, salvo poi impiegarlo poco ancora a causa di problemi fisici.

Rangers

Il 31 gennaio 2022 viene ceduto ai Rangers con la formula del prestito fino al termine della stagione. Esordisce il successivo 6 febbraio, subentrando a Scott Arfield al 76' del netto successo (5-0) ai danni degli Hearts. Segna la sua prima rete con la maglia dei Rangers il 20 marzo, realizzando il gol del momentaneo 1-1 nella vittoria esterna (1-2) contro il Dundee. Durante la finale di Europa League del 18 maggio 2022 contro l'Eintracht Francoforte, entra nei minuti finali dei tempi supplementari e ai tiri di rigore sbaglia il proprio tentativo dal dischetto, risultando decisivo per la sconfitta dei Rangers.

Nizza

Tornato inizialmente alla Juventus nell'estate 2022, il 26 luglio risolve consensuale il contratto che ancora lo legava ai bianconeri. Quindi il successivo 1º agosto viene ingaggiato dal Nizza, con cui, sette giorni dopo, debutta in campionato subentrando al 77' contro il Tolosa e segnando, un minuto dopo il suo ingresso in campo, la rete dell'1-1.

Ritorno al Cardiff City

Il 15 luglio 2023 fa ritorno al Cardiff City.

Nazionale

220px-Ramsey101.jpg
 
Ramsey (4) schierato in campo per il Galles Under-21 nel 2008, tra Ribeiro (12) ed Evans (10).

 

Il padre di Aaron Ramsey è scozzese e arrivò in Galles nel 1989, per questo Aaron è stato contattato dalla Scozia ma rifiutò e decise di rappresentare il Galles. È stato un punto di forza nelle rappresentative giovanili della sua nazionale: conta infatti 15 presenze e 2 reti nel Galles Under-17 e 12 presenze e due reti nel Galles Under-21. Viene successivamente convocato dalla nazionale maggiore, dove ha esordito ufficialmente il 19 novembre 2008, in amichevole contro la Danimarca giocando 88 minuti prima di venire rimpiazzato da Owain Tudur Jones. Nel 2009 inizia a essere utilizzato per le partite di qualificazio ne al Mondiale 2010, in cui realizza la sua prima rete con la selezione gallese nel successo per 2-0 in Liechtenstein.

Il 26 marzo 2011, nella partita di qualificazione per gli Europei contro la nazionale inglese, gli viene affidata la fascia di capitano, rendendolo il più giovane a ricoprire questo ruolo nella storia della nazionale dei Dragoni, all'età di 20 anni e 90 giorni.

 

Viene convocato per gli Europei 2016 in Francia. Nel torneo è autore di un gol alla Russia, oltre che di vari assist per i suoi compagni. Nella competizione il Galles raggiungerà lo storico traguardo della semifinale, in cui viene sconfitto per 2-0 dal Portogallo, futuro vincitore; Ramsey non ha potuto giocare la partita per aver collezionato due cartellini gialli nelle gare precedenti. Con quattro assist è stato (a pari merito con Eden Hazard) quello che ne ha consegnati di più, oltre a essere stato inserito nella migliore formazione del torneo.

 

Viene confermato titolare della Nazionale nei due anni successivi, segnando due reti nelle qualificazioni ai Mondiali di Russia 2018 (contro Serbia e Moldavia), a cui però la sua Nazionale non si è qualificata, e una nella vittoria per 4-1 in Nations League contro l'Irlanda.

 

Nel 2019 non viene mai convocato fino a novembre causa infortuni, tornando a giocare il 16 nel successo per 2-0 in casa dell'Azerbaigian. Tre giorni dopo realizza una doppietta decisiva nel successo per 2-0 contro l'Ungheria che consente ai gallesi di qualificarsi a Euro 2020. Nei mesi successivi, complici il lockdown e ulteriori infortuni, continua a trovare poco spazio in nazionale.

 

Successivamente viene convocato per gli europei andando a segno nel successo per 2-0 contro la Turchia ai gironi.

 

Il 5 giugno 2022 raggiunge la qualificazione ai Mondiali (la prima dal 1958) con il Galles battendo 1-0 l'Ucraina. Nel novembre del medesimo anno viene convocato per la rassegna iridata disputata in Qatar.

 

Nel 2023, a seguito del ritiro dal calcio di Gareth Bale, viene nominato capitano della selezione gallese.

 

Palmarès

220px-Ramsey_and_Gibbs_FA_cup.jpg
 
Ramsey e Gibbs festeggiano la vittoria dell'Arsenal nella Coppa d'Inghilterra 2013-2014

Club

Individuale

  • Giocatore gallese dell'anno: 1 - 2009

 

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323202689_dal2020.png.b42985fdf5477c20333e5f67b6ffe691.png   AARON RAMSEY   2017-2020.png.0aaff9b22e00c96474fa9a0717cdc1c8.png 

 

ramsey%20(2).jpg

 

 

Una vita da predestinato – scrive Gabriele Marcotti sul “GS” dell’aprile 2019 – e non potrebbe essere altrimenti, dal momento che di lui si parla da quando era bambino. Siamo nel Galles meridionale, a Caerphilly, cittadina nota per il formaggio dallo stesso nome. Un posto fuori dal comune. Qui, già nel secondo secolo, gli antichi romani avevano costruito un fortino, ai piedi del monte Caerphilly. Qui, quasi mille anni dopo, il leggendario guerriero Ifor Bach respinse l’avanzata dei Normanni che conquistarono la vicina Inghilterra ma dovettero fermarsi di fronte alla furia gallese. Qui, nel 1976, il comune – nonostante le vivaci proteste dei cittadini – diede l’OK a un concerto dei Sex Pistols quando il gruppo punk era bandito in quasi tutto il paese.
Qui nacque Aaron James Ramsey il giorno di Santo Stefano del 1990. Che fosse una specie di bambin prodigio lo si capì quasi da subito. Studente modello alla Ysgol Gyfun Cwm Rhymni (dove le lezioni sono rigorosamente in gallese e l’inglese si studia da seconda lingua) il giovane Aaron si mise in luce in vari sport, dall’atletica, al calcio, al rugby che da queste parti è una specie di religione. Aaron accontentava tutti ma a un certo punto dovette scegliere. Arrivarono offerte sia dal calcio (Cardiff City) che da entrambi i codici di rugby: il rugby union, quello che si pratica anche da noi (giocava da ala nelle giovanili del Caerphilly) e il rugby league (la versione a tredici, dove il St.Helens tentò in ogni modo di convincerlo).
Aaron però optò per il calcio e firmò per il Cardiff City a soli otto anni. Il cammino era già tracciato. Otto anni più tardi, ne aveva sedici e 124 giorni, arrivò il debutto in prima squadra. Era il 28 aprile 2007 - il giorno prima il club lo aveva fatto chiamare a scuola, chiedendogli di recarsi subito al centro sportivo per partecipare alla rifinitura. Quel sabato entrò a un minuto dal termine contro l’Hull City. «Ho la sensazione, anzi, la certezza, che questo ragazzino lo rivedremo presto», disse il commentatore della radio locale. Ci azzeccò in pieno. E così fu. Pochi mesi dopo esordì in Under 21 e a gennaio della stagione successiva divenne titolare, a soli diciassette anni. L’estate successiva arrivò la chiamata di un certo Arsene Wenger.
Anzi, non solo la chiamata, ma la vera e propria “seduzione”. Wenger mandò un aereo privato a prelevare Ramsey, papà Kevin, mamma Marlene e il fratellino Josh, portandoli in Svizzera dove i Gunners svolgevano il ritiro pre-campionato. Per due giorni Wenger li marcò stretto, raccontando per filo e per segno il piano che aveva in mente per Ramsey.
L’Arsenal era in transizione, il progetto del francese prevedeva costruire un nucleo di giovani e talentuosi britannici. Due anni prima era arrivato a suon di milioni Theo Walcott, che Sven Goran Eriksson aveva portato ai Mondiali sudafricani alla tenera età di sedici anni. Quell’estate arrivò pure il fantasista Samir Nasri, ventunenne francese. Con lui Cesc Fabregas, ventuno anni appena compiuti. E nelle giovanili scalpitava già – e avrebbe esordito in prima squadra da lì a poco – Jack Wilshere, già battezzato il “nuovo Liam Brady” dal popolo dei Gunners. Wenger spiegò a Ramsey che sarebbe stato parte integrante di questo progetto, che questo nucleo di giovani talenti sarebbe stato l’asse portante dell’Arsenal per il prossimo decennio... un po’ come la famosa “Quinta del Buitre” al Real Madrid o la “Class of 92” al Manchester United.
Ramsey si sentì pronto per il passaggio a Londra e, per giunta, in una big. Passò all’Arsenal per circa 5,5 milioni di euro, non poco per uno non ancora maggiorenne. Wenger, che non ha mai posto limiti alla fantasia e ai sogni, parlò apertamente del suo progetto-giovani e lo paragonò addirittura a Steven Gerrard, che aveva appena capitanato il Liverpool a due finali Champions League.
Si sa come andò a finire il progetto. Fabregas rimase per altre tre stagioni, prima di rientrare al “suo” Barcellona con Pep Guardiola, per poi – ironia della sorte – tornare a Londra, ma in sponda Chelsea. Nasri durò due stagioni, prima di puntare i piedi per farsi cedere al Manchester City dei nuovi ricchi. E poi la sua carriera si sfaldò, tra squalifiche per doping e problemi disciplinari e coniugali. Attualmente è di nuovo a Londra, cercando il riscatto tramite un contratto a gettone con il West Ham. Lì ha ritrovato Wilshere, che dopo un inizio carriera tra alti e bassi è stato martoriato dagli infortuni prima di finire agli Hammers la scorsa estate da svincolato. E l’altro baby d’oro, Theo Walcott? L’Arsenal lo ha mollato un anno fa, mandandolo all’Everton. Pure per lui, un decennio di aspettative disattese e infortuni. Ed è significativo che di tutti questi ragazzini di Wenger, quello che è durato più di tutti è Ramsey. Che, tra l’altro, è forse stato anche il più amato dai tifosi. Un po’ per l’umiltà, un po’ perché attorno a lui vi sono sempre state personalità più appariscenti, un po’ – forse – perché non essendo inglese la stampa non pretendeva dal ragazzo la luna.
Eppure anche Ramsey ha dovuto patire momenti difficili. Dopo una prima stagione di ambientamento (segnata da un bellissimo gol in Champions League contro il Fenerbahçe), al secondo anno si impose da punto fisso, salvo poi subire un bruttissimo infortunio in una partita contro lo Stoke City. Un giorno orrendo, da dimenticare, con il difensore Ryan Shawcross che lo centrò in pieno, procurandogli una doppia frattura scomposta alla tibia e alla fibula. Ramsey rimase lontano dai campi da gioco per ben nove mesi. L’impatto fisico era stato terribile, quello psicologico pure. Al punto che Wenger decise di mandarlo in prestito, convinto che per recuperare appieno doveva lasciare temporaneamente l’Arsenal e liberarsi la testa. Andò al Nottingham Forest per qualche partita, prima del ritorno a casa a Cardiff, terminando la stagione 2010-11 di nuovo ai Gunners, dove il primo maggio, contro nientemeno che il Manchester United, segnò l’unica rete delle partita. Rambo (lo chiamano tutti così da quando aveva undici anni e in campo si faceva già... sentire) era tornato.
E da quel momento è stato per molti versi il cuore battente dei Gunners. Ma, pure, con qualche rimpianto per il solito problema: gli infortuni. Nel 2013-14 vinse il premio di giocatore dell’anno segnando dieci gol in Premier League (più altri cinque in Champions) ma un brutto infortunio contro il West Ham – a Santo Stefano, proprio il giorno del suo compleanno – lo costrinse a uno stop di tre mesi e mezzo. La sua assenza costò cara all’Arsenal e a Wenger. Al momento dell’infortunio i Gunners erano primi in classifica, con un punto di vantaggio sul Manchester City. Quando tornò, ad aprile, erano quarti, staccati di ben dieci punti. E, nel frattempo, erano stati eliminati dal Bayern in Champions. Ramsey si rifece segnando il gol vincente nella finale di FA Cup, ma il rammarico rimane. Non lo sapremo mai, ma forse la storia del club avrebbe preso una piega ben diversa se non avesse perso il suo uomo-chiave a metà cammino.
Le ultime stagioni di Ramsey all’Emirates sono coincise con il lento declino di Arsene Wenger e poi, la scorsa estate l’avvicendamento con Unai Emery. Gli infortuni – più frequenti ma meno seri – lo hanno sicuramente limitato. Da titolare ha disputato poco più della metà delle gare di campionato dal 2014 a oggi. Un po’ per infortuni, un po’ il subbuglio intorno al club, ma mai per mancanza di applicazione o professionalità. Già, perché in questo sono tutti d’accordo: Ramsey è un modello (in tutti i sensi, anche quello letterale, dal momento che nel 2011 firmò pure un contratto da modello con l’agenzia Elite). La decisione del club di offrirgli il rinnovo lo scorso settembre, salvo poi cambiare idea pochi giorni dopo, è dovuta a questioni di bilancio (i mega-stipendi dei vari Ozil, Aubameyang e Mkhitaryan) non da perplessità nei confronti del giocatore.
Ma lui è pronto per la nuova avventura assieme alla moglie Colleen (sua fidanzatina d’infanzia) e al piccolo figlio. E, senza dubbio, la famiglia verrà spesso a trovarlo a Torino. Perché dopo un decennio all’Arsenal, Rambo ha bisogno di una sfida nuova.
 
FABIANA DELLA VALLE, DA giornalaccio rosa.IT DEL PRIMO FEBBRAIO 2022
Si dice che il buongiorno si vede dal mattino e se ripensiamo a come è cominciata la storia tra Aaron Ramsey e la Signora un fondo di verità c’è. Rewind: agosto 2019, la stagione della Juventus targata Maurizio Sarri inizia senza il tecnico in panchina (bloccato da un problema di salute) e anche senza il colpo a parametro zero di Fabio Paratici. Il centrocampista gallese preso a scadenza dall’Arsenal firma a febbraio ma arriva a Torino cinque mesi dopo e il suo inserimento in bianconero inizia dal J Medical, perché non ancora al top dopo la lesione al bicipite femorale del ginocchio sinistro che lo costrinse a 130 giorni di stop.
Lo storico raccontava già di un giocatore fragile, che nei cinque anni con i Gunners non aveva mai saltato meno di dieci partite a stagione. Paratici però si fece ingolosire dall’opportunità di prenderlo senza dover pagare il cartellino, offrendogli un ingaggio da sette milioni netti fino al 2023. D’altronde la Juventus nel passato recente aveva fatto affaroni con i parametri zero, da Pirlo a Pogba da Dani Alves a Khedira giusto per citarne alcuni. Stavolta invece no. Tre anni dopo è difficile sostenere che nell’operazione Ramsey i benefici siano stati maggiori dei costi, tanto che ieri il suo trasferimento ai Rangers Glasgow (prestito con diritto di riscatto fissato a sei milioni, con la Juventus che contribuirà a pagare parte dell’ingaggio) è stato festeggiato dai tifosi quasi quanto l’acquisto di Vlahovic.
Dopo aver rifiutato tutte le opzioni, alla fine Aaron ha accettato l’ultima offerta a un soffio dal gong. Lascia Torino dopo settanta presenze e sei gol: 3043 minuti in totale, di cui 112 (poco più di una gara intera) in questa stagione. L’ultima apparizione è del 20 ottobre, sei minuti nel finale di Zenit-Juve di Champions. Per il resto, trentotto match saltati per infortunio e 212 giorni out, con la ciliegina finale del Covid: troppo condizionanti i problemi fisici. La sua stella si è accesa pochissimo, il momento più alto la gara con l’Inter nel primo anno italiano, quando segnò un gol pesante in chiave scudetto e poi fece l’assist per il 2-0 di Dybala.
Troppo poco, considerando quello che è costato alla dirigenza bianconera: Ramsey, che con i bonus è arrivato a guadagnare oltre otto milioni a stagione, per la Juventus al lordo è stato un investimento complessivo da 26,4 milioni (due anni con stipendio da 10,4 più gli ultimi sette mesi della stagione in corso a sei). A conti fatti, la Juventus ha speso per lui in media 8.800 euro lordi al minuto durante la sua permanenza torinese. Se poi consideriamo solo il 2020-21, che è il periodo in cui ha giocato meno, si arriva al costo di 53.571 euro lordi al minuto. Morale: non tutti i parametri zero escono con il buco. E ora alla Juventus tutti sperano che l’arrivederci a giugno si trasformerà in addio, per liberarsi con un anno d’anticipo di uno stipendio troppo pesante.
 
 

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