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Socrates

Luciano Marangon

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LUCIANO MARANGON 1971-72 JUVENTUS campionato primavera

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Luciano_Marangon

 

 

Nazione: Italia Italia
Luogo di nascita: Quinto di Treviso (Treviso)
Data di nascita: 21.10.1956

Ruolo: Difensore
Altezza: 174 cm
Peso: 72 kg

Nazionale Italiano
Soprannome: -

 

 

Alla Juventus dal 1971 al 1972 e dal 1973 al 1975

Esordio: 11.05.1972 - Amichevole - Susa-Juventus 1-2

Ultima partita: 28.12.1974 - Amichevole - Lecco-Juventus 2-2

 

0 presenze - 0 reti

 

 

Luciano Marangon (Quinto di Treviso, 21 ottobre 1956) è un ex calciatore italiano, di ruolo difensore.

 

Luciano Marangon
Luciano Marangon.jpg
Marangon al Verona nei primi anni 1980
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 174 cm
Peso 72 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Difensore
Termine carriera 1987
Carriera
Giovanili
19??-19??   Juventus
Squadre di club
1974-1975   Juventus 0 (0)
1975-1980   Lanerossi Vicenza 128 (5)
1980-1981   Napoli 26 (0)
1981-1982   Roma 26 (0)
1982-1985   Verona 82 (2)
1985-1987   Inter 22 (0)
Nazionale
1982 Italia Italia 1 (0)

 

Carriera

Club

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Un giovane Marangon (a sinistra) nel 1972, nella sfida di Villar Perosa tra prima squadra e giovanili della Juventus, mentre insegue Anastasi.

 

Dopo essere cresciuto nelle giovanili della Juventus passò nel 1975 al Lanerossi Vicenza, giocando da titolare, diciannovenne, il campionato di Serie B conclusosi con una salvezza di misura. L'anno seguente continuò a essere titolare e conquistò la promozione in Serie A nel primo anno di Giovan Battista Fabbri e di Paolo Rossi a Vicenza.

 

Esordì in massima serie il 23 ottobre 1977, due giorni dopo il suo ventunesimo compleanno, ma nella stagione del secondo posto del Lanerossi giocò solo 12 partite, sostituito nel ruolo dal più esperto Vito Callioni. Torna a essere titolare nella stagione seguente, giocando anche in Coppa UEFA. Dopo la retrocessione tra i cadetti dei biancorossi rimase per un anno a Vicenza, per passare poi al Napoli dove ritrovò Mario Guidetti.

Con i partenopei conquistò il terzo posto in classifica, bissato l'anno successivo con la maglia della Roma.

 

220px-Lanerossi_Vicenza_-_Luciano_Marang
 
Marangon al L.R. Vicenza a fine anni 1970, assieme a Paolo Rossi.

 

Passato al Verona quella stessa estate, lasciò gli ex compagni giallorossi che vinsero lo scudetto che mancava al club romanista da oltre quarant'anni. Ritrovato per la terza volta come compagno Guidetti, dopo un quarto e un sesto posto centrò, alla terza stagione con gli scaligeri guidati da Osvaldo Bagnoli, uno storico titolo di campione d'Italia; in quella formazione militò anche suo fratello minore Fabio, di sei anni più giovane.

 

In seguito passò nel 1985 all'Inter , per 3 miliardi di lire, dove non trovò molto spazio. Proprio con i nerazzurri, dopo il campionato 1986-1987 chiuso con appena 3 presenze, lasciò il calcio.

Nazionale

Alla vigilia del campionato del mondo 1982, è chiamato in Nazionale: esordì in azzurro il 14 aprile 1982 contro la Germania Est, tuttavia rimase quella l'unica sua presenza poiché il commissario tecnico Enzo Bearzot non lo incluse nella lista dei 22 partenti per la Spagna.

Dopo il ritiro

In seguito si cimentò nelle attività di procuratore di calciatori; inoltre è proprietario di un beach club a Ibiza.

 

Nel 2011 ha pubblicato l'autobiografia Luna tonda.

 

Palmarès

Club

Competizioni giovanili

Competizioni nazionali

 

 

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Ha lasciato il calcio giocato nel 1987 – si legge sulla pagina Facebook de La Maglia della Juve l’8 febbraio 2020 – a nemmeno trentun anni compiuti. Terminata la carriera agonistica ha lavorato come procuratore ed ha anche scritto un libro sulla sua vita (“Luna Tonda”, realizzato in collaborazione con Argia Di Donato) ma pare aver trovato la sua dimensione professionale solo da quando si è trasferito a Ibiza, dove ha aperto un locale molto frequentato durante la stagione turistica.

Quando non è occupato al Soul Beach Café, Luciano Marangon si riposa e si diverte. A Luciano Marangon è sempre piaciuto divertirsi: quando giocava era uno che faceva parlare di se’ sia le riviste di cronaca rosa quanto quelle sportive. Di quei giorni, non rinnega nulla: più che comprensibile.
«Mi è sempre piaciuto divertirmi, vivere bene; del resto, non ho mai fatto nulla di male a nessuno, non si può incolpare qualcuno soltanto perché cerca di stare il meglio possibile. L’Italia non mi offriva più quello che cercavo: è un paese splendido, ma la classe dirigente, pian piano, lo sta portando alla rovina. Ho avuto un migliaio di donne, ma non ne ho amate che due: una di queste è la madre di mio figlio Diego. Andavo in vacanza in Costa Azzurra quando i miei colleghi non sapevano nemmeno dove fosse. Fuori dal campo non mi sono mai risparmiato, ma nemmeno in campo: da calciatore, ho sempre dato il massimo, ovunque ho militato. Nel cuore porto soprattutto il Napoli, il Vicenza, con il quale ho ottenuto un sorprendente secondo posto in Serie A e, ovviamente, il Verona; in gialloblu ho vinto da protagonista uno storico scudetto. Ma non posso dimenticare gli anni trascorsi nel settore giovanile della Juventus, nel 1972 ci aggiudicammo il Campionato Primavera. Conservo ricordi carichi d’affetto nei confronti di quei tempi, ma soprattutto devo ringraziare la Signora per avermi formato come uomo: a Torino ti insegnano a vivere, ti fanno crescere sotto tutti i profili. Con la prima squadra bianconera non son riuscito a giocare una sola partita ufficiale; al contrario di mio fratello Fabio, formatosi anch’egli nel vivaio zebrato. Il Trap lo mandò in campo l’11 maggio del 1980 in occasione dell’ultima di campionato contro la Fiorentina. In ogni caso, con la maglia della Juve non avrei mai potuto diventare titolare: ero chiuso da Cabrini. Anche in Nazionale, dove ho disputato unicamente un incontro, avevo la strada sbarrata da Antonio. Ma non ho alcun rimpianto: “Cabro”, nel nostro ruolo, era il migliore al mondo. Davanti a un giocatore simile, potevo solo togliermi il cappello».
 
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