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Leone Bianconero

Tifoso Juventus
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Risposte inseriti da Leone Bianconero


  1. Ma che voi sappiate, gente come Ansaldo e Beccantini ( forse ci metto pure Vergnano) che scrivevano su La stampa seguendo la Juve erano granata o di altre squadre? No perchè, sia dai ricordi che ho da piccolo sia andando a recuperare gli articoli sull'archivio del giornale, i loro resoconti sulle nostre partite erano sempre uno strazio. La Juve veniva sempre presentata nella maniera peggiore possibile ed esaltate le altre squadre, squadra sempre in cattiva luce e negativa come se la juve fosse colpevole, dovesse essere perfetta e anche quando vinceva sembrava sbagliare o fare torto. Una cosa ripugnante e irritante. Alla faccia del giornale di famiglia! 


  2. Mi dispiace che uno come Caselli dica così tante scemenze

     

    Il magistrato Caselli parla del Torino. «Se si ha qualcuno in famiglia che gli spiega che cos’è il Toro pensa subito “ma chi me lo fa fare di tifare per gli altri?” Negli anni del Grande Torino gli juventini erano minoranza, l’élite che abitava in collina. La fortuna di Torino fu di riempirsi di lavoratori del Sud, molte vol­ te già juventini, ma la base ope­raia rimase granata perché la Juve è la squadra dei “padroni”. Emilio Pugno era un amato sin­dacalista torinese affettuosamente contestato perché juven­tino. Lui rispondeva sempre: “Tutta la settimana litigo con il padrone, non vorreste mica che la domenica faccia il tifo per l’indotto”. Nonostante la Juve abbia vinto molto, i tifosi del Toro persistono e questo a loro dà fastidio: quello che ho fatto perché il Toro scompa­risse è difficile da credere... Il Toro è una spina nel fianco del potere. Ed è ancora tutto attua­ le: la storia degli striscioni ver­gognosi contro Superga non è di un secolo fa». Agnelli ha detto che a casa sua espone i quadri che vuole a proposito degli scudetti revocati... «Lo stadio non è casa sua, è un luogo aperto al pubblico». Ha mai incontrato l’Avvocato?  «Quando ero in Sicilia, un gior­no mi fece chiedere un collo­quio. Non parlammo di cose d’ufficio, voleva sapere un po’ di mafia e di Palermo. Quando sta­vamo per congedarci, impertur­babile com’era, mi chiese con uno sguardo ironico: “Cosa ne penserebbe di una fusione tra Toro e Juve?”. Alzai le mani e gli dissi: “Ma per carità’’. Mi hanno dato del fascista e del comuni­ sta, ma mai dello juventino. 

     

    tuttojuve.com


  3. 18 hours ago, Maidomi said:

     

    Dai, però il derby di Pirlo, in 10 contro 11 è stata l'apoteosi... Non penso di avere mai gridato tanto in vita mia. Penso di avere visto almeno 60 derby e quello è sicuramente il top della soddisfazione in campo insieme a quello pur non vincente di Maresca. Per il derby del tifo il video di cui sopra non ha bisogno di commenti: mai visto una cosa del genere nè prima nè dopo... Medaglia d'oro indiscussa. :sisi:

    concordo su ogni parola. Ero in sud e ci ho creduto fino alla fine nonostante l'inferiorità. Indimenticabile. Una lunga serie di inchiulate comq alla fine: david nel 2007, pirlo poi cuadrado poi higuain. Però la migliore è pirlo


  4.  

    Torino-Juve: il derby inspiegabile ai non torinesi

    MARCO SANFELICI

    Giuro che il primo che mi viene a raccontare che il derby è una partita come tutte le altre, se è juventino lo condanno a viverlo in Curva Maratona. E poi glielo chiederei all’uscita, sempre che lo facciano uscire in grado di parlare. Perchè il derby della Mole non è una partita normale per chi è torinese: è LA partita. Più per i granata forse, ma anche per noi binaconeri non è certo normale routine.

    Ho trovato sempre grandi difficoltà a spiegare questa semplice cosa a tanti “fratelli” che hanno a che fare con milanisti, interisti, romanisti, sanguemisti. Provate, dopo un derby perso, ad avere i compagni di oratorio sotto le finestre di casa vostra che, alzando l’asta della bandiera di quel colore tinta unita, gridano: “Te la mettiamo nel….” Cattivi, quelli là, mica scherzano. Oppure, lavorando nell’alimentare, dopo un derby vinto a tempo scaduto per una deviazione fortuita, andare al lunedì a vendere ai clienti granata “stinco di Venturin”. Li conosco talmente bene che saprei individuarli dai tratti somatici uno per uno, di primo acchito, passeggiando, che so?, per via Roma. Forse ne sbaglierei 2, ma non di più.

    Il derby di Torino è questo, non anche, ma soprattutto. È il trionfo della schizofrenia di una città che si sveglia lacerata dalle sue stesse anime. È l’ignorarsi di mogli con i mariti, di figli con i padri, di nipoti con i nonni, di amici fraterni con gli stessi amici. È mettersi gli uni di qui e gli altri di là. Senza speranza alcuna di mediazione. A Milano lo stadio Meazza si riempie con le tifoserie mescolate, tranne le curve “calde”. A Torino nemmeno per sogno, finirebbe in carneficina. Nemmeno ai tempi del Comunale si mescolavano le tifoserie nei distinti: i granata si schiacciavano verso la Maratona e  noi verso la Filadelfia. Noi e quelli là. Questo è il derby, sotto la Mole. Come si può spiegare a chi ha a che fare con tifosi di altre squadre, sparuti, singoli, gruppetti. A Torino c’è metà città vs metà città. Roba da migliaia e migliaia conto altrettanti. Venite a toccare con mano, se ci riuscite.

    Per la cronaca, il Torino che gioca in casa e che pare scenda in campo anche con magazzinieri, figli di capitani famosi e tutta la Maratona, si presenta con un 4 – 3 – 3 di produzione Mihailoviciana così composto: Hart,; Barreca, Castan, Rossettini, Zappacosta; Baselli, Valdifiori, Benassi; Ljajic e Iago Falque a sostegno di Belotti, unica punta. A contare bene pare però che siano 11, non 20.000.

    La Juventus risponde probabilmente con un 4 – 3 – 1 – 2 di recente acquisizione, ma di provata efficacia. Buffon; Lichtsteiner, Rugani, Chiellini, Alex Sandro; Khedira, Marchisio, Sturaro; Pjanic trequartista; Higuain e Mandzukic davanti.

    Queste le formazioni al fischio d’inizio del signor Rocchi, arbitro poco gradito ai granata per precedenti filojuventini. Andavano meglio gli arbitri di Crotone – Torino e di Torino – Chievo, secondo loro.

    Dopo il fischio iniziale, spesso più degli schieramenti valgono valori come la carognaggine, la tosteria, la ferocia, la propensione alla battaglia. La Juve è abituata ai campi impossibili e ha sicuramente più forza a gioco lungo. Il Toro ha la determinazione della partita della “vita”, in una stagione in cui indiscutibilmente è in crescita rispetto al passato prossimo. Forse è la prima stracittadina che parte da tempo immemorabile ad armi pressoché pari. Chi spariglierà le carte? Azzardo: Dybala subentrando. Ma se sbaglio pronostico, non abbiatevela a male.

    juveatrestelle.it
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