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Credo valga la pena di rivedere un video a suo tempo divenuto un cult. Al di là dei toni e delle espressioni usate colpiscono la veemenza con cui il Presidente Cossiga attacca Palamara dal punto di vista professionale e la rassegnazione, accompagnata da una espressione inebetita, del magistrato di fronte a tale attacco. ps: chiuso OT
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Per la serie : DUE PESI E DUE MISURE. LA LEGGE NON E' UGUALE PER TUTTI OVVERO NON TUTTI SONO UGUALI DI FRONTE ALLA LEGGE. ps1: mi sa che al povero Sensi scappò una risata quando seppe che ad indagare sulla vicenda sarebbe stato Palamara...... ps2: quoto col sangue la parte grassettata in rosso ps3: chiuso OT
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Per chi non lo avesse riconosciuto: Luca Palamara, pm nel processo Gea ( che all'epoca gli valse la nomina politica a presidente dell'ANM) e tifoso romettaro nonchè frequentatore dei settori vip dello stadio Olimpico di Roma. Uno di quegli esemplari non solo inutili ma addirittura dannosi per la categoria e per il Paese per i quali la legge sulla responsabilità civile dei magistrati dovrebbe prevedere il carcere duro........
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1. Secondo me hanno già cominciato a volare ma non so se stavolta basterà. 2. Come era inevitabile/prevedibile la vicenda si complica giorno dopo giorno. I problemi da superare sono reali, sono tanti e sono di difficile (in alcuni casi impossibile) soluzione in quanto il progetto paga il prezzo di una scelta VOLUTAMENTE sbagliata all'origine per quanto riguarda il sito.Per scelta volutamente sbagliata intendo dire che quello scelto è il solo sito che possa consentire il coinvolgimento di Parnasi come proponente/finanziatore dell'opera. 3. Gli interessi in gioco sono enormi e non hanno niente a che vedere con il calcio, o meglio il calcio rappresenta per Pallotta & C. il cavallo di tr**a attraverso il quale giungere alla realizzazione di progetti altrimenti IMPROPONIBILI. Si tratta di interessi riconducibili a colossi della finanza italiani (nonostante il recente passaggio delle quote Unicredit nelle mani di Pallotta l'stituto milanese è più che mai in gioco come testimoniato dalla presenza di Paolo Fiorentino nel cda di ASRoma) e a capitali esteri (è recentissimo l'ingresso di nuovi capitali nella governance di ASRoma). 4.In questa vicenda il PD romano, ma non solo, si gioca più che mai la faccia (se ancora ne ha una). E d'altra parte c'è da tremare al cospetto di una classe politica che pone evidentemente la più grande speculazione edilizia degli ultimi 30 anni in cima alle proprie priorità mentre Roma è condannata ad un decadimento che sembra irreversibile in materia di decoro urbano, servizi, sicurezza dei cittadini.........
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Lo fanno, lo fanno......... Pecoraro: ''Così lo stadio non lo faccio aprire. Servono strade più larghe e sicure'' IL TEMPO (F. MAGLIARO) – Se nel progetto non saranno previsti consistenti adeguamenti alla viabilità, «la Commissione provinciale di Vigilanza sui pubblici spettacoli si troverà in grande difficoltà nel concedere l’agibilità al nuovo Stadio della Roma». Traduzione: se il progetto sulla viabilità non cambia, lo Stadio non apre. Pochi giorni fa, Giuseppe Pecoraro, prefetto di Roma, aveva suonato un campanello di allarme. Più o meno – con l’esclusione di Fabrizio Panecaldo, coordinatore della maggioranza in Assemblea Capitolina, (“parole di buon senso“) -rimasto inascoltato nella “stanza dei bottoni” capitolina. In sintesi il prefetto Pecoraro aveva evidenziato che, sulla viabilità di accesso allo Stadio, vi erano carenze apparentemente molto consistenti nelle ipotesi progettuali: inadeguati i miglioramenti sulla via del Mare e sulla via Ostiense e mancanza di accessi riservati allo Stadio dalla Roma-Fiumicino attraverso complanari dedicate. In Conferenza di Servizi i tecnici capitolini avevano corretto alcune di queste lacune con sostanziali prescrizioni, ma, successivamente, le scelte politiche operate e annunciate dal Campidoglio, avevano nuovamente privilegiatoil progetto originario, cassando i rilievi dei funzionari comunali, pur di portare a casa il prolungamento della metro B. Fra due giorni il sindaco Marino e la sua Giunta approveranno la delibera di interesse pubblico dell’opera e questo intervento del Prefetto suona ben più che un allarme. Prefetto, può spiegare meglio? «Il Prefetto, o un suo delegato, presiede la Commissione di Vigilanza sui pubblici spettacoli. Ne fanno parte una rappresentanza della Questura e dei Vigili del Fuoco, il Genio civile della Regione Lazio, la Asl competente, ingegneri elettrici e acustici, del Comune, nel caso di impianti sportivi, anche un rappresentante del Coni. Compito della Commissione è assicurare la compatibilità strutturale degli impianti, il rispetto delle norme antincendio e via dicendo. E, sulla base di queste competenze, la Corn-missione autorizza o meno l’apertura di impianti o di manifestazioni». E’ già successo che alcuni impianti non abbiano ricevuto l’agibilità? «Si, con il parco di Valmontone. In sede progettuale non erano state rispettate le norme per quel che riguarda la sicurezza, l’accesso ai mezzi di soccorso e di emergenza. Abbiamo bloccato l’opera ed è stata rinviata l’inaugurazione fino a che non sono stati completati i lavori di adeguamento del casello autostradale con il suo allargamento e la creazione del corridoio di transito per i mezzi di emergenza». E questo rischio c’è anche per lo Stadio di Tor di Valle? «Il prefetto deve garantire la sicurezza civile e la sicurezza pubblica. In sostanza, la sicurezza del singolo cittadino fruitore di un impianto o che assiste a un evento e la sicurezza della massa dei cittadini. Dobbiamo valutare se l’intero complesso è idoneo o meno a garantire che non si verifichino situazioni che possano compromettere il regolare svolgimento di un evento». Quali situazioni? «Dalle più piccole emergenze, ad esempio la caduta di una persona, magari di un bambino, a situazioni ben più potenzialmente pericolose: un black out generale, problemi di gestione della folla, e via dicendo». E quindi? «Quindi, se non si creano le condizioni per garantire questa incolumità delle persone e il regolare svolgimento dell’evento, beh, avremo grossi problemi nel concedere l’agibilità». Sotto questo profilo in cosa sarebbe carente il progetto? «Guardi, non voglio passare per quello che vuole rallentare l’opera. Anzi, proprio per evitare di dover rimettere le mani in tempi successivi con tutti i problemi del caso, pur non essendo stato messo a conoscenza di tutti gli aspetti tecnici di dettaglio, posso solo dire che è bene che, prima che si approvi il progetto definitivo, e magari si potrà concordare il momento più adeguato, ci sia almeno una prima valutazione, entro un breve lasso di tempo, da parte di chi deve esaminare gli aspetti legati alla sicurezza e all’incolumità pubblica». D’accordo, sfrondiamo la diplomazia. Qualche giorno fa, lei ha fatto esplicito riferimento all’accessibilità dei collegamenti viari dei mezzi di soccorso. Sta dicendo che, in assenza di queste opere, non si può concedere l’agibilità? «Io devo preoccuparmi del flusso dei mezzi di soccorso e di emergenza da e per lo Stadio e non voglio ancora fare riferimento al problema dei flussi di traffico sul Grande Raccordo Anulare la cui chiusura, in caso di emergenze, è competenza del Prefetto di Roma. Questo è un elemento centrale che deve essere compreso da tutti, cittadini e istituzioni competenti. Quando mi riferisco alla necessità di garantire le condizioni di incolumità pubblica e regolare svolgimento di un evento, mi riferisco anche a questo, ai flussi di accesso di mezzi di soccorso e di emergenza». Prefetto, a questo punto, senza volerentrarenell’ambito politico, a suo giudizio, lo Stadio è davvero utile? «Già l’ho detto e lo ribadisco: lo Stadio di Tor di Valle è un’occasione di sviluppo sportivo ed economico sia per lacittà che per la Società As Roma. Di fronte a un periodo di così grave e prolungata crisi economica e sociale del Paese e, di riflesso, della città, non si può non apprezzare il beneficio che quest’opera produrrà in termini di lavoro e occupazione. Sono elementi importanti che non possono che far apprezzare l’opera… » Tuttavia… «Tuttavia, mi domando se non si stia rischiando di sottovalutare quelle che sono le altre, grandi emergenze cittadine, a tutti ben note». Quali? Il Prefetto sorride, dà una pacca alla sua scrivania, si alza e si sistema la giacca come a dire: l’intervista finisce qui. (02.09.2014)
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Lo fanno, lo fanno....... Ma l’impianto è di Pallotta e se vende la squadra palazzi e arena restano a lui LA REPUBBLICA (M. PINCI) - La questione della proprietà dello stadio, su cui il Campidoglio ha chiesto certezza che sia della società Roma, è un tema delicatissimo. «Sarà senza dubbio un asset del club giallorosso» ha giurato Pallotta nella conferenza di presentazione del progetto nel Palazzo Senatorio. Ma a giugno il prospetto informativo per l’aumento di capitale presentato in Consob ha evidenziato qualche elemento che ha messo in imbarazzo il management della squadra. «Lo stadio della Roma sarà autonomo ed indipendente rispetto alla Società» si legge nel documento, dove è chiaramente espresso anche come l’impianto «sarà totalmente finanziato e gestito da soggetti privati». Altrettanto chiaro che le società protagoniste nella realizzazione si sono impegnate «a concedere l’utilizzo dello stesso, una volta costruito, all’As Roma». Il motivo però di questa scelta è detto poco più avanti: «La realizzazione del progetto» si legge «non vedrà il coinvolgimento economico finanziario da parte della Società». E questo perché inserire nel bilancio del club i costi per la realizzazione dell’impianto esporrebbe automaticamente la Roma agli oneri (e soprattutto ai rischi dal punto di vista finanziario) di un’operazione dai costi esorbitanti che ne azzererebbe i margini operativi: un po’ quello che è successo negli ultimi anni all’Arsenal. Lo stadio dunque non sarà della Roma, ma il capitale della società proprietaria dello stadio avrà la stessa partecipazione del club: di fatto i soggetti proprietari di uno lo saranno anche dell’altro. «Abbiamo un gruppo di proprietà che ha una partecipazione di controllo nel club e avrà la partecipazione di controllo anche nello stadio», spiega Mark Pannes, manager addetto alla gestione del progetto. Ma se Pallotta cedesse il club, dovrebbe cedere anche lo stadio? Questo, al Campidoglio, qualcuno lo dovrà chiarire. Una volta per tutte. (02.09.2014 )
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Lo fanno, lo fanno..... mh In Campidoglio tirano dritto: ''Dichiareremo la pubblica utilità'' IL TEMPO (F. MAGLIARO) – Come da programma, in Campidoglio si va dritti verso la dichiarazione di «pubblica utilità» dello Stadio della Roma a Tor di Valle. Ieri mattina, riunione con l’assessore all’Urbanistica, Giovanni Caudo, e i consiglieri di maggioranza. «La Giunta – ha detto Fabrizio Panecaldo, coordinatore della maggioranza – dichiarerà la pubblica utilità nella seduta di giovedì».In realtà, fra le righe, si percepisce che i dubbi sono ancora tutti lì. «È stata la prima riunione vera – ha detto ancora Panecaldo al termine dell’incontro – ora ci sarà da fare un lavoro tecnico e giuridico in vista di giovedì». Prima riunione vera a quattro giorni scarsi dalla dead line. In Campidoglio si è deciso che da oggi a giovedì la futura «delibera di Giunta per l’interesse pubblico sarà condivisa anche con la maggioranza capitolina», con la creazione di un pool che ne esaminerà la stesura, composto dall’assessore Caudo, dal presidente del Consiglio comunale, Coratti, dai capigruppo di maggioranza, da Panecaldo, e dal presidente della Commissione Urbanistica, Stampete. Da sciogliere, in realtà, ci sono ancora parecchi nodi. A partire dalla questione della proprietà del futuro impianto: di chi sarà? Di Pallotta, attraverso una sua società controllata, così come nel progetto originario o sarà inserito nel patrimonio della As Roma, sciogliendo, quindi, un vincolo ad personam, e andando incontro alle diverse sollecitazioni che provengono da tutto il mondo politico capitolino? Secondo dubbio: le opere pubbliche connesse allo Stadio. E, cioè, diramazione della metro B, ponte pedonale, viabilità, compensazioni ambientali, parcheggi: tutte queste innanzitutto dovranno essere sottoposte a verifica puntuale della loro natura pubblica. Ma, soprattutto, esse dovranno «essere inserite tutte» nel progetto definitivo. In sostanza, nella delibera verrà scritto che «il mancato rispetto di una soltanto delle condizioni poste determinerà la decadenza della dichiarazione di pubblico interesse da parte di Roma Capitale». Infine, il cronoprogramma degli interventi da realizzare: le opere “strettamente qualificanti” dovranno essere pronte per la prima partita che la Roma disputerà nel nuovo Stadio. Passato il 4 settembre, poi, «la delibera sarà pubblicata e i cittadini potranno fare le loro osservazioni. Infine – dice Panecaldo – manderemo alla Regione il tutto per la conferenza dei servizi» decisoria. Sullo Stadio, dopo le polemiche di qualche settimana fa, è intervenuto nuovamente anche Paolo Masini, assessore ai Lavori pubblici: «Per quanto riguarda i settori di mia competenza chiedo che parte dei fondi sia destinata a fronteggiare il dissesto idrogeologico». (02.09.2014)
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Lo fanno, lo fanno.......... Affitto stadio: 2 milioni all’anno a PallottaGASPORT (D. STOPPINI) - Un incontro, un pool al lavoro, ore febbrili e un paio di robusti paletti. Ma lo stadio della Roma a Tor di Valle s’ha da fare. Giovedì arriverà il sì della Giunta: c’è la pubblica utilità sull’impianto. Non che la cosa fosse in discussione, ma la giornata di ieri va messa agli atti come un passaggio chiave. L’assessore alla Trasformazione Urbana Giovanni Caudo ha riunito la maggioranza dell’assemblea capitolina, guidata dal coordinatore Fabrizio Panecaldo, con capigruppo e presidenti delle commissioni interessate: confronto serrato, ma che di fatto — oltre a ricompattare il Pd sulla questione — ha prodotto il sì all’impianto. Con due postille: lo stadio non sarà inaugurato finché le opere pubbliche, tra le quali metro B e svincolo sul Gra, non saranno completate. «Se anche solo un pezzo non verrà realizzato, per noi decadrà l’interesse pubblico», dice Panecaldo. In verità un’eccezione c’è: il collegamento tra viale Marconi e Tor di Valle potrà essere ultimato in un secondo momento. L’indissolubilità La seconda postilla sulla quale lavora una commissione ad hoc è quella legata alla proprietà dello stadio. Il comune chiederà l’«indissolubilità» tra l’impianto, la Roma e la città. Le modalità sono al vaglio dell’Avvocatura dello Stato, ma la condizione è che anche quando Pallotta non sarà più proprietario del club, l’impianto di Tor di Valle resterà nella disponibilità della società Roma. Per ora, e per un tempo massimo di 30 anni, il legame è stabilito dalla NewCo che fa capo a Pallotta, che riceverà un canone d’affitto dalla Roma di 2 milioni all’anno. Altre spigolature: nella delibera sarà presente una clausola da 160 milioni di euro, cifra che il Comune incasserebbe qualora la società proponente dell’impianto dovesse violare gli accordi. E poi una sorta di gentleman agreement con Parnasi: i lavori dovranno essere il trampolino di rilancio per quante più possibili piccole e medie imprese romane. Della serie: tutti lavorano, tutti guadagnano, tutti (forse) sono contenti. (02.09.2014) Hai capito er sor Pallotta.......
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Lo fanno, lo fanno....... Opere, proprietà e futuro: le tre condizioni per dire sì al nuovo stadio CORSERA (E. MENICUCCI) - Non è ancora un sì definitivo, ma è un via libera «politico», sostanziale, anche se infarcito di «se», di «ma» e di quelle che — in gergo tecnico — si chiamano «prescrizioni». Secondo la maggioranza di centrosinistra che governa la Capitale, lo stadio di proprietà di James Pallotta, dove giocherà la Roma, a Tor di Valle, si può fare. A patto che, però, vengano rispettati alcuni «paletti». È il sunto di una lunga riunione, in Campidoglio, alla quale hanno partecipato l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo, i capigruppo dei partiti che sostengono Marino (Francesco D’Ausilio per il Pd, Luca Giansanti per la Civica, Gianluca Peciola per Sel, Massimo Caprari per il Centro Democratico), il coordinatore Fabrizio Panecaldo, i vari presidenti di commissione «interessati»: vertice allargato, per eliminare il rischio di «agguati » in aula Giulio Cesare. Alla fine, tre sono i vincoli che verranno inseriti nella delibera di giunta che verrà discussa dopodomani e che conferirà al «progetto stadio» il bollino di «interesse pubblico». Primo: il 70% delle opere strategiche deve essere pronto prima dell’inaugurazione dell’impianto. Si tratta del prolungamento della metro B da Magliana, il ponte sul Tevere, il collegamento ciclo/ pedonale col treno verso Fiumicino, il rifacimento della via del Mare dal Gra allo stadio. Fino a che uno di questi cantieri rimane aperto, lo stadio non può essere inaugurato. E se uno salta, addio interesse pubblico. Solo il parco videosorvegliato e la via del Mare fino a ponte Marconi si possono fare anche a stadio in funzione. Secondo, la proprietà della struttura. Lo stadio non è «della Roma» ma del suo presidente, l’americano James Pallotta, che agisce come una holding: una società è la squadra, l’altra lo stadio. La Roma ci potrà giocare, secondo l’accordo deciso dal Cda societario, per 30 anni, ad un canone di 2 milioni. In Campidoglio, però, si chiedono: cosa succederà dopo? O prima, se Pallotta vendesse uno dei due asset? L’obiettivo della maggioranza è inserire il concetto di «vincolo indissolubile» tra impianto, la Roma e la città. Una possibilità è che, al termine dei trent’anni — o anche al termine della convenzione urbanistica — lo stadio diventi a tutti gli effetti di proprietà della As Roma. È l’opzione giuridicamente più complessa: per la legge sugli stadi, infatti, basta che uno stadio sia «legato» in qualche modo ad una squadra e società sportiva. L’altra ipotesi è che, anche qualora cambi la proprietà, i nuovi acquirenti dell’uno (stadio) o dell’altra (squadra) si «accollino » il vincolo. Per renderlo ancora più stringente, si pensa anche ad una sorta di «clausola rescissoria». Un intervento urbanistico di quel tipo costerebbe al proponente 160 milioni di euro di cosiddetto contributo straordinario. Soldi che Pallotta-Parnasi non versano, perché ne garantiscono 320 in opere pubbliche (195 dei quali «compensati » dal Comune in cubature). Se, per qualunque motivo, si volesse rompere il vincolo, i proprietari dovrebbero versare anche quei 160 milioni. Strada in discesa? Non proprio. Anzi, ora scatta il conto alla rovescia. Dopo la giunta, l’Assemblea Capitolina si pronuncerà entro fine mese, poi devono arrivare i progetti definitivi e da lì scattano i 180 giorni per la conferenza della Regione. Non solo: la delibera comunale potrà essere «emendata» dai cittadini, e anche queste osservazioni andranno all’esame della Pisana. Se Pallotta vuole tagliare il nastro per i 90 anni giallorossi, il 22 luglio 2017, l’impresa — per come vanno le cose in Italia — appare ardua. E con la limatura alle cubature (da un milione a 900 mila metri cubi), il margine dei proponenti si è già un po’ assottigliato. Se nascono altri problemi, il gioco potrebbe non valere più la candela. In Campidoglio, però, sono fiduciosi. Tanto che Caudo, nella riunione, ha parlato di «dieci bugie» su Tor di Valle. «Quella — ha spiegato l’assessore — non è un’area agricola: ci sono già 400 mila metri cubi autorizzati. E l’indice di edificabilità, anche con lo stadio, rimane basso». Però, per allargare il fronte dei consensi, c’è un’altra postilla, richiesta dall’Acer: che l’investimento (1,2 miliardi) abbia una ricaduta anche sulle piccole e medie imprese romane. Piccoli lotti, perché una «torta» così ampia sia divisa in tanti piccoli pezzi. È l’ultimo paletto, ma non è di poco conto. (02.09.2014)
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Lo fanno, lo fanno....... ''Troppe cubature, l’area è già satura''. La Cna contro il centro commerciale IL MESSAGGERO (L. DE CICCO) - Stop al centro commerciale accanto allo stadio «perché il quadrante Sud Ovest di Roma è già saturo di grandi strutture di vendita e un nuovo megastore rischia di mandare in crisi le piccole e medie imprese della zona». A lanciare un appello al sindaco è la Cna di Roma (Confederazionale nazionale artigiani e Pmi), che ha preparato un dossier sul progetto di Tor di Valle. ZONA SOVRAFFOLLATA - «L’ultimo Piano regolatore del Comune di Roma – spiega la presidente della Cna-Commercio, Giovanna Marchese Bellaroto – ha evidenziato che il quadrante dove dovrebbe sorgere lo stadio è già saturo di grandi centri commerciali». Il Piano approvato dalla Giunta capitolina nel 2012 parla chiaro, prosegue l’associazione: «In questo territorio – si legge nella relazione di Risorse per Roma - c’è una forte concentrazione di grandi e medie strutture di vendita». Tanto che l’indice di metri quadri destinati a centri commerciali per abitante, spiega la Cna, «è uno dei più alti della città, mentre ci sono altri due quadranti che hanno un numero di grandi strutture inferiore fino a cinque volte». Secondo l’organizzazione «con il 25% delle piccole e medie attività che già sta chiudendo per colpa della crisi, aggiungere un centro commerciale in una zona già sovraffollata tra i megastore dell’Eur, della via del Mare e della Roma-Fiumicino sarebbe il colpo di grazia per negozi e botteghe. Si rischiano chiusure a raffica. Per questo vogliamo lanciare un appello al sindaco di Roma affinché il Comune fermi la costruzione del megastore». NORME NON RISPETTATE - Il nuovo centro che verrebbe edificato accanto allo stadio è già finito nel mirino dei tecnici del Comune. In un rapporto presentato alla Conferenza dei servizi preliminare, il Dipartimento Mobilità ha infatti espresso forti perplessità sul «rispetto delle normative regionali per le aree di carico e scarico merci». (02.09.2014)
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Lo fanno, lo fanno........... Tor di Valle, tutti gli ostacoli: diritti della Roma e trasporti IL MESSAGGERO (S. CANETTIERI / L. DE CICCO) - Opere pubbliche e proprietà dello stadio alla Roma. Ecco il doppio ostacolo sulla strada del progetto Tor di Valle. Dopo il vertice di maggioranza di ieri in Campidoglio – presentato come l’anticamera di un primo via libera della giunta nella seduta straordinaria di giovedì - la coalizione di centrosinistra è pronta a dettare le sue condizioni al costruttore Parnasi e al presidente giallorosso Pallotta. Condizioni pesanti e intoccabili per tutelare l’interesse pubblico dell’opera che finiranno all’interno della delibera comunale: almeno il 60% delle opere infrastrutturali di pubblica utilità che la newco si è impegnata a realizzare, dovranno essere già completate «prima» che vengano rilasciati i permessi per costruire lo stadio e il mega-centro di uffici e negozi: quindi Metro B, riassetto della Roma-Fiumicino e ponte pedonale sul Tevere. Di più: «Le opere che qualificano il pubblico interesse devono essere realizzate tutte», spiega il coordinatore della maggioranza Fabrizio Panecaldo. «Quindi basta che una sola opera o un pezzo non venga realizzato che per noi decade l’interesse pubblico». Ecco perché la riunione ha partorito anche una commissione tecnico-politica che si è messa subito al lavoro: un organismo che guiderà la giunta nella stesura della delibera, mettendoci «quel pizzico di politica in più che finora è mancata», spiega più di un consigliere di maggioranza. Il sindaco Marino dall’America ha fatto sapere via Whatsapp di essere d’accordo: «Ben venga». Fair play. RIUNIONE D’EMERGENZA - La prima spina affrontata ieri durante il vertice tra la maggioranza e l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo è stato il nodo trasporti. Dall’ultimo progetto, che ha tirato di nuovo in ballo la metro B, è sparito il potenziamento della Roma-Lido, ma il Comune chiederà a Parnasi di accollarsi una parte delle spese per aumentare le corse, in modo da non lasciare tutti gli oneri alla Regione. Tutto da sciogliere anche il nodo che riguarda la deviazione della metro B a Tor di Valle, vale a dire il cuore delle integrazioni al progetto presentate venerdì scorso. Secondo lo studio la metro a Tor di Valle arriverebbe attraverso una biforcazione dalla stazione di Eur Magliana, ma già la bipartizione della tratta a Conca d’Oro ha causato un allungamento dei tempi delle corse. «E ora non possiamo ripetere lo stesso errore», spiegano esponenti del Pd. I tecnici comunali sono al lavoro per capire quali ricadute possa avere sui tempi di viaggio la nuova biforcazione ipotizzata. SOCIETÀ SATELLITE L’altra questione su cui il Campidoglio non è intenzionato a fare passi indietro è quella della proprietà dell’impianto sportivo da parte della Roma. Proprietà che a oggi sarebbe invece in mano a una società satellite controllata da Pallotta. Il Comune vuole inserire una clausola che permetta di legare «indissolubilmente» lo stadio alla società sportiva. Di tutti i problemi emersi finora si occuperà una commissione ad hoc istituita ieri e che avrà il compito di stendere materialmente la delibera che andrà in giunta giovedì. Del pool fanno parte, oltre a Panecaldo, anche Stampete (presidente della commissione urbanistica), Cesaretti (presidente della commissione mobilità), Coratti (presidente dell’Assemblea capitolina) e l’assessore Caudo. CUBATURE FUORI MISURA - Rimane aperta la discussione sulle cubature-monstre del centro di negozi e uffici che nascerà accanto allo stadio. Una colata di cemento da novecentomila metri cubi, dopo la riduzione del 10 per cento ottenuta dal Comune, che le principali associazioni ambientaliste italiane, da Legambiente a Italia Nostra, hanno già bollato come «Ecomostro». Su questo argomento il Campidoglio sembra intenzionato a non toccare palla, lasciando invece campo libero alla Regione, l’ente che dovrà dare l’autorizzazione definitiva alla realizzazione dell’opera e che ha già definito «eccessiva di due terzi rispetto al consentito» la superficie che Parnasi vorrebbe edificare accanto all’impianto sportivo. «La Pisana ha la competenza sulle aree commerciali – spiega Panecaldo – starà a loro decidere sulle cubature». PD SPACCATO - Il Pd cittadino si è dato appuntamento oggi pomeriggio per provare a uscire con una linea condivisa su Tor di Valle. Missione complicata. E per due motivi: i vertici romani dei democrat non hanno la minima voglia di aprire un vero dibattito per non creare problemi al sindaco Ignazio Marino (che domani rientrerà a Roma dopo le vacanze negli Usa). Ma esiste anche una corrente di pensiero composta da una flotta di parlamentari, consiglieri regionali e comunali che nei giorni scorsi è uscita dalla segrete stanze per dire cosa non va dell’operazione calcistico immobiliare. Alle 16 in via delle Sette Chiese si confronteranno queste due squadre. Ma, come accade per i match delicati, si giocherà a porte chiuse (la stampa non è ammessa). E, soprattutto, senza un voto finale. Tanto che tra i deputati c’è già chi è critico: «C’è stata concessa una riunione solo in extremis per farci contenti». (02.09.2014)
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Sembra che un sondaggio articolato su tre domande ed effettuato nei giorni scorsi tra i tifosi della Maggggica abbia dato, quasi all'unanimità, un esito sconvolgente quanto scontato : 1. qualora non venisse realizzato il prolungamento della linea B della metro i romettari sono disposti a pagare anche 20 euri (fino a un massimo di 30) per il parcheggio auto nei giorni delle partite 2. ad integrazione del punto 1 e al fine di alleggerire il traffico su strada nei giorni delle partite i romettari si dicono disponibili a raggiungere lo stadio (piene del Tevere permettendo soprattutto nella stagione invernale) con canoe, zattere, canotti e ogni altro mezzo idoneo alla bisogna 3. per quanto riguarda l'affitto da pagare per calcare l'erba del "Pallotta&Parnasi Stadium" i romettari sono disposti a contribuire alla spesa in base alle proprie disponibilità auspicando comunque la reintroduzione (solo per il caso in oggetto) della legge sull'equo canone @@ ps: scherzi a parte, la presa di posizione/comunicato di Legambiente è stata come un sasso nello stagno.
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Comunicato Legambiente Lazio: Nuovo Stadio della Roma Cancellato il prolungamento della Metro B, i tifosi pagheranno 10 euro per il parcheggio auto Oltre un milione di metri cubi di nuove cubature, di cui 920mila per uffici e alberghi che nulla hanno a che fare con lo stadio. Legambiente “Senza il prolungamento della Metro B, annunciato e ora cancellato, dov’è l’interesse pubblico per un intervento che è la più grande variante al PRG mai realizzata a Roma?” Legambiente anticipa le osservazioni che presenterà al progetto dello stadio dopo aver preso visione e analizzato nel merito i materiali depositati presso la Casa della Città. “Tra le promesse fatte alla presentazione del plastico del nuovo Stadio della Roma il 26 Marzo e il vero progetto consegnato il 13 Maggio molte cose sono cambiate intorno a una operazione immobiliare e finanziaria dai contorni non ancora del tutto noti” - ha commentato Edoardo Zanchini vicepresidente nazionale di Legambiente –“ L’associazione ambientalista sottolinea come l’unica certezza rimasta sia proprio lo stadio, mentre intorno sono cambiate due condizioni assai rilevanti. La prima riguarda la dimensione urbanistica del progetto, dove accanto allo stadio e alle sue attrezzature, sono “spuntate” previsioni edificatorie a destinazione uffici per 920mila metri cubi e turistico/alberghiere per 48mila. Da questi conti Legambiente ha volutamente scelto di tenere fuori le previsioni commerciali, per ristoranti e bar, pari a 62mila metri cubi perché sono quelle proprie dello stadio. “Ci troviamo di fronte a 960mila metri cubi di nuove previsioni che nulla hanno a che fare con lo stadio e che rappresentano una operazione immobiliare colossale per una città come Roma” ha dichiarato Edoardo Zanchini. Per dare una idea della dimensione della trasformazione prevista, è come se 9 Hotel Hilton (il grande albergo in cima a Monte Mario) fossero realizzati a Tor di Valle, accanto allo Stadio della Roma e agli interventi commerciali. “Vorremmo capire, soprattutto, come una previsione di questo tipo si possa giustificare in assenza di un potenziamento del trasporto pubblico come quello annunciato alla presentazione del progetto da parte sia dell’amministrazione comunale che del proponente. I tifosi della Roma saranno infatti costretti a prendere l’auto e pagheranno a caro prezzo il parcheggio”. Legambiente mette in evidenza come dalle carte dell’operazione è infatti sparito il prolungamento della Linea B della metro alla stazione Muratella, con l’interscambio con la linea FM3, di cui avevano parlato sia l’assessore Caudo che l’imprenditore Parnasi. L’accessibilità pubblica prevista sarà solo quella possibile con la Linea Roma-Lido alla fermata Tor di Valle, tant’è che si stima che il 75% dell’accessibilità sarà con mezzi privati. I romanisti dovranno pagare, amara sorpresa, 10 euro per parcheggiare l’auto. Oltretutto, lo stesso 25% di trasporto pubblico attraverso la Roma-Lido è assolutamente sovradimensionato visto che si considera un passaggio di 8 treni l’ora, quando attualmente sono in media 4 e la domenica 2. “Il progetto del nuovo stadio della Roma si è trasformato in una operazione immobiliare colossale, con evidenti vantaggi per i costruttori, molto meno chiari per la città e gli stessi tifosi. Al Comune di Roma chiediamo di garantire l’interesse pubblico rispetto a una operazione di questo tipo, che vi potrà essere solo con modifiche al progetto e con il ripristino del prolungamento della Metro B, e attraverso una variante al Piano regolatore che stralci previsioni di pari dimensione per evitare una ulteriore cementificazione del territorio di Roma” ha concluso Zanchini. Legambiente sta elaborando le osservazioni al progetto dello Stadio che presenterà al Comune entro il mese di Luglio e che approfondiranno anche gli aspetti idrogeologici, tema delicatissimo per un intervento realizzato accanto al Fiume Tevere “In un momento storico in cui le bombe d’acqua dovute ai cambiamenti climatici sono all’ordine del giorno, costruire a pochi passi da fiumi e torrenti è quanto mai pericoloso – dichiara Roberto Scacchi direttore di Legambiente Lazio -, e a Roma si sta progettando la costruzione di quasi un milione di nuovi metri cubi di cemento, oltre che dello stadio, a pochi passi dal Tevere e in questo caso anche del Rio Vallerano, uno dei maggiori torrenti del reticolo del reticolo fluviale secondario della capitale, che, già oggi, implica intorno al suo corso 481,3 ettari di territorio a rischio idrogeologico con ben 11.700 abitanti lì residenti (dati ABTevere).” Tutte questioni che in ogni caso, anche se l’iter seguito è quello della Legge sugli stadi che permette di velocizzare i tempi di approvazione del progetto, dovranno essere affrontati nella Conferenza di Servizi nella quale saranno coinvolti Regione Lazio e Autorità di Bacino. (http://us7.campaign-archive2.com/?u=f5667aa6a656ce93ef6b10ea0&id=cfaad4a035)
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Stadio della Roma, trappola di cemento. Ira ambientalista: “Progetto trasformato” (COMUNICATO LEGAMBIENTE)Ma quale Stadio, è una operazione immobiliare e finanziaria. Legambiente non usa mezze parole per denunciare quello che agli ambientalisti appare come una rivoluzione della dimensione del progetto dove accanto alla nuova casa della Roma e alle sue attrezzature, sono spuntati nuovi edifici per uffici per 920mila metri cubi e hotel per 48mila. Ci troviamo di fronte a 960mila metri cubi di nuove previsioni che nulla hanno a che fare con lo stadio e che rappresentano una operazione immobiliare colossale per una città come Roma – ha dichiarato Edoardo Zanchini, vicepresidente Nazionale dell’associazione ambientalista che anticipa in una nota “le osservazioni che presenterà al progetto dello stadio dopo aver preso visione e analizzato nel merito i materiali depositati presso la Casa della Città“. “Tra le promesse fatte alla presentazione del plastico del nuovo Stadio della Roma il 26 Marzo e il vero progetto consegnato il 13 Maggio molte cose sono cambiate intorno a una operazione immobiliare e finanziaria dai contorni non ancora del tutto noti – continua Zanchini – l’unica certezza rimasta è proprio lo stadio, mentre intorno sono cambiate due condizioni assai rilevanti. Per dare una idea della dimensione della trasformazione prevista, è come se 9 Hotel Hilton, il grande albergo in cima a Monte Mario, fossero realizzati a Tor di Valle, accanto allo Stadio della Roma e agli interventi commerciali.” Sotto accusa anche il piano di trasporto pubblico: secondo Legambiente i tifosi della Roma saranno costretti a prendere l’auto e pagheranno a caro prezzo il parcheggio. Sono infatti spariti i progetti del prolungamento della Linea B della metro alla stazione Muratella, con l’interscambio con la linea FM3, e la fermata Tor di Valle della linea Roma-Lido sarà l’unica via d’accesso. Le migliaia di tifosi che prenderanno la macchina dovranno pagare 10 euro per parcheggiare. Infine dito puntato sugli aspetti idrogeologici di un intervento realizzato accanto al fiume Tevere e a pochi passi dal Rio Vallerano, uno dei maggiori torrenti del reticolo del reticolo fluviale. “Al Comune di Roma chiediamo di garantire l’interesse pubblico rispetto a una operazione di questo tipo, che vi potrà essere solo con modifiche al progetto e con il ripristino del prolungamento della Metro B, e attraverso una variante al Piano regolatore che stralci previsioni di pari dimensione per evitare una ulteriore cementificazione del territorio di Roma”, ha concluso Zanchini. (affaritaliani.it, 10.07.2014) E' fatta. ormai siamo ai dettagli...........
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Stadio della Roma, Unicredit si trasferisce a Tor di Valle E’ in corso la dismissione da parte di Unicredit della storica sede dell’Eur operazione da realizzare entro i prossimi due anni. La domanda sorge spontanea: cosa c’entra la Roma? E’ la seconda parte della notizia che chiama in causa la Roma. Unicredit intende trasferire la sua sede principale in una delle due torri che sorgeranno accanto al nuovo stadio della Roma. Questo vuol dire che Unicredit è abbastanza sicura che in un ragionevole lasso di tempo lo stadio della Roma sarà costruito a Tor di Valle e con la struttura sportiva anche tutto il resto del piano urbanistico verrà realizzato. Sotto questo profilo arrivano conferme da parte del Comune che entro il 28 agosto, termine ultimo, darà il suo primo ok, il primo via libera alla costruzione dell’impianto avveniristico progettato da Dan Meis e presentato in Campidoglio lo scorso marzo. «In realtà – ha precisato l’assessore Caudo – contiamo di riunire la conferenza dei servizi preliminare entro la fine di luglio ». Ci vorranno poi altri 150 giorni e la variante al piano regolatore per l’ok definitivo. Se i tempi saranno rispettati, la prima pietra potrà essere posata nella primavera del 2015 e, considerando i tempi di realizzazione che si aggirano intorno ai due anni, la Roma potrebbe giocare nel nuovo stadio dall’inizio della stagione 2017-18. (corsport, 06.07.2014 ) Fioccano conferme. Ogni giorno ce n'è una. Ormai è fatta. ps1: male che vada Unicredit si accamperà sulle rive del Tevere in attesa di tempi migliori ps2: buffoni....ma come si fa a scrivere certe s********e?
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Anche recentissimamente sono rimasti fuori dalle edicole per un paio di settimane causa stipendi non pagati e problematiche connesse. Credo si tratti di una delle esperienze editoriali più fallimentari di tutti i tempi. Poi, in un modo o nell'altro c'è sempre qualcuno/qualcosa che riesce a tenerli in vita artificialmente in una sorta di accanimento terapeutico. Ci vorrebbe qualcuno in grado di capire che la cosa più sensata da fare sarebbe, non solo dal punto di vista economico, quella di chiudere una volta per tutte quel covo di esaltati/dispensatori di odio calcistico.
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Più o meno Oltre ai 270 milioni necessari per la realizzazione delle infrastrutture lo studio di fattibilità prevede una spesa di circa 340 milioni di euro per la costruzione di opere private di cui 254 per lo stadio, 7 per la "nuova Trigoria" e 75 per gli spazi commerciali per un totale di poco superiore ai 600 milioni di euro (siamo comunque lontani dal miliardo sbandierato ai quattro venti dal sindaco megalomane). Il problema grosso è che ad oggi non c'è traccia di investitori certi/credibili nonostante nello studio di fattibilità si affermi che il fallimento della Sais, società che ha venduto l’area alla Eurnova di Luca Parnasi, non inciderà sulla realizzazione.
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Quell’allegato che non c’è sugli accordi Roma-Pallotta Chiamarlo stadio di proprietà non è sbagliato, anche se al momento la proprietà in questione è riconducibile a James Pallotta, non alla Roma. C’è un passaggio, nel prospetto informativo pubblicato la scorsa settimana, che sul tema è illuminante. «Lo “Stadio della Roma” sarà totalmente finanziato e gestito da soggetti privati e (…) sarà autonomo ed indipendente rispetto alla Società. La realizzazione del progetto non vedrà il coinvolgimento economico finanziario da parte della Società. Le modalità attraverso le quali la Società potrà usufruire delle strutture dello stadio saranno oggetto di specifici accordi che saranno sottoscritti con la società proprietaria dell’impianto». Accordi contenuti nell’allegato "E" presentato al Comune, il più interessante, eppure l’unico mancante nella documentazione messa a disposizione dei cittadini. I termini degli accordi tra Pallotta e la Roma restano allora misteriosi: la società pagherà o no un affitto? «A noi non interessa, l’importante è che ci sia un accordo tra il proprietario e l’utilizzatore. E questo c’è», spiega l’assessore Caudo. A termini di legge, la Roma è comunque in regola e può ricorrere alla legge sugli stadi, per la quale – articolo 1 comma 304 – è sufficiente un accordo preventivo tra il soggetto proponente e la società sportiva utilizzatrice. Peraltro la Roma lascia una porta aperta: «Ove As Roma dovesse diventare proprietaria», si legge più avanti nel prospetto. Di sicuro ne esce un club sempre più legato a doppio filo a Pallotta. Che dei 287 milioni di opere pubbliche previste — si legge dal progetto — coprirà fino a un massimo di 50 GASPORT (D. STOPPINI) – 5 luglio 2014 ----------------------- La vicenda si tinge di giallo e da oggi comincia una spietata caccia all'allegato "E" Scherzi a parte, ormai è ufficiale: Zelig a questi gli fa un segone megagalattico e se non ci fosse di che preoccuparsi ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate......
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(04.07.2014 10:59) Questa mattina, il Sindaco Ignazio Marino insieme al vice-sindaco e assessore al patrimonio Luigi Nieri e all’assessore per la Trasformazione Urbana Giovanni Caudo, alzano il sipario su “La casa della città”, un luogo d’incontro tra il Comune di Roma e i cittadini della capitale che potranno avvicinarsi così alle iniziative varate dal Campidoglio. E per l’apertura, è prevista l’esposizione al pubblico anche del progetto per il nuovo stadio della Roma. 10.35 - Arriva il Sindaco Marino che inaugura “La casa della città”. Presente anche Luca Parnasi. 10.45 - L’assessore Caudo illustra le foto del progetto al Sindaco Marino. 11.00 - Si concede ai cronisti presenti Luca Parnasi: “Non devo dire io se si farà lo stadio, ce la stiamo mettendo tutta per il bene della Roma e per il bene dei tifosi”. Sarà di proprietà della Roma? “Sono temi che riguardano la Roma”. Può rassicurare sul fallimento della Sais? “Siamo legittimamente proprietari, non ci saranno problemi” 11.25 – Parla l’assessore Caudo: “Noi dobbiamo consegnare l’esame del progetto entro il 27 di agosto, ma stiamo gia’ facendo la richiesta per la conferenza dei servizi che pensiamo di fare entro fine luglio”. 11.30 – Qeuste le parole del Sindaco Marino: “Per quanto riguarda lo stadio della Roma il nostro impegno e’ completare un esame rigoroso in meno dei 90 giorni previsti dalla legge. Noi immaginiamo di completare la parte istruttoria in meno di 70 giorni, certamente senza nessuna scorciatoia rispetto a quello che e’ l’interesse pubblico. Quindi un tempo del 25% inferiore a quello che la legge ci concede. Roma e’ una citta’ metropolitana che deve andare piu’ veloce delle altre citta’ europee”. 12.59 - “Da oggi, 4 luglio, nella Casa della Citta’ Largo Giovanni da Verrazzano 7 sara’ possibile per tutti i cittadini prendere visione del progetto del nuovo stadio della Roma. Come preannunciato nella conferenza stampa di presentazione del progetto, il masterplan dello stadio e’ ora a disposizione di tutta la citta’. La Casa della Citta’ e’ un luogo dedicato ai grandi progetti di trasformazione urbana promossi dall’amministrazione capitolina o da operatori privati, come nel caso dello nuovo stadio della Roma. La legge sugli stadi prevede che entro 90 giorni il Comune si esprima sulla fattibilita’ del progetto. Nel corso di questo periodo, i cittadini potranno avere accesso a tutte le informazioni tecniche che i promotori del progetto hanno presentato a Roma Capitale”. Lo scrive, in una nota, Giovanni Caudo, assessore alla Trasformazione Urbana di Roma Capitale. (laroma24.it) ------------------------------ "Roma è una città metropolitana che deve andare più veloce delle altre città europee".......... "Sono temi che riguardano la Roma"...... :haha: :haha:
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(04.07.2014 15:17) La proprieta’ del nuovo stadio della Roma si impegna a spendere massimo 50 milioni di euro, dei 270 stimati, per le opere di urbanizzazione attorno all’impianto. E’ quanto si legge nello studio di fattibilita’ reso pubblico oggi, nel quale a proposito dei restanti 220 milioni si sottolinea che, per il raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario complessivo, e’ necessaria una “compensazione” con la realizzazione di un’area a destinazione commerciale. Nello studio di fattibilita’ la stima sommaria dei costi complessivi delle urbanizzazioni funzionali alla costruzione del nuovo stadio della Roma e’ pari a circa 270 milioni di euro. Ben 93 milioni sono associati alle opere stradali, quasi 60 per i parcheggi, mentre le “connessioni esterne” dovrebbero costare complessivamente 64,5 milioni (di cui quasi 40 per il nuovo ponte sul Tevere che dovra’ collegare l’autostrada Roma-Fiumicino e via Ostiense). “Il contributo massimo che l’operatore privato dello stadio puo’ sostenere per la realizzazione delle opere sopra descritte e’ pari a 50 milioni di euro” e’ pero’ specificato nel documento. Al fine di riequilibrare l’investimento da un punto di vista economico e’ quindi “necessario trovare una copertura finanziaria per la quota parte mancante, pari a 220 milioni di euro”. Oltre allo stadio, alle relative opere di urbanizzazione, alle strutture per l’allenamento e spazi commerciali, e’ cosi’ prevista “a titolo di compensazione” la realizzazione di un’area a destinazione direzionale e commerciale (‘Business Park’), che non prevede nuovi complessi di edilizia residenziale ma comunque due alberghi. (ansa) Siamo già a tre grattacieli e due alberghi. Venghino signori, venghino........
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Agli "americani", ai loro manovratori e ai futuri, indispensabili, investitori del futuro di ASRoma non glie ne può fregare di meno. A loro interessa solo il business legato alla costruzione del nuovo stadio e investiranno nella Roma, se lo faranno, solo dopo essere rientrati (ripeto che nel caso di Unicredit si tratta di centinaia di milioni di euro) delle rispettive esposizioni. Ci sarà da ridere al primo intoppo di natura economico/burocratica, che non tarderà ad arrivare.