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andrea

Tifoso Juventus
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Risposte inseriti da andrea


  1. Adrien debutta all’Europeo Rischio supplementari per il rinnovo con i bianconeri
    La Juve attende la risposta del francese, ma intanto valuta i piani B: da Fofana a Thuram Jr


    di Filippo Cornacchia TORINO AFP · 17 giu 2024

     

    Un conto alla rovescia finisce e un altro comincia. Stasera Adrien Rabiot debutta a Euro2024 con la Francia e per il rinnovo con la Juventus si profila il rischio dei supplementari. Il centrocampista bianconero avrebbe voluto risolvere la questione futuro prima dell’inizio del ritiro con la nazionale di Didier Deschamps o comunque in anticipo rispetto all’esordio di oggi contro l’Austria. Salvo colpi di scena nelle prossime ore, invece bisognerà aspettare ancora. Alla Continassa si sono armati di pazienza e, almeno per il momento, non sembra tirare aria di ultimatum immediato. Il d.t. Cristiano Giuntoli non perde la fiducia e il nuovo tecnico Thiago Motta, compagno di Rabiot ai tempi del Psg, inizierebbe volentieri l’avventura a Torino con Adrien nel motore. Può succedere ancora di tutto, compreso l’addio. Ma la sensazione è che a questo punto la decisione di Rabiot potrebbe slittare anche a fine mese – e ad Europeo terminato – quando il contratto con la Juventus si sarà esaurito completamente (scadenza 30 giugno). Più o meno come è successo un anno fa, con il rinnovo last minute per dodici mesi. L’insidia dei ricchi club inglesi resta, ma la proposta avanzata dai bianconeri alla signora Veronique, la madre-rappresentante di Rabiot, è di tutto rispetto: due anni da 7,5 milioni più bonus con opzione per il 2027.
    I piani B e Koop In attesa del “dentro o fuori” del francese, tutt’altro che un dettaglio tanto a livello tecnico quanto economico, la Juventus continua a lavorare alla ristrutturazione della mediana. Il traguardo per Douglas Luiz dell’Aston Villa (di cui parliamo a fianco) è sempre più vicino, ma il brasiliano non è alternativo all’ex Paris Saint Germain. Se Rabiot dovesse decidere di cambiare aria e provare una esperienza lontano da Torino, la Juventus dovrà ingaggiare un sostituto. I radar sono puntati principalmente sulla Ligue1: da Yossouf Fofana del Monaco a Khephren Thuram del Nizza, figlio dell’ex difensore bianconero Lilian e fratello minore dell’interista Marcus. Tanto Fofana quanto Thuram Jr hanno il contratto in scadenza nel 2025, ma pure un discreto numero di squadre interessate. Resta un discorso a parte, invece, Teun Koopmeiners. Il tuttocampista olandese dell’Atalanta, assente all’Europeo per infortunio, è sempre il primo desiderio di Giuntoli e Thiago Motta. La Juventus aspetta di realizzare qualche cessione - da Soulé a Huijsen - per formulare una offerta importante e tentare i nerazzurri.


     


  2. JUVE, DOPPIO COLPO CON DOUGLAS LUIZ PUÒ ARRIVARE LA FIDANZATA ALISHA



    Di Fabiana Della Valle TORINO · 17 giu 2024

     

    La trattativa Avanti tutta con gli inglesi: in Premier League andranno Iling jr e McKennie
    Non sarà proprio un due al prezzo di uno, come la vecchia pubblicità di un famoso detersivo, ma il potenziale acquisto di Douglas Luiz, centrocampista brasiliano dell’Aston Villa ormai vicinissimo a vestire il bianconero, apre scenari interessanti anche per la squadra femminile. Insieme al play gradito da Thiago Motta infatti potrebbe sbarcare a Torino la sua fidanzata Alisha Lehmann e non solo per non correre il rischio che il giocatore s’ammali di saudade, ma per qualcosa di molto più concreto. Alisha infatti non solo ha la stessa passione del compagno, il calcio, ma è una professionista come lui. Svizzera, 25 anni e di ruolo attaccante, lady Luiz può diventare un rinforzo prezioso per le J Women e anche un enorme potenziale da sfruttare sui social, visto il suo ampio seguito virtuale. Lehmann è una forza della natura in tutti i sensi: trascinante in campo, dove milita attualmente nell’Aston Villa, e strabordante su Instagram e TikTok, con cifre che sfiorano i 30 milioni di follower. Tanto per rendere l’idea, in Svizzera non c’è nessuno che possa vantare la sua platea neanche il tennista Roger Federer, stella da 12,5 milioni di seguaci: Alisha su Instagram ne ha 4 milioni in più. Anche per questo alla Continassa si sta studiando il colpaccio.


    Nuova esperienza Tutto è nato in sede di trattativa per Douglas Luiz: gli intermediari del brasiliano hanno proposto alla Juventus di fare il bis, aggiungendo al giocatore la sua fidanzata. I due stanno insieme da diversi anni e dopo un periodo di separazione sono tornati a fare coppia fissa. Lei è all’Aston Villa dal 202122, dove lui giocava già ed è lì che si sono conosciuti e innamorati. Ad Alisha non dispiacerebbe seguirlo a Torino, anche per fare una nuova esperienza in una società con una storia recente ma di grande blasone e che è in una fase di grande rinnovamento. La Juventus negli anni ha avuto giocatrici di peso internazionale, come Lianne Sanderson e Linda Sembrant fino a Lina Hurtig e Sara Gunnarsdottir ed è alla ricerca di un profilo tecnicamente valido che possa anche diventare mediaticamente trainante. Le bianconere hanno perso Julia Grosso, centrocampista canadese che dopo un triennio bianconero ha deciso di non rinnovare in contratto, in più il reparto offensivo necessita di un ricambio generazionale, visto che Girelli e Bonansea sono over 30. Perciò la Juventus ha aperto ha questa possibilità, anche alla luce del progetto intrapreso da qualche mese come partner di TikTok per raccontare la crescita del calcio femminile.


    Accordo vicino Intanto la trattativa procede con l’obiettivo di trovare l’accordo globale prima del 30 giugno, data entro la quale l’Aston Villa dovrà completare alcune cessioni per rientrare nei parametri del fair play finanziario. L’operazione è complessa e coinvolge tre giocatori: Douglas Luiz alla Juventus e Weston McKennie e Samuel Iling Junior, entrambi in scadenza nel 2025, in Premier, con un conguaglio a favore degli inglesi intorno ai 18-20 milioni. Oltre che su quello si sta discutendo anche dell’ingaggio del brasiliano: il suo procuratore Kia Joorabchian (che è anche quello di Joshua Zirkzee) ha fatto una richiesta di 7,5 milioni di euro, la Juventus non vorrebbe andare oltre i 5 (più bonus). Quanto ai due juventini, c’è già stato l’ok al trasferimento in Inghilterra ma si stanno limando gli ultimi dettagli. In particolare l’agente di McKennie sta lavorando sull’accordo economico per l’ingaggio. Perciò la prossima settimana potrebbe essere quella decisiva per la fumata bianca. E se con Douglas Luiz sbarcherà a Torino pure la fidanzata, saranno felici i tifosi ma anche le Women, che potranno contare su un’arma in più.


     


  3. Azzurri, che carattere Scamacca si sblocchi E servirà più pressing
    La partenza è stata orribile, ma la reazione buona. La difesa deve essere attenta nelle marcature a scalare, poi occorreranno anche più movimento e rapidità


    di Arrigo Sacchi  LAPRESSE · 16 giu 2024

     


    Partiamo da una considerazione che può sembrare banale, ma è la base di ogni ragionamento: non si poteva pretendere di più dall’Italia, visto il poco tempo a disposizione per prepararsi in vista di questo Europeo. Era la prima partita, prendiamo il risultato, che è buono, e cerchiamo di analizzare gli errori commessi con l’umiltà necessaria. La partenza è stata orribile, con quella rimessa laterale sbagliata da Dimarco e il conseguente gol dell’Albania, però dopo siamo riusciti non solo a restare in piedi, ma anche a costruire azioni su azioni e a ribaltare il punteggio. Questo è un segnale chiaro: la reazione c’è stata, vuol dire che il gruppo ha valori morali sui quali si devono poggiare le fondamenta del progetto. Non è mica semplice andare sotto dopo pochi secondi e non abbattersi. Questo aspetto caratteriale va sottolineato, perché alla lunga la questione psicologica risulta determinante in un torneo lungo come questo Europeo.


    Velocità obbligatoria Molto belli gli uno-due grazie al quale siamo riusciti prima a pareggiare e poi a passare in vantaggio, ma qui vorrei analizzare alcuni aspetti che mi sono sembrati evidenti nel primo tempo. L’Italia deve giocare a una velocità maggiore: passaggi più rapidi, rasoterra, e soprattutto che quelli che devono ricevere il pallone non si facciano trovare fermi. Altrimenti diventa più facile per gli avversari bloccare le nostre iniziative. Marcare uno che è statico è più semplice che fermare uno in costante movimento, non vi pare? Dai difensori mi aspetto una maggiore attenzione, in particolare nelle situazioni di marcatura a scalare. Non siamo sempre stati precisi. Sono sincero: la retroguardia, in generale, sia nel primo sia nel secondo tempo, non mi ha dato l’impressione di essere perfetta, ma può darsi che mi sbagli. E, sia ben chiaro, sarei felicissimo di essere in errore...


    Aggredire sempre L’aspetto che va particolarmente curato è quello del pressing. Non ne facciamo, quando il pallone ce l’hanno gli avversari noi rinculiamo. No, si deve invece fare un passo in avanti, aggredire, azzannare l’avversario. Una squadra come l’Albania non bisogna farla giocare. Ecco dove Spalletti, che conosce bene l’importanza del pressing nel calcio moderno, lavorerà nei prossimi giorni. Ma tutto il gruppo deve muoversi in sincronia, ci si difende e si attacca in undici. Se non pressiamo contro la Spagna, nella prossima partita, quelli il pallone non ce lo fanno neanche vedere...


    Più movimento e rapidità Nel primo tempo siamo riusciti a creare qualche altra buona occasione, oltre ai due gol, tuttavia è necessario che ci sia più movimento. Mi spiego: Scamacca, nella posizione del classico centravanti, deve dettare i tempi, una volta deve venire incontro e una volta deve attaccare lo spazio. L’ho visto troppo bloccato, poco in sintonia con i compagni. Credo che abbia bisogno di conoscere ancora di più i compagni, che debba integrarsi al meglio nella squadra. Spalletti lo aiuterà in questo percorso. Così come aiuterà i centrocampisti a tenere un ritmo di manovra più elevato. Troppo spesso siamo andati lentamente nella metà campo avversaria e, quando si fa così, finisce che ci si smarca poco e male. Jorginho deve alzare il livello e deve imporre una rapidità di passaggio più alta.


    Dettagli da sistemare Comunque, lo ripeto, il risultato va benissimo e vincere la prima partita di un torneo è una fondamentale iniezione di fiducia. Adesso si tratta di lavorare sui dettagli, di migliorare un po’ la condizione fisica, di far girare al meglio le gambe e, piano piano, grazie ai costanti insegnamenti di Spalletti, vedrete che l’Italia crescerà. Barella mi è piaciuto tantissimo, non scendeva in campo da parecchi giorni a causa di un infortunio, eppure nessuno se n’è accorto. A parte il gol, stupendo, è stato sempre presente in fase di costruzione e di ripiegamento. E poi voglio fare un applauso a Dimarco: ha commesso un errore gravissimo, questo è vero, ma poi ha reagito, non è stato lì a piangersi addosso e ha aiutato la squadra nella rimonta. Dimarco ha qualità tecniche e fisiche importanti, e ora abbiamo visto che ha pure grandi doti caratteriali. È su questa certezza che dobbiamo basarci per dare forza alle nostre speranze.


     


  4. Il 14/06/2024 alle 18:39 , gianluca88 ha scritto:

    Il Granata Aldo Grasso coglie l'occasione del documentario su Lippi andato in onda ieri notte su Rai 2, per rosicare sullo scudetto del '72 .asd

     

    "Parlo da tifoso: ma Lippi, a 76 anni, avendo vinto tutto quello che c’era da vincere, osannato da tutti, potrebbe da gran signore dare una soddisfazione ad Aldo Agroppi e dire la verità su quel gol del marzo 1972 nell’incontro Sampdoria-Torino? Come chiede il suo conterraneo: «Oggi come oggi, vorrei solo che Lippi dicesse che quel mio colpo di testa, con cui avremmo pareggiato contro la Sampdoria e, di conseguenza vinto lo scudetto del 1971/72, lo ha respinto, solo dopo che aver varcato la linea bianca».

    Dopo tanti anni, persino l’arbitro Enzo Barbaresco da Cormons ha ammesso d’aver sbagliato. Coraggio Lippi, faccia il gran gesto!"

     

    https://www.corriere.it/spettacoli/24_giugno_14/la-santificazione-di-marcello-lippi-sconfina-nella-scontatezza-29fd0135-b40b-49b0-a844-b79f614fdxlk.shtml?refresh_ce

    Con un punto in più al Toro sarebbe stato spareggio 


  5. Juve, altro vertice per blindare Kenan col rinnovo al 2029
    Summit con il nuovo entourage del turco per anticipare l’effetto Euro


    di Filippo Cornacchia TORINO · 16 giu 2024

     


    La Juventus prova ad anticipare il possibile effetto Europeo per Kenan Yildiz. Così nei giorni scorsi i dirigenti bianconeri hanno ricevuto alla Continassa il nuovo entourage della stellina turca. Un incontro per riprendere i discorsi sul rinnovo, interrotti in primavera a causa della separazione dell’ex Bayern dalla sua precedente scuderia. Appuntamento non casuale. Thiago Motta, cresciuto alla scuola Barcellona e abituato a non guardare alla carta d’identità, punta forte sul 19enne attaccante esploso nell’ultima stagione con Massimiliano Allegri. Yildiz è uno dei pochi intoccabili del nuovo corso e il d.t. Cristiano Giuntoli, che ha seguito da vicino il decollo del turco, vuole evitare sul nascere qualsiasi cattiva sorpresa legata a Euro 2024. Tutti motivi che hanno spinto la Juventus a riaprire le trattative subito e non al rientro di Kenan dalla Germania. Se le giocate e i 4 gol segnati da Yildiz con la Juventus hanno già attirato le attenzioni di diversi top club – Borussia Dortmund e Liverpool su tutti – qualche nuova magia con la Turchia del c.t. Vincenzo Montella potrebbe aumentare i rischi. Alla Continassa vogliono evitarli sul nascere e stringere i tempi, adeguando il contratto del classe 2005 allo status raggiunto sul campo. Non più soltanto un giovane aggregato dalla Next Gen, ma un attaccante sempre più protagonista con la a prima squadra.


    2029... maglia 10 Yildiz è sbarcato a Torino nell’estate 2022 a parametro zero e lo scorso agosto ha rinnovato il contratto: sca-denza 2027 (con opzione fino all 2028) e stipendio intorno ai 250-300 mila euro più bonus. La Juventus punta ad aggiungere un anno (cioè fino al 2029) e soprattutto a ritoccare il salario. Un po’ per adeguarlo al nuovo ruolo di Kenan in squadra e un po’ ribadirgli la centralità nel nuovo corso bianconero. Le contrattazioni, dopo il cambio dell’agenzia dei mesi scorsi, sono appena ricominciate. Può succedere di tutto, nel calcio. Ma la sensazione è che la Juventus intenda blindare Yildiz e che Kenan voglia legarsi ancora di più ai bianconeri, dove sta bene e sogna di emulare l’idolo Alessandro Del Piero. Nei piani della Signora, il turco in futuro potrebbe ereditare la maglia numero 10 di Ale, attualmente assegnata a Paul Pogba (squalificato per doping). Yildiz, come ha detto anche pubblicamente, non chiederà mai la 10 alla società, ma ovviamente non si tirerebbe indietro se fosse il club a volerlo investire di questa responsabilità. Scenari futuri. Adesso la priorità della Juve è la blindatura del gioiellino, anche per scoraggiare le big europee che nei mesi scorsi hanno assaporato l’idea di tenta-tentare i bianconeri con proposte vicine ai 40 milioni più bonus.
     


     


  6. Vietato ai minori

     

    Di Massimo Gramellini · 15 giu 2024



    Da ragazzini, l’esordio della nazionale agli Europei o ai Mondiali era un giorno indimenticabile. Infatti, me lo ricordo ancora. Già al mattino cominciavano i negoziati per strappare a papà il permesso di vedere la partita, specie se si giocava in notturna e la scuola non era ancora finita. Al pomeriggio ci si vedeva in cortile con gli amici per giocare la sfida in anticipo, qualcuno a torso nudo perché le magliette servivano come pali. E a cena si mangiava con lo stomaco chiuso e i pensieri già proiettati sulla telecronaca di Nando Martellini. Ieri mi trovavo in una scuola e ho chiesto a un gruppo di dodicenni se fossero in tensione per la partita di stasera. Mi hanno risposto: «Quale partita?». Ignoravano chi fosse Scamacca, mentre sapevano tutto di Sinner e qualcosa di Tamberi.
    Nessuno ha mai giocato a pallone in un cortile e quasi nessuno ha messo piede in uno stadio o visto una partita intera alla tv. Quel poco di calcio che masticano lo hanno appreso dagli highlights. Uno di loro pensava seriamente che Mbappé fosse solo il protagonista di un videogame.
    Appassionarsi a uno sport senza avere mai desiderato praticarlo è un esercizio puramente intellettuale. Per identificarti in qualcosa devi poterti almeno illudere di farne parte. Di questo passo il calcio diventerà un passatempo per anziani, come le bocce. Poi magari stasera vinciamo con un gol di Scamacca e le piazze si riempiono di dodicenni in festa. Ma sarà comunque un fuoco fatuo, se non tornano a riempirsi i cortili.


     


  7. Motta blinda Bremer e rivaluta Djalò E la Juve non molla Di Lorenzo- Calafiori Boom abbonamenti In un giorno passata la quota del 2023-24
    La rivoluzione bianconera partirà da dietro: in porta Di Gregorio e passaggio dalla retroguardia a tre di Allegri a quella a quattro di Thiago


    di Filippo Cornacchia e Marco Guidi · 14 giu 2024

     

    La nuova Juventus parte da dietro. Thiago Motta è pronto a cambiare un po’ tutto: assetto, attitudine difensiva e anche qualche giocatore. La rivoluzione non si fermerà al cambio del portiere: via Szczesny (continua la trattativa con l’Al Nassr di Ronaldo) e dentro Michele Di Gregorio, apprezzato anche per l’abilità con i piedi. Il numero uno del Monza, eletto miglior portiere dell’ultima Serie A, sarà soltanto la prima delle novità. Il d.t. Cristiano Giuntoli, tessera dopo tessera, punta a completare il puzzle difensivo studiato con Motta. Provarci non significa sempre riuscirci nel mercato. Ma giugno è ancora tempo di piani A. Così alla Continassa non mollano due giocatori (Calafiori e Di Lorenzo) considerati chiave per passare dalla difesa a tre allegriana a quella a quattro “fluida” del tecnico italo-brasiliano, che ha portato il Bologna in Champions rubando gli occhi per il gioco, ma facendo molti punti anche grazie a una notevole solidità difensiva (i rossoblù hanno chiuso con la terza miglior difesa).


    Intoccabili

    Thiago Motta ripartirà da Gleison Bremer, considerato intoccabile. Il brasiliano, nonostante le avances dei club inglesi, è ritenuto la colonna e il leader attorno al quale costruire il nuovo muro. Motta ripartirà da lui e da Danilo, capitano della Juventus e adesso anche della nazionale verdeoro. L’altra certezza è rappresentata dal jolly Andrea Cambiaso, già allenato da Thiago ai tempi del Bologna. Verso la conferma an Dopo il primo giorno di vendita libera la Juve ha già superato la quota di abbonati del 2023-24. Il 90% ha rinnovato (nel 2023 furono il 70%). E di questi, il 41% ha scelto la formula Star, che prevede oltre alle 19 gare di Serie A anche le 4 del girone di Champions e la prima di Coppa Italia. che Federico Gatti, apprezzato per lo spirito e la duttilità (potrebbe essere reinventato anche da terzino), mentre Daniele Rugani è fresco di rinnovo di contratto. E se Alex Sandro ha già salutato a parametro zero, anche Mattia De Sciglio potrebbe cambiare aria per giocare con maggiore continuità dopo il brutto infortunio ai legamenti. A rischio pure la conferma di Weah.


    Rivalutato

    Attenzione, invece, a Tiago Djaló, primo colpo dell’era Giuntoli. Il portoghese, ingaggiato a gennaio dal Lilla per 3,5 milioni più bonus, ha debuttato in bianconero soltanto l’ultima giornata di campionato, contro il Monza e con Paolo Montero in panchina. In precedenza, zero minuti con Allegri, che non lo riteneva pronto dopo i problemi fisici al ginocchio della passata stagione. Tanto che negli ambienti bianconeri si era diffusa la convinzione di prestare l’ex Lilla già a inizio mercato. Idea già rientrata. Thiago Motta vuole vedere e verificare il portoghese in ritiro: la partenza dell’ex Milan è tutt’altro che scontata. All’allenatore italo-brasiliano piacciono le qualità di Djaló ed è intrigato dalla possibilità di impiegarlo tanto al centro quanto in fascia.


    I pallini

    Esattamente come Giovanni Di Lorenzo (Napoli) e Riccardo Calafiori (Bologna). I due azzurri, in questi giorni impegnati con la Nazionale all’Europeo, stanno vivendo una situazione simile: vorrebbero raggiungere la Signora, ma i loro club non intendono nemmeno trattare con i bianconeri. Se nei giorni scorsi Antonio Conte ha ribadito all’entourage di Di Lorenzo che punta sul ragazzo e non vuole lasciarlo andare a Torino, ieri l’a.d. del Bologna Claudio Fenucci ha inviato un messaggio identico alla Juve: «Abbiamo detto all’agente di Calafiori che Riccardo non si muove». Ma alla Continassa, dove in questo momento si pensa ad arrivare al traguardo per Douglas Luiz (ai dettagli) e ad avanzare per Greenwood (si tratta con il Manchester United), non si sono ancora arresi e puntano sul fattore tempo per regalare a Thiago Motta almeno uno dei due difensori. Tra i piani B, c’è sempre Kiwior (Arsenal), allievo di Thiago Motta ai tempi dello Spezia.


     


  8. Regoliamoci
    SPALLETTI DURO IN RITIRO STOP ALLE DISTRAZIONI
    di Fabio Licari INVIATO A ISERLOHN (GERMANIA) · 13 giu 2024

     

    Buffon guida alla Vialli, attenzione a cibo e bevande Atteggiamenti poco seri e ritardi? TTolleranza zero Uno scudetto con il Napoli Luciano Spalletti, 65 anni, commissario com tecnico dell’Italia, è al suo primo Europeo. Con il Napoli ha vinto v lo scudetto nel 2022-23


    «Niente teste di c****» disse Spalletti il 9 ottobre a Coverciano, e non era una volgarità gratuita ma la citazione dal celebre libro di James Kerr dedicato all’etica del lavoro degli All Blacks. Il c.t. voleva azzurri concentrati al massimo, rispettosi delle regole, lontani da derive poco professionali che inevitabilmente condizionano il rendimento (almeno se non sei Maradona). Sono trascorsi otto mesi. Spalletti aveva promesso di regalare a tutti una copia del saggio. Che l’abbia fatto o meno, i 26 di Iserlohn sanno benissimo che non sono ammesse deroghe, da Firenze alla Germania. Non si vive di sola tattica.
    Serietà, prego Squadra concentrata significa che nessuno può isolarsi nel suo mondo virtuale, si tratti di social o semplicemente di musica. Per cui: niente gente che cammina con le cuffiette, «con lo sguardo da ebete», precisò il c.t. per rendere meglio l’idea. Il messaggio non era casuale: pur essendo lontani i tempi degli “alternativi”, qualche “birichinata” scappava ancora, indiziati in particolare Zaniolo e Kean, che le avevano fatte girare anche a Mancini. Dunque, seconda regola: niente gente che ride e scherza sguaiatamente. L’impressione sarebbe di una superficialità che il ruolo e la maglia azzurra non permettono. Il che non significa musoni e facce tristi, sennò è finita, «ma lavorare divertendosi». Lavorare però. Concentrazione massima. In allenamento non vola una risata.


    Play? No, ping pong Sembra un’ovvietà, ma c’è anche la puntualità. La squadra è la squadra, non un mucchio di singoli. Alle 12 tutti assieme alla riunione tecnica, alle 12.45 a pranzo, alle 20 a cena. Nessuno in ritardo perché aveva da fare. Più libertà a colazione: visto che gli allenamenti sono nel pomeriggio, si può arrivare entro le 11. Dopo cena, non c’è il coprifuoco per spegnere le luci, ma il riposo è parte integrante della preparazione di un professionista.
    Non siamo ai tempi di Bearzot e Trap che giravano per le stanze la sera. Ma, si sa, le playstation personali sono state bandite, e con loro la tentazione delle notti magiche al video. Il caso Scamacca ha fatto scuola. Qui è nata una “stanza dei giochi” con ping pong, biliardo, bigliardino, due videogiochi anni 80 (con i blocchi tipo flipper) e quattro consolle, due delle quali qua con il simulatore automobilistico. listic Infine, il telefonino. Si usa prima prima di pranzo e cena, le videotelefonate con la famiglia annullano le distanze, poi aggeggi spenti.


    Gigi Gig per tutti Il gruppo è tranquillo. Assicurano che, nei corridoi ddell’hotel, il volume delle voci sia basso e nessuno si permetta colpi di testa. Buffon è il punto di riferimento che era Vialli una volta:ta: i giocatori parlano e si confidano con lui. Il nucleo “sindacale” comprende Barella, Donnarumma,ma, Jorginho, Cristante, Di Lorenzo Saranno loro a parlare di premi con la Federazione, ma senza urgenza: l’impressione è che gli azzurri vogliano aspettare il debutto prima di qualsiasi discussione (nel 2021 i premi erano fissati solo per finale e vittoria).


    Mangiando s’impara Se è vero che «siamo quello che mangiamo», come diceva un filosofo tedesco, allora anche il cibo può far vincere (o perdere) una partita. Con la squadra ci sono nutrizionista e chef. La cucina è varia, naturalmente nel menù non mancano pasta (pomodoro, pesto, ragù), bresaola, tacchino, pollo, verdure lesse, avocado, ananas, melone, crostata. Pizza dopo la partita, gelato idem, non alcolici. Lasagne ammesse. Colazione con biscotti, pancake proteici, latte d’ogni tipo (anche soia, riso, avena) e caffè. Resta solo il dubbio che il c.t. abbia davvero regalato il libro o qualcuno, curioso, se lo sia procurato e letto. Lo capiremo alla fine.


     


  9. «In serie A non mi cercano vogliono allenatori giovani Troppi pregiudizi su di me»
    Sarri: «Due squadre adatte a me, potevano almeno ascoltarmi»


    Dalla nostra inviata Monica Scozzafava · 12 giu 2024

     Le proteste Anche Guardiola si lamenta dei calendari Ma quando lo dicevo io scoppiava il finimondo


    FIGLINE VALDARNO Lazio-Bayern di Monaco in Champions League: vittoria dei biancocelesti per 1-0. Maurizio Sarri sceglie questa partita come manifesto del suo calcio, e tiene una lezione per gli allenatori, professionisti e dilettanti. Fase difensiva, catena, pressing, come arginare la qualità degli avversari: il metodo è simile ad ogni livello. Siamo a Villa Casagrande a Figline Valdarno, è casa per Maurizio. Una tre giorni organizzata dalla squadra di calcio locale, serie D, presieduta dal figlio Nicolé, che in queste settimane gli tiene compagnia. «Mi fa divertire» dice.
    Sarri, lei senza calcio proprio non sa stare…
    «Eh, no. Quando senti l’energia, la voglia di campo che cresce non puoi stare senza. Le prime settimane dopo aver lasciato la Lazio ho staccato completamente, avevo bisogno di riposo mentale e sono stato preso anche da problemi familiari. Adesso mi manca, e tanto».
    Col valzer degli allenatori in serie A a lei non sono arrivate telefonate?
    «Non da club italiani, purtroppo. E sinceramente un po’ mi spiace, c’erano panchine libere in squadre che immaginavo potessero fare per me. Non sono stato interpellato neanche per una chiacchierata. Sono i presidenti a decidere, ci mancherebbe. Ma meritavo di essere ascoltato almeno un quarto d’ora».
    Si riferisce, per esempio, a Milan e Fiorentina?
    «Erano due squadre adatte a me, certo».
    Si è dato una spiegazione?
    «Si punta sui giovani, e va anche bene. Ma l’esperienza resta un valore, non va cestinata. Basta vedere l’età degli allenatori che quest’anno hanno vinto Conference, Europa e Champions League: 63, 66 e 65 anni. Non è un caso. Poi, certo, se nessuno mi ha cercato probabilmente è stato perché ho sbagliato anche io qualcosa, una riflessione intima va fatta».
    E se fosse per le etichette che negli anni le sono state attribuite? Qualche lamentela di troppo…
    «Calendari affollati e terreno di gioco spesso non all’altezza? Sì lo ribadisco. Il punto è che lo hanno detto anche Klopp e Guardiola ma nessuno ha commentato, se è Sarri a lamentarsi e allora apriti cielo. Faccio io una domanda a lei: si farebbe operare da un chirurgo che ha il bisturi arrugginito? Bene, un calciatore non può giocare in un campo non idoneo».
    Al Napoli disse: abbiamo perso lo scudetto in albergo, e pure lì...
    «Si può ridere finché si vuole, ma andò così. Ci fu un errore clamoroso, poi anche riconosciuto, di uno degli arbitri migliori, Orsato, in Interjuventus. Noi eravamo in ritiro in albergo: uscii dalla mia stanza incazzato nero, volevo spaccare tutto, ma dovevo tirare su di morale i ragazzi. Li vidi seduti sulle scale dell’hotel, piangevano. Era già troppo tardi: noi perdemmo con la Fiorentina e lo scudetto andò alla Juve».
    Due anni dopo va alla Juve e
    lo vince lì.
    «Fu un percorso di grande sofferenza, con tanto di discussioni in famiglia. Diciamo che da tifoso del Napoli ho fatto fatica. Non avrei dovuto lasciare il Chelsea, ecco».
    È l’errore su cui più recrimina?
    «Non c’è dubbio. C’erano buone basi per restare, ho commesso un grosso errore. Abbiamo vinto l’Europa League, il progetto era grande ma volevo tornare in Italia, purtroppo».
    Ha un rimpianto?
    «Forse il Milan, ci ero andato vicino vicino e poi non mi vollero. Venne il Napoli, l’esperienza più intensa della mia carriera».
    Senza vincere titoli…
    «Le storie più belle del calcio sono quelle in cui non si è vinto. Con De Laurentiis ho avuto un rapporto non sempre facile, ma lo ringrazierò sempre per avermi dato la possibilità di allenare la squadra per cui tifavo da bambino. Comprerò casa a Napoli».
    Conte è l’uomo giusto dopo una stagione così deludente?
    «Il Napoli dovrà fare un percorso, stravolgere il modo di giocare. La fortuna è che Conte è molto veloce in queste situazioni a trasmettere la propria mentalità. Non li vedo fuori dalle prime tre, il lato positivo dello scorso anno è che hanno perso terreno ma erano e sono una squadra forte».
    Lascia la Lazio e i soldi...
    «Ambiente appiattito, squadra intorpidita».
    Il suo calcio è identitario, la modernità va verso la flessibilità, come la mette?
    «Le mie squadre devono avere una fisionomia ma bisogna allenare i ragazzi anche rispetto agli avversari, sapersi adattare. Se così non fosse allenerei solo me stesso».
    Spalletti riuscirà a ridare lustro alla Nazionale agli Europei?
    «Spalletti è un ottimo allenatore ma ha poco tempo. Questo lo penso in generale: si dice che la Nazionale determini il futuro del calcio, ma si sta insieme poco per diventare veramente forti. Guarderò l’italia per affetto».
    Allenerebbe una Nazionale?
    «Fin quando sentirò l’energia per stare in campo tutti i giorni no».
    Il giocatore che l’ha resa più orgoglioso.
    «Nel Napoli quasi tutti, da Koulibaly a Mertens a Insigne. Al Chelsea Hazard: ci litigavo sempre, con me fece la sua migliore stagione».
    Oltre al Figline, cosa fa durante la giornata?
    «Studio».
    Mezzora insieme: una, due, cinque, otto sigarette. Non le farà male, Sarri?
    «Gli esami sono a posto».


     

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