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Bandiera del Liverpool fino alla Champions 2019 alzata da capitano, la scelta di seguire in Arabia l'ex compagno Gerrard gli è costata i fischi di Wembley. Ora vuole dimostrare di appartenere ancora al calcio che conta. Trentatré anni, una bacheca piena di trofei vinti da capitano del Liverpool, un contratto faraonico in Arabia Saudita e tanta voglia di tornare nel calcio che conta, anche per essere certo che l’Inghilterra continui a considerarlo tra i centrocampisti da portare all’Europeo. Jordan Henderson è l’ultima idea per la mediana della Juve: un’idea di esperienza e talento, una che potrebbe dare ad Allegri un centrocampista da inserire immediatamente nel suo gioco per far fare un salto di qualità all’intero reparto. Sì, perché anche se la parte migliore della sua carriera è alle spalle, Henderson sarebbe un rinforzo enorme per i bianconeri. Il tour dei murales che omaggiano la storia recente e meno dei Reds è una delle cose da fare se andate a Liverpool per motivi calcistici. Uno dei più apprezzati, a due passi da Anfield, è quello che raffigura Henderson sollevare l’ultimo grande trofeo internazionale vinto dai Reds, la Champions League 2019. Lo ha fatto da capitano, e questo offre la dimensione di quello che è stato Henderson nella storia recente del Liverpool. Arrivato ai Reds nel 2011 proveniente dal Sunderland, la squadra in cui è cresciuto, il centrocampista che ora piace alla Juve ha lasciato la squadra di Klopp dopo 12 stagioni, in cui ha collezionato 360 partite in Premier con 29 gol, 45 assist, il campionato vinto nel 2020, stagione in cui è stato premiato dalla critica come giocatore dell’anno. Henderson è stato per anni una pietra miliare del centrocampo dei Reds: è finita perché, dopo il deludente quinto posto della passata stagione, la mediana di Klopp aveva bisogno di un profondo restyling e a Henderson non andava di rinunciare ad un ruolo di rilievo. Il 33enne è uno di quelli che si sono fatti tentare dalle offerte faraoniche della Saudi League. Quella per lui è arrivata dall’Al-Ettifaq, squadra allenata dal suo ex compagno (e leggenda dei Reds) Steven Gerrard: 22 milioni di euro a stagione per tre anni, una cifra clamorosamente più alta di quella guadagnata al Liverpool nonostante tutti quegli anni da capitano. Henderson ha detto sì, tra le proteste della comunità LGBTQ+ di cui era sempre stato un paladino, che non poteva accettare l’idea che un loro difensore andasse a giocare in un paese in cui essere omosessuali è un crimine. Henderson ha pubblicamente difeso la scelta, dicendo che non era solo per soldi ma per l’idea di una nuova avventura: le critiche lo hanno seguito anche in nazionale, con una bordata di fischi che ha accompagnato la sua ultima esibizione a Wembley a ottobre. È stato il prologo della decisione di cambiare aria: nei 6 mesi nella Saudi League, Henderson ha capito che il nuovo campionato non era all’altezza di quello a cui era abituato sia dentro che fuori dal campo, che con l’Europeo alle porte l’Arabia Saudita non era per lui. E così ha deciso che tornare in Europa è la scelta migliore: se non in Premier, che resta la sua prima scelta, almeno in una squadra e in un campionato importante. Come la Juve e la Serie A, appunto. Prenderlo non sarà facile, perché anche se Henderson è disposto a perdere milioni (in esenzioni fiscali a cui non avrebbe più diritto), il suo club non ha intenzione di lasciarlo andare così facilmente. Nell’ultima stagione in Premier, e nelle ultime esibizioni con l’Inghilterra (Southgate, c.t. molto attento al concetto di gruppo, continua a considerarlo un elemento importante), Henderson ha comunque confermato di non essere in declino. Sì, è entrato nella parte finale della sua carriera, ma a centrocampo ha ancora tanto da dare. Le cose migliori le ha fatte da numero 8, aiutando sia la difesa che l’attacco, aggiungendo determinazione e creatività a quello che gli ha insegnato l’esperienza. Col Liverpool ha giocato una serie infinita di partite ad altissimo livello, diventando uno dei leader dello spogliatoio. Se la Juve riuscisse davvero a convincerlo a sbarcare a Torino, prenderebbe un giocatore di talento, esperienza e con una voglia matta di dimostrare di appartenere ancora al calcio che conta. [dal nostro corrispondente Davide Chinellato - giornalaccio rosa.it]
