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Socrates

Dino Baggio

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Dino Baggio: "Parma-Juve, sono già in partita. Per i bianconeri l'anno...
 
 
 

 

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55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png    DINO BAGGIO

 

Che fine ha fatto? Dino Baggio, l'uomo di Sacchi: da Inter, incubo Juve e i  gol azzurri al teatro e la dieta vegan | Nazionali | Calciomercato.com

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Dino_Baggio

 

 

Nazione: Italia 20px-Flag_of_Italy.svg.png
Luogo di nascita: Camposampiero (Padova)
Data di nascita: 24.07.1971
Ruolo: Centrocampista
Altezza: 188 cm
Peso: 80 kg
Nazionale Italiano
Soprannome: -

 

 

Alla Juventus dal 1992 al 1994

Esordio: 27.08.1992 - Coppa Italia - Juventus-Fidelis Andria 4-0

Ultima partita: 20.03.1994 - Serie A - Juventus-Parma 4-0

 

73 presenze - 10 reti

 

1 coppa Uefa

 

 

Dino Baggio (Camposampiero, 24 luglio 1971) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista. Nel 1994 è stato vicecampione del mondo con la nazionale italiana.

È il giocatore con più gol realizzati nelle finali di Coppa UEFA/Europa League (cinque reti distribuite in due finali di andata e ritorno).

Ribattezzato Baggio 2 dalla stampa italiana per distinguerlo dal corregionale Roberto Baggio, di cui è stato compagno di squadra alla Juventus e in nazionale, in maglia azzurra conta 60 presenze con sette reti, e ha preso parte a due Mondiali (1994 e 1998) e un Europeo (1996).

 

Dino Baggio
Dino Baggio - Coppa UEFA 1994-1995.jpg
Baggio con il Parma nel 1995
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 188 cm
Peso 80 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera 2008 - giocatore
Carriera
Giovanili
1976-1984 600px Bianco e Rosso.svg Tombolo
1984-1990   Torino
Squadre di club
1990-1991   Torino 25 (2)
1991-1992    Inter 27 (1)
1992-1994   Juventus 73 (10)
1994-2000   Parma 172 (19)
2000-2003   Lazio 44 (1)
2003-2004    Blackburn 9 (1)
2004    Ancona 13 (0)
2004-2005   Lazio 0 (0)
2005   Triestina 3 (0)
2008 600px Bianco e Rosso.svg Tombolo 1 (0)
Nazionale
1990-1992 Italia Italia U-21 18 (1)
1992 Italia Italia olimpica 5 (0)
1991-1999 Italia Italia 60 (7)
Carriera da allenatore
2011-2012   Padova Coll. tecnico
Palmarès
 
Transparent.png Europei di calcio Under-21
Oro Spagna 1992
Coppa mondiale.svg Mondiali di calcio
Argento Stati Uniti 1994

 

Biografia

Amante del teatro, esordisce l'8 marzo 2008 al teatro Accademico di Castelfranco Veneto nei panni di un soldato romano ne La Passione di Cristo, con la compagnia Va Pensiero di Tombolo. Nella compagnia recita anche sua moglie, Maria Teresa Mattei, ex ragazza di Non è la Rai e nel cast di Buona Domenica fino al matrimonio.

Caratteristiche tecniche

220px-Coppa_UEFA_1994-95_-_Juventus-Parm
 
Con un inserimento dalle retrovie, una delle sue specialità, Dino Baggio segna alla Juventus il definitivo 1-1 nella finale di ritorno della Coppa UEFA 1994-1995, rete che consegnò al Parma il trofeo

 

Incontrista affidabile, completo e forte fisicamente, dotato di corsa e spirito di sacrificio, si distinse per la sua grinta agonistica e per le sue abilità nel contenimento e nei contrasti; queste caratteristiche gli permisero di diventare uno dei migliori centrocampisti italiani degli anni novanta. Grazie alla sua duttilità tattica, era capace di coprire qualsiasi ruolo a centrocampo; infatti, nonostante giocasse prevalentemente come mediano con attitudini difensive, durante la carriera è stato impiegato in quasi tutti i ruoli in campo.

Nonostante fosse prevalentemente un interdittore, era anche capace di contribuire in fase offensiva, grazie alle sue abilità di effettuare inserimenti e alle sue doti nel gioco aereo e nelle conclusioni dalla distanza. Era inoltre dotato di una discreta tecnica individuale e di una visione di gioco che lo rendevano capace di effettuare precisi lanci per i compagni.

Carriera

Giocatore

Club

Comincia a muovere i primi passi a cinque anni nel campo di Tombolo, in provincia di Padova. A tredici anni viene notato dai dirigenti del Torino. Cresciuto calcisticamente nella squadra granata, esordisce in Serie A in Torino-Lazio (0-0) del 9 settembre 1990. Divenuto presto titolare, alla fine della stagione in maglia granata colleziona 25 presenze e un gol. Nel 1991 viene ceduto alla Juventus per 9,8 miliardi, che lo gira in prestito all'Inter per una stagione, durante la quale il giocatore colleziona 27 presenze e un gol.

 

170px-Dino_Baggio_%28Inter_1991%29.jpg
 
Dino Baggio con la maglia dell'Inter nel 1991

 

Tornato alla Juventus, diviene titolare vincendo la Coppa UEFA in finale contro il Borussia Dortmund: è stato il protagonista della doppia finale segnando il gol del pareggio all'andata (3-1) e una doppietta nel ritorno (3-0). Rimane ancora una stagione coi bianconeri prima di passare definitivamente al Parma di Nevio Scala per 14 miliardi di lire, con ingaggio da 1,8 miliardi netti a stagione per quattro anni.

Al primo anno vince Coppa UEFA, la prima per il Parma, proprio contro la sua ex-squadra con Baggio ancora una volta protagonista: all'andata finisce 1-0 con gol del centrocampista mentre nel ritorno pareggiò di testa l'iniziale vantaggio di Vialli (1-1). Ciò fu sufficiente per alzare al cielo il suo secondo titolo europeo, terzo per il Parma. Rimane sempre titolare sia con Carlo Ancelotti sia con Alberto Malesani. Con quest'ultimo vince per la terza volta, la Coppa UEFA in finale contro i francesi dell'Olympique Marsiglia. Nell'andata dei sedicesimi di finale contro i polacchi del Wisła Cracovia, Baggio viene ferito alla testa da un coltello lanciato da un tifoso che gli causa cinque punti di sutura. A causa di ciò il Wisła fu sospeso dalle coppe europee per un anno. Nello stesso anno conquistò la Coppa Italia in finale contro la Fiorentina e ad agosto la Supercoppa italiana sul Milan campione d'Italia.

 

220px-Dino_Baggio%2C_Juventus%2C_Coppa_U
 
Dino Baggio alla Juventus, esultante dopo il suo secondo gol nella vittoriosa finale di ritorno della Coppa UEFA 1992-1993

 

Durante la partita Parma-Juventus del 9 gennaio 2000, in quel momento scontro al vertice per la vittoria del campionato, commise un fallo su Zambrotta, sanzionato con il cartellino rosso dall'arbitro Farina e seguito dal gesto del pollice e indice sfregati a mo' di contasoldi e da uno sputo a terra. Venne squalificato per due partite (inizialmente sei) e multato dal Parma per 20 milioni di lire, oltre a saltare la partita amichevole della Nazionale contro la Svezia del 23 febbraio 2000 per decisione di Luciano Nizzola, allora presidente della FIGC. In seguito non verrà più convocato in nazionale, saltando anche i successivi Europei.

Nell'ottobre del 2000 viene acquistato dai Campioni d'Italia in carica, la Lazio, e nel 2003 viene ceduto in prestito agli inglesi del Blackburn. A gennaio è di nuovo in Italia, all'Ancona, dove si trasferisce sempre con la formula del prestito. Torna poi nel 2004 alla Lazio dove viene messo ai margini della rosa di prima squadra tanto che, insieme al compagno Paolo N***o, avvia una causa per mobbing contro la società del presidente Claudio Lotito. Tra il 2000 e il 2005, ha giocato solo sprazzi di 67 incontri con la Lazio, il Blackburn e l'Ancona.

Nel 2005 passa alla Triestina, per ripartire con una nuova esperienza dalla Serie B; dopo tre presenze decide, nell'ottobre dello stesso anno, di rescindere il contratto con gli alabardati e di ritirarsi.

Nel febbraio del 2008, dopo due anni e mezzo dal suo apparente ritiro, torna al calcio giocato. All'età di quasi trentasette anni milita in Terza Categoria, nella squadra del Tombolo, allenata dal suo primo allenatore, Cesare Crivellaro.

In Serie A ha disputato 333 partite realizzando 25 gol. Nelle coppe europee conta 73 partite con tredici gol.

Nazionale

220px-Italia_vs_Portogallo_-_1993_-_Mila
 
Dino Baggio in nazionale nel 1993, pressato da un avversario portoghese
Nazionali giovanili

Con la nazionale Under-21, guidata da Cesare Maldini, ha vinto l'Europeo Under-21 del 1992, e nello stesso anno ha partecipato alle successive Olimpiadi di Barcellona.

Nazionale maggiore

Convocato dal neo commissario tecnico Arrigo Sacchi, esordisce in nazionale maggiore il 21 dicembre 1991, a 20 anni, giocando titolare nell'ultima partita delle qualificazioni a Euro 1992, vinta per 2-0 contro Cipro a Foggia.

Realizza la sua prima rete in nazionale il 24 febbraio 1993, a Porto, nella gara delle qualificazioni mondiali vinta 3-1 in trasferta contro il Portogallo. Divenuto titolare, forma per numerosi anni l'asse centrale di centrocampo con il coetaneo Demetrio Albertini.

Partecipa al Mondiale 1994 negli Stati Uniti, dove è protagonista e segna due reti: nelle vittorie contro la Norvegia (1-0) nella fase a gironi e la Spagna (2-1) nei quarti di finale. Scende in campo in tutte e sette le gare della rassegna iridata e gioca da titolare la finale del 17 luglio 1994 persa solo ai rigori contro il Brasile.

Prende parte al successivo Europeo 1996 in Inghilterra, dove l'Italia viene eliminata al primo turno. In questa manifestazione, tuttavia, scende in campo solo nella seconda gara del girone, persa 2-1 contro la Rep. Ceca.

Di seguito, con il selezionatore Cesare Maldini, Baggio partecipa al Mondiale 1998, dove è titolare nelle cinque gare disputate dall'Italia che viene eliminata nei quarti di finale, dopo i rigori, dai padroni di casa della Francia.

Viene confermato anche nella successiva gestione di Dino Zoff, fino all'amichevole del 13 novembre 1999 persa contro il Belgio (1-3) a Lecce, che rimane la sua ultima partita in maglia azzurra.

In nazionale ha totalizzato 60 presenze e 7 gol.

Allenatore

Dal 2011 al 2012 ha ricoperto il ruolo di maestro della tecnica nelle giovanili del Padova.

 

Palmarès

Giocatore

Club

Competizioni nazionali
Competizioni internazionali

Nazionale

 

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55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png    DINO BAGGIO

 

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«Mi chiama Borsano, il presidente del Torino, e mi chiede se voglio andare alla Juve. Al volo dico io, che da piccolo tenevo anche per i bianconeri. Visite mediche, accordo fatto e presentazione con tanto di foto. Poi, mi telefona Boniperti, ero in vacanza. Mi dice di andare subito in sede. Vado e mi lascia a bocca aperta: per quest’anno vai all’Inter, poi torni da noi. Ma come, mi avete fatto fare anche le foto con la maglia della Juve e dopo due giorni vado via? Poi, capii. Doveva tornare Trapattoni alla Juve. La verità è che sono stato il primo giocatore a essere scambiato con un allenatore!».
NICOLA CALZARETTA, DAL SUO LIBRO “TUTTI GLI UOMINI CHE HANNO FATTO GRANDE LA JUVENTUS F.C.”
Due sole stagioni nella Juventus, eppure c’è il suo timbro sull’unico trofeo conquistato dalla Juve del Trapattoni bis, la Coppa Uefa del 1993. Una squadra in cerca d’autore quella bianconera, sebbene gli attori siano da Oscar. C’è Roby Baggio, nel suo anno migliore. C’è Andy Möller, tedesco atipico, fantasioso e leggero. C’è Luca Vialli, costosissimo acquisto boom dell’estate. Quindi il baffo di Kohler, il dinamismo di Conte, la sicurezza di Peruzzi, l’irruenza del primo Ravanelli, le geometrie di Marocchi.
E poi c’è lui, l’altro Baggio, quello alto e lungo e che come Roby ha origine venete. Nessuna parentela tra i due, per diversi anni compagni di banco. Un po’ nella Juventus e abbastanza in Nazionale. Una carriera iniziata presto, in quello che era un tempo il cosiddetto fertile vivaio del Torino. Non una formula giornalistica, ma la realtà di una società che ogni anno proponeva nomi nuovi per il calcio granata e per quello italiano. Il fisico lo aiuta, i piedi sono buoni e la grinta non manca.
Così nel 1991, a vent’anni, è già uomo mercato per un trasferimento che non passa inosservato, visto che lo prende la Juve. Giusto il tempo della foto ufficiale in bianconero con la maglia marchiata Upim, e dopo una settimana si trova all’Inter in parziale contropartita del Trap che fa il percorso inverso.
L’esilio dura solo un anno. A fine campionato, torna alla Juventus, stavolta targata Danone, dopo aver debuttato nella Nazionale maggiore con Arrigo Sacchi che lo impiega come centrale nel quartetto di centrocampo. Sembra essere quello il ruolo migliore per lui, che, nato attaccante, nel cuore della manovra dà il meglio di sé, riuscendo ad andare spesso al tiro. A Trapattoni, però, manca il terzino sinistro. Ha già fatto diversi esperimenti l’anno prima. Gli torna il Baggino e non ci pensa due volte.
Dino è eclettico, ha fisico, tiene la posizione e ha una bella corsa. Baggio ci sta, ma si vede che morde il freno e non decolla. No, non è cosa sulla fascia, meglio tornare al centro. Si convince anche il Trap.
È la svolta, che matura a novembre 1992. Con il 4 sulla schiena, in un’epoca in cui al numero è possibile ancora associare un ruolo, Baggio fa la differenza.
Soprattutto in Coppa Uefa, decisivo come non mai con gol spettacolari. La prima zampata nell’andata dei sedicesimi, contro i cecoslovacchi del Sigma Olomouc: pallonetto di prima intenzione da metà campo a ribattere una respinta al limite dell’area del portiere. Il secondo graffio nel ritorno dei quarti, a Torino contro il Benfica. Il suo è il gol del 2-0 che ribalta il risultato dell’andata: tocco sotto porta, da centravanti d’area. Ma i capolavori, Dino Baggio da Camposampiero, li riserva per le due finali contro il Borussia Dortmund. Ne fa 3, capocannoniere indiscusso dei centottanta minuti che regalano alla Juve la sua terza Coppa Uefa. All’andata, il suo sinistro piazzato dopo dribbling sull’avversario rimette in pista la Juve sotto di un gol, aprendo la strada alla goleada. Nel ritorno, il suo uno-due nel primo tempo mette KO i gialli fosforescenti dell’ex Reuter. Botta di sinistro dalla breve distanza dopo assist di tacco di Vialli: Juve 1, Borussia 0. Quindi colpo di testa su punizione laterale di Andy Möller. Una sua specialità: stacco ad anticipare la parabola, collo teso e rotazione perfetta. Il pallone picchia sul palo lontano e gonfia la rete. Mentre il Delle Alpi esplode. Festa grande in campo e sugli spalti. Möller e Kohler se la ridono di gusto.
Dino Baggio, con le sue gote rosse e lisce, guarda già al futuro. L’anno che verrà gli riserverà sorprese poco gradite. Pendolare tra campo e panchina, si consola con l’azzurro. In America è uno dei big della Nazionale vicecampione del mondo. Torna dagli Stati Uniti e per lui non c’è più posto nella Juve. Se ne va a Parma e, quando vede bianconero, trova sempre il modo di andare a segno.

Proprio con la maglia bianco-crociata il 9 gennaio 2000 si rende protagonista di un episodio increscioso: secondo tempo di Parma-Juventus, Baggio si rende colpevole di un duro intervento su Zambrotta che viene sanzionato col cartellino rosso. Arrabbiatissimo, se la prende con tutti i giocatori juventini e con l’arbitro Farina: sarà squalificato per sei giornate e mulato di 200 milioni di lire.
«È da quel momento che sono cominciati i miei guai e sono rimasto fuori dal giro della Nazionale. Mi sono beccato un rosso molto discutibile per un intervento su Zambrotta. L’arbitro era Farina. Mi ha cacciato ed io ho protestato vivacemente, facendo il segno dei soldi, strofinando indice e pollice. Per quel gesto sono finito fuori dal giro della Nazionale. Ricordo sempre che mi arrivò una telefonata dalla Federazione con la quale mi dicevano che avrei saltato due partite e che dopo mi avrebbero richiamato. Non era mai successo prima. Chiesi spiegazioni e mi fu detto che la mia punizione doveva servire da esempio. Ho anche perso la Nazionale. Avevo 29 anni e fino alla squalifica ero uno dei titolari. A giugno del 2000 poi c’erano gli Europei ai quali avrei dovuto partecipare. Dopo le 6 giornate di stop, sono tornato a giocare. Ed ero in campo anche nello spareggio con l’Inter per la Champions a maggio. Ero in forma, stavo benissimo. Aspettavo una chiamata dalla Nazionale. Mi telefonò Dino Zoff. Mi disse che non mi aveva visto bene fisicamente. Afferrai al volo. Dissi al mister che capivo che non era colpa sua. Tra l’altro con Zoff ho sempre avuto un ottimo rapporto e alla Lazio è stato l’unico allenatore che mi ha fatto giocare. Era già tutto deciso ed era un’ulteriore punizione per quello che era successo a gennaio. Non mi sono mai pentito. Anche se il lunedì seguente, il Parma mi mandò a forza al “Processo” di Biscardi per recitare la parte del figliol prodigo che si pente per quello che ha fatto. Ma di vero non c’era nulla. Quel gesto lo avrei fatto mille volte».

 

http://ilpalloneracconta.blogspot.com/2012/07/dino-baggio.html#more

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