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Socrates

Olof Mellberg

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg  OLOF MELLBERG   

 

 

Olof Mellberg från start mot Real Madrid

 

 

 

Erik Olof Mellberg nasce ad Amnehärad, in Svezia, il 3 settembre 1977. Nei primi anni di carriera gioca per una piccola squadra locale, il Gullspång, prima di essere acquistato, nell’estate del 1996, dal Degerfors IF, squadra di Prima Divisione.

Il campionato è molto deludente per il Degefors, che retrocede in Seconda Divisione; Olof si trasferisce nell’AIK, il club della capitale, dove si mette subito in evidenza tanto che, dopo solo dieci mesi, viene acquistato dagli spagnoli del Racing Santander.

Olof è considerato uno dei più promettenti centrali svedesi e, nonostante abbia qualche difficoltà ad adattarsi al calcio iberico, riesce subito ad impressionare durante la sua prima stagione spagnola e riscuote l’interesse dei più grandi club della Liga, come Barcellona e Valencia. Dopo tre stagioni in Spagna è l’Aston Villa ad assicurarsi le sue prestazioni ed a Birmingham diventa presto un punto cardine della squadra di David O’Leary, fino ad indossarne la fascia di capitano.

Al termine del primo campionato nella terra di Albione, l’Aston Villa conquista l’ottavo posto della Premiership e raggiunge la semifinale della League Cup; nel 2003, Mellberg viene eletto miglior giocatore svedese dell’anno, vincendo il “Guldbollen”.

Nella stagione 2006-07, Olof ha l’onore di essere il primo giocatore a segnare all’ “Emirate Stadium”, il nuovo stadio dell’Arsenal. La stagione successiva, con l’arrivo del nuovo allenatore, Zat Knight, viene spostato sulla fascia destra ma il suo rendimento non ne risente, tanto che nel gennaio del 2008 firma un pre-contratto con la Juventus.

L’ultima partita che disputa al “Villa Park”, il 3 maggio 2008, contro il Wigan Athletic, è denominata “Olof Mellberg day”, in ringraziamento a quanto Olof ha dato al club di Birmingham. Nella sua ultima gara con la maglia dei “Villans”, contro il West Ham United ad “Upton Park”, spende circa 40.000 sterline per comprare 3.100 magliette dell’Aston Villa con il suo nome, il suo numero quattro e la scritta “Thanks 4 your support”, magliette che sono consegnate ad ogni tifoso dei “Villans” presente alla partita.

Il 23 febbraio 2000, in una gara amichevole contro la nazionale italiana, debutta con la maglia della Nazionale svedese, con la quale disputa i Campionati Mondiali del 2002 e del 2006 ed i Campionati europei del 2000, 2004 e 2008. Durante “Euro 2004”, è premiato per le sue ottime prestazioni con l’inclusione della lista dei migliori ventitre giocatori dell’europeo. Ma l’avventura con la nazionale non è tutta rose e fiori; infatti, durante un allenamento pubblico prima dei Mondiali del 2002, viene alle mani con il compagno Fredrik Ljungberg, dopo un duro tackle dello stesso Mellberg sul giocatore dell’Arsenal. Il 4 settembre 2006, insieme a Zlatan Ibrahimovic e Christian Wilhelmsson, viene espulso dal ritiro della Nazionale, per aver violato il coprifuoco delle 23:00 prima di una gara per le qualificazioni ai Campionati europei del 2008, contro la nazionale del Liechtenstein.

Nel gennaio del 2008 viene ufficializzata la sua firma al pre-contratto con la Juventus e, sfruttando la “sentenza Bosman”, quindi acquistato dalla società torinese a parametro zero, raggiunge i suoi nuovi compagni durante il ritiro estivo a Pinzolo.
L’esordio ufficiale con la maglia bianconera è il 26 agosto nella gara di ritorno del turno preliminare di Champions League, giocata a Bratislava contro l’Artmedia. Il 31 agosto, invece, debutta in Serie A, nella gara pareggiata 1 a 1 contro la Fiorentina; purtroppo per lui e per la compagine bianconera, si fa “uccellare” da Gilardino durante i minuti finali della partita e la Juventus esordisce in campionato con un misero punticino.

Olof è un difensore roccioso, non molto veloce, ma con un grandissimo senso della posizione; è molto abile nei colpi di testa e sfrutta questa sua caratteristica per realizzare, il 18 gennaio 2009 a Roma contro la Lazio, il suo primo goal in Serie A. Lo stadio “Olimpico” gli porta fortuna, tanto è vero che va a segno anche nella partita vinta 4 a 1 contro la Roma, il 21 marzo 2009.

Nonostante le sue buone prestazioni, il 23 giugno 2009 è acquistato per 2,5 milioni di Euro dall’Olympiakos Pireo; il contratto di vendita comprende il versamento di 0,5 milioni di Euro in più nel caso che il club greco vinca il campionato con Mellberg in squadra.

 

 

 

Modificato da Socrates

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Joined: 08-Dec-2008
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Olof doveva rimanere .rulez

Comunque grazie di tutto vichingo e buona fortuna !

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Joined: 04-Apr-2006
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Un ex importante: Olof Mellberg - Juventus

 

Mellberg: Juve have changed a lot - Eurosport

 

Mellberg to continue on with Swedes

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Joined: 30-Oct-2007
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Olof @@

E' stato l'acquisto dello scorso anno al quale mi ero pi

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Joined: 01-Dec-2006
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........credo che da qu

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Joined: 04-Apr-2006
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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg  OLOF MELLBERG   

 

Tanti auguri a Mellberg: un anno di Juve nel momento sbagliato |  ilbianconero.com

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Olof_Mellberg

 

 

Nazione: Svezia Svezia
Luogo di nascita: Gullspang
Data di nascita: 03.09.1977
Ruolo: Difensore
Altezza: 187 cm
Peso: 84 kg
Nazionale Svedese
Soprannome: Vikingo

 

 

Alla Juventus dal 2008 al 2009

Esordio: 26.08.2008 - Champions League - Artmedia Petrzalka-Juventus 1-1

Ultima partita: 24.05.2009 - Serie A - Siena-Juventus 0-3

 

38 presenze - 2 reti

 

 

Erik Olof Mellberg (Gullspång, 3 settembre 1977) è un allenatore di calcio ed ex calciatore svedese, di ruolo difensore.

 

 

Olof Biste Mellberg
Olof Mellberg (cropped).jpg
Mellberg con la maglia della Svezia ai Mondiali 2006
     
Nazionalità Svezia Svezia
Altezza 187 cm
Peso 84 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex difensore)
Termine carriera 31 luglio 2014 - giocatore
Carriera
Giovanili
1994-1996 Verde e Bianco.png Gullspångs IF
Squadre di club
1996-1997   Degerfors 47 (0)
1998   AIK 17 (0)
1998-2001   Racing Santander 98 (0)
2001-2008   Aston Villa 232 (8)
2008-2009   Juventus 38 (2)
2009-2012   Olympiakos 71 (7)
2012-2013   Villarreal 29 (2)
2013-2014   Copenaghen 22 (3)
Nazionale
1996-1999 Svezia Svezia U-21 27 (3)
2000-2012 Svezia Svezia 117 (8)
Carriera da allenatore
2016-2017   Brommapojkarna
2019   Fremad Amager
2019-2020   Helsingborg

 

Caratteristiche tecniche

Nato difensore centrale, è stato impiegato anche come terzino destro o mediano a centrocampo.

Carriera

Calciatore

Club

Inizi e Racing Santander

Nei primi anni di carriera gioca per il Gullspångs IF, una piccola squadra locale del comune in cui è nato, prima di essere ingaggiato dal Degerfors IF, squadra di Prima Divisione svedese, nel 1996. Dopo la retrocessione del Degefors in Seconda Divisione, si trasferisce nell'AIK, il club della capitale, dove fa subito un'ottima impressione e dopo solo dieci mesi viene acquistato dagli spagnoli del Racing Santander, che si assicurano così uno dei più promettenti centrali svedesi. Nonostante abbia delle difficoltà ad adattarsi al calcio iberico, riesce subito ad impressionare durante la sua prima stagione spagnola e riscuote l'interesse di alcuni dei più grandi club della Liga, come Barcellona e Valencia.

Aston Villa

Dopo tre stagioni in Spagna è l'Aston Villa ad assicurarsi la sua firma ed a Birmingham diventerà una parte fondamentale della squadra di David O'Leary, di cui vestirà la fascia di capitano fino al 2007. Nella prima stagione nel Villa conquista l'ottavo posto della Premiership e raggiunge la semifinale della League Cup. Nel 2003, dopo due anni in Inghilterra, è stato selezionato come miglior giocatore svedese dell'anno, vincendo il Guldbollen. Nel 2007 il nuovo manager Martin O'Neill continua a considerarlo come la prima scelta come centrale difensivo e nella stagione 2006-07 diventa il primo giocatore a segnare nel nuovo stadio dell'Arsenal. La stagione successiva con l'arrivo di Zat Knight viene spostato sulla fascia destra della difesa.

Nel gennaio del 2008 annuncia di aver firmato un pre-contratto con la Juventus. L'ultima sua partita in casa con l'Aston Villa è stata il 3 maggio contro il Wigan Athletic, gara denominata come "Olof Mellberg day", in ringraziamento a quanto ha dato al club. Nella sua ultima gara con la maglia dei Villans, contro il West Ham United ad Upton Park, ha speso circa 40 000 sterline per comprare 3100 magliette dell'Aston con il suo nome e numero e la scritta "Thanks 4 Your Support" (il 4 è stato il suo numero di maglia), che sono state poi consegnate ad ogni tifoso presente alla trasferta come ringraziamento.

Juventus

Nel gennaio del 2008 viene ufficializzata la sua firma al pre-contratto offerto dalla Juventus, sfruttando la Sentenza Bosman per arrivare in Serie A. Acquistato a parametro zero, entra a far parte della rosa juventina durante il ritiro estivo a Pinzolo nel luglio del 2008.

L'esordio ufficiale con la maglia bianconera è il 26 agosto nella gara di ritorno del terzo turno preliminare di Champions League, giocata a Bratislava contro l'Artmedia, mentre il 31 agosto debutta in Serie A a Firenze nella gara pareggiata 1-1 contro la Fiorentina. Il 18 gennaio 2009 segna il suo primo gol in Serie A, nella partita pareggiata per 1-1 con la Lazio. Segna ancora all'Olimpico nella partita vinta 4-1 contro la Roma il 21 marzo.

Olympiakos, Villarreal e Copenaghen
220px-Olof_Mellberg_2012_Olympiacos.jpg
 
Mellberg in azione nel 2012 all'Olympiakos

 

Il 23 giugno 2009 è acquistato per 2,5 milioni di euro dalla compagine di Grecia dell'Olympiakos che inoltre «verserà 0,5 milioni in più in caso di vittoria del campionato greco nel periodo in cui Mellberg ne vestirà la maglia». L'8 agosto 2012 firma un contratto annuale con il Villarreal.

Il 9 luglio 2013, si accorda invece per un biennale con il Copenaghen; il 27 novembre successivo segna il suo primo gol con la squadra danese contro una sua ex squadra, la Juventus, durante la partita della fase a gironi della Champions League persa a Torino per 3-1, dove realizza il momentaneo pareggio.

 

150px-Olof_Mellberg%2713.JPG
 
Mellberg nel 2013 con la maglia del Copenaghen

 

Il 29 giugno 2014 risolve il suo contratto con la società danese, e il 30 luglio seguente si ritira dal calcio giocato.

Nazionale

Ha fatto parte della nazionale svedese, con la cui maglia ha debuttato il 23 febbraio 2000 in una gara amichevole contro la nazionale italiana. Ha disputato i Campionati Mondiali del 2002 e del 2006 ed i Campionati europei del 2000, 2004 e 2008. Ad EURO 2004 fu premiato per le sue ottime prestazioni con l'inclusione della lista dei migliori 23 giocatori dell'Europeo. Fino ad ottobre 2007 ha giocato 77 gare segnando 4 reti.

Durante un allenamento pubblico prima dei Mondiali del 2002, si è scontrato fisicamente con Fredrik Ljungberg, dopo un duro tackle dello stesso Mellberg. Durante i Mondiali del 2006 i due tornano a scontrarsi dopo il pareggio 0-0 contro Trinidad & Tobago.

Il 4 settembre 2006, insieme a Zlatan Ibrahimović e Christian Wilhelmsson, viene mandato a casa dal ritiro della nazionale per aver violato il coprifuoco delle 23:00 prima di una gara per le qualificazioni ai Campionati europei del 2008 contro la nazionale del Liechtenstein. Viene convocato nell'estate del 2008 per i Campionati europei in Svizzera ed Austria. Viene selezionato anche per l'Europeo 2012 in Polonia e Ucraina. La Svezia viene eliminata dopo due sconfitte (contro Ucraina e Inghilterra) e una vittoria (contro la Francia). In questa manifestazione va a segno nella seconda partita del girone contro l'Inghilterra. Al termine del torneo decide di ritirarsi dalla nazionale svedese.

Allenatore

Nella stagione 2016 inizia la sua prima esperienza da allenatore assumendo la guida del Brommapojkarna, squadra che era reduce da due retrocessioni consecutive (dal campionato di Allsvenskan a quello di Division 1 nel giro di due anni). A fine stagione riporta la squadra in Superettan al primo tentativo.

Mellberg conquista poi una seconda promozione l'anno successivo, quando il Brommapojkarna da lui allenato vince da neopromosso il campionato di Superettan 2017 e ottiene il ritorno nella massima serie. A fine stagione, Mellberg comunica la volontà di non rinnovare il contratto in scadenza.

Il 1º luglio 2019 viene annunciato come nuovo tecnico del Fremad Amager, compagine militante nella seconda serie danese. Il suo arrivo è anche coinciso con l'ingresso nello staff tecnico di Azrudin Valentić, già assistente di Mellberg ai tempi del Brommapojkarna.

Due mesi più tardi, Mellberg lascia al solo Valentić la guida del Fremad Amager per tornare ad allenare in Svezia: il 3 settembre 2019, giorno del suo quarantaduesimo compleanno, Mellberg diviene infatti il successore del dimissionario ex compagno di nazionale Henrik Larsson alla guida dell'Helsingborg, squadra in lotta per la salvezza nell'Allsvenskan 2019, poi centrata. L'obiettivo non viene però raggiunto l'anno successivo, dato che l'Helsingborg retrocede dall'Allsvenskan 2020 con due turni d'anticipo: questo verdetto induce Mellberg a rassegnare le dimissioni una volta terminata la stagione.

Palmarès

Giocatore

Competizioni nazionali

Competizioni internazionali

Individuale

Allenatore

Competizioni nazionali

 

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg  OLOF MELLBERG   

 

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FEDERICA FURINO, “HURRÀ JUVENTUS” DEL SETTEMBRE 2008
Il giorno in cui ha messo il suo nome sul contratto scritto in carta intestata Juventus, Olof Mellberg ha pensato: ecco, il mio momento è arrivato. E dopo ha aggiunto: era ora. Poi però, perché quel momento arrivasse sul serio – dopo le tre stagioni di esordio a casa sua in Svezia, le tre di gavetta internazionale nella Liga con il Racing Santander e le quasi-sette di onorevole militanza in Premiership con l’Aston Villa – ha dovuto attendere altri sei mesi per “svincolarsi” ufficialmente. Da gennaio a luglio, con i piedi in Inghilterra, la testa in Italia e il cuore a fare la spola tra passato e futuro, tra i ricordi e l’ambizione.
Roba difficile da reggere persino per uno come lui, che passa per essere un tipo piuttosto freddo: un attimo di distrazione, una parola sbagliata, una partita no, e finisci per farti odiare da quelli che fino al giorno prima ti veneravano come un dio. E allora Olof il vichingo, che evidentemente è più romantico di quanto non dia a vedere, dopo aver lasciato segni di molti generi sugli avversari, decide di lasciarne uno anche sui tifosi del Villa, regalando una maglia di gioco con su scritto «Thanks 4 your support» (grazie per il vostro sostegno) ai tremila e cento aficionados che seguono la squadra in casa del West Ham United.
Un “pensierino” che gli costa 40mila sterline, pagate di tasca sua alla faccia del beau geste. Ma va bene così perché, dice, i tifosi sono quelli che ti pagano lo stipendio. «Non capita spesso a un giocatore di sapere con così largo anticipo dove sarà la stagione successiva. Tanti mi chiedevano una maglia firmata come ricordo e così ho pensato che avrebbero apprezzato questo regalo. Certo sarebbe stata una buona idea per la mia ultima partita in casa, ma comprarne 42mila mi sembrava un po’ eccessivo... Comunque i tifosi mi sono sempre stati vicini ed io ho cercato di ripagare la loro presenza dando il cento per cento tutte le volte che scendevo in campo. Lì però volevo dire grazie in un modo diverso».
Poi il “momento” è arrivato davvero e le valigie, pronte da gennaio, sono finite sull’aereo di sola andata per Torino. Due mesi dopo Mellberg si muove nel centro di Vinovo con quel filo di rigidità di chi si sente ancora un po’ ospite. Perché il campo è una cosa, quando si gioca ci si capisce, la vita fuori un’altra: ci vuole un attimo per smettere di sentirsi in un residence di lusso, guardarsi attorno e dire sono a casa.
– Nuova squadra, nuova città, nuovo paese. Olof, come procede la juventinizzazione?
«Sto cercando di imparare l’italiano, mi impegno, faccio dei progressi. Mi aiuta avere vicino Ekdal, che è svedese come me: dividere la camera con lui in ritiro e in trasferta rende tutto più facile. E anche con Poulsen è più facile capirsi. Ma l’ambiente dello spogliatoio mi piace, si parla un po’ di inglese e un po’ di spagnolo. Insomma, troviamo il modo di comunicare».
– Che effetto ti fa essere qui?
«Beh, in Svezia il calcio italiano è molto popolare. Ed io sono cresciuto vedendo le partite della Juventus in televisione. Quindi che cosa posso dire? È un bell’effetto. Non è mica retorica: questa è una delle squadre più importanti del mondo. Dopo sette anni di Aston Villa e campionato inglese volevo provare qualcosa di diverso e questa è stata una grandissima opportunità».
– Come sono stati questi primi due mesi in bianconero?
«Belli e faticosi: molto allenamento e molte partite».
– Era quello che ti aspettavi?
«Sì, credo di sì. L’anno scorso guardavo i giocatori della Juventus in televisione e pensavo: chissà come saranno? Alla fine ho trovato un’atmosfera speciale».
– Anche in campo?
«Naturalmente ci vuole un po’ di tempo. Loro sono un gruppo collaudato e sto cercando di inserirmi nel migliore dei modi, di imparare a giocare con tutti. In un precampionato del genere, tutte queste partite, tutte queste formazioni diverse che il mister ha messo in campo, aiutano».
– E con i compagni di reparto come va?
«Alla grande, credo. Anche li abbiamo lavorato per arrivare a un’intesa».
– Qualche preferenza?
«No, non direi. Quando giochi con gente del genere tutto viene più facile: con grandi campioni come Giorgio e Nicola ci si trova sempre».
– Passi per essere uno piuttosto “strong”.
«Non so se sono strong. Sono uno che non si spaventa, questo sì».
– Vuoi dire che non hai mai pensato: e chi lo ferma quello?
«In un certo senso no. Non è mai chi mi sta di fronte il problema. Il punto sono io. Dipende tutto da come mi sento, fisicamente e mentalmente. Se tutto va bene, non ce n’è per nessuno».
– Neanche Ibrahimovic?
«Neanche lui».
– Che però è un amico...
«Sì, siamo amici, ci conosciamo da sempre. Abbiamo giocato molte volte insieme in Nazionale.
– Che cosa ti ha detto quando hai firmato per la Juventus?
«Era felice per me. Molto. Mi ha ripetuto che è una grande opportunità. A prescindere da quanto si è detto e scritto, lui a Torino è stato molto bene. Mi ha sempre detto cose buone della squadra e dell’ambiente. Sono felice di ritrovarmelo di fronte».
– Non sarà l’unico avversario tosto. La Serie A passa per essere uno dei campionati più pesanti d’Europa.
«Non so se sia così. L’ho seguita in televisione il più possibile, ma non ho ancora un’idea precisa di che cosa voglia dire giocarci. In Svezia, lo ripeto, è molto molto popolare, l’interesse che suscita è grandissimo. Io in passato ho giocato in Spagna, poi in Inghilterra: cercherò di fare tesoro dell’esperienza che ho accumulato e spendermela quest’anno».
– Per i tifosi dell’Aston Villa sei una specie di mito, nonostante alla fine tu abbia scelto di andartene. Nei blog non c’è una sola parola cattiva nei tuoi confronti. Merito tuo o del modo di tifare politically correct degli inglesi?
«Non so. Io ho sempre avuto un buon rapporto con i tifosi. All’Aston Villa ho fatto un paio di buone stagioni e loro mi hanno apprezzato, sia come giocatore sia come capitano della squadra. Sapevano che stavo cercando nuove sfide e nuove esperienze e hanno capito e accettato la mia scelta. Per parte mia ho sempre cercato di ricambiare il loro sostegno dando il massimo e credo che questo abbia aiutato».
– Che cos’è il massimo per Olof Mellberg?
«Il massimo dell’impegno. Sono uno che non si risparmia. Poi qualche volta rendi cento, qualche volta cinquanta: ma la voglia di fare bene è sempre totale».
– C’è una grande differenza nel modo di tifare in Italia e in Inghilterra. Pronto a sentirti gridare contro?
«A me piace la bella atmosfera negli stadi. Mi piacciono i buoni tifosi, quelli che sostengono la squadra e vanno alla partita per divertirsi. Detto questo, i fischi degli avversari non mi turbano: credo di poterli sopportare senza troppe difficoltà».
– L’ultima partita in casa dell’Aston Villa è stata battezzata dai tifosi “Olof Mellberg day”. Eri una bandiera.
«Sono sempre stati fantastici. Poi credo che abbiano apprezzato le maglie che ho regalato in trasferta. All’ultima di campionato sono arrivati allo stadio vestiti da vichinghi, sventolando le bandiere della Svezia. Mi sono sentito davvero amato».
– Era quello che sognavi da bambino?
«Se devo essere sincero no. Da piccolo non ero un gran fanatico di calcio. Mi piacevano di più altri sport, tipo il tennis. Dopotutto in Svezia abbiamo una certa tradizione in questo sport».
– Giocavi anche tu?
«Sì, certo. Prima di passare al calcio avrei voluto diventare un tennista».
– Tipo?
 «Edberg. Ho tifato a lungo per lui».
– Federer o Nadal?
«Federer tutta la vita. Anche se Nadal è un fenomeno».
– E nel calcio hai avuto un mostro sacro?
«No, non tifavo per nessuno. Ho iniziato a giocare perché mi divertivo, non per emulare qualcuno».
– Quindi se sei diventato calciatore a chi devi dire grazie?
«A mio padre. È lui che mi è stato dietro quando ero bambino: mi seguiva molto, mi portava agli allenamenti e alle partite. Dopotutto ero il piccolo di casa».
– Anche a tuo figlio John piace il calcio?
«Sì, ne va matto. Ma è piccolo, non ha ancora due anni. Fa ancora in tempo a cambiare idea».
– C’è chi dice nel calcio è più facile rendere bene se a casa si parla d’altro. Anche tu sposi questa teoria?
«Parlare di calcio a me piace molto. Ma come ho detto non siamo una famiglia di fanatici. Il lavoro fa parte della vita, quindi è inevitabile finire per parlarne, tanto più perché è un lavoro divertente che interessa anche a chi non lo fa. Ma nessuna ossessione. In casa parliamo un po’ di tutto».
– Hai speso 40mila sterline per regalare le maglie ai tifosi: un gesto molto generoso da parte tua.
«I soldi sono importanti perché ti danno possibilità di realizzare i tuoi progetti e, in una certa misura, di essere libero. Ma non sono tutto, per le magliette li ho spesi volentieri. La nostra fortuna, anche quella economica, in fondo la dobbiamo ai tifosi. È giusto tenerlo presente, ogni tanto».
〰.〰.〰
L’esordio ufficiale con la maglia bianconera numero 4 è il 26 agosto nella gara di ritorno del turno preliminare di Coppa dei Campioni, giocata a Bratislava contro l’Artmedia. Il 31 agosto debutta in Serie A, avversaria la Fiorentina: purtroppo per lui e per la compagine bianconera, si fa “uccellare” da Gilardino durante i minuti finali della partita e la Juventus esordisce in campionato con un misero punticino.
Olof è un difensore roccioso, non molto veloce, ma con un grandissimo senso della posizione. È molto abile nei colpi di testa e sfrutta questa sua caratteristica per realizzare, il 18 gennaio a Roma contro la Lazio, il suo primo goal in Serie A. Lo stadio Olimpico gli porta fortuna, tanto è vero che va a segno anche nel 4-1 sulla Roma, il 21 marzo 2009.
Sontuosa è anche la sua partita a Madrid: schierato come terzino destro è autentico protagonista della difesa bianconera che protegge la favolosa doppietta di Del Piero.
Nonostante le sue buone prestazioni, il 23 giugno 2009 viene ceduto all’Olympiakos Pireo.
 

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Olof Mellberg (Juventus 2008-2009)

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