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Socrates

Patrick Vieira

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 1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   PATRICK VIEIRA

 

Juve under pressure - Eurosport

 

 

 

 

Patrick Vieira, classe 1976, nato a Dakar. A 29 anni, uno dei più grandi centrocampisti al mondo, veste il bianconero dopo avere esaltato per nove anni i tifosi dell’Arsenal ed essere diventato, a furor di popolo, il capitano dei gloriosi “Gunners”, trascinandoli alla conquista di tre scudetti, quattro F.A. Cup e quattro Charity Shield. Una carriera che già aveva sfiorato il nostro calcio, visto che, a 17 anni, era stato per pochi mesi al Milan, sotto la guida di Capello, proveniente dal Cannes, la squadra che lo aveva lanciato. Ma il Vieira che conquista con la nazionale francese il Campionato Mondiale 1998 ed il Campionato Europeo del 2000, vinto a spese dell’Italia, è qualcosa di più e di meglio di qualunque pur lusinghiero pronostico.

Che si tratti di fior di campione, lo si nota al primissimo impatto. Nel “Trofeo Berlusconi”, che costa caro a Buffon seriamente infortunato, Vieira canta e porta la croce, segnando il goal di apertura e correndo come un pazzo, a destra e a sinistra, a pressare e proporre. Ed in campionato, meglio di così non si può iniziare. Ad Empoli, alla seconda giornata, si conferma uomo ovunque, anche sotto porta avversaria; il suo goal è dirompente, sembra quasi voler annichilire gli avversari quando avanza o prende posizione sui calci piazzati. Risolve alla sua maniera la delicata trasferta di Udine, appena tre giorni dopo concede il bis a Parma, altro campo tremendo. Certo, non sono sempre rose e fiori; a volte va fuori misura esasperando la parte atletica a scapito della tecnica, ma certo tutto si può dire di lui tranne che tolga il piede prima del contrasto.

Qualche infortunio ed alcuni stop legati a squalifica limano a volte il suo contributo alla causa, che resta comunque importante.

Risolutivo a Chievo alla prima di ritorno, poi un po’ appannato, Patrick riconquista tutta la considerazione di compagni e tifosi nella decisiva trasferta di Siena, che diventa una passeggiata dopo che lui ha risolto, di testa, sovrastando compagni e avversari, il problema di rompere il ghiaccio, segnando il primo goal.

Una stagione, la 2005-06, positiva, suggellata da prestazioni di spessore, al Mondiale tedesco, con la maglia della nazionale francese. Poi, il rifiuto di giocare in serie B ed il trasferimento all’Inter.

«La Juve nella quale sono stato io è una delle squadre più forti nelle quali abbia mai giocato ed il mio anno a Torino è stata un’esperienza molto positiva. Me ne sono andato dopo un solo anno perché non volevo rimanere in Serie B. Mi è dispiaciuto, ma questa è la vita di un calciatore. Quella stagione in bianconero, però, è stata davvero bella».

 

 

 

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Patrick Vieira Juventus

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 1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   PATRICK VIEIRA

 

Vidafan.co on Twitter: "Happy Birthday Patrick Vieira 🎂 The former  Arsenal, Juventus, Inter Milan and Man City player won: 🏆 3x #PL 🏆 5x  #FACup 🏆 3x Serie A 🏆 2x Supercoppa

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Patrick_Vieira

 

 

Nazione: Francia Francia
Luogo di nascita: Dakar (Senegal)
Data di nascita: 23.06.1976
Ruolo: Centrocampista
Altezza: 192 cm
Peso: 82 kg
Nazionale Francese
Soprannome: Torre - La Piovra

 

 

Alla Juventus dal 2005 al 2006

Esordio: 20.08.2005 - Supercoppa italiana - Juventus-Inter 0-1

Ultima partita: 07.05.2006 - Serie A - Juventus-Palermo 2-1

 

42 presenze - 5 reti

 

1 scudetto

 

Campione del mondo 1998 con la nazionale francese

Campione d'Europa 2000 con la nazionale francese

 

 

 

Patrick Donalé Vieira (Dakar, 23 giugno 1976) è un allenatore di calcio, dirigente sportivo ed ex calciatore senegalese naturalizzato francese, di ruolo centrocampista, tecnico del Crystal Palace.

 

In carriera si è aggiudicato cinque campionati italiani (1995-1996, 2005-2006, 2006-2007, 2007-2008 e 2008-2009), tre campionati inglesi (1997-1998, 2001-2002 e 2003-2004), cinque Coppe d'Inghilterra (1997-1998, 2001-2002, 2002-2003, 2004-2005 e 2010-2011), quattro Community Shield (1998, 1999, 2002 e 2004), due Supercoppe italiane (2006 e 2008) e una Champions League (2009-2010)

Con la maglia della nazionale francese ha partecipato a tre campionati mondiali (1998, 2002 e 2006) e tre campionati europei (2000, 2004 e 2008), vincendo il Mondiale 1998 e l'Europeo 2000. Inoltre ha preso parte a una Confederations Cup nel 2001, vincendola.

A livello individuale, nel 2004 è stato inserito nella FIFA 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi, selezionata da Pelé e dalla FIFA in occasione delle celebrazioni del centenario della federazione.

 

Patrick Vieira
Patrick Vieira NYCFC.JPG
Vieira nel 2016
     
Nazionalità Francia Francia
Altezza 192 cm
Peso 82 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Squadra   Crystal Palace
Termine carriera 14 luglio 2011 - giocatore
Carriera
Giovanili
1984-1986 non conosciuta Trappes
1986-1991 Flag blue HEX-0434B1.svg Drouais
1991-1993   Tours
Squadre di club
1993-1995   Cannes 49 (2)
1995-1996   Milan 2 (0)
1996-2005   Arsenal 279 (29)
2005-2006   Juventus 42 (5)
2006-2010   Inter 67 (6)
2010-2011   Manchester City 28 (3)
Nazionale
1995-1996 Francia Francia U-21 7 (0)
1997-2009 Francia Francia 107 (6)
Carriera da allenatore
2013-2015   Manchester City Riserve
2013-2015   Manchester City Under-19
2015-2018   New York City  
2018-2020   Nizza  
2021-   Crystal Palace  
Palmarès
 
Coppa mondiale.svg Mondiali di calcio
Oro Francia 1998
Argento Germania 2006
UEFA European Cup.svg Europei di calcio
Oro Belgio-Paesi Bassi 2000
Transparent.png Confederations Cup
Oro Corea del Sud-Giappone 2001
Transparent.png Europei di calcio Under-21
Bronzo Spagna 1996

 

Biografia

Nato in Senegal in una comunità originaria di Capo Verde, la sua famiglia si sposta a Dreux, in Francia, quando Vieira ha 8 anni; Patrick ritornerà in Senegal solo nel 2003. L'11 maggio 2010 è stato nominato "Ambasciatore di buona volontà" presso l'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura delle Nazioni Unite.

Caratteristiche tecniche

Considerato uno dei migliori centrocampisti della sua generazione, era molto forte sia fisicamente che atleticamente, oltre a essere molto bravo anche tecnicamente. Era un ottimo passatore, in grado di trasformare l'azione da difensiva a offensiva, forte nei contrasti, bravo a tirare dalla distanza, e dotato di grande personalità. Veniva soprannominato la pieuvre per via della sua capacità di sradicare palloni distanti da lui per poi difenderli dal pressing degli avversari. Forte in tackle e nel gioco aereo, la sua foga agonistica lo portava a ricevere molte sanzioni disciplinari.

Carriera

Giocatore

Club

Esordio

Inizia la carriera nelle giovanili del Trappes (1984-1988), per poi giocare nel Drouais e nel Tours. Nel 1993, a 17 anni, debutta in prima squadra nel Cannes, dove resta due anni e diventa capitano a 19 anni.

 

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Vieira al Milan, insieme al connazionale Desailly, durante un match della Coppa UEFA 1995-1996.

 

Nel dicembre 1995 è ingaggiato per 7 miliardi di lire dal Milan, con cui vince lo scudetto giocando 2 partite e rimanendo tra le riserve.

Arsenal

Nel settembre del 1996, il nuovo allenatore dell'Arsenal, Arsène Wenger, ottiene dal club l'acquisto del calciatore francese per 4,5 milioni di sterline. La prestanza fisica e la qualità del suo gioco lo rendono da subito uno dei pilastri fondamentali della squadra. Con il connazionale Emmanuel Petit, Vieira forma un centrocampo forte e solido, contribuendo alle vittorie della squadra in Premier League e FA Cup nel 1998, nella sua prima stagione intera con il club.

Nel 2000 gioca la finale di Coppa UEFA, uscendone sconfitto ai rigori contro i turchi del Galatasaray. Nel 2002 Vieira vince sia la Premier League che la FA Cup. Dopo il ritiro di Tony Adams nel 2002, Vieira ottiene la fascia di capitano. Pur essendo mancato alla finale di FA Cup del 2003 per infortunio, alza la coppa assieme a David Seaman, capitano dell'Arsenal in quell’occasione.

 

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Vieira solleva da capitano il trofeo della Premier League 2003-2004, vinta dall'Arsenal da imbattuto.

 

La stagione 2003-2004 si rivela storica per l'Arsenal e per lo stesso giocatore. L'inizio non è semplice a causa alcuni problemi fisici; Vieira torna in tempo per il match della fase a gironi della Champions League contro il Lokomotiv Mosca, che vede i Gunners vittoriosi per 2-0 e qualificati alla fase ad eliminazione diretta. La corsa dei londinesi si ferma ai quarti di finale contro il Chelsea ma in Premier League arriva il successo finale senza subire una sola sconfitta nell'arco di tutto il torneo. Nel 2005 vince un'altra FA Cup, calciando il rigore decisivo della serie finale contro il Manchester Utd.

In totale, con l'Arsenal, Vieira ha giocato 407 volte e segnato 34 gol. Nell'agosto del 2008, in un sondaggio condotto tra i fan dell'Arsenal nel sito ufficiale del club, è stato nominato quinto tra i 50 migliori giocatori della storia dei Gunners.

Juventus

Nell'estate 2005 il francese approda alla Juventus, dove vince un campionato (il titolo sarà in seguito revocato a causa delle vicende di Farsopoli). Sotto la guida di Fabio Capello, è autore di un'ottima stagione impreziosita da alcuni gol decisivi. La sua esperienza con la Juventus si conclude con 42 partite e 5 reti in tutte le competizioni.

Inter
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Vieira con la maglia dell'Inter nell'estate 2009.

 

Il 2 agosto 2006 Vieira viene acquistato dall'Inter per 9,5 milioni di euro. Il suo debutto con la nuova maglia avviene il 26 successivo nella finale di Supercoppa italiana tra Inter e Roma; Vieira gioca una partita di alto livello e segna due reti che permettono all'Inter di vincere il trofeo.

La sua successiva esperienza all'Inter è però condizionata da diversi infortuni. Nella stagione 2008-2009 si fa male durante un'amichevole con la Francia nel novembre 2008 e rimane fermo per due mesi e mezzo. Torna a disposizione nel mese di febbraio, ma viene escluso dal tecnico José Mourinho dalla gara d'andata degli ottavi di finale di Champions League contro il Manchester Utd. Nell'estate 2009 disputa un'ottima partita nella finale di Supercoppa italiana persa contro la Lazio. In seguito giocherà altre 10 partite, l'ultima delle quali contro il Chievo il 6 gennaio 2010.

Complessivamente, con l'Inter ha collezionato 91 presenze e 9 reti, vincendo 3 scudetti (2006-2007, 2007-2008 e 2008-2009) e 2 Supercoppe italiane (2006 e 2008).

Manchester City
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Vieira al Manchester City nel 2010, nella trasferta di Europa League sul campo del Lech Poznań.

 

L'8 gennaio 2010 si trasferisce a titolo definitivo al Manchester City, con un contratto di 6 mesi con opzione per un ulteriore anno. Segna il primo gol con la maglia dei Citizens il 3 aprile contro il Burnley. Realizza invece la sua prima doppietta nella sfida di FA Cup contro il Notts County. Il 14 maggio 2011 vince la finale di FA Cup, superando lo Stoke City per 1-0. Vieira diventa così il giocatore straniero con più Coppe d'Inghilterra, 5.

Il 14 luglio 2011 il sito ufficiale del Manchester City annuncia il suo ritiro dal calcio giocato.

Nazionale

Pur essendo nato in Senegal, Vieira ha scelto di giocare con la maglia della nazionale francese, con la quale ha debuttato nel 1997 contro i Paesi Bassi. Ha fatto parte della rosa francese al campionato del mondo 1998. È entrato come sostituto nella vittoriosa finale contro il Brasile, e ha fornito l'assist per il terzo gol della Francia siglato da Emmanuel Petit. Lo stesso anno, con il resto della squadra, riceve la Légion d'honneur per le prestazioni fornite.

Successivamente ha giocato come titolare a Euro 2000, vinto dalla Francia grazie al golden gol di David Trezeguet contro l'Italia ai tempi supplementari. Ha aiutato la sua nazionale a vincere la FIFA Confederations Cup 2001, finendo il torneo con due gol, incluso quello della finale contro il Giappone. Ha inoltre giocato al campionato del mondo 2002, in cui la Francia è stata eliminata nella fase a gruppi senza riuscire a segnare alcun gol.

Convocato per Euro 2004, non ha potuto disputare il match dei quarti contro la Grecia a causa di un infortunio; i transalpini hanno poi perso clamorosamente la sfida per 1-0.

Il 23 giugno 2006, giorno del suo trentesimo compleanno, Vieira ha capitanato la sua squadra, con Zidane indisponibile per squalifica, segnando il primo gol contro il Togo al Mondiale 2006. Vieira ha fornito anche l'assist per il 2-0 finale siglato da Thierry Henry. Questo ha aiutato la Francia ad avanzare nella competizione. Ha segnato il gol del momentaneo 2-1 nella vittoria contro la Spagna per 3-1. Dopo aver battuto per 1-0 il Brasile ai quarti di finale e il Portogallo in semifinale, la Francia è arrivata in finale contro l'Italia. Durante la partita, Vieira si è fatto male al secondo tempo in uno scontro con Fabio Cannavaro ed è stato sostituito. L'Italia ha vinto ai rigori per 5-3, dopo l'1-1 dei tempi regolamentari e supplementari. Dopo il ritiro di Zinédine Zidane, è divenuto capitano della sua nazionale e ha guidato la squadra alle qualificazioni per Euro 2008. Tuttavia a Euro 2008 Vieira non è riuscito a giocare un minuto nel torneo a causa di un infortunio al ginocchio. Nella fase finale di Euro 2008, inserita nel girone C con Romania, Paesi Bassi e Italia, la Francia ha poi disatteso le aspettative, classificandosi ultima nel proprio raggruppamento.

Dopo non essere stato convocato da Raymond Domenech per il campionato del mondo 2010 in Sudafrica, il 7 luglio 2010 il calciatore ha annunciato ufficialmente il suo ritiro dalla nazionale francese, dichiarando di volersi dedicare esclusivamente alla sua squadra di club, il Manchester City.

Allenatore

Manchester City e New York City

Dopo il ritiro dal calcio giocato, è entrato a far parte dello staff dirigenziale del Manchester City in qualità di allenatore delle giovanili con il titolo di Executive Development Football e come ambasciatore del club nel Regno Unito e all'estero.

Il 16 maggio 2013 viene nominato allenatore delle riserve del Manchester City. Dal 1º settembre 2013 diventa anche allenatore dell'Under 19 sempre dei citizen.

Il 9 novembre 2015 viene annunciato come nuovo allenatore del New York City a partire dal 1º gennaio successivo.

Nizza

Dopo aver conquistato i play-off per due stagioni consecutive, l'11 giugno 2018 lascia il club statunitense per diventare il nuovo tecnico del Nizza, tornando così nel campionato francese dopo 23 anni dalla sua precedente esperienza da giocatore con la maglia del Cannes. Al primo anno si piazza 7º in campionato mentre in Coppa di Francia viene eliminato ai trentaduesimi dal Tolosa e in Coupe de la Ligue esce agli ottavi per mano del Guingamp (1-3 ai rigori). Al termine della seconda stagione, conclusasi anticipatamente a causa dell'epidemia da COVID-19, porta la squadra al quinto posto in classifica, che vale la qualificazione alla fase a gironi di Europa League. Il 4 dicembre 2020, dopo cinque sconfitte consecutive tra Ligue 1 ed Europa League, nel cui girone arriva ultimo, viene esonerato e sostituito dal suo vice Adrian Ursea.

Crystal Palace

Il 4 luglio 2021 diventa il nuovo tecnico del Crystal Palace, con cui firma un triennale.

Palmarès

Giocatore

Club

Nazionale

Individuale

  • Inserito tra le "Leggende del calcio" del Golden Foot - 2019

 

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 1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   PATRICK VIEIRA

 

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Non poteva esserci presentazione migliore che essere amico di Lilian Thuram – scrive Enrica Tarchi, da “Hurrà Juventus” dell’agosto 2005 –, che tutti, nell’ambiente bianconero, conoscono non soltanto come un calciatore eccezionale, ma anche come un uomo molto profondo, di grande cultura e sensibilità. Lilian ci presenta Patrick Vieira parlandone in modo semplice, genuino, ma molto incisivo: «È una brava persona, con la testa sulle spalle, è molto tranquillo e sa essere molto positivo. Il fatto che sia stato capitano dell’Arsenal e lo sia della Nazionale francese ne è una dimostrazione. Inoltre non dimentica le sue origini, sta facendo cose importanti per l’Africa».
Per il suo paese, Patrick, francese di origini senegalesi, sta facendo qualcosa di davvero speciale e lo racconta con orgoglio: «Ho aperto una scuola a Dakar, assieme a Bernard Lama e Jimmy Adjoviboco, dove i ragazzini sono impegnati al 70% con le lezioni e il 30% con il calcio. L’ho fatto, perché il nostro sport in Africa è una vera passione, è il sogno di ogni bambino, ma sappiamo bene quanto sia difficile affermarsi a certi livelli. Il mio obiettivo è che, parallelamente al sogno del calcio, gli allievi della mia scuola sognino di diventare professori, dottori, ingegneri, giornalisti. Ci sono insegnanti che vengono appositamente da fuori per far loro lezione, per farli appassionare anche ad altre cose che non siano un pallone da calcio. Se poi nel loro futuro ci sarà una carriera come la mia, bene, altrimenti ho la speranza che ci sia qualcos’altro e il nostro sport è sicuramente una leva importante per orientarli anche verso altri interessi. Io mi informo sempre di come vanno le cose laggiù, anche se a causa dei miei impegni calcistici non è facile essere presente, ma seguo con passione l’evolversi di questa struttura che presto sarà ultimata in tutte le sue parti, ma che lavora già a pieno ritmo da oramai due anni».
Eccolo il Patrick Vieira che non si conosce, il personaggio che sta alla base del grande campione che tutti apprezziamo e che i tifosi e gli appassionati di calcio amano e considerano uno dei più forti giocatori in circolazione. A volte bisogna scavare nel profondo di una persona per coglierne la vera essenza, capire come ha fatto a guadagnarsi un posto nell’élite del calcio mondiale, dove la tecnica non basta, ci vuole anche una forte personalità, una maturità che si acquisisce con il tempo, riflettendo su quello che si ha intorno, vivendo la vita e non facendosela scorrere addosso. «Quando ero ragazzino – ammette Patrick – non riflettevo abbastanza sulle cose, pensavo solo al calcio. Sono stati Bernard Lama, Jimmy Adjoviboco e Lilian Thuram ad aprirmi gli occhi. Ho capito che nella vita non c’è solo il calcio, che ci sono cose più importanti, come ad esempio aiutare la gente. Io sono nato in Africa e con il tempo ho capito che non lo dovevo dimenticare, che avevo il dovere di fare qualcosa per la mia gente. Con il mio amico Lilian, che era anche mio compagno di stanza in Nazionale e ora lo è nella Juve, si può parlare di tutto, lui ha un’opinione personale su tutti gli argomenti e questo mi piace, mi aiuta a riflettere. E una persona semplice e genuina».
È un’amicizia vera quella che lega i due assi francesi, sana e sincera, che lo ha anche aiutato a sentirsi a casa propria fin dal giorno del suo arrivo alla Juventus. Lilian lo ha preso per mano e lo ha accompagnato in un mondo in cui Patrick ha messo ben poco tempo ad ambientarsi, proprio come il suo amico fraterno aveva pronosticato. «Ci siamo conosciuti quando giocavo nel Cannes – racconta Vieira – e lui era nel Monaco, ci siamo trovati di fronte da avversari, ma la vera amicizia è sbocciata quando abbiamo iniziato a frequentarci in Nazionale».
Da allora sono successe tante cose, calcistiche e non. Patrick si è sposato, quest’estate, e Lilian ha partecipato al suo matrimonio con Cheryl. Quando è possibile, i due amici trascorrono un po’ di tempo assieme, anche se i casi della vita non li hanno mai portati, per esempio, a condividere una vacanza, ma ci sarà tempo anche per quello. «Magari – sorride Vieira – ora che viviamo nella stessa città ci troveremo per andare a giocare a golf».
Ma è ben altro che li unisce. Si capisce, anche se non lo dicono. È come un filo sottile, una corrispondenza di pensieri, una grande umanità. Ecco cosa li rende tanto speciali. Si dice che gli opposti spesso si attraggono, ma anche tra simili a volte ci si trova a meraviglia. Patrick era fortemente richiesto non solo dalla Juventus, ma anche dal Real Madrid. Zidane contro Thuram, se vogliamo fare una forzatura. Ha vinto Thuram. «Diciamo che ho vinto io – spiega Vieira – nel senso che nessuno ha influito sulla mia scelta se non io stesso. Ho riflettuto a lungo e ho scelto la strada migliore per me, e ogni giorno che passa sono sempre più convinto di aver fatto la cosa giusta».
Un ritorno, quello nel campionato italiano, che potrebbe parere una stonatura a chi, qualche tempo fa, lo aveva sentito dire che non sarebbe tornato a giocare nel nostro paese dopo uno spiacevole e inqualificabile episodio razzista che lo aveva coinvolto. «Se avessi fatto quello che avevo detto in quell’occasione, l’avrei data vinta a una minoranza. Invece sono qui, e voglio pensare solo a giocare e a vincere».
Ora che ha vinto la sua personale battaglia contro l’intolleranza, a ulteriore dimostrazione di un carattere forte e tenace, Vieira si prepara a lanciare altre sfide, questa volta sportive: «Con la Juventus voglio vincere tutto, in Italia e in Europa. La Champions League è il sogno di tutti, è una competizione difficile in cui, negli ultimi anni, è capitato che trionfassero squadre diverse da quelle che il pubblico si aspettava. Quindi non si possono fare ragionamenti sulla carta, sarà il campo a parlare, ma noi faremo del nostro meglio per trionfare in tutte le competizioni a cui partecipiamo».
Tutti vogliono che il campo alla fine dica Juve e, con una squadra così, la sfida è lanciata. Fabio Capello, che l’ha allenato nella sua breve parentesi al Milan e ora l’ha fortemente voluto, si gode con soddisfazione la coppia di centrocampo Vieira-Emerson, che considera la più forte in assoluto, in Italia e non solo. E Patrick ricorda alcuni preziosi insegnamenti ricevuti dall’attuale tecnico bianconero: «Il mister, ai tempi del Milan, mi ha insegnato il metodo di lavoro e a credere in me stesso – racconta il francese – questo mi ha fatto maturare molto fino a diventare la persona che sono. Il fatto che Capello abbia detto che fin da giovane si aspettava da me che diventassi il nuovo Rijkaard mi fa molto piacere, anche perché l’olandese è sempre stato uno dei miei idoli».
Ora si sono ritrovati alla Juventus, un club che Vieira dopo pochi giorni descrive già in modo entusiastico: «Mi sono trovato subito benissimo, questa è la squadra perfetta per me, un ambiente eccezionale circondato da un entusiasmo che mi ha davvero colpito».
Un amore a prima vista, dunque, ricambiato dai tifosi bianconeri che lo hanno accolto a braccia aperte. Un altro campione per una squadra di campioni.
 
FILIPPO RICCI, DAL “GUERIN SPORTIVO” DEL 26 LUGLIO – 1° AGOSTO 2005
Patrick Vieira parla poco, e quasi sempre a proposito. Di razzismo, per esempio. Lui, nato in Africa e cresciuto in un quartiere tosto della banlieu parigina. Il Vieira calciatore non ha grandi segreti, l’uomo, decisamente riservato, qualcuno in più.
La famiglia. Ovvero la madre e un fratello, con i quali Patrick arrivò in Francia a 8 anni. La mamma è da sempre il suo punto di riferimento. Fu lei a organizzare il trasferimento in Francia, trovando lavoro come cuoca in una scuola. Il padre non riconobbe Patrick, che in pratica non ha mai conosciuto. E del quale non parla. Si sa però che la madre, Emilienne, è nata a Capo Verde, l’arcipelago al largo delle coste del Senegal. Da qui il cognome, che trova le proprie origini nel portoghese, la lingua di Capo Verde. Emilienne è conosciuta in famiglia come “Mama Rose”. «Le sono legatissimo. Lei mi è sempre stata vicina, guidandomi nei momenti difficili sin da quando ero bambino. È una donna fortissima. Quando ci trasferimmo dal Senegal alla Francia lei lavorava e andava a scuola, per studiare. Non la vedevamo molto durante il giorno, ma sapevamo che stava lavorando duro per noi, per darci ciò che volevamo e ciò di cui avevamo bisogno. Ecco perché in tutti questi anni ho sempre chiesto a lei cosa fosse meglio per me, soprattutto la scorsa estate, nei tormentati momenti di indecisione sulla questione Real Madrid».
La nuova famiglia. Il 4 giugno scorso, senza grandi clamori, Patrick si è sposato a Vence, in Francia, con Cheryl Plaza, ragazza di Trinidad e sua compagna di lungo corso. A Londra vivevano in una bellissima casa ad Hampstead, divisa con il figlio di lei, avuto da una precedente relazione e in pratica adottato dall’ex capitano dell’Arsenal.
La Francia. Quando arrivarono dal Senegal, i tre Vieira si stabilirono in un affollato appartamento nel quartiere Trappes, fuori Parigi, non lontano da Versailles. Allora, primi anni Ottanta, era un posto ruvido ma ancora non eccessivamente pericoloso. Oggi è diventato una specie di polveriera dove la commistione di razze e religioni non sembra aver funzionato a dovere.
L’Africa. «La mia identità africana aumenta con il passare del tempo, diventa sempre più importante. Quando abbiamo lasciato il Senegal, gli inizi sono stati molto difficili. Almeno parlavamo la stessa lingua, ma lasciarsi alle spalle la famiglia, gli amici, le abitudini, la cultura africana, il modo di vivere, in pratica tutto ciò che conoscevo, non è stato facile. In questi casi non sai dove stai andando, ma impari a conoscerti, a diventare più forte».
Il Senegal. Dopo averlo lasciato nel 1984, Vieira vi è tornato per la prima volta nel 2003, un viaggio emozionante alla scoperta delle proprie radici, per aprire una scuola calcio. «Era importante per me riconnettermi con il Senegal, tornarci portando qualcosa, in questo caso il progetto Diambars. Gli africani emigrati in Europa che tornano a casa non lo fanno mai a mani vuote, e per me è stato lo stesso, almeno in senso ideale».
Il progetto Diambars. Lanciato nell’estate 2003, è oggi in pieno sviluppo grazie alla continua raccolta fondi operata in prima persona da Vieira. Si tratta di un centro di formazione che abbina calcio e studio ed è riservato a una cinquantina di bambini. La parola Diambars in lingua Wolof vuol dire “guerrieri”, nel senso più nobile del termine. La sede è a Saly, centro della costa senegalese un’ottantina di chilometri a nord di Dakar. Vieira è il fondatore dell’accademia, insieme agli ex giocatori Bernard Lama e Jimmy Adjovi Boco. «Normalmente chi in Africa lancia delle scuole calcio lo fa solo a scopo di lucro, per vendere i giocatori. Non si pensa all’istruzione dei bambini, ai danni provocati da distacchi spesso brutali dalle famiglie e dalle proprie radici. Il calcio in Senegal è importantissimo, e noi vorremmo usarlo come mezzo di insegnamento e di formazione per i bambini. Vorrei far loro capire che solo lavorando duro si possono ottenere risultati. All’inizio ne sono arrivati alcuni che non sapevano leggere e scrivere. I progressi sono stati evidenti. Ora tutti leggono e scrivono, anche le loro storie. E giocano a calcio. Gli paghiamo l’università in Europa, e se non riescono a diventare calciatori, strada che è sempre decisamente complicata, avranno comunque l’istruzione e potranno tomare a casa con qualcosa in mano».
 

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