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Mark Iuliano

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iuliano.jpg

 

 

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Mark_Iuliano

 


Esordisce in serie B con la Salernitana, nella stagione 1990-91 ma non riesce ad evitare la retrocessione in serie C1. Lallenatore Giovanni Simonelli decide di lanciare, definitivamente, i giovani cresciuti nella società come De Palma, Grassadonia ed, appunto, Iuliano. I granata concludono la stagione settimo posto, ma Mark guadagna ugualmente la promozione, con il trasferimento al Bologna che milita in serie B.

È un piccolo gioiello, ha venti anni tutti da spendere ed Eugenio Bersellini non ha dubbi quando deve fare scelte precise: 24 presenze portano alla ribalta questo giocatore duro, difficile da superare frontalmente e sulle parabole alte. Nella città felsinea gioca, a centrocampo, Gianluca Pessotto: si ritroveranno più tardi nella Juventus. Ma il Bologna non fa più tremare il mondo da tempo, al DallAra tremano solo i tifosi rossoblu, che vedono la squadra finire in serie C.

Mentre la società rossoblu ricomincia da Gazzoni, Reja e Pecci, Iuliano passa al Monza, ancora in serie B. Nedo Sonetti, però, non riesce a fare miracoli: la formazione, pur presentando elementi interessanti come Artistico e Brambilla, scivola sempre più verso il fondo della classifica. Alla fine della stagione 1993-94, per Iuliano è nuovamente serie C.

La Salernitana, che nel frattempo ha trovato un nuovo assetto tecnico con larrivo in panchina di Delio Rossi, richiama Mark, che deve recuperare anche una condizione fisica precaria rimediata a Bologna. Rossi ne fa il jolly della difesa che, per due anni, si regge sulla tempra fortissima di questo calciatore.

Nel 1996-97 arriva la grande occasione: lo chiama la Juventus, che gli infila addosso la maglia numero tredici e lo fa volare verso lo scudetto, la Supercoppa Europea e la Coppa Intercontinentale. Dopo tante retrocessioni, Mark viene letteralmente scaraventato nel football mondiale.

«Non dimenticherò mai il mio esordio juventino», racconta, «è avvenuto al Delle Alpi, contro il Manchester in Champions; lo stadio pieno, le maglie rosse dei Red devils, noi che vincevamo e loro che attaccavano per recuperare. Lippi mi dice di togliermi la tuta; le gambe mi tremavano, sarebbe sciocco non ammetterlo, ma poi, quando sono entrato in campo, tutto è passato ed ho cercato di dare il meglio, aiutato anche dal fatto che sono un tipo tranquillo. È stata una stagione straordinaria; vinciamo lo scudetto con un mio goal a Bergamo, vinciamo la Coppa Intercontinentale, la Supercoppa Europea. Peccato solo per la finale di Monaco; per me, è un ricordo bellissimo, considerato che lanno prima giocavo in serie B, ma anche bruttissimo, perché la partita andò molto male. Merito al Borussia, certo, ma sono convinto che, se giocassimo altre dieci volte quella partita, non la perderemmo più».

Il 5 settembre 1998, Dino Zoff, commissario tecnico della Nazionale, lo fa esordire allo Anfield Stadium di Liverpool contro il Galles. Vincono gli azzurri per 0 a 2, con reti di Fuser e Vieri. Zoff inserisce Iuliano in una difesa a quattro, con Panucci che gioca nel Real Madrid, Cannavaro del Parma e Pessotto arrivato anchegli alla Juventus. Per i presunti bomber Blake e Hughes è una brutta giornata, non vedono palla.

La concorrenza di Panucci, Nesta, Torricelli e dellanziano ma sempre valido Ferrara, costringe Mark a limitare i momenti di gloria. Zoff lo ripesca per lamichevole contro il Belgio (1 a 3) a Lecce ed, in pratica, gli consegna un ruolo di titolare sicuro per gli Europei del 2000. Nella sfortunata finale al Golden Goal contro la Francia, il 2 luglio, allo stadio Feyenoord di Rotterdam, timbra il cartellino dellundicesima presenza.

Smaltita la delusione, si rituffa nel campionato; per la Juventus e per Mark, sono nuovi trionfi. Mark non è più titolare fisso, ma la sua parte la fa sempre, fino al 2005 quando, dopo aver indossato per ben 286 volte la maglia bianconera ed aver realizzato 7 reti, decide di emigrare in Spagna, al Mallorca di Cuper.

«A Torino sono cresciuto e diventato uomo, grazie alla società ai tifosi ed ai miei compagni di squadra; i miei anni in maglia bianconera, durante i quali ho vinto tutto, saranno sempre i miei ricordi più belli. Dopo la Juventus non aveva senso giocare in Italia con unaltra maglia, non mi sembrava giusto e non avevo gli stimoli necessari; ho scelto la Spagna, lottando per la salvezza e riuscendo a conquistarla, dopo notevole difficoltà».

Lavventura spagnola, per Mark, dura poco e lanno successivo si trasferisce a Genova, sponda Sampdoria; al termine della stagione 2005-06 scende in Sicilia, per vestire la maglia giallorossa del Messina.



http://ilpalloneracconta.blogspot.com/2007/08/mark-iuliano.html

 

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Ex-Juventus Defender Mark Iuliano: "Inter's Antonio Conte & Real Madrid's  Zinedine Zidane The Best Coaches Around"

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Iuliano's Juventus Match Shirt, Champions League 2001/02 - CharityStars

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Mark_Iuliano

 

 

Nazione: Italia 20px-Flag_of_Italy.svg.png
Luogo di nascita: Cosenza
Data di nascita: 12.08.1973
Ruolo: Difensore
Altezza: 187 cm
Peso: 83 kg
Nazionale Italiano
Soprannome: -

 

 

Alla Juventus dal 1996 al 2005

Esordio: 11.09.1996 - Champions League - Juventus-Manchester United 1-0

Ultima partita: 19.11.2004 - Coppa Italia - Atalanta-Juventus 2-0

 

277 presenze - 7 reti

 

4 scudetti

3 supercoppe italiane

1 supercoppa Uefa

1 coppa intercontinentale

1 trofeo intertoto

 

Vicecampione d'Europa 2000 con la nazionale italiana

 

 

Mauro Franco Fausto Mark Iuliano (Cosenza, 12 agosto 1973) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore.

 

Mark Iuliano
Iuliano - Salernitana.jpg
Iuliano alla Salernitana nei primi anni 1990
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 187 cm
Peso 83 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex difensore)
Termine carriera 18 marzo 2012 - giocatore
Carriera
Giovanili
1979-1988 600px vertical HEX-7BLC20 White.svg Campagna
1988-1990   Salernitana
Squadre di club
1990-1992   Salernitana 30 (0)
1992-1993   Bologna 24 (1)
1993-1994   Monza 16 (0)
1994-1996   Salernitana 54 (1)
1996-2005   Juventus 277 (7)
2005-2006   Maiorca 29 (4)
2006   Sampdoria 4 (0)
2006-2007   Messina 21 (0)
2008   Ravenna 10 (2)
2010-2012 Bianco e Nero.svg San Genesio 15 (7)
Nazionale
1998-2002 Italia Italia 19 (1)
Carriera da allenatore
2012-2014   Pavia Allievi Naz.
2014-2015   Latina Primavera
2015   Latina  
2017   Como  
2017   Partizani Tirana  
2018   Udinese Vice
Palmarès
 
UEFA European Cup.svg Europei di calcio
Argento Belgio-Paesi Bassi 2000

 

Carriera

Giocatore

Club

Gli inizi, Salernitana

Iuliano inizia la sua carriera professionistica nella Salernitana, dopo aver militato nelle giovanili del Real Campagna, società calcistica di Campagna, città della provincia di Salerno dove è cresciuto, pur essendo di origini calabresi. Con i granata, militanti in Serie B, esordisce in prima squadra il 21 aprile 1991 contro il Messina (1-1). Nella stagione 1991-1992, con la società salernitana retrocessa in C1, viene spostato dall'allenatore Tarcisio Burgnich da terzino a difensore centrale, collezionando infine ventisette presenze stagionali. Dopo due stagioni tra Bologna e Monza fa ritorno a Salerno nell'annata 1994-1995, dopo che i granata aveva acquisito la promozione in cadetteria. Rimane a Salerno per altre due stagioni, nelle quali l'allenatore Delio Rossi ne fa il jolly della difesa salernitana.

Juventus

Nel 1996 approda alla Juventus, campione d'Europa in carica, esordendo con i bianconeri in occasione della prima partita della fase a gironi di Champions League contro il Manchester United. Alla prima stagione a Torino, pur facendo parte delle seconde linee, trova una buona continuità d'impiego: il 23 maggio 1997, alla penultima giornata di campionato, trova il suo primo gol in maglia bianconera, quello del definitivo 1-1 contro l'Atalanta che assegna matematicamente lo scudetto alla Juventus. Cinque giorni dopo viene impiegato titolare nella finale di Champions League persa 3-1 contro i tedeschi del Borussia Dortmund.

 

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Iuliano in azione alla Juventus nella stagione 1997-1998

 

Nella stagione successiva, causa il grave infortunio che estromette Ciro Ferrara al giro di boa del campionato, Iuliano diventa definitivamente titolare nel girone di ritorno ed è tra i protagonisti della riconferma dello scudetto. Il suo nome rimane tuttavia legato a livello mediatico — «scherzando, dico che mi ha reso immortale» — al body check, ovvero un intervento difensivo col busto, su Ronaldo nel derby d'Italia contro l'Inter del 26 aprile 1998, con le due squadre in lotta per il titolo: l'episodio, su cui l'arbitro Piero Ceccarini non ravvisa gli estremi per la concessione di un calcio di rigore, fa montare il malcontento della società milanese e provoca di riflesso le stizzite repliche di quella torinese, scatenando accese discussioni sui media nazionali e finanche in parlamento, sfiorando una crisi istituzionale ai vertici della Federcalcio. Col secondo scudetto consecutivo incamerato due giornate dopo, nei giorni seguenti Iuliano disputa anche la seconda finale consecutiva di Champions League, che i bianconeri perdono 0-1 contro gli spagnoli del Real Madrid.

 

Dopo un periodo interlocutorio, nella prima metà dei 2000 la Juventus ritorna al successo in campionato, conquistando due scudetti di fila (2001-2002 e 2002-2003) ma perdendo ancora una volta la finale di Champions League, stavolta contro i rivali del Milan, partita a cui Iuliano non prende parte. Al termine della stagione 2004-2005, Iuliano, non più titolare fisso, decide di lasciare la Juventus, dopo otto stagioni e mezzo, 178 presenze in campionato, 7 gol, 4 scudetti, 3 Supercoppe italiane, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa UEFA e una Coppa Intertoto.

Ultimi anni

Nel 2005 decise di emigrare in Spagna, al Maiorca di Cuper. L'avventura spagnola, per il difensore, dura poco e nel mercato invernale fa ritorno in Italia trasferendosi alla Sampdoria. Svincolato dopo l'esperienza a Genova, il 31 agosto 2006 viene ingaggiato dal Messina, con cui rimane fino al 2007.

 

Nella sessione del mercato invernale di quell'anno, infatti, si trasferisce al Ravenna in Serie B. Durante la stagione 2007-2008, però, in seguito a un controllo antidoping al termine del derby col Cesena, nella quale si giocava solo per l'onore delle maglie, dato che entrambe erano già retrocesse matematicamente, viene trovato positivo al test antidoping per benzoilecgonina (metabolita della cocaina). A causa di ciò, Iuliano viene condannato a due anni di squalifica e al risarcimento di 10 000 euro alla società romagnola per danni d'immagine.

 

Una volta scontata la squalifica, torna a giocare nell'estate 2010 indossando la maglia del San Genesio nel campionato lombardo di Prima Categoria, con cui vince il campionato 2010-2011 con sei turni di anticipo. Il 14 marzo 2012 annuncia il ritiro dal calcio giocato, all'età di 38 anni, a causa dei numerosi problemi fisici accusati.

 

In carriera ha totalizzato complessivamente 212 presenze e 7 reti in Serie A e 94 presenze e 2 reti in Serie B.

Nazionale

Debutta in Nazionale maggiore, sotto la gestione del C.T. Dino Zoff, il 5 settembre 1998 nella partita Galles-Italia (0-2), gara di qualificazione ai Europei 2000. Convocato per la fase finale del torneo, Iuliano gioca tutte le partite dell'Italia, compresa la sfortunata finale contro la Francia persa al golden gol. Rimane in Nazionale anche durante il primo biennio di Giovanni Trapattoni che lo convoca per i Mondiale 2002, dove colleziona una presenza, quella negli ottavi di finale contro i padroni di casa della Corea del Sud che determina l'eliminazione degli azzurri.

 

Conclude la sua avventura in Nazionale maggiore con il bottino di 19 presenze, l'ultima delle quali in amichevole contro la Turchia nel 2002, e 1 gol, quello segnato nell'amichevole contro il Portogallo nel 2000.

Allenatore

Il 10 dicembre 2012 inizia a frequentare a Coverciano il corso di abilitazione per il master di allenatori professionisti Prima Categoria-UEFA Pro. Nella stessa stagione inizia a farsi le ossa allenando gli allievi nazionali del Pavia. Ritorna agli onori della cronaca all'indomani della sfida Novara-Pavia, conclusasi sul 6-1 per i padroni di casa. Secondo le motivazioni del giudice sportivo "al termine dell'incontro (Iuliano) entrava nello spogliatoio dell'arbitro e lo insultava e minacciava di morte ripetutamente, accusandolo di aver proferito frasi razziste nei confronti di un proprio giocatore". Alcuni dirigenti riescono ad allontanare l'allenatore del Pavia, che in seguito smentisce di aver insultato e minacciato l'arbitro e dichiara che tutto è accaduto perché l'arbitro aveva insultato un calciatore del Pavia, che aveva chiesto al direttore di gara chiarimenti per un fallo non fischiato, ricevendo in risposta dall'arbitro un insulto razzista. Il giudice sportivo infligge una pena di 6 mesi di stop e un'ammenda di 250 euro nei confronti di Iuliano.

 

Nel 2014 diventa tecnico della Primavera del Latina. Il 4 gennaio 2015 viene nominato allenatore della prima squadra sostituendo l'esonerato Roberto Breda.

 

Il 29 maggio seguente viene confermato per un'altra stagione, dopo una convincente annata sulla panchina dei latinensi; tuttavia viene esonerato dalla società il 2 novembre dello stesso anno, dopo la sconfitta col Brescia.

 

Il 26 maggio 2017 diventa inizialmente il nuovo tecnico del Como, militante in Lega Pro; tuttavia la squadra non porta a termine l'affiliazione alla FIGC, venendo quindi esclusa il successivo 30 giugno dai campionati professionistici. Passa quindi agli albanesi del Partizani Tirana il 26 luglio 2017. Viene eliminato al primo turno preliminare di Europa League dai bulgari del Botev Plovdiv. Il 6 novembre rescinde consensualmente il contratto con la squadra, al sesto posto in campionato dopo nove giornate.

 

Il 24 aprile 2018 diviene l'allenatore in seconda dell'Udinese, agli ordini dell'ex compagno di squadra Igor Tudor.

Palmarès

Giocatore

Club

Competizioni nazionali
220px-Juventus_FC_-_Supercoppa_italiana_
 
Peruzzi, Iuliano e Rampulla festeggiano il trionfo della Juventus nella Supercoppa di Lega 1997
Competizioni internazionali
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Peruzzi, Iuliano, Tacchinardi, Zidane, Lombardo, Del Piero, Porrini, Di Livio e Dimas celebrano i trionfi della Juventus nel 1996 in coppa Intercontinentale.

Onorificenze

Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana
  — Roma, 12 luglio 2000. Di iniziativa del Presidente della repubblica.

 

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«Mi fanno la stessa domanda da vent’anni. Al supermercato, in banca, dal dentista. Una volta all’aeroporto mentre facevo pipì. Siamo caduti insieme. In alcuni casi, è stato dato anche sfondamento. In un’azione così veloce, pochi avrebbero fischiato il rigore: io no, perché sono tifoso juventino. Nessuno ricorda nient’altro, né che l’anno prima segnai il goal scudetto all’Atalanta. Restiamo solo io, Ronnie e il replay. Scherzando, dico che mi ha reso immortale».
Mark Iuliano ricorda sorridendo quell’episodio che, come capita a volte nel calcio (basti ricordare Turone e il suo goal fantasma), ha caratterizzato tutta una carriera. La sua grande occasione arriva nell’estate del 1996: lo chiama la Juventus, che gli infila addosso la maglia numero tredici e lo fa volare verso lo scudetto, la Supercoppa Europea e la Coppa Intercontinentale. Dopo tante retrocessioni, Mark è letteralmente scaraventato nel football mondiale.
«Non dimenticherò mai il mio esordio juventino – racconta – avvenuto al Delle Alpi, contro il Manchester in Champions; lo stadio pieno, le maglie rosse dei Red Devils, noi che vincevamo e loro che attaccavano per recuperare. Lippi mi dice di togliermi la tuta; le gambe mi tremavano, sarebbe sciocco non ammetterlo, ma poi, quando sono entrato in campo, tutto è passato ed ho cercato di dare il meglio, aiutato anche dal fatto che sono un tipo tranquillo. È stata una stagione straordinaria; vinciamo lo scudetto con un mio goal a Bergamo, vinciamo la Coppa Intercontinentale, la Supercoppa Europea. Peccato solo per la finale di Monaco; per me, è un ricordo bellissimo, considerato che l’anno prima giocavo in Serie B, ma anche bruttissimo, perché la partita andò molto male. Merito al Borussia, certo, ma sono convinto che, se giocassimo altre dieci volte quella partita, non la perderemmo più».
Smaltita la delusione, per la Juventus e per Mark, sono nuovi trionfi. Non è più titolare fisso, ma la sua parte la fa sempre. È difensore arcigno, estremamente pratico anche se poco bello da vedere. Si disimpegna a dovere in qualsiasi ruolo arretrato, sia che si giochi a tre, a quattro o a cinque. Il suo avversario non ha certamente vita facile per liberarsi dalla sua ferrea marcatura. Nell’estate del 2005, dopo aver indossato per ben 286 volte la maglia bianconera, aver realizzato sette reti e aver vinto ben otto trofei, decide di emigrare in Spagna, al Mallorca di Cuper.
«A Torino sono cresciuto e diventato uomo, grazie alla società ai tifosi e ai miei compagni di squadra; i miei anni in maglia bianconera, durante i quali ho vinto tutto, saranno sempre i miei ricordi più belli. Alla Juventus ho imparato a gestire le sconfitte: tre finali di Champions, uno scudetto sfumato sotto la pioggia a Perugia due mesi prima dell’Europeo svanito al Golden-Gol. Ma noi non abbiamo mai pianto. Ecco, alla Juve ho vinto tanto e ho imparato a perdere. Dopo la Juventus non aveva senso giocare in Italia con un’altra maglia, non mi sembrava giusto e non avevo gli stimoli necessari; ho scelto la Spagna, lottando per la salvezza e riuscendo a conquistarla, dopo notevole difficoltà».
«Mio figlio è stato un grande difensore – racconta il padre Alfredo al sito Valderrama.it – non ha avuto la stampa favorevole di cui godevano altri grandi centrali di quegli anni. Non era considerato come Cannavaro, Nesta o Montero. Tuttavia ha giocato stagioni intere allo stesso livello di questi campioni idolatrati da tutti. Faceva parte della grande scuola dei difensori italiani degli anni Novanta. Ha segnato il goal scudetto a Bergamo, nel 1997. Nel centesimo anno della Juventus. Mio figlio è l’uomo che ha consegnato ai bianconeri lo scudetto del centenario. Noi possiamo anche essere empirici e razionali ma credo che il destino ci sia. Qualcosa di inafferrabile per la mente umana. Mark arriva da Campagna, dove non c’era neanche una scuola calcio e fa il goal del centenario. È stata veramente una favola. Una bella favola».

 

https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2012/08/mark-iuliano.html

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