Vai al contenuto
Accedi per seguire   
bidescu

Daniele Fortunato

Recommended Posts

Joined: 31-Jul-2006
898 messaggi

A me piaceva.

Senso tattico e intelligenza calcistica, qualche gol. Gregario di lusso. Nulla in meno dei futuri Torricelli, Pessotto, Di Livio, Birindelli che hanno fatto la foruna della Juve anni 90.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 07-Oct-2007
900 messaggi

magari era un p

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 07-Oct-2007
900 messaggi

Daniele Fortunato,

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 04-Apr-2006
130784 messaggi
Inviato (modificato)

  158294740_juve1989.png.42800fa7d31171c343725403ab83d426.png  DANIELE FORTUNATO 

 

67 foto e immagini di Daniele Fortunato - Getty Images

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Daniele_Fortunato_(calciatore_1963)

 

 

Nazione: Italia Italia
Luogo di nascita: Samarate (Varese)
Data di nascita: 08.01.1963

Ruolo: Centrocampista
Altezza: 181 cm
Peso: 79 kg

Soprannome: -

 

 

Alla Juventus dal 1989 al 1991

Esordio: 23.08.1989 - Coppa Italia - Cagliari-Juventus 0-1

Ultima partita: 19.05.1991 - Serie A - Juventus-Pisa 4-2

 

62 presenze - 5 reti

 

1 coppa Italia

1 coppa Uefa

 

 

Daniele Fortunato (Samarate, 8 gennaio 1963) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista.

 

 

Daniele Fortunato
Fortunato Daniele.jpg
Fortunato all'Atalanta a fine anni 80
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 181 cm
Peso 79 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera 1997 - giocatore
Carriera
Giovanili
1978-1980   Legnano
Squadre di club
1980-1985   Legnano 141 (8)
1985-1987   Lanerossi Vicenza 61 (5)
1987-1989   Atalanta 68 (9)
1989-1991   Juventus 62 (5)
1991-1992   Bari 23 (2)
1992-1994   Torino 59 (4)
1994-1997   Atalanta 88 (6)
Carriera da allenatore
2000-2001   Napoli Vice
2001-2003   Cosenza Vice
2004-2007   Cuneo  
2007-2008   Ivrea  
2008   Pergocrema  
2010-2011   AlbinoLeffe Vice
2011-2012   AlbinoLeffe  
2014-2015   Beira-Mar  
2015-2016   Vicenza Primavera
2019-2020   Arzignano Valchiampo Berretti

 

Carriera

Giocatore

220px-Associazione_Calcio_Legnano_1983-8
 
Fortunato (in piedi, secondo da sinistra) nel Legnano 1983-1984

 

Cresciuto calcisticamente nel Legnano, con cui in cinque stagioni ottenne una promozione in Serie C1, si trasferì nell'estate del 1985 al Lanerossi Vicenza, in Serie B, dove rimase due per stagioni.

 

Nel 1987 passò all'Atalanta, società con la quale nella stagione 1987-1988 ottenne la promozione in Serie A e raggiunse la semifinale di Coppa delle Coppe.

 

Venne quindi ceduto nel 1989 alla Juventus per 6 miliardi di lire. A Torino partecipò nella stagione 1989-1990 alla conquista del double continentale composto da Coppa Italia e Coppa UEFA, tuttavia non riuscì a ritagliarsi spazi importanti anche a causa di due brutti infortuni, venendo così dirottato nel 1991 al Bari che lo acquista per 4,35 miliardi di lire.

 

Giocò poco anche in Puglia e tornò quindi in Piemonte, stavolta sponda Torino, vincendo con la squadra allenata da Emiliano Mondonico anche la Coppa Italia 1992-1993.

 

Dalla stagione 1994-1995 tornò a giocare per l'Atalanta, dove ottenne un'altra promozione dai cadetti alla massima serie.

Allenatore

Al termine della carriera ha intrapreso quella da allenatore, inizialmente come vice proprio di Mondonico al Cosenza e al Napoli, poi assumendo incarichi in società di categorie minori, tra cui il Cuneo e l'Ivrea: a Cuneo è rimasto per tre stagioni (dal 2004 al 2007) riuscendo a centrare una promozione in Serie C2, una semifinale play-off per salire in C1 e una finale di Coppa Italia di Serie C; a Ivrea invece è riuscito a portare la squadra ad un passo dai play-off. Il 9 giugno 2008 è stato ingaggiato come allenatore del Pergocrema, neopromosso in Prima Divisione, per la stagione 2008-2009, venendo però esonerato dall'incarico il 14 ottobre dello stesso anno.

 

Il 9 luglio 2010 viene ingaggiato dall'AlbinoLeffe, ancora come allenatore in seconda di Mondonico; tra il 29 gennaio e il 14 febbraio 2011 gli viene inoltre affidata la guida della prima squadra a causa della temporanea rinuncia di Mondonico per motivi di salute. Il 17 giugno seguente, dopo che Mondonico (a stagione conclusa con la salvezza ai play-out contro il Piacenza) lascia definitivamente l'incarico per curarsi, Fortunato viene nominato nuovo allenatore dei lombardi; il 28 gennaio 2012 viene esonerato al termine della sconfitta casalinga contro il Bari (0-2) e sostituito da Sandro Salvioni.

 

Il 30 gennaio 2014 diventa allenatore del Beira-Mar, nella seconda serie portoghese, riuscendo a portare la formazione lusitana alla salvezza con varie giornate d'anticipo. Il 30 giugno 2015 diventa allenatore della formazione Primavera del Vicenza, concludendo la stagione con un 13º posto. Per la stagione 2019-2020 viene chiamato alla guida della formazione Berretti del Arzignano Valchiampo.

Palmarès

Giocatore

220px-Juventus_Football_Club_1989-1990.j
 
Fortunato (in piedi, secondo da sinistra) nella Juventus artefice del double continentale 1989-1990

Competizioni nazionali

Competizioni internazionali

Allenatore

Competizioni nazionali

 

Modificato da Socrates

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 04-Apr-2006
130784 messaggi

  158294740_juve1989.png.42800fa7d31171c343725403ab83d426.png  DANIELE FORTUNATO 

 

fortunato%2Bdaniele%2B%25283%2529.jpg

 

 

 

Con quel nome – scrive Adalberto Scemma sul “Guerin Sportivo” del 26 luglio 1989 –, Fortunato deve essere piaciuto un sacco a Giampiero Boniperti. Potenza della scaramanzia. Costretto dall’educazione piemontese a evitare amuleti e chincaglierie napoletane, il presidente della Juventus rincorre da sempre, concedendo parecchio all’ironia, la formula di qualche infallibile rito propiziatorio. Ecco dunque che se il destino gli spiattella davanti un giocatore con fama di portbonnheur, Boniperti non chiede di meglio che ricorrere al più antica dei rituali beneauguranti: gli spalanca le braccia.
Fortunato di nome, ma anche di fatto, a prendere visione dei risultati. A vent’anni, nell’83, ha portato il Legnano dalla C2 alla C1; nell’86 ha centrato con il Vicenza una promozione in A poi negata dalla giustizia sportiva; nell’88 è salito ancora una volta in A con l’Atalanta e nell’89 ha ottenuto con la squadra bergamasca la qualificazione Uefa. Ha lasciato. in poche parole, il segno dappertutto. E se tanto mi dà tanto, grazie anche al nome che si ritrova, ecco che a corroborare valutazioni ben precise di carattere tecnico devono essere intervenute considerazioni più sottili sul filo della scaramanzia. La possibilità, per esempio, di riprendere con l’Atalanta un nuovo fortunato periodo di collaborazione dopo il capitolo miliardario di Cabrini, Marchetti, Scirea, Fanna, Marocchino e così via: l’età, infine, del giocatore. Daniele ha 26 anni, è nel pieno della maturità, non dovrà temere il pericolo dell’ambientamento. E poi 26 è il doppio di 13, numero magico. Tornano i conti, insomma, e si chiude il ciclo dei riti propiziatori in attesa che si riapra quello, certo più caro a Boniperti, delle vittorie calcistiche.
Lui, Daniele Fortunato, si è presentato subito nel segno (e nella filosofia) della Juve. Frasi concrete, meditate promesse, dichiarata voglia di vincere, nessuna concessione ai proclami furenti di Rodomonte. Ha dribblato subito, e con molta destrezza, il problema del ruolo. Libero o centrocampista? «La questione», dice tranquillo, «non mi toglie certo il sonno. Nell’Atalanta ho giocato di preferenza a centrocampo, da play-maker arretrato, ma da libero ho disputato almeno una decina di partite, o perché mancava Progna, o perché così aveva deciso Mondonico. La verità è una soltanto, anche se la frase con cui la esprimo è vecchia come il cucco: nella Juventus sarei disposto a giocare anche in porta, con tutto il rispetto per Tacconi».
C’è il problema, suggeriscono gli ipercritici, di una scarsa propensione per lo sprint. Di struttura piuttosto compatta (è alto 1,81 e pesa 79 chili). Daniele Fortunato è tutto meno che un velocista. Si esprime in progressione con una certa disinvoltura, ma nel gioco corto, quando non basta la potenza ma serve anche il supporto della rapidità, potrebbe evidenziare limiti ben precisi. «Se mi mettessi a smentire questa valutazione», dice, «farei un torto a me stesso. Non sono un bugiardo e non posso certo nascondere l’evidenza. È vero, sono un po’ lento, però non bisogna esagerare considerandomi una lumaca. E poi ci sono alcuni segreti che Giorgi e Mondonico, gli allenatori più bravi che ho avuto nella mia carriera, mi hanno insegnato...».
I segreti di Fortunato non sono figli dell’empirismo ma della logica. «La palla corre più veloce dell’uomo, non ci sono Carl Lewis, o Ben Johnson, che tengano. Bisogna colpirla bene, però. Non bisogna permetterle di andarsene per conto suo. Questione di tecnica? Sissignori. Facendo correre la palla al momento giusto e nel posto giusto si velocizza anche il gioco e si ottiene un risultato che nessuno sprinter al mondo, neppure il più forte di tutti, potrebbe centrare. E siccome la tecnica non mi manca, ecco che arrivo alla Juve tranquillo, senza il timore di deludere troppo le aspettative».
Bruno Giorgi ed Emiliano Mondonico, dunque, alla base della maturazione di Daniele. E lui stesso a dichiararlo ed è un tributo doveroso, come ama ripetere, alla professionalità e anche all’«umanità». dote rara. «Parlare di riconoscenza», dice, «e il minimo che io possa fare. Ma in entrambi i casi mi sono trovato di fronte a personaggi davvero splendidi, due gentiluomini bravissimi anche sotto il profilo tecnico».
A sentire Mondonico, cui spetta il merito di aver garantito a Fortunato la massima valorizzazione, questo ragazzo dalla volontà di ferro e dalle idee concrete, conserva ampi margini di miglioramento. Nonostante l’età e nonostante l’ipotesi di «maturità» che ha ispirato la scelta di Boniperti. «Anno dopo anno», ammette Daniele, «i progressi mi sono apparsi abbastanza evidenti. So come stare in campo, riesco a prevedere le situazioni tattiche che si presentano. Ma in tutta onestà non saprei proprio come valutarmi. Forse sono ancora da scoprire, e non soltanto sotto il profilo tecnico. Dal punto di vista piscologico, per esempio, ho acquisito durante le due ultime stagioni una buona dose di “forza”: ma penso che l’esperienza alla Juve contribuirà a cementarmi il carattere ancora di più. Credo che Mondonico faccia soprattutto un discorso di potenzialità inespresse, quando parla di margini di miglioramento. Un calciatore non si costruisce soltanto con la tecnica ma anche con la motivazione, con l’ambiente, con gli stimoli giusti: è naturale che giocando ai massimi livelli, con obiettivi degni di una squadra di vertice, il rendimento sia destinato a risentirne. Nell’Atalanta, bene o male, non ho mai avuto problemi particolari: l’importante era non perdere, tutto il resto costituiva una specie di optional. Alla Juve, invece, bisogna vincere subito. Quando si perde c’è sempre qualcuno pronto a chiederti il conto».
Ventisei anni fatti a gennaio, nativo di Samarate nei pressi di Varese, cresciuto calcisticamente nel Legnano, Fortunato si presenta a Torino con credenziali sicuramente superiori (l’analisi è di carattere tecnico) a quelle di cui lo gratificano i critici superficiali, abituati a tener conto dell’«effetto popolarità» più che della concretezza. Non è un fuoriclasse ma già in partenza garantisce a Zoff una possibilità di impiego in più direzioni pur nei limiti imposti dalle sue funzioni di centrocampista. Il che rappresenta di per se stesso una rarità considerando gli eccessi di specializzazione che alcuni allenatori della nuova frontiera sembrano propugnare: centrocampista laterale, cursore, interdittore, playmaker, suggeritore e così via. Ma affibbiare a Daniele Fortunato l’etichetta di jolly può essere limitativo. «Sia a Vicenza che a Bergamo», sottolinea Daniele, «mi sono trovato ad affrontare le situazioni tattiche più disparate. Durante la mia prima stagione atalantina, poi, ho potuto sperimentare l’ebbrezza di giocare in Europa: l’esperienza in Coppa delle Coppe, grazie anche al suggerimento di uno come Stromberg, è stata fondamentale. Posso dire soltanto che il calcio di oggi, a mio avviso, consente ampi margini di espressione a giocatori che abbiano un minimo di fantasia. Ripetere in continuazione lo stesso schema, esercitare le stesse funzioni può rappresentare l’anticamera della paranoia. Personalmente preferisco affrontare situazioni nuove, risolvere gli imprevisti. È una questione di stimoli».
Gli stimoli, Daniele Fortunato, ha corso il rischio di perderli tutti due stagioni fa, in occasione della sfortunata parentesi vicentina. «Quello è stato davvero un colpo basso. Dopo aver inseguito un sacco di sogni, dopo una stagione infittita di sacrifici, ci siamo ritrovati in C invece che in A. Avevo 24 anni, un’età “difficile”, nel senso che se non trovi subito il salvagente a portata di mano corri davvero il rischio di perderti, Invece ho avuto la fortuna di incontrare l’Atalanta e di poter ricominciare daccapo. Ma se devo essere sincero la mia convinzione era ormai una soltanto: quella di fare la spola tra la Serie B e la C, a seconda delle circostanze. Si vede che nel calcio non bisogna mai arrendersi davanti a nulla, neppure all’evidenza».
C’è sempre (come Boniperti si sforzerà di non ammettere) una componente scaramantica. Nel caso di Daniele Fortunato il portbonnheur di turno è stato un piccoletto alto appena 1,68, Eligio Nicolini. Gli ha portato buono sia al Vicenza che all’Atalanta ma non potrà seguirlo (anche se non ci sono limiti alla provvidenza) in occasione dell’avventura juventina. «Mi sono simpaticissimi i “tappi”», ride Daniele, «e Nicolini mi mancherà moltissimo. Ma a Torino troverò Rui Barros, che è ancora più piccolo. Andremo d’accordissimo. Ha un carattere che si integra perfettamente con il mio».
Per far compagnia a Daniele (tre anni di contratto, ma lui spera ovviamente di rinnovarlo) si trasferiranno a Torino, da subito, la moglie Cinzia e il piccolo Luca. E se proprio vogliamo tornare alla scaramanzia, osserviamo che per tre ex-atalantini che partono (Cabrini, Magrin e Bodini) ne arriva uno ancora più... Fortunato. Non è Finita. Daniele ha giocato nel Legnano come altri due juventini del passato, lo svedese Palmer e l’olimpionico Emilio Caprile. «azzurro» nel ‘48. Lo stesso Caprile che contribuì a far vincere alla Juve lo scudetto del ‘52. Buon sogno.
 
È un vero jolly, capace tanto di giocare sia a centrocampo quanto in difesa. Ha un unico vero limite, una lentezza davvero esasperante, anche se lui si arrabbia quando glielo fanno notare: «Non capisco questa critica, sinceramente. Non sarò velocissimo, però non ricordo un avversario che mi sia andato via in velocità, né a centrocampo, né in difesa. Credo di avere tempismo e senso della posizione. Ma la verità è che le critiche mi piovono addosso solo quando perdiamo. Se si vince, nessuno si accorge se sono lento o meno. Comunque, se proprio bisogna trovare un difetto al sottoscritto, va bene la lentezza, tanto più che un fulmine di guerra comunque non sono mai stato».
Ha, però, un senso tattico davvero sviluppato da autentica prima fascia, piedi non disprezzabili e intelligenza calcistica sopraffina, testimoniata dalla facilità con la quale si alterna in difesa e a centrocampo e da una non trascurabile confidenza con il gol: «Non sono mai stato un regista, non ne ho le caratteristiche in senso classico. Mi sento un mediano, che cerca di rubare qualche palla all’avversario e rilanciare il gioco. Credo però che il regista non necessariamente debba stare in mezzo al campo: può agire in difesa o là davanti».
La prima stagione in bianconero, sotto la guida di Dino Zoff, non è particolarmente fortunata: «In otto anni di carriera professionistica non mi ero mai fermato. Arrivo alla Juventus e subito va tutto bene, gioco, me la cavo discretamente in campionato e bene in coppa. Poi, a gennaio, la prima tegola e, subito dopo, la seconda. Se la prima volta è stata brutta, la seconda è stata tremenda. Ho temuto per la carriera, lo confesso, avevo paura di non riuscire a recuperare, visto che non ero abituato a infortuni così seri. Ma è stato proprio allora che ho capito tutta l’importanza di essere alla Juventus. Nel senso che devo ringraziare la società, in particolare l’allora presidente Boniperti. Mi sono stati tutti vicini, mi hanno tranquillizzato, mi hanno detto di non avere fretta, di recuperare senza preoccupazioni. Mi hanno fatto capire che c’era bisogno di me. Sì, lo so, possono sembrare cose banali, ma per me era importante sentirmele dire da certi personaggi. Ho capito che la Juventus è il massimo anche per un giocatore infortunato».
Nonostante tutto, Daniele ha la grande soddisfazione di vincere sia la Coppa Uefa, sia la Coppa Italia.
Nell’anno di Maifredi, con una Juventus assurdamente infarcita di punte e mezze punte, l’Avvocato disse: «Con Fortunato in campo mi sento più tranquillo». In effetti, bilanciare quella squinternata banda di frivoli, senza far venire enormi spaventi al povero Tacconi, era un’impresa veramente ardua. Per lui, comunque, 34 presenze e una rete contro il Cesena. Purtroppo, anche un autogol nel derby di ritorno, che causa la sconfitta nella sfida stracittadina. «Può succedere, ma accidenti, mi sono detto, proprio nel derby? Avrei voluto scomparire, smaterializzarmi, ritrovarmi a mille chilometri di distanza!».
La stagione del “calcio champagne” è deludente. «Uno come me non può essere quello che risolve: i risultati si raggiungono tutti assieme, con il sacrificio. Ci siamo sacrificati tutti meno del necessario, ecco la possibile spiegazione di questa annata non positiva».
Nell’estate del ‘91 è ceduto al Bari; con la casacca bianconera totalizza 62 presenze e realizza 5 gol.
 

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per partecipare

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
Accedi per seguire   

  • Chi sta navigando   0 utenti

    Nessun utente registrato visualizza questa pagina.

×
×
  • Crea Nuovo...