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Gianluigi Savoldi (2

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Joined: 04-Apr-2006
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Juventus Logo 3D" Poster by StepupDesign | RedbubbleGIANLUIGI SAVOLDI

 

File:Gianluigi Savoldi - Juventus FC 1970-71.jpg - Wikimedia Commons

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Gianluigi_Savoldi

 

 

Nazione: Italia Italia
Luogo di nascita: Gorlago (Bergamo)
Data di nascita: 09.06.1949

Luogo di morte: Bergamo

Data di morte: 13.04.2008
Ruolo: Centrocampista
Altezza: 178 cm
Peso: 71 kg

Soprannome: Titti

 

 

Alla Juventus dal 1970 al 1973 e dal 1975 al 1976

Esordio: 13.09.1970 - Coppa Italia - Juventus-Arezzo 3-1

Ultima partita: 01.07.1973 - Coppa Italia - Milan-Juventus 1-1

 

52 presenze - 1 rete

 

2 scudetti

 

 

Gianluigi Savoldi, detto Titti (Gorlago, 9 giugno 1949  Bergamo, 13 aprile 2008), è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo centrocampista.

 

 

Gianluigi Savoldi
1970–71 Juventus FC - Gianluigi Savoldi (Edited) (2).jpg
Savoldi alla Juventus nel 1970
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 178 cm
Peso 71 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Centrocampista
Termine carriera 1981 - giocatore
Carriera
Giovanili
19??-19??   Atalanta
Squadre di club
1967-1968    Trevigliese 10 (4)
1968-1969    Viareggio 32 (4)
1969-1970   Atalanta 11 (0)
1970-1973   Juventus 52 (1)
1973-1974    Cesena 28 (3)
1974-1975    Lanerossi Vicenza 30 (2)
1975-1976   Juventus 0 (0)
1976-1979   Sampdoria 62 (4)
1979-1980   Giulianova 33 (5)
1980-1981   Livorno 29 (2)
Carriera da allenatore
1994-1995   Atalanta Giov.ssimi Naz.
????-????   Atalanta Esordienti

 

Biografia

Era fratello minore di Giuseppe e zio di Gianluca, anche loro calciatori. È morto nel 2008, all'età di 58 anni, dopo una lunga malattia.

Caratteristiche tecniche

Giocatore

Centrocampista di buona tecnica, a metà fra una mezzala e una mezzapunta, aveva nella visione di gioco e nel dribbling le sue caratteristiche migliori.

Carriera

Giocatore

170px-Gianluigi_Savoldi.jpg
 
Savoldi al Cesena nel campionato 1973-1974

 

Come il fratello Giuseppe, iniziò la sua trafila nelle giovanili dell'Atalanta, club che a fine anni 1960 lo cedette nelle serie minori per farsi le ossa. Dopo due esperienze in Serie C con le maglie di Trevigliese e Viareggio, tornò brevemente in terra orobica per una stagione poiché nell'estate del 1970, ritenuto un giocatore di buone prospettive, venne acquistato dalla Juventus assieme a un altro giovane bergamasco, Novellini.

Pur facendo parte delle seconde linee bianconere — in particolare, finì chiuso nel suo ruolo principalmente da Capello —, a Torino riuscì al primo anno a mettere assieme il discreto bottino di 11 presenze. Queste diventarono 13 nel campionato 1971-1972, contribuendo da "prima riserva" (subentrando spesso al succitato Capello, a Bettega, a Cuccureddu o a Marchetti) alla vittoria di uno scudetto che alla Vecchia Signora mancava da un lustro, mentre furono solo 6 le apparizioni nel successivo torneo 1972-1973, che pure valsero a Savoldi il secondo tricolore consecutivo.

Nel biennio seguente i piemontesi lo cedettero in prestito dapprima al Cesena e poi al Lanerossi Vicenza, prima di riprenderlo nei propri ranghi nell'annata 1975-1976 senza tuttavia utilizzarlo in gare ufficiali. L'anno dopo arrivò quindi la cessione definitiva alla Sampdoria dove disputò tre campionati sempre da titolare, senza riuscire a riconquistare la massima serie con la squadra blucerchiata dopo la retrocessione del 1976-1977.

Nel 1979 scese di categoria militando nel Giulianova, con promozione in Serie C1 e, la stagione seguente, nel Livorno, club questo ultimo dove, nel 1981, chiuse la carriera agonistica.

Allenatore

Dopo il ritiro allenò per un ventennio nel vivaio dell'Atalanta, conquistando il titolo di campione d'Italia nel 1994-1995 nella categoria "Giovanissimi Nazionali".

Palmarès

Giocatore

Competizioni nazionali

Allenatore

Competizioni giovanili

 

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Juventus Logo 3D" Poster by StepupDesign | RedbubbleGIANLUIGI SAVOLDI

 

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Nato a Gorlago (Bergamo) il 9 giugno 1949 fratello di Beppe “Mister Miliardo”, centravanti del Napoli e del Bologna, cresce nell’Atalanta. Dopo un paio di stagioni trascorse in prestito a Trevigliese e Viareggio, torna in nerazzurro, dove lo preleva la Juventus: «Ho saputo di essere bianconero mentre mi trovavo a Bologna, in caserma – racconta Titti Savoldi – era passata la mezzanotte e stavo dormendo, quando alcuni miei compagni di camerata, che avevano ascoltato poco prima la radio, mi svegliarono con una grande secchiata d’acqua sul viso, comunicandomi la grande notizia. Naturalmente quella notte non si è dormito; festeggiamenti, pacche sulle spalle, il tutto condito da parecchi brindisi a base di birra».
 
GIANNI GIACONE, “HURRÀ JUVENTUS” DELL’AGOSTO 1975
Uno che si chiama Savoldi, oggi, anno domini 1975, estate calcio mercato ancora fresco alla memoria, non può assolutamente essere uno qualunque. E difatti, Savoldi Gianluigi, numero d’ordine il due, e dunque Savoldi secondo, uno qualunque proprio non ci sta a essere. Intanto per questa faccenda del soprannome: Titti, e chissà mai che c’entra «Titti» con Gianluigi, era tanto più semplice soprannominarlo Giangi o Gigi o alla peggio Giangigi. E invece niente, Titti e così sia.
E poi per il personaggio, che non sarà grande epperfino ingombrante quanto quello del fratellone Beppe, ma neppure passa inosservato.
Titti, bene o male (e pensiamo che prevalga nettamente il bene) sta sulla breccia da 5 anni, e se non si può dire che abbia sfondato neppure è giusto dire che in tutto questo tempo sia passato inosservato. State un po’ a sentire il suo curriculum vitae. Arriva alla Juve nell’estate ‘70, l’estate dei grandi arrivi: viene dall’Atalanta, in compagnia di Novellini centravanti ma non troppo, e nessuno sa di preciso dove e come possa giocare nella Juve un tipo come lui. Mezz’ala, dicono, ma mezz’ala di scuola e gusti antichi, più mezza punta che uomo-faro, e poi per questa incombenza già c’è Capello, e dunque manco a parlarne. Eppure né il povero Picchi né il suo «continuatore» Vycpalek se la sentono di mettere in disparte uno come Titti. Non avrà forse, dicono, la stazza e la stoffa del regista, ma qualcosa di buono e di utile per la squadra lo sa pur fare. E anche bene, perdinci. Per esempio, nessuno meglio di lui si presta al ruolo di «jolly» in panca, pronto per l’uso per qualunque titolare in difficoltà.
E a Catania, prima giornata del torneo ‘70-’71 di Savoldi c’è bisogno per la mezz’ora finale, al posto di Bettega affaticato dopo il gol vincente. Altre volte, tocca a Capello, o a Cuccureddu, o a Marchetti, segnare il passo; e allora sotto con Savoldi due. Qualche volta la mossa non è soltanto necessaria, è qualcosa di più, crea premesse di vittoria, manda a gambe all’aria le macchinazioni tattiche delle panchine avversarie. Già, perché sembra facile a parole, ma marcare un tipo come Savoldi che bel bello viene buttato nella mischia non è mica cosa da poco: Titti ha temperamento, è estroso il giusto e talvolta anche qualcosa di più, il suo rapporto col pallone di amicizia confidenziale, per farla breve non è niente facile toglierglielo dai piedi quando l’amico decide di portarlo un po’ a spasso per il campo, illustri difensori rischiano la figuraccia per voler fare i conti col suo dribbling sghembo.
E allora, dirà qualcuno, com’è che un simile artista è sovente dimenticato, e di lui in pratica ci si ricorda soltanto per tappare qualche buco? Semplice, perfino elementare. Non basta dare del tu al pallone per essere professional al massimo grado: si può avere il dribbling di Praest e di Sivori e di Orsi messi assieme ed essere nonostante questo emarginati. Oggi è così. L’oggi del calcio è continuità, raziocinio, magari asetticità e dunque aridità; l’estro serve, per carità, e la mezz’ala dal piede vellutato può essere catalizzatore del gioco. Ma deve al momento buono saper mettere da parte il talento e sgobbare, marcare il terzino che avanza, in una parola lottare su ogni pallone, scordare i ghirigori. Titti Savoldi magari ha capito tutto questo, ma gli riesce difficile far capire a Vycpalek di aver capito, o mamma mia quant’è complicato partorire questa elementare verità.
Undici volte Savoldi è in campo in quel ‘70-’71 di rosei presagi. Può essere molto a patto che l’immediato futuro offra qualcosa di più. Ma il domani, anno ‘71-’72, non fa che ribadire sostanzialmente la situazione tecnica preesistente: la Juve arremba e artiglia alfine lo scudetto numero quattordici, c’è gloria per tutti, sì, anche per Titti Savoldi, che aumenta a 13 i gettoni di presenza, ma è gloria, come dire, più riflessa che diretta. Titti entra nella mischia, forse, nei momenti meno adatti, in quelli più delicati e dunque difficili. Esempio. Super-derby di ritorno, 26 marzo ‘72, Juve con tre lunghezze sui cugini granata secondi e lanciatissimi; da tempo non si registrava un simile equilibrio al vertice fra le tue torinesi. In settimana, Coppa UEFA doppiamente amara per la Juve, che pareggia a Wolverhampton ed esce dalla scena; ma non basta. Haller, che in terra albionica ha riscoperto il gusto delle bevute notturne che contraddistinse più di un suo illustre predecessore bianconero, paga la scappatella con l’esclusione dalla squadra anti-Toro, e il suo posto, per nulla a furor di popolo, viene preso proprio da Savoldi. Vince il Toro, due a uno, è partita furente e al tempo stesso raziocinante quella dei granata, la meno indicata forse per i gusti raffinati e un po’ nostalgicamente demodè di Titti nostro, che difatti non fa sfracelli, e pur non steccando non riesce a sfruttare la grossa occasione offertagli.
Haller può riprendere tranquillo il suo posto, e pilotare la squadra nel difficile cammino verso il titolo. Savoldi, comunque, rientra nel giro a distanza di qualche domenica, e contro l’Inter il suo secondo tempo è valido in assoluto, praticamente senza sbavature. E nel pareggio di Firenze, prologo allo scudetto, Titti veste i panni di Furino squalificato e si fa apprezzare anche per contributo dinamico, oltre che per gli orpelli di cui si impreziosisce la sua pedata. Suvvia, lo scudetto numero quattordici di Madama rende giustizia anche a Titti, che tra coppe e coppette ha messo insieme un più che discreto gruzzolo di presenze.
La prima parentesi juventina di Savoldi si chiude l’anno dopo, ‘72-’73, con un altro scudetto, ma con una flessione di presenze che rendono poco più che episodica la sua milizia bianconera. Fortuna che c’è di mezzo una Coppa Italia ricca di soddisfazioni. Ricordiamo la più bella, la più raffinata. Comunale torinese, tardo pomeriggio di fine giugno, Juve-Bologna partita più di là che di qua, con gente sugli spalti a spellarsi le mani a forza di applausi. Gol come se piovesse, la gente cerca il Savoldi bolognese, già allora al centro del calcio-mercato, e infatti a un certo punto il panzer rossoblu trova un varco e fulmina Zoff. Ma la replica del Savoldi juventino è splendida e crudele. Tre a tre, una manciata di minuti al termine. Corner e mischia in area bolognese, Titti che improvvisamente stacca di testa e infila tra lo stupore generale. È il gol della vittoria juventina, ed è anche (se non andiamo errati) l’unico gol messo a segno da Titti in bianconero, almeno a livello di incontri ufficiali.
Poi il commiato: Cesena, una annata buona e per certi versi ottima, sempre in bianconero e dunque con meno rimpianto per la lontananza. E infine Vicenza, tappa importante e forse determinante per la maturazione di questo professional. Dopodiché Titti è tornato in bianconero: è il Savoldi numero due, e magari non segnerà i gol del fratellone, ma non è un numero due. Ha già vinto due scudetti, da comprimario finché si vuole, ma li ha vinti. E quest’anno può, deve, mostrare il molto che vale. Ha ventisei anni, di tempo per affermarsi in pieno ce n’è d’avanzo.
〰.〰.〰
Nella sua seconda avventura in bianconero, non riesce a mettere insieme neppure uno spizzico di partita e, nell’estate 1976, è definitivamente ceduto alla Sampdoria.
Ci lascia, improvvisamente, il 14 aprile 2008, dopo una lunga malattia.
 

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Joined: 02-Jun-2005
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Ciao Socrates. Come mai il topic su Silvio Longobucco non è stato aperto in questa Sezione? (ci ho provato io ma con scarso successo)

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Joined: 04-Apr-2006
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Inviato (modificato)
21 ore fa, Puma83 ha scritto:

Ciao Socrates. Come mai il topic su Silvio Longobucco non è stato aperto in questa Sezione? (ci ho provato io ma con scarso successo)

Ciao Puma,

Il tuo topic su Longobucco é a pagina 4. https://www.tifosibianconeri.com/forum/forum/92-tutti-gli-uomini-della-signora/page/4/

 

Nelle prime 3 pagine e mezza di questa sezione sono presenti i giocatori a cui sono dedicate le stelle dello Stadium e ai giocatori/staff attuali.

Modificato da Socrates

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Joined: 02-Jun-2005
12692 messaggi
9 ore fa, Socrates ha scritto:

Ciao Puma,

Il tuo topic su Longobucco é a pagina 4. https://www.tifosibianconeri.com/forum/forum/92-tutti-gli-uomini-della-signora/page/4/

 

Le prime 3 pagine e mezza di questa sezione sono dedicate ai giocatori a cui sono dedicate le stelle dello Stadium e ai giocatori/staff attuali.

grazie Socrates

 

 

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