Vai al contenuto
Accedi per seguire   
Socrates

David Trézéguet

Recommended Posts

Joined: 04-Apr-2006
130764 messaggi
Inviato (modificato)

Pin on Juventus FC

 

Modificato da Socrates

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 04-Apr-2006
130764 messaggi
Inviato (modificato)

The legend of David Trezeguet at Juventus Turin - Italy - Abroad - Archyde

Modificato da Socrates

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi
EL GRÁFICO | JUNIO DE 2015

xHxyXer7.jpgZxqHb0Kq.jpgZO6klX8B.jpg

 

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 04-Apr-2006
130764 messaggi

55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png   DAVID TRÉZÉGUET 1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg

 

The second tier odysseys of David Trezeguet at Juventus and River Plate

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/David_Trezeguet

 

 

Nazione: Francia Francia
Luogo di nascita: Rouen
Data di nascita: 15.10.1977
Ruolo: Attaccante
Altezza: 190 cm
Peso: 80 kg
Nazionale Francese
Soprannome: Trezegol - Cobra - Re David

 

 

Alla Juventus dal 2000 al 2010

Esordio: 16.09.2000 - Coppa Italia - Brescia-Juventus 0-0

Ultima partita: 05.08.2010 - Europa League - Juventus-Shamrock Rovers 1-0

 

320 presenze - 171 reti

 

4 scudetti

2 supercoppe italiane

1 campionato di serie B

 

 

Campione del mondo 1998 con la nazionale francese

Campione d'Europa 2000 con la nazionale francese

 

 

 

David Sergio Trezeguet (Rouen, 15 ottobre 1977) è un dirigente sportivo ed ex calciatore francese, di ruolo attaccante.

 

Con la nazionale francese è stato campione del mondo nel 1998 ed europeo nel 2000, nonché campione continentale U-18 nel 1996. Con le maglie di club, tra Argentina, Francia e Italia, ha invece conquistato sei campionati e tre supercoppe nazionali, oltre a due titoli di seconda serie.

Considerato tra i migliori attaccanti al mondo della sua generazione, assurse a punta molto prolifica: in ambito nazionale è il sesto marcatore nella storia dei Bleus con 34 gol, mentre per quanto concerne i club si colloca al 48º posto nella classifica dei marcatori della Serie A — dove si è laureato capocannoniere nel campionato 2001-2002 — grazie alle 123 reti siglate per la Juventus, di cui è inoltre il migliore marcatore straniero con 171 gol. Trezeguet, che in carriera ha superato il traguardo delle 300 reti ufficiali, nel 2004 è stato inserito da Pelé nella FIFA 100.

 

David Trezeguet
David Trezeguet became Save the Dream Ambassador, 2017.jpg
Trezeguet nel 2017
     
Nazionalità Francia Francia
Altezza 190 cm
Peso 80 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Attaccante
Termine carriera 20 gennaio 2015
Carriera
Giovanili
1991-1993   Platense
Squadre di club
1993-1995   Platense 5 (0)
1995-1997   Monaco 2 32 (22)
1995-2000   Monaco 93 (52)
2000-2010   Juventus 320 (171)
2010-2011   Hércules 31 (12)
2011   Baniyas 3 (0)
2011-2013   River Plate 35 (16)
2013-2014    Newell's Old Boys 24 (7)
2014   Pune City 9 (2)
Nazionale
1995-1996 Francia Francia U-18 12 (15)
1996-1997 Francia Francia U-20 14 (12)
1997-1998 Francia Francia U-21 5 (5)
1998-2008 Francia Francia 71 (34)
Palmarès
 
Coppa mondiale.svg Mondiali di calcio
Oro Francia 1998
Argento Germania 2006
UEFA European Cup.svg Europei di calcio
Oro Belgio-Paesi Bassi 2000
Transparent.png Europei di calcio Under-18
Oro Francia-Lussemburgo 1996

 

Caratteristiche tecniche

Prima punta di grande dinamismo, nel corso degli anni ha saputo porre rimedio a una certa incostanza sotto rete che ne aveva contraddistinto gli esordi, affermandosi tra i migliori attaccanti della sua epoca grazie a una «freddezza inconsueta» in area di rigore, come ebbe a dire il suo compagno di nazionale e poi allenatore Didier Deschamps.

Capace di trovare la via del gol nelle maniere più disparate, «di testa o di piede, sotto porta oppure in acrobazia», eccelleva nel colpo di testa ed era dotato di grande potenza nel tiro: in questo senso spiccò il suo gol da fuori area al Manchester Utd nei quarti di finale della UEFA Champions League 1997-1998, realizzato con la maglia del Monaco, che toccò la velocità di 155 km/h.

La sua abilità in fase di finalizzazione ha fatto sì che venisse soprannominato Trezegol e Re David durante la sua militanza nella Juventus.

Carriera

Club

Platense e Monaco

Trezeguet nasce a Rouen, in Francia, da genitori argentini a loro volta con lontane origini transalpine, frutto di antenati che nell'Ottocento erano emigrati in Sudamerica dal sud-ovest della Francia.

Il padre Jorge Ernesto, anche lui calciatore, verso la fine degli anni 1970 aveva fatto temporaneamente ritorno nella terra degli avi militando per tre stagioni nelle file del Rouen, periodo in cui era venuto alla luce il figlio David; una volta conclusa l'esperienza in seno al club normanno, la famiglia Trezeguet era tornata in pianta stabile in Argentina. David cresce quindi a Florida, una città del partido di Vicente López, nella provincia di Buenos Aires, dove trascorre gran parte dell'infanzia e dell'adolescenza e dove inizia ben presto a giocare a pallone, seguendo le orme paterne e guadagnandosi il primo soprannome di El Francés per via dei suoi natali europei Riesce a entrare nelle giovanili del Platense e, all'età di 16 anni, esordisce in prima squadra nel campionato argentino.

 

220px-David_Trezeguet_-_AS_Monaco_1998-9
 
Trezeguet al Monaco nel 1998

 

Desideroso di conoscere il suo paese d'origine, torna in Francia nel 1995, all'età di 18 anni, a seguito del suo ingaggio da parte del Monaco; in precedenza era stato vicino alla firma col Paris Saint-Germain, club tuttavia tiratosi indietro poiché non intenzionato a sobbarcarsi anche l'eventuale mantenimento dei familiari a Parigi. Partito dalle giovanili monegasche e superata qualche iniziale difficoltà di ambientamento, legata principalmente alla lingua, si fa ben presto notare dal tecnico della prima squadra nonché ex nazionale francese, Jean Tigana, il quale lo promuove e gli affida il peso dell'attacco assieme a un altro giovane prospetto, Thierry Henry.

Nella stagione 1999-2000 si fregia da protagonista del titolo nazionale, bissando quello vinto da rincalzo tre anni prima, segnando in totale 60 gol con la compagine del Principato.

Juventus

2000-2004

Nell'estate 2000 viene acquistato, per la cifra di 45 miliardi di lire, dalla Juventus. Esordisce in Serie A nel giorno del suo 23º compleanno, in occasione della vittoria per 2-0 sul Bari, e alla seconda presenza marca la prima rete, nella classica finita 2-2 contro il Milan. La prima stagione a Torino, agli ordini di Carlo Ancelotti, inizialmente lo vede indietro nelle gerarchie dell'attacco, spesso relegato in panchina da Alessandro Del Piero e Filippo Inzaghi; solo nel finale di campionato si impone con maggiore frequenza nell'undici titolare, risultando peraltro il migliore cannoniere della squadra con 14 gol in 25 presenze.

L'annata 2001-2002 è quella della svolta: con il ritorno sulla panchina torinese di Marcello Lippi, e soprattutto dopo la cessione di Inzaghi, Trezeguet è promosso definitivamente a titolare, andando a formare con Del Piero quella che sarà la coppia d'attacco juventina di riferimento del decennio. Il francese vince il suo primo Scudetto laureandosi capocannoniere del campionato, ex-aequo con Dario Hübner, con 24 gol tutti su azione; segna anche 8 gol in Champions League, dove la Juventus si ferma alla seconda fase. Nel 2002 verrà anche premiato con due Oscar del calcio AIC, sia come migliore calciatore straniero del campionato italiano, sia come migliore in assoluto della stagione.

 

220px-David_Trezeguet_-_Juventus_FC_2001
 
Trezeguet in azione alla Juventus nel 2001

 

Nel 2002-2003 vince la Supercoppa italiana, pur non scendendo in campo nella finale di Tripoli contro il Parma perché indisponibile, e un altro Scudetto. È tuttavia una stagione difficile sul piano personale, ricca di infortuni, tanto che deve aspettare il 2003 per tornare al gol; segna comunque 4 reti in Champions League, di cui due nella doppia semifinale contro il Real Madrid. La finale di Manchester contro il Milan si conclude sullo 0-0; la Juventus perde ai tiri di rigore, e Trezeguet è uno dei bianconeri che si fa parare il proprio tentativo dal portiere rossonero Dida. Nella stagione 2003-2004 vince un'altra Supercoppa italiana a New York contro il Milan, ancora ai rigori, realizzando nel primo tempo supplementare il gol dell'1-1 che evita alla squadra bianconera la sconfitta al silver goal. In campionato, pur segnando 16 reti, spesso è vittima d'infortuni; la squadra rimane fuori agli ottavi di finale di Champions League e termina al terzo posto in Serie A.

2004-2007

La seconda parte della stagione 2003-2004 era stata vissuta da Trezeguet come un «separato in casa», per via di sopraggiunti conflitti circa la sua posizione contrattuale, tant'è che l'estate seguente la dirigenza juventina pare intenzionata a liberarsene sul mercato, anche a fronte dell'insofferenza manifestata dal centravanti; tuttavia l'arrivo sulla panchina dei torinesi di Fabio Capello porta a ribaltare la situazione, con l'allenatore friulano che impone la presenza di Trezeguet in squadra, e anzi ne fa un punto fermo del suo undici titolare.

Con questa rinnovata fiducia dell'ambiente, anche nell'annata 2004-2005 il francese, pur se sovente infortunato, non fa mancare il suo contributo sia all'inizio della stagione, quando realizza quattro gol in tre partite contro Brescia, Atalanta e Sampdoria prima di infortunarsi alla spalla, sia alla fine, siglando la rete decisiva nella sfida-Scudetto tra Milan e Juventus: le due squadre, appaiate in testa alla classifica, si affrontano alla quart'ultima giornata a San Siro, dove sono gli ospiti a prevalere (0-1) grazie a un colpo di testa di Trezeguet, il quale sfrutta un assist in rovesciata del suo compagno di reparto Del Piero.

Disputa un'altra stagione positiva nel 2005-2006, nella quale segna molto e vince un altro Scudetto; questo, tuttavia, verrà in seguito assegnato all'Inter dopo la retrocessione d'ufficio della società bianconera, rimasta implicata nello scandalo Calciopoli. Frattanto, a livello personale i 23 gol in campionato, a cui si aggiungono i 6 in Champions League — tra cui il 100º in maglia bianconera, siglato il 14 settembre 2005 al Club Bruges —, lo portano a superare tre mostri sacri nella storia del club, dapprima il connazionale Michel Platini, poi il gallese John Charles e infine il danese John Hansen, nella classifica dei marcatori juventini di tutti i tempi.

Nonostante il sopravvenuto declassamento della squadra bianconera in Serie B, nell'estate 2006, assieme ad altri titolati compagni di squadra quali Buffon, Camoranesi, Del Piero e Nedved, anche Trezeguet decide di rimanere a Torino: «dopo essere tornati dai Mondiali ci siamo incontrati [...]. Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo subito capiti [...], tutti ci sentivamo legati alla società e dovevamo riportarla subito in Serie A». Nel campionato cadetto del 2006-2007 il francese realizza 15 gol, che contribuiscono al primo posto in classifica dei piemontesi e al loro immediato ritorno in massima serie: «sono orgoglioso di essere rimasto e di aver contribuito a quell'impresa».

2007-2010
220px-David_Trezeguet.jpg
 
Trezeguet in maglia bianconera nel 2007

 

Pur a fronte della promozione in massima serie, nell'estate 2007 Trezeguet sembra per la seconda volta in carriera sul punto di lasciare la Vecchia Signora, poiché nel frattempo entrato in rotta con la nuova dirigenza subentrata nel post-Calciopoli, non intenzionata a riconoscergli economicamente la sua posizione di senatore della squadra: una situazione che l'attaccante aveva pubblicamente palesato nell'ultima partita del campionato cadetto, quando, dopo aver siglato il momentaneo pareggio allo Spezia, si era esibito in una polemica esultanza verso la tribuna d'onore dell'Olimpico di Torino mimando il gesto di andarsene. Ciò nonostante nelle settimane seguenti la frattura va a ricomporsi, e il francese può proseguire la sua avventura tra le file bianconere.

Il 25 agosto 2007 segna il primo gol della Juventus al ritorno in Serie A, aprendo le marcature nella vittoria 5-1 sul Livorno della prima giornata, che lo vede assoluto mattatore grazie a una tripletta. Il successivo 23 settembre, durante la 4ª giornata, firma il centesimo gol nel campionato italiano con la maglia bianconera, durante il big match sul terreno della Roma (2-2). Ancora, il 31 ottobre mette a segno la seconda tripletta della stagione nel 3-0 juventino sull'Empoli, che gli consente di raggiungere quota 150 gol con la formazione piemontese. Con 13 gol chiude l'anno solare 2007 in testa alla classifica cannonieri del campionato, e prosegue nel suo ruolino sottorete anche nel girone di ritorno; in particolare, il 22 marzo 2008 contribuisce con un gol alla vittoria dell'atteso derby d'Italia di San Siro contro l'Inter (2-1). Al termine della stagione si piazza al secondo posto nella classifica marcatori della Serie A con 20 gol, a una sola lunghezza dal compagno di squadra e capocannoniere Del Piero.

All'inizio della stagione 2008-2009 viene operato al ginocchio destro per evitare la rottura del tendine rotuleo e risolvere la tendinopatia di cui da tempo era vittima: nell'occasione la prognosi è di quattro mesi. Contemporaneamente i medici riscontrano una piccola lesione anche al ginocchio sinistro e decidono di intervenire chirurgicamente in modo da risolvere i problemi a entrambe le articolazioni in un unico intervento. Fa il suo rientro in campo in occasione della trasferta di Udine, giocando una manciata di minuti. Qualche settimana dopo, il 21 febbraio 2009, torna a segnare su azione (aveva già segnato contro il Napoli in Coppa Italia ai rigori) nella partita contro il Palermo, sua prima partita da titolare dopo 157 giorni; la sua ultima presenza da titolare risaliva al 14 settembre 2008, in Champions League contro lo Zenit San Pietroburgo.

Il 3 settembre 2009 successivo anticipa la sua intenzione di lasciare la Vecchia Signora al termine della stagione, la decima della sua carriera juventina. Nel corso dell'annata, il 7 novembre festeggia il 167º gol con la casacca bianconera, eguagliando Omar Sivori, con il gol del 5-2 nella gara contro l'Atalanta; Il successivo 8 dicembre, nella partita casalinga di Champions League persa 1-4 con il Bayern Mobaco, supera l'italo-argentino siglando la rete nº 168 con la Juventus, traguardo mai raggiunto prima nella società torinese da uno straniero: «non ci si rende bene conto di dove sei e di quello che fai, fino a quando giochi: [...] allora ero solo dispiaciuto perché non avevamo passato il turno. Ora capisco cosa significhi essere davanti a lui, a Charles, a Platini...»

Chiude la sua esperienza in bianconero con la media realizzativa di più di 17 gol a stagione su un arco temporale di dieci anni, per un totale di 171 reti in 320 presenze che lo rendono il migliore marcatore straniero nella storia del club. Nel 2011, tramite un'iniziativa della società bianconera, il francese viene inoltre inserito tra i 50 più rappresentativi calciatori della Juventus di tutti i tempi, venendogli dedicata una stella celebrativa nella Walk of Fame allo Stadium di Torino.

Hércules e Baniyas

220px-Trezeguet_presentaci%C3%B3n_H%C3%A
 
Trezeguet nell'agosto 2010, alla presentazione nell'Hércules.

 

Inizialmente indeciso se proseguire la carriera tra le natìe Francia e Argentina, come palesato nel corso dell'ultima stagione juventina, in seguito cambia piani e il 28 agosto 2010 accetta l'offerta dell'Hércules di Alicante, città natale della moglie. Esordisce contro il Barcellona al Camp Nou, in un incontro poi finito con la vittoria 2-0 della sua squadra. Il primo gol arriva dal dischetto nella gara con il Valencia persa per 1-2, mentre la prima doppietta arriva contro il Siviglia, decisiva per la vittoria finale 2-0. Il 17 ottobre 2010, nella partita contro il Villarreal, arriva anche la prima espulsione per l'attaccante francese, pochi minuti dopo avere siglato il gol del momentaneo vantaggio. Il 12 dicembre realizza invece un pregevole gol di tacco, l'ottavo di questo positivo avvio di campionato, nella vittoria interna per 4-1 contro il Malaga. Il 13 febbraio 2011, con la rete della vittoria per 2-1 contro il Real Saragozza, tocca quota 200 gol in carriera nei vari campionati. Il successivo 15 maggio, nonostante abbia segnato il suo 12º gol stagionale, la sconfitta 1-2 contro l'Atlético Madrid, relega l'Hércules alla retrocessione in Liga Adelante; il 28 dello stesso mese l'attaccante risolve il contratto in essere con il club spagnolo.

Il 30 agosto 2011 si accasa al Baniyas di Abu Dhabi, militante nella UAE Arabian Gulf League, il massimo campionato degli Emirati Arabi Uniti. Alla fine dell'anno rescinde il contratto che lo legava al Baniyas, per via di un infortunio che lo ha tenuto fuori per quasi tutta la stagione; colleziona solo 4 presenze in campionato, senza mai andare in gol.

River Plate, Newell's Old Boys e Pune City

Nel gennaio 2012 torna in patria firmando per il River Plate neoretrocesso in seconda serie. Il successivo 12 febbraio fa il suo esordio contro il Chacarita Juniors, trovando nell'occasione il suo primo gol con la nuova maglia. Il 23 giugno, grazie alla sua doppietta contro l'Almirante Brown, riporta i Millonarios nella massima divisione; a fine partita afferma che la vittoria del campionato è stata «un traguardo più emozionante dell'Europeo conquistato nel 2000». Sono così 13 i gol messi a segno in 19 partite di campionato, nonostante lo scetticismo iniziale con cui era stato accolto l'approdo a Buenos Aires.

 

220px-Tomas_con_su_idolo_Trezeguet_y_su_
 
Trezeguet al River Plate nel 2012, mentre posa con due piccoli tifosi.

 

Il 22 luglio 2013 si accorda con il Newell's Old Boys. Il 1º novembre dello stesso anno, con la doppietta al Colón (SF), raggiunge e supera la soglia dei 300 gol ufficiali in carriera.

Il 27 giugno 2014 annuncia l'intenzione di tornare al River Plate per chiudere lì la sua carriera da calciatore; tuttavia, pochi giorni dopo, i Millonarios dichiarano che il giocatore non rientra nei loro piani per la nuova stagione. Il 30 luglio seguente passa così al club indiano del Pune City, neonata squadra della anch'essa debuttante Indian Super League, allenata dal tecnico italiano Franco Colomba. Con la maglia arancioviola realizza 2 reti in 9 partite, al termine delle quali si ritira definitivamente dall'attività agonistica.

Nazionale

Nel 1996 vince con la nazionale Under-18 l'Europeo di categoria e, solo due anni dopo, nel 1998, diventa campione del mondo con la nazionale maggiore; durante il torneo realizza un gol nel successo per 4-0 contro l'Arabia Saudita nella fase a gironi. Passa ancora un biennio e conquista anche il campionato europeo, un successo che lo vede protagonista grazie al suo golden goal al 102' nei supplementari della finale contro l'Italia. Nella partita successiva, un'amichevole disputata a Marsiglia contro la selezione World Stars, realizza una tripletta nel 5-1 finale per i padroni di casa.

Viene convocato successivamente per il fallimentare campionato del mondo 2002 concluso dai transalpini già al primo turno, in cui non va mai a segno, e per il campionato d'Europa 2004, altra competizione in cui i Bleus deludono venendo eliminati dalla Grecia ai quarti. Durante la manifestazione ha segnato un gol in occasione del pareggio per 2-2 contro la Croazia ai gironi.

Partecipa quindi al campionato del mondo 2006 in Germania, dove però colleziona solo 3 presenze. Subisce infatti l'ostracismo del selezionatore Raymond Domenech, da una parte per questioni tecniche, preferendo questi uno schieramento con Thierry Henry quale unica punta, e dall'altra, secondo speculazioni giornalistiche, per l'ossessivo interesse di Domenech verso l'astrologia e conseguenti, difficili rapporti con Trezeguet e altri giocatori dello scorpione, segno non gradito al tecnico. Nel corso dell'edizione, entrato al 100' nei supplementari della finale contro l'Italia, è tra i rigoristi nell'epilogo dal dischetto: calcia il suo tentativo sulla traversa, errore che risulta decisivo nella sconfitta della sua nazionale.

Al termine della stagione 2007-2008, nonostante le 20 reti siglate, Domenech lo ignora e non lo convoca per la fase finale del campionato d'Europa 2008. Il 9 luglio seguente, a seguito della conferma del tecnico sulla panchina della Francia, annuncia il ritiro dai Bleus. Lascia quindi la nazionale dopo aver vinto un Mondiale e un Europeo, con 71 presenze e 34 reti complessive: all'epoca è il terzo giocatore per numero di gol con la maglia dei Bleus, dietro ai soli Henry e Michel Platini; negli anni seguenti verrà sopravanzato anche da Olivier Giroud, Antoine Griezmann e Karim Benzema.

Dopo il ritiro

Una volta appesi gli scarpini al chiodo, nel 2015 torna alla Juventus dapprima con l'incarico formale di presidente delle Juventus Legends, l'associazione che riunisce tutti i giocatori bianconeri del passato, e poi, dall'8 novembre 2018 al 30 giugno 2021, con il ruolo commerciale di brand ambassador del club.

Nel marzo 2019 viene scelto dall'UEFA tra gli ambasciatori per il campionato d'Europa 2020.

Nel 2021 ottiene l'abilitazione alla professione di direttore sportivo.

Palmarès

Club

Individuale

Onorificenze

Cavaliere della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere della Legion d'onore
  — 25 luglio 1998

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 04-Apr-2006
130764 messaggi

55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png   DAVID TRÉZÉGUET 1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg

 

hi-res-73942398-david-trezeguet-celebrates-his-goal-during-the-match_crop_north.jpg

 

 

 

Il padre George, la mamma Beatrice e la sorella Fabiana sono nati a Buenos Aires; David, invece, nasce a Rouen, in Francia, il 15 ottobre 1977. Il papà, che è stato giocatore professionista, ha militato per quattro stagioni nel Rouen; poi, scaduto il contratto, ha riportato tutta la famiglia in Argentina. Trézéguet cresce nelle giovanili del Platense. All’età di diciassette anni, è chiamato in Francia dal Monaco. «È stato Jean Tigana a scoprirmi e, ritrovarmelo come allenatore, è stato un onore per me. Era uno a cui piaceva il bel calcio ed io mi sono adattato subito al suo sistema di gioco, alla sua mentalità. Al Monaco, però, avevo diciassette anni, mi allenavo con la prima squadra e poi, magari, al sabato andavo in panchina con la prima squadra e la domenica tornavo a giocare con la Primavera».Inizia nel 1995-96 con quattro presenze, prosegue nel 1996-97 con cinque ed esplode nel 1997-98, anno Mundial, con diciotto goal in ventisette partite. Possiede tutte le doti del vero attaccante: controllo, lucidità e senso del goal; fortissimo di testa, calcia indifferentemente con entrambi i piedi. Nell’anno d’oro, il giovane bomber del Monaco segna una tripletta e quattro doppiette. Vince uno scudetto e, con la Nazionale Under 21 francese, diventa Campione d’Europa. Arriva, inevitabilmente, la prima convocazione in Nazionale. L’ex bianconero Didier Deschamps è il suo sponsor più convinto: «Trézéguet ha delle qualità incredibili, in area possiede una freddezza inconsueta. Sarà un grande attaccante».
Debutta il 28 gennaio 1998 contro la Spagna allo Stade de France, al posto di Guivarc’h, il cannoniere dell’Auxerre: «Ho fatto il mio esordio contro la Spagna, sono entrato venti minuti. In otto mesi sono rientrato anche tra i convocati della Nazionale dei Mondiali 1998. È stata dura fino alla fine, perché la lista era composta da ventotto giocatori e poi cinque non sono stati scelti dal Mister. Un colpo duro per quelli che sono andati via, penso che non sia semplice per nessuno. Ho fatto parte di quel gruppo che ha fatto la storia: il Mondiale vinto in Francia, dopo la finale vedere due milioni di persone tutte insieme, senza dimenticarci che la Francia è un posto più particolare, a livello di razzismo, e veder tutti uniti penso sia stata una grandissima vittoria per tutta la Francia».
Dopo i Mondiali del 1998, con i francesi Campioni del Mondo, la carriera di Trézéguet prosegue ancora nel segno del Monaco: trenta presenze e ventidue goal nel 1999-2000, mettono in moto i grandi club italiani. Il padre, che gli fa da procuratore, riceve una timida offerta dal Milan che Campora, presidente del Monaco, non ritiene degna di attenzione.
A questo punto, però, l’Italia è entrata nel cuore e nella testa di David. L’amico Candela gli racconta un paese splendido, un football frequentato dai migliori calciatori del mondo e tante belle donne disposte a concedersi un capriccio con il bomber da copertina. L’ex ragazzo del Platense sogna; quando Candela gli dice che in Italia si giocano partite di campionato di fronte a 50-60.000 spettatori gli si illumina il volto, stenta a crederci, poiché sugli spalti del Monaco non ha mai visto più di 3.000 anime.
Così, inizia a fare delle pubbliche relazioni a mezzo stampa; dice di ammirare Ronaldo e Totti e che il suo modello è Batistuta: «Sono cresciuto con l’immagine di Maradona, i miei primi ricordi sono stati i Mondiali del 1986 in Messico; però devo dire che per il mio posto sicuramente è stato Batistuta quello che mi piaceva di più, perché era un attaccante molto forte, aveva l’immagine del giocatore bello da vedere. Parlando calcisticamente, la cosa più bella che mi è capitata è stato ritrovarlo, lui nella Roma ed io nella Juventus; è stato un momento bello da ricordare perché negli anni passati stavo a guardarlo davanti alla TV».
Alla fine del campionato 2000 arriva la sorpresa; nel futuro di Trézégol non ci sono né Totti né Batistuta, ma Del Piero e la Juventus. Arriva a Torino con in tasca la fresca medaglia d’oro dell’Europeo (grazie al suo Golden-gol contro l’Italia) e con la benedizione di Zidane, che gli ha assicurato mille assist vincenti. Tuttavia, non gli assicura il posto in squadra Ancelotti, che deve difendere il patrimonio della società Del Piero-Inzaghi: «Sono arrivato a ventidue anni in mezzo a tanti attaccanti eccezionali, come Del Piero, Inzaghi, Kovačević, Esnaider, Fonseca; l’importante, all’inizio, era cercare di imparare da loro, avere la fiducia dell’allenatore e di tutto il gruppo».
Trézéguet, all’inizio, accetta le decisioni del tecnico, poi comincia a domandarsi il motivo del suo acquisto; insomma, pesta i piedi, ma senza clamorosi capricci. La soluzione ad Ancelotti la offre Inzaghi, che entra in digiuno volontario del goal. Scocca, dunque, l’ora di David. Il campionato 2001 si conclude sotto il segno della Roma ma anche sotto il segno dei goal firmati dal franco argentino. Di testa o di piede, sotto porta oppure in acrobazia, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Trentadue presenze, quindici goal è il suo bottino; niente male per un debuttante.
Arriva il campionato 2001-02: «Il momento più bello è stato quando ho vinto il primo scudetto con la Juventus, per com’è venuto, all’ultima giornata, con il sorpasso sull’Inter a Udine, in uno stadio pieno; un traguardo che la squadra non riusciva a raggiungere da alcuni anni. Per me, poi, era stata un’annata molto positiva, avevo segnato tanto vinto la classifica dei cannonieri; un obiettivo che uno juventino non raggiungeva da quasi vent’anni, dai tempi di Platini».
Dalla prima all’ultima partita, i suoi goal sono il viatico della Juventus tenacemente protesa al titolo, che manca da troppo tempo. Sua la micidiale doppietta all’esordio contro il Venezia e sua la rete che, il 5 maggio 2002 a Udine, prepara la grande festa. In tutto, ventiquattro prodezze che ne suggellano il titolo di re dei bomber, con l’appendice di nove goal in Champions League.
Nel 2002-03 vince la Supercoppa Italiana da spettatore, perché infortunato e un altro scudetto. È una stagione sfortunata, David è spesso in infermeria, ma ciò non gli impedisce di segnare nove reti in campionato e quattro in Champions League, di cui due nelle due semifinali contro il Real Madrid. La finale di Manchester contro il Milan non regala gioia; dopo una prestazione incolore, Trézéguet si fa parare il suo rigore da Dida e manca, in questo modo, l’appuntamento con la “Coppa dalle grandi orecchie”.
Nel campionato 2003-04 vince un’altra Supercoppa Italiana. La finale si disputa a New York contro il Milan e si decide nuovamente ai rigori dopo che il suo goal aveva salvato la Juventus. Anche questa stagione è caratterizzata dagli infortuni e per la Juventus piena di delusioni; fuori agli ottavi di finale di Champions League, il terzo posto in Serie A è il massimo che riesce ad ottenere.
Nell’estate del 2004 sembra che debba lasciare la Juventus, ma il nuovo allenatore, Fabio Capello lo convince a rimanere. Un infortunio alla spalla lo tiene lontano dai campi di gioco, ma non fa mancare il suo contributo. Tra i suoi quattordici goal, da ricordare quello in rovesciata al Real Madrid negli ottavi di finale di Champions League e quello di testa rifilato al Milan a San Siro, su assist di Del Piero in rovesciata, che consegna lo scudetto alla “Vecchia Signora”.
«Le due reti con il Real Madrid le ricordo per la bellezza, e poi perché il Real Madrid è sempre stata la squadra da battere. Avevamo davanti giocatori come Figo, Ronaldo, Zidane e noi, con le nostre armi, siamo riusciti a fare due partite di un livello straordinario; ho avuto la possibilità di segnare sia all’andata che al ritorno e, per questo, quella con il Real rimane una delle più belle partite della mia carriera. Mi ha deluso tantissimo la finale di Manchester; era quello che ci chiedevano tutti i tifosi, è il mio più grosso rammarico fino a oggi. Mentalmente mi sono detto: ritornerò a giocare una finale. In realtà non ci sono più tornato e, con il tempo, sta diventando un peso, perché la Champions è la competizione più bella, in cui giocano le squadre più forti. Quell’anno, abbiamo vinto il campionato con quasi venti punti in più del Milan e non è vero che il Milan aveva più fame di noi; il Milan non meritava più di noi. Purtroppo i rigori sono una questione anche di fortuna. Io ho tirato, ho sbagliato e mi sono preso le mie responsabilità, ma quello penso che faccia parte del calcio. Ho più rammarico di avere sbagliato questo rigore rispetto a quello del Mondiale, perché questa squadra la sento mia, qui ho vissuto i momenti più belli e più brutti di questa società e, quindi, spero di poter arrivare a disputare un’altra finale di Champions. E se ci sarà un rigore, lo tirerò di nuovo, perché per me sarà una rivincita».
Trézéguet disputa un’altra ottima stagione nel 2005-06; segna ventinove reti e vince l’ennesimo scudetto; le delusioni, come al solito, arrivano dalla Champions League. La Juventus è eliminata dall’Arsenal ai quarti di finale e subisce una violenta contestazione da parte dei propri tifosi. A Bruges, nella partita di Champions, Trézéguet realizza il centesimo goal con la maglia bianconera per poi diventare il miglior bomber straniero nella storia della Juventus, superando tre monumenti del passato bianconero, come Platini, Charles e John Hansen.
Quell’estate, vola in Germania, per disputare i Mondiali; a causa di forti incomprensioni con l’allenatore Raymond Domenech, disputa solamente due partite. Entrato all’undicesimo minuto del primo tempo supplementare della finale contro l’Italia, è tra i rigoristi della partita; il suo tiro colpisce la traversa della porta dell’amico Buffon e la Francia deve dire addio a sogni di gloria: «Ho vissuto un Mondiale molto difficile, perché erano sempre gli stessi undici che giocavano e gli altri erano da parte. Io ho la visione di gruppo diversa; se un gruppo è composto da ventitré giocatori, l’allenatore deve stare più attento a quelli che non giocano. E, in Germania, non era così. Sono dispiaciuto per i miei compagni per il rigore sbagliato. Personalmente, niente di più e niente di meno. È stato, per me, un Mondiale negativo dall’inizio alla fine. Ero dispiaciuto per quei giocatori che erano sempre in campo. Non ho mai sentito la fiducia nei miei confronti e in campo si è anche visto; però, sono rimasto sempre tranquillo perché ho sempre dato il massimo per la Nazionale».
Nonostante la retrocessione in Serie B della Juventus, decide di rimanere a Torino; affitta un palco dello stadio Olimpico, per permettere alla propria famiglia di assistere a tutte le partite casalinghe della squadra bianconera: «Le motivazioni erano poche per me come per gli altri, per la società stessa e per i tifosi. Nessuno meritava di disputare un campionato di Serie B. Però, ci siamo trovati in quella situazione, calcisticamente non è stata un’esperienza né positiva, né negativa. Ci siamo ritrovati dei giovani che l’anno prima erano in Primavera. Abbiamo creato un gruppo molto più umano, perché le aspettative erano diverse; la cosa positiva è che siamo risaliti subito in Serie A».
Non è una grande stagione per David; non sempre riesce a trovare gli stimoli necessari e il suo score è di quindici reti in trentadue partite. Nell’ultima partita stagionale, contro lo Spezia, si rende autore di un gesto polemico verso la società; segnato il goal del momentaneo pareggio, si volta verso la tribuna e, con le mani, fa un gesto che significa: «Ho segnato quindici goal e mi volete mandare via!»
Tutto presuppone che David debba lasciare la Juventus, ma la società, il 25 giugno 2007 la Juventus annuncia il prolungamento del contratto dell’attaccante francese, fino al 30 giugno 2011. Le prime parole dopo la firma sono state: «Ho fatto una scelta decisiva per la mia carriera e per la mia vita». Quasi a confermare queste parole, nella stagione che segna il ritorno in Serie A della Juventus, David mette a segno venti reti, sfiorando la vittoria nella classifica cannonieri, preceduto solamente da Del Piero.
La stagione 2008-09, invece, sarà molto avara di soddisfazioni; causa problemi fisici, David totalizza solamente quindici presenze, saltando quasi tutto il campionato e la Champions League. Anche il bottino delle reti ne risente pesantemente, tanto è vero che riesce a mettere il pallone dentro la rete solamente una volta, contro il Palermo. Per uno come lui, che è abituato a essere sempre in doppia cifra, è un vero e proprio evento: «Non è stato un anno molto positivo per me, soprattutto per via dell’infortunio che mi ha costretto all’operazione, ma per fortuna adesso mi sento molto bene. Poi nella seconda parte del campionato ho avuto qual che problema con Ranieri, che non mi faceva giocare. L’unico aspetto positivo è che ho recuperato alla grande e ora ho tanta voglia di giocare, se non alla Juve in qualche altra squadra che mi dia la possibilità di essere protagonista».
Nonostante queste dichiarazioni, David si presenta puntualmente al ritiro a Vinovo; ma il 3 settembre 2009 rilascia un clamoroso annuncio: «È un anno importante per me, mi piacerebbe finire con una vittoria. Ho deciso di concludere la mia avventura con la Juventus a giugno, ne ho parlato prima con la mia famiglia e abbiamo deciso di tornare a casa. Francia oppure Argentina? Ancora non lo so, dopo dieci anni qui alla Juventus ho fatto la mia storia e credo sia arrivato il momento giusto di lasciare. Il contratto non è un problema, Ciro Ferrara è già al corrente della mia scelta. Nessuno mi ha chiesto di andare via, è una decisione che ho maturato da qualche tempo, mi piacerebbe uscire di scena con un titolo in tasca».
Ma la vita riserva sempre delle sorprese. Basta un goal all’Olimpico di Roma contro la Lazio, per far vacillare David: «È vero, nella mia testa sono cambiate tante cose. È bastato veder rotolare la palla in rete per capire che forse non voglio più cambiare squadra. Sto valutando se non sia meglio, sicuramente più bello, chiudere la carriera qui alla Juventus. Ne ho parlato anche con Alessandro Del Piero. Mi hanno veramente emozionato i miei compagni. Ho rivisto il tutto in televisione, erano più contenti loro che il sottoscritto. Li ho ringraziati a uno a uno, mi hanno fatto sentire veramente importante per questo gruppo».
David ritrova d’incanto la via del goal: segna contro il Genoa, il Bologna, la Sampdoria, il Napoli, l’Atalanta, il Bari. Realizza anche l’inutile rete contro il Bayern, nella partita che costa l’eliminazione dalla Champions League della Juventus. Anche contro il Fulham, in Europa League, il suo goal in apertura non riesce a evitare l’eliminazione della squadra bianconera, con Zaccheroni in panchina al posto di Ciro Ferrara.
Quella che si conclude è l’ultima stagione di David Trézéguet con la Juventus. Infatti, il 21 agosto 2010 arriva la conferma del suo trasferimento alla squadra spagnola dell’Hercules Alicante, città di origine della moglie. Trézégol si toglie, dopo dieci stagioni, la maglia numero diciassette bianconera.
«Dieci anni nella Juve, è stata una grande storia d'amore. Io David Trézéguet resterò per sempre tifoso della Juve. Anzi, il giorno in cui la squadra bianconera vincerà lo scudetto andrò a Torino e chiederò alla famiglia Agnelli di inventare una maglia con la terza stella. E sarò il primo a indossarla. I due titoli che ci hanno tolto sono stati una clamorosa ingiustizia. Lo penso io, lo pensa chi ama la Juve, ma ne sono convinti anche i giocatori dell'Inter con i quali ho parlato. L'ultima Juve riparte quasi da zero. Una scelta coraggiosa. Però bisogna avere il coraggio di dire alla gente bianconera che ci vorrà un po' di tempo per tornare a essere la squadra da battere. Da amico della Juve penso che sarebbe bellissimo riconquistare la Champions e centrare l'Europa League. Sarebbe una stagione da dieci. Lo scudetto è pane per Inter e Milan. È bello vedere Andrea Agnelli presidente. Io sono cresciuto nel mito dell'Avvocato. Quando veniva al campo eravamo tutti imbambolati. Come se lui avesse vinto dieci mondiali, dieci Champions, dieci scudetti. Andrea Agnelli dovrà ricreare la stessa magia con i più giovani. La mia più bella vittoria nei miei dieci anni in bianconero è stata la promozione dalla B alla A. Una fantastica esperienza di vita. I tifosi ci consideravano degli eroi perché avevamo scelto di restare. Si sentiva stima, amore. E intorno a noi abbiamo visto crescere dei ragazzini che oggi sono dei grandi giocatori. Penso a Chiellini, a Marchisio. Se qualcuno credeva di ammazzare la Juve scaraventandola in Serie B allora ha proprio sbagliato tutto. Quell'esperienza ha reso ancora più grande il mondo Juve».

ANDREA AGNELLI
«Io sono stato, come tutti i tifosi juventini, legatissimo a David e ai suoi 171 goal in dieci anni. Un giocatore che ha una media di diciassette goal all'anno non ha bisogno di commenti. E' stata una vera storia d'amore, David rimarrà per sempre nel cuore di tutti noi juventini».

ALESSANDRO DEL PIERO
Caro David, è arrivato il momento di dirsi ciao. Ho perso il conto delle stagioni che abbiamo giocato insieme e dei goal che abbiamo fatto. Di sicuro, siamo la coppia che ne ha segnati di più nella storia della Juventus, più di Charles e Sivori (due immensi campioni) e questo lo sai bene è un grande orgoglio per entrambi. Quante formazioni in questi anni finivano così: Del Piero e Trézéguet, Trézéguet e Del Piero. Quante vittorie, quante delusioni (per fortuna, molte meno delle soddisfazioni che ci siamo tolti), quanti abbracci: non c’è altro compagno con cui io abbia giocato di più. Diciassette goal all’anno di media, come il tuo numero di maglia: questo basta per dire che bomber sei. Ma per me che ho giocato al tuo fianco, non c’è bisogno di numeri. Ritengo sia stato un onore fare coppia in campo con uno dei più grandi attaccanti del mondo, in assoluto. Adesso le nostre strade si dividono, nel calcio succede. Ti saluterò nello spogliatoio, ma mi fa piacere farlo anche pubblicamente: in bocca al lupo per la tua nuova avventura. Avremo tanti bei ricordi da condividere, la prossima volta che ci vedremo.

 

http://ilpalloneracconta.blogspot.com/2007/10/david-trezeguet.html

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per partecipare

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
Accedi per seguire   

  • Chi sta navigando   0 utenti

    Nessun utente registrato visualizza questa pagina.

×
×
  • Crea Nuovo...