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Socrates

Antonio Candreva

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FINISHED: Juventus Working To Extend Antonio Candreva Stay - Agent |  Goal.com
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Клуб бывших. В каких итальянских клубах Серии А играют экс-игроки  "Ювентуса" - Juveleggria

 

 

 

 

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   ANTONIO CANDREVA        

 

Candreva alla Juventus: vorrei ma non posso | Goal.com Italia

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Candreva

 

 

Nazione: Italia 20px-Flag_of_Italy.svg.png
Luogo di nascita: Roma
Data di nascita: 28.02.1987
Ruolo: Centrocampista
Altezza: 180 cm
Peso: 70 kg
Nazionale Italiano
Soprannome: -

 

 

Alla Juventus dal 2009 al 2010

Esordio: 23.01.2010 - Serie A - Juventus-Roma 1-2

Ultima partita: 15.05.2010 - Serie A - Milan-Juventus 3-0

 

20 presenze - 2 reti

 

 

Antonio Candreva (Roma, 28 febbraio 1987) è un calciatore italiano, centrocampista o attaccante della Sampdoria.

 

 

Antonio Candreva
20150616 - Portugal - Italie - Genève - Antonio Candreva.jpg
Candreva con la nazionale italiana nel 2015
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 180 cm
Peso 70 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Centrocampista, attaccante
Squadra   Sampdoria
Carriera
Giovanili
2002-2003   Lodigiani
2003-2005   Ternana
Squadre di club
2005-2007   Ternana 47 (0)
2007-2008   Udinese 3 (0)
2008-2010    Livorno 52 (2)
2010    Juventus 20 (2)
2010-2011    Parma 31 (3)
2011-2012    Cesena 18 (2)
2012-2016   Lazio 151 (41)
2016-2020   Inter 124 (12)
2020-   Sampdoria 70 (12)
Nazionale
2004-2005 Italia Italia U-18 6 (0)
2005-2006 Italia Italia U-19 9 (1)
2005-2008 Italia Italia U-20 10 (0)
2008-2009 Italia Italia U-21 8 (0)
2008 Italia Italia olimpica 6 (0)
2009-2018 Italia Italia 54 (7)
Palmarès
 
Transparent.png Torneo di Tolone
Oro Tolone 2008
Transparent.png Europei di calcio Under-21
Bronzo Svezia 2009
Transparent.png Confederations Cup
Bronzo Brasile 2013

 

Biografia

La famiglia di Antonio Candreva appartiene alla comunità arbëreshë di Falconara Albanese (CS), in Calabria, cittadina alla quale il calciatore è molto legato.

Dal matrimonio con la prima moglie, annullato dalla Sacra Rota, ha avuto la sua prima figlia Bianca. È sposato con Allegra Luna, dalla quale ha avuto due figli, Raul e Romeo. La coppia si è sposata nel maggio del 2022 dopo cinque anni di fidanzamento.

Caratteristiche tecniche

È un centrocampista completo, la cui tecnica individuale e duttilità gli permettono di ricoprire varie posizioni. È destrorso ma può essere schierato a sinistra per sfruttarne il tiro. Oltre che da trequartista, può infatti essere impiegato come esterno offensivo, come mezzala, oppure a ridosso della difesa. La capacità di corsa e la grinta agonistica lo rendono utile anche in fase di copertura, mentre in situazioni offensive sa fornire il proprio apporto servendo assist per i compagni di squadra.

Dotato di un buon tiro dalla distanza, è anche abile nel calciare punizioni e rigori.

Carriera

Club

Ternana, Udinese e prestiti

Cresciuto nella Lodigiani, ancora minorenne viene tesserato dalla Ternana. Il 21 settembre 2004, a 17 anni, esordisce da professionista giocando in Serie B nella partita contro l'Empoli (1-1). Con la squadra umbra colleziona 47 presenze in tre stagioni, per poi trasferirsi all'Udinese.

Il debutto in Serie A con l'Udinese avviene il 27 gennaio 2008, in occasione della gara terminata senza gol contro l'Inter. In questa stagione ottiene solo 3 presenze in campionato e 5 presenze in Coppa Italia.

Nell'estate 2008 viene ceduto in prestito al Livorno, e contribuisce al ritorno in Serie A degli amaranto con 32 presenze e 2 reti nel campionato cadetto. Durante l'incontro con il Milan del 12 settembre 2009, il nome sulla sua maglia viene trascritto erroneamente (Cadreva).

Nel gennaio 2010 è ceduto, in prestito, alla Juventus. Con la formazione bianconera, il 21 febbraio 2010, realizza la prima rete in A risultando decisivo per la vittoria contro il Bologna (1-2). Esordisce poi nelle coppe continentali, giocando contro l'Ajax in Europa League.

Rientrato all'Udinese, svolge la preparazione estiva con i friulani ma in chiusura di calciomercato passa al Parma. Nel campionato 2010-11 segna 3 gol, tra cui quello contro il Bari che frutta agli emiliani il primo successo esterno della stagione.

L'anno seguente gioca invece per il Cesena, disputando con i romagnoli la prima parte del torneo.

Lazio

200px-Antonio_candreva.JPG
 
Candreva alla Lazio nel 2015

 

Nella sessione di mercato del gennaio 2012 viene ceduto in prestito alla Lazio, con diritto di riscatto per la compartecipazione. Negli anni successivi, la Lazio acquisirà dapprima metà del suo cartellino, per poi rilevarne la restante metà dall'Udinese. Esordisce il 1º febbraio 2012, subentrando a Hernanes nei minuti finali di Lazio-Milan: il suo ingresso in campo è accolto con fischi dalla tifoseria, per via della sua presunta fede romanista. Segna il primo gol in biancoceleste il 7 aprile, nella vittoria (3-1) contro il Napoli. Il successivo 11 novembre, realizza il temporaneo 1-1 nel derby della capitale che la sua squadra vincerà per 3-2. Il 21 febbraio 2013 trova la prima rete nelle coppe continentali, segnando contro il Borussia Mönchengladbach nel ritorno dei sedicesimi di Europa League. A fine stagione vince la Coppa Italia, inaugurando il suo palmarès, grazie ad un altro successo nella stracittadina. Il 18 agosto scende in campo nella gara che assegna la Supercoppa italiana, con i romani sconfitti per 4-0 dalla Juventus. Il 19 aprile 2014, realizza la sua prima doppietta da professionista aiutando la Lazio a pareggiare (3-3) contro il Torino: raggiunge in tal modo la quota di 11 reti in campionato, risultando (al pari di Hernanes e Nedvěd) il centrocampista laziale più prolifico di sempre in un singolo campionato. Nella giornata seguente, andando a segno (su rigore) contro il Livorno, migliora ulteriormente il primato.

Il 14 settembre 2014, festeggia le 300 presenze da professionista con un gol al Cesena in una partita vinta 3-0. Contribuisce, con 10 reti, al terzo posto raggiunto in campionato dai biancocelesti, che vale l'ingresso in Champions League. Disputa un'altra finale di Coppa Italia, che la sua squadra perde contro la Juventus. La Lazio cede ai bianconeri, come due anni prima, anche in Supercoppa (alla quale partecipa come finalista del secondo torneo nazionale). Il 18 agosto 2015, il centrocampista esordisce in Champions League nell'andata dei play-off che vede i romani sconfiggere (1-0) il Bayer Leverkusen. Nel campionato 2015-16 va ancora a segno in doppia cifra, per il terzo anno consecutivo.

Inter

Dopo un quadriennio nella capitale, firma con l'Inter che paga 21 milioni di euro per ingaggiarlo. Nel campionato 2016-17 è l'unico nerazzurro sempre presente, con 38 apparizioni in campo (metà delle quali partendo dal primo minuto) e 6 gol.

Confermato titolare anche con l'arrivo di Spalletti, contribuisce con 8 assist al quarto posto del campionato 2017-18 pur senza andare mai a segno.

Nella stagione successiva, dopo essere tornato a segnare nel successo per 3-0 in casa del Bologna, soffre la concorrenza del nuovo acquisto Matteo Politano, ritrovandosi talvolta in panchina. Negli ottavi di Coppa Italia, sigla una doppietta contro il Benevento (battuto per 6-2).

Nella stagione 2019-20, sotto la guida di Antonio Conte che lo aveva allenato in Nazionale, ritrova il posto da titolare segnando già alla prima giornata contro il Lecce nella gara vinta dall'Inter per 4-0. Il 23 ottobre 2019 segna il suo primo gol in Champions League, realizzando il gol del definitivo 2-0 contro il Borussia Dortmund e la settimana seguente tocca quota 100 presenze in campionato con i nerazzurri nella gara vinta per 2-1 contro il Brescia. Successivamente nella partita di ritorno contro il Borussia subisce un infortunio alla schiena che lo terrà fuori fino alla partita contro il Genoa del 21 dicembre. In occasione di Inter-Napoli (2-0) del 28 luglio 2020 raggiunge le 150 presenze complessive con la maglia dell’Inter. In questa stagione mette insieme 32 presenze, 5 gol e 8 assist in campionato ma per le ultime partite di Europa League, competizione in cui l’Inter arriverà fino alla finale, perde il posto in favore di Danilo D’Ambrosio.

Sampdoria

Il 25 settembre 2020 si trasferisce in prestito con obbligo di riscatto alla Sampdoria. Esordisce con i blucerchiati subito il giorno dopo, nella partita interna col Benevento, fornendo l'assist ad Omar Colley per il gol del momentaneo 2-0. Il 30 novembre segna il primo gol, nella partita in casa del Torino, pareggiata per 2-2, in cui realizza la rete del momentaneo 1-1. Il 6 gennaio 2021 segna la rete del vantaggio contro la sua ex-squadra nerazzurra, l'Inter, match poi vinto 2-1.

Nazionale

Nazionali giovanili

Ha fatto parte di molte nazionali giovanili a partire dall'Under-18 fino alla nazionale Olimpica, con la quale ha esordito nel maggio 2008 al Torneo di Tolone, manifestazione amichevole in preparazione dei Giochi olimpici di Pechino, vinta dagli azzurrini.

Alle Olimpiadi di Pechino viene convocato come una delle 4 riserve. Dopo la seconda partita del girone, viene chiamato a sostituire il fuoriquota Tommaso Rocchi, infortunato al perone, e diventa così un componente della rosa a tutti gli effetti.

Con la nazionale Under-21 nel 2009 partecipa all'Europeo Under-21 in Svezia, dove l'Italia viene eliminata in semifinale dalla Germania.

Nazionale maggiore

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Candreva in nazionale maggiore durante l'amichevole contro il Portogallo nel 2015

 

Il 14 novembre 2009, a 22 anni, esordisce in nazionale con il CT Lippi, giocando titolare nell'amichevole contro i Paesi Bassi terminata senza reti a Pescara. Il selezionatore lo prende in considerazione per il campionato del mondo 2010 inserendolo tra i pre-convocati, ma non viene tuttavia confermato nella lista definitiva.

Dopo tre anni, rientra nel giro azzurro sotto la direzione di Prandelli, che lo inserisce nella lista per la Confederations Cup 2013. In occasione della semifinale contro la Spagna, risoltasi ai rigori, beffa il portiere iberico Casillas con un cucchiaio: la prodezza si rivela però insufficiente, in quanto le Furie Rosse prevalgono per 7-6 dal dischetto. Prende poi parte al campionato del mondo 2014 in Brasile: durante la prima partita dell'Italia, vinta contro l'Inghilterra, è suo l'assist per il gol decisivo di Balotelli.

Confermato titolare anche nella gestione di Conte, il 16 novembre 2014 segna contro la Croazia il suo primo gol in nazionale. La partita, valida per le qualificazioni europee, finisce 1-1. Partecipa al campionato d'Europa 2016 in Francia, servendo un assist a Pellè nella gara di esordio vinta per 2-0 contro il Belgio. Nella successiva sfida, contro la Svezia, rimedia un infortunio agli adduttori che pone fine al suo torneo.

Trova spazio anche nella gestione di Ventura, che fallisce la qualificazione al campionato del mondo 2018 arrendendosi nei play-off agli stessi svedesi nel novembre 2017. Proprio il centrocampista viene indicato dalla stampa come uno dei giocatori che, nella doppia sfida, hanno maggiormente deluso le aspettative.

Convocato dal CT ad interim Luigi Di Biagio, ottiene la sua ultima presenza il 27 marzo 2018 giocando titolare nella partita amichevole contro l'Inghilterra (1-1) disputata a Wembley. Con la nazionale maggiore ha totalizzato 54 presenze e 7 reti.

Palmarès

Club

Nazionale

 

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   ANTONIO CANDREVA      

 

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GIULIO SALA, “HURRÀ JUVENTUS” DELL’APRILE 2010
Antonio Candreva è arrivato alla Juventus il 20 gennaio scorso, dopo appena tre giorni faceva il suo esordio in bianconero, contro la Roma, e dopo otto giocava la sua prima partita da titolare, contro l’Inter in Coppa Italia. Il 21 febbraio a Bologna era già tempo di festeggiare il suo battesimo del goal, in A e nella Juve. Il 14 marzo concedeva il bis contro il Siena... Insomma, il suo impatto in bianconero è stato quello di un bulldozer.
Da uno così, ti aspetteresti un atteggiamento spavaldo, ai limiti della strafottenza. Ed è qui che Candreva ti spiazza: perché se le sue qualità in campo sono sotto gli occhi di tutti, fuori dal rettangolo verde scopri un personaggio inatteso. Un ragazzo dal sorriso buono e dai modi così garbati che potrebbero essere scambiati per timidezza, mentre è solo buona educazione. Maria Antonietta e Marcello, i suoi genitori, hanno davvero fatto un lavoro egregio e ora Antonio può raccoglierne i frutti: grazie al suo modo di porsi è subito riuscito a farsi ben volere da tutti e questo, quando si affronta una sfida tanto imponente come il doversi meritare la conferma nella Juventus, è un primo importante passo verso il successo: «È grazie a loro se sono cresciuto così – racconta Antonio – e poi ha contato anche l’esperienza lontano da casa: a quattordici anni sono andato in convitto a Terni e stare a contatto con tanti ragazzi, di diverse regioni, mi ha aiutato a crescere più in fretta».
– Già, la Ternana è stata il tuo trampolino di lancio…
«Sì, dagli 8 ai 13 anni ho giocato nella Lodigiani. Poi il presidente Longarini acquistò la Ternana e volle portarvi alcuni ragazzi da Roma. I dirigenti parlarono con mio padre e gli manifestarono il loro interesse per me. I miei genitori mi spiegarono cosa mi aspettava, mi ricordarono che mi sarebbero comunque stati vicini, ma lasciarono a me la decisione finale. Io mi sentivo pronto per questa esperienza e accettai subito con entusiasmo».
– Parlaci di quegli anni.
«Inizialmente non è stato facile, c’erano ragazzi che si conoscevano già da qualche anno. Dopo un po’ riuscii a inserirmi bene, pur avendo cambiato scuola, abitudini, compagnie. Fu una bella avventura, anche perché ero circondato da coetanei che non mi hanno mai fatto avvertire la lontananza da casa. Ricordo che c’era un unico televisore e lo guardavamo tutti insieme. La famiglia non mi è mai mancata, eravamo una trentina di ragazzi ed era come vivere con tanti fratelli nella stessa casa. Qualcuno dei miei compagni di allora ce l’ha anche fatta a proseguire la carriera, ad esempio Perna, che gioca ancora nella Ternana, o Pacilli, che era nell’Avellino l’anno scorso».
– In Serie A però ci sei arrivato solo tu e anche piuttosto in fretta, visto che da Terni sei passato a Udine.
«Avevo 20 anni, avevo giocato in B e in C1 con la Ternana e, alla scadenza del contratto, mi accordai con l’Udinese. In famiglia erano entusiasti ed io più di loro: arrivare in una società di Serie A, con tanti ottimi calciatori, è stato bellissimo. Mi allenavo con gente come Di Natale, D’Agostino, Inler... Giocatori che fino a pochi giorni prima vedevo solo in televisione. Dal punto di vista umano fu un’esperienza estremamente positiva. Non altrettanto sotto il profilo calcistico. Ricordo l’esordio in Serie A contro l’Inter: una sensazione meravigliosa, che mi porterò dentro sempre, ma non dimenticherò mai le difficoltà di quei mesi. Non giocavo mai e per questo non mi sentivo bene. Anche i periodi meno felici però aiutano a crescere».
– A Livorno è andata decisamente meglio.
«Oh sì. In Toscana sono stato benissimo per un anno e mezzo. Abbiamo conquistato la promozione ed è stata un’emozione unica perché non aveva mai centrato un obiettivo così importante».
– In questa stagione, però, dopo l’arrivo di Cosmi, hai avuto qualche difficoltà.
«Non ho avuto nessun problema con lui, semplicemente giocavo meno. Sono comunque sempre rimasto sereno, dentro e fuori dal campo, anzi non posso che ringraziare tutti, compagni e allenatore, per avermi dato fiducia e per la possibilità di giocare in Serie A che mi è stata offerta».
– Ricapitolando: Ternana, Udinese, Livorno. A 23 anni è già un bel bagaglio di esperienze, senza dimenticare le Nazionali giovanili e l’Olimpiade a Pechino.
«Un’avventura fantastica: ero partito come 23° giocatore, ma prima dell’inizio dei Giochi si infortunò Rocchi e così rientrai nella rosa. Il primo ricordo che torna in mente è quello del gran caldo e dell’umidità, ma anche la vita nel Villaggio Olimpico: mangiare insieme alla mensa, dormire nella stessa palazzina con altri ragazzi, tutti campionissimi di altre discipline».
– Che rapporto avevate con gli altri atleti?
«Beh, ripensandoci, forse noi calciatori non eravamo visti troppo di buon occhio dagli altri atleti. D’altra parte è comprensibile: ci sono ragazzi che si allenano duramente per quattro anni per quel momento, poi magari in gara non riescono a rendere e perdono l’occasione di vincere una medaglia. Noi invece abbiamo tante partite e la possibilità di rifarci subito, senza considerare le diverse soddisfazioni economiche».
– Torniamo al presente e al tuo arrivo in bianconero quando hai iniziato a capire che saresti potuto approdare alla Juve?
«Circa una settimana prima del trasferimento. Giusto il tempo che le società parlassero della mia situazione e trovassero l’accordo. Spinelli mi fece i complimenti e mi disse che era contento per me. Con lui ho sempre avuto un ottimo rapporto e devo ringraziarlo perché non so in quanti, al suo posto, mi avrebbero permesso di venire alla Juve a stagione in corso».
– Un grande salto, da Terni a Udine, lo avevi già compiuto. Si può paragonare a quello che ti ha portato da Livorno a Torino?
«Assolutamente no, è stata proprio tutta un’altra cosa. Conoscere questi campioni, da Buffon in avanti, allenarsi con loro, giocare al loro fianco è indescrivibile. L’emozione più forte l’ho provata il primo giorno a Vinovo, una volta varcato il cancello. Avevo il cuore in gola e non è una frase fatta. Arrivare in uno dei club più importanti del mondo, dopo sei mesi del mio primo campionato in Serie A è stato fantastico».
– Sei arrivato alla Juventus in prestito fino a giugno. Avverti mai il peso di dover meritare questa maglia?
«In effetti sono venuto qui anche per imparare e sinceramente non penso al futuro, neanche a quello più immediato. Vivo questa situazione giorno per giorno, cercando, quando ne ho la possibilità, di dare il massimo per dimostrare di essere un giocatore da Juve. A fine stagione poi si tireranno le somme».
– Le premesse comunque sono ottime. Merito anche di Zaccheroni che punta molto su di te.
«Praticamente sono arrivato con lui, perché sono stato solo una settimana con mister Ferrara. Zaccheroni è stato grande, perché è riuscito subito a darci la serenità e la forza di credere nei nostri mezzi. Prepara a fondo le partite, studia gli avversari, come affrontarli, e lavora sulla tattica in maniera puntigliosa. Mi ha dato subito fiducia e questo mi permette di scendere in campo tranquillo».
– Proprio Zaccheroni, dovendo indicare il regista di questa Juventus, ha fatto il tuo nome. Come ti vedi al centro delle operazioni?
«È un ruolo che mi piace e che ho ricoperto qualche volta sia lo scorso anno in B sia in questa stagione, nelle prime partite. I compiti, rispetto a quelli della mezz’ala o del trequartista, sono ovviamente diversi, perché bisogna giocare più palloni e farlo in maniera semplice ed efficace, perché la posizione davanti alla difesa è particolarmente delicata».
– Non temevi, una volta arrivato alla Juve, di giocare poco? Dopotutto, infortuni a parte, il centrocampo di questa squadra è di primissimo livello.
«A mente fredda sì, ma ero talmente felice dell’opportunità che mi veniva data che non ci ho mai pensato troppo; Dopotutto allenarsi con questi campioni è solo un motivo d’orgoglio».
– D’altra parte stai giocando con continuità e ti stai togliendo anche belle soddisfazioni come il gol al Bologna e quello al Siena, per il momento.
«Quello al Bologna non lo dimenticherò mai, perché è stato il mio primo in Serie A! Sono entrato e ho segnato dopo cinque minuti... Il capitano mi ha dato una palla straordinaria e mi ha messo a tu per tu davanti al portiere, non potevo sbagliare. La rete contro il Siena è stata molto bella, è stata la prima segnata davanti al nostro pubblico, ma quel ricordo non può cancellare l’amaro in bocca per il risultato finale».
– Sei qui da poco, ma in campo ti muovi con la naturalezza di un veterano. E nello spogliatoio?
«Sono così anche fuori dal campo, fa parte di me. E poi nello spogliatoio tutti mi hanno accolto benissimo, sono persone splendide ed è anche grazie a loro se sono riuscito ad ambientarmi in fretta. Mi sono sentito subito parte del gruppo e non sono mai stato messo in disparte. Forse ho legato maggiormente con Chiellini, almeno nei primissimi giorni. Lo conoscevo già grazie alla Nazionale e mi ha dato una mano importante, aiutandomi a cercare casa e a muovermi per la città».
– Come ti trovi a Torino?
«Bene, vivo con la mia ragazza, Valentina. Ci siamo conosciuti a Terni e conviviamo già dai tempi di Udine. Siamo piuttosto “casalinghi”, al limite ci concediamo qualche film al cinema. Valentina per me è fondamentale: mi è vicino 365 giorni all’anno e sa sopportarmi nei momenti più grigi e nelle difficoltà. Il 26 aprile ci sposeremo. Abbiamo raggiunto un equilibrio importante e credo proprio sia la cosa giusta da fare».
– Auguri! E per il viaggio di nozze che ne dici dei Sudafrica?
«Eh, non sarebbe male – sorride Antonio – Della Nazionale mi chiedono in molti da qualche mese, ma non posso che rispondere a tutti nello stesso modo: ora devo confermarmi nella Juve, quello che verrà in più sarà tutto di guadagnato. Prima però devo inseguire un altro sogno: rimanere in bianconero».
〰.〰.〰
Centrocampista completo, dotato di corsa, grinta e spirito di sacrificio, che lo rendono utile anche in fase di copertura. In possesso di una buona tecnica individuale e un buon dribbling, abile nel fornire cross precisi dalla fascia per i compagni in area. Dotato di un tiro potente, è in grado di contribuire in fase offensiva, grazie alle sue capacità nelle conclusioni dalla distanza con entrambi i piedi. Con queste credenziali Antonio Candreva giunge a Torino nel cosiddetto mercato di riparazione del gennaio 2010.
Il cammino della Vecchia Signora è costellato da mille difficoltà. Ferrara viene esonerato, al suo posto arriva Zaccheroni che stravede per lui: «Candreva sta crescendo partita dopo partita – dice il tecnico romagnolo – All’inizio ha giocato sempre da centrocampista puro, per necessità. In futuro potrà diventare anche un centrocampista basso, un giocatore che può arrivare a dettare i tempi di gioco davanti alla difesa. Oggi come oggi il meglio lo dà sicuramente nella trequarti. È un giocatore qualitativo, ma nello stesso tempo dinamico: non ce ne sono tanti con queste caratteristiche».
Anche Antonio è contento: «Il ruolo che preferisco? Quello di trequartista, vicino a Diego mi trovo bene. Le critiche? Sapevo che sarebbe stata dura all’inizio, giocare nella Juve è un onore e un sogno».
Le cose non vanno meglio e la Juventus ottiene un deludente 7° posto. Candreva scende in campo per una ventina di volte, realizza due reti, di cui una splendida nel rocambolesco pareggio per 3-3 contro il Siena. La società piemontese vorrebbe riscattarlo, ma il prezzo fissato dal patron Pozzo è troppo alto e al buon Antonio non resta che riprendere la via di Udine. Per sua fortuna, avrà modo in futuro di dimostrare le sue grandi qualità.
 

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