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Humberto Rosa

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Profilo Giocatore Humberto Rosa

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Humberto_Rosa

 

 

Nazione: Argentina Argentina

        Italia Italia
Luogo di nascita: Buenos Aires
Data di nascita: 08.04.1932

Luogo di morte: Padova

Data di morte: 08.09.2017
Ruolo: Centrocampista
Altezza: -
Peso: -

Soprannome: -

 

 

Alla Juventus dal 1961 al 1962

Esordio: 20.09.1961 - Coppa dei Campioni - Panathinaikos-Juventus 1-1

Ultima partita: 21.06.1962 - Coppa Italia - Mantova-Juventus 1-0

 

32 presenze - 8 reti

 

 

Humberto Jorge Rosa (Buenos Aires, 8 aprile 1932  Padova, 8 settembre 2017) è stato un calciatore e allenatore di calcio argentino naturalizzato italiano, di ruolo centrocampista.

 

 

Humberto Rosa
Humberto Rosa.JPG
Rosa al Padova nel 1960
     
Nazionalità Argentina Argentina
Italia Italia
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera 1964 - giocatore
1983 - allenatore
Carriera
Squadre di club
1948-1954   Rosario Central 88 (9)
1954-1956   Sampdoria 48 (10)
1956-1961   Padova 150 (19)
1961-1962   Juventus 32 (8)
1962-1964   Napoli 44 (4)
Nazionale
1959 Italia Italia B 1 (0)
Carriera da allenatore
1966-1970   Padova
1970-1971   San Donà
1972-1973   Siracusa
1973-1974   Latina
1974-1976   Udinese
1976-1977   Pro Patria
1978-1979   Venezia
1979-1980   San Donà
1982-1983   Rovigo

 

Carriera

Giocatore

Club

Dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili nella squadra della sua città, il Rosario Central, Rosa debutta appena sedicenne nella massima serie argentina. Ne seguirono annate nelle quali si mise in evidenza tanto da suscitare l'interesse sia di squadre nazionali che straniere. Nel dicembre 1954 viene acquistato per la somma di 1.250.000 pesos moneda (circa 30 milioni di lire dell'epoca) dalla squadra italiana della Sampdoria. Appena il tempo di convolare a nozze con Livia Sappietro che il giovane Humberto si trasferisce a Genova, dove debutta nel campionato di Serie A il 2 gennaio 1955, nel pareggio interno contro il Catania (1-1), segnando tra l'altro la rete doriana. Nella prima stagione genovese disputa 20 gare segnando 8 reti. Confermato nell'annata successiva, nonostante le 28 presenze segna solo 2 reti.

 

Humberto_Rosa_en_Juventus.JPG
 
Rosa in azione alla Juventus nella stagione 1961-1962

 

Nell'estate 1956 viene ceduto al Padova allenato da Nereo Rocco, divenendo per il successivo lustro uno degli elementi cardine della formazione biancoscudata e venendone ricordato come «l'architetto del centrocampo». Con i patavini fu tra i protagonisti della stagione 1957-1958 che valse loro il terzo posto in campionato, tuttora il miglior risultato della squadra in massima serie. Nelle cinque annate padovane disputa 150 gare segnando 19 reti.

Nella stagione 1961-1962 Rocco lascia Padova per trasferirsi al Milan, mentre Rosa coglie l'occasione di andare alla Juventus quale possibile successore di Giampiero Boniperti, nel frattempo ritiratosi dal calcio agonistico. Sarà una stagione particolarmente complicata per i colori bianconeri, e nonostante compagni di valore quali Sívori e Charles il campionato si conclude con un deludente tredicesimo posto. Rosa trova modo tuttavia di debuttare in Coppa dei Campioni dove i torinesi raggiungono i quarti di finale, sconfitti solo alla gara di spareggio di Parigi dal Real Madrid (casa 0-1, fuori 1-0, spareggio 1-3); 5 le gare europee disputate da Rosa con i bianconeri, con 2 reti segnate. In quello stesso anno in Coppa Italia la Juventus viene eliminata inopinatamente in semifinale dalla SPAL; 4 presenze e 1 rete per Rosa.

Nell'estate 1962 Rosa viene ceduto al Napoli con cui disputa gli ultimi due campionati della sua carriera agonistica. Non saranno stagioni ricche di soddisfazioni dato che con i partenopei retrocede immediatamente in Serie B, mentre l'annata successiva tra i cadetti si conclude con un ottavo posto.

Complessivamente Rosa ha disputato 240 gare in Serie A, segnando 31 reti. Ufficiosamente ha indossato anche la maglia della Lazio, con cui disputò solamente 3 gare in una tournée amichevole nel 1957.

Nazionale

Dopo essere stato naturalizzato italiano, il 29 novembre 1959 Rosa debutta con la maglia della nazionale B, in occasione di un'amichevole persa a Budapest contro l'Ungheria (0-2). Rimarrà questa l'unica esperienza azzurra di Rosa.

Allenatore

In seguito si dedicò alla carriera di allenatore tornando inizialmente al Padova, dove subentra dalla diciannovesima giornata a Serafino Montanari durante il campionato di Serie B 1965-1966. In biancoscudato rimane anche nelle successive quattro stagioni, ottenendo il suo miglior risultato in panchina con l'accesso alla finale della Coppa Italia 1966-1967, con i patavini all'epoca militanti in Serie B, e superati di misura dal più blasonato Milan. Nella stagione 1968-1969 non riesce a salvare il Padova dalla retrocessione in Serie C; confermato, sarà esonerato dopo poche giornate del campionato successivo.

Nella stagione 1970-1971 scende di categoria subentrando a Celestino Celio sulla panchina del San Donà. In seguito allenerà anche Siracusa, Latina, Udinese, Pro Patria, Venezia, ancora Sandonà, e infine Rovigo.

 

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rosa.jpg

 

 

 

Il ‘61 è per la Juve anno chiave – scrive Gianni Giacone su “Hurrà Juventus” del gennaio 1973 – determinante nel bene come nel male. È’ l’anno dello scudetto numero dodici, strappato in un finale entusiasmante all’Inter di Herrera; ma è anche, ahinoi, l’anno che chiude un ciclo di successi quinquennali, un’era di juventinismo.
E di «Bonipertismo», soprattutto. Capitan «Boni» lascia la squadra nel momento del trionfo, alla maniera dei grandi del passato (basta ricordare Combi), e una certa Juve finisce con lui. È la Juve grandissima e invidiatissima degli anni ‘50, sempre protagonista e spesso scudettata, ora grazie alle prodezze degli Hansen e di Praest, ora con i «tunnel» di Sivori e le capocciate di Charles il gallese. Di queste due realtà bianconere Boniperti è ideale tratto di unione, oltreché denominatore comune. Qualcuno si illude che la mancanza di Boniperti significhi qualcosa soltanto sul piano psicologico; ma i fatti, incontestabilmente, dicono il contrario.
Anche nel torneo ‘60-61, più ostico ed equilibrato del precedente, «Boni» è stato il catalizzatore del gioco juventino, il regista ideale di un attacco fortissimo che sempre chiede rifornimenti. Chi farà altrettanto, l’anno dopo? Dal Padova che fu di Rocco arriva Humberto Rosa, la mezz’ala-rivelazione dei biancoscudati, sorprendenti sesti nel torneo precedente. È un acquisto saggio, Rosa ha esperienza e a ventinove anni garantisce sufficiente maturità tattica. Saprà inserirsi nel ruolo che fino a ieri è stato di Boniperti? No, chiaramente, certi paragoni sono assurdi.
Il campionato che va a incominciare dice che la Juve è cambiata parecchio, in peggio purtroppo, e che un altro Boniperti che sovraneggi a centrocampo e faccia pure gol non lo si trova, Rosa c’entra e non c’entra in questo che è più che mai fato. Ma chi è questo Rosa che arriva dal Padova accompagnato da giudizi estremamente confortanti? È un centrocampi sta vecchio stampo, che sa adeguarsi al gioco moderno meglio di tanti suoi colleghi di generazione e di scuola. La finezza e l’intuizione geniale vanno bene, ma solo quando non sono a scapito della sveltezza di manovra. Rosa, nel Padova, dirige il gioco e al tempo stesso rincorre l’avversario, e fin qui tutto bene. Ma un conto è lavorare in una squadra dalle pretese necessariamente contenute, come quella biancoscudata, e un conto è inserirsi nella formazione campione d’Italia, che si accinge ad affrontare la Coppa dei Campioni.
Che il salto sia forte si vede subito dal precampionato: Rosa non trova la posizione, corricchia spaesato, la squadra sente un gran vuoto a centrocampo, dove il solo Leoncini dà una mano, e le cinque punte non legano come in passato, anche se sono gli stessi uomini del campionato precedente. Così non può andare, e allora fuori Rosa sin dalla prima domenica di campionato, e dentro Nicolè: macché, peggio ancora, la squadra si ritrova subito a lottare sul fondo, e alla seconda giornata, a Padova, Rosa in tribuna vede gli ex-compagni sconfiggere al di là del punteggio (2-1) i frastornati bianconeri. E non si tratta di un fatto isolato: la squadra ha carenze in ogni reparto, anche la difesa stenta, Cervato e Colombo non si rimpiazzano facilmente.
A novembre viene l’ora di riprovare Rosa, rientro atteso e meditato da Parola, anche se determinato dalla assenza forzata di Sivori, squalificato. Si gioca a Palermo, contro i rosanero di Carletto Mattrel, di Burgnich, e dell’oscuro Metin (uno dei due turchi del campionato, l’altro è il viola Bartù), e Rosa interpreta con coscienza e senso tattico il ruolo affidatogli, anche se manca della necessaria personalità per comandare il gioco. Al suo fianco, dimostra di saperci fare un giovanotto del vivaio, già resosi utile l’anno prima, Mazzia si chiama; e siccome, con il rientro di Sivori di posti liberi in squadra ne resta uno soltanto, il sacrificato dovrà appunto uscire dalla coppia Rosa-Mazzia.
Chiaro che si tratta di un antagonismo relativo: con gli incidenti in serie che costellano il cammino della Juve in quel torneo infausto c’è spesso posto per entrambi. L’ex-patavino riesce anche a portarsi in zona-gol, e si scopre cannoniere quindici giorni dopo l’esordio palermitano, addirittura a San Siro contro il Milan. Ma proprio in quella partita naufraga come uomo di raccordo, coinvolto nella giornataccia dei suoi compagni, che beccano quattro pere da Altafini e una da Rivera già bambino prodigio.
Che fare? Niente, non c’è proprio nulla da fare, in un torneo che, ormai giunto a più di un terzo del suo cammino, promette alla Juve niente altro che amarezze. Resta la Coppa dei Campioni, e almeno qui le cose vanno decisamente meglio, per la Juve e per Rosa. Già, perché le cose migliori Rosa le fa vedere proprio nei primi due turni della manifestazione continentale, contro i greci del Panathinaikos e gli jugoslavi del Partizan. Soprattutto contro questi ultimi, negli ottavi di finale, Rosa disputa due ottimi incontri, firmando anche una delle cinque reti inflitte agli jugoslavi a Torino. Nel turno successivo, che sarà fatale ai bianconeri (contro il Real Madrid) Rosa non viene utilizzato.
Sullo slancio delle prove fornite in Coppa l’argentino si fa talvolta notare anche in campionato: è il caso della partita di Genova, contro la Samp, in cui Rosa è tra i migliori in campo e propizia due delle tre reti del successo. O del significativo pareggio contro la Roma all’Olimpico (3-3), con Rosa ancora a segno. Sono gli ultimi sprazzi di un torneo cominciato male e finito peggio: è scontato che molte cose cambieranno per il campionato successivo, e tra quelli che fanno le valigie c’è anche Rosa, che indubbiamente ha deluso, anche se non è stata soltanto colpa sua. Finisce al Napoli, dove cercherà con alterna fortuna momenti migliori. Peccato...

 

https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2008/04/humberto-rosa.html

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