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Socrates

Fabio Bonci

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Juventus Football Club 1968-1969 - Wikipedia
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2094672034_juventus1931.jpg.f85fecb7a13c94e13b6b0919ce93ece1.jpg FABIO BONCI 

 

Carriera Bonci, goal, presenze

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Fabio_Bonci

 

 

Nazione: Italia Italia
Luogo di nascita: Modena
Data di nascita: 31.01.1949

Ruolo: Attaccante
Altezza: 175 cm
Peso: 74 kg

Soprannome: -

 

 

Alla Juventus dal 1967 al 1969

Esordio: 08.09.1968 - Coppa Italia - Cesena-Juventus 0-0

Ultima partita: 06.04.1969 - Serie A - Juventus-Napoli 2-0

 

3 presenze - 1 rete

 

 

Fabio Bonci (Modena, 31 gennaio 1949) è un ex calciatore e dirigente sportivo italiano, di ruolo attaccante.

 

 

Fabio Bonci
Fabio Bonci, Juventus 1967-68.jpg
Bonci alla Juventus nel 1967-1968
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 175 cm
Peso 74 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Attaccante
Termine carriera 1980
Carriera
Giovanili
1967-1968   Juventus
Squadre di club
1964-1966   Moglia 36 (16)
1966-1967   Reggiana 11 (1)
1967-1969   Juventus 3 (1)
1969-1970   Varese 4 (0)
1970-1971   Mantova 21 (2)
1971-1972   Parma 36 (19)
1972-1973   Perugia 27 (9)
1973-1974   Atalanta 29 (5)
1974-1975   Parma 36 (14)
1975-1976   Genoa 34 (15)
1976-1978   Cesena 24 (7)
1978-1980   Parma 48 (13)

 

Carriera

Giocatore

Figlio di Iro Bonci, anch'egli calciatore e, in seguito, tecnico, decise di non farsi tesserare dal Modena dove suo padre allenava e fu ingaggiato nel 1964 dal Moglia in serie D, dal quale passò due stagioni dopo alla Reggiana. Da lì fu acquistato nel 1967 dalla Juventus. Dopo una stagione nella seconda squadra che disputò il De Martino, esordì in gara ufficiale in prima squadra nella fase iniziale della Coppa Italia 1968-69 in casa del Cesena, incontro che terminò 0-0. In autunno debuttò in serie A nelle battute finali dell'incontro che la Juventus vinse 2-0 a Torino contro il Pisa. La sua ultima partita in bianconero fu anche l'unica in cui partì da titolare: fu la gara di ritorno contro il Napoli in cui Bonci trovò spazio al centro dell'attacco stante la contemporanea indisponibilità di Pietro Anastasi e Gianfranco Zigoni e nel corso della quale mise a segno anche il suo unico goal ufficiale per il club. A fine stagione la Juventus cedette Bonci al Varese.

Palmarès

Giocatore

Competizioni nazionali

Individuale

 

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2094672034_juventus1931.jpg.f85fecb7a13c94e13b6b0919ce93ece1.jpg FABIO BONCI 

 

bonci%2B%25282%2529.jpg

 

 

 

Pochi spiccioli di gloria per l’attaccante modenese arrivato alla corte bianconera nell’estate del 1967, via Reggio Emilia, “aprendo” la strada per i vari Padovano e Ravanelli (anche loro provenienti dalla squadra della Città del Tricolore) che avranno maggior fortuna di lui una trentina di anni dopo. Il buon Bonci, attaccante di razza, solcherà i campi della cadetteria, facendosi sempre ben volere e ben valere, vincendo tre campionati con le maglie di Varese, Mantova e Genoa.

 

ALBERTO REFRIGERI, “HURRÀ JUVENTUS” DEL MAGGIO 1969
Questa è la breve storia di un ragazzo, una promessa del calcio italiano che, pur avendo un padre allenatore, ha preferito fare la propria strada da solo. Accadde cinque anni fa a Fabio Bonci: il papà Iro, ex giocatore di serie A, allenava allora i giovani virgulti modenesi. I dirigenti di quella società adocchiarono Fabio che giocava in una squadretta della provincia, e gli offrirono la maglia giallo-blu. Ma il «nostro», già in possesso di una spiccata personalità, a evitare di essere considerato il classico figlio di papà con relative antipatiche facilitazioni, optò invece per il Moglia. Vi rimase due anni, in Quarta Serie, poi passò alla Reggiana, in Serie B, e qui si ebbe il suo primo «magic moment». Penultima partita di campionato contro il Varese: un dirigente gli si avvicina: «Mi raccomando Fabio, cerca di dare tutto te stesso, perché in tribuna c’è un osservatore della Juventus, ed è molto probabile che sia l’ultimo incontro che giochi per noi».
La stupenda prospettiva e un po’ l’orgoglio di fare meglio del suo avversario con il numero nove, che era un certo Anastasi, già celebre per i suoi goal, fanno sì che Bonci giochi una partita magistrale.
E l’anno dopo, come previsto, arrivò a Torino alla corte di Heriberto. A parte l’esordio in Coppa Italia a Cesena, l’inizio fu piuttosto in sordina, con una lunga permanenza nella De Martino. Un bel giorno, per la precisione il 24 novembre scorso, secondo momento magico. L’allenatore lo chiama in panchina come tredicesimo; mancano quattro minuti alla fine e Salvadore si infortuna; Bonci entra in campo e mentre sta per toccare la prima palla, l’arbitro fischia la fine. Passa il tempo e Fabio, che ha davanti a sé il grande Anastasi, riprende la via delle riserve. Partecipa al Torneo di Viareggio e contro il Dukla si lascia prendere dai nervi, si fa espellere e la squadra, ridotta in dieci, si fa eliminare dal Torneo.
Heriberto, per punirlo della sua leggerezza, lo trattiene qualche tempo in purgatorio, Ma Bonci, pur maledicendo quel disgraziato scatto di ira, non si abbatte, stringe i denti, «mugugna» ma non si dà per vinto, china la testa e lavora con umiltà, e finalmente arriva, il giorno di Pasqua, al suo terzo momento magico. Anastasi è infortunato e Zigoni indisponibile. È di turno il Napoli. Sono le undici della domenica, la Pasqua che risulterà la più bella della sua vita.
Nel ritiro della Pineta Heriberto lo chiama: «Allora Bonci, è pronto? Oggi centravanti gioca lei!» Il ragazzo per poco non sviene dalla gioia. Un solo grande rammarico; debuttare ufficialmente nella grande Juve e non potere avere vicino il suo papà, che nemmeno con un jet potrebbe arrivare in tempo per la partita. Una telefonata a Modena: «Babbo, sta tranquillo cercherò di farmi onore, sta vicino alla radio e prega per me!».
L’incontro si svolge sul fango, una fatica improba; un’azione di tutto l’attacco, una palla lunga, Zoff esce e Bonci lo anticipa, rincorre la palla che sta uscendo oltre la linea di fondo, e con una «zampata» di classe infila la porta. Tripudio sugli spalti, i giocatori lo abbracciano e una lacrima bagna il viso di Fabio. La stessa che a Modena scende sulla guancia di papà Iro.
A questi momenti magici, siamo certi, ne seguiranno altri. Per adesso per Fabio è in vista il militare, per cui, con tutta probabilità, verrà prestato a qualche società nei dintorni di Bologna; chissà magari proprio alla Reggiana, sua vecchia squadra. Tornerà alla Juventus fra due campionati, più forte di prima e magari in un ruolo non di centravanti; un ruolo che gli consenta di formare con Anastasi, una coppia di punta.
Auguri Fabio! Nella vita militare non troverai troppa differenza da quella in bianconero; dal sergente di ferro Heriberto al caporale di giornata il passo è brevissimo.
 
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Joined: 02-Jun-2005
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18 minuti fa, Socrates ha scritto:

Juventus Logo 3D" Poster by StepupDesign | RedbubbleFABIO BONCI

 

bonci%2B%25282%2529.jpg

 

 

 

Pochi spiccioli di gloria per l’attaccante modenese arrivato alla corte bianconera nell’estate del 1967, via Reggio Emilia, “aprendo” la strada per i vari Padovano e Ravanelli (anche loro provenienti dalla squadra della Città del Tricolore) che avranno maggior fortuna di lui una trentina di anni dopo. Il buon Bonci, attaccante di razza, solcherà i campi della cadetteria, facendosi sempre ben volere e ben valere, vincendo tre campionati con le maglie di Varese, Mantova e Genoa.

 

ALBERTO REFRIGERI, “HURRÀ JUVENTUS” DEL MAGGIO 1969
Questa è la breve storia di un ragazzo, una promessa del calcio italiano che, pur avendo un padre allenatore, ha preferito fare la propria strada da solo. Accadde cinque anni fa a Fabio Bonci: il papà Iro, ex giocatore di serie A, allenava allora i giovani virgulti modenesi. I dirigenti di quella società adocchiarono Fabio che giocava in una squadretta della provincia, e gli offrirono la maglia giallo-blu. Ma il «nostro», già in possesso di una spiccata personalità, a evitare di essere considerato il classico figlio di papà con relative antipatiche facilitazioni, optò invece per il Moglia. Vi rimase due anni, in Quarta Serie, poi passò alla Reggiana, in Serie B, e qui si ebbe il suo primo «magic moment». Penultima partita di campionato contro il Varese: un dirigente gli si avvicina: «Mi raccomando Fabio, cerca di dare tutto te stesso, perché in tribuna c’è un osservatore della Juventus, ed è molto probabile che sia l’ultimo incontro che giochi per noi».
La stupenda prospettiva e un po’ l’orgoglio di fare meglio del suo avversario con il numero nove, che era un certo Anastasi, già celebre per i suoi goal, fanno sì che Bonci giochi una partita magistrale.
E l’anno dopo, come previsto, arrivò a Torino alla corte di Heriberto. A parte l’esordio in Coppa Italia a Cesena, l’inizio fu piuttosto in sordina, con una lunga permanenza nella De Martino. Un bel giorno, per la precisione il 24 novembre scorso, secondo momento magico. L’allenatore lo chiama in panchina come tredicesimo; mancano quattro minuti alla fine e Salvadore si infortuna; Bonci entra in campo e mentre sta per toccare la prima palla, l’arbitro fischia la fine. Passa il tempo e Fabio, che ha davanti a sé il grande Anastasi, riprende la via delle riserve. Partecipa al Torneo di Viareggio e contro il Dukla si lascia prendere dai nervi, si fa espellere e la squadra, ridotta in dieci, si fa eliminare dal Torneo.
Heriberto, per punirlo della sua leggerezza, lo trattiene qualche tempo in purgatorio, Ma Bonci, pur maledicendo quel disgraziato scatto di ira, non si abbatte, stringe i denti, «mugugna» ma non si dà per vinto, china la testa e lavora con umiltà, e finalmente arriva, il giorno di Pasqua, al suo terzo momento magico. Anastasi è infortunato e Zigoni indisponibile. È di turno il Napoli. Sono le undici della domenica, la Pasqua che risulterà la più bella della sua vita.
Nel ritiro della Pineta Heriberto lo chiama: «Allora Bonci, è pronto? Oggi centravanti gioca lei!» Il ragazzo per poco non sviene dalla gioia. Un solo grande rammarico; debuttare ufficialmente nella grande Juve e non potere avere vicino il suo papà, che nemmeno con un jet potrebbe arrivare in tempo per la partita. Una telefonata a Modena: «Babbo, sta tranquillo cercherò di farmi onore, sta vicino alla radio e prega per me!».
L’incontro si svolge sul fango, una fatica improba; un’azione di tutto l’attacco, una palla lunga, Zoff esce e Bonci lo anticipa, rincorre la palla che sta uscendo oltre la linea di fondo, e con una «zampata» di classe infila la porta. Tripudio sugli spalti, i giocatori lo abbracciano e una lacrima bagna il viso di Fabio. La stessa che a Modena scende sulla guancia di papà Iro.
A questi momenti magici, siamo certi, ne seguiranno altri. Per adesso per Fabio è in vista il militare, per cui, con tutta probabilità, verrà prestato a qualche società nei dintorni di Bologna; chissà magari proprio alla Reggiana, sua vecchia squadra. Tornerà alla Juventus fra due campionati, più forte di prima e magari in un ruolo non di centravanti; un ruolo che gli consenta di formare con Anastasi, una coppia di punta.
Auguri Fabio! Nella vita militare non troverai troppa differenza da quella in bianconero; dal sergente di ferro Heriberto al caporale di giornata il passo è brevissimo.
 

Non sarebbe più tornato alla Juve ma era un bravissimo ragazzo. Allora noi juventini seguivamo i giovani e i giovanissimi su Hurrà Juventus. Bei tempi Socrates! Grazie per questo ricordo..oo

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Joined: 04-Apr-2006
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11 minuti fa, Puma83 ha scritto:

Non sarebbe più tornato alla Juve ma era un bravissimo ragazzo. Allora noi juventini seguivamo i giovani e i giovanissimi su Hurrà Juventus. Bei tempi Socrates! Grazie per questo ricordo..oo

Grazie a te per aver commentato. ;) 

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