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Socrates

Corrado Grabbi - Calciatore E Allenatore Giovanili

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Il volo spezzato: Corrado Grabbi
 
 
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Grabbi maestro di Kean: «È un vero padre. Ogni giorno gli sono grato»
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Sbaglio o accus

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Sbaglio o accus

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55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png   CORRADO GRABBI

 

Corrado Grabbi, da enfant prodige alla Juventus al flop in Premier League |  Goal.com Italia

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Corrado_Grabbi

 

 

Nazione: Italia 20px-Flag_of_Italy.svg.png
Luogo di nascita: Torino
Data di nascita: 29.07.1975
Ruolo: Attaccante
Altezza: 181 cm
Peso: 80 kg
Soprannome: Ciccio

 

 

Alla Juventus dal 1994 al 1995

Esordio: 06.12.1994 - Coppa Uefa - Juventus-Admira Wacker 2-1

Ultima partita: 11.04.1995 - Coppa Italia - Juventus-Lazio 2-1

 

4 presenze - 1 rete

 

1 scudetto

1 coppa Italia

 

 

Corrado Grabbi (Torino, 29 luglio 1975) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante, tecnico della squadra Under-14 della Juventus.

 

 

Corrado Grabbi
Corrado Grabbi - Ternana Calcio 1998-99.jpg
Grabbi alla Ternana nella stagione 1998-1999
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 181 cm
Peso 80 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex attaccante)
Squadra   Juventus (U-14)
Termine carriera 2008 - giocatore
Carriera
Giovanili
1992-1993   Juventus
Squadre di club
1993-1994    Sparta Novara 31 (8)
1994-1995   Juventus 4 (1)
1995    Lucchese 8 (1)
1995-1996    Chievo 18 (2)
1996-1998   Modena 58 (30)
1998-1999   Ternana 14 (2)
1999-2000    Ravenna 29 (13)
2000-2001   Ternana 34 (20)
2001-2002   Blackburn 14 (1)
2002    Messina 12 (4)
2002-2004   Blackburn 16 (1)
2004    Ancona 7 (0)
2005-2006   Genoa 25 (8)
2006-2007   Arezzo 7 (0)
2007-2008   Bellinzona 6 (0)
Carriera da allenatore
2009-2010   Juventus Pulcini
2010-2013   Juventus Esordienti
2013-2015   Juventus Giov. Reg.
2015-2019   Juventus U-15 (Vice)
2019-2021   Juventus U-15
2021-   Juventus U-14

 

Biografia

Soprannominato "Ciccio" fin da piccolo, è nipote di Giuseppe Grabbi, mediano della Juventus degli anni 1920, a sua volta vincitore di un titolo nazionale nella stagione 1925-1926; anche il padre, Luigi, ha giocato nelle giovanili del club bianconero, fino ad arrivare alla Primavera, mentre il figlio Edoardo ha effettuato la trafila nel vivaio del club torinese, fino ai Giovanissimi. È cresciuto a pochi passi dallo stadio Comunale di Torino, dove si allenava all'epoca la Juventus: una volta arrivato nelle giovanili della squadra bianconera, da centrocampista fu spostato subito al reparto più avanzato.

In giovane età Grabbi non supera l'esame di maturità e si definisce un «geometra mancato». Sposato con Elisa, la coppia ha due figli.

Caratteristiche tecniche

Giocatore

Emerso agli esordi come un centravanti molto dotato sia fisicamente sia tecnicamente, ciò nonostante numerosi infortuni ne hanno fortemente minato la carriera, costringendolo dapprima a ciclici stop e infine a un precoce ritiro dall'attività agonistica.

Carriera

Giocatore

Gli inizi alla Juventus, prestiti vari

Dopo esser cresciuto nelle giovanili della Juventus, dov'era anche capitano, per la stagione 1993-1994 passò in prestito allo Sparta Novara, tra i dilettanti. Per l'annata seguente tornò alla Juventus, dove fece la spola tra le giovanili di Antonello Cuccureddu, con cui vinse la Coppa Italia Primavera, e la prima squadra di Marcello Lippi, con cui esordì in Serie A l'11 dicembre dello stesso anno, nella gara dell'Olimpico di Roma contro la Lazio vinta 4-3 dai bianconeri, realizzando nell'occasione il suo primo e unico gol in maglia bianconera; cinque giorni prima aveva già fatto il suo debutto assoluto in campo europeo, nella gara di Coppa UEFA contro gli austriaci dell'Admira/Wacker. Al termine della stagione 1994-1995, pur da comprimario poté fregiarsi delle vittorie bianconere in Serie A e in Coppa Italia, che rimarranno gli unici trofei della sua carriera professionistica.

 

220px-Corrado_Grabbi_-_Juventus_FC_%28Pr
 
Grabbi con la squadra Primavera della Juventus nella stagione 1994-1995

 

L'anno successivo venne mandato in prestito prima alla Lucchese, dove stentò a segnare (1 gol in 8 partite) e poi, da novembre, al Chievo, in entrambi i casi in Serie B: anche a Verona non riuiscì a segnare con continuità, realizzando solo 2 gol in 18 sfide di campionato. Nel 1996 passò poi al Modena, compagine di Serie C con cui siglò 30 gol in 58 partite. Come emerso dalla sua testimonianza contro Luciano Moggi e suo figlio Alessandro nell'ambito del processo Gea World, nel 1997 Grabbi si sarebbe dovuto trasferire al Prato ma, di fronte al rifiuto del giocatore, l'ex dirigente della Juventus gli rispose: «dovresti giocare nel giardino di casa tua»; Secondo lo stesso Grabbi, «hanno cercato di distruggermi, in Italia, altrimenti non si spiegherebbe perché stavo in retrovia nel Modena in Serie C e [dopo qualche anno, ndr] il Blackburn ha investito su di me 22 miliardi di vecchie lire».

Ternana

Le prestazioni offerte nel biennio in Emilia convinsero la Ternana ad acquistarlo nel luglio del 1998. Durante il periodo in Umbria uscì illeso da un incidente d'auto sul raccordo autostradale Terni-Orte. Nella prima stagione con la squadra umbra fu frenato da una rara malattia, il morbo di Ledderhose, che gli impedì quasi di camminare e per la quale finì spesso sotto i ferri, segnando solamente 2 gol (contro Monza e, dal dischetto, Verona) in 14 incontri di campionato.

Dopo essere stato operato dai medici della Juventus per la prima volta nel giugno del 1998, andò in prestito per un'annata al Ravenna dove realizzò 13 gol. In questo periodo espletò anche gli obblighi di leva, guarendo completamente dalla malattia nell'ottobre del 1999 e prendendosi cinque mesi di convalescenza. Tornò così a Terni dove nel 2000-2001 disputò la miglior stagione della sua carriera, con 20 gol e 15 assist che lo fecero entrare nel cuore dei tifosi rossoverdi; in quell'annata Grabbi formò un prolifico trio d'attacco con Massimo Borgobello e Fabrizio Miccoli, portando la compagine rossoverde a sfiorare la promozione in Serie A.

L'esperienza inglese, l'inizio del declino

In virtù di ciò attirò le attenzioni degli inglesi del Blackburn, che ne acquistarono il cartellino nel luglio del 2001 in cambio di 22 miliardi di lire (6,7 milioni di sterline): l'acquisto, avallato dal tecnico Graeme Souness, si rivelò tuttavia un flop tanto che, secondo la stampa britannica, mai tanti soldi furono buttati «nella spazzatura»; ancora oggi è considerato uno dei peggiori trasferimenti nella storia della Premier League, campionato in cui non riuscì a incidere segnando solo 1 gol in 14 presenze e venendo dunque girato in prestito al Messina, in Serie B, nel gennaio del 2002. Neanche in Sicilia seppe riproporre la forma avuta nell'ultimo periodo a Terni, ma contribuì comunque alla conquista della salvezza grazie alla doppietta firmata, nell'ultimo turno, contro il Crotone. Rientrato in Inghilterra, Souness provò a dargli un'altra chance in Premier League ma Grabbi deluse nuovamente le aspettative: in 41 incontri tra campionato e coppe realizzò solo 5 gol e, ormai stanco di lui, nel gennaio del 2004 il Blackburn lo cedette a titolo definitivo e gratuito all'Ancona. Grabbi giustificò le sue mediocri prestazioni oltremanica con il difficile ambientamento al calcio e al clima britannico, aggiungendo anche i difficili rapporti con i suoi compagni di squadra.

Ritornato in Italia, si presentò nelle Marche completamente fuori forma e dopo un paio di mesi s'infortunò; rientrò circa un mese dopo, allenandosi a parte. Ad Ancona però, non riuscì a evitare la retrocessione della squadra in Serie B, disputando solo 7 gare a causa del succitato stop fisico. Durante il periodo anconitano, nel marzo del 2004 tornò inoltre a soffrire del morbo di Ledderhose che l'aveva già colpito in passato a Terni, e che gli provocò l'ispessimento dell'arco plantare rendendogli difficile persino solo camminare.

Ultimi anni

L'anno successivo, debilitato da vari problemi al ginocchio, rimane inattivo. L'11 settembre 2005 venne ingaggiato dal Genoa di Giovanni Vavassori, contribuendo alla promozione della squadra ligure tra i cadetti. Prima del match di ritorno dei play-off contro il Monza, devastato dagli infortuni che lo avevano perseguitato negli anni (ha subito 8 interventi chirurgici ai piedi), annunciò di aver preso in esame la possibilità di ritirarsi dall'attività agonistica a causa delle sue condizioni fisiche, ma di essersi poi persuaso a continuare vista l'insistenza dei tifosi, dei compagni di squadra e del presidente genoano Enrico Preziosi.

Nel gennaio del 2007 fu ceduto all'Arezzo, squadra dalla quale poi rescisse il contratto durante la successiva sessione estiva di calciomercato. Firmò quindi un accordo con il Bellinzona, compagine svizzera militante nella Challenge League, con la quale ottenne la promozione nella Super League. Al termine dell'annata 2007-2008 pose fine a una carriera costellata da troppi infortuni.

In carriera ha totalizzato complessivamente 9 presenze e 2 reti in Serie A, 30 presenze e 2 reti in Premier League, e 122 presenze e 42 reti in Serie B.

Allenatore

Nella stagione 2009-2010 entra nello staff tecnico del settore giovanile della Juventus, diventando allenatore dei Pulcini. L'annata successiva passa gli Esordienti, mentre nel campionato 2013-2014 assume la carica di tecnico dei Giovanissimi Regionali. Dopo esserne stato vice negli anni precedenti, tra il 2019 e il 2021 è l'allenatore della squadra Under-15. Dall'estate 2021 passa a guidare la squadra Under-14. Nel corso degli anni diviene uno dei tecnici di riferimento del vivaio bianconero: in questa veste si fa apprezzare per il lavoro svolto sui giovani, sia sul piano tecnico sia soprattutto su quello umano, contribuendo alla crescita di elementi quali Moise Kean.

Palmarès

Giocatore

Competizioni nazionali

Competizioni giovanili

 

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55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png   CORRADO GRABBI

 

grabbi+corrado.jpg

 

 

 

Nasce a Torino il 29 luglio 1975; nipote di Giuseppe, giocatore juventino degli anni Venti, cresce nella squadra bianconera, facendo tutta la trafila delle squadre giovanili. Diventa anche capitano della Primavera, nella quale sta muovendo i primi passi Alessandro Del Piero. Nella stagione 1994-95, Lippi lo promuove in prima squadra e il suo esordio in Serie A non tarda ad arrivare. È l’11 dicembre 1994 e la Juventus è di scena allo stadio Olimpico di Roma, contro la Lazio. La Juventus è sotto di un goal, quando viene espulso il laziale Cravero, autore di un bruttissimo fallo. Lippi ha un colpo di genio, toglie un difensore (Carrera) e inserisce Ciccio. La Juventus si trasforma; pareggia Del Piero dopo un minuto e, nel secondo tempo, prima Marocchi e poi lo stesso Ale (con uno splendido goal, uno di quelli che saranno chiamati “alla Del Piero”) portano la Juventus sul 3-1. A nove minuti dalla fine, Corrado è lanciato da solo contro Marchegiani; con una freddezza da consumato bomber Ciccio mette la palla in rete, realizzando la sua prima rete in Serie A. Poi, ci saranno i goal laziali di Casiraghi e di Fuser, ma la Juventus riuscirà a espugnare l’Olimpico, iniziando una favolosa cavalcata che la porterà a vincere lo scudetto. Grabbi è schierato anche nella partita successiva, contro il Genoa; la sua prestazione è buona ma non riesce a segnare. Scenderà in campo anche in Coppa Uefa, contro gli austriaci dell’Admira Wacker e in Coppa Italia, sempre contro la Lazio. Alla fine di quella stagione, è ceduto alla Lucchese.

“HURRÀ JUVENTUS” NOVEMBRE-DICEMBRE 1994
Il nonno, Giuseppe, nel 1926 vinse lo scudetto con la maglia della Juventus, il secondo della storia; il papà, Gigi, si è espresso fino alla Primavera bianconera e poi ha contribuito al rilancio del Settore Giovanile come allenatore; lui, Corrado Grabbi detto Ciccio, sta seguendo lo stesso percorso. Le giovanili bianconere, dopo aver partorito l’anno scorso un’incredibile nidiata, si trovano di nuovo ad ammirare un giovanotto che in questo inizio di stagione sta attirando su di sé l’attenzione della critica. Se la Primavera è la vetrina luminosa dove viene presentata la parte terminale del lavoro svolto, allora c’è da essere fieri che un “prodotto” del proprio vivaio si stia mettendo in luce a livello nazionale.
Il bomber Grabbi nasce come giocatore proprio nei Pulcini della Juventus. Il suo è stato un iter tipico nelle giovanili, ma a un certo punto il sogno del ragazzo stava per infrangersi a causa di una malattia reumatica che all’età di tredici anni lo ha tenuto bloccato a letto per sei mesi. Un calvario tremendo per un ragazzino abituato a correre e a esprimersi su un campo di calcio. Anche in quell’occasione Ciccio ha saputo tenere duro e il sacro fuoco che aveva dentro lo ha sostenuto nella fase di ripresa agonistica. Tra i compagni del Combi e gli amici (Caielli e Del Sarto) del vicino Sporting, la sua maturazione si è gradatamente concretizzata.
Intelligente è stata la scelta (consigliata) di trascorrere una stagione lontano da Torino dopo il campionato nella Berretti. L’anno tra i dilettanti, nelle file dello Sparta Novara, è stato determinante per la sua esplosione di cannoniere. Dieci reti in campionato e una ventina con la maglia della Nazionale di categoria agli ordini di Berrettini: Grabbi ha conquistato la fiducia dei dirigenti bianconeri a suon di goal, ma anche grazie alla sua tecnica.
A sostituire Del Piero nei cuori degli affezionati del Combi non poteva essere chiamato un elemento più valido e spettacolare. Grabbi ha tutto per sfondare anche tra i grandi: potenza fisica, furbizia e quel po’ di mestiere che la sua dinastia gli ha trasmesso. Il destino pare gli abbia riservato un piano di vita che sembra essere stato preparato molti decenni fa. La storia di nonno Giuseppe, calciatore e ingegnere edile, non è nata per caso. Il binomio calcio e mattone non si è mai interrotto, nella dinastia dei Grabbi. Ciccio, mentre al sabato si scatena a suon di reti (già dieci alla sesta giornata), durante la settimana costruisce l’altro suo futuro studiando da geometra.
Per ora, però, l’impresa del padre può attendere. Il calcio giovanile italiano sta per scoprire un futuro protagonista. Molto dipenderà da lui stesso. Di certo la Juventus lo guiderà passo passo verso i traguardi che sogna. Non per nulla Giraudo, Bettega, Moggi e Secco sono puntuali osservatori dietro la rete del Combi.
Il ragazzo merita un’attenzione particolare; se continua di questo passo, ogni ipotesi è possibile: anche quella che un giorno non troppo lontano possa percorrere la stessa strada di nonno Giuseppe.

 

https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2012/07/corrado-grabbi.html

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