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Socrates

Alessandro Matri

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The Champions: Alessandro Matri - Juventus

 

Alessandro Matri the unlikely hero as Juventus win Coppa Italia - Eurosport

 

The End of an Era: Juventus 2011-2020 - | Juvefc.com

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   ALESSANDRO MATRI        

 

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https://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Matri

 

 

Nazione: Italia 20px-Flag_of_Italy.svg.png
Luogo di nascita: Sant'Angelo Lodigiani (Lodi)
Data di nascita: 19.08.1984
Ruolo: Attaccante
Altezza: 183 cm
Peso: 80 kg
Nazionale Italiano
Soprannome: Mitra Matri - Il Cigno

 

 

Alla Juventus dal 2011 al 2013 e 2015

Esordio: 02.02.2011 - Serie A - Palermo-Juventus 2-1

Ultima partita: 20.05.2015 - Coppa Italia - Juventus-Lazio 2-1

 

92 presenze - 31 reti

 

3 scudetti

1 coppa Italia

2 supercoppe italiane

 

 

Alessandro Matri (Sant'Angelo Lodigiano, 19 agosto 1984) è un ex calciatore italiano, di ruolo attaccante.

 

 

Alessandro Matri
20150616 - Portugal - Italie - Genève - Alessandro Matri (cropped).jpg
Matri con la nazionale italiana nel 2015
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 183 cm
Peso 80 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Attaccante
Termine carriera 6 maggio 2020 - giocatore
Carriera
Giovanili
1994-1995 600px vertical HEX-010080 White.svg Virtus Don Bosco
1995-1996   Fanfulla
1996-2004   Milan
Squadre di club
2002-2004   Milan 1 (0)
2004-2005    Prato 32 (5)
2005-2006    Lumezzane 32 (12)
2006-2007    Rimini 28 (4)
2007-2011   Cagliari 125 (36)
2011-2013   Juventus 83 (29)
2013-2014   Milan 15 (1)
2014    Fiorentina 15 (4)
2014-2015    Genoa 16 (7)
2015    Juventus 9 (2)
2015-2016    Lazio 20 (4)
2016-2019   Sassuolo 74 (14)
2019-2020   Brescia 8 (0)
Nazionale
2011-2015 Italia Italia 7 (1)

 

Biografia

Nasce il 19 agosto 1984 a Sant'Angelo Lodigiano e cresce nel paese di Graffignana in provincia di Lodi. La prima passione non è per il pallone bensì per il ciclismo. Matri correva per il Pedale Graffignanino, prometteva bene, come testimoniano le medaglie che ha vinto, però una caduta violenta dalla bici lo porta a un cambiamento di progetti sportivi per il futuro. In accordo con i genitori, abbandona le due ruote e sceglie di concentrare le proprie energie sul calcio.

Incomincia la carriera calcistica nella squadra della Virtus Don Bosco di Graffignana per poi passare al Fanfulla su segnalazione di un dirigente che lo vide giocare. All'età di 11 anni, in seguito alla segnalazione dell'osservatore Ruben Buriani, passa nelle giovanili del Milan, dove rimarrà fino all'età di 20 anni.

Dal marzo 2009 è legato sentimentalmente a Federica Nargi, ex velina di Striscia la notizia, dalla quale ha avuto due figlie, Sofia, nata il 26 settembre 2016, e Beatrice, nata il 16 marzo 2019.

Caratteristiche tecniche

Centravanti puro, amava muoversi lungo la profondità del campo, e spiccava per qualità dei movimenti offensivi e dei tempi di inserimento. Dotato di spirito di sacrificio, era anche abile nel pressing.

Carriera

Giocatore

Club

Milan e i vari prestiti

Ottiene il suo esordio, da titolare, in Serie A il 24 maggio 2003 durante la trasferta persa, per 4-2, contro il Piacenza disputando 70 minuti di gioco per poi essere sostituito dal compagno di squadra Roberto Bortolotto. Nella sua prima stagione da professionista ottiene una sola presenza mentre nella seconda non scenderà mai in campo disputando le sue partite nella Primavera del Milan.

Si mette successivamente in mostra in Serie C1, in prestito, con le maglie di Prato nella stagione 2004-2005 (36 presenze e 5 gol) e Lumezzane nella stagione 2005-2006 (35 presenze e 14 gol).

Nell'estate del 2006 passa al Rimini di mister Acori, in Serie B, con la formula del prestito. In questa stagione, nonostante la presenza di attaccanti più esperti come Ricchiuti, Jeda e Moscardelli, riesce a ritagliarsi uno spazio importante. Matri chiude il campionato con quattro reti all'attivo, tutte siglate nel girone di ritorno, tra cui la sua prima doppietta in carriera sul campo del Brescia e il gol che ha deciso il derby romagnolo contro il Cesena.

Cagliari

L'11 giugno 2007 metà del suo cartellino viene acquistato dal Cagliari. Ha esordito con la maglia rossoblù il 26 agosto seguente, andando subito a segno nella prima giornata di campionato contro il Napoli. Nonostante alcuni gol nell'arco della stagione, Matri viene spesso relegato in panchina dall'allenatore Davide Ballardini, che gli preferisce il compagno di reparto Acquafresca. Tuttavia, il giorno dopo il divorzio tra la società sarda e il tecnico ravennate, il Cagliari riscatta l'altra metà del suo cartellino per 2,3 milioni di euro. Il 24 febbraio 2008 decide la gara con la Lazio, segnando nell'occasione il 1000º gol dei sardi in A.

Nella prima parte della stagione successiva Matri non riesce ancora a ritagliarsi uno spazio da titolare nella compagine sarda, che lo vede spesso partire dalla panchina. Tuttavia, nel girone di ritorno, l'attaccante lodigiano mette a segno sei gol, risultando essere il terzo miglior cannoniere della squadra dopo Acquafresca e Jeda.

L'annata 2009-2010 comincia sulla falsariga della precedente per Matri che, inizialmente, parte dalla panchina. Tuttavia, dopo la cessione di Robert Acquafresca, riesce a guadagnare nel giro di poche settimane il posto da titolare. Il 13 dicembre 2009, dopo 16 partite, riesce anche a eguagliare il record di Gigi Riva di sette match consecutivi a segno. Termina la stagione con 13 gol messi a segno, stabilendo il proprio record personale.

Comincia la stagione 2010-2011 con una doppietta, realizzata l'11 settembre 2010 contro la Roma nella gara giocata al Sant'Elia e vinta per 5-1. In totale l'attaccante realizza quattro doppiette, con un bottino complessivo di 11 reti. Con 36 marcature, inoltre, risulta essere al quinto posto nella classifica dei migliori marcatori di sempre in massima serie con la maglia del Cagliari.

Juventus
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Matri in azione alla Juventus nell'estate 2012, durante un'amichevole contro il Malaga.

 

Il 31 gennaio 2011 viene ufficializzato il suo trasferimento alla Juventus con la formula del prestito oneroso (2,5 milioni di euro) con diritto di riscatto fissato a 15,5 milioni di euro. L'esordio con la maglia bianconera arriva il 2 febbraio seguente, nella trasferta di Palermo che vede la Juventus perdere per 2-1. Tre giorni dopo torna a Cagliari da avversario e realizza i suoi primi due gol con la maglia della Juventus, nella partita terminata sul punteggio di 3-1 per i bianconeri. Il 13 febbraio seguente, invece, esordisce con la maglia bianconera allo Stadio Olimpico di Torino, segnando con un colpo di testa il gol che ha permesso alla Juve di vincere il derby d'Italia contro l'Inter per 1-0. Termina la sua stagione con 20 gol segnati (11 in rossoblù e 9 in bianconero), battendo il record personale dell'anno prima.

Riscattato dalla Juventus, nella stagione successiva conquista il suo primo scudetto, ottenuto il 6 maggio 2012, con una giornata d'anticipo, nella partita giocata sul campo neutro di Trieste contro il Cagliari e vinta per 2-0. Conclude la stagione con 10 reti, di cui una nell'1-1 contro il Milan del 25 febbraio 2012.

La stagione 2012-2013 inizia con la conquista della Supercoppa italiana, arrivata l'11 agosto 2012 allo Stadio nazionale di Pechino grazie alla vittoria per 4-2 contro il Napoli.

Il 19 settembre 2012 esordisce nelle competizioni UEFA per club, in occasione della partita di Champions League pareggiata per 2-2 in casa del Chelsea. Il 29 settembre seguente arriva anche il suo primo gol stagionale, nel corso della partita casalinga vinta per 4-1 contro la Roma. Il 12 febbraio 2013 segna la sua prima rete nella massima competizione europea per club, durante la partita esterna vinta per 3-0 contro il Celtic, valevole per gli ottavi di finale della competizione. Il 5 maggio successivo, grazie alla vittoria interna della Juventus sul Palermo per 1-0, vince (con tre giornate d'anticipo) il secondo scudetto consecutivo.

Il 18 agosto aggiunge al suo palmarès un'altra Supercoppa italiana, battendo in finale la Lazio allo Stadio Olimpico di Roma; Matri, tuttavia, non scende in campo nella partita terminata 4-0 per i bianconeri.

Ritorno al Milan, Fiorentina e Genoa
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Matri marcato da Philipp Lahm durante un'amichevole nell'estate 2016 tra Milan e Bayern Monaco

 

Il 30 agosto 2013 viene ufficializzato il suo ritorno al Milan per 11 milioni di euro. Torna a vestire la maglia rossonera il 1º settembre seguente, in occasione della partita interna vinta per 3-1 contro il Cagliari, sua ex squadra. Il 27 ottobre 2013 arriva il suo primo e unico gol con la società milanese, nel corso della trasferta persa per 3-2 contro il Parma.

Dopo 19 presenze e 1 rete con i rossoneri, il 15 gennaio 2014 viene ufficializzato il suo prestito dal Milan alla Fiorentina fino al termine della stagione. Esordisce in maglia viola il 19 gennaio seguente, realizzando una doppietta nella partita di campionato Catania-Fiorentina (0-3). Il 20 febbraio esordisce in Europa League nella gara di andata dei sedicesimi di finale contro l'Esbjerg, segnando anche il primo gol per i viola che si imporranno sugli avversari per 1-3. Chiude la stagione con i viola con 21 presenze e 5 reti.

Finito il prestito in Toscana, fa inizialmente ritorno al Milan che l'11 luglio 2014 lo cede nuovamente in prestito, stavolta al Genoa. Con la maglia rossoblù esordisce in campionato il 14 settembre in trasferta a Firenze proprio contro la sua ex squadra subentrando nel secondo tempo a Mauricio Pinilla. Il 24 settembre, nella quarta giornata di campionato, sigla le sue prime due reti con la maglia dei grifoni (al 35' e al 48') nella gara Verona-Genoa (2-2). Il 5 ottobre segna il suo 100º gol tra i professionisti siglando la rete della vittoria nella trasferta vinta 2-1 contro il Parma. Complessivamente con i rossoblù colleziona 17 presenze e 7 gol.

Ritorno alla Juventus

Il 2 febbraio 2015, ritorna alla Juventus con la modalità del prestito gratuito per 6 mesi con 2,5 milioni di euro di stipendio lordo pagato per metà dal Milan. Qui ritrova Stefano Sturaro con il quale ha giocato a Genova nei sei mesi precedenti e Massimiliano Allegri che lo ha già allenato sia al Cagliari sia al Milan e nutre grande stima nei suoi confronti. Il 7 aprile, in occasione della semifinale di Coppa Italia tra Fiorentina e Juventus, segna il gol dello 0-1 del complessivo 0-3 che porta la Juventus in finale.

Il 20 maggio, una sua rete risolve la finale di Coppa Italia all'Olimpico contro la Lazio. Il gol decisivo del 2-1 durante i tempi supplementari, al minuto 97, consegna la decima Coppa Italia alla Juventus. Chiude il semestre bianconero con 9 presenze e 2 gol.

Lazio, Sassuolo, Brescia e ritiro

Tornato al Milan nell'estate 2015, il successivo 31 agosto passa in prestito alla Lazio per un anno. L'esordio arriva il 13 settembre successivo dove mette a segno anche una doppietta nella partita casalinga vinta, proprio per 2-0, contro l'Udinese. Conclude la stagione e il prestito alla Lazio con un totale di 31 presenze e 7 reti. A fine stagione rientra al Milan.

Il 16 agosto 2016 viene ceduto a titolo definitivo al Sassuolo. Segna il suo primo gol in neroverde il 23 ottobre, durante la nona giornata di serie A, contro il Bologna al Dall'Ara, fissando il risultato sull'1-1. Sigla la sua prima doppietta in nero verde il 15 gennaio 2017 contro il Palermo. Una settimana dopo, contro il Pescara, Matri segna il gol più veloce del campionato dopo appena un minuto di gioco; nella stessa partita va poi nuovamente a segno, siglando così la sua seconda doppietta consecutiva. In tre anni con i neroverdi mette a referto 82 presenze e 14 gol.

Il 2 settembre 2019 viene venduto al Brescia, neopromosso in Serie A. Il 31 gennaio 2020, dopo sole 8 presenze in campionato, torna anticipatamente al Sassuolo prima di restare svincolato.

Il 6 maggio 2020 annuncia il suo ritiro dal calcio giocato.

Nazionale

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Matri in azione con la maglia della nazionale nell'amichevole con il Portogallo del giugno 2015.

 

Il 6 febbraio 2011 viene convocato per la prima volta in nazionale, da parte del CT Cesare Prandelli, in vista dell'amichevole del 9 febbraio seguente contro la Germania (1-1), nella quale tuttavia non viene impiegato. Nel seguente mese di marzo, viene ancora una volta convocato in azzurro per le gare in trasferta contro la Slovenia (0-1) e l'Ucraina (0-2). Esordisce proprio in quest'ultima gara, subentrando al 61' della ripresa a Giuseppe Rossi, e segnando la rete dello 0-2 finale per gli azzurri su assist di Sebastian Giovinco.

Dopo il ritiro

Una volta ritiratosi dal calcio giocato, Matri intraprende la carriera dirigenziale diventando nel settembre 2020 collaboratore di Igli Tare, direttore sportivo della Lazio, sua ex squadra da calciatore; nel frattempo segue il corso da direttore sportivo della FIGC. Dopo appena una stagione, l'ex attaccante biancoceleste decide di interrompere l'esperienza dirigenziale con il club romano per intraprendere un nuovo percorso.

Dopo l’addio alla Lazio, nel luglio 2021 viene presentato come uno dei volti nuovi di DAZN, la piattaforma che trasmetterà, tra le altre cose, le gare della Serie A, Serie B, Europa League e Conference League. Dopo aver conseguito la qualifica da direttore sportivo il 19 luglio, il 14 ottobre dello stesso anno consegue anche quella da allenatore UEFA A a Coverciano che consente di allenare tutte le selezioni giovanili e le squadre femminili, le prime squadre fino alla Serie C oltre a poter essere tesserato come allenatore in seconda sia in Serie B che in Serie A.

Palmarès

Club

Competizioni nazionali

Competizioni internazionali

 

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Il tifoso bianconero fa la conoscenza di Alessandro il 26 settembre 2010: la Juventus di Gigi Delneri affronta il Cagliari di questo centravanti che tanto sta facendo bene nell’isola. Per la verità, gli occhi del supporter juventino sono tutti per Milos Krasić che sta incantando sotto la Mole. Ed è proprio il serbo, con una fantastica tripletta, a regalare la vittoria alla Vecchia Signora: risultato finale 4-2 e le due reti dei cagliaritani sono firmati proprio da Alessandro Matri.
Gennaio 2011: la Juventus è alla ricerca di un attaccante, avendo perso Quagliarella per un grave infortunio. La dirigenza pensa subito a questo ragazzone milanese che tanto aveva impressionato in quella partita all’Olimpico. Ale diventa così bianconero ed esordisce con la nuova casacca numero 32 a Palermo: Juve sconfitta per 1-2 e poche cose positive da segnalare. «A essere sinceri – confessa – non mi è mai piaciuta l’idea di muovermi a gennaio. Inizi la stagione con una società, in cui magari ti sei già ambientato e ti trovi a cambiare in fretta e furia… Venire alla Juve, però, è l’occasione della vita, per cui vale la pena fare un’eccezione. Un po’ di “paura”, rigorosamente tra virgolette, c’è. La notte successiva alla firma ho dormito poco, quindi ho avuto tempo per pensarci. Mi chiedevo “A cosa vado incontro?”. So di arrivare in una grande squadra, dove trovo molte più pressioni, perché ci sono aspettative su di me e sono stati fatti investimenti importanti. Però c’è anche l’entusiasmo, la voglia di mettermi in gioco».
Ma già dalla domenica successiva Mitra Matri, come presto viene soprannominato, ha motivo di esultare. Anzi, i motivi sono due come le reti che rifila al “suo” Cagliari. La terza marcatura è di Luca Toni, anche lui arrivato nel cosiddetto mercato di riparazione.
I tifosi (e anche le tifose, poiché Ale è tutt’altro che un brutto ragazzo) cominciano ad apprezzare questo centravanti che ha grandi doti fisiche ma anche una tecnica di base per niente male. In più, e questo non guasta mai, anche una certa dose di coraggio che è fondamentale per un attaccante dicasi di razza.
L’appuntamento con la gloria (anche se effimera in quel campionato che vedrà la Juventus piazzarsi settima per il secondo anno consecutivo) è fissato per domenica 13 febbraio: va in scena il Derby d’Italia ovvero Juventus-Inter. È l’Inter che ha appena conquistato il “triplete” e, anche senza il suo condottiero Mourinho, è una squadra che incute timore. Ma non a quella Juve che gioca veramente bene e che mette in difficoltà i nerazzurri. Alla mezzora del primo tempo la svolta: cross del giovane danese Sørensen (autentica rivelazione di quel campionato) e zuccata precisa di Matri a infilare Julio Cesar. È il gol della vittoria e per Ale la definitiva consacrazione. «Come racconterò ai miei nipotini questa partita? Potrei iniziare dai gol sbagliati… Quel colpo di testa in avvio di ripresa mi è “rimasto qui”, perché ho colpito bene e pensavo davvero di aver segnato».
Si prosegue: doppietta con il Cesena, altre reti con Roma, Genoa, Chievo e Napoli nell’ultima giornata del campionato 2010-11. Alla fine 16 partite e 9 gol, da aggiungere agli 11 segnati con il Cagliari e a quello realizzato in maglia azzurra contro l’Ucraina. Non male davvero!
Si parte per una nuova stagione: ovviamente Ale è titolare fisso nello schieramento disegnato da Antonio Conte, neo allenatore juventino. Il gioco dell’ex capitano bianconero prevede che gli attaccanti facciano tantissimo movimento e siano i primi a portare il pressing sui difensori avversari. Non solo, devono creare gli spazi per gli inserimenti dei centrocampisti, in particolare Vidal e Marchisio. Va da sé che Ale si trovi sempre meno vicino alla porta avversaria e che, quando capita, le energie e la lucidità non siano a livello massimo per mettere il pallone nel sacco.
Nonostante tutto ciò realizza 6 reti, l’ultima nel 3-3 del 29 novembre a Napoli. Poi, timbra nuovamente il cartellino il giorno della ripresa del campionato: 8 gennaio 2012, Lecce-Juve 0-1, sua la rete decisiva. Una doppietta contro l’Udinese, venti giorni dopo, sotto la neve e poi la partita di San Siro contro il Milan Campione d’Italia.
È il match del famoso “gol di Muntari” non visto da arbitro e guardalinee. Il Milan era passato in vantaggio grazie a una sfortuna autorete di Bonucci e il punto del giocatore ghanese avrebbe portato il punteggio sul 2-0 per il Diavolo. Niente da fare, si resta sul risultato di 1-0 e, nella ripresa, un gran tiro al volo di Matri (su splendido cross di Pepe) rimette tutto in parità. Da quel momento, la Juve prende il volo verso lo scudetto. I rossoneri, invece, piangendosi addosso su quello che avrebbe potuto essere se fosse stato convalidato quel gol, regalano punti a destra e a manca, fallendo il bis tricolore.
Partita decisiva anche per Ale, in negativo però. Infatti, dopo quel 25 febbraio non è più capace di ritrovare la via della rete. Logico che Conte cominci a trovare alternative nel reparto offensivo: prima Quagliarella (perfettamente ripresosi dall’infortunio della stagione precedente), poi Borriello (arrivato a gennaio) occupano il posto in attacco accanto all’inamovibile Vucinić. Alla fine del campionato, Ale può festeggiare il primo scudetto in carriera e le 10 marcature totali.
Ma il lungo digiuno ha spezzato qualcosa in lui. La fiducia in se stesso comincia a scemare e anche i tifosi cominciano a dare segni di insofferenza. E non andrà meglio nella stagione 2012-13, nonostante un nuovo scudetto. Realizza la prima segnatura stagionale nel 4-1 contro la Roma di Zeman (il 29 settembre) e poi una lunghissima pausa, fino alla doppietta contro il Cagliari (21 dicembre) che, a quanto pare, continua a portargli fortuna. Partita giocata a Parma, non essendo agibile il campo degli isolani. Juve in svantaggio, dopo aver fallito anche un calcio di rigore con Vidal. Ci pensa il nostro a riportare la partita sui binari giusti, prima della rete della sicurezza di Vucinić.
In gol anche contro l’Udinese e 3 reti consecutive: Chievo, Fiorentina e a Glasgow contro il Celtic, in Champions League. Ale si sblocca, finalmente: realizza ancora contro il Celtic nel retour match e, soprattutto, nell’importantissima sfida di San Siro contro i nerazzurri. È il pomeriggio del 30 marzo: Quagliarella segna dopo pochi minuti ma a inizio ripresa Palacio, dopo uno splendido scambio con Cassano, buca Buffon. Tutto da rifare. Quarto d’ora della ripresa: lancio in profondità di Vidal per Quagliarella, che sembra troppo lungo. Invece, l’attaccante campano arriva eccome su quel pallone e lo mette teso sul primo palo. Come un falco, irrompe Mitra Matri e Handanovic non ha scampo. Inter-Juventus 1-2, lo scudetto numero 31 si avvicina.
L’ultima rete stagione è nuovamente decisiva per il risultato, ma non per la classifica. La Juventus che scende in campo a Bergamo l’8 maggio, è già Campione d’Italia. Ancora 10 reti in totale, ma le partite osservate dalla panchina o dalla tribuna sono tante.
La stagione 2013-14 non comincia nemmeno. Ale non può fare altro che guardare i compagni vincere la seconda Supercoppa consecutiva prima di passare al Milan, dove aveva già giocato nei primi anni della sua carriera. Rimane solo da salutare i compagni e Matri, curiosamente, lo fa attraverso un biglietto attaccato alla porta degli spogliatoi: «Due anni di sacrifici, battaglie e vittorie. Due anni indimenticabili, che ricorderò per tutta la vita. Grazie a tutti voi amici miei. Un’altra sfida mi aspetta, ma anche come avversari avrete sempre il mio massimo rispetto. Grazie ancora a tutti, un abbraccio. Ale 32».
Il 2 febbraio 2015 ritorna alla Juventus. A Torino ritrova Sturaro, con il quale ha giocato a Genova nei sei mesi precedenti, e Massimiliano Allegri, che lo ha già allenato sia al Cagliari sia al Milan e nutre grande stima nei suoi confronti.  «Mi ero molto affezionato a questo gruppo: in campo eravamo tutti leoni, fuori tutti amici, –  le prime dichiarazioni rilasciate al sito internet juventino – essere di nuovo qui è una gran bella emozione. Sono contento di poter aiutare la Juve».
Il 7 aprile, in occasione della semifinale di ritorno di Coppa Italia tra Fiorentina e Juventus, segna la rete del vantaggio bianconero (poi diventato 3-0), che porta la Juventus in finale di Coppa Italia. «La mia esultanza? Ho passato tanto tempo l’anno scorso senza poter esprimere la mia gioia e senza segnare. Non penso che esultare sia una mancanza di rispetto verso i tifosi viola. Per un attaccante fare gol è fondamentale».
Il 20 maggio risolve la finale di Coppa Italia all’Olimpico contro la Lazio. Il gol decisivo del 2-1 ottenuto nei tempi supplementari consegna la decima Coppa Italia alla Juventus. «Il doppio palo di Djordjevic? Sono segnali che ti arrivano ma siamo stati bravi a crederci. È stata una grande vittoria e c’è la soddisfazione per aver portato a casa la decima coppa. E poi c’è la gioia personale per il gol. La caratteristica di questa squadra è farsi trovare tutti pronti, anche se c’è da giocare 5-10 minuti. È il premio di un lavoro durato più di un anno che penso tutta la squadra abbia meritato».
Alla fine di questa trionfale stagione vissuta da protagonista, come da accordi, Alessandro ritorna al Milan.
 

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