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Socrates

Nicklas Bendtner

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Transfer news: Arsenal striker Nicklas Bendtner in talks with Crystal  Palace - reports | The Independent | The Independent

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Transfer news: Eintracht Frankfurt closing on Arsenal's Nicklas Bendtner |  Football News | Sky Sports

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Stampa danese: «Arrestato Bendtner, ha rotto la mascella al tassista»

L’ex attaccante della Juventus è nei guai dopo un'aggressione avvenuta nella notte di sabato a Copenaghen

 

Immagine correlata

 

Fonte: https://bit.ly/2O72MBC

 

 

Che non fosse un tipo tranquillo era noto da tempo, ma questa volta Nicklas Bendtner l'ha fatta davvero grossa.

 

L'ex attaccante di Juventus e Arsenal è stato arrestato a Copenaghen dopo aver rotto la mascella ad un tassista nelle prime ore di domenica mattina.

 

Lo riferisce il quotidiano danese Ekstra Bladet, secondo cui Bendtner, che attualmente milita nel Rosenborg, dopo aver trascorso la serata del sabato in un locale esclusivo avrebbe aggredito il malcapitato tassista intorno alle 2.40 di notte.

 

Un portavoce della compagnia di taxi, DanTaxi, ha confermato: «È il nome di Bendtner che l'autista ha segnalato. Siamo profondamente scossi».

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.oddio

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Che idiota

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   NICKLAS BENDTNER     

 

Nicklas Bendtner: 'I'm good enough for Juventus' - Sports Mole

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Nicklas_Bendtner

 

 

Nazione: Danimarca Danimarca
Luogo di nascita: Copenhagen
Data di nascita: 16.01.1988
Ruolo: Attaccante
Altezza: 194 cm
Peso: 86 kg
Nazionale Danese
Soprannome: Big Nick - Bendy - L'Alano

 

 

Alla Juventus dal 2012 al 2013

Esordio: 22.09.2012 - Serie A - Juventus-Chievo 2-0

Ultima partita: 18.05.2013 - Serie A - Sampdoria-Juventus 3-2

 

11 presenze - 0 reti

 

1 scudetto

 

 

Nicklas Bendtner (Copenaghen, 16 gennaio 1988) è un ex calciatore danese, di ruolo attaccante.

 

Calciatore controverso, nel corso degli anni si è reso più volte protagonista di episodi negativi che ne hanno minato la promettente carriera.

Durante la sua carriera ha vinto un campionato italiano con la Juventus (2013), una FA Cup con l'Arsenal (2014), una Coppa (2015) e una Supercoppa di Germania con il Wolfsburg (2015), due campionati norvegesi (2017 e 2018) e una Supercoppa di Norvegia con la divisa del Rosenborg (2017).

A livello individuale nel 2009 è stato eletto calciatore danese dell'anno e nel 2017 è stato il miglior marcatore nel campionato norvegese con 19 reti.

 

Nicklas Bendtner
Nicklas Bendtner 2010-11-07.jpg
     
Nazionalità Danimarca Danimarca
Altezza 194 cm
Peso 86 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Attaccante
Termine carriera 3 giugno 2021
Carriera
Giovanili
2002-2004   KB
2004-2005   Arsenal
Squadre di club
2005-2006   Arsenal 0 (0)
2006-2007    Birmingham City 42 (11)
2007-2011   Arsenal 99 (22)
2011-2012    Sunderland 28 (8)
2012-2013    Juventus 11 (0)
2013-2014   Arsenal 9 (2)
2014-2016   Wolfsburg 31 (3)
2016-2017   Nottingham Forest 15 (2)
2017-2019   Rosenborg 57 (24)
2019-2020   Copenaghen 6 (0)
2020 600px barrato orizzontale nero oro.svg Tårnby FF 3 (0)
Nazionale
2004 Danimarca Danimarca U-16 3 (3)
2005-2006 Danimarca Danimarca U-19 2 (1)
2006 Danimarca Danimarca U-21 4 (2)
2006-2018 Danimarca Danimarca 81 (30)

 

Caratteristiche tecniche

Centravanti forte fisicamente, bravo tatticamente, molto abile nel colpo di testa. Considerato uno dei più grandi talenti danesi della sua generazione, i suoi numerosi infortuni e lo stile di vita piuttosto sregolato hanno condizionato negativamente la sua carriera.

Carriera

Club

Gli inizi con l'Arsenal

Ha iniziato la sua carriera calcistica nelle giovanili del KB. Nel 2005 venne acquistato dall'Arsenal.

Il suo debutto con la maglia della prima squadra dei Gunners fu il 25 ottobre 2005, in un incontro di Carling Cup contro il Sunderland, entrando come sostituto di Quincy Owusu-Abeyie nei minuti finali dell'incontro.

Il prestito al Birmingham

Nell'agosto 2006 andò in prestito al Birmingham, inizialmente fino a gennaio 2007. Bendtner debuttò con la sua nuova squadra il 5 agosto 2006, subentrando al posto di Stephen Clemence nella partita contro il Colchester United, giocando l'ultima mezz'ora di gioco e segnando il gol decisivo per la vittoria. Successivamente segnò tre gol in tre partite con il Birmingham, precisamente dal 25 novembre al 2 dicembre; poi il prestito al Birmingham viene prolungato fino al termine della stagione.

Il 22 aprile 2007 mise a segno una rete con un colpo di testa nella partita vinta per 3-2 sul Wolverhampton, vittoria che permise al Birmingham di raggiungere la vetta della Football League Championship. La squadra chiuse la stagione al secondo posto, riuscendo così a tornare nella massima serie inglese, la Premier League. Nel 2007, a 19 anni, firma un rinnovo fino al 2012 con il club londinese.

Ritorno all'Arsenal e in Champions League

130px-Nicklas_Bendtner_26.jpg
 
Bendtner con la maglia dell'Arsenal nel 2009.

 

Finita la stagione, Bendtner fa ritorno all'Arsenal. Nel maggio 2007 decide di prolungare la sua avventura con l'Arsenal, firmando un contratto quinquennale. Nel novembre del 2009 Bendtner è costretto a farsi operare in seguito a un infortunio riportato durante una partita contro il Tottenham. Il 9 marzo 2010 realizza la sua prima tripletta in Champions League nella vittoria 5-0 all'Emirates Stadium contro il Porto.

Prestiti a Sunderland e Juventus

Il 31 agosto 2011 passa in prestito per un anno al Sunderland. Dopo la partita con il West Bromwich viene nominato migliore in campo segnando la sua prima rete con la maglia del Sunderland e regalando l'assist per il pareggio della sua squadra.

Il 31 agosto 2012 si trasferisce in Italia, alla Juventus, in prestito con diritto di riscatto. Arrivato a Torino in sovrappeso, durante la stagione juventina soffre di diversi problemi fisici e alla fine conclude l'esperienza torinese in negativo. Sceglie la maglia numero 17, con la quale debutta il 22 settembre successivo, subentrando a Fabio Quagliarella nella vittoria casalinga di campionato (2-0) contro il Chievo.

Il 28 ottobre 2012 gioca la partita vinta 1-0 contro il Catania favorendo l'assist ad Arturo Vidal. Durante la sfida giocata contro la Sampdoria, cade male e dev'essere operato al polso sinistro. Ripresosi, gioca la partita di Coppa Italia contro il Cagliari: durante l'incontro s'infortuna nuovamente, questa volta all'adduttore della coscia sinistra che gli causa il distacco del tendine: l'operazione, con tempi di recupero almeno 3 mesi, pone fine alla sua stagione. Con la maglia bianconera colleziona in totale 11 presenze, 2 assist e 0 gol. Terminata l'esperienza a Torino, durante la quale vince il suo primo scudetto, fa ritorno all'Arsenal.

Ritorno all'Arsenal

Messo ai margini della rosa, durante la sessione estiva del calciomercato non riesce ad accordarsi con altre società, rimanendo così all'Arsenal. Il 21 settembre 2013, a causa di mancanza di alternative nel reparto avanzato della squadra inglese, viene reintegrato in rosa. Torna a disputare una partita ufficiale con i Gunners il 25 settembre seguente, in un match vinto ai rigori contro il West Bromwich Albion, valido per il terzo turno della Capital One Cup. A fine stagione decide di non rinnovare il suo contratto con l'Arsenal e rimane quindi svincolato.

Wolfsburg

Il 15 agosto 2014 firma un contratto triennale con i tedeschi del Wolfsburg. Sceglie di indossare la maglia numero 3. Segna i suoi primi due gol con la nuova maglia nella partita di Europa League vinta contro il Krasnodar per 5-1. Realizza la sua prima rete in Bundesliga nella sconfitta per 2-3 contro lo Schalke 04. Il 19 marzo 2015, durante la gara di ritorno di Europa League contro l'Inter (squadra che aveva già sfidato dopo la stagione a Torino con Juventus) a San Siro, segna il gol del definitivo 2-1 per il Wolfsburg, che convincendo i nerazzurri ad arrendersi permette ai tedeschi di passare il turno dopo il 3-1 dell'andata. Si ripete anche contro il Napoli (altra squadra italiana), sempre in Europa League, segnando il gol della bandiera nella pesante sconfitta interna dei tedeschi (persa 1-4).Contro il Napoli gioca anche il ritorno, però da titolare, ma questa volta il Wolfsburg pareggia 2-2, anche se il risultato non basta per ribaltare l'1-4 dell'andata.

Con il Wolfsburg riesce a vincere la Coppa di Germania, ed è la terza stagione consecutiva che vince un trofeo dopo lo Scudetto nel 2013 con la Juve e la Coppa d'Inghilterra nel 2014 con l'Arsenal. Al Wolfsburg conclude la stagione segnando 5 gol (1 in campionato e 4 in Europa League) in 28 sfide stagionali. Il 1º agosto 2015 vince la Supercoppa di Germania, battendo il Bayern Monaco. Nella partita è autore del gol del 1-1 finale, che porta la squadra ai rigori, dove è ancora lui a mettere a segno il rigore decisivo. Il 25 aprile 2016 il Wolfsburg annuncia la rescissione del contratto di Bendtner, inizialmente valido fino a giugno 2017.

Nottingham Forest e Rosenborg

Il 7 settembre seguente si lega per due stagioni al Nottingham Forest, militante in Championship. Dopo aver trascorso soltanto cinque mesi con la squadra inglese, in cui ha collezionato 17 presenze totali con due reti segnate, il 6 marzo 2017 viene ceduto a titolo definitivo al Rosenborg, con cui firma un contratto triennale.

In virtù delle prestazioni conseguite nel campionato 2017, è stato candidato al titolo di miglior giocatore della stagione. Il riconoscimento è andato poi a Tore Reginiussen, mentre Bendtner si è aggiudicato il premio per il gol più bello, segnato ai danni del Molde.

Ritorno al Copenaghen e Tårnby FF

Nell'ultimo giorno di mercato, il 2 settembre 2019, il Copenaghen lo acquista fino alla fine dell'anno. Il 17 dicembre 2019 arriva l'annuncio che non avrebbe prolungato il suo contratto con la società della capitale danese, lasciando nuovamente il club alla fine del 2019.

Dopo essere rimasto svincolato per quasi tutta la stagione, il 25 agosto 2020, il Tårnby FF, squadra della quarta serie danese, annunciato il suo ingaggio per la squadra "M+32 Old Boys", facendo il suo debutto il 9 settembre seguente.

Ritiro

Il 3 giugno 2021, dopo un lungo periodo da svincolato, annuncia il suo ritiro dal calcio giocato.

Nazionale

Distintosi a livello giovanile per le capacità di finalizzatore, esordì in Nazionale maggiore il 16 agosto 2006 con un gol alla Polonia in amichevole.

 

290px-NED-DEN_Euro_2012_%2808%29.jpg
 
Bendtner con la Nazionale danese a Euro 2012.

 

Autore di una rete al Camerun durante la prima fase dei Mondiali 2010, il 13 giugno 2012 — in occasione del campionato d'Europa — marcò una doppietta al Portogallo non sufficiente ad evitare la sconfitta: la polemica esultanza ai gol segnati, col giocatore che mostrò davanti alle telecamere un paio di mutande recanti lo sponsor Paddy Power, ne comportò una multa di 100 000 € da parte della UEFA essendo contravvenuto alle normative in tema pubblicitario.

Seppur squalificato per una gara in ragione del suddetto comportamento, l'attaccante evase la pena finanziaria che venne invece indennizzata dalla stessa società irlandese di scommesse.

 

Bendtner set for Juve - Eurosport

 

Ha difeso i colori biancorossi sino al marzo 2018, segnalandosi tra l'altro per una doppietta all'Italia nel corso delle qualificazioni ai Mondiali 2014.

Controversie

Durante la partita tra Tottenham e Arsenal del 22 gennaio 2008 fu protagonista di una rissa col compagno di squadra Emmanuel Adebayor, riportando una contusione al naso: in seguito alle scuse espresse dal giocatore togolese, la FA non assunse alcun provvedimento.

Nel dicembre 2011 fu arrestato assieme a Lee Cattermole, anch'egli giocatore del Sunderland, per aver danneggiato delle automobili a Newcastle upon Tyne.

La notte del 3 marzo 2013 incorse nel ritiro della patente di guida, dacché fermato a Copenaghen in stato d'ebbrezza cui s'aggiunse la circolazione in senso vietato: tratto in arresto cautelare, fu poi rilasciato incorrendo comunque in una sospensione di 6 mesi dall'attività internazionale per ordine della DBU. Un anno più tardi, venne multato dall'Arsenal per aver compiuto — sempre in preda all'alcol — atti osceni alla presenza di un tassista nonché per le minacce rivolte a quest'ultimo.

Nel settembre 2018 aggredì un altro conducente di taxi, provocandone la frattura della mascella: pur riconducendo unitamente alla fidanzata (Philine Roepstorff) l'alterco ad un tentativo di truffa operato dall'autista, ricevette una condanna a 50 giorni di reclusione per le lesioni cagionate. Sanzionato inoltre con un'ammenda di 1 710 corone, la pena fu successivamente commutata in arresti domiciliari con obbligo di cavigliera elettronica.

Palmarès

Club

Individuale

  • Introdotto nella Hall of Fame del calcio danese - 2008

 

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157656099.jpg

 

 

 

Protagonista sfortunato della sua stagione juventina, Nicklas arriva a Torino il 31 agosto 2012, ultimo giorno di mercato, proveniente dall’Arsenal con la formula del prestito con diritto di riscatto. Il danese debutta con la maglia numero diciassette, quella di David Trézéguet, il 22 settembre 2013, subentrando a Fabio Quagliarella nella vittoria casalinga contro il Chievo per 2-0. Parte quasi sempre dalla panchina, eccezion fatta per la sfida di Catania (nella quale propizia il goal partita di Vidal) e nella partita successiva contro il Bologna, senza mai trovare la via della rete. Il 12 dicembre, nella sfida dei quarti di finale di Coppa Italia contro il Cagliari si procura uno strappo a una coscia che lo costringe a una lunga pausa.
Nel frattempo Bendtner si fa notare per le sue vicissitudini extra calcistiche: il 5 marzo 2013 gli viene ritirata per tre anni la patente e inflitta una maxi-multa di 842.000 corone, quasi 113.000 euro, dalla Corte distrettuale di Copenaghen, per guida in stato di ebbrezza.
Rientra in campo il 18 maggio, contro la Sampdoria, nella partita conclusiva del campionato. La sua prestazione, però, dura una manciata di secondi. Infatti, a causa di uno scontro aereo con Castellini, Nicklas atterra pesantemente al suolo fratturandosi il polso.
Undici presenze e nessuna rete per il danese, che è rispedito al mittente.

CHRISTIAN GIORDANO, DAL “GS” DEL NOVEMBRE 2012
Da uno a nove, dieci. Non ci voleva lo psicologo, ma è stato proprio lo specialista dell’Arsenal, Jacques Crevoisier, nella primavera 2010, a quantificare con un test di “self perceived competence” l’infinita autostima di Nicklas Bendtner: «Mai visto niente del genere. Pat Rice (per sedici anni vice di Wenger) era seduto accanto a me, e non la smetteva più di ridere».
Anche se tifosi e addetti ai lavori non ne hanno mai compreso appieno i motivi, la fiducia in se stesso del neo-juventino ha radici lontane.
«Ricordi quando da bambino imparavi a pattinare?», chiedeva retorico prima di Euro 2012 a Troels Henriksen, inviato di Jyllands-Posten, quotidiano di Copenaghen. «All’inizio non sei capace. Cadi sempre, ti fai male e piangi. Ci sono bambini che smettono subito. Altri che ci provano un po’ e poi lasciano perdere e altri ancora che continuano finché non imparano. Io ero uno di quelli, è sempre stato così nella mia vita. Non mollo finché non raggiungo i miei obiettivi. Sono diventato bravissimo a pattinare. Quando mi metto in testa una cosa, è quella. Ho tutto cioè che potrei desiderare, cosa potrei chiedere di più?» Magari, un posto da titolare in una grande, la consacrazione internazionale.
Il minimo sindacale per un predestinato sin dalle giovanili al Tàrnby (dai quattro ai dieci anni) e al Kjøbenhavns (fino ai sedici), satellite dell’F.C. Copenaghen, il più importante club della capitale. Nicklas Bendtner è li che è nato, il 16 gennaio 1988. Cresce nell’isola di Amager, portato per tutti gli sport, in particolare il basket. «In una partita di un torneo interscolastico», racconta Hans Christian Jensen, suo ex docente, «faceva tutto lui e la sua squadra era avanti 13-0. L’istruttore lo sostituì all’intervallo e i suoi persero 13-14. Roba da matti, ed eccelleva anche nella pallamano».
Il pallone che aveva in testa, però, era un altro. «Quando gli insegnanti mi dicevano di fare i compiti, rispondevo che non sarei mai diventato un avvocato né avrei proseguito gli studi. “Sapete tutti che finite le medie farò il calciatore” dicevo. “Sì, sì, va bene” pensava la gente. Non so in quanti ci credessero davvero, ma io l’ho sempre saputo. E volevo vincere. Che fosse a tennis con gli amici, o a calcio».
Tanta determinazione però, già da piccolo, sfocia in comportamenti aggressivi. E qui sì che ci vorrebbe lo psicologo. «Non era tenero con gli altri ragazzi», dice Grethe Birch, la sua preside alla Korsvejens Skole. «Aveva un atteggiamento molto duro. Dalla bocca gli uscivano parole in libertà. Non era cattivo ma parlava senza pensare. A parole sapeva ferire i compagni, e andava tenuto a freno».
Subito fenomeno nelle Nazionali minori, debutta con tre goal in tre gare nell’Under 16 nel febbraio 2004. Segna sei volte in sedici presenze con l’Under 17 e, nella stessa stagione, è giocatore danese dell’anno di categoria. In estate, a soli sedici anni, è già nelle riserve dell’Arsenal.
Scottato dal mancato arrivo di Zlatan Ibrahimović, opzionato anche lui a sedici anni ma soffiatogli da Leo Beenhakker all’Ajax, Arsène Wenger stavolta fa le cose perbene. Segnalatogli dopo i quattro goal in sei partite con la selezione giovanile danese, l’alsaziano non si limita a portargli una maglia dei Gunners con il nove e il nome sulla schiena, come quella ancora appesa in casa dei genitori di Ibra a Malmö. No, Wenger mette nero su bianco e se lo porta a Londra. Nella squadra riserve, allenata da Neil Banfield, il danesone (1,91 per settantotto chilogrammi) segna ventidue goal in ventisette partite nel 2005-06 e forma un perfetto articolo “il” con l’italiano Arturo Lupoli, mancino arrivato anche lui nel 2004, dal Parma, poi incomprensibile meteora a cavallo della Manica: Derby County, Fiorentina (mai in campo), Treviso, Norwich, Sheffield United, Ascoli e Grosseto.
Bendtner debutta in prima squadra in Coppa di Lega il 25 ottobre 2005, subentrando nel finale a Quincy Owusu-Abeyie nel 3-0 contro il Sunderland allo Stadium of Light. Un segno del destino, perché sei anni dopo ci tornerà per un’intera stagione. A fine campionato, è il più giovane nell’Under 21 che partecipa all’Europeo portoghese. Prima, il 17 maggio 2006, aveva debuttato, appena diciottenne, subentrando al veterano Morten Duncan Rasmussen e segnando la doppietta del 2-0 sulla Spagna in amichevole. Nel girone, contro l’Olanda, il Commissario Tecnico Flemming Serritslev lo cambia con Rasmussen, di tre anni più grande e titolare nelle qualificazioni. Apriti cielo. Il novellino si lamenta con la stampa, dicendo di essere uscito per uno più scarso. Cazziato di brutto, gioca però il resto del torneo che la Danimarca saluta da ultima nel gruppo B dietro l’Ucraina finalista, l’Olanda campione e l’Italia.
Chiuso da Thierry Henry, Emmanuel Adebayor e Robin Van Persie, a inizio agosto va sei mesi in prestito al Birmingham City, in seconda divisione, accordo poi esteso a gennaio fino al termine della stagione. Con i “Blues” di Steve Bruce (che lo riprenderà al Sunderland, sempre in parcheggio, nel 2011-12) debutta il 5 agosto, nell’ultima mezzora come rincalzo di Stephen Clemente e firma il goal decisivo  contro il Colchester United. Il giorno 16 il Commissario Tecnico Morten Olsen ne fa il settimo più giovane esordiente nella storia della Nazionale A, il più giovane dai tempi di Michael Laudrup (1982). E Nicklas, subito titolare, lo ripaga al 30’ aprendo il 2-0 alla Polonia di Beenhakker. Quello che a Wenger aveva scippato Ibra.
A maggio 2007 rinnova per cinque anni con l’Arsenal, che per riportarlo a casa dice no a Lione e Milan. Alla sua prima all’Emìrates Stadium, goal e assist (per Mathieu Flamini, che al Milan ci andrà l’anno dopo) contro il Paris Saint-Germain nella prima Emirates Cup. Il primo goal ufficiale è quello che il 25 settembre 2007 chiude sul 2-0 il match di League Cup contro il Newcastle United. Il 23 ottobre altro goal al debutto: in Champions League, all’89’, venti minuti dopo essere entrato, firma il 7-0 sullo Slavia Praga su tacco di Emmanuel Eboué. Il primo centro in Premier League arriva il 22 dicembre, ed è memorabile: 2-1 nel derby con il Tottenham all’Emirates su corner di Cesc Fàbregas 1,8 secondi (un record) dopo aver rilevato Eboué.
L’esordio da titolare in Premier, il 29 dicembre contro I’Everton, è invece da dimenticare: espulso per doppia ammonizione. Al rientro dalla squalifica, il 6 gennaio 2008, trova il primo goal in F.A. Cup nel 2-0 al Burnley. Non sono però tutte rose e fiori. Per far tirare il fiato a Van Persie, Wenger tenta la difficile coesistenza Bendtner-Adebayor. Ma i due non legano, non solo tatticamente. Emblematico l’alterco al White Hart Lane, derby di ritorno in semifinale di Coppa di Lega 2008, sul 4-1 per gli  “Spurs”. L’arbitro Howard Webb, il capitano (allora dei “Gunners”) William Gallas e altri compagni devono intervenire per separarli. Adebayor poi si scuserà sul sito dell’Arsenal e la Football Association non prenderà provvedimenti.
Lo stesso farà la polizia dopo il terribile incidente in cui Bendtner, a ventuno anni, si schianta contro un albero e poi in un campo con la sua Aston Martin da 160.000 sterline, cavandosela con qualche graffio a una spalla e a un ginocchio. Miracolato, e sotto choc, stacca lo specchietto penzolante dal lato guida per controllare di non avere schegge conficcate nella schiena. È il primo di una sequela di “casi” che gli hanno dato una forse esagerata fama di testa calda.
L’ultimo, il 6 dicembre 2011: le auto danneggiate per vandalismo con Lee Cattermole, suo capitano al Sunderland, lungo Stowell Street nella China Town in centro a Newcastle. Una zona piena di ristoranti e di passaggio dei tifosi verso lo stadio dei “Magpies”, storici rivali dei “Black Cats” che due sere prima avevano perso 2-1 il derby.
«Fondamentalmente sono un ragazzo normale con un lavoro che normale non è. A volte tendo a dimenticarmene, ma nel profondo ne sono consapevole. Non deve essere una scusa per lasciarmi andare, ma so che la mia famiglia, mio figlio, la mia ragazza e il calcio sono le cose più importanti nella mia vita. Ed è su questo che mi dovrò concentrare al 100 per 100».
A parte il piedino pesante con la sua Porsche 911 turbo (a febbraio 2012, cinquantasei giorni di sospensione della patente, 660 sterline di multa, trenta di spese e quindici di danni per i 167 km-h sulla A696 a doppia corsia per non perdere un volo al Newcastle Airport), un paio di smutandate però poteva risparmiarsele. Il 5 maggio 2009, poche ore dopo il KO casalingo 3-1 contro il Manchester United e l’eliminazione in semifinale di Champions, i paparazzi lo pizzicano in macchina a braghe e boxer calati all’uscita da un night club. «Sono giovane, ho agito in modo sconsiderato e fatto cose di cui sono profondamente pentito».
C’è più dolo invece nello slip sponsorizzato mostrato in Eurovisione nell’esultanza per la doppietta al Portogallo, che poi vincerà 3-2, a Euro 2012. L’UEFA lo multa di 100.000 euro pagate dal bookmaker irlandese che aveva commissionato la furbata, e lo squalifica per la prima partita di qualificazione mondiale per Brasile 2014.
Meno colpe ha sul gossip che lo circonda. Nel novembre 2009, lo beccano a Hyde Park con la baronessa Caroline Luel-Brockdorff, rampolla dell’alta società e amica intima della famiglia reale danese. Nel 2008 lei divorzia dal banchiere Rory Fleming, nipote di Ian autore di James Bond e padre dei suoi due figli. Nicklas l’ha conosciuta al Reality Show nel quale Caroli e doveva ristrutturare la residenza di famiglia, il Valdemars Castle. Bendtner era lì per un servizio fotografico promozionale della sua ospitata TV; poi erano scoppiati l’amore e, infine, il matrimonio. A luglio 2010, Nicklas comunica sul proprio sito ufficiale che sta per diventare padre. Il 16 dicembre, al Portland Hospital di Londra, Caroline dà alla luce con taglio cesareo un maschietto.
Bella e famosa è anche la nuova fiamma, l’attrice danese Julie Zangenberg. Poco prima di lasciare Copenaghen per Torino, le rubano il portatile. I ladri ricattano Bendtner: 25.000 corone danesi (neanche 3.500 euro, a uno che guadagna 50.000 sterline la settimana) per non divulgare centinaia di foto della coppia in intimità in camera da letto trovate nel PC. Nicklas avverte la polizia, che si presenta all’appuntamento con un agente che si finge il calciatore, e arresta due balordi, che sostengono di essere lì per restituire il computer. La conferma della squalifica per il boxer “vietato” chiude una settimana nera.
In un impeccabile dolcevita grigio, invece, si presenta in una Torino di fine estate che sa già d’autunno. In bianconero veste il diciassette e difficilmente ripeterà il “beau geste” fatto all’Arsenal nel 2009-10: lasciato il ventisei per il cinquantadue, promise di rifondere di tasca sua i tifosi che avevano già comprato la replica ufficiale con il vecchio numero.
Sfumati in due anni top player veri come Sergio Agúero e Robin Van Persie e, almeno fino a gennaio 2013, uno che sposta come Fernando Llorente, Bendtner può essere la torre dinamica che ad Antonio Conte mancava nel parco attaccanti inserito nei venticinque in lista Champions: Giovinco, Mari, Quagliarella e Vučinić.
In area non ha paura (a marzo 2012 una scarpata del difensore Angel Rangel dello Swansea City per poco non gli acceca l’occhio sinistro) e sa farsi rispettare. Fortissimo fisicamente, abile di testa specie in controtempo sul palo lontano, il danese è tutto meno che il classico lungagnone d’area statico. Non aspetta il pallone, ama svariare e non a caso Wenger spesso lo schierava esterno per sfruttarne i tagli e l’ottimo diagonale incrociato, sia di destro sia di sinistro. Ma è ovvio che renda di più al centro.
Altro che Dimitàr “pinocchio” Berbatov (mentalmente finito da un anno), sei milioni per un 1988 in prestito che ancora deve esplodere possono essere un crack. Difetta ancora un po’ in cattiveria, concentrazione e continuità. E deve perdere peso. Ma in quanto a fiducia e mezzi, da uno a nove: dieci.

 

http://ilpalloneracconta.blogspot.com/2013/06/nicklas-bendtner.html

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