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Morpheus ©

Le Competizioni Bianconere 2014/15: Calendari & Classifiche

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Calendario Serie A Tim 2014/15

 

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Classifica Serie A Tim 2014/15

 

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Classifica marcatori Serie A Tim 2014/15

 
 

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Riepilogo Match Serie A Tim 2014/15

 

 

CHIEVOVERONA - JUVENTUS 0-1

 

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Ben ritrovata Signora. Ci sei mancata per tre mesi e mezzo, più o meno. Dicevano che eri cambiata, diversa e forse meno affascinante. E invece anche oggi, appena ti abbiamo rivista, ci hai stregato subito, con la prepotenza del tuo fascino e con la superiorità della tua eleganza. Il Chievo, si è inchinato, primo gentile cavaliere, lasciandoti il passo senza avere altra scelta. E tutti noi siamo tornati a esultare e a divertici come se nulla fosse cambiato.

 

Ci venga perdonato l'attacco mieloso, ma dopo averne sentite di tutti i colori in questa estate, non potevamo proprio farne a meno. La Juve inizia il suo campionato come aveva finito l'ultimo, vincendo, dominando, e facendoci divertire. E, Se saprà continuare così, il divertimento è appena iniziato.

Per l'esordio, viste anche le assenze, Allegri preferisce evitare di stravolgere l'assetto e piazza in campo il collaudato 3-5-2 con l'ottimo Marchisio in regia e il giovanissimo Coman, 18 anni compiuti a giugno, al fianco di  Tevez in attacco.

 

Passano 40 secondi e Tevez sfiora già il palo, con un destro rasoterra. Passano quattro minuti  e Bardi deve togliere dall'incrocio il destro di Coman. Passano sei minuti e Caceres stacca sul corner di Tevez e di testa piazza il pallone in porta, complice un tocco involontario di Bardi. Il campionato è appena iniziato e la Signora è già in testa alla classifica.

 

Dopo undici minuti la partita potrebbe già essere finita se Marchisio calciasse leggermente più basso, dopo aver ricevuto al limite il prezioso assist di Pogba. A sentire le voci sembrava che la Juve avesse cambiato tutto: non solo allenatore, ma città, colori e perfino nome. Invece guarda un po', non è cambiato nulla. L'intensità, la concentrazione, la fame, sono sempre le stesse. E quando Vidal, nell'arco di mezzo minuto, prima costringe Bardi a un mezzo miracolo e poi colpisce il palo da calcio d'angolo, si capisce che i bianconeri sono sempre gli stessi.

 

Il fatto che passi qualche minuto senza emozioni non deve ingannare: la Juve non molla e pian piano scopre una nuova, magnifica realtà: Kingsley Coman, il cui sinistro dal limite costringe Bardi, ad un mezzo miracolo. Il ragazzo ha la tecnica e la personalità per essere già protagonista., ma è una magra consolazione pensando al punteggio. Andare al riposo con un solo gol di vantaggio è a dir poco un'ingiustizia, visti i legni colpiti nel finale di primo tempo da Tevez, dopo un'ottima combinazione Coman-Lichtsteiner, e da Caceres, ancora perfetto, ma questa volta sfortunato, nello stacco di testa.

 

Coman cresce con il passare dei minuti e appena inizia la ripresa costruisce da solo l'azione che lo porta a sfiorare il palo dal limite. Al 18' è sempre lui a colpire di testa con perfetta scelta di tempo e a sfiorare la traversa e quando al 23' lascia il posto a Llorente, si prende una valanga di meritatissimi applausi. Il Re Leone fa altrettanto appena entrato, costringendo con un bello stacco Bardi alla deviazione in angolo. La Juve dalla bandierina è sempre pericolosa e Caceres sfiora ancora una volta la doppietta personale, ma nulla a che vedere rispetto all'azione che al 30' vede combinare Llorente, Tevez e Lichtsteiner: si arriva fino all'area piccola con una serie di scambi di prima, ma sull'ultimo passaggio la difesa veneta riesce a chiudere.

 

A forza di sbagliare il colpo del ko, si rischia, ma se si ha in porta Gigi Buffon ce lo si può permettere. Il capitano è fenomenale quando al 30' intercetta il rasoterra di Maxi Lopez e il pericolo corso , l'unico della gara, suona come un consiglio per la Juve: addormentare la gara e provare a chiuderla con il colpo del campione. Tevez segue diligente l'indicazione e dopo un prolungato palleggio dei compagni, spara il destro a fil di palo. La stessa sorte tocca alla conclusione di Pogba nel finale, ma a quel punto, la gara ormai è finita. E l'a vince la Signora, tanto per non perdere l'abitudine.

 

(juventus.com)

 

 

CHIEVO-JUVENTUS 0-1

 

RETI: Biraghi (O.G.) 6' pt

 

CHIEVOVERONA
Bardi; Frey, Dainelli, Cesar, Biraghi; Izco, Mangani (1' st Radovanovic, 24' st Cofie), Hetemaj; Birsa; Schelotto (1' st Paloschi), Lopez
A disposizione: Bizzarri, Seculin, Gamberini, Lazarevic,  Botta, Sardo, Curitiba, Meggiorini, Zukaovic
Allenatore: Corini

 

JUVENTUS
Buffon, Caceres, Bonucci, Ogbonna; Lichtsteiner, Pogba, Marchisio, Vidal (41' st Pereyra), Asamoah; Coman (23' Llorente), Tevez
A disposizione: Storari, Robinho, Romulo, Marrone, Padoin, Evra, Pepe, Giovinco, Mattiello
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Russo
ASSISTENTI: Meli, Marrazzo
QUARTO UFFICIALE: Faverani
ARBITRI D'AREA: Orsato, Candussio

 

AMMONITI: Vidal 29' pt, Mangani 30' pt, 12' st Dainelli

 

 

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JUVENTUS - UDINESE 2-0

 

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Un gol per tempo, un monologo mai interrotto nella prima parte di gara e l'autorevolezza della grande squadra nel chiudere la partita quando gli avversari iniziavano a farsi pericolosi. La Juve regola l'Udinese con Tevez e Marchisio e il collaudato 3-5-2, riveduto e corretto dalla mano di Allegri.

 

Poteva non essere semplice visto l'atteggiamento iniziale dei friulani: Stramaccioni tiene fede alla promessa della vigilia e l'Udinese arriva allo Stadium decisa a giocare di rimessa, con uno schema che solo sulla carta è speculare a quello della Juve. Gli esterni sono costantemente sulla linea dei centrali di difesa e se ne allontanano solo quando proprio non possono farne a meno.

 

Per la squadra di Allegri al contrario le fasce, specie la destra, sono la prima arma offensiva. Non c'è da stupirsi se il gol di Tevez, già più che meritato dopo appena otto minuti di gioco, nasca proprio da quella parte: Lichtsteiner si beve in velocità Danilo e Allan e da fondo piazza in mezzo all'area un pallone perfetto. Tevez appena lo vede si ingolosisce, anticipa tutti e lo piazza rasoterra alle spalle di Karnekis. L'argentino si fa così perdonare il muro involontario con cui, dopo appena due minuti di gioco, aveva stoppato un delizioso colpo di tacco di Llorente, servito sempre dalla destra, questa volta da Caceres.

 

I colleghi dalla parte opposta non stanno a guardare. Pogba prende in mano il centrocampo, l'intesa con Evra cresce ad ogni azione e l'ex United arriva sul fondo in almeno tre occasioni, creando altrettanti pericoli. Anche il gioco di sponda di Llorente è efficace e per concretizzare il raddoppio, a Pereyra prima e Lichtsteiner poi, manca solo un po' di precisione.

 

Quella che cerca Pogba al 40', quando forse sarebbe stato preferibile optare per la potenza: Karnekis esce scomposto su un traversone di Peryera e perde l'equilibrio, mentre il pallone arriva sui piedi del francese che prova a piazzare il rasoterra, dando al portiere dei friulani il tempo di intervenire.

La Juve meriterebbe ben più dell'1-0 con cui chiude il primo tempo, non solo per l'ultima occasione  di Llorente, in ritardo sull'invitante assist di Pereyra, ma anche e soprattutto per l'enorme mole di gioco espressa. Buffon si gode lo spettacolo da una posizione privilegiata, senza dover sbrigare nient'altro che l'ordinaria amministrazione.

 

Nella stessa categoria rientra l'intervento con cui blocca, in avvio di ripresa, il destro di Allan. La prima conclusione della gara dà un po' di coraggio ai friulani e la Juve risponde con la punizione di Pogba, deviata in angolo da Karnekis.

 

Rispetto al primo tempo però la squadra di Stramaccioni è più vivace. Bubnijc arriva anche a mettere in rete, deviando da due passi una conclusione di Danilo. La posizione è irregolare e il gol viene annullato, ma è chiaro che, per evitare brutte sorprese, si debba arrotondare il risultato.

 

Vuoi la stanchezza, vuoi la ritrovata verve dei friulani il gioco però ora è meno brillante e serve la giocata individuale, la prodezza del campione. La confeziona Marchisio al 30', con un bolide a mezza altezza sparato dal limite. Un gol tanto bello quanto prezioso, che rispedisce al mittente i tentativi di rimonta, chiude la partita e permette alla Juve di finire in crescendo, dando anche spazio ai giovani Coman e Morata. Solo una manciata di minuti per i due ragazzi, ma già qualche notevole giocata messa in mostra: un ottimo modo per terminare la serata, con un incoraggiante sguardo al futuro.

 

(juventus.com)

 

 

JUVENTUS-UDINESE 2-0

 

RETI: Tevez 8' pt, Marchisio 30' pt

 

JUVENTUS
Buffon; Caceres, Bonucci, Ogbonna; Lichtsteiner, Pogba, Marchisio, Pereyra (40' st Padoin), Evra; Tevez (36' st Coman), Llorente (44' st Morata)
A disposizione: Storari, Rubinho, Barzagli, Romulo, Pepe, Asamoah, Giovinco, Mattiello.
Allenatore: Allegri

 

UDINESE
Karnekis; Heurtaux, Danilo, Bubnijc; Widmer, Guilherme (28' st Pinzi), Allan, Kone (36' st Thereau), Pasquale; Muriel (1' st Fernandes), Di Natale

A disposizione: Meret, Brkic, Belmonte, Coda, Piris, Badu, Geijo.
Allenatore: Stramaccioni

 

ARBITRO: Damato
ASSISTENTI: Musolino, Tasso
QUARTO UFFICIALE: Di Fiore
ARBITRI D'AREA: Peruzzo, Fabbri

 

AMMONITI: 40' pt Pasquale

 

 

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MILAN - JUVENTUS 0-1

 

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Non si vincono tre scudetti di fila per caso. Non si annientano record senza un talento superiore. Non si vince a San Siro per due anni senza essere un gruppo di fenomeni. La Juve lo è, senza ombra di dubbio. Perché altrimenti non sarebbe riuscita ad annichilire il Milan per 90 minuti, dominandolo in ogni istante, in ogni reparto, in ogni zona del campo.

 

Sono serviti servita pazienza, lucidità e cinismo, perché all'inizio, nonostante un possesso palla assoluto, non si produce molto. La Juve è indiscutibilmente padrona del campo, ma intanto la prima parata è di Buffon, reattivo sul colpo di testa di Honda. Il Milan si chiude e punta sulla velocità del tridente, cui la Juve concede pochissimo. Il fatto è che, in attesa di ripartire, i rossoneri sono tutti piazzati dietro la linea del pallone e, avendo qualità in abbondanza, sanno difendere e ripartire.

 

La squadra di Allegri è è rodata e non si scompone sulle ripartenze degli avversari, anzi, continua a macinare gioco con pazienza e lucidità e arriva a sfiorare il vantaggio con Marchisio, che centra il palo dal limite.

 

A San Siro raramente si vede una squadra giocare quasi esclusivamente nella metà campo dei padroni di casa,. La gara di questa sera è l'eccezione che conferma la regola, perché anche nella ripresa la Juve è assoluta padrona del gioco. Il merito del Milan sta nel difendersi con ordine e nel concedere spazi limitati. In una gara del genere i calci piazzati possono essere decisivi ed è solo una questione di centimetri se Marchisio, al 15' del secondo tempo, non trova il gol, calciando di prima intenzione dopo aver ricevuto l'assist di Tevez dalla bandierina.

 

L'Apache è il solito trascinatore: corre, pressa, si sbatte come un gregario, ma gioca da fuoriclasse. E quando al 26' Pogba gli offre il pallone sul dischetto, non si fa pregare per piazzarlo alla sinistra di Abbiati. Con questo sono quattro gol nelle ultime tre partite, tutti pesanti, tutti decisivi.

 

La Juve però non è solo Tevez, tutt'altro. E' una roccia, che non concede neanche un respiro agli avversari. Che ne frustra ogni tentativo. Che li domina a casa loro. E che vince. Ancora. E ancora. E ancora. E ancora.

 

(juventus.com)

 

 

MILAN-JUVENTUS 0-1

 

RETI: Tevez 26' st

 

MILAN
Abbiati; Abate, Rami, Zapata, De Sciglio; Poli (31' st Torres), De Jong, Muntari; Honda (38' st Pazzini), Menez, El Shaarawy (21' st Bonaventura)
A disposizione: Agazzi, Gori, Zaccardo, Mexes, Albertazzi, Armero, Van Ginkel, Niang.
Allenatore :Inzaghi

 

JUVENTUS
Buffon; Caceres (34' pr Ogbonna), Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner (37' st Romulo), Pogba, Marchisio, Pereyra (31' st Vidal), Asamoah; Tevez, Llorente
A disposizione: Storari, Rubinho, Padoin, Pepe, Evra, Mattiello, Coman, Morata, Giovinco.
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Rizzoli
ASSISTENTI: Padovan, Dobosz
QUARTO UFFICIALE: Vuoto
ARBITRI D'AREA: Rocchi, Gervasoni

 

AMMONITI: 42' pt Marchisio, 18' st Ogbonna, 39' st Muntari, 46' st Asamoah, 46' st Torres

 

 

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JUVENTUS - CESENA 3-0

 

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Mister Allegri lo vede ogni giorno e non c'è motivo di dubitare delle sue parole, anche perché in effetti finora Arturo Vidal ha giocato poco. Quindi ripensare questa sera a quel “non è ancora al 100%”,  pronunciato alla vigilia della partita contro il Cesena e riferito al cileno, allarga ancora di più il sorriso. Sono suoi due dei tre gol che stendono i romagnoli e risolvono una partita che poteva riservare ben più rogne, visto l'atteggiamento della squadra di Bisoli.

 

Un atteggiamento che definire accorto equivale a  usare un eufemismo: il Cesena passa raramente la propria tre quarti campo, giocando con tutti gli uomini chiusi in poco più di venti metri e rigorosamente dietro la linea del pallone. Per Buffon è un'altra serata di relax assoluto e, a parte una respinta su un tiro di Marilungo nel primo tempo, può godersi l'ennesimo spettacolo messo in scena dai compagni.

 

L'avvio sembrerebbe difficoltoso, perché i bianconeri arrivano fino al limite dell'area senza problemi, poi vanno a sbattere contro il muro eretto da Bisoli e, quando sembrano potersi liberare al tiro, gli ospiti ricorrono alle maniere forti. Le azioni si fermano, ma nasce qualche punizione interessante: Giovinco ne calcia due sulla barriera, ma sulla seconda respinta è bravo e coraggioso nel tentare la volée , alzata sopra la traversa da Leali.

 

Il fantasista è in perenne movimento, entra in ogni azione offensiva e sulle palle inattive è sempre un pericolo, che concluda in porta o scodelli in are: il traversone per la testa di Ogbonna, appostato  sul dischetto del rigore, è perfetto, ma la girata è tra le mani del portiere.

 

Si continua a giocare in una sola metà campo ed è inevitabile che il risultato si sblocchi, anche se serve un penalty per riuscirci: il signor Giacomelli lo concede al 18' quando Cascione respinge con il braccio ila sventola di Pereyra dal vertice sinistro dell'area. Vidal festeggia il suo ritorno in campo dal primo minuto siglando il suo 29° gol in serie A, il 41° in bianconero.

 

Il Cesena ora deve osare di più, ma si limita ad alzare la posizione di Marilungo e Defrel, sempre ben controllati da Ogbonna e Chiellini. E' sempre la Juve a fare la partita, a dettare i tempi del gioco e a sfiorare il raddoppio con la girata di Llorente con due conclusioni di Giovinco dal limite: un siluro di destro e un sinistro a giro, entrambi a lato.

 

La Formica Atomica è sempre più protagonista e già al secondo minuto della ripresa costringe Leali al tutto per deviare un insidioso diagonale. Sulla respinta arriva Vidal, che alza troppo la mira.


Forse sarebbe più corretto scrivere “prende le misure”, perché dopo poco più di un quarto d'ora il cileno ci riprova e questa volta non sbaglia: il suo destro dal limite è una perla di potenza e precisione e si piazza nell'angolino senza che Leali possa neanche pensare di arrivarci.

Il monologo bianconero continua e il punteggio potrebbe farsi subito più ampio se Morata, appena entrato al posto di Llorente, non incespicasse dopo aver controllato in area il traversone rasoterra di Evra. Lo spagnolo smania di mettersi in mostra e cerca il tiro da una posizione che, ad un giocatore meno dotato ed esuberante, consiglierebbe di crossare.

 

Meriterebbe il gol anche Giovinco, non solo per il palo scheggiato nel finale di gara, ma soprattuto per la caparbietà e la qualità delle sue giocate. Invece è Lichtsteiner a mettere la firma definitiva sulla gara, con una delle sue classiche sgroppate sulla destra, conclusa con un tocco morbido che supera Leali e fissa il risultato sul meritatissimo 3-0. La Juve manda così in archivio la gara e il primo record della stagione: con quello di oggi sono 21 i successi consecutivi della Signora, a cavallo tra lo scorso campionato e questo. Prima c'era riuscito solo il Grande Torino...

 

(juventus.com)

 

 

JUVENTUS-CESENA 3-0

 

RETI: Vidal 18' pt (rig.), Vidal 19' st, Lichtsteiner 40' st

 

JUVENTUS
Buffon; Ogbonna, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner (42' st Pepe), Pereyra, Marchisio, Vidal (35' st Padoin), Evra; Giovinco, Llorente (25' st Morata).

A disposizione: Rubinho, Volpe, Romulo, Asamoah, Pogba, Coman, Tevez, Mattiello
Allenatore: Allegri


 

CESENA
Leali; Perico 11' st Cabonero), Capelli, Lucchini, Krajnc, Renzetti;  Mazzotta (1' st Coppola), Giorgi (32' st Nica), Cascione; Defrel, Marilungo.

A disposizione: Agliardi, Bressan, Valzania, Magnusson,  Zè Eduardo, Garritano, Succi, Djuric, Rodriguez.
Allenatore: Bisoli

 

ARBITRO: Giacomelli
ASSISTENTI: Galloni, Tegoni
QUARTO UFFICIALE: Tonolini
ARBITRI D'AREA: Massa, Abbattista

 

AMMONITI: 17' pt Cascione 31' pt Capelli, 7' st Perico

 

 

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ATALANTA - JUVENTUS 0-3

 

 

La Juve non si ferma più. I bianconeri tornano da Bergamo con tre punti pesantissimi, ottenuti al termine della gara forse più difficile giocata finora. Perché La determinazione con cui l'Atalanta ha affrontato i Campioni d'Italia è da applausi e il fatto che sia comunque maturata una vittoria convincente, meritata e larga nel punteggio, è un ulteriore merito per la squadra di Allegri e per i suoi fuoriclasse, Tevez e Buffon su1801152_775272519186219_1161324210347348 tutti.

 

Colantuono aveva promesso una squadra aggressiva e i primi minuti confermano le intenzioni del tecnico nerazzurro: Baselli è subito pericoloso con una sventola dal limite fuori di poco e la caparbia azione di Dennis in area crea un po' di apprensione fino a quando Ogbonna non riesce a spazzare. Per la prima volta in questo campionato la Juve si trova di fronte un avversario audace, che fa gioco, pressa alto e attacca senza timori reverenziali.

 

La serenità con cui i bianconeri gestiscono la novità è quella di una squadra matura, paziente e consapevole della propria forza. E' come se la foga dei bergamaschi facesse parte di un copione già scritto, del quale si conosce bene la fine.

 

Così, ad ogni sgroppata dei nerazzurri, la Juve risponde con giocate fluide, nonostante l'asfissiante marcatura a uomo di Boakye su Marchisio, che toglie il regista dal vivo delle azioni. In compenso Tevez riesce a muoversi tra le linee e va al tiro quattro volte: la prima è a lato, la seconda respinta involontariamente da Pogba, la terza e la quarta vengono bloccate da Sportiello.

 

Più passano i minuti, più la partita trova un unico padrone. L'Atalanta non rinuncia a giocare, ma è costretta ad arretrare il baricentro e la Juve si piazza in pianta stabile sulla tre quarti avversaria. Era quello che temeva Colantuono alla vigilia: “se ti fai schiacciare, prima o poi segnano”, aveva detto. E aveva ragione. Il gol, tanto per cambiare, porta la firma di Carlos Tevez, il quinto in altrettante gare stagionali, il ventiduesimo in 38 partite di campionato con la Juve. La rete nasce dall'accelerazione  di Lichtsteiner che arriva sul fondo ed elude l'uscita di Sportiello con un tocco morbido verso Vidal. Il cileno viene anticipato, ma il pallone è ancora vivo al centro dell'area di rigore, con la porta sguarnita e per uno come l'Apache è un invito a nozze. Il suo scatto brucia l'erba e Zappacosta e il tocco diventa una formalità.

 

Dopo cinque minuti potrebbe arrivare il raddoppio: Evra recupera un pallone in zona d'attacco e mette in mezzo per Pogba. Il destro al volo è sporco e si trasforma in un assist per la testa di Llorente, che anticipa l'uscita di Sportiello, ma mette a lato.

 

Il raddoppio mancato rischia di costare caro: al 13' della ripresa, Molina, entrato in campo al posto di Estigarribia, viene atterrato in area da Chiellini e Orsato concede il rigore. Sul dischetto si presenta Dennis che angola parecchio il tiro, ma calcia troppo debolmente per superare uno come Buffon. Il capitano si distende sulla sua sinistra e respinge, dando il via all'azione che chiude la partita con mezz'ora d'anticipo. La Juve capovolge il campo, Evra appoggia al limite per Tevez e  l'argentino spara un rasoterra che Sportiello riesce solo a toccare, senza impedire al pallone di rotolare in rete.

 

Un doppio colpo da ko per l'Atalanta, cui va riconosciuto il merito di non abbattersi e di continuare a lottare con la stessa foga dei primi minuti. Molina arriva anche a sfiorare la traversa con un sinistro teso  e potente, ma è ancora la Juve a festeggiare. E a dimostrazione di quanto tutta la rosa sia di primissimo livello, il terzo gol è confezionato da due nuovi entrati: Pereyra crossa, Morata  colpisce e piazza il pallone di testa alle spalle di Sportiello, firmando la sua prima rete in bianconero.

 

Arriva così il quinto successo in campionato, il sesto stagionale, tutti ottenuti dominando e senza subire reti. In Europa solo il Barcellona è riuscito a fare altrettanto. Vorrà pur dire qualcosa...

 

(juventus.com)

 

 

ATALANTA-JUVENTUS 0-3

 

RETI: Tevez 35' pt, Tevez 14' st, Morata 38' st

 

ATALANTA
Sportiello; Zappacosta, Biava, Benalouane, Dramè; Estigarribia (4' st Molina), Baselli (19' st Cigarini), Carmona, Gomez (30' st Bianchi); Boakye, Denis.
A disposizione: Avramov, Scaloni, Cherubin, Stendardo, Del Grosso, D'Alessandro, Raimondi, Migliaccio, Moralez.
Allenatore: Colantuono

 

JUVENTUS
Buffon; Ogbonna, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Pogba, Marchisio, Vidal (25' st Pereyra), Evra; Llorente (22' st Morata), Tevez (40' st Coman).

A disposizione: Storari, Rubinho, Asamoah, Padoin, Mattiello, Pepe, Giovinco.
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Orsato
ASSISTENTI: Giallatini, Bianchi
QUARTO UFFICIALE: Preti
ARBITRI D'AREA: Cervellera, Merchiori

 

AMMONITI: 21' pt Benalouane, 30' st Marchisio, 13' st Chiellini, 28' st Molina, 30' st Evra

 

 

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JUVENTUS - ROMA 3-2

 

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Una partita pazzesca, magari non tecnicamente impeccabile, ma di quelle da raccontare ai nipotini. Una vittoria sofferta e per questo ancor più esaltante, maturata dopo essere passati in vantaggio, essere stati raggiunti e superati, aver riagguantato il pareggio e, negli ultimi attimi, aver trovato un gol tanto bello quanto importante.

 

Nella serata che segna il record di incasso in Serie A per lo Stadium , in cui tutto il mondo è collegato per vedere le migliori squadre italiane affrontarsi, in cui Andrea Pirlo torna in campo dal primo minuto, la Juve agguanta i tre punti che la proiettano da sola in testa alla classifica e che, considerando anche lo scorso campionato, segnano il nuovo record di successi casalinghi consecutivi: ben 22.

 

Che si sarebbe dovuto faticare per farcela si capisce fin dall'inizio, quando i primi dieci minuti trascorrono a suon di palleggi, da una parte e dall'altra. E' come se le due squadre, quando attaccano, più che cercare una soluzione, aspettino l'errore altrui per approfittarne. Quando la Roma ne commette uno, lasciando a Tevez lo spazio per infilarsi in area, per poco la Juve non passa. Il tiro dell'Apache è sporco, ma sul pallone arriva Marchisio che potrebbe calciare da due passi, se Manolas non lo ostacolasse facendolo terminare a terra.

 

Gli inserimenti del Principino sono le cose migliori della prima parte di gara ed è ancora lui ad arrivare sul perfetto lancio di Bonucci e a colpire al volo, mettendo a lato.

 

E'  una gara equilibrata, in cui la Juve sembra comunque avere una marcia in più rispetto ai giallorossi e quando al 25' Maicon, appostato sulla line dell'area, respinge la punizione di Pirlo con il braccio, il rigore è il meritato premio agli sforzi dei padroni di casa.

 

Le proteste della Roma non servono certo a togliere a Tevez la concentrazione per segnare dal dischetto il suo quinto gol in campionato. Garcia evidentemente esagera e Rocchi lo allontana dalla panchina, ma pochi minuti dopo, il tecnico può assistere alla tribuna al pareggio dei suoi, anche questo su rigore: Lichtsteiner atterra Totti in area sugli sviluppi di un calcio piazzato e lo stesso capitano giallorosso trasforma.

 

La Juve non si scompone e per quanto la gara si incattivisca e volino colpi proibiti, i bianconeri sembrano poter controllare il gioco e vanno vicini al vantaggio con il colpo di testa a lato di Chiellini, ma è invece la Roma a passare: Gervinho parte dalla destra e salta Caceres, costretto poco dopo a uscire per un fastidio muscolare. Il tocco dal limite mette Iturbe davanti alla porta e il pallone piazzato tra Buffon e il palo vale il raddoppio per la squadra di Garcia.

 

Questo sì potrebbe essere un colpo da ko: subire due reti e vedere  completamente ribaltato il punteggio in poco più di dieci minuti stenderebbe chiunque. Non i Campioni d'Italia, che per quanto il cronometro ormai indichi la via degli spogliatoi, non mollano fino all'ultimo secondo. Una caparbietà che viene premiata quando al 48' Pogba entra in area dalla sinistra e viene steso da Pjanic. E' ancora rigore. E' ancora il momento di Carlos Tevez. E' ancora parità.

 

La Juve si ripresenta in campo con Ogbonna al posto di Caceres e con un perfetto assist di Marchisio per Pogba, che sbaglia però il controllo al momento di entrare in area e permette a Skorupski di bloccare in uscita bassa. I ritmi sono più bassi rispetto al primo tempo e l'iniziativa è in mano alla Roma, con i bianconeri che si affidano alle ripartenze di Tevez per provare a pungere.

 

Gervinho è sempre l'uomo più pericoloso quando punta Ogbonna, arriva sul fondo e serve Pjanic in area, lo Stadium trattiene il fiato, salvo poi tirare un sospiro di sollievo quando il diagonale del bosniaco si spegne sul fondo. Allegri manda in campo Morata per Llorente e la Roma risponde con Florenzi e Destro al posto di Iturbe e Totti.

 

Saranno le fatiche di coppa, ma le squadre calano vistosamente e c'è bisogno di forze fresche. Negli ultimi dieci minuti, fuori Pirlo e dentro Vidal, con Marchisio in cabina di regia. La mossa ha effetti immediati: la Juve torna a spingere, specie dalla destra, e proprio da quella fascia parte il traversone per lo stacco di Morata. La scelta di tempo è perfetta, ma il pallone si stampa sull'incrocio dei pali.

 

Tevez è il solito leone. Vidal lo serve in area, l'Apache riesce a girarsi, ma per due volte i suoi tentativi vengono contratti, fino a terminare in angolo. E' l'angolo che vale la partita: il traversone viene messo fuori dalla difesa, ma al limite è appostato Bonucci. Per provare una conclusione come la sua servono tecnica, coordinazione e un coraggio ai limiti della strafottenza. Se però la giocata riesce, come nel suo caso, si segnano gol destinati a passare alla storia.

 

Alla Roma saltano i nervi, ma neanche le espulsioni di Manolas e Morata negli ultimi minuti possono rovinare la festa e anzi, i saluti e gli abbracci tra i giocatori dopo il fischio finale, con lo Stadium in delirio, sono il quadro perfetto per chiudere una serata di forti emozioni e per salutare la Signora. Ancora in vetta, ancora una volta da sola.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-ROMA 3-2

 

RETI: Tevez 27' pt (rig.), Totti, 32' pt (rig.), Iturbe 44' pt, Tevez 48' pt (rig.), Bonucci 41' st

 

JUVENTUS
Buffon; Caceres (1' st Ogbonna), Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Marchisio, Pirlo (34' st Vidal), Pogba, Asamoah; Tevez, Llorente (14' st Morata)
A disposizione: Storari, Rubinho, Ogbonna, Evra, Padoin, Pepe, Pereyra, Mattiello, Coman, Giovinco
Allenatore: Allegri


 

ROMA
Skorupski; Maicon, Yanga Mbiwa, Manolas, Holebas; Nainggolan, Keita, Pjanic (39' st Paredes); Iturbe (21' st Florenzi), Totti (29' st Destro), Gervinho

A disposizione: Lobont,  Somma, Torosidis, Cole, Calabresi, Emanuelson, Uçan, Ljajic, Sanabria
Allenatore: Garcia

 

ARBITRO: Rocchi
ASSISTENTI: Faverani, Stefani
QUARTO UFFICIALE: Bianchi
ARBITRI D'AREA: Damato, Banti

 

AMMONITI: 26' pt Maicon, 30' pt Chiellini, 31' st Lichtsteiner, 32' pt Totti, 40' pt Gervinho, 48' st Tevez
ESPULSI: 28' pt Garcia, 44' st Manolas, 44' st Morata

SPETTATORI: 41.200
INCASSO: 1.928.494 Euro (record in partite di Serie A)

 

 

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SASSUOLO - JUVENTUS 1-1

 

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E' sempre prima in classifica la Juve, ma Reggio Emilia, contro il Sassuolo non va oltre il pareggio. Un po' è merito di Consigli che respinge tutti i palloni che arrivano dalle sue parti, un po' del resto degli emiliani, che giocano una gara caparbia, difendendo con ordine e non rinunciando ad attaccare. Un atteggiamento che costringe i bianconeri non solo a guardarsi le spalle, ma anche a recuperare lo svantaggio iniziale, che matura già al 13':  Longhi calcia dal vertice dell'area e non è un tiro irresistibile, anzi, è completamente sballato. Sulla traiettoria però c'è Zaza, pronto a girare in porta con il sinistro e a spiazzare Buffon.

 

Vista la velocità con cui la Juve trova il pareggio, sembra che la gara possa avere ben altro esito rispetto al risultato finale: bastano sei minuti per applaudire la caparbietà di Tevez, che rincorre un pallone ormai perso, lo tiene in campo, serve Pogba e permette al francese di sparare un destro a giro che Consigli non può prendere, solo ammirare.

 

E' il gol che smuove gli equilibri del match, perché il Sassuolo, prima spavaldo, ora concede campo e la Juve se lo prende. I bianconeri sono i padroni assoluti del match, ma fanno fatica a trovare spazi. Le occasioni però arrivano, soprattuto dalla destra: prima Ogbonna calcia alto, poi Lichtsteiner si fa ribattere il tiro da Consigli.

 

Nel finale del primo tempo il portiere emiliano si salva due volte nel giro di pochi secondi:  Pogba, recupera palla nella propria metà campo, resiste alle cariche avversarie, arriva fino all'area di rigore e cerca il rasoterra. E' un'azione da antologia che meriterebbe il gol, ma Consigli respinge, riuscendo anche a distendersi anche sul destro di Tevez che conclude l'azione.

 

Il tridente del Sassuolo è ben assortito e capace di ripartire in velocità: Sansone va a prendersi un fallo dal limite e Berardi mette la punizione a fil di palo. I  padroni di casa sembrano più vivi e Allegri cerca di smorzarne l'entusiasmo, inserendo Marchisio e Coman al posto di Evra e Llorente e ridisegnando la squadra con un 4-3-3: Tevez diventa il riferimento centrale, con Coman e Pereyra a supporto.

 

Sono proprio gli ultimi due i protagonisti dell'azione che al 27' porta la Juve vicino al vantaggio: l'argentino sfonda sulla destra e piazza il cross rasoterra, il francese controlla in area e calcia verso l'incrocio, sbagliando la mira. E' ben indirizzato invece il tiro in corsa di Pogba, servito da Tevez, ma Consigli si distende e respinge.

 

Ormai si gioca in una sola metà campo, perché gli emiliani rinunciano anche al contropiede e aspettano i bianconeri nella propria tre quarti. Allegri allora prova a togliere Pirlo, gettando nella mischia Giovinco, ma è tutto inutile. Il Sassuolo chiude ogni spazio e toglie alla Juve ogni possibilità di impensierire Consigli. Finisce 1-1, con lo stadio Mapei in estasi per un pareggio che, per i neroverdi, somiglia tanto ad una vittoria storica.

 

(juventus.com)

 

 

SASSUOLO-JUVENTUS 1-1

 

RETI: Zaza 13' pt,  Pogba 19' pt

 

SASSUOLO
Consigli; Terranova, Cannavaro (10' pt Antei), Acerbi; Vrsaljko, Magnanelli, Missiroli (34' st Taider), Longhi; Berardi, Zaza, Sansone (25' st Biondini)
A disposizione: Pomini, Polito, Gazzola, Bianco, Brighi, Chibsah, Floccari, Pavoletti, Gliozzi.
Allenatore: Di Francesco

 

JUVENTUS
Buffon; Ogbonna, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Pogba, Pirlo (37' st Giovinco), Pereyra, Evra (15' st Marchisio); Tevez, Llorente (21' st Coman)
A disposizione: Storari, Rubinho, Padoin, Mattiello, Asamoah
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Banti
ASSISTENTI: Costanzo, Schenone
QUARTO UFFICIALE: La Rocca
ARBITRI D'AREA: Di Bello, Chiffi

 

AMMONITI: 38' pt Zaza, 5' st Pogba, 42' st Acerbi, 48' st Bonucci
ESPULSI: 51' st Padoin (dalla panchina)

 

 

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JUVENTUS - PALERMO 2-0

 

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Un gol per tempo e una partita dominata senza troppo sforzo. La Juve non deve dannarsi l'anima per superare il Palermo e trovare la settima vittoria su otto gare di campionato. Deve semplicemente attendere di ritrovare la precisione, che in avvio latita e che condiziona le giocate: qualche appoggio sbagliato di troppo, unito al pressing dei rosanero, si traduce in dieci minuti sterili. Allegri del resto aveva avvertito i suoi: «Dovremo giocare bene tecnicamente», aveva detto alla vigilia della gara. Il modo più efficace per togliere fiducia al Palermo, in effetti, risulta proprio essere la qualità delle azioni e non è un caso che nel momento in cui i bianconeri riducono gli errori arrivino due sventole di Marchisio, fuori di poco, e l'incornata di Llorente, bloccata da Sorrentino.

 

I siciliani si affacciano dalle parti dell'area bianconera solo al 28', con il sinistro di Vazquez, deviato in angolo, e la girata di testa dello stesso argentino, alta sopra la traversa. Il pregio della squadra di Iachini non sta tanto nella produzione offensiva, quanto nella metodica capacità di frustrare ogni iniziativa della Juve.
Per mezz'ora, gli ospiti sono pressoché perfetti, ma al primo errore, vengono puniti: Pereyra ruba un pallone a centrocampo e innesca Tevez, che finalmente ha spazio. L'Apache punta l'area, attira su di sé due uomini e scarica per Vidal, che piomba sul pallone come un fulmine e supera Sorrentino con  un diagonale perfetto. La qualità che chiedeva Allegri, tutta in un'azione.

 

La novità della ripresa è Lichtsteiner, in campo dopo otto minuti dall'inizio al posto di Pereyra. Anche il secondo svarione della partita rischia di costare caro al Palermo: Feddal sbaglia un controllo in area servendo involontariamente Vidal, che è in ottima posizione, ma anche in equilibrio precario e spara alto. E alto è anche l'esterno destro di Marchisio dal limite, pochi istanti più tardi. La difesa bianconera vive un pomeriggio di quiete e l'impegno più gravoso è quello di impostare l'azione. Il compito è spesso affidato a Bonucci che agisce insolitamente sulla destra, lasciando al centro Ogbonna.

La mossa funziona, perché la Juve non rischia nulla ed è perennemente in possesso del pallone. Per trovare le occasioni serve pazienza, perché il Palermo si chiude quasi come se dovesse difendere il risultato, ma a forza di insistere il premio arriva ed è quanto mai gradito: al 19' arriva il primo gol stagionale di Fernando Llorente, che di testa indirizza alla destra di Sorrentino il corner battuto da Pirlo. Per il regista è l'ultima giocata dell'incontro, perché appena terminati i festeggiamenti lascia il posto a Pogba.

 

La gara a questo punto ha poco da dire, anche se lo Stadium ha ancora di che applaudire: prima l'ingresso in campo di Maresca, che ora giocherà anche per gli avversari di giornata, ma da queste parti ha lasciato ottimi ricordi. Poi la caparbietà con cui la Juve cerva il terzo gol, non trovandolo solo perché Pogba si trova involontariamente sulla traiettoria del rasoterra di Marchisio, perché Sorrentino riesce a bloccare in due tempi il diagonale di Giovinco, in campo al posto di Tevez, e perché il palo respinge il siluro della Formica Atomica. Gli applausi più forti però sono quelli che arrivano al fischio finale e salutano il successo rotondo e prezioso, che riporta a tre punti il vantaggio in classifica sulla Roma, cancellando il pareggio di Sassuolo e i tanti, troppi discorsi che ne erano seguiti.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-PALERMO 2-0

 

RETI: Vidal 32' pt, Llorente 19' st

 

JUVENTUS
Buffon; Ogbonna, Bonucci, Chiellini; Pereyra (8' st Lichtsteiner), Vidal, Pirlo (20' st Pogba), Marchisio, Asamoah; Tevez (35' st Giovinco), Llorente
A disposizione: Storari, Rubinho, Romulo, Mattiello, Coman, Giovinco, Morata.
Allenatore: Allegri

 

PALERMO
Sorrentino; Munoz, Gonzalez, Andelkovic; Pisano, Bolzoni, Rigoni (29' st Maresca), Barreto (14' st Belotti), Feddal; Vazquez (35' st Quaison), Dybala
A disposizione: Ujkani, Terzi, Morganella, Vitiello, Daprelà, Chochev, Lazaar, Joao Silva, Makienok
Allenatore: Iachini

 

ARBITRO: Calvarese
ASSISTENTI: Marzaloni, Iori
QUARTO UFFICIALE: Tasso
ARBITRI D'AREA: Doveri, Pasqua

 

AMMONITI: 5' st Barreto, 15' st Marchisio, 34' st Vidal

 

 

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GENOA - JUVENTUS 1-0

 

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E' tremendamente difficile descrivere una partita come quella di Genova. Perché alla fine tutto passa in secondo piano di fronte ad un unico momento, che sembrava il più insignificante e che si rivela invece decisivo: quello che, quando la gara era praticamente terminata in parità, con un bel po' di rammarico per una Juve che aveva meritato il successo, consegna sui piedi di Antonini il pallone decisivo, a 30 secondi dalla fine del recupero.  Ecco, di fronte a un episodio del genere si azzera tutto, si resetta la memoria, come se la partita non si fosse giocata.

 

E invece fare uno sforzo e guardare quanto era accaduto prima, per capire che i bianconeri tornano a casa senza punti, ma certo non sconfitti e perché la serata aveva offerto temi intriganti, a cominciare dall'ovazione di tutto lo stadio per il mito, Buffon, che raggiunge 500 presenze con la Juve. Dall'altra parte, oltre all'erede Perin, c'è Mandragora, capitano della Primavera rossoblu ed esordiente assoluto in serie A. Il confronto generazionale è sfizioso e volendo riflette quanto le due squadre cercano di mettere in campo: da un lato la ricerca di un gioco maturo e ragionato, fatto di possesso palla e qualità. Dall'altro l'agonismo spavaldo e la freschezza atletica come principio ispiratore. Come sempre i rossoblu a Marassi trovano energie supplementari e i bianconeri, forse più che in ogni altra partita di questa stagione, devono accelerare la manovra. Dire che subiscano il ritmo dei padroni di casa sarebbe eccessivo, perché anche i Campioni d'Italia non scherzano quanto ad aggressività, ma il pressing feroce degli avversari li costringe a velocizzare le giocate, a scapito della precisione.

 

Quando i palloni arrivano sui piedi però, come quello servito da Pogba a Tevez al 22', ecco le emozioni: sul diagonale dell'Apache, potente e ben indirizzato, Perin si conferma portiere di sicuro avvenire e ribatte. Passano tre minuti e si mette in luce Llorente, che riceve in area da Asamoah, difende il pallone, si gira in un fazzoletto e calcia sul primo palo, colpendolo in pieno. Ci prova anche Pogba, liberandosi di forza e sparando una sventola da fuori area che termina lontano dai pali.
Più passano i minuti insomma, più il Genoa rallenta la corsa e la Juve detta i tempi del gioco, prendendo possesso della metà campo rossoblu.

Il riposo giova ai liguri, che iniziano la ripresa con la verve dei primi minuti di gara. Le azioni tornano a farsi confuse e in casi de genere sfruttare i calci piazzati può essere la chiave dell'incontro. La Juve quasi ci riesce con l'angolo di Tevez e il colpo di testa di Bonucci che manca di poco l'incrocio dei pali. Il difensore, come contro il Palermo, gioca sul centro destra, lasciando Ogbonna in mezzo e spartendosi i compiti di regia con Marchisio: impostare l'azione però, un po' per le condizioni del campo, un po' per i meriti del Genoa, è tutt'altro che banale.

 

Buffon comunque non deve praticamente mai sporcarsi i guantoni, se non al 18', quando alza sulla traversa un tiro dalla distanza di Marchese. Ad Allegri però non basta non correre rischi e interviene cambiando Llorente con Morata che, appena entrato mette Tevez in condizioni di battere dal limite. Il terreno in questo caso è il miglior difensore rossoblu, perché un rimbalzo maligno tradisce l'Apache che sbaglia la mira.

 

Al 25' l'occasione più ghiotta: angolo per la Juve, la difesa genoana riesce a liberare, ma apostato a al limite c'è Lichtsteiner, che ributta in avanti. Ogbonna, è liberissimo in area e il suo pallonetto supera Perin. Non la traversa, colpita in pieno.

 

A dieci minuti dalla fine Pereyra rileva Vidal e la Juve aumenta la pressione. Morata si fa sessanta metri palla al piede e arriva al tiro, defilandosi però sulla sinistra e permettendo a Perin di chiudere sul primo palo. Il duello tra i due si ripete al 43', quando Tevez serve lo spagnolo con un colpo di tacco e sulla sventola che ne segue il portiere genoano alza sopra la traversa con una prodezza degna di Buffon.

 

Già questo sarebbe più che sufficiente per parlare di ingiustizia, ma non è niente in confronto a quello che accade negli ultimi secondi di gara: il Genoa attacca, ma più che per reale convinzione, per tenere la Juve lontana dalla propria area. E il pallone lanciato in direzione di Matri, entrato al 42', sembra proprio buttato in avanti con quell'intenzione. L'ex bianconero è marcato e non può neanche pensare a concludere, ma in spaccata riesce a toccare verso il centro dell'area, superando Buffon e servendo un incredulo Antonini, che si trova davanti la porta spalancata e segna il più incredibile e beffardo dei gol. Semplicemente clamoroso.

 

(juventus.com)

 

GENOA-JUVENTUS 1-0

 

RETI: Antonini 49' st

 

GENOA
Perin; De Maio, Burdisso, Marchese; Rosi (36' st Antonini), Mandragora (24' st Kucka), Greco, Bertolacci, Antonelli; Perotti, Pinilla (42' st Matri)
A disposizione: Lamanna, Sommariva, Roncaglia, Izzo, Edenilson, Mussis, Lestienne, Iago.
Allenatore: Gasperini

 

JUVENTUS
Buffon; Bonucci, Ogbonna, Chiellini; Lichtsteiner, Vidal (34' st Pereyra), Marchisio, Pogba, Asamoah; Tevez, Llorente (20' st Morata)
A disposizione: Storari, Rubinho, Marrone, Romulo Mattiello, Padoin, Pirlo, Coman, Giovinco
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Mazzoleni
ASSISTENTI: Mangnelli, Posado
QUARTO UFFICIALE: Galloni
ARBITRI D'AREA: Rizzoli, Baracani

 

AMMONITI: 16' pt Ogbonna, 44' pt Vidal, 13' st Chiellini, 28' st Greco, 43' st De Maio, 47' st Lichtsteiner

 

 

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EMPOLI - JUVENTUS 0-2

 

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Due giocate d'autore risolvono la gara del Castellani, interpretata, va detto, in modo egregio dai padroni di casa, grazie a un atteggiamento spavaldo e a un pressing continuo. Riconoscere i meriti dell'Empoli equivale a fare altrettanto con quelli della Juve, che riesce a mantenersi lucidità e calma nel primo tempo e a colpire con i suoi fuoriclasse nella ripresa.

 

E non era affatto scontato riuscirci, perché come mercoledì a Marassi, anche questa sera i bianconeri si trovano di fronte un avversario animato dal sacro fuoco. Allegri schiera l'inedita coppia Giovinco-Morata, propone Pereyra sulla destra e il ritorno di Pirlo in cabina di regia. Sarri punta tutto sull'agonismo e l'organizzazione: i suoi uomini iniziano la gara correndo su ogni pallone come degli indemoniati e non permettono ai Campioni d'Italia di ragionare, anzi li costringono a diversi errori in fase di impostazione. Quando le combinazioni riescono però, la Juve arriva in area con pochi tocchi. Giovinco è il più attivo e si presenta per due volte al tiro dal limite: il primo è bloccato da Bassi, il secondo viene ribattuto dalla difesa.

 

L'Empoli non si limita all'aggressività, ma propone anche un'ottima manovra che porta Zielinki alla conclusione, neutralizzata da Buffon. I duelli uno contro uno possono essere la chiave del match, almeno a vedere come Pereyra e Morata, intorno al 20', arrivano a crossare dalle fasce. Gli spunti non hanno esito, ma danno l'idea di quanto sia importante per i bianconeri far valere le qualità tecniche. E quando iniziano a farlo prendono campo e schiacciano l'Empoli, più intimidito rispetto all'avvio di partita. Morata parte in velocità, semina il panico e si rende prezioso anche come rifinitore: il suo assist per Vidal è goloso, ma il cileno chiude troppo il diagonale.

 

Uno scontro di gioco con Chiellini durante il primo tempo costringe Ogbonna a rimanere negli spogliatoi e la Juve riparte nella ripresa con Lichtsteiner nella posizione di difensore di destra. L'atteggiamento dei bianconeri è subito propositivo e Morata cerca la porta dalla distanza, liberandosi con un ottimo movimento, ma sbagliando la mira. L'intervallo però rinvigorisce anche l'Empoli, che ora pressa con la stessa convinzione di inizio gara e per dieci minuti tiene la Juve lontano dalla  propria area. Ci pensa Asamoah a dare la scossa, con un'accelerazione bruciante, che lo porta ad effettuare un velenoso tiro cross dal fondo. Bassi respinge sui piedi di Marchisio, che controlla e cerca l'angolino, mettendo a lato di un soffio.

 

L'occasione suona come una sveglia per la Juve, che sfiora il gol anche con Chiellini: Pirlo pennella dalla bandierina e il colpo di testa passa a un centimetro dall'incrocio. In pochi minuti l'inerzia della gara torna nelle mani della squadra di Allegri e quando Giovinco viene atterrato da Tonelli  e conquista una punizione dal limite, gli occhi di tutto il Castellani cercano Pirlo. Il Maestro sistema il pallone, alza la testa, prende la mira e delizia gli sguardi, con una pennellata d'autore che vale il vantaggio.

 

L'Empoli ha coraggio e personalità e non si abbatte, arrivando subito vicinissimo al pareggio con la girata di Pucciarelli, deviata in angolo da Buffon con un riflesso provvidenziale.


Allegri manda in campo Tevez al posto dell'ottimo Giovinco e l'Apache combina subito bene con Morata: sul suo diagonale Bassi respinge e Marchisio, che per primo arriva sul pallone, è troppo defilato per riuscire a evitare il palo.

 

Poco male, basta un minuto per trovare il raddoppio, con una giocata superba: questa volta è Tevez a regalare l'assist a Morata, che riceve appena entrato in area, si sposta il pallone sul sinistro e spara un missile terra aria imprendibile per Bassi. La partita praticamente finisce qui e  si deve giusto registrare, per dovere di cronaca, una prodezza di Buffon su Tavano e l'espulsione di Tonelli negli ultimi secondi, colpevole di stendere Tevez lanciato a rete.


L'unica nota stonata del finale di gara è il fastidio accusato da Asamoah, rilevato da Padoin. Per il resto c'è solo da sorridere: per la maturità mostrata dalla squadra in una partita che, specie dopo la beffa di Genova, poteva rivelarsi indigesta. Per le ottime indicazioni ricevute da Pereyra, Giovinco, Morata. Per il ritorno di Andrea Pirlo al gol. Per i miracoli di Buffon. Per i tre punti e la vetta della classifica nuovamente in solitaria. Perché nel giorno del  suo 117° compleanno era doveroso che la Juve si facesse un bel regalo. Soprattutto per il fatto che martedì c'è la Champions. E per arrivarci con lo spirito giusto, serviva proprio una serata del genere.

 

(juventus.com)

 

EMPOLI-JUVENTUS 0-2

 

RETI: Pirlo 16' st, Morata 27' st

 

EMPOLI
Bassi; Laurini (13' st Hysaj), Tonelli, Rugani, Mario Rui; Vecino, Valdifiori, Croce; Zielinski (29' st Tavano); Maccarone (35' st Mchedlidze), Pucciarelli
A disposizione: Pugliesi, Barba, Biggeri, Bianchetti, Moro, Signorelli, Laxalt, Rovini, Aguirre
Allenatore: Sarri

 

JUVENTUS
Buffon; Ogbonna (1'st Lichtsteiner), Bonucci, Chiellini; Pereyra, Vidal, Pirlo, Marchisio, Asamoah (36' st Padoin); Giovinco (23' st Tevez), Morata
A disposizione: Storari, Rubinho, Romulo, Pogba, Mattiello, Coman, Llorente
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Valeri
ASSISTENTI: Tonolini, Crispo
QUARTO UFFICIALE: Petrella
ARBITRI D'AREA: Doveri, Fabbri

 

AMMONITI: 8' st Vidal, 15' st Tonelli, 48' st  Hysaj

ESPULSI: 50' st Tinelli

 

 

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JUVENTUS - PARMA 7-0

 

 

Tutto bello, spettacolare e, almeno all'apparenza, tremendamente facile. La Juve si sbarazza del Parma con una semplicità disarmante e regala ai tifosi una grandinata di gol. Gli emiliani escono dallo Stadium frastornati, ma non possono davvero rimproverarsi null10338522_798217896891681_847333334527310a: la squadra di Allegri oggi è perfetta per intensità, approccio alla gara, determinazione. E' la straordinaria voglia di vincere a rendere la partita una formalità e la prova sta nel il fatto i bianconeri giochino la ripresa con lo stesso ritmo del primo tempo, nonostante il 3-0 maturato dopo neanche mezz'ora .

 

Piace molto il nuovo assetto della Juve con la difesa a quattro, in cui oggi  Padoin è l'esterno di sinistra. A centrocampo c'è l'esordio di Romulo dal primo minuto e in avanti un inedito tridente, composto da Tevez, Llorente e Pereyra. E' proprio quest'ultimo a farsi subito notare, esibendosi in una plastica rovesciata, a lato di poco. Marchisio veste ancora i panni del regista, ma non si limita a impostare e il suo tentativo dalla distanza al 9' chiama Mirante a un intervento tutt'altro che semplice.

 

Il Parma è a dir poco timido e il pallone è regolarmente tra i piedi dei bianconeri. Quando Tevez parte in velocità dà l'impressione di poter colpire da un momento all'altro e se non ci riesce al 22' è solo perché Mirante è ancora una volta attento. Il portiere degli emiliani si fa trovare pronto anche due minuti dopo sulla sventola di Pogba, ma respinge sui piedi di Llorente e il Re Leone da due passi non perdona.

 

La rete scuote gli ospiti che, pur senza dare l'impressione di crederci veramente, abbozzano una reazione con Mauri, il cui destro da fuori area costringe Buffon a sporcarsi la maglia. E' un fuoco di paglia: giusto il tempo di ribaltare il fronte offensivo e al 29' la Juve piazza il bis: il tentativo di Tevez viene contratto, ma c'è Lichtsteiner, appostato ai venti metri. Lo svizzero calcia di contro balzo e inventa una perla di potenza e precisione, che si infila sotto l'incrocio, rendendo vano il volo di Mirante.

 

Altri sette minuti e la gara è virtualmente chiusa: un'azione da manuale porta Lichtsteiner a crossare basso dalla destra e Llorente, solo a centro area, può toccare al volo e firmare la sua prima doppietta della stagione.

 

Guai a pensare che la gara non abbia più nulla da dire però. Distrarsi sarebbe un errore capitale, perché si rischierebbe di perdersi la prodezza di Tevez al 5' della ripresa: il Parma è in avanti, ma Padoin recupera palla e serve l'Apache, isolato in avanti e comunque ben all'interno della propria metà campo. Costa prova a fermarlo con un “laccio californiano” in stile wrestling e a questo punto chiunque si butterebbe a terra, accontentandosi di un sacrosanto calcio di punizione. Chiunque tranne Carlitos. Lui resiste alla carica, si libera dell'abbraccio e punta l'area. Ci sono ancora Lucarelli e Felipe a sbarrargli la strada, ma bastano due finte per liberarsene e un tocco di interno destro per calare il poker, con un gol da cineteca.

 

Una meraviglia del genere va festeggiata come minimo con una doppietta. E allora quando Pogba spara un siluro da fuori area e Mirante respinge, ecco che Tevez brucia Lucarelli sullo scatto e piazza in rete il 5-0. Adesso sì che può uscire dal campo per lasciare spazio a Coman e prendersi il doveroso tributo dello Stadium. Dieci minuti e tocca a Llorente uscire tra gli applausi per lasciare spazio a Morata.

 

La nuova coppia d'attacco sarà giovane (quarant'anni in due) ma non per questo meno efficace: alla mezz'ora Coman scodella un delizioso pallonetto per lo spagnolo, piazzandolo a tu per tu con Mirante e permettendogli di rimpolpare il già corposo punteggio. Un bel modo di salutare la prima convocazione con le Furie Rosse.

 

C'è ancora il tempo di festeggiare l'esordio in serie A di Mattiello, che regala un po' di riposo a Marchisio, e il 7-0, firmato ancora da Morata, che con un pregevole destro al volo manda sotto l'incrocio il traversone di Lichtsteiner. Poi non resta che spellarsi le mani e ringraziare la squadra, perché la perfezione non sarà di questo mondo, ma la Juve di oggi ci è andata davvero molto, molto vicino.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-PARMA 7-0

 

RETI:  Llorente 23' pt, Lichtsteiner 29' pt, Llorente 36' pt, Tevez 5' st, Tevez 13' st, Morata 31' st, Morata 43' st

 

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Padoin; Romulo, Marchisio (37' st Mattiello), Pogba; Pereyra, Llorente (26' st Morata), Tevez  (15' st Coman)
A disposizione: Storari, Rubinho, Ogbonna, Pepe, Giovinco.
Allenatore: Allegri

 

PARMA
Mirante; Felipe, Lucarelli, Costa; Rispoli, Acquah, Lodi, J. Mauri (9' st Mariga), De Ceglie (1' st Gobbi); Cassano (19' st Belfodil), Ghezzal
A disposizione: Iacobucci, Mendes, Ristovski, Lucas, Galloppa, Coric, Pozzi, Palladino, Santacroce.
Allenatore: Donadoni

 

ARBITRO: Russo
ASSISTENTI: Tasso, Petrella
QUARTO UFFICIALE: Fiorito
ARBITRI D'AREA: Calvarese, Merchiori

 

AMMONITI: 28' st Acquah

 

 

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LAZIO - JUVENTUS 0-3

 

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Dal settebello calato contro il Parma al tris dell'Olimpico: Allegri continua ad avere in mano ottime carte e sa giocarle al momento giusto, scombinando le idee degli avversari e prendendosi tutto il piatto con pieno merito.

 

La Juve che sbanca l'Olimpico è pressoché perfetta e annichilisce una Lazio che pure era entrata in campo con le migliori intenzioni. Pereyra trequartista è una bella intuizione, perché l'argentino svaria per tutta la larghezza del campo, non dà riferimenti e con le sue accelerazioni inguaia i biancocelesti, costretti spesso a ricorrere a metodi poco urbani per fermarlo.

 

Aggressività e velocità del gioco rendono la gara frizzante, ma gli spazi ridottissimi limitano le occasioni. Nel primo quarto d'ora si segnalano giusto un colpo di testa di De Vrij, alto, e un destro di Tevez dal limite, a lato.

 

L'impressione è che il minimo errore possa costare caro e in effetti, quando Bonucci rinvia sui piedi di Keita e Candreva viene liberato al tiro, il pallone sfiora il palo. Anche la precisione però può essere un fattore decisivo, come dimostra la perfetta combinazione tra Marchisio e Tevez che porta l'Apache in area e che viene fermata solo dal tempismo di De Vrij. L'azione si esaurisce in angolo, ma evidentemente ispira i bianconeri, che proprio grazie all'accuratezza dei passaggi costruiscono il vantaggio al 25'. Pirlo ha la solita geniale intuizione nel mettere in movimento Tevez sulla fascia. L'Apache riceve, scatta, alza la testa e pennella per Pogba al limite. Il controllo del francese è una chicca da intenditori, perché non solo addormenta il pallone, nonostante  il tentativo di Lulic di sbilanciarlo, ma se lo porta in posizione di battuta e lo piazza a fil di palo senza che Marchetti possa anche solo pensare di arrivarci.

 

Tre passaggi per attraversare tutto il campo e cambiare volto alla partita. Già, perché se la gara prima si giocava sul filo dell'equilibrio, dopo il gol la Juve è padrona assoluta del campo e prima della mezz'ora potrebbe raddoppiare. La rete di passaggi è fitta e ancora una volta perfetta, così come il destro a giro di Pogba, lasciato partire dal vertice dell'area. Marchetti guarda incredulo la traiettoria e tira un sospiro di sollievo quando la vede infrangersi sull'incrocio.

La punizione di Candreva bloccata solo in due tempi da Buffon scuote la Lazio, che per una decina di minuti era rimasta come intontita dal ritmo dei bianconeri e che riesce invece ad arrivare al riposo sotto solo di un gol.

 

Si devono aspettare allora dieci minuti oltre l'intervallo per il raddoppio che la Juve trova con un'azione che mette in mostra maturità, classe e cinismo: la Lazio pressa alta, ma  i bianconeri non si scompongono, anzi tengono palla e arretrano fino a ripartire da Buffon e Lichtsteiner. Lo svizzero lancia Marchisio, che salta l'uomo, punta l'area e appoggia al centro per il liberissimo Tevez. L'Apache ha tutto il tempo di controllare e infilare Marchetti con un rasoterra angolato.

 

Pioli cerca di dare una scossa ai suoi sostituendo Keita e Klose con Anderson e Djordjevic, ma la Juve di questa sera è devastante. Anche l'azione del terzo gol è da applausi e questa volta non si sviluppa né in contropiede né dalle fasce: Pirlo imbecca Pereyra al limite e l'argentino, con una mezza veronica si gira e libera Pogba, perfetto nell'inserimento, nello spostarsi il pallone sul sinistro e nel piazzarlo tra palo e portiere.

La gara a questo punto è praticamente chiusa, anche se l'espulsione di Padoin al 25' per doppia ammonizione potrebbe creare qualche problema. Allegri, che aveva già mandato in campo Morata al posto di Llorente, corre ai ripari togliendo l'ottimo Pereyra e inserendo Mattiello.

E il ragazzo si presenta chiudendo uno splendido triangolo con Pogba e sparando una fucilata sulla quale Marchetti ha un riflesso prodigioso.
La Lazio nel finale ha una reazione d'orgoglio, ma la vittoria ormai è cosa fatta e l'inferiorità numerica non pesa minimamente. Anzi permette ai bianconeri di esibire una condizione fisica invidiabile che, unita alla squisite giocate mostrate per tutta la gara, rappresenta un biglietto da visita decisamente incoraggiante in vista della decisiva trasferta di Champions a Malmoe.

 

(juventus.com)

 

LAZIO-JUVENTUS 0-3

 

RETI: Pogba 25' pt, Tevez 10' st, Pogba 19' st

 

LAZIO
Marchetti; Basta (42' st Cavanda), De Vrij, Cana, Braafheid; Parolo, Biglia, Lulic; Candreva, Klose (12' st Djordjevic), Keita (12' st Anderson).
A disposizione: Berisha, Strakosha, Prce, Konko, Gonzalez, Onazi, Radu, Ederson, Ledesma.
Allenatore: Pioli

 

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Padoin; Marchisio, Pirlo (32' st Vidal), Pogba; Pereyra, Tevez; Llorente (16' st Morata)
A disposizione: Storari, Rubinho, Romulo, Romagna, Pepe, Coman, Giovinco.

Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Damato
ASSISTENTI: Padovan, Bianchi
QUARTO UFFICIALE: Musolino
ARBITRI D'AREA: Tagliavento, Irrati

 

AMMONITI: 36' pt Padoin, 4' st Basta, 7' st Lichtsteiner, 22' st Bonucci, 25' st Padoin, 29' st Lulic
ESPULSI: 25' st Padoin

 

 

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JUVENTUS - TORINO 2-1

 

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E adesso valle a trovare le parole per raccontare una partita così. Prova a spiegare cosa si prova quando sei rassegnato a un 1-1 senza infamia e senza lode e ancora ti rode il fegato per quel gol preso nel primo tempo in modo così assurdo, dopo che eri in vantaggio e hai lasciato che Peres si vestisse da Usain Bolt per pareggiare... E vedi Andrea Pirlo. Lo sguardo corre dal cronometro al suo piede destro: mancano cinque secondi, no, quattro... Parte il tiro. E a quel punto se anche le parole le trovi non fa nulla, perché tanto non hai più fiato per usarle. Il Maestro lo ha tolto a tutto lo Stadium, il fiato, perché in un attimo ha reso una partitaccia brutta, da archiviare in fretta, un momento epico, da fissare nella storia e raccontare ai nipotini. È il Derby. bellezza. E quando finisce così, con la più insperata delle vittorie, è il momento di massima goduria possibile per ogni tifoso.

 

E dire che la serata non parte sotto i migliori auspici, visto che manca il capitano: Buffon è fuori causa per un colpo alla spalla rimediato in Svezia e prende il suo posto Storari. Lui ed Evra al posto dello squalificato Padoin rappresentano le uniche due novità rispetto alla formazione che ha sbancato Malmoe.

 

L'avvio però è confortante, perché bastano 50 secondi alla gara per avere un solo padrone: sono quelli in cui il Toro conquista un angolo e abbozza una debole conclusione con Peres. Poi c'è solo Juve, che con un sapiente lavoro ai fianchi schiaccia la squadra di Ventura nella propria tre quarti campo. Un dominio del genere non può che produrre in fretta il vantaggio, anche se la prima conclusione degna di nota è la punizione di Quagliarella, bloccata da Storari. Dalla parte opposta, a battere i calci piazzati c'è Pirlo e quando Pogba ne conquista uno con una veronica da fuoriclasse al limite dell'area, il Maestro indirizza il pallone verso l'incrocio. Sulla traiettoria si materializza però il braccio di El Kaddouri e Orsato fischia il sacrosanto rigore.  Dal dischetto va Vidal, che realizza due volte, visto che il direttore di gara vede troppo movimento in area e fa ripetere l'esecuzione.

 

In un Derby però, anche se si è in vantaggio, non ci si può mai distrarre. Ed è invece esattamente quello che accade al 23', quando Peres recupera il pallone nella propria area e parte in velocità sulla destra. Lo rincorrono Evra, Pogba e Vidal, ma senza troppa convinzione e anche Chiellini non chiude tempestivamente. Così, nonostante abbia 80 metri di scatto nelle gambe, il brasiliano ha ancora la forza di prendere la mira e sparare un siluro in diagonale che va a sbattere sul palo opposto e si insacca tra lo stupore generale. Era dal gol di Cauet nel febbraio 2002 che il Toro non segnava in un Derby e ai granata sembra di aver spezzato un incantesimo, perché ora giocano senza la rassegnazione dei primi minuti.

 

La Juve però ha la maturità per gestire situazioni simili, controlla l'avversario e riparte in contropiede, spaventando Gillet con il destro al volo di Tevez che manda sul fondo il cross di Evra. Non un'occasione clamorosa, ma più che sufficiente a consigliare al Toro maggiore prudenza. Si torna così al copione iniziale e si gioca in una sola metà campo. Pogba inventa un corridoio per Evra che pesca Vidal a centro area. Il cileno arriva in corsa, ma è sbilanciato e manda in tribuna l'ultima occasione del primo tempo.

La prima della ripresa passa invece di un soffio sopra la traversa, quando ancora Vidal stacca di testa per deviare il calcio di punizione battuto da Pirlo. La Juve pressa alto e riesce a recuperare il pallone facilmente, ma trova difficoltà ben maggiori nel consegnarlo agli attaccanti. Il Toro punta invece sulle ripartenze e per poco non trova il raddoppio, quando Amauri serve in area Quagliarella che anticipa in scivolata l'uscita di Storari e sfiora il palo.

 

Allegri vuole più rapidità in avanti e manda in campo Morata al posto di Llorente, poi cambia Marchisio con Pereyra, restituendo a Vidal il ruolo di mezz'ala. È una partita strana però, giocata senza quella rabbia agonistica tipica della stracittadina. La Juve sembra stanca dopo la Champions e le frequenti interruzioni non aiutano certo a trovare il ritmo, a tutto vantaggio del Toro che non fatica a controllare il risultato.  Alla mezz'ora c'è una fiammata, con Pereyra che libera Vidal davanti a Gillet, ma il gol viene annullato per la posizione irregolare del cileno.

A complicare ulteriormente le cose arriva l'espulsione di Lichtsteiner per doppio giallo. La superiorità numerica rivitalizza i granata, pericolosi con il destro di El Kaddouri, deviato in angolo da Vidal, e con il colpo di testa di Gazzi, alto di poco. Prendere gol sarebbe una beffa eccessiva e Allegri si cautela inserendo Ogbonna per Tevez, ma non rinuncia ad attaccare. C'è poca lucidità però e anzi si rischia di subire il contropiede. Così, quando il quarto uomo indica tre minuti di recupero, proprio non si vede come la partita non possa finire in parità.

 

Se sul colletto delle maglie bianconere c'è scritto “Fino alla Fine”, però, c'è un motivo. Non è un motto. Non è un modo di dire. È un credo, il nostro credo. Noi sappiamo bene cosa vuol dire. E quando Vidal tocca per Pirlo al limite dell'area e parte quel destro rasoterra che gonfia la rete a quattro secondi dal termine, lo scopre anche il Toro.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-TORINO 2-1

 

RETI: Vidal rig. 15' pt, Peres 23' pt, Pirlo 48' st

 

JUVENTUS
Storari; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio (19' st Pereyra), Pirlo, Pogba; Vidal; Tevez (38' st Ogbonna), Llorente (13' st Morata).
A disposizione: Rubinho, Audero, Mattiello, Pepe, Coman, Giovinco.
Allenatore: Allegri

 

TORINO
Gillet; Maksimovic, Glik, Moretti; Peres, Gazzi, Vives (8' st Benassi), Darmian; El Kaddouri (47' st Sanchez Mino);  Quagliarella (27' st Larrondo), Amauri.
A disposizione: Padelli, Castellazzi, Bovo, Jansson, Silva, Molinaro, Perez, Farnerud, Martinez.
Allenatore: Ventura

 

ARBITRO: Orsato
ASSISTENTI: Cariolato, Costanzo
QUARTO UFFICIALE: Di Fiore

ARBITRI D'AREA: Guida, Gervasoni

 

AMMONITI: 17' pt Glik, 2' st Gazzi, 14' st Pogba, 26' st Lichtsteiner, 26' st Amauri, 33' st Lichtsteiner, 46' st Moretti

 

ESPULSI: 33' st Lichtsteiner

 

 

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FIORENTINA - JUVENTUS 0-0
 

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Un pareggio che certo non ha entusiasmato gli spettatori, ma che è comunque nato da una gara combattuta e giocata con il massimo impegno da entrambe le squadre. Fiorentina e Juventus non si sono certo risparmiate, semplicemente si sono annullate. Ne è uscito uno 0-0 non noioso, ma neanche esaltante, che lascia comunque la Juve in testa alla classifica, qualunque risultato esca dalla sfida tra Roma e Sassuolo.

 

Al Franchi, un po' per le assenze, un po' per la necessità di far rifiatare qualche uomo in vista della Champions, Allegri rispolvera il 3-5-2 e per la seconda volta in stagione, dopo l'esordio contro il Chievo, lancia Coman dall'inizio.

 

Il francesino fa coppia con Llorente, agisce soprattuto sulla sinistra, dove trova la compagnia dei connazionali  Evra e Pogba, e mostra subito una velocità fuori dal comune che ben si sposa con la potenza del compagno di reparto.

 

La gara è subito vivace e anche se i portieri rimangono a guardare, il ritmo del gioco rende piacevoli i primi minuti. Le conclusioni però arrivano solo dal limite e quelle di Pogba, Llorente, Cuadrado e Pizarro sono fuori misura.

 

Più le lancette girano, più la partita perde mordente. Le azioni sono spesso interrotte, i cartellini fioccano e lo 0-0 si trascina stancamente fin dentro gli spogliatoi.

Non solo gli schemi sono speculari, anche l'atteggiamento delle due squadre è pressocé identico: pressing altissimo quando gli avversari iniziano l'azione e poi massimo sforzo nel chiudere ogni spazio possibile. Con la qualità delle giocate però i varchi si trovano, come dimostra il tocco di Pogba per l'inserimento di Evra in avvio di ripresa e la sventola in diagonale, respinta da Neto.

 

Ora la Juve ha in mano l'iniziativa, ma manca ancora un po' di incisività e Allegri la cerca mandando in campo Tevez per Coman. La Fiorentina intanto non sta a guardare: Mati Fernandez viene fermato solo da un prodigioso intervento di Bonucci, mentre Buffon deve sporcarsi guanti e divisa per mandare in angolo una sventola di Cuadrado dai 25 metri.

 

Nel finale Marchisio rileva Pirlo in cabina di regia e Padoin prende il posto di Pereyra, ma al di là di una continua lotta su ogni pallone, non capita più nulla. Va così in archivio uno 0-0 che certo non rimarrà negli annali del calcio, ma che ha quantomeno il pregio di confermare la solidità della Juve e di permetterle ai bianconeri di arrivare alla sfida di Champions contro l'Atletico senza scorie.

 

(juventus.com)

 

FIORENTINA-JUVENTUS 0-0

 

FIORENTINA
Neto; Savic, Rodriguez, Basanta; Joaquin (33' st Aquilani), Fernandez, Pizarro, Borja Valero, Alonso; Cuadrado (40' st Kurtic),  Gomez (24' st Babacar)
A disposizione: Tatarusanu, Richards, Tomovic, Hegazi, Lazzari, Badelj, Vargas, Marin, Ilicic.
Allenatore: Montella

 

JUVENTUS
Buffon; Ogbonna, Bonucci, Chiellini; Pereyra (43' st Padoin), Vidal, Pirlo (34' st Marchisio), Pogba; Evra; Coman (16' st Tevez), Llorente
A disposizione: Storari, Rubinho, Mattiello, Pepe, Giovinco, Morata.
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Rizzoli
ASSISTENTI: Faverani, Stefani
QUARTO UFFICIALE: De Luca
ARBITRI D'AREA: Banti, Russo

 

AMMONITI: 28' pt Pizarro, 35' pt Ogbonna, 37' pt Chiellini, 40' pt Cuadrado, 13' st Pogba

 

 

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JUVENTUS - SAMPDORIA 1-1

 

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Termina con un pareggio che va strettissimo alla Juve la sfida contro la Sampdoria. Sia chiaro, i blucerchiati non hanno rubato nulla, semplicemente hanno capitalizzato al massimo i propri sforzi. Non è riuscito altrettanto ai bianconeri, padroni del gioco, ma alla fine non del risultato. Tevez e compagni non trovano il colpo del ko nel primo tempo, quando arrivano le occasioni più ghiotte, vengono raggiunti in avvio di ripresa da una prodezza di Gabbiadini e si trovano poi di fronte un muro, che respinge ogni tentativo di ritrovare il vantaggio.

 

E dire che partono forte: la fascia destra funziona bene e Lichtsteiner e Morata,  per la terza volta titolare in campionato, scodellano subito tre cross in altrettanti minuti. Arriva quindi una percussione centrale di Pereyra, che libera Tevez per il primo tiro della gara, piazzato sul primo palo e respinto da Romero.

 

Il tucumano è ispirato e serve anche un buon traversone alo spagnolo, che di testa non centra la porta per un soffio. Sempre Morata, poco dopo, spara un destro violento che crea non pochi problemi a Romero. Insomma la Juve c'è e il gol è nell'aria. Arriva al 12', con uno stacco imperioso di Evra, che schiaccia nell'angolino il cross dalla bandierina di Marchisio, segnando la sua prima rete in bianconero.

 

1-0 e si riparte come se niente fosse accaduto: i bianconeri continuano a martellare, senza lasciare alla Samp neanche il tempo di respirare: Marchisio cerca il raddoppio con una sventola dal limite deviata in angolo da Gastaldello. Pogba controlla in area una pennellata di cinquanta metri di Bonucci, ma è sbilanciato al momento del tiro e calcia sopra la traversa. Tevez salta l'uomo e cerca la porta da venti metri, trovando Romero piazzato.

 

I doriani si vedono giusto con qualche lancio in profondità sui quali Buffon è perfetto nel chiudere uscendo fuori area e per dare più incisività alle proprie ripartenze Mihajlovic, nella ripresa, manda in campo Gabbiadini al posto di Krsticic.

 

È sempre e comunque la Juve ad avere in mano il gioco e Pereyra prima sfiora l'incrocio dopo neanche due minuti dal rientro in campo, concludendo una bella trama iniziata da Morata e proseguita da Lichtsteiner, poi cerca il palo lontano da buona posizione, trovando la risposta di Romero. Il raddoppio proprio non vuole arrivare e in questi casi il rischio  è spesso quello di subire la beffa, che, puntuale, si materializza al 6': è proprio il nuovo entrato Gabbiadini a trovare l'angolino con un preciso sinistro da fuori area e a firmare un pareggio che sa tanto di ingiustizia.

 

I bianconeri alzano il ritmo, ma la Samp è rinvigorita, risponde senza più timori reverenziali e se Tevez impegna a terra Romero, Okaka spaventa Buffon con un tiro cross velenoso. Allegri interviene cambiando Morata e Pereyra con Llorente e Coman, ma trovare un varco, con undici blucerchiati costantemente dietro la linea del pallone, è un'impresa. Evra riesce a pescare Vidal in area, il cileno stacca con il tempo giusto senza però riuscire a dare la giusta traiettoria al pallone, che si spegne tra le braccia dell'immobile Romero. È  invece Buffon a dover volare per togliere dall'incrocio un altro sinistro di Gabbiadini da fuori area.

 

L'ultima mossa di Allegri è Giovinco al posto di un esausto Tevez, ma nonostante l'assedio finale il punteggio non cambia più e la Juve può “mangiarsi le mani”, perché pareggiare una gara del genere, dominata dall'inizio alla fine senza riuscire a chiuderla e facendosi agguantare con uno dei due tiri in porta subiti, è davvero uno spreco.

 

(juventus.com)

 

RETI: Evra 12' pt, Gabbiadini 6' st

 

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Ogbonna, Evra; Vidal, Marchisio, Pogba; Pereyra (33' st Coman); Tevez (43' st Giovinco), Morata (26' st Llorente)
A disposizione: Rubinho, Audero, Padoin, Mattiello, Pepe,  Pirlo.
Allenatore: Allegri

 

SAMPDORIA
Romero; Cacciatore, Gastaldello, Romagnoli, Regini; Rizzo, Palombo, Obiang (38' st Duncan); Krsticic (1' st Gabbiadini), Okaka (28' st Bergessio), Eder
A disposizione: Da Costa, Fornasier, Mesbah, Marchionni, Soriano, Fedato, Djordjevic.
Allenatore: Mihajlovic

 

ARBITRO: Doveri
ASSISITENTI: Vuoto, Marrazzo
QUARTO UFFICIALE: Faverani
ARBITRI D'AREA: Tagliavento, Mariani

 

AMMONITI: 11' pt Regini, 3' st Vidal, 9' st Romagnoli, 13' st Gabbiadini, 21' st Bonucci, 26' st Okaka, 47' st Romero

 

 

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CAGLIARI - JUVENTUS 1-3

 

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Ventun minuti in tutto, quindici in avvio di gara e i primi sei della ripresa, sono più che sufficienti alla Juve per spazzare via il Cagliari e tornare al successo dopo i pareggi contro Fiorentina, Atletico e Sampdoria. Ed è un successo rotondo e convincente, nato non solo dalla scontata superiorità tecnica, ma soprattutto dal desiderio, dalla concentrazione, dalla feroce voglia di vincere.

 

Più di quella che mostra il Cagliari, che ha fama di essere squadra offensiva, ma che Zeman mette  in campo con sei difensori di ruolo, i centrali Capuano, Ceppitelli, Rossettini e Benedetti e i due terzini Avelar e Balzano. Una mossa che serve a poco, visto che dopo appena tre minuti la Juve passa: un bel colpo di testa di Llorente, deviato da Cragno, vale un calcio d'angolo, sui cui sviluppi, dopo un rimpallo tra Chiellini e il portiere rossoblu, Tevez si trova il pallone sul destro davanti alla porta spalancata. Per uno come lui spingerlo in rete e arrivare in doppia cifra in campionato è un gioco da ragazzi.

 

È un avvio traumatico per i sardi, che trovano comunque la forza di reagire e di impegnare Buffon con il colpo di testa di Avelar. L'occasione dà fiducia ai padroni di casa che trasformano la timidezza iniziale, davvero ai limiti dell'imbarazzo, in un'aggressività tanto improvvisa quanto efficace, alzando il pressing e aumentando il ritmo. La Juve, che nei primi minuti si era trovata di fronte una squadra lenta e impacciata, sembra non riuscire a contenere tanta esuberanza. Non potrebbe esserci impressione più sbagliata. Basta spettare che la rabbia rossoblu si sfoghi ed ecco la discesa di Evra sulla sinistra, il traversone messo fuori area dalla difesa senza troppa convinzione e il colpo da maestro di Vidal: interno destro in corsa da cineteca, e pallone che  si insacca a fil di palo, accarezzando la rete.

 

Se il primo quarto d'ora è al fulmicotone,  la mezz'ora successiva è ben più quieta. Non tanto per l'intensità del gioco, comunque alta, quanto per le poche occasioni create. Giusto qualche cross, da una parte e dall'altra, ma nulla di preoccupante per i portieri. Il Cagliari cerca di reagire, la Juve amministra il vantaggio fino all'intervallo. Ekdal, il più pericoloso dei suoi, prova a cambiare il corso della gara in avvio di ripresa, con un destro velenoso deviato in angolo, ma bastano pochi giri di orologio perché la Juve chiuda del tutto il discorso: Pirlo pennella per Llorente che entra in area, lotta con il difensore e difende il pallone, trovandosi però con le spalle rivolte alla porta. E qui si vede il centravanti di razza, il movimento del grande attaccante, che si gira in un fazzoletto e di sinistro sorprende Cragno.

 

I bianconeri a questo punto si rilassano ed è un errore, perché i sardi non rallentano e trovano il gol  con Rossettini, che stacca alla perfezione sulla punizione di Cossu e incorna in rete. Pereyra potrebbe rispondere immediatamente, ma quando si trova a tu per tu con Cragno preferisce il tocco a centro area invece della conclusione e permette il recupero di Donsah. Allegri sostituisce Llorente con Morata, mentre Zeman toglie Ibarbo e manda in campo Caio Rangel. Tatticamente cambia poco, conta più la freschezza atletica in questa fase. E la Juve ne ha da vendere. Peryera, va ancora vicino al poker, prima di lasciare il posto a Padoin, e altrettanto fa Morata, superando Cragno con un pallonetto che termina però a lato. Poco male, ci si può accontentare dei tre gol, che valgono altrettanti punti. E con questi sono 95 quelli conquistati nel 2014,  trascorso interamente in testa alla classifica. Un anno straordinario, che lunedì, a Dohan, merita una degna conclusione.

 

(juventus.com)

 

RETI: Tevez 3' pt, Vidal 15' pt, Llorente 6' st, Rossettini 20' st

CAGLIARI
Cragno; Benedetti (1' st Donsah), Ceppitelli, Rossettini, Avelar; Balzano, Conti, Capuano; Ekdal, Ibarbo (30' st Caio Rangel), Cossu
A disposizione: Carboni, Pisano, Murru, Barella, Dessena, Crisetig, Capello, Joao Pedro, Longo,  Farias
Allenatore: Zeman

 

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Ogbonna, Chiellini, Evra; Marchisio, Pirlo, Vidal; Pereyra (35' st Padoin); Llorente (28' st Morata), Tevez
A disposizione: Storari, Rubinho, Romagna, Mattiello, Pepe, Giovinco, Pogba, Coman.
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Mazzoleni
ASSISTENTI: Marzaloni, De Luca
QUARTO UFFICIALE: Galloni
ARBITRI D'AREA: Massa, Giacomelli

 

AMMONITI: 33' pt Rossettini, 4' st Capuano, 24' st Avelar, 47' st Ceppitelli

 

 

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JUVENTUS - INTER 1-1

 

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Poteva essere una Befana ricca quella della Juve, ma i dolci nella calza bianconera durano solo un tempo. A fine partita rimane in bocca il gusto amaro di un pareggio che sa tanto di carbone, come se fosse la punizione per non essere riusciti a chiudere una gara che fin dall'inizio sembrava poter solo avere un unico padrone.

 

Un minuto e quaranta secondi bastano a costruire un'azione da manuale, partita dalla destra con lo scambio tra Lichtsteiner, Llorente e Tevez, proseguita in area con il tocco dell'argentino per Marchisio e conclusa con una sventola di sinistro, fuori per pochi centimetri.

Quattro minuti e dieci secondi sono sufficienti per passare, con un'altra combinazione splendida nata dalla stessa fascia. Llorente resiste a una carica, si gira e serve Vidal. Il cileno entra in area portandosi avanti il pallone con il tacco e appoggia al centro per Tevez, che al volo piazza alle spalle di Handanovic.

 

La partenza al fulmicotone stordisce l'Inter, ma i bianconeri non ne approfittano, anche se avrebbero subito l'occasione per raddoppiare con Vidal, il cui destro rasoterra viene intercettato da D'Ambrosio. Così la squadra di Mancini può alzare il baricentro e tenere Tevez e compagni lontani dall'area, senza però riuscire a impensierire Buffon. Al contrario, quando la Juve riprende il controllo delle operazioni si ha subito la sensazione di un pericolo imminente: prima Vidal impegna due volte Handanovic, poi Pogba incolla il pallone al piede destro, con un “elastico” si libera in un colpo solo di due uomini, entra in area e si presenta a tu per tu con il portiere, che trova però un riflesso felino e riesce a deviare in angolo la conclusione.

 

La gara è ormai a senso unico e l'unico appunto che si può muovere alla Juve è non riuscire a concretizzare prima dell'intervallo una superiorità schiacciante. Nella ripresa Mancini prova a dare una scossa ai suoi facendo esordire il nuovo acquisto Podolski. Il primo quarto d'ora è più equilibrato, anche se decisamente meno brillante: la Juve lascia il possesso palla agli avversari e cerca di pungere in contropiede, ma manca velocità. Allegri la cerca sostituendo Llorente con Morata, senza riuscire però a vedere gli effetti del cambio prima del pareggio dei nerazzurri: una verticalizzazione di Guarin trova Icardi in area e l'argentino, nonostante sia defilato sulla destra riesce a trasformare in gol il primo tiro in porta dei nerazzurri.

 

Pirlo prova subito a rimettere il match sul giusto binario con una “maledetta” che esalta i riflessi di Handanovic e con un angolo che pesca in area Pogba, il cui colpo di testa termina a lato di un soffio. Allegri cambia ancora, inserendo Pereyra al posto di Vidal e la Juve continua a spingere, ma rischia grosso quando Bonucci viene steso a centrocampo da Icardi perdendo il pallone. Il difensore chiede il fallo, ma Banti lascia correre e Podolski arriva fino all'area palla al piede servendo ancora Icardi che, con la porta sguarnita, mette a lato. L'argentino prova a rifarsi con una sventola indirizzata all'incrocio e Buffon vola a salvare il risultato.

 

Una brutta entrata su Lichtsteiner lanciato sulla fascia vale il rosso diretto per Kovacic, ma i minuti da giocare a quel punto sono pochi e la superiorità numerica permette ai bianconeri solo di aumentare la pressione, non di cambiare il risultato. Finisce 1-1 come contro la Sampdoria nell'ultima gara casalinga dello scorso anno e, come allora, si ha la netta sensazione di aver sprecato una ghiotta occasione.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-INTER 1-1

 

RETI: Tevez 5' pt, Icardi 19' st

 

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio, Pirlo, Pogba; Vidal (32' st Pereyra); Tevez, Llorente (18' st Morata).
A disposizione: Storari, Rubinho, Caceres, Ogbonna, Marrone, Mattiello, Padoin, Pepe, Giovinco, Coman.
Allenatore: Allegri

 

INTER
Handanovic; Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus, D'Ambrosio; Guarin, Medel, Kuzmanovic (9' st Podolski); Kovacic; Hernanes (40' st Osvaldo), Icardi (44' st M'Vila).
A disposizione: Carrizo, Andreolli, Dodò, Vidic,  Obi, Khrin, Donkor, Puscas, Bonazzoli.
Allenatore: Mancini

 

ARBITRO: Banti
ASSISTENTI: Nicoletti, Dobosz
QUARTO UFFICIALE: Bianchi
ARBITRI D'AREA: Rizzoli, Gervasoni


AMMONITI: 21' st Icardi, 22' st Ranocchia, 26' st Morata, 30' st D'Ambrosio, 35' st Juan Jesus, 36' st Bonucci, 39' st Medel

 

ESPULSI: 41' st Kovacic

 

 

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NAPOLI - JUVENTUS 1-3

 

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Più di quattordici anni senza vincere a Napoli possono bastare. 

Del resto quella del San Paolo non era certo una maledizione, semplicemente una statistica da cancellare, così come quella che ultimamente vedeva la Juve chiudere in vantaggio il primo tempo, per poi venire raggiunta nella ripresa. Bene, i bianconeri spazzano via entrambe, prendendosi tre punti pesantissimi al temine di una gara tosta, intensa, anche se  non perfetta tecnicamente

Sarà la tensione, oppure la fastidiosa pioggia che bagna il San Paolo, fatto sta che i primi minuti sono un inno all'errore, da una parte e dall'altra. Il piano tattico è semplice: la Juve fa la partita, il Napoli aspetta e cerca la velocità per colpire, ma tutte le azioni finiscono con un passaggio sbagliato.


Così, per la prima occasione della partita, si devono attendere 18 minuti: Hamsik parte in contropiede e cerca il suggerimento per Higuain, Chiellini intercetta, ma non riesce a liberare e serve involontariamente De Guzman che, a tu per tu con Buffon, spara altissimo.

Insomma, nella prima mezz'ora non si vede del bel calcio, ma se è questo il prezzo da pagare per potersi poi rifare gli occhi con il gol di Pogba, ben venga. Un capolavoro che nasce, anche quello, da un'azione confusa, con Tevez che calcia addosso a Llorente e il pallone che si impenna. La coordinazione, il coraggio, la potenza, la precisione del francese però lasciano il San Paolo a bocca aperta e ammutolito: Paul non ci pensa due volte, calcia al volo dal limite e piazza la saetta nell'angolo più lontano.
 

Da applausi, così come l'azione che nel finale di primo tempo si sviluppa sulla sinistra con Evra, passa centralmente per Tevez e arriva a Caceres che, dalla destra, calcia con forza, ma tra le braccia di Rafael.

 

Andare in vantaggio negli spogliatoi ultimamente non è bastato alla Juve per vincere e proprio contro il Napoli, nella Supercoppa di Doha, i bianconeri si erano fatti rimontare addirittura due volte. L'esperienza suggerirebbe quindi di chiudere la partita, anche perché Callejon, proprio in avvio di ripresa, spaventa Buffon arrivando al tiro dalla destra e serve un gran recupero di Chiellini per mandare il pallone sull'esterno della rete.

 

L'ingresso di Mertens al posto di Hamsik regala al Napoli maggior rapidità sulla sinistra ed è proprio dai piedi del belga, anche se dalla bandierina, che nasce il pareggio: il traversone è indirizzato a centro area, dove dovrebbe esserci il maggior assembramento di uomini. Invece Britos è solo e può colpire al volo, piazzando nell'angolino. Come contro la Samp, come contro l'Inter, la Juve paga il primo tiro subito nello specchio della porta.

 

Se nelle altre occasioni i bianconeri avevano accusato il colpo, perdendo lucidità, questa volta si mantengono freddi e, dopo neanche sei minuti, tornano in vantaggio. 

Pirlo pennella una punizione dalla tre quarti e pesca in area Caceres, che festeggia il suo ritorno in campo dopo tre mesi con il destro di prima intenzione che vale il 2-1.

 

Allegri cambia Pogba e Llorente con Lichtsteiner e Morata e al 35' deve anche rinunciare a Caceres, che in uno scontro con Mertens rimedia un duro colpo al braccio destro e deve lasciare il posto a Ogbonna.

entusiasmo, ma rimane pericoloso con la rapidità dei suoi esterni e nel recupero per due volte la Juve rischia la beffa. Prima Ogbonna sbaglia un passaggio a centrocampo e permette al neo entrato Zapata di partire in contropiede. Buffon esce sino al limite dell'area e il colombiano sciupa l'occasione allungandosi troppo la palla e buttandosi poi a terra, meritando il giallo per simulazione. Ancor più da brividi l'opportunità capitata sui piedi di Higuain, che riceve in area da Mertens, salta Bonucci e arriva al tiro da due passi, trovando però la provvidenziale deviazione di Chiellini.

 

Negli ultimi minuti si trattiene il fiato, ma si può tornare a respirare al 49', quando Morata parte in contropiede e serve centralmente Vidal che controlla al limite e spara il pallone nel sette. La gara è chiusa, i punti di vantaggio sulla Roma sono di nuovo tre e la Juve è campione d'inverno con una giornata d'anticipo.

(juventus.com)

 

NAPOLI-JUVENTUS 1-3

 

RETI: Pogba 29' pt, Britos 19' st, Caceres 24' st, Vidal 49' st

 

NAPOLI
Rafael; Maggio, Koulibaly, Albiol, Britos; Gargano (39' st Zapata), Lopez; Callejon (28' st Gabbiadini), Hamsik (15' st Mertens), De Guzman; Higuain
A disposizione: Andujar, Colombo, Mesto, Henrique, Jorginho, Strinic, Inler, Radosevic
Allenatore: Benitez

 

JUVENTUS
Buffon; Caceres (35' st Ogbonna), Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio, Pirlo, Pogba (25' st Lichtsteiner); Vidal; Tevez, Llorente (30' st Morata)
A disposizione: Storari, Rubinho, Ogbonna, Mattiello, Padoin, Vitale, Pepe, Pereyra, Giovinco, Coman
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Tagliavento
ASSISITENTI: Di Liberatore, Passeri
QUARTO UFFICIALE: Costanzo

ARBITRI D'AREA: Damato, Calvarese

 

AMMONITI: 40' pt Tevez, 16' st Caceres, 23' st Britos, 40' st De Guzman, 46' st Albiol, 47' st Zapata

 

 

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JUVENTUS - HELLAS VERONA 4-0

 

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Dopo i sei gol rifilati al Verona in Coppa Italia, trovarsi lo stesso avversario di fronte a distanza di così poco tempo presentava un rischio concreto: sottovalutarlo, prendere la partita sottogamba e di vivere una serata di sofferenza. E sarebbe stato un delitto, visto il pareggio della Roma a Palermo.

 

Ebbene, giovedì c'erano voluti sei minuti per passare in vantaggio. Oggi ne sono bastati tre. Tanto ci mette Pogba, che già si era levato lo sfizio quattro giorni fa, a piazzare il suo rasoterra nell'angolino. E visto che una grande squadra deve sempre cercare di migliorarsi, per raddoppiare la Juve evita di aspettare il 21', come accaduto in Coppa, e al 7' è già 2-0: Morata crossa dalla destra, Pogba lascia scorrere per Tevez e l'Apache spedisce in rete di prima intenzione.

 

Segnare il terzo al 12' sarebbe impietoso, ma Pirlo ci prova lo stesso. La sua punizione è indirizzata all'incrocio e Rafael vola a deviare in angolo. Dopo un inizio del genere, e dopo aver subito sei reti nella partita precedente, qualsiasi avversario sarebbe moralmente devastato. Invece va applaudito il carattere del Verona che prova a risollevarsi con Toni, il cui sinistro in diagonale si trasforma in un assist per Martic. Il croato arriva sul pallone quando ormai sta per uscire sul fondo e non riesce a far altro che a colpire l'esterno della rete.

 

La gara è comunque già finita. Questo non significa che non ci siano motivi per godere dei restanti minuti. Uno di questi è Pogba; ipnotico quando dribbla al limite e indirizza il destro nell'angolino, monumentale quando recupera in difesa e svetta di testa sovrastando Toni, non uno qualsiasi.

 

Un altro è Morata. Il ragazzo cerca giocate difficili e magari non sempre riescono, ma quando perde palla, recupera velocemente e va a riconquistarla. Gesti che Allegri apprezza e che il pubblico sottolinea a suon di applausi. Tanta applicazione meriterebbe un gol in premio, ma il destro sparato dal limite a inizio ripresa finisce sul fondo per pochi centimetri e quando poco dopo parte in velocità e serve Tevez a centro area, esagera con la potenza del cross e l'Apache non riesce a centrare la porta.

 

Un terzo è Pereyra, che evidentemente ha un conto aperto con il Verona. Contro i gialloblu aveva segnato giovedì la sua prima rete con la maglia della Juve e questa sera concede il bis, seguendo la prepotente discesa di Chiellini, dettando il passaggio e spedendo sotto la traversa una saetta di destro.

 

E poi mettiamoci Tevez, che avrebbe già dato, ma che alla mezz'ora si concede la doppietta, ricevendo da Marchisio e infilando in diagonale il pallone tra le gambe di Rafael, unica soluzione possibile dalla sua posizione.

 

Allegri concede un po' di minuti a Pepe, Padoin e Giovinco, in campo per Pereyra, Marchisio e Tevez e, nonostante il punteggio rotondo, la Juve chiude in avanti, continuando a spingere fino al fischio finale, mostrando una condizione atletica devastante e, ancor di più, di una “fame” senza limiti. Il cammino è ancora lungo, ma intanto la Signora si porta cinque passi in avanti rispetto alla Roma.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-VERONA 4-0

 

RETI: Pogba 3' pt, Tevez 7' st, Pereyra 21' st, Tevez 29' st

 

JUVENTUS
Buffon; Caceres, Bonucci, Chiellini, Evra; Pogba, Pirlo, Marchisio (33' st Padoin); Pereyra (30' st Pepe);  Tevez (39' st Giovinco), Morata
A disposizione: Storari, Rubinho, Lichtsteiner, Mattiello, Padoin, Vitale, Coman, Giovinco, Llorente.
Allenatore: Allegri

 

VERONA
Rafael; Martic, Marques, Marquez, Rodriguez, Brivio; Sala (18' st Saviola), Tachtsidis (31' st Hallfredsson); Greco; Toni, Christodoulopoulos (42' st Valoti)
A disposizione: Benussi, Gollini, Sorensen, Campanharo, Agostini, Fares, Lopez, Nenè

Allenatore: Mandorlini

 

ARBITRO: Irrati
ASSISTENTI: Crispo, De Pinto
QUARTO UFFICIALE: Faverani
ARBITRI D'AREA: Mazzoleni, Baracani

 

AMMONITI: 2' st Greco, 34' st Rodriguez

 

 

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JUVENTUS - CHIEVOVERONA 2-0

 

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Non tutte le partite si possono sbloccare dopo pochi minuti e finire in goleada. L'importante è mantenere i nervi saldi, saper aspettare il momento buono e... avere in campo Paul Pogba. Già, perché quella contro il Chievo è una gara rognosa, ben diversa dalle due precedenti con il Verona. In comune con quelle partite ci sono giusto la provenienza e i colori degli avversari. Per il resto c'è da sudare, stringere i denti e affidarsi alle giocate del francese, che trascina la squadra alla vittoria giocando un secondo tempo mostruoso.

 

In effetti è la seconda frazione di gara quella più divertente, perché la Juve ci mette un po' a eludere l'aggressività e il pressing alto dei gialloblu. Il più ispirato in avvio è Evra, che piazza due ottimi cross per Vidal. Sul primo il cileno arriva di testa e mette a lato, sul secondo, rasoterra, riesce a toccare in porta e trova Bizzarri pronto a respingere.

 

I ritmi non solo altissimi a tutto vantaggio degli ospiti, ma quando i bianconeri spingono sull'acceleratore le occasioni arrivano. Il traversone di Caceres per Pereyra è perfetto, così come la girata al volo del Tucumano indirizzata nell'angolino e respinta dalla difesa. Da apprezzare anche lo scambio nello stretto tra Pogba e Tevez, che entra in area e cerca il diagonale senza trovare la porta,  lo stacco di Chiellini su angolo dell'Apache, con il pallone che sfiora l'incrocio, e quello di Morata, che pescato in area da Caceres gira a lato.


Ci si mette anche Bizzarri, che si esalta sulla sventola di Vidal dal limite e su un'altra incornata di Chiellini, spedendo in angolo in entrambi i casi.


Così si va al riposo sullo 0-0 dopo un lungo recupero, inevitabile visto il tempo necessario per soccorrere Frey ed Evra, protagonisti di un duro scontro aereo al 38'. Il difensore gialloblu deve lasciare il campo in barella, mentre il francese, al termine della gara, sarà portato in ospedale per accertamenti.

 

Serve una Juve diversa, più precisa negli appoggi e cattiva sotto porta. L'avvio di ripresa è incoraggiante: Marchisio prova subito il destro dal limite, fuori di poco, e Vidal alza troppo la mira girando il cross di Evra. La manovra però è ancora lenta e il Chievo si chiude bene, abbozzando anche qualche ripartenza. In situazioni del genere, per sbloccare il risultato, serve una giocata da campioni, una definizione perfino riduttiva per Paul Pogba. Fenomeno è la parola più adatta, vista la prodezza con cui firma il vantaggio: in uno spazio strettissimo, si libera di due avversari portandosi avanti il pallone con la suola e spara un missile di sinistro che si infila a mezza altezza a fil di palo. Per il francese è il quarto gol nelle ultime quattro partite, roba da centravanti di razza più che da centrocampista.

 

Cambia il risultato e cambia anche la fisionomia della Juve: Allegri toglie Vidal ed Evra, inserisce Lichtsteiner e e Padoin e passa alla difesa a tre. La mossa è azzeccatissima, perché i due nuovi entrati sono tra i protagonisti dell'azione del raddoppio, in cui però è ancora Pogba a lasciare tutti a bocca aperta: Padoin crossa dalla sinistra, il francese arpiona il pallone in spaccata a centro area, poi, senza lasciarlo rimbalzare, scarica il destro. Meriterebbe di firmare una magnifica doppietta, Bizzarri invece respinge, ma c'è Lichtsteiner pronto ad approfittarne e a calciare nella porta sguarnita.

 

Il doppio vantaggio regala un po' troppa sicurezza ai bianconeri e Schelottto a tre minuti dal termine potrebbe riaprire la gara: l'esterno si trova a tu per tu con Buffon e spedisce sul palo, il rimbalzo gli  termina ancora sui piedi, ma non ha la prontezza di riflessi per calciare in rete e Bonucci può liberare, mantenendo la porta immacolata. Finisce 2-0 e la Juve vola momentaneamente a + 8  sulla Roma, impegnata in serata a Firenze.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-CHIEVO 2-0

 

RETI: Pogba 15' st, Lichtsteiner 28' st

 

JUVENTUS
Buffon; Caceres, Bonucci, Chiellini, Evra (28' st Padoin); Vidal (17' st Lichtsteiner), Marchisio, Pogba; Pereyra (40' st Pepe); Tevez, Morata
A disposizione: Storari, Rubinho, Barzagli, Ogbonna, Marrone, Giovinco, Coman, Llorente.
Allenatore: Allegri

 

CHIEVO
Bizzarri; Frey (43' pt Biraghi), Dainelli, Gamberini, Zukanovic; Birsa, Cofie, Hetemaj, Schelotto; Botta (18' st Meggiorini); Paloschi (31' st Pellissier)
A disposizione: Bardi, Seculin, Radovanovic, Christiansen, Lazarevic, Bellomo
Allenatore: Maran

 

ARBITRO: Massa
ASSISTENTI: Giallatini, Stallone
QUARTO UFFICIALE: Preti
ARBITRI D'AREA: Tommasi, Pasqua

 

AMMONITI: 15' pt Vidal, 20' pt Zukanovic, 27' pt Frey, 48' pt Dainelli, 50' pt Schelotto, 13' pt Marchisio

 

 

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UDINESE - JUVENTUS 0-0

 

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Una giornata in meno. In fondo è questa il significato di questa prima domenica di febbraio, in cui la Juve non riesce ad andare oltre lo 0-0 contro l'Udinese, ma mantiene comunque inalterato il vantaggio sulla Roma. Parlare di occasione persa sarebbe eccessivo, perché i giallorossi fermati in casa  dall'Empoli, avevano sulla carta un impegno più abbordabile, e soprattutto perché i friulani meritano decisamente di spartire il bottino, giocando una gara caparbia, umile, ma non rinunciataria.

 

Le assenze di Vidal e Marchisio portano Allegri a tornare al 3-5-2, ma più del modulo conta l'atteggiamento della squadra. E quello della Juve è corretto, perché la squadra cerca di fare la partita fin dall'inizio, ma deve fare i conti con un Udinese vivacissima. L'arma dei friulani è il contropiede, fondato sulla rapidità e la classe di Di Natale, che al 12' libera Bruno Fernandes davanti a Buffon. Il portoghese però sbaglia il controllo, permettendo il recupero della difesa e finisce per concludere a lato.

 

I friulani danno maggiore continuità alla propria azione d'attacco e sono abilissimi a cercare immediatamente la profondità. L'esempio è la manovra che al 24'  con tre passaggi porta il pallone da un'area all'area fin sui piedi di Thereau che scarica un destro potente ma centrale, respinto da Buffon.

 

Dall'altra parte Llorente stacca bene sul corner di Pirlo, mettendo fuori di poco, ma la risposta della squadra di Stramaccioni è immediata e Bruno Fernandes ci prova da fuori area, impegnando ancora Buffon.

 

Visto il ritmo sostenuto nel primo tempo, ci si aspetta un calo dell'Udinese nella ripresa. E invece i friulani continuano a giocare una gara tatticamente perfetta, intasando gli spazi e rendendo sterile il possesso palla della squadra di Allegri.

 

Arrivare al tiro è un'impresa, ma quando al 13' Pereyra riesce a far partire il destro, dopo il cross di Lichtsteiner e la sponda di Llorente, è solo per una questione di centimetri se la Juve non passa. La sventola dell'argentino è potente, tesa e angolata e sarebbe un gol capolavoro, se il pallone non centrasse in pieno l'incrocio dei pali.

 

Pochi minuti dopo dalla stessa posizione è Tevez, servito ancora da Pereyra, a cercare il diagonale, mettendo a lato. Stramaccioni si cautela, inserendo Pasquale al posto di Gabriel Silva, mentre Allegri cambia Llorente ed Evra con Morata e Padoin.

 

Inevitabilmente nel finale l'Udinese rallenta, ma pur limitando le ripartenze rimane vigile in difesa. Quando però commette un errore, lasciando Morata libero sulla sinistra, rischia grosso: lo spagnolo parte in velocità, crossa rasoterra per Pogba che a centro area appoggia a Tevez. L'Apache controlla, evita un avversario con una finta e cerca l'incrocio con il sinistro, sbagliando la mira e fallendo una delle occasioni più ghiotte della gara. La Juve ci prova fino all'ultimo secondo, ma Karnezis non viene impegnato e il pareggio finale, anche se rimane il rammarico per non aver allungato sulla Roma in classifica, è il risultato più giusto.

 

(juventus.com)

 

UDINESE-JUVENTUS 0-0

 

UDINESE
Karnezis; Danilo, Heurtaux, Piris; Widmer, Allan, Fernandes, Guilherme, G. Silva (20' st Pasquale); Thereau; Di Natale
A disposizione: Meret, Scuffet, Bubnjic, Faraoni, Hallberg, Jadson, Aguirre.
Allenatore: Stramaccioni  

 

JUVENTUS
Buffon; Caceres, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Pogba, Pirlo, Pereyra, Evra (30' st Padoin); Tevez, Llorente (22' st Morata)
A disposizione: Storari, Rubinho, Ogbonna, Barzagli, De Ceglie, Pepe, Coman.
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Gervasoni
ASSISTENTI: Stefani, Barbirati
QUARTO UFFICIALE: Tonolini
ARBITRI D'AREA:Mazzoleni, Gavillucci

 

AMMONITI: 38' st Lichtsteiner, 42' st Di Natale, 48' st Thereau

 

 

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JUVENTUS - MILAN 3-1

 

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Una vittoria netta, rotonda e inequivocabile. Un meritatissimo premio per una Juventus impeccabile, superiore agli avversari per tutti i novanta minuti. La condizione mentale, prima ancora che atletica, dei bianconeri è eccellente e riescono a gestire le partite dando sempre la sensazione di esserne in pieno controllo. Anche quando subiscono un gol, come accaduto contro il Milan, non si scompongono e non ci mettono nulla a ristabilire le distanze, a mantenerle e incrementarle. Sono forti, fortissimi e ne sono pienamente consapevoli. E questa sicurezza, unita a una maturità ormai acquisita da tempo, è la vera arma in più della Signora.

 

Basta vedere il piglio con cui inizia la partita con il Milan per rendersene conto. Il cronometro segna appena un minuto e trenta secondi quando Diego Lopez deve compiere il primo intervento per bloccare un destro di Morata dal limite. Lo spagnolo arriva alla conclusione dopo un prolungato palleggio dei bianconeri e, se vogliamo, questa prima azione è un po' il manifesto della gara impostata da Allegri: far viaggiare il pallone, mandare a vuoto il pressing avversario e aspettare l'occasione buona per colpire.

 

Potrebbe essere quella nata al 5' dalla combinazione Tevez-Vidal, se il sinistro del cileno, dopo un bel dribbling in area, non fosse impreciso.
È invece quella confezionata da Morata otto minuti dopo: lo spagnolo lancia Tevez in velocità  a quaranta metri dalla porta e l'Apache non si fa pregare, partendo palla al piede e arrivando fino in area, dove supera Diego Lopez in uscita.

 

La partita sembrerebbe avere un solo padrone, ma la Juve paga a caro prezzo un eccesso di leziosità durante un disimpegno, quando Pogba e Tevez, invece di liberare l'area, concedono un calcio d'angolo. Dalla bandierina Cerci pesca in area Antonelli, che stacca in anticipo su Vidal e piazza nell'angolino alla destra di Buffon.

 

La reazione bianconera è rabbiosa. Marchisio ruba palla al limite e scarica un sinistro rasoterra, deviato in angolo da Diego Lopez. E proprio dal corner nasce il nuovo vantaggio: la respinta della difesa è poco convinta e Tevez, di testa, riesce a servire Bonucci che, a pochi metri dalla porta, trova la deviazione decisiva.

 

Ci starebbe anche il terzo gol, vista la convinzione con cui la Juve continua ad attaccare fino all'ultimo secondo del primo tempo, quando Tevez riesce ancora a impegnare Diego Lopez con una sventola da fuori area, invece si va al riposo con il minimo scarto.

Chiudere la gara sarebbe preferibile, anche perché il Milan torna in campo più vivace e Buffon deve subito intervenire in due tempi per bloccare il diagonale di Pazzini, entrato prima dell'intervallo al posto di Menez. Il duello si ripete poco dopo e questa volta l'intervento del capitano è ancora più difficile, ma altrettanto efficace.

 

La Juve sembra rilassarsi un po' troppo, ma è un'impressione quanto mai sbagliata. Come in avvio di partita, aspetta semplicemente il momento giusto. Arriva al 20', quando dopo un'accelerazione di Morata e il tocco di Tevez, Marchisio può scaricare il sinistro dal limite: è una saetta rasoterra, che colpisce in pieno il legno e termina la sua corsa sui piedi di Morata. Con Diego Lopez a terra, appoggiare in rete è un gioco da ragazzi.

 

A questo punto la squadra di Allegri potrebbe dilagare, anche perché sembra davvero avere una marcia in più e quando riparte in velocità riesce a trovare spazi golosi. Arrivano al tiro Padoin, Tevez, Morata e Marchisio, ma un po' l'imprecisione, un po' gli interventi di Diego Lopez, fanno sì che il punteggio non cambi più. Poco importa: per certificare una superiorità mai in discussione e per portare almeno momentaneamente a 10 punti il distacco dalla Roma, in attesa della gara dei giallorossi domenica a Cagliari, basta e avanza il 3-1 finale.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-MILAN 3-1

 

RETI: Tevez 14' pt,  Antonelli 29' pt, Bonucci 31' pt, Morata 20' st

 

JUVENTUS
Buffon; Padoin, Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio (39' st Ogbonna), Pirlo, Pogba; Vidal; Tevez (47' st Llorente), Morata
A disposizione: Storari, Rubinho, Barzagli, De Ceglie, Sturaro, Pepe, Pereyra, Coman.
Allenatore: Allegri

 

MILAN
D. Lopez; Zaccardo 33' st Rami), Alex, Paletta, Antonelli; Poli (17' st Bonaventura), Essien, Muntari ; Cerci,  Menez (37' pt Pazzini), Honda
A disposizione: Abbiati, Gori, Albertazzi, Bocchetti, Mastalli, Van Ginkel, Suso.
Allenatore: Inzaghi

 

ARBITRO: Damato
ASSISTENTI: Costanzo, Marzaloni
QUARTO UFFICIALE: Vuoto
ARBITRI D'AREA: Banti, Nasca

 

AMMONITI: 34' pt Essien, 14' st Padoin, 44' st Tevez

 

 

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CESENA - JUVENTUS 2-2

 

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Un'occasione sciupata. La Juve ha avuto tutte le possibilità di vincere a Cesena: è riuscita a ribaltare lo svantaggio iniziale, ma non ha chiuso l'incontro ed è stata riagguantata. Ha avuto ancora l'opportunità di passare dal dischetto, a pochi minuti dalla fine, ma non l'ha sfruttata. E allora, il pareggio del Dino Manuzzi, per quanto deluda, è giusto. Anche perché i romagnoli lo hanno meritato con una gara attenta e coraggiosa, iniziata con straripante personalità.

 

Il Cesena parte a razzo e ci vuole il miglior Buffon per evitare che la gara si metta subito male. Il capitano ferma per due volte Defrel, deviando in angolo un sinistro insidioso e murando un altro tentativo nato da un incertezza di Bonucci, poi blocca a terra il diagonale di Zè Eduardo.

 

Il campo sintetico non aiuta di sicuro, perché spesso e volentieri i giocatori scivolano, ma più del terreno è l'atteggiamento aggressivo dei padroni di casa a mettere in difficoltà la squadra di Allegri.


Non è un caso che l'azione del gol di Djuric nasca proprio dal pressing portato da Defrel su Pirlo: il francese ruba palla all'altezza della metà campo, conduce il contropiede e serve il compagno di reparto libero a centro area. E questa volta neanche Buffon può nulla.

A questo punto ti aspetti una reazione rabbiosa dei Campioni d'Italia e invece, per qualche minuto, è ancora il Cesena a correre in maniera forsennata, forse eccessiva. Anche perché, è inevitabile, che prima o poi debba rifiatare. E appena accade, la Juve punisce: Pogba pennella, Morata gira di testa in porta il suo sesto gol in campionato e la partita prende un'altra piega.

 

Adesso la Signora domina, schiaccia gli avversari nella propria metà campo e in sei minuti passa di nuovo. Evidentemente gli uomini di Di Carlo sono ancora in debito d'ossigeno, perché quando Morata prolunga la traiettoria del pallone fino all'area piccola, non interviene nessuno. Nessuno tranne Marchisio, che brucia sullo scatto Renzetti e devia in rete da due passi. Per festeggiare la 200° presenza in A con la maglia bianconera non potrebbe esserci modo migliore.

 

«All'inizio abbiamo dormito, ma siamo riusciti a ribaltare la partita. Ora dobbiamo affrontare il secondo tempo in maniera diversa», avverte il Principino durante l'intervallo, ma è un monito che sembra non arrivare ai compagni. La Juve si limita a praticare uno sterile possesso palla, mentre il Cesena ricomincia a correre e a farsi vedere dalle parti di Buffon. Prima con il solito Defrel, pericoloso il suo traversone in avvio di ripresa, poi con Brienza, che al 20' sparacchia alto un pallone invitante. Cinque minuti dopo però, l'ex palermitano non sbaglia e dal limite indovina l'angolino basso alla destra di Buffon.

 

Allegri interviene sostituendo Pogba con Pereyra che va a piazzarsi sulla tre quarti e permette a Vidal di spostarsi in mediana e la Juve aumenta la pressione, anche se fatica a trovare la porta. L'occasione di tornare in vantaggio arriva comunque, grazie ad una grande giocata di Llorente che al 36'  controlla in area un pallone tutt'altro che semplice e, spalle alla porta, si coordina per la rovesciata. La sua conclusione trova il braccio alzato di Lucchini e il signor Russo non può che indicare il dischetto. Vidal spiazza Leali, ma angola troppo e mette a lato.

 

Nel finale Allegri tenta il tutto per tutto, togliendo Vidal e Llorente, inserendo Coman e Pepe e passando al 4-3-3, ma il Cesena vede ormai il traguardo  di un pareggio insperato a portata di mano e non se lo lascia sfuggire. Per i romagnoli è un punto prezioso, per la Juve, pensando a quel rigore sbagliato e, soprattutto, al pareggio della Roma nel pomeriggio contro il Parma, è amaro come il fiele.

 

(juventus.com)

 

CESENA-JUVENTUS 2-2

 

RETI: Djuric 17' pt, Morata 27' pt, Marchisio 33' pt, Brienza 25' st

 

CESENA
Leali; Perico (15' st Nica), Lucchini, Krajnc, Renzetti; Zè Eduardo, De Feudis, Giorgi; Brienza; Djuric (38' st Rodriguez), Defrel
A disposizione: Agliardi, Gasperi, Carbonero, Magnusson,  Bressan, Volta, Succi, Mudingayi, Moncini.
Allenatore: Di Carlo

 

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Ogbonna, Evra; Pogba (30' st Pereyra), Pirlo, Marchisio; Vidal (43' st Coman); Morata, Llorente (43' st Pepe)
A disposizione: Storari, Rubinho, Barzagli, Chiellini, De Ceglie, Padoin, Sturaro
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Russo
ASSISTENTI: Melli, Paganessi
QUARTO UFFICIALE: De Luca
ARBITRI D'AREA: Guida, Gavillucci

 

AMMONITI: 20' pt Perico, 41' pt Lichtsteiner, 24' st Bonucci, 43' st Nica


ESPULSI: 37' st Di Carlo

 

 

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JUVENTUS - ATALANTA 2-1
 

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Sei minuti per passare dall'Inferno al Paradiso. Sono quelli che servono alla Juve per riagguantare una gara iniziata sotto tono, che l'Atalanta aveva portato dalla sua parte con una zuccata di Migliaccio. Una zampata di Llorente e una magia di Pirlo allo scadere del primo tempo ribaltano in un lampo la situazione, poi si controlla, senza mai soffrire veramente e si inizia il conto alla rovescia verso il Borussia.

Non è stata comunque una partita semplice e le difficoltà si intuiscono subito dopo il calcio d'inizi, con la  squadra di Colantuono che alza le barricate, rintanandosi dietro la linea del pallone e con la Juve che deve armarsi di una buona dose di pazienza per trovare spazi. Con le intuizioni di Pogba e Tevez qualche corridoio si indovina, specie per Caceres, ma quando si tratta di tirare o di piazzare l'ultimo passaggio, la difesa nerazzurra c'è sempre.

 

Nei primi venti minuti le uniche due conclusioni, a lato, sono di Llorente, pescato in entrambi i casi da Pirlo: dalla bandierina nel primo, con una verticalizzazione intelligente nel secondo.


In realtà non è solo per i meriti degli avversari che la Juve non riesce a costruire, perché la manovra è lenta e il ritmo tenuto dai bianconeri troppo basso.

 

E l'Atalanta finisce per approfittarne: un intervento di Pirlo per spezzare un palleggio al limite dell'area tra Denis e Emanuleson libera involontariamente Baselli di fronte a Buffon. Il miracolo del capitano, che riesce a deviare in angolo è inutile, perché dalla bandierina Emanuelson pesca Migliaccio che incorna, colpendo la parte interna del palo e quando il pallone termina tra le braccia di Buffon ha già varcato la linea.

 

Ora inizia la partita della Juve: Tevez angola troppo il destro dal limite e sull'inserimento di Pereyra è bravo Sportiello a uscire e a chiudere lo specchio della porta.

 

Lo schema che sembra funzionare maggiormente è l'apertura di Pogba per Caceres e quando al 38' l'ennesima combinazione tra i due porta l'uruguaiano al tiro, Sportiello ci mette ancora una pezza. Il portiere nerazzurro si supera anche sul corner successivo, respingendo il colpo di testa Bonucci, ma il pallone rimane nell'area piccola e Llorente risolve la mischia spedendo in rete l'1-1 da due passi.

A questo punto è più che lecito pensare che si andrà al riposo con quel punteggio e tutti allo Stadium sembrano già pensare ad una ripresa di fatica e sofferenza. Tutti, tranne Andrea Pirlo. Quando mancano una ventina di secondi al fischio di Irrati, il Maestro riceve palla a trenta metri dalla porta, alza la testa e guarda il “sette”. E decide che, mandando il pallone proprio lì, l'intervallo  sarà più piacevole.

 

L'Atalanta torna in campo con un atteggiamento meno ostruzionistico, inevitabilmente concede più spazi e se la Juve non riesce ad approfittarne subito è solo perché Sportiello fa ancora il fenomeno, respingendo il colpo di testa di Pogba, pescato a un metro dalla porta da Pereyra.

 

Al 20' Allegri cambia Pogba con Lichtsteiner, passando alla difesa a tre. La mossa regala un uomo in più a metà campo e i bianconeri nascondono a lungo la palla agli avversari. La velocità di Morata e Coman, in campo al posto di Llorente e Tevez, è un'arma in più sulle ripartenze e torna utile nel finale, quando l'Atalanta compie il massimo sforzo alla ricerca del pareggio e costringe la Juve a difendersi. Migliaccio di testa è sempre una spina nel fianco e sfiora il palo alla destra di Buffon, ma è in fondo questo l'unico momento in cui si rischia qualcosa. Per il resto la gara è sotto controllo e porta in dote tre punti preziosi. Per la classifica e per i pensieri, che ora possono rivolgersi completamente alla sfida di Champions di martedì.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-ATALANTA 2-1

 

RETI: Migliaccio 24' pt, Llorente 39' pt, Pirlo 45' pt

 

JUVENTUS
Buffon; Caceres, Bonucci, Chiellini, Padoin; Marchisio, Pirlo, Pogba (20' st Lichtsteiner); Pereyra; Tevez (44' st Coman), Llorente (29' st Morata)
A disposizione: Storari, Rubinho, Ogbonna, Barzagli, De Ceglie, Evra, Sturaro, Pepe,  Matri.
Allneatore: Allegri

 

ATALANTA
Sportiello; Scaloni, A. Masiello, Bellini,  Dramé; Zappacosta (6' st D'Alessandro), Cigarini, Migliaccio, Emanuelson; Baselli (37' Gomez); Denis (25' st Boakye)
A disposizione: Avramov, Frezzolini, Grassi, Del Grosso, Kresic, Bianchi.
Allenatore: Colantuono

 

ARBITRO: Irrati
ASSISTENTI: Padovan, Longo
QUARTO UFFICIALE: Schenone
ARBITRI D'AREA: Giacomelli, Baracani

 

AMMONITI: 43' pt Baselli, 10' st Marchisio, 15' st Padoin, 36' st Bellini, 40' st Pereyra, 42' st Lichtsteiner, 43' st Migliaccio, 48' st Morata

 

 

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JUVENTUS - SASSUOLO 1-0
 

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«Contro il Sassuolo mi basterebbe l'1-0» aveva detto Allegri durante la conferenza stampa di vigilia. Beh, i suoi ragazzi l'hanno preso in parola. Probabilmente avrebbero preferito, loro come il tecnico, un punteggio più ampio e una vittoria meno sofferta, ma per allungare sulla Roma può bastare il minimo scarto, firmato da una sventola di Pogba a meno di dieci minuti dal termine.

 

Anche se dopo il turnover di Coppa, Allegri manda in campo la formazione tipo, nella quale manca il solo Buffon, fermato dall'influenza, la gara si presenta subito balorda. Il Sassuolo inizia pressando alto  già con Berardi, Zaza e Sansone e obbliga la Juve ad accelerare la manovra, a scapito della precisione. Sono comunque i bianconeri a fare la partita e nei primi dieci minuti collezionano quattro angoli, da uno dei quali nasce la conclusione di Marchisio, alta di poco.

 

È vicino ai pali anche il sinistro tentato da Tevez al 20', ma il fatto che queste siano le uniche due conclusioni in porta fino a metà primo tempo la dice lunga su quanto la partita sia tutt'altro che semplice. Gli emiliani del resto sono ben messi in campo, si muovono molto e con quei tre lì davanti, quando attaccano, vanno tenuti d'occhio.

 

La Juve si fa ancora vedere dalla bandierina, ma il colpo di testa di Chiellini è di qualche spanna sopra la traversa .Al 33' arriva il primo tiro nello specchio della porta: è di Tevez, che spara dai venti metri, costringendo Consigli a respingere con i pugni.

 

L'Apache è indemoniato, corre a tutto campo e mette Vidal nelle condizioni di calciare dal limite proprio allo scadere del tempo, ma il sinistro del cileno viene deviato in angolo e si va al riposo con il punteggio inchiodato sullo 0-0.

 

L'avvio di ripresa è un po' confuso, ma le conclusioni arrivano comunque: un rasoterra di Pogba a fil di palo, messo a lato da Consigli, un esterno destro di Tevez troppo angolato e una sventola di Morata alta sopra l'incrocio. Ad Allegri però non basta e, con gli ingressi di Pepe e Llorente al posto di Pereyra e Morata, passa al 4-3-3. Qualche cross in più dalla destra inizia a piovere in area, anche se è ancora un tiro da fuori, addirittura dai 30 metri a spaventare Consigli. È Bonucci a cercarlo, ma il portiere emiliano si allunga a deviare in angolo.

 

I minuti scorrono impietosi e la partita sembra davvero non volerne sapere di sbloccarsi. Il Sassuolo gioca una gara diligente, chiudendosi in difesa e lasciando il solo Zaza come punto di riferimento in avanti. In una situazione simile trovare il varco giusto è durissima. Per avere qualche spazio, si devono stanare gli avversari. Accade quando mancano meno di dieci minuti alla fine: il Sassuolo mette fuori la testa dal guscio e si affaccia timidamente nella metà campo bianconera, scoprendo il fianco. Così, quando la Juve recupera palla, Pepe è velocissimo a condurre il contropiede e a servire Pogba, che si inserisce centralmente, controlla e scarica il destro nell'angolino dove Consigli non può proprio arrivare. È un gol che vale undici punti, quelli che ora separano i bianconeri dalla Roma, e  merita di essere degnamente festeggiato. E applaudire il ritorno in campo di Barzagli negli ultimi secndi è il modo migliore per farlo.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-SASSUOLO 1-0

 

RETI: Pogba 37' st

 

JUVENTUS
Storari; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Vidal, Marchisio, Pogba; Pereyra (18' st Pepe); Morata (18' st Llorente), Tevez (41' st Barzagli)
A disposizione: Rubinho, Audero, Ogbonna, Padoin, De Ceglie,  Sturaro, Matri, Llorente.
Allenatore: Allegri

 

SASSUOLO
Consigli; Vrsaljko, Acerbi,  Peluso, Longhi; Brighi (34' st Cibsah), Magnanelli, Missiroli (40' st Lazarevic); Berardi, Zaza, Sansone (27' st Taider)
A disposizione: Polito, Pomini, Bianco, Natali, Biondini, Donis, Fontanesi, Floccari, Floro Flores.


Allenatore: Di Francesco

ARBITRO: Peruzzo
ASSISTENTI: Di Fiore, Posado
QUARTO UFFICIALE: Galloni
ARBITRO D'AREA: Calvarese, Ghersini

 

AMMONITI: 26' pt Missiroli, 37' pt Tevez, 24' st Sansone, 33' st Pogba, 35' st Magnanelli, 47' st Zaza

 

 

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PALERMO - JUVENTUS 0-1
 

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Una Juve concentrata, paziente, spietata quando necessario condanna il Palermo alla sua seconda sconfitta stagionale al Renzo Barbera e dà un segnale fortissimo in vista della Champions. Non solo per i tre punti conquistati in Sicilia ma anche e soprattutto per la gestione di una partita non semplice, in cui i bianconeri non rischiano nulla e non concedono agli avversari neanche un tiro in porta. E se la gara è dura da sbloccare, nessun problema: ci pensano campioni come Morata.

 

Lo spagnolo entra risolve nella ripresa, mentre inizialmente siede in panchina. La coppia titolare è composta da Tevez e Llorente e nel 3-5-2 scelto da Allegri si vedono, per la prima volta in stagione, Barzagli e De Ceglie e, per la prima in assoluto, Sturaro.

È una partita chiusa, spigolosa, che al di là di qualche duello a centrocampo, in avvio offre davvero poco. Il primo tiro arriva solo al 13' ed è un destro dal limite di Lichtsteiner che si perde a lato.


È più insidiosa la sventola che Tevez lascia partire qualche minuto dopo addirittura dai 35 metri, creando qualche imbarazzo a Sorrentino.

L'Apache detta il ritmo e con le sue accelerazioni permette ai compagni di prendere campo. La manovra è costantemente in mano alla Juve, ancora minacciosa con l'inserimento di Sturaro e il sinistro spedito sull'esterno della rete.

 

Il pressing alto delle punte, il filtro dei centrocampisti e l'esperienza di Barzagli, Bonucci e Chiellini  fermano sul nascere ogni iniziativa dei siciliani, che sono però estremamente organizzati in difesa e concedono pochissimo ai bianconeri. Gli inserimenti dei centrocampisti sono pochi e così Allegri cambia, iniziando la ripresa con Vidal al posto di Sturaro.

 

Il Palermo del secondo tempo è meno timido, di conseguenza ci sono spazi maggiori e si alza  il ritmo della gara. Ciò nonostante però l'unica conclusione del primo quarto d'ora è il calcio piazzato di  Tevez, respinto con i pugni da Sorrentino. Allegri interviene ancora e manda in campo Morata al posto di Llorente ed è una mossa azzeccatissima. Alvaro toccherà sì e no tre palloni nei primi dieci minuti dal suo ingresso, ma l'ultimo è decisivo. Marchisio lo pesca al limite dell'area, lo spagnolo controlla e dal limite piazza il sinistro nell'angolino più lontano.

 

Adesso la Juve può giocare di rimessa, perché il Palermo deve necessariamente farsi avanti, e in una situazione del genere Tevez e Morata possono sfruttare tutta la loro rapidità. Al 36' i  due partono dalla propria tre quarti  e con due tocchi si presentano nell'area avversaria, dove lo spagnolo arriva al tiro, mettendo a lato.

 

Il resto della gara trascorre tra lo sforzo generoso dei padroni di casa e la perfetta gestione dei bianconeri. Al fischio finale Buffon non ha neanche bisogno di farsi la doccia e insieme ai compagni può festeggiare e, ora sì, iniziare a pensare al Borussia.

 

(juventus.com)

 

PALERMO-JUVENTUS 0-1

 

RETI: Morata 25' st

 

PALERMO
Sorrentino; Vitiello, Terzi, Andelkovic; Rispoli, Rigoni, Maresca (18' st Jajalo), Barreto (31' st Belotti), Daprelà (38' st Emerson); Vazquez; Dybala.
A disposizione: Ujkani, Milanovic, Ortiz, Bolzoni, Della Rocca, Chochev, Joao Silva, Bentivegna, Quaison.
Allenatore: Iachini

 

JUVENTUS
Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Pereyra, Marchisio, Sturaro (1' st Vidal), De Ceglie (31' st Padoin); Tevez, Llorente (15' st Morata).
A disposizione: Storari, Rubinho, Ogbonna, Evra, Pepe, Matri.
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Guida
ASSISTENTI: Cariolato, De Pinto
QUARTO UFFICIALE: Tonolini
ARBITRI D'AREA: Damato, Mariani

 

AMMONITI: 39' pt Vazquez,  41' pt Andelkovic, 7' st Barzagli, 35' st Morata, 39' st Lichtsteiner, 42' st Dybala, 45' st Pereyra

 

 

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JUVENTUS - GENOA 1-0

 

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Ancora una vittoria per 1-0, di quelle che piacciono ad Allegri. Ottenuta grazie ad una superba giocata del solito Tevez, ai minimi rischi corsi in difesa e ad una nuova prova di maturità: l'euforia per la vittoria di Dortmund è ormai smaltita, ma contro il Genoa la Juve mostra la stessa feroce determinazione del Westaflenstadion. Il messaggio di Allegri alla vigilia, «le prossime tre partite saranno decisive», viene perfettamente recepito e i rossoblu ben presto devono chiudersi a difendere la propria area.

 

Lo fanno con ordine, va detto, e nonostante le ottime intenzioni di Tevez e Llorente, Perin non ha molto di cui  preoccuparsi nei primi venticinque minuti. È invece Buffon a doversi sporcare la divisa per anticipare Lestienne, servito involontariamente in area da un tiro di Bertolacci, deviato dalla difesa.

 

Poi, dopo venticinque minuti appunto, Tevez decide che lo 0-0 è durato anche troppo. L'Apache riceve da Pereyra al limite, entra in area dalla destra lasciando sul posto Bertolacci e De Maio e, quando tutti si aspettano un traversone, vista la posizione defilata, spara un missile terra-aria sotto la traversa.

 

E con questo sono 16 gol in campionato, 24 in 36 partite stagionali. Devastante. La gara a questo punto si addormenta un po' e la Juve non ha difficoltà a gestirla. Potrebbe anzi andare al riposo con un doppio vantaggio se, proprio allo scadere del primo tempo, prima Perin e poi la traversa non respingessero i tentativi di Llorente e Chiellini.

 

Si va al piccolo trotto anche in avvio di ripresa ed è ancora una fiammata di Tevez a suonare la sveglia. Questa volta l'argentino, pur pressato da due avversari, riesce a servire Lichtsteiner in area. Lo svizzero appoggia a Pereyra che viene steso da Roncaglia. È rigore e si incarica della battuta proprio l'Apache, che però si fa ipnotizzare da Lamanna, entrato al posto dell'infortunato Perin.

Il raddoppio sembra proprio non voler arrivare quando, poco dopo, il tiro di Llorente, indirizzato in rete, viene spedito in angolo da una provvidenziale scivolata di Kucka.


Allegri manda in campo Pepe e Matri al posto di Lichtsteiner e Llorente e passa alla difesa a quattro. Alla mezz'ora i due nuovi entrati combinano da calcio piazzato: l'esterno crossa, l'attaccante devia di testa, ma tra le braccia di Lamanna.

Non chiudendo la gara però, si rischia che il Genoa riesca a riaprirla e al 35' ci vuole tutta la classe e l'esperienza di Barzagli per anticipare Perotti, liberato davanti alla porta dal traversone di Roncaglia.


Rimarrà comunque questa l'unica occasione confezionata dagli ospiti. I bianconeri controllano in difesa, provano a pungere in contropiede e portano l'1-0 fino al fischio finale. Tutto semplice, lineare, perfetto. Poteva essere una gara rognosa:la Juve l'ha vinta con un'autorevolezza che ormai è un marchio di fabbrica.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-GENOA 1-0

 

RETI: Tevez 25' pt

 

JUVENTUS
Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner (27' st Pepe), Pereyra, Marchisio, Vidal (43' st Sturaro), Padoin; Llorente (27' st Matri), Tevez.
A disposizione: Storari, Rubinho, Ogbonna , Evra, Vitale, Coman.
Allenatore: Allegri

 

GENOA
Perin (7' st Lamanna); Roncaglia, Burdisso, De Maio; Edenilson, Bertolacci, Kucka, Bergdich; Lestienne (21' st Laxalt), Perotti, Niang (1' st Boriello).
A disposizione: Izzo, Tambè, Marchese, Tino Costa, Mandragora, Sommariva, Pavoletti.
Allenatore: Gasperini

 

ARBITRO: Di Bello
ASSISTENTI: De Luca, Barbirati
QUARTO UFFICIALE: Galloni

ARBITRI D'AREA: Rocchi, Maresca

 

AMMONITI: 14' pt Perotti, 22' pt Bertolacci, 4' st Borriello, 4' st Bonucci, 15' st Roncaglia

 

 

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JUVENTUS - EMPOLI 2-0
 

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Carlos Tevez non si ferma più. L'Apache è protagonista anche della vittoria contro l'Empoli. Segna, fa segnare e gioca un'altra partita da leader indiscusso. La squadra lo segue, ne assorbe la forza e la voglia di vincere e lottare su ogni pallone e centra un successo fondamentale, perché se, Allegri dixit, «due terzi dello scudetto passano dalle partite contro Empoli e Parma», oggi i bianconeri hanno compiuto un passo avanti notevole.

 

Con Pirlo e Marchisio fuori causa,  il tecnico affida la regia a Padoin e il jolly se la cava egregiamente, mentre in difesa risposa Chiellini e trova spazio un ottimo Ogbonna. Tevez prova subito la sventola da fuori, poi si beve due difensori con una finta e arriva quasi nell'area piccola, ma Sepe riesce a respingere in entrambi i casi. All'Empoli ben presto non resta che rintanarsi nella propria metà campo, schiacciato dall'aggressività della Juve, ma la velocità di Saponara è comunque un'arma da non sottovalutare. È dagli spunti del trequartista che nascono le prime azioni degli ospiti, che  intorno alla mezz'ora riescono a spezzare il ritmo dei bianconeri e a tenerli lontani dalla propria area di rigore. È anzi Maccarone a spaventare Buffon con una sventola in diagonale fuori di poco.

 

Giusto il tempo di rimettere in gioco e la Juve passa: Sturaro entra in area dalla sinistra e Rugani, nel tentativo di ostacolarlo, tocca il pallone in direzione di Sepe che blocca con le mani. L'arbitro punisce il retropassaggio volontario con una punizione a due in area, che Tevez spedisce sotto la traversa, firmando il suo diciassettesimo centro in campionato e mandando i bianconeri al riposo sopra di un gol.

L'Empoli torna in campo con maggiore verve e al 4' Buffon deve compiere il primo intervento, non troppo complicato, sul tentativo di Saponara dal limite. Più difficile è la parata cui è chiamato due minuti più tardi per deviare in angolo il colpo di testa di Pucciarelli.


Sono i toscani ora a tenere in mano il gioco e la Juve punta sulle ripartenze di Tevez. Quella condotta al quarto d'ora e proseguita con il tocco per Vidal potrebbe essere letale, se il cross di Lichtsteiner, liberato dal cileno, fosse indirizzato a centro area invece che tra le braccia di Sepe.
Allegri legge lo sviluppo della partita e inserisce Morata, più rapido di Llorente nel contropiede.

 

L'Empoli non si scompone però e la Juve rischia grosso: Pucciarelli intercetta un rinvio di Bonucci, salta Ogbonna e si presenta in area davanti a Buffon, che compie un doppio miracolo, prima togliendogli il pallone dai piedi e poi respingendo il destro di Vecino.


I bianconeri rispondono quando il solito Tevez ruba un pallone a ridosso dell'area e libera  al tiro Vidal, che piazza il destro, ma angola troppo.

 

Si devono stringere i denti, perché la condizione dei toscani è eccellente e fino all'ultimo corrono, pressano e cercano di sfruttare anche il minimo errore portato dall'inevitabile stanchezza. L'esperienza però in questi casi è la miglior alleata, la Juve ne ha da vendere e riesce ad addormentare il ritmo della gara. Oltre all'esperienza poi, ha anche Carlos Tevez... A un minuto dal termine l'Apache scarica una sassata dal limite, Sepe riesce a malapena a respingere e Pereyra deve solo appoggiare in rete per chiudere la gara e regalare alla Juve e ai suoi tifosi una Pasqua dolcissima.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-EMPOLI 2-0

 

RETI: Tevez 43' pt, Pereyra 49' st

 

JUVENTUS
Buffon; Barzagli, Bonucci, Ogbonna; Lichtsteiner, Vidal (41' st Pepe), Padoin, Sturaro (33' st Pereyra), Evra; Tevez, Llorente (22' st Morata)
A disposizione: Storari, Rubinho, Chiellini, De Ceglie, Marrone, Vitale, Matri
Allenatore: Allegri

 

EMPOLI
Sepe; Hysaj, Rugani, Barba, Mario Rui; Vecino, Valdifiori, Croce (29' st Zielinski); Saponara; Maccarone (27' st Mchedlidze), Pucciarelli (32' st Verdi)
A disposizione: Pugliesi, Bassi, Somma, Tonelli, Laurini, Signorelli, Diousse, Brillante, Tavano.
Allenatore: Sarri

 

ARBITRO: Giacomelli
ASSISTENTI: Paganessi, Stallone
QUARTO UFFICIALE: Stefani
ARBITRI D'AREA: Valeri, Merchiori

 

AMMONITI: 3' st Tevez, 21' st Mario Rui, 34' st Saponara, 45' st Barzagli

 

 

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PARMA - JUVENTUS 1-0
 

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L'orgoglio del Parma ferma la Juve e la costringe ad incassare la seconda sconfitta del campionato. Non è certo stata una partita brillante quella dei bianconeri, forse già proiettati alla sfida contro il Monaco, sicuramente non aggressivi e convinti come nelle ultime uscite.

 

La formazione che scende in campo al Tardini presenta qualche novità, come Storari in porta, la coppia di centrali di difesa, composta dai due mancini Ogbonna e Chiellini, e quella d'attacco, con Coman al fianco di Llorente, ma certo non può essere questo un alibi, visto che a Firenze, nonostante i tanti cambi, la squadra aveva giocato una gara maiuscola. Più corretto rendere onore e merito al Parma e a Donadoni, che sceglie un atteggiamento guardingo, con un pressing asfissiante portato soprattuto su Marchisio per togliere lucidità alla manovra dei bianconeri. La mossa funziona, anche se quando la Juve accelera riesce ad arrivare dalle parti di Mirante che al 19' deve distendersi per deviare in angolo il rasoterra di Pereyra.

 

Il contropiede degli emiliani però non va sottovalutato: Nocerino indovina un lancio in profondità per Belfodil, bravo a liberarsi per il diagonale e a sfiorare il palo più lontano.

 

La partita si trascina stancamente fino alla mezz'ora, poi Vidal intervenendo di testa su un calcio di punizione di Marchisio, riesce a indirizzare in porta e Mirante, preso in contro tempo, sfodera un riflesso da campione per respingere con il piede. L'occasione sfumata ha il pregio di suonare la sveglia per i bianconeri e il cileno cerca anche la fiondata da fuori area, con una botta al volo coraggiosa ma fuori misura. Nel finale di tempo ci prova anche Coman, servito in area da Pereyra, ma Mirante respinge anche il suo tentativo e manda le squadre negli spogliatoi ancora ferme sullo 0-0.

 

Il Parma che rientra in campo è più propositivo, il che apre qualche spazio in più per i bianconeri: Padoin arriva sul fondo e scodella in area per Llorente, che non riesce a indirizzare verso la porta, quindi è Marchisio a cercare il sinistro dal limite, mettendo a lato.


Più insidioso è quello di Coman al 14', lasciato partire dopo una bella iniziativa personale. Il tiro è teso e violento e sorvola l'incrocio. Proprio nel momento migliore della Juve però, è il Parma a passare: Belfodil approfitta di una scivolata di Chiellini, arriva sul fondo dalla destra e tocca verso Mauri, che arriva come un fulmine e piazza il sinistro di prima intenzione alle spalle di Storari.

 

Allegri interviene immediatamente, inserendo Morata al posto di Pereyra e Pepe per Sturaro. La Juve si schiera praticamente con un 4-2-4, la partita si trasforma presto in un assedio, ma di occasioni non se ne vedono. A dieci minuti dal novantesimo Vitale fa il suo esordio in serie A sostituendo Coman e sarà forse lui l'unico a voler ricordare questa partita. Tutti gli altri vorranno e dovranno dimenticarla immediatamente, perché martedì, con il Monaco, si dovrà vedere tutta un'altra Juve.

 

(juventus.com)

 

PARMA-JUVENTUS 1-0

 

RETI:  Mauri 15' st

 

PARMA
Mirante; Santacroce (35' st Cassani), Mendes, Feddal; Varela, J. Mauri (37' st Lila), Jorquera, Nocerino, Gobbi; Belfodil (41' st Prestia); Ghezzal
A disposizione: Bajza, Iacobucci, Elric, Costa, Lodi, Mariga, Palladino, Coda.
Allenatore: Donadoni

 

JUVENTUS
Storari; Lichtsteiner, Ogbonna, Chiellini, Padoin; Vidal, Marchisio, Sturaro (22' st Sturaro); Pereyra (18' st Morata); Coman (35' st Vitale), Llorente
A disposizione: Rubinho, Audero, Bonucci, Marrone, De Ceglie, Evra, Matri.
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Gervasoni
ASSISTENTI: Galloni, Longo
QUARTO UFFICIALE: Gava
ARBITRI D'AREA: Orsato, Nasca

 

AMMONITI: 45' pt Marchisio, 6' st Chiellini, 7' st Mendes, 32' st Jorquera, 43' st Ogbonna, 44' st Gobbi

 

 

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JUVENTUS - LAZIO 2-0
 

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«Una sfida scudetto»: così Allegri aveva definito Juve-Lazio. Bene, la vittoria di oggi non consegna  il quarto campionato di fila ai bianconeri, ma certo li avvicina parecchio al traguardo finale. Anche i biancocelesti sono ricacciati indietro, a 15 punti di distanza, con sette partite ancora da giocare.


La Champions incombe, ma la Juve ha in testa un solo obiettivo, ben preciso, e ci mette mezz'ora a raggiungerlo. Il resto è amministrazione saggia e paziente del gioco e delle energie, che torneranno preziose mercoledì a Montecarlo.

Quando l'inizio di una partita offre poco, solitamente si parla di “fase di studio”. Quella di questa sera dura quasi un quarto d'ora: tanto ci vuole per vedere la prima conclusione in porta, cercata da Marchisio con un destro dalla distanza bloccato da Marchetti. Prima ci si deve accontentare di qualche duello a centrocampo e di un timido palleggio, con le due squadre più attente a non scoprirsi che a trovare soluzioni in avanti.

 

Una scelta saggia dopo tutto, perché  quando si affrontano i primi due attacchi del campionato, ogni distrazione può costare carissima. La prova si ha al 17', quando il colpo di testa di Vidal a centrocampo trova Tevez perfettamente in linea con i difensori biancocelesti. L'Apache parte palla al piede, entra in area e angola il tiro quanto basta per rendere inutile il tuffo di Marchetti.

 

Il gol non sblocca solo il punteggio, ma anche la gara, che si fa improvvisamente più vivace: Klose arpiona una respinta di Chiellini in area e Bonucci si allunga per deviare in angolo il tiro. Un bell'intervento, ma nulla in confronto al gol che si inventa pochi minuti dopo: al 28' Leo riceve palla appena varcata la linea di metà campo, vede la difesa laziale completamente fuori posizione, punta Marchetti e trenta metri dopo lo fulmina con un destro rasoterra.

 

Che sotto di due gol la Lazio cerchi di prendere l'iniziativa è più che normale. Gli sforzi però non producono nulla di più di un innocuo tiro da trenta metri di Cataldi, più frutto di frustrazione che di convinzione. È invece la Juve a sfiorare il terzo gol prima del riposo, con il colpo di testa di Evra, pescato in area da Padoin.

 

Pioli prova a dare più incisività ai suoi, iniziando la ripresa con Candreva al posto di Braafheid. In effetti la Lazio si piazza stabilmente nella metà campo bianconera e Allegri risponde inserendo Morata per Matri, nel tentativo di sfruttare il contropiede. Buffon rimane comunque inoperoso per una ventina di minuti, fino a quando non deve alzare sopra la traversa una punizione di Candreva.


Un intervento non così semplice, vista la potenza del tiro e, soprattutto, il pallone reso viscido dal nubifragio che si abbatte sullo Stadium, ma è anche l'unico degno di nota che il capitano deve compiere fino al 48', perché la Juve è a dir poco perfetta nel chiudere ogni spazio ai biancocelesti, che terminano in dieci per l'espulsione di Cataldi, reo di un brutto fallo su Tevez nel finale.

 

L'altra parata arriva poco prima che Rizzoli mandi le squadre negli spogliatoi e serve a bloccare il tentativo di Anderson, innescato da un rinvio sbilenco di Chiellini e a mantenere immacolata la rete. A vincere la partita ci avevano già pensato i compagni.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-LAZIO 2-0

 

RETI: Tevez 17' pt, Bonucci 28' pt

 

JUVENTUS
Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Padoin, Vidal (39' st Sturaro), Pirlo (27' st Pereyra), Marchisio, Evra; Tevez, Matri (13' st Morata)
A disposizione: Storari, Rubinho, De Ceglie, Lichtsteiner, Marrone, Pepe, Llorente, Coman.
Allenatore: Allegri

 

LAZIO
Marchetti; Basta, Cana, Mauricio, Braafheid (1' st Candreva); Cataldi, Biglia, Lulic; Felipe Anderson, Klose (47' st Ledesma), Mauri (21' st Keita)
A disposizione: Berisha, Strakosha, Ciani, Pereirinha, Onazi, Ederson, Perea.
Allenatore: Pioli

 

ARBITRO: Rizzoli
ASSISTENTI: Faverani, Meli
QUARTO UFFICIALE: Crispo
ARBITRI D'AREA: Damato, Irrati

 

AMMONITI: 47' pt Mauricio, 49' pt Lulic, 5' st Evra, 14' st Marchisio, 15' st Candreva, 18' st Chiellini, 23' st Cana

 

ESPULSI: 44' st' Cataldi

 

 

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TORINO - JUVENTUS 2-1
 

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Potrebbero bastare i tre pali colpiti a spiegare perché la Juventus abbia lasciato il Derby al Toro. Sono il modo più semplice in fondo per illustrare una gara decisa più dalla sorte che da quanto espresso in campo dalle due squadre. I granata hanno capitalizzato al massimo le rare occasioni avute, i bianconeri, in vantaggio con Pirlo, ripresi da Darmian e superati da Quagliarella, le hanno provate tutte, ma proprio tutte per riagguantare la gara, ma oggi, evidentemente non era destino.

 

Il primo tentativo arriva dopo 55 secondi. Morata riceve da Pirlo, si gira e spara alto il destro da fuori area. Poi la gara inizia a prendere la fisionomia più logica: la Juve manovra paziente e fa girare palla cercando di stanare il Toro che, quando parte, lo fa a testa bassa e spinge soprattutto sulla destra con Bruno Peres. Quagliarella costringe Buffon a sporcarsi la divisa per bloccare il suo rasoterra da fuori area, ma i bianconeri sono comunque in pieno controllo del match e dopo una decina di minuti sfiorano il gol con Matri, liberato in area da un delizioso tocco di Pirlo. La punta controlla con il petto e cerca la volée, ma non trova la porta.

 

Le squadre tendono a rimanere piuttosto “lunghe”, contrariamente alle abitudini e il contropiede è un'arma in più per i bianconeri: quello che parte dopo un doppio svarione di Gazzi non si chiude solo per l'intervento decisivo di Glik che manda fuori tempo Matri impedendogli di deviare in porta l'assist di Vidal. È la Juve a fare la partita, i ritmi non elevatissimi le sono congeniali e la palla è quasi sempre nella metà campo granata.

 

In un contesto simile, pur facendo la massima attenzione, è quasi inevitabile che il Toro conceda un calcio piazzato. Accade al 35', quando Gazzi stende Matri al limite. E quando Pirlo sistema il pallone tutto l'Olimpico trattiene il fiato. Quando torna a respirare non è per un sospiro di sollievo, perché il Maestro ha appena piazzato un capolavoro dei suoi all'incrocio.

 

La gara sembra trascinarsi senza sussulti fino all'intervallo e invece, proprio pochi secondi prima del fischio di Tagliavento, Quagliarella controlla un innocuo pallone sulla destra e trova Darmian dalla parte opposta. Lo stop non è dei migliori, ma sufficiente ad avere il tempo di anticipare l'uscita di Buffon e siglare il pareggio.

 

La Juve di inizio ripresa è più decisa e dopo sei minuti Pirlo quasi concede il bis: si procura una punizione ai venticinque metri, ancora fallo di Gazzi, e disegna un'altra traiettoria magistrale, che questa volta però si stampa sul palo esterno.

 

Si passa così dal possibile vantaggio bianconero a quello granata: Darmian sfonda dalla sinistra  e restituisce a Quagliarella il favore del primo tempo, servendolo a pochi passi da Buffon e permettendogli di superarlo con un tocco d'esterno.

 

Allegri interviene, sostituendo Morata con Tevez e la Juve riprende a macinare gioco come se nulla fosse accaduto. Pereyra crossa per la testa di Vidal che gira a lato di poco, Lichtsteiner per quella di Matri, che scalfisce il palo. Il conto dei legni sale a tre, quando Matri crossa dalla sinistra, il pallone attraversa tutto le specchio della porta e rimbalza sul montante. Poi è Sturaro a sfiorare il gol, ma il suo colpo di testa trova la respinta di Padelli. Il Toro non produce nient'altro che una girata di Quagliarella deviata in rete da Martinez, in netta posizione di fuorigioco.

 

Il pareggio non solo sarebbe meritato, andrebbe perfino stretto ai bianconeri. Allegri tenta il tutto per tutto e dopo aver cambiato Pereyra con Pepe, manda in campo anche Llorente al posto di Padoin. Il finale è un'assalto all'arma bianca, ma per come si è svolta la gara, era fin troppo evidente che il destino avesse già deciso: il Derby va al Toro. Una volta ogni vent'anni può capitare.

 

(juventus.com)

 

TORINO-JUVENTUS 2-1

 

RETI: Pirlo 35' pt, Darmian 45' pt, Quagliarella 12' st

 

TORINO
Padelli; Maksimovic, Glik, Moretti; B. Peres, Benassi (27' st Vives), Gazzi, El Kaddouri, Darmian (37' st Molinaro); Quagliarella, M. Lopez (16' st Martinez)
A disposizione: Ichazo, Castellazzi, Gaston Silva, Jansson, Bovo, Basha, Farnerud, Gonzalez, Amauri.
Allenatore: Ventura

 

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Ogbonna, Padoin (41' st Llorente); Vidal, Pirlo, Sturaro; Pereyra (33' st Pepe); Matri, Morata (20' st Tevez)
A disposizione: Storari, Rubinho, Barzagli, Chiellini, De Ceglie, Marrone, Coman.
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Tagliavento
ASSISTENTI: Di Liberatore, Stefani
QUARTO UFFICIALE: Petrella
ARBITRI D'AREA: Banti, Gervasoni

 

AMMONITI: 15' st Gazzi, 25' st Moretti, 32' st Bonucci, 43' st Vives

 

 

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JUVENTUS - FIORENTINA 3-2

 

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E adesso manca solo un punto. La Juve fa il suo dovere e supera la Fiorentina, nonostante due rigori fischiati contro, ma la Lazio non è da meno e, strapazzando il Parma, rimanda la festa bianconera. Con il carattere di oggi però, compiere l'ultimo passo non sarà un problema: la reazione con cui la squadra di Allegri recupera il gol di svantaggio nel primo tempo e chiude il match nel secondo è quella di chi non vuole davvero perdere altro tempo.

 

Non era certo scontato riuscirci contro la Fiorentina, che fin dall'inizio  gioca un calcio intelligente, manovra bene e rapidamente. Altrettanto fa la Juve: Le due squadre si conoscono bene dopo essersi incontrate già tre volte in stagione e si affrontano a viso aperto, in uno stadio insolitamente silenzioso, tenendo un buon ritmo, ma anche difendendo con estrema attenzione. Così i capovolgimenti di fronte si fermano a ridosso dell'area e i due portieri rimangono a guardare il tabellone che segnala i risultati che cambiano sugli altri campi.

 

Il primo intervento lo compie Neto, ma non deve scomodarsi troppo per bloccare il tentativo di Llorente, bravissimo a girarsi in area, ma costretto dalla pressione di Rodriguez a colpire in equilibrio precario e a lasciar partire un tiro debole e centrale. Buffon, a parte un uscita su un traversone rasoterra di Aquilani, non è certo più impegnato, ma poco dopo la mezz'ora deve raccogliere il pallone nella propria rete, dopo il rigore trasformato da Rodriguez e concesso per atterramento di Joaquin ad opera di Pirlo.

 

Tre minuti e la Juve pareggia: Pirlo pennella una punizione sulla testa di Llorente che gira alla perfezione nell'angolino alla sinistra di Neto. Il bis potrebbe arrivare immediatamente, ma l'incornata di Evra su angolo del solito Pirlo è centrale e il portiere viola riesce a respingere.
Gara e pubblico ora sono decisamente più vivaci: la Fiorentina cerca di pungere con il sinistro di Salah, a lato, e il tentativo da distanza ravvicinata di Mati Fernandez, chiuso da Lichtsteiner.

 

La Juve invece raddoppia: Carlos Tevez  regala una rarità, staccando di testa sul traversone teso di Evra e superando Neto, sorpreso fuori dai pali. Il gol arriva all'ultimo secondo del primo tempo ed è quasi una rivincita con la sorte, dopo che domenica, nel Derby, i bianconeri avevano subito il pareggio praticamente nello stesso momento.

 

Quando si torna in campo la Fiorentina sembra patire soprattutto le accelerazioni di Tevez e Pereyra  e Allegri regala forze fresche ai suoi, cambiando Pirlo con Vidal. I viola però non rinunciano ad attaccare e al 20' ancora Joaquin si procura il secondo rigore della serata. Cambia l'autore del fallo, Chiellini, e anche l'esecuzione di Rodriguez, che cerca ancora l'angolo alto, ma questa volta spedisce in curva.

Cinque minuti e la Juve allunga: Marchisio, festeggia la 300esima presenza in bianconero con un lancio millimetrico, di prima intenzione, per Tevez che riceve sulla tre quarti e punta Neto. Il tentativo di Basanta di recuperare lo costringe ad allargarsi, ma l'Apache non si scompone e, quando entra in area, alza la testa e spara un diagonale imprendibile.

 

Con due gol di vantaggio Allegri passa alla difesa a tre, mandando in campo Ogbonna al posto di Pereyra e dando poi respiro a Sturaro, sostituito da Padoin. I bianconeri blindano il risultato fino al 90', anche se devono stringere i denti per difendere il vantaggio nel recupero, dopo che Ilicic, su punizione, accorcia le distanze. Finisce 3-2, con lo Stadium che canta “Vinceremo il tricolor”: del resto, con un solo punto da conquistare in cinque giornate, la scaramanzia può anche essere messa da parte.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-FIORENTINA 3-2

 

RETI: Rodriguez rig. 33' pt, Llorente 36' pt, Tevez 46' pt, Tevez 25' st, Ilicic 45' st

 

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Barzagli, Chiellini, Evra; Sturaro (32' st Padoin), Pirlo (10' st Vidal), Marchisio; Pereyra (26' st Ogbonna); Tevez, Llorente
A disposizione: Storari, Audero, De Ceglie, Marrone, Pepe, Matri, Morata, Coman.
Allenatore: Allegri

 

FIORENTINA
Neto; Savic, G. Rodriguez, Basanta; Joaquin, Aquilani, Badelj, Mati Fernandez (31' st Borja Valero), Alonso; Salah (36' st Ilicic), M. Gomez (27' st Gilardino).
A disposizione: Tatarusanu, Richards, Tomovic, Rosi, Pasqual, Pizarro, Kurtic, Vargas, Diamanti
Allenatore: Montella

 

ARBITRO: Banti
ASSISTENTI: Giallatini, Passeri
QUARTO UFFICIALE: Marrazzo
ARBITRI D'AREA: Orsato, Doveri

 

AMMONITI: 35' pt Neto, Rodriguez 38' pt, 4' st Evra, 31' st Aquilani

 

 

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SAMPDORIA - JUVENTUS 0-1

 

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Campioni d'Italia,  per la quarta volta di fila, per la 33esima nella storia. La Juve completa  a Marassi quel capolavoro che è stato il suo campionato, accontentando la matematica con il gol di Vidal. Un capolavoro che ha preso forma immediatamente con sei successi consecutivi e ha zittito gli scettici, gol dopo gol, vittoria dopo vittoria. Erano in tanti, a inizio stagione, a ritenere improbabile che questo straordinario gruppo potesse ripetersi ancora una volta. In fondo avevano ragione: non si è ripetuto. Ha fatto di meglio. Ha vinto lo scudetto con quattro giornate di anticipo e ora potrà dedicarsi completamente a Champions e Coppa Italia.

 

Il sigillo finale arriva al Luigi Ferraris di Genova, contro una delle squadre rivelazione dell'anno, una delle due uscita indenne dallo Stadium. La Samp di Mihajlovic, che non vince da cinque partite, ma che prova a fare di tutto per sbloccarsi e rimandare la festa bianconera, pressando altissimo fin dai primi minuti e cercando di pungere con le conclusioni dalla distanza di Soriano e Obiang, entrambe a lato.

La rapidità di Muriel e la tecnica di Eto'o sono le armi dei blucerchiati, mentre la Juve punta su una manovra più ragionata, che porti ad innescare non solo Tevez e Llorente, ma anche a favorire gli inserimenti dei centrocampisti, tra i quali Sturaro è in ottima vena. Mihajlovic organizza bene la difesa però e così la prima conclusione degna di nota arriva solo al 20', con un colpo di testa di Llorente, fuori di poco, mentre la girata al volo cercata ancora dallo spagnolo poco più tardi termina decisamente lontano dai pali.

 

Con il passare dei minuti i bianconeri prendono in mano il gioco: Vidal arriva al tiro dal limite e Viviano è sulla traiettoria, ma quando al 32' il cileno è libero di staccare in area e di spedire verso il secondo palo il pallone crossato da Lichtsteiner, il portiere blucerchiato può solo raccoglierlo in rete.

 

Per abbozzare una risposta la Samp arriva fino allo scadere del primo tempo e il diagonale rasoterra di Muriel non crea la minima apprensione a Buffon, così come il colpo di testa di De Silvestri ad inizio ripresa.

 

La Juve ora può amministrare il vantaggio e tenere in apprensione gli avversari con le ripartenze. Pereyra e Tevez nel confezionano una interessante al 10', ma il sinistro di Marchisio che conclude l'azione non è preciso. È invece indirizzato nell'angolino il destro di Tevez  e Viviano deve distendersi per deviare in angolo.

 

La capacità di palleggio dei bianconeri frena la Samp, che è anzi costretta per lunghi minuti a correre a vuoto e per trovare un'occasione deve aspettare l'errore dei bianconeri. Lo commette Vidal al 20', regalando il pallone ad Eto'o, che può partire in velocità e mettere Berghessio, entrato al posto di Rizzo, in condizioni di battere a rete. Bonucci sceglie splendidamente il tempo e interviene in scivolata, alzando la traiettoria sopra la traversa.

 

Il rischio corso porta la Juve ad alzare la soglia di attenzione e i ritmi e prima Tevez e poi Marchisio arrivano al tiro, con Viviano che blocca in entrambi i casi. A poco più un quarto d'ora dal termine Allegri manda in campo Morata e Chiellini al posto di Tevez e Pereyra e passa alla difesa a tre, mentre Mihajlovic inserisce Duncan, nel tentativo di sfruttarne la potenza di calcio. La prima conclusione del ghanese non crea problemi, la seconda, direttamente da calcio piazzato, costringe Buffon a togliere il pallone dall'angolino. Non ci saranno altri rischi, anzi sarà la rapidità di Coman, dentro pe Llorente a tenere  la difesa blucerchiata a rimanere sul chi vive.  

 

Bastava un punto, ne arrivano tre. La Juve è Campione e può iniziare la festa. Può durare pochissimo però, perché già martedì c'è una nuova sfida. Allo Stadium arriva il Real e ci troveremo di fronte Cristiano Ronaldo, Bale, Sergio Ramos... Loro si troveranno di fronte i Campioni d'Italia. E il tricolore sul loro petto sarà più vivo che mai.

 

(juventus.com)

 

SAMPDORIA-JUVENTUS 0-1

 

RETI: Vidal 32' pt

 

SAMPDORIA
Viviano; De Silvestri, Silvestre, Romagnoli, Mesbah (36' pt Regini); Rizzo (9' st Berghessio), Palombo, Obiang (28' st Duncan); Soriano; Muriel, Eto'o
A disposizione: Romero, Frison,  Coda, Cacciatore, Munoz, Marchionni, Djordjevic, Wszolek, Okaka.
Allenatore: Mihajlovic

 

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Padoin; Vidal, Marchisio, Sturaro; Pereyra (28' st Cheillini); Tevez (27' st Morata), Llorente
A disposizione: Storari, Audero, Romulo, Marrone, Ogbonna, De Ceglie, Pirlo, Pepe, Matri, Coman.
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Valeri
ASSISTENTI: Nicoletti, La Rocca
QUARTO UFFICIALE: Di Fiore
ARBITRI D'AREA: Giacomelli, Fabbri

 

AMMONITI: 44' pt Obiang, 16' st Sturaro, 39' st De Silvestri, 42' st Soriano, 45' st Romagnoli

 

 

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JUVENTUS - CAGLIARI 1-1

 

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Paul Pogba è tornato. È questa la notizia che regala Juve-Cagliari, gara priva di significati per quanto riguarda la classifica, ma utilissima per testare le condizioni del francese. Ebbene, proprio lui sblocca la partita, dominata dai bianconeri nonostante il sacrosanto turnover applicato da Allegri, e riagguantata dai sardi solo nel finale.

 

L'arbitro fischia l'inizio e gli occhi dello Stadium sono tutti per Paul, intenti a capire se possa essere pronto per Madrid. La curiosità è soddisfatta ben prima del gol: al primo pallone toccato salta l'uomo, avanza per una trentina di metri e viene fermato solo con un fallo. Al secondo sfiora il palo con la punizione che si era procurato. Qualche minuto dopo libera Matri in area, ma la punta è spalle alla porta e l'unica soluzione è provare il colpo di tacco, che termina a lato. Ci prova anche al 15' con un destro rasoterra dalla distanza, che serve più a prendere le misure che a impensierire Brkic.

 

La Juve non è comunque solo Pogba: Coman si muove bene, Romulo offre qualche spunto interessante e la regia di Marchisio è sempre puntuale. Il Cagliari dal canto suo gioca con coraggio e  cerca di approfittare dei ritmi tutt'altro che forsennati per colpire negli spazi. Cop e Farias combinano in area di rigore e la conclusione del brasiliano prende in contro tempo Storari, ma termina a lato.

Da apprezzare alla mezz'ora il tentativo di Padoin, che cerca l'eurogol calciando al volo da fuori area dopo una respinta della difesa sarda  e indirizza il pallone tra i pali, trovando comunque Brkic pronto a bloccare. Intanto lo Stadium è un tripudio di bandierine bianconere e celebra lo scudetto già conquistato con quattro giornate di anticipo.

 

La partita avrà anche poco da offrire quanto a pathos, ma è piacevole e le occasioni non mancano. Coman alza troppo la mira dalla distanza e lo stesso fa Pogba dopo un controllo non semplice in area. I due sono ancora protagonisti poco dopo: e se il primo stacca bene su un traversone di Romulo, ma colpisce l'esterno della rete, Paul deve festeggiare degnamente il suo ritorno in campo. Così, a pochi secondi dal riposo, si libera al limite e scarica il destro che, complice la deviazione di Ceppitelli, manda la Juve negli spogliatoi sopra di un gol.

Se già il primo tempo era stato un dominio bianconero, la ripresa diventa un lunghissimo torello, interrotto solo raramente dai sardi. Basti dire che fino al colpo di testa mandato alto da Rossettini, al 12', si gioca praticamente solo in una metà campo. Dopo un'ora di gara arriva il momento di pensare  alla prossima sfida e Allegri fa rifiatare Marchisio e Pogba, sostituendoli con Sturaro e De Ceglie e, più tardi manda in campo Vitale per Pereyra.

 

La gara sembra avere ancora ben poco da dire e invece, a pochi minuti dal 90' il Cagliari trova il pareggio con Rossettini, che dopo aver colpito il palo di testa sugli sviluppi di una punizione, raccoglie la respinta del legno e segna il gol del pareggio. In pieno recupero i sardi sfiorano addirittura il colpaccio, ma Sau spara alto da ottima posizione. Termina 1-1 e anche se spiace per i tre punti sfumati, appena arriva il fischio finale già non ci si pensa più. C'è il Real. C'è la semifinale di ritorno di Champions League. E, signori, c'è anche Paul Pogba.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-CAGLIARI 1-1

 

RETI: Pogba 45' pt, Rossettini  41' st

 

JUVENTUS
Storari; Romulo, Barzagli, Ogbonna, Padoin; Pereyra (30' st Vitale), Marchisio (14' st Sturaro), Pogba (18' st De Ceglie); Pepe, Matri, Coman
A disposizione: Buffon, Rubinho, Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra, Marrone, Morata, Llorente.
Allenatore: Allegri

 

CAGLIARI
Brkic, Balzano, Ceppitelli (28' st Diakitè), Rossettini, Avelar; Donsah (23' st Sau), Crisetig, Joao Pedro; Ekdal; Farias, Cop (32' st Longo)
A disposizione: Cragno, Colombi, Conti, Pisano, Murru, Barella, Capuano, Cossu.
Allenatore: Festa

 

ARBITRO: Peruzzo
ASSISTENTI: Schenone, Galloni
QUARTO UFFICIALE: Vivenzi
ARBITRI D'AREA: Tommasi, Pezzuto

 

AMMONITI: 32' pt Avelar, 12' st Marchisio

 

 

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INTER - JUVENTUS 1-2

 

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La Juve non si ferma più. E neanche Alvaro Morata che, dopo aver ammutolito il Bernabeu, fa altrettanto con San Siro, timbrando il gol che vale il successo bianconero contro l'Inter. Possono cambiare gli uomini, gli avversari e gli obiettivi, ma non la Signora, né la sua incredibile fame.

 

A Milano la gara è vivace, combattuta e piacevole ed è subito all'insegna del duello a distanza Icardi-Morata. L'argentino impegna Storari con una sventola dai venti metri, lo spagnolo prima recupera palla a limite, si fa tutto il campo palla al piede e conclude colpendo l'esterno della rete, poi va ancora al tiro, imbeccato da Pereyra e solo la deviazione di Ranocchia, che mette in angolo, salva Handanovic.

La seconda azione che coinvolge l'attaccante nerazzurro è decisiva: Brozovic prova il destro dal limite e sulla traiettoria si trova proprio Icardi, che viene letteralmente colpito dal pallone, deviandolo però alle spalle di Storari.

 

Morata risponde, ancora con una discesa sulla sinistra ma la sua legnata termina a lato questa volta deviata da Handanovic.


La gara è aperta e combattuta e l'Inter, spinta da motivazioni sicuramente superiori a quelle dei bianconeri, sfiora il raddoppio con Palacio, che trova una superba risposta di Storari. La Juve avrà anche poco da chiedere alla gara, ma gioca comunque con buon ritmo e Padoin costringe  Handanovic ad un intervento tutt'altro che semplice per togliere dall'angolino il suo piazzato dai sedici metri.

 

L'Inter è ancora pericolosa con Shaquiri, che colpisce in pieno l'incrocio dei pali, ma i bianconeri non stanno a guardare e dopo la girata di testa di Pereyra a lato, Matri approfitta di un retropassaggio a dir poco avventato, brucia Vidic sullo scatto e viene steso in area. È rigore e Claudio Marchisio manda le due squadre al riposo sull'1-1.

 

Morata rimane una spina nel fianco della difesa anche ad inizio del secondo tempo e in un minuto ha due occasioni clamorose per portare la Juve in vantaggio. La prima se la procura da solo, con un'altra accelerazione dirompente, conclusa con un destro a lato. La seconda nasce da un traversone di Lichtsteiner, ma il suo colpo di testa da due passi è fuori dai pali, anche perché D'Ambrosio disturba la visuale.

Dopo una decina di minuti Allegri passa alla difesa a tre, inserendo Ogbonna al posto di Lichtsteiner e dando ulteriore compattezza ai suoi. Morata continua il suo show personale con una percussione centrale e un destro potente, alto di poco, mentre Shaquiri ci prova ancora dalla distanza, mettendo a lato.

 

Llorente per Matri è il secondo cambio dei bianconeri, mentre Nagatomo al posto di Shaquiri è il primo di Macini, che vara anche lui il 3-5-2. Proprio pochi secondi prima del cambio D'Ambrosio si era reso protagonista di una girata al volo su cross di Kovacic, spettacolare, ma fuori misura.

 

A un quarto d'ora dal termine tocca a Pogba, che rileva Pereyra, ma è sempre Morata a prendersi la scena e al 38' trova finalmente il meritatissimo gol: su una ribattuta della difesa nerazzurra Alvaro è appostato al limite e scarica il destro. Handanovic è sulla traiettoria, ma pasticcia e il pallone termina in rete. Se lo spagnolo è l'uomo copertina, una menzione speciale va a Storari, che poco dopo il gol del vantaggio salva il risultato con un doppio miracolo, respingendo il destro di Palacio, rialzandosi e andando a deviare in angolo il tap in di Icardi che si era ritrovato il pallone tra i pedi con la posta spalancata.

 

La Juve non concede altro e porta a casa i tre punti, dando una prova di forza spaventosa: dopo la magica notte di Madrid, sarebbe stato lecito aspettarsi un calo, o quanto meno un po' di relax. Non da questa squadra. Non dalla Juve.

 

(juventus.com)

 

INTER-JUVENTUS 1-2

 

RETI: Icardi 9' pt, Marchisio 43' rig. pt, Morata 38' st

 

INTER
Handanovic; D'Ambrosio, Ranocchia (44' st Gnoukouri,), Vidic, Juan Jesus; Brozovic (37' st Podolski), Medel, Kovacic; Shaqiri (26' st Nagatomo); Icardi, Palacio
A disposizione: Carrizo, Andreolli, Santon, Dimarco, Felipe, Kuzmanovic, Obi,  Bonazzoli, Puscas.
Allenatore: Mancini

 

JUVENTUS
Storari; Lichtsteiner (11' st Ogbonna), Barzagli, Bonucci, Padoin; Romulo, Marchisio, Sturaro; Pereyra (33' st Pogba); Morata, Matri (21' st Llorente)
A disposizione: Rubinho, Audero, Marrone, De Ceglie, Asamoah, Pepe, Coman.
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Doveri
ASSISTENTI: Cariolato, Marzaloni
QUARTO UFFICIALE: Nicoletti
ARBITRI D'AREA: Rizzoli, Baracani

 

AMMONITI: 33' pt Ranocchia, 35' pt Brozovic, 42' pt Vidic, 7' st Morata, 9' st Lichtsteiner, 13' st Kovacic, 24' st Juan Jesus

 

 

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JUVENTUS - NAPOLI 3-1

 

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Uno spettacolo. La Juve chiude la sua stagione allo Stadium superando il Napoli 3-1, giocando in scioltezza e dominando gli avversari, ancora una volta.


È una giornata da incorniciare, con gli spalti  tricolori che accoglie i Campioni d'Italia e, prima del fischio d'inizio, li applaude mentre sfilano in campo con la Coppa Italia conquistata mercoledì a Roma.

 

C'è anche la partita, che è un contorno alla festa e che ovviamente conterebbe molto più per il Napoli, a caccia di punti per la qualificazione alla Champions. Il sinistro di Mertens e il colpo di testa di Lopez impegnano subito Buffon, poi inizia a giocare la Juve e agli ospiti non resta che arretrare, metro dopo metro. Il comando delle operazioni è esclusiva bianconera e l'azione che porta al vantaggio è una chicca, con il “cucchiaio” di Coman che libera Pereyra solo davanti a Andujar. Il Tucumano ha tutto il tempo di controllare, prendere la mira e segnare il suo quinto gol stagionale, il terzo in campionato.

 

La Juve gioca con sicurezza e serenità tali, che Asamoah, al rientro da titolare dopo l'infortunio, può riprendere confidenza con il gioco con calma, mentre i compagni, da Marchisio, a Pogba, a Morata, si concedono numeri d'alta scuola.

 

Quanto accade in campo perde importanza al 39', quando in Tribuna Sud viene srotolato uno striscione dedicato alle vittime dell'Heysel: “Nessuno muore veramente se vive nel cuore di chi resta, per sempre”. Il 29 maggio saranno trascorsi 30 anni da quella sera maledetta e tutto lo Stadium si unisce in un lunghissimo applauso, nel loro ricordo.

 

Nell'intervallo poi, ecco in campo Trezeguet, presidente delle Juventus Legends, ricordare a tutti l'appuntamento del 18 giugno con l'Unesco Cup. Un altro momento toccante, perché quando David prende il microfono, deve aspettare che l'entusiasmo e il boato del pubblico si plachino, prima di lanciare il suo messaggio.

 

La ripresa inizia con Bonucci al posto di Barzagli, mentre Benitez cambia Higuain con Gabbiadini e la Juve inizia bene: al 3' Sturaro cerca una fiondata al volo sul traversone di Pogba, alza la mira, ma il tentativo è notevole. Neanche un minuto però e dalla parte opposta Banti indica il dischetto per un tocco di mano di Asamoah in area. Buffon respinge il rigore di Insigne, ma il più veloce ad arrivare sul pallone è Lopez, che con la porta sguarnita deve solo spingere in rete.

 

Asamoah prova a farsi perdonare, se mai ce ne fosse bisogno, con una bella azione personale, conclusa con un sinistro potente, alto sopra la traversa, e Marchisio lo imita poco dopo. Pogba e Morata invece centrano i pali, ma Andujar è piazzato.

 

Il Napoli non combina molto in avanti, ma è Buffon, nel giro di pochi secondi, a dover compiere gli interventi più complicati per deviare in angolo prima il destro al volo di Diego Lopez e poi il colpo di testa di Hamsik, entrato al posto di Insigne.

 

Allegri cambia ancora, inserendo Pirlo per Marchisio e la Juve continua ad attaccare, specie con Coman, i cui guizzi mettono in forte imbarazzo la difesa avversaria. Quello decisivo però non è del francese, ma di Sturaro. Il centrocampista, dopo aver corso come un matto per tutta la gara, dimostra di avere anche piedi raffinati oltre che polmoni instancabili: al 32' riceve al limite dell'area da Morata, si gira in un fazzoletto, buca la difesa e infila il pallone nel “sette” alla destra di Andujar.

 

Nel finale Buffon respinge un colpo di testa di Gabbiadini, mentre Morata lanciato da Pirlo in contropiede, viene atterrato in area, ma Banti lascia correre. Il rigore arriva poco dopo, perché Britos rifila a palla lontana una testata allo spagnolo. Dal dischetto va Simone Pepe e il suo gol rende la festa perfetta. La Juve non solo mantiene l'imbattibilità casalinga, si congeda dal proprio pubblico con una vittoria e con la Coppa dello scudetto alzata in cielo. Ancora una volta.
 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-NAPOLI 3-1

 

RETI: Pereyra 13' pt, Lopez 5' st, Sturaro 32' st, Pepe rig. 48' st

 

JUVENTUS
Buffon; Padoin, Barzagli (1' st Bonucci), Ogbonna, Asamoah; Pogba, Marchisio (26' st Pirlo), Sturaro; Pereyra (33' st Pepe); Morata, Coman
A disposizione: Storari, Rubinho, Chiellini, Evra, De Ceglie, Vidal, Llorente, Matri, Tevez.
Allenatore: Allegri

 

NAPOLI
Andujar; Maggio, Albiol, Britos, Ghoulam; Lopez, Gargano (33' st Jorginho); Callejon, Insigne (23' st Hamsik), Mertens;  Higuain (1' st Gabbiadini)
A disposizione: Rafael, Colombo, Henrique, Strinic, Inler.
Allenatore: Benitez

 

ARBITRO: Banti
ASSISTENTI: Meli, Vuoto
QUARTO UFFICIALE: Stefani
ARBITRI D'AREA: Gervasoni, Di Bello

 

AMMONITI: 4' st Asamoah, 38' st Ghoulam
ESPULSI: 47' st Britos

 

 

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HELLAS VERONA - JUVENTUS 2-2

 

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Un gol di Gomez all'ultimo secondo priva la Juve di un successo nell'atto conclusivo del campionato, ma a quel punto, legittimamente, la testa era già a Berlino. Non lo è stata prima, perché i bianconeri hanno onorato fino all'ultimo il quarto scudetto consecutivo, giocando una gara vera contro il Verona e arrivando a un passo dal successo, dopo le reti di Pereyra e Llorente, e il momentaneo pareggio di Toni.

Al Bentegodi si inizia al rallentatore, ma d'altra parte il principale motivo di interesse è la sfida a distanza tra i due bomber, Tevez e Toni. Il primo ad avere la palla buona è il centravanti del Verona, che mette a lato da ottima posizione. L'Apache risponde con un sinistro morbido, bloccato da Rafael.

L'argentino non vive per il gol, anzi, è prezioso anche nell'ultimo passaggio e la sponda per Marchisio è ottima, ma la conclusione termina lontano dai pali. Halfreddson prova ancora a regalare a Toni il pallone buono e l'attaccante arriva a deviare il traversone sul primo palo, senza centrare la porta. Poi tocca a Llorente mettersi in luce, sparando una girata dal mite sulla traversa.

Tutto sommato è una gara piacevole, nonostante non ci siano stimoli di classifica e certi guizzi, come quello di Pereyra a cinque minuti dalla fine del primo tempo, con il pallone che attraversa tutto lo specchio della porta senza trovare compagni pronti, tengono viva l'attenzione.

Il Tucumano non si limita agli assist, conclude pure. E come lo fa... Al 42' porta palla sulla tre quarti, si accentra e spara un destro da venti metri che va  morire sotto l'incrocio, mandando la Juve negli spogliatoi sopra di un gol.

Nella ripresa si inizia a guardare a Berlino e Marchisio rimane negli spogliatoi per lasciare posto a Sturaro, mentre il Verona ha gli occhi ben puntati sul titolo di capocannoniere da regalare a Toni.  Hallfredsson ci mette la firma, conducendo il contropiede che al 30' permette all'ex bianconero di controllare in area e di superare Buffon con un sinistro rasoterra imprendibile.

Il Verona gioca bene, punta sulle ripartenze per cercare ancora di favorire la straordinaria vena di Toni, ma quando la Juve gioca in scioltezza è uno spettacolo. Basta vedere l'azione che si sviluppa al 12':  Pirlo imbecca Padoin in area, il tocco verso il centro per Llorente è perfetto, come il tap-in dello spagnolo che vale il 2-1. Tutto di prima, roba da applausi.

Lichtsteiner dà fiato a Evra e Padoin si sposta a sinistra, mentre Pepe entra al posto di Pereyra, ma a questo punto la partita è accademia, saggia amministrazione del risultato e, soprattutto delle energie.

Nel finale Tevez ha la possibilità di avvicinarsi a Toni, ma Rafael mette in angolo il rigore concesso da Di Bello per lil fallo commesso da Marquez su Llorente. L'Apache sorride: dopo aver sbagliato il penalty. La classifica cannonieri faceva gola, certo, ma ci sarà ben altro per cui lottare, a Berlino. Ed è già a quello che si pensa quando Gomez, all'ultimo secondo, con i bianconeri in dieci per l'espulsione di Pepe, segna di testa il gol del 2-2. La Juve chiude con il campionato un pareggio, ma non la sua stagione. Per quella manca ancora una settimana. Godiamocela, attimo dopo attimo. Fino Alla Fine.

(juventus.com)

VERONA-JUVENTUS 2-2

RETI: Pereyra 42'  pt, Toni 3' st, Llorente 12' st, 48' st Gomez

VERONA
Rafael; Sala, Marquez, Moras, Agostini; Greco (14' st Obbadi), Tachtsidis (40' st Saviola), Hallfredsson; Jankovic (29' st Valoti), Toni, Gomez
A disposizione: Benussi, Campanharo, Martic, Gollini, Rodriguez, Marques, Lopez, Fernandinho, Fares.
Allenatore: Mandorlini

JUVENTUS
Buffon; Padoin, Bonucci, Ogbonna, Evra (14' st Lichtsteiner); Pogba, Pirlo, Marchisio (1' st Sturaro); Pereyra (33' st Pepe); Tevez, Llorente
A disposizione: Storari, Del Favero, Chiellini, De Ceglie, Vidal, Coman, Matri, Morata.
Allenatore: Allegri

ARBITRO: Di Bello
ASSISTENTI: Crispo, Tegoni
QUARTO UFFICIALE: Pegorin
ARBITRI D'AREA: Tagliavento, Merchiori

AMMOMNITI: 31' pt Tevez, 37' pt Tachtsidis, 20' st Gomez, 43' st Marquez
ESPULSI: 47' st Pepe

 

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Classifica U. E. F. A. Champions League 2014/15

 

1 - Atlético Madrid 13

2 - Juventus 10

3- Olimpiakos 9

4 - Malmoe FF 3

 
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Riepilogo match U. E. F. A. Champions League 2014/15

 

JUVENTUS - MALMO FF 2-0

 

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Adesso si dovrà trovare un altro tormentone. Già, perché da quando Carlos Tevez è arrivato alla Juve, ad ogni partita di europea dell'Apache, veniva puntualmente ricordato il suo digiuno dal gol. A nulla era valsa la rete, purtroppo inutile, segnata a Lisbona contro il Benfica nella scorsa primavera. “Quella era Europa League - ci si era affrettati a ricordare alla vigilia della sfida contro il Malmoe - ma in Champions, sono più di cinque anni che l'argentino resta a bocca asciutta”.
Bene, questa sera si è tolto l'appetito, con una doppietta sontuosa, che stende il Malmoe e proietta la Juve in testa al Gruppo A, a pari merito con l'Olympiakos, vittorioso in casa contro l'Atletico Madrid.

 

E dire che contro gli svedesi la partenza è meno spumeggiante rispetto alle prime due uscite in campionato. E' come se l'aria d'Europa intimidisse i bianconeri, che ci mettono impegno, ma sbagliano troppo in fase di impostazione nei primi minuti.

 

Asamoah dà una scossa, con un siluro dai trenta metri e un colpo di testa da due passi, entrambi sopra la traversa. Buffon intanto esce a valanga su Eriksson e devia in angolo il tocco dello svedese, liberato in are da Rosenberg. Già, perché il Malmoe non farà parte della nobiltà del calcio europeo, ma ha gamba e polmoni e pratica quello che, una volta, si chiamava “calcio all'italiana”, il buon vecchio contropiede, sempre utile quando si vogliono limitare i danni e attaccare gli spazi. La Juve capisce l'antifona, evita di scoprire il fianco e inizia a prendere campo e fiducia.

 

Tevez ha il fuoco dentro: ci prova da fuori, cerca la combinazione con Lichtsteiner, arriva sul fondo per crossare... In un modo o nell'altro la difesa svedese chiude tutte le iniziative dell'Apache e anche   Llorente viene limitato. Lo spagnolo è costretto il più delle volte a giocare spalle alla porta e a fare da sponda per i compagni e, quando arrivano dei cross interessanti, c'è sempre qualcuno pronto ad anticiparlo.

 

L'azione buona sembra arrivare al 44' e nasce ancora da un duetto tra Tevez e Lichtsteiner. Lo svizzero viene liberato il area e si trova a tu per tu con Olsen, ma invece di calciare in porta cerca il suggerimento per Asamoah sul secondo palo, sbagliando la misura del passaggio.

 

La stessa situazione si presenta in avvio di ripresa: questa volta è Pogba a liberare l'esterno e sul tocco verso il centro area la difesa riesce a liberare.


Ormai si gioca solo su metà campo e per quanto gli svedesi abbiano già 23 partite di campionato alle spalle e siano più avanti come condizione, la Juve domina e il gol è il minimo sindacale che possa ottenere. E' però una chicca di rara bellezza: Asamoah riceve al limite e con un geniale colpo di tacco permette a Tevez di inserirsi a centro area e di fulminare Olsen. E va bene, ricordiamolo anche noi... L'Apache non segnava in Champions League dal 7 aprile 2009, ma per una perla del genere valeva la pena aspettare tanto.

 

Partendo qualche metro indietro rispetto a Llorente l'argentino entra praticamente in tutte le azioni, anche perché quando il pallone non arriva dalle sue parti, va a prenderselo fino a ridosso della propria area. E' lui l'anima della Juve di questa sera, ma anche i compagni non mollano un centimetro. Basti vedere la grinta con cui Lichtsteiner scatta, seppur in ritardo, arrivando a schiacciare di testa il cross di Evra prima che Konate, meglio appostato, si renda conto di quanto sta succedendo. Il pallone termina sul fondo, ma lo sforzo profuso dà l'idea di come la Juve non abbia intenzione di lasciare agli avversari neanche le briciole.

La squadra di Allegri dopo il vantaggio alza addirittura il ritmo nel tentativo di chiudere la gara e se non ci riesce poco dopo la mezz'ora è perché Llorente e Pogba non arrivano sul rasoterra di Evra per una frazione di secondo, o perché Olsen compie un doppio miracolo sullo spagnolo, deviando prima il colpo di testa da un metro, poi quello di tacco, indirizzato nell'angolino.

 

Nel finale di gara c'è ancora tempo per vedere Morata, appena entrato, prendere palla a metà campo, bersi due avversari, partire in velocità e costringere Helander ad atterrarlo al limite dell'area.


Un'azione dirompente, che ha due pregi. Il primo: mostrare le impressionanti qualità del ragazzo. Il secondo: permettere a Tevez di piazzare una punizione deliziosa nell'angolino alla destra di Olsen, meritatissimo premio per una prestazione maiuscola e perfetto congedo dal pubblico che saluta la sua uscita dal campo per Giovinco con un lunghissimo applauso. Lo stesso che lo Stadium, tre minuti dopo, al fischio finale, tributa all'ottima prima Juve europea della stagione.

 

(juventus.com)

 

 

JUVENTUS-MALMOE 2-0

 

RETI: Tevez 14' st, Tevez 45' st

 

JUVENTUS
Buffon; Caceres, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner (46' st Romulo), Pogba, Marchisio, Asamoah, Evra; Tevez (46' st Giovinco), Llorente (40' st Morata)
A disposizione: Storari, Ogbonna, Padoin, Coman
Allenatore: Allegri

 

MALMOE
Olsen; Tinnerholm, Johansson, Halsti, Helander, Konate; Eriksson, Adu, Forsberg; Thelin (28' st Kroon), Rosenberg (8' st Mehemeti)
A disposizione: Azinovi, Cibicki, Hammar, Nazari, Rakip
Allenatore: Hareide

 

ARBITRO: Marciniak
ASSISTENTI: Sokolnicki, Listkiewicz
QUARTO UFFICIALE: Siekja
ARBITRI D'AREA: Raczkowski Musial

 

AMMONITI: 10' pt Konate, 22' pt Eriksson, 44' st Helander

 

 

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ATLETICO MADRID - JUVENTUS 1-0

 

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Poco spettacolo e tanti rimpianti. E' questa la sintesi della serata di Madrid , in cui l'Atletico batte la Juve, ma non le è superiore. I bianconeri tornano a Torino a mani vuote, ma con la convinzione di non aver meritato la sconfitta. Non fosse altro che la gara ha offerto talmente poco in termini di occasioni, che l'unico risultato possibile sembrava lo 0-0. Gli spagnoli capitalizzano al massimo l'unica vera occasione dell'incontro e ottengono il bottino pieno.

 

Quella del Vincente Calderon è una partita in cui si affrontano due squadre che non si temono, ma si rispettano e  si difendono con ordine, ma anche con filosofie opposte: la Juve si affida al possesso palla, con l'Atletico che pressa solo in avvio dell'azione, per poi arretrare a chiudere gli spazi nella propria metà campo. I colchoneros cercano la verticalizzazione più rapidamente, ma anche la retroguardia bianconera è in versione bunker. Così di conclusioni nei primi dieci minuti se ne vedono pochine, giusto un colpo di testa di Raul Garcia e una sventola di Marchisio, entrambe sul fondo.

 

Il primo tiro tra i pali di una certa consistenza è quello di Mandzukic al 25', respinto dai pugni Buffon, mentre dall'altra parte è Pogba a cercare l'angolino dal limite, mettendo a lato. Di spettacolo insomma il primo tempo ne offre poco, ma il 67,8% di possesso palla fatto registrare dalla Juve racconta di una squadra autorevole, presentatasi al cospetto dei vice campioni d'Europa senza alcun timore, anzi convinta dei propri mezzi e della solidità del proprio gioco.

 

Nella ripresa il ritmo è più alto, aumenta la velocità delle giocate e qualche spazio in più si trova, anche se il gioco è spesso interrotto dal signor Brynch, visto qualche colpo proibito di troppo. L'Atletico non ci sta a farsi schiacciare in casa propria e inizia a collezionare angoli e calci piazzati, sui quali spesso sa essere letale, visto che nella Liga hanno gli già fruttato nove reti. La Juve fiuta il pericolo e torna a tenere gli spagnoli lontani dalla propria area, affidandosi ad un palleggio prolungato, che però non produce nessun pericolo.

 

Gli spagnoli si vedono poco nella metà campo bianconera, ma quando ci arrivano danno una sensazione di maggior pericolosità, per quanto Buffon non debba compiere nessuna parata. L'unico pallone su cui si renderebbe necessario un suo intervento è quello messo in area al 30' da Juanfran e calciato in porta da Arda Turan. Per prenderlo ed evitare la rete però servirebbe più di un miracolo.

 

Il vantaggio dell'Atletico scuote la Juve. Allegri cambia Caceres con Pereyra e l'azione ora è più rapida. Lichtsteiner arriva sul fondo e il suo cross rasoterra per poco non viene spedito da Godin nella propria porta. Nel finale tocca a Morata e Giovinco, in campo al posto di Vidal e Lichtsteiner. La Juve chiude con quattro punte, ma non bastano a raddrizzare il risultato, né a impensierire Moya.  Finisce 1-0 per l'Atletico e ora, nel Girone A, visto il successo del Malmoe sull'Olympiacos, l'equilibrio regna sovrano, con tutte le squadre a tre punti.

 

ATLETICO MADRID-JUVENTUS 1-0

 

RETI: Arda Turan 30' st

 

ATLETICO MADRID
Moya; Juanfran, Miranda, Godín, Ansaldi; Arda Turan (44' st Siqueira), Koke, Tiago, Saul Niguez (8' st Griezmann); Raul Garcia, Mandzukic (39' st Mario Suarez)
A disposizione: Oblak, Siqueira, Gimenez, Cerci, Jimenez
Allenatore: Simeone

 

JUVENTUS

Buffon; Caceres (33' st Pereyra), Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Pogba, Marchisio, Vidal (38' st Morata), Evra; Tevez, Llorente
A disposizione: Storari, Ogbonna, Padoin, Asamoah, Giovinco
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Brych (GER)
ASSISTENTI: Borsch (GER), Lupp (GER)
QUARTO UFFICIALE: Achmuller (GER)
ARBITRI D'AREA: Dankert (GER), Fritz (GER)

 

AMMONITI:  13' pt Bonucci 12' st Chiellini, 18' st Ansaldi, 40' st Lichtsteiner, 41' st Morata, 46' st Pogba, 49' st Giovinco

 

 

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OLIMPIAKOS - JUVENTUS 1-0

 

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Ci sono partite che possono durare giorni interi, ma quando il pallone non vuol saperne di entrare... non c'è verso. Alla categoria si iscrive senza dubbio quella giocata questa sera ai piedi del Partenone: perché ad Atene, dopo essersi trovata in svantaggio al termine di un primo tempo equilibrato, la Juve le prova davvero tutte per raddrizzare la gara, ma alla fine può solo contare le occasioni svanite, le prodezze di Roberto e i rimpianti.

 

Che sarebbe stata una serata difficile, lo si capisce subito: pronti, via e l'Olympiacos si butta immediatamente in avanti, spinto dai  30.000 del Karaiskákis. In neanche cinque minuti Ksami e N'Dinga piazzano due cross velenosi dalla sinistra, Chiellini respinge il primo, Mitroglou mette a lato il secondo.

 

Un giro di orologio e Dominguez calcia sotto l'incrocio una punizione dal venticinque metri. Buffon si fa beffe dei laser sparati dagli spalti per infastidirlo e vola a deviare in angolo.

 

Dopo aver lasciato sfogare gli avversari la Juve esce dal guscio e inizia a prendere campo, sfruttando la mobilità di Morata, che svaria per tutta sul fronte offensivo senza dare punti di riferimento, pronto a sfruttare le verticalizzazioni dei compagni.

 

Il possesso palla questa volta è più difficile da praticare, perché i greci pressano alto e conoscono l'arte del palleggio, debitamente istruiti da Michel. Ne esce una partita equilibrata, giocata su ritmi sostenuti. Gli scontri a centrocampo sono duri ma corretti e se anche le azioni spesso non sono lineari, lo spettacolo offerto è più che degno.

I padroni di casa sembrano più pericolosi quando attaccano da sinistra e l'inserimento di Dominuguez, con palleggio e diagonale fuori di poco, conferma la sensazione.
Così non stupisce che sia proprio da quella parte che nasca il gol del vantaggio greco: Dominguez attacca centralmente, ma allarga sulla sinistra per Mitroglou. Il suo tocco di prima intenzione verso il limite dell'area sorprende la difesa e Kasami è libero di piazzare il pallone nell'angolino basso alla destra di Buffon.

La Juve non accusa il colpo e anzi sfiora il pareggio prima dell'intervallo: la punizione di Pirlo pesca in area Vidal che prolunga la traiettoria fin sui piedi di Chiellini, la cui conclusione da pochi metri viene ribattuta con qualche affanno dalla difesa.

 

Il piglio con cui i bianconeri iniziano la ripresa è autorevole, ma  l'Olympiacos, forte del vantaggio, può concedere l'iniziativa e difendersi con ordine, lasciando solo Mitroglou davanti alla linea del pallone. Gli spazi inevitabilmente si intasano e trovare soluzioni si fa complicato. Allegri prova a dare  una scossa con Marchisio, che al 12' sostituisce Pirlo piazzandosi in cabina di regia, ma sono ancora i greci a rendersi pericolosi, sfondando nuovamente da sinistra: Dominguez recupera un pallone sulla tre quarti e serve Kasami, il cui diagonale in corsa termina a lato davvero di un soffio.

 

Il pericolo corso rivitalizza la Juve e l'occasione che capita a Morata al 20' grida vendetta: dopo una combinazione con Tevez, lo spagnolo si gira in area da grande attaccante e spara un sinistro potente, che Roberto respinge con un riflesso felino. E' alto invece il colpo di testa con cui sempre Morata devia il traversone di Vidal.

Ora si gioca in una sola metà campo e il pareggio non solo sarebbe sacrosanto, starebbe perfino stretto ai bianconeri, specie quando Roberto nel giro di un minuto smanaccia un tiro cross di Pogba e ribatte un destro a colpo sicuro di Tevez.

 

Allegri a questo punto gioca il tutto per tutto, anche perché, con l'uscita di Mitroglou per Afellay, l'Olympiacos rinuncia praticamente ad attaccare: il tecnico toglie Ogbonna, inserisce Pereyra e passa al 4-3-2-1, con Tevez e il nuovo entrato alle spalle di Morata.

 

Quando però al 35' la sventola dello spagnolo viene deviata da Roberto sulla traversa, si inizia davvero a pensare che tutti gli dei dell'Olimpo ci stiano mettendo del loro per non far entrare il pallone.

 

Se ci fosse ancora qualche dubbio sullo scettro del migliore in campo, il portiere dei greci lo spazza via, arrivando anche sul destro di Tevez dal limite. Se ci fosse però anche solo un pizzico di buona sorte la Juve uscirebbe dal Karaiskákis con tre punti e non a mani vuote. Invece fa festa l'Olympiacos,  primo nel Gruppo A a sei punti, a pari merito con l'Atletico Madrid che strapazza il Malmoe. Ora la Juve si giocherà tutto proprio nelle sfide contro greci e spagnoli allo Stadium. E dovrà farlo con il carattere, la voglia e la fame del secondo, maledetto tempo di questa sera.

 

(juventus.com)

 

OLYMPIACOS-JUVENTUS 1-0

 

RETI:  Kasami 36' pt

 

OLYMPIACOS
Roberto; Elabdellaoui, Botia, Abidal, Masuaku; Maniatis, Kasami (46' st Giannoulis); Milivojevic, Dominguez (40' st Fuster),  N'Dinga; Mitroglou (24' st Afellay)
A disposizione: Megyeri, Durmaz, Dimantakos, Avlonitis,
Allenatore: Michel

 

JUVENTUS
Buffon; Ogbonna (32' st Pereyra), Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Vidal, Pirlo (12' st Marchisio), Pogba (42' st Giovinco), Asamoah; Tevez, Morata
A disposizione: Storari, Evra, Coman, Llorente
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Mazic (SRB)
ASSISTENTI: Ristic (SRB), Djurdjevic (SRB)
QUARTO UFFICIALE: Petrovic (SRB)
ARBITRI D'AREA: Grujic (SRB), Filipovic(SRB)

 

AMMONITI: 37' pt Lichtsteiner, 44' pt Botia, Masuaku 11' st, 14' st Pogba, 20' st Marchisio

 

 

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JUVENTUS - OLIMPIAKOS 3-2

 

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Una partita da cardiopalma, una vittoria meritatissima ma sudata come non mai. Un punteggio che non può soddisfare appieno la Juve, ma che intanto le permette di riagguantare il secondo posto nel girone a pari punti con l'Olympiacos, anche se, in virtù del 3-2 finale, i greci sono in vantaggio come differenza reti negli scontri diretti.

 

La Juve però ha dimostrato questa sera di avere tutte le carte in regola per giocarsi non solo il passaggio del turno, ma anche il primo posto nel Gruppo A, ora occupato dall'Atletico Madrid, vittorioso a Malmoe per 2-0. Perché il modo con cui ha affrontato la gara, l'atteggiamento iniziale, la forza d'animo di recuperare lo svantaggio, la capacità di gestire l'emergenza, sono quelli di una squadra che merita di andare avanti in Champions.

 

Con Ogbonna non al meglio, Allegri vara la difesa a quattro, con Lichtsteiner e Asamoah  sulle corsie esterne e il rombo di centrocampo, in cui Pirlo è il regista arretrato e Vidal il trequartista alle spalle di Morata e Tevez. E' la prima volta che la sua Juve si schiera dal primo minuto con questo modulo, ma a guardare  la sicurezza con cui inizia la partita, sembra che non abbia mai giocato in maniera diversa. La manovra è rapida, avvolgente, le fasce funzionano e il pressing pure. E' come se si fosse riavvolto il nastro fino alla gara di due settimane fa, all'ultima mezz'ora in particolare, quando solo un Roberto mostruoso aveva impedito ai bianconeri di tornare sorridenti da Atene.

 

Che per il portiere spagnolo sarà un'altra serata complicata si intuisce abbastanza in fretta. L'intervento sulla sventola di Pogba non è difficile, quello sull'esterno di Marchisio richiede già una prontezza di riflessi maggiore. Quello sulla punizione di Pirlo è un tentativo inutile: la traiettoria disegnata dal Maestro al 21' è deliziosa e si infila imparabile sotto l'incrocio.

 

Giusto il tempo di esultare e si deve ricominciare tutto daccapo.  L'Olympiacos si butta in avanti e in tre minuti trova il pareggio con Botia, che arriva prima di Chiellini sull'angolo calciato da  Dominguez e di testa indovina l'angolino alla destra di Buffon.

La Juve riparte come se nulla fosse successo e alla mezz'ora mette Morata solo davanti a Roberto: l'assist di Tevez è perfetto e lo spagnolo, pur pressato, riesce a toccare, senza trovare la porta.


Il contropiede dei greci va tenuto d'occhio, ma sono rarissime le occasioni in cui riesce a svilupparsi. Ben più continua è la manovra bianconera, però manca un po' di precisione e anche Pogba sbaglia la mira quando, prima dell'intervallo, scarica a lato dal limite.

 

Se quello del primo tempo era un monologo, quello di inizio ripresa è un assedio. Però si sbaglia troppo e l'opportunità fallita all'11' grida vendetta: Tevez punta l'area, ha di fronte a sé il solo Abidal e scarica su Vidal. Il cileno però invece di tirare cerca il passaggio di ritorno, permettendo la chiusura di Roberto. Allegri sostituisce Morata con Llorente, ma poco dopo il cambio  incredibilmente l'Olympiacos  raddoppia, in una delle rarissime occasioni in cui varca la metà campo. Sugli sviluppi di un calcio di punizione, Maniatis rimette in area per  N'Dinga che, liberissimo, infila sotto l'incrocio di testa.

 

No, così proprio no. Passi la gara dell'andata, con quella marea di palle gol sfumate. Ma che la storia si ripeta a casa nostra non si può davvero accettare. E la Juve non lo accetta. Prima si riprende quanto la sorte le aveva tolto fino a quel momento: un pallone vagante in area sbatte sulle gambe  di Pogba e Llorente, poi sul palo, quindi su Roberto e termina in rete. Un gol fortunoso è il minimo sindacale dopo quanto accaduto finora, ma non può bastare. E allora in 46 secondi, giustizia è fatta: Pogba si trova  al limite dell'area con il pallone sul destro e in quelle condizioni è un'arma letale. Quando infila la saetta nell'angolino basso, lo Stadium esplode in un tuono assordante e liberatorio, ma non è ancora finita.

 

I greci hanno carattere e si buttano in avanti per riagguantare la partita: Elabdellaoui non ci riesce per una questione di centimetri, quando salta Asamoah e Pogba in un colpo solo, entra in area dalla destra e spedisce il diagonale a fil di palo.

 

La Juve cerca non solo il colpo del ko e il gol che le permetterebbe di qualificarsi in un eventuale arrivo a pari punti con l'Olympiacos: Tevez ha sul sinistro l'occasione buona, ma manda a lato da pochi passi. Pereyra cerca il rasoterra e trova la risposta di Roberto. Llorente si gira bene in area e calcia alto.
E negli ultimi secondi l'occasione più ghiotta: Tevez viene atterrato in area da Milivojevic e Atkinson indica il dischetto. Vidal calcia di potenza, Roberto riesce a toccare e a deviare sulla traversa. Finisce 3-2 e per come si era messa la partita va bene così, ma per qualificarsi ci sarà da lottare anche nelle prossime due gare, fino alla fine.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-OLYMPIACOS 3-2

 

RETI: Pirlo 21' pt, Botia 24' pt,  N'Dinga 16' st, Roberto (aut) 20' st, Pogba 21' st

 

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Asamoah (38' st Pereyra); Marchisio (25' st Padoin), Pirlo, Pogba; Vidal; Tevez, Morata (13' st Llorente)
A disposizione: Storari, Ogbonna, Coman, Giovinco
Allenatore: Allegri

 

OLYMPIACOS
Roberto; Elabdellaoui, Botia, Abidal, Masuaku; Maniatis (38' st Diamantakos), N'Dinga (32' st Kasami), Milivojevic; Afellay (26' st Fuster), Dominguez; Mitroglou
A disposizione: Megyeri, Avlonitis, Leandro, Bouchalakis
Allenatore: Michel

 

ARBITRO: Atkinson (ENG)
ASSISTENTI: Mullarkey (ENG), Cann (ENG)
QUARTO UFFICIALE: Child (ENG)
ARBITRI D'AREA: Taylor (ENG), Friend (ENG)

 

AMMONITI: 4' st Tevez, 41' st Botia

 

 

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MALMO FF - JUVENTUS 0-2

 

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La missione svedese è compiuta. Ora rimane l'ultima: ottenere almeno un punto in casa con l'Atletico Madrid per passare il turno, ma ci sarà tempo per pensarci. Adesso è il momento di godersi una bella vittoria anche più piena di quanto non dica il punteggio, viste le occasioni create e le poche concesse. Come all'andata la Juve regola il Malmoe per 2-0, con i gol di Llorente e Tevez, la coppia d'attacco scelta da Allegri che, rispetto all'ultima gara contro la Lazio, propone un unica novità: Vidal, trequartista al posto di Pereyra. Anche l'inizio è simile a quello dell'Olimpico, con i bianconeri che controllano agevolmente gli avversari, e minuto dopo minuto prendono confidenza con il match.

Le condizioni del campo sono imbarazzanti e il pallone si comporta in modo isterico. Tenerlo a terra è complicato, così come prevederne le intenzioni. Il problema comunque è comune a entrambe le squadre e Kiese Thellin per due volte sparacchia malamente a lato, proprio perché ingannato dai rimbalzi.

 

La capacità di ripartire velocemente può essere l'arma decisiva e si intuisce al quarto d'ora, quando Lichtsteiner brucia sullo scatto Ricardinho e raggiunge il fondo. La difesa svedese è incerta nel liberare e sul traversone rasoterra arriva Vidal. Il sinistro è potente ma centrale e Olsen respinge.

 

Il portiere svedese interviene anche sul tocco ravvicinato di Marchisio che, imbeccato da Pirlo, riesce solo a prolungare la traiettoria dell'assist. Pochi minuti dopo l'azione si ripete in fotocopia, anche se questa volta a scodellare il pallone è Vidal e la deviazione del Principino è più evidente. Olsen è ancora una volta attento e si salva in angolo. Prima dell'intervallo si fa vedere anche il Malmoe, con la discesa di Forsberg, che entra in area e da posizione defilata anticipa l'uscita di Buffon, calciando però sull'esterno della rete.

Marchisio si conferma il più pericoloso dei bianconeri e dopo appena 30 secondi dal rientro in campo arriva ancora alla conclusione, continuando il suo personale duello con Olsen.


E' comunque una Juve più “cattiva” quella che si presenta in campo nella ripresa. Al 3' sfiora ancora il gol con il tiro cross di Vidal, sul quale Tevez non arriva per un soffio, e un minuto dopo passa con Llorente: Marchisio lancia in profondità il Re Leone, che si fa quaranta metri palla al piede, entra in area, salta Olsen in dribbling e appoggia nella porta sguarnita.

I bianconeri ora sono padroni assoluti del campo. Fanno girare palla velocemente e, soprattutto, lo fanno praticamente sempre nella tre quarti campo avversaria, tenendo così il Malmoe a distanza di sicurezza e in costante apprensione.

Gli svedesi si fanno vedere solo al 20' dalle parti di Buffon, che non ha comunque difficoltà a bloccare il destro dal limite di Adu, mentre la Juve risponde ancora con Llorente, pescato a centro area da Padoin. Il tempo dello stacco è perfetto, ma il colpo di testa finisce tra le braccia di Olsen.


E' l'ultima azione del navarro, che lascia il posto a Morata. A meno di dieci dal termine Allegri cambia anche Marchisio con Pereyra e Vidal si sposta nell'abituale ruolo di mezz'ala.

 

Sarebbe opportuno chiudere la partita ed è incredibile che non ci riesca Morata quando, con Olsen battuto, scarica sulla traversa da un metro l'assist al bacio di Tevez. Ci pensa allora direttamente l'Apache, sfruttando una ripartenza di Pogba e superando il portiere in uscita con un tocco nell'angolino. Il gol scatena le lamentele degli svedesi, perché l'azione si sviluppa dopo uno scontro tra Morata e Johansson, che esagera nelle proteste, si prende il rosso e lascia i suoi in dieci per gli ultimi minuti. A quel punto però il risultato è già in cassaforte. Ed è un risultato pesantissimo, perché unito a quello dell'Atletico, che si qualifica per gli ottavi superando 4-0 l'Olympiacos a Madrid, lancia i bianconeri al secondo posto solitario nel girone. Ora, nell'ultima sfida contro il colchoneros, basterà un pareggio per passare il turno. Ma una vittoria con più di un gol di scarto varrebbe il primo posto nel girone. La Juve ha il dovere di provarci. E la forza per riuscirci.

 

(juventus.com)

 

MALMOE-JUVENTUS 0-2

 

RETI: Llorente 4' st Tevez 43' st

 

MALMOE
Olsen; Tinnerholm (40' st Rakip), Johansson, Helader, Ricardinho; Eriksson, Halsti, Adu, Forsberg; Kiese Thelin (25' st Cibicki), Rosenberg
A disposizione: Azinovic, Concha, Thern, Mehemeti, Konate
Allenatore: Hareide

 

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Padoin; Pogba, Pirlo, Marchisio (38' st Pereyra); Vidal; Tevez, Llorente (27' st Morata)
A disposizione: Storari, Ogbonna, Evra, Coman, Giovinco
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Proenca (POR)
ASSISTENTI: Miranda (POR), Trigo (POR)
QUARTO UFFICIALE: Soares (POR)
ARBITRI D'AREA:Gomes (POR), Capela (POR)

 

AMMONITI: 40' st Pereyra, 43' st Olsen, 45' st Rosenberg, 46' st Morata

 

ESPULSI: 44' st Johansson

 

 

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JUVENTUS - ATLETICO MADRID 0-0

 

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Vincere con due gol di scarto contro l'Atletico Madrid per guadagnare la testa del girone era impresa improba, ma certo, almeno il successo la Juve questa sera l'avrebbe meritato eccome. Invece la sfida contro il colchoneros finisce con le reti immacolate, che valgono comunque gli ottavi di finale. Il secondo posto nel Gruppo A non premia del tutto i bianconeri per quanto fatto vedere nella fase a gironi di Champions, ma proprio l'autorevolezza mostrata in ogni partita, anche nelle due sconfitte rimediate a Madrid e Atene, è un prezioso biglietto da visita per il prossimo turno.

 

La Juve contro l'Ateltico cerca l'impresa, giocando a viso aperto senza la minima intenzione di difendere quel pareggio che varrebbe in ogni caso la qualificazione, ma un po' l'indiscutibile forza degli avversari, non a caso campioni di Spagna e vice campioni d'Europa, un po' la consapevolezza che correre rischi nel finale sarebbe stato folle, conducono ad uno 0-0 che, in fondo, accontenta tutti.

 

L'inizio della gara però è al fulmicotone. L'Atletico si presenta subito al cross, liberato da Bonucci, e la Juve capovolge immediatamente il campo con Pereyra, in campo al posto dell'influenzato Marchisio, che trova Tevez in area, fermato al momento della battuta. Al tiro arriva invece Koke, al 6', ed è in ottima posizione, praticamente solo davanti a Buffon. Il sinistro è potente, ma il riflesso del capitano è da cineteca. La risposta bianconera è immediata: Pogba verticalizza in area, Llorente riesce a toccare da pochi passi e Moya chiude lo specchio.

 

Nei primi minuto sembra di assistere a un incontro di boxe, con i pugili  che si scambiano un colpo a testa, senza indietreggiare di un passo. Poi gli spagnoli si abbassano  e il gioco rimane stabilmente in mano bianconera. Rispetto alla gara di andata è tutto diverso: la Juve punta ancora sul possesso palla, ma il ritmo è ben più alto ed è chiarissimo l'intento di pungere ad ogni azione. Appena è possibile il gioco viene verticalizzato e, per quanto non sia semplice contro una squadra tignosa e ordinata come l'Atletico, la manovra sfocia spesso sulle fasce. Iniziano a piovere cross, ma la difesa di Simeone è un muro di gomma.

 

I colchoneros non attaccano spesso, ma quando lo fanno è dura togliere loro il pallone. Mario Suarez scalda i guantoni di Buffon prima del riposo ed è un monito a non distrarsi, anche perché l'avvio della ripresa è di marca spagnola. La Juve controlla la situazione e presto torna a macinare gioco. Un colpo di tacco di Tevez libera Pogba al tiro, ma Gimenez è sulla traiettoria. Vidal incrocia il sinistro dal limite e Moya devia in angolo. Ci prova anche Pogba dai trenta metri e il portiere fatica a bloccare, mentre è più sicuro su un'altra sventola di Vidal.

 

Ce n'è insomma a sufficienza per recriminare, perché è fuori discussione che la Juve meriterebbe il gol. Ci si deve invece accontentare dello 0-0, ma questa volta è meno spiacevole che in altre occasioni, perché una sola rete non cambierebbe nulla ai fini della classifica e il pareggio tutto sommato vale quel punto in classifica che permette di staccare l'Olympiacos, vittorioso sul Malmoe, e di continuare l'avventura in Champions.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS

Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Pereyra, Pirlo, Pogba; Vidal; Tevez, Llorente
A disposizione: Storari, Ogbonna, Mattiello, Padoin, Pepe, Giovinco, Morata
Allenatore: Allegri

 

ATLETICO MADRID
Moya; Juanfran, Gimenez, Godin, Siqueira; Arda Turan, Mario Suarez, Gabi, Koke; Raul Garcia, Mandzukic
A disposizione: Oblak, Tiago, Griezmann, Niguez, Gamez, Cristian Rodriguez, Cerci
Allenatore: Simeone

 

ARBITRO: Collumn (SCO)
ASSISTENTI: MacGraith (IRL) , Graham Chambers (SCO
QUARTO UFFICIALE: Alastair Mather (SCO)
ARBITRI D'AREA: Bobby Madden (SCO) , Kevin Clancy (SCO)

 

AMMONITI: 23' pt Vidal, 26' pt Mario Suarez, 37' pt Siqueira

 

 

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JUVENTUS - BORUSSIA DORTMUND 2-1

 

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Un po' c'è da mangiarsi le mani, perché dopo una partenza splendida e un secondo tempo dominato, alla fine il discorso qualificazione rimane aperto. D'altro canto c'è di che essere soddisfatti comunque. Perché la Juve comunque vince il primo round con il Borussia e, soprattutto, lo fa con autorevolezza, concedendo pochissimo agli avversari e pagando a caro prezzo un unico, sfortunatissimo episodio.

 

La serata è di quelle che meritano di essere vissute allo Stadium, che fa registrare il record di incasso, superando la gara con il Real della scorsa stagione. La Juve si presenta con il giusto piglio, gioca bene e, quando i tedeschi sono in fase di possesso, aspetta paziente nella propria metà campo. E poco importa se ci vuole tempo per recuperare palla, perché quando accade, la velocità di Morata è letale. Quando il lungo e sterile palleggio del Borussia viene fermato, lo spagnolo parte come un fulmine arriva fino in area e lascia partire un tiro cross rasoterra che Weidenfeller non trattiene, toccando appena il pallone che termina sui piedi di Tevez. La porta è sguarnita e per l'Apache segnare è un gioco da ragazzi.

 

Sono passati 13 minuti, nei quali, oltre ad un atteggiamento accorto e cinico, la Juve aveva mostrato concentrazione e qualità, senza sbagliare praticamente nulla. Al primo errore però, a questi livelli, si viene puniti: accade così che un pallone all'apparenza innocuo diventi letale, quando Chiellini scivola e lascia campo aperto a Reus, che si trova solo davanti a Buffon e piazza in porta il pareggio, appena cinque minuti dopo il vantaggio bianconero.

Per la squadra di Allegri è un duro colpo: ora c'è meno precisione nelle giocate e per quanto i tedeschi non arrivino praticamente mai a impensierire Buffon se non con un sinistro di Sahin da lontano dopo la mezz'ora, ora danno la sensazione di essere più sicuri dei propri mezzi. La cattiva sorte, già protagonista durante lo svarione di Chiellini, concede il bis e al 37' Pirlo deve uscire dal campo per un fastidio al polpaccio destro. Al suo posto entra Pereyra che va a piazzarsi sulla tre quarti, mentre Vidal arretra in mediana e Marchisio si sposta in cabina di regia.

 

Anche senza il Maestro la tecnica, comunque non manca e l'azione che parte da Tevez, prosegue con Pogba e si conclude con il destro di Morata in rete, ne è la prova: tre tocchi, per aggirare la difesa del Borussia e piazzare il pallone in porta, con un interno a dir poco delizioso.

È la scossa che ci voleva e arriva al momento giusto, poco prima dell'intervallo.


La partita è sempre combattutissima, ma quando torna in campo la Juve, pur lasciando il possesso agli avversari, appare più convinta di poter far male sfruttando il contropiede. Il nemico può essere al limite la frenesia, che fa commettere qualche errore di troppo nell'ultimo passaggio.

Sono comunque Tevez e compagni i più pericolosi e al 25' solo un'impercettibile deviazione fa terminare il destro dal limite dell'argentino in angolo, piuttosto che in rete. Più passano i minuti, più la gara cambia volto e la Juve ne prende il pieno possesso. Ancora l'Apache chiama Weidenfeller alla respinta con i pugni, Chiellini manda alto di testa sugli sviluppi dell'angolo seguente e sempre Tevez, imbeccato da un Morata questa sera davvero strepitoso, manda a lato di un soffio un diagonale che fa trattenere il fiato a tutto lo Stadium.

 

Il boato parte comunque quando Lahoz fischia la fine, anche se è quasi strozzato in gola dalla consapevolezza che il 2-1 sta stretto e non mette al riparo in vista del ritorno. Quello che regala sicurezza e ottimismo è altro ed è forse fin meglio di un punteggio più rotondo: Buffon alla vigilia si era detto «curioso di scoprire quanto vale la Juve in Europa»? Bene, questa sera ha sicuramente detto che vale almeno i quarti di Champions.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-BORUSSIA DORTMUND 2-1

 

RETI: Tevez 13' pt, Reus 18' pt, Morata 43' pt

 

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio, Pirlo (37' pt Pereyra), Pogba; Vidal (41' st Padoin); Morata, Tevez (44' st Coman).
A disposizione: Storari, Caceres, Ogbonna, Llorente.
Allenatore: Allegri

 

BORUSSIA DORTMUND
Weindefeller; Piszczek (32' pt Ginter), Papastathopoulos (1' st Kirch), Hummels, Schmelzer; Gundogan, Sahin; Aubameyang,  Mkhitaryan, Reus; Immobile (30' st Blaszczkowski).
A disposizione: Langerak, Kehl, Ramos, Blaszczkowski, Kagawa.
Allenatore: Klopp

 

ARBITRO: Lahoz (ESP)
ASSISTENTI: Cebrián Devís (ESP), Diaz Pérez del Palomar (ESP)
QUARTO UFFICIALE: Yuste (ESP)
ARIBTRI D'AREA: Estrada (ESP) , Hernandez (ESP)

 

AMMONITI: 3' st Vidal, Pereyra 35' st


NOTE: Spettatori 41.182. Incasso 2.745.437 Euro, record assoluto alo Juventus Stadium

 

 

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BORUSSIA DORTMUND - JUVENTUS 0-3

 

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Che sarebbe stata una serata speciale, lo si è capito subito, guardando gli occhi dei giocatori mentre scendevano dal pullman per imboccare i corridoi del Westfallenstadion. I tedeschi l'avevano presentato come un inferno, che avrebbe fatto tremare le gambe ai bianconeri. Forse era un modo per esorcizzare la paura di rivedere quei colori da queste parti, dopo che nelle tre volte che si erano presentati qui in passato, se ne erano andati via in trionfo. Con questa sono quattro: c'è poco da fare in questo stadio la Juve sa solo vincere. E lo sa fare maledettamente bene.

 

Tevez è il protagonista assoluto di una gara straordinaria, ma anche tutti i suoi compagni meritano un monumento per come hanno saputo interpretare e gestire la partita, giocando «bene tecnicamente», come vuole Allegri, e rasentando la perfezione tattica.

 

Una serata speciale, si diceva, che non potrebbe iniziare meglio. Non sono ancora passati tre minuti quando l'Apache inventa un gol da antologia, ricevendo il pallone ai venticinque metri, alzando la testa e sparando una saetta sotto l'incrocio. È la prima picconata al famoso “Muro”, la curva del Borussia, che aveva accompagnato l'ingresso delle squadre in campo ricordando la finale di Champions del '97, con una coreografia certo spettacolare, ma ben poco accogliente per i bianconeri.

 

La seconda mazzata prova a darla Lichtsteiner, con un'altra sventola dalla distanza che questa volta Weidenfeller riesce a deviare in angolo. L'iniziativa viene chiaramente lasciata ai tedeschi, ma Buffon deve sbrigare solo l'ordinaria amministrazione.

 

E quando al 27' Allegri deve rinunciare a Pogba, costretto a uscire dopo uno scatto a centrocampo, e inserisce Barzagli, passando al 3-5-2, la Juve trova ancora maggior solidità in difesa. Il Borussia prova ad aumentare la pressione, ma i tentativi vengono rispediti al mittente e i bianconeri riescono a prendere il mano il gioco, gestendo il palleggio e abbassando il ritmo della gara fino all'intervallo.

 

Tevez inizia la ripresa come aveva cominciato la partita, con una magia: al 5' prende palla nella propria metà campo, resiste a più di una carica, attira a sé tre difensori e libera Morata davanti a Weidenfeller, che riesce però a respingere la conclusione dello spagnolo. Il duello tra i due si ripete cinque minuti più tardi, questa volta dopo una sgroppata di Pereyra, e ancora una volta ha la meglio il portiere tedesco.

 

Il primo tiro in porta del Borussia arriva al 18': un destro di Kampl dal limite, bloccato senza patemi da Buffon. Subito dopo Klopp gioca il tutto per tutto, inserendo Ramos e Blaszczykowski al posto di Bender e Mkhitaryan e la sua squadra sembra recepire il messaggio, perché inizia ad attaccare con più convinzione. Una convinzione che però dura pochissimo. La spazzano via Marchisio, Tevez e Morata al 25': il Principino lancia l'Apache sul filo del fuorigioco, Weidenfeller esce alla disperata, ma Carlos lo beffa, servendo Alvaro che, a centro area, con la porta spalancata, deve solo toccare in rete per  dare la seconda mazzata al “Muro”.


Ad abbatterlo definitivamente ci pensa ancora l'immenso Tevez, che riceve in profondità da Pereyra e fulmina Weidenfeller con una sassata di destro.

È un tripudio, che l'Apache si gode con qualche minuto di anticipo, uscendo per lasciare il posto a Pepe, poco prima era entrato Matri per Morata, e per prendersi la standing ovation dei cinquemila tifosi bianconeri in estasi. Siamo ai quarti, signori. Il sogno continua.

 

(juventus.com)

 

BORUSSIA DORTMUND-JUVENTUS 0-3

 

RETI: Tevez 3' pt, Morata 25' st, Tevez 34' st

 

BORUSSIA DORTMUND
Weidenfeller; Papastathopoulos, Subotic, Hummels, Schmelzer (1' st Kirch); Gungogan, Bender (19' st Ramos); Kampl,  Mkhitaryan (19' st Blaszczykowski), Reus; Aubameyang,
A disposizione: Langerak, Kehl, Kagawa,Immobile
Allenatore: Klopp

 

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Vidal, Marchisio, Pogba (27' pt Barzagli); Pereyra; Tevez (36' st Pepe), Morata (33' st Matri)
A disposizione: Storari, Barzagli, Ogbonna, Padoin, Llorente
Allenatore: Allegri

ARBITRO: Mazic (SRB)


ASSISTENTI: Ristic (SRB), Djurdjevic (SRB)
QUARTO UFFICIALE: Petrovic (SRB)
ARBITRI D'AREA: Grujic (SRB),  Filipovic (SRB)

 

AMMONITI: 28' st Reus

 

 

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JUVENTUS - MONACO 1-0

 

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Il Monaco non è arrivato ai quarti di finale per caso, lo si ripete da tempo. La gara di questa sera lo ha dimostrato: la squadra di Jardim è solida, ha dei contropiedisti micidiali e giovani di talento. Neanche la Juve però è tra le prime otto d'Europa per grazia ricevuta. Ci è arrivata con una crescita costante. La gara di questa sera l'ha confermata. I bianconeri si aggiudicano il primo round con una prova convincente, specie nella ripresa, dopo un primo tempo all'insegna dell'equilibrio, in cui la Juve tiene palla e crea due clamorose palle gol e nel quale i francesi non sono da meno. Nel secondo la partita trova un unico padrone, non solo per il gol di Vidal, ma soprattutto per l'autorevolezza con cui i Campioni d'Italia gestiscono il risultato, senza rischiare praticamente nulla.

 

Allegri aveva chiesto pazienza alla vigilia, i suoi uomini lo ascoltano e iniziano la gara manovrando con calma e precisione. Gli errori sono ridotti al minimo, il recupero palla funziona e anche se si deve aspettare per arrivare al tiro, poco importa. Il primo arriva al 7' e parte dal piede di Tevez, che dal limite chiama Subasic alla presa in tuffo.

 

La Juve sembra assoluta padrona del match, ma a questo punto si sveglia il Monaco, che risponde con una fiondata di Kurzawa alta sopra l'incrocio e soprattutto con Carrasco, liberato a centro area da Martial. La conclusione è quasi a botta sicura e Buffon compie un miracolo, bloccando a terra in due tempi. Il capitano deve intervenire anche per deviare in angolo un altro tentativo del belga e i compagni ci mettono un po' a riprendersi dal doppio spavento, ma quando lo fanno tornano a macinare gioco ed è Subasic al 27' a tirare un sospiro di sollievo: Marchisio scambia con Pereyra sulla sinistra e pennella in area un traversone delizioso,che trova Tevez libero dalla parte opposta. La conclusione dell'Apache di prima intenzione però è centrale e il portiere croato si ritrova il pallone tra le mani.

 

È comunque il segnale che ci voleva: la Juve torna a dettare il ritmo della gara e prova a rendersi pericolosa anche dalla distanza, prima con Vidal, poi con Marchisio, quindi con Evra. A dieci secondi dal riposo poi, Tevez pesca in area Vidal che si trova a tu per tu con Subasic e cerca l'incrocio, ma alza troppo la mira. A questo punto il conto delle occasioni è in parità, così come il punteggio che all'intervallo è ancora inchiodato sullo 0-0. Il possesso palla però è tutto per la Juve, oltre il 74 %, ed è un dato che la dice lunga sull'andamento della gara.

 

La pazienza, a questo punto è finita e i bianconeri iniziano la ripresa spingendo sull'acceleratore, ma rischiano in contropiede e Buffon deve superarsi per deviare il sinistro di Bernardo Silva.


Tempo di rimettere in gioco il pallone e Pirlo con una fiondata di cinquanta metri pesca Morata lanciato in area, Carvalho lo stende e Královec indica il dischetto. Vidal cerca ancora l'incrocio e questa volta lo trova.

 

Lo Stadium, al record d'incasso, è una bolgia e spinge i bianconeri a cercare il raddoppio, anche se è sempre bene guardarsi dal Monaco e dalla rapidità degli uomini di Jardim. Kondogbia prova a sorprendere Buffon dalla distanza, ma il capitano è in forma Mondiale. Anche Pereyra non se la passa tanto male: l'argentino fa letteralmente impazzire Raggi, lo punta sempre e lo salta spesso ed entra in quasi tutte le azioni. È lui al 22' liberare Morata al tiro: una sventola dai venticinque metri che colpisce l'esterno della rete. Jardim cerca di dare una scossa ai suoi inserendo Berbatov al posto di Raggi e il bulgaro per poco non lo ripaga con un colpo di testa alto di un soffio.


Allegri risponde con Barzagli al posto di Pirlo, passando alla difesa a tre e dando poi un po' di riposo a Morata e Pereyra, che lasciano il posto a Matri e Sturaro.

 

Il nuovo assetto regala ai bianconeri ancor più solidità, ogni tentativo del Monaco di presentarsi dalle parti di Buffon viene rispedito al mittente e la Juve amministra il vantaggio fino al termine. Un vantaggio minimo, è vero, ma che intanto lascia ai bianconeri due risultati utili su tre per il ritorno. Tra otto giorni, a Montecarlo, l'ora della verità.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-MONACO 1-0

 

RETI: Vidal rig. 12' st

 

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Vidal, Pirlo (29' st Barzagli), Marchisio; Pereyra (42' st Sturaro), Tevez, Morata (37' st Matri).
A disposizione: Storari, Padoin, Pepe, Llorente, Matri
Allenatore: Allegri

 

MONACO
Subasic; Raggi (26' st Berbatov), Ricardo Carvalho, Abdennour, Kurzawa; Moutinho, Fabinho, Kondogbia; Dirar (6' st Bernardo Silva), Carrasco; Martial (42' st. Matheus Carvalho)
A disposizione: Stekelenburg, Wallace, Elderson, Valere Germain
Allenatore: Jardim

 

ARBITRO: Královec (CZE)
ASSISTENTI:  Slyško (SVK), Wilczek (CZE)
QUARTO UFFICIALE: Mokrusch (CZE)
ARBITRI D'AREA: Příhoda (CZE), Paták (CZE)

 

AMMONITI: 10' st Ricardo Carvalho

 

SPETTATORI: 40.801


INCASSO: € 3.017.692, record di incasso. Precedente € 2.745.437 per Juventus-Borussia Dortmund

 

 

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MONACO - JUVENTUS 0-0

 

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Barcellona, Bayern Monaco, Real Madrid. E Juventus. Come vuole la storia. La Signora è tra le prime quattro squadre d'Europa. È in semifinale di Champions League. E ci arriva con una partita di straordinaria maturità, perché il Monaco tenta il tutto per tutto, corre fino a quando le gambe e i polmoni lo consentono, ma Buffon, salvo qualche uscita, non deve certo fare gli straordinari.

 

Merito di una prova di enorme carattere dei compagni, che hanno l'umiltà di lasciar sfogare gli avversari senza però concedere loro l'occasione non solo di riaprire i conti, ma neanche quella di caricarsi di ulteriore entusiasmo.

 

La velocità è una delle chiavi del match: quella degli attaccanti del Monaco, che la Juve cerca di limitare evitando di scoprirsi, e quella della manovra dei bianconeri, subito pronti a verticalizzare il gioco per gli scatti di Morata e Tevez.

 

L'attenzione di entrambe le squadre alla fase difensiva impone soluzioni alternative come i tiri dalla distanza di Kondogbia: potente e fuori misura il primo, centrale il secondo. Pericolosa anche la combinazione che porta Bernardo Silva a entrare in area e cercare il fondo, trovando la provvidenziale deviazione in angolo di Barzagli.

 

La partita offre duelli duri a centrocampo, tanta fisicità, ma poche emozioni. La più intensa del primo tempo arriva alla fine, quando Morata difende il pallone sulla tre quarti e riesce a servire Tevez, che arriva sino al limite e sfiora il palo con una sventola di destro.

Jardim sente la possibilità di centrare l'impresa e inizia la ripresa con Berbatov al posto di Toulalan e schierando la squadra con un 4-2-1-3 a trazione anteriore. I monegaschi aumentano la pressione e un disimpegno difettoso di Bonucci rischia di costare caro, Buffon ci mette una pezza e anticipa Berbatov.

 

Per un quarto d'ora abbondante il pallone è perennemente tra i piedi dei padroni di casa e la Juve fatica ad uscire dalla propria metà campo. Allegri cambia Morata con Llorente e pian piano i bianconeri escono dal guscio. Alla mezz'ora arriva il momento di Pereyra, in campo al posto di Vidal, ma la gara a questo punto ha già cambiato volto, anche perché il Monaco ha speso moltissimo e ora attacca con minor incisività. È anzi la Juve a tenere in mano il gioco e, soprattutto, a tenere gli avversari ben lontani da Buffon.

 

A un minuto dal novantesimo addirittura si potrebbe chiudere il discorso qualificazione, se la “maledetta” di Pirlo fosse solo qualche centimetro più bassa. Per festeggiare non si deve comunque aspettare ancora molto: i bianconeri amministrano partita e risultato fino alla fine. Ed entrano tra le prime quattro squadre d'Europa. Un obiettivo già straordinario, ma non un traguardo, perché, a questo punto, tutto è davvero possibile.

 

(juventus.com)

 

MONACO-JUVENTUS 0-0

 

MONACO
Subasic; Fabinho, Raggi, Abdennour, Kurzawa; Toulalan (1' st Berbatov), Kondogbia; Bernardo Silva, Moutinho, Carrasco (42' Matheus); Martial (31' st Germain)
A disposizione: Stekelenburg, Dirar, Wallace, Elderson
Allenatore: Jardim

 

JUVENTUS
Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Marchisio, Pirlo, Vidal (32' st Pereyra), Evra (45' st Padoin); Tevez, Morata (24' st Llorente)
A disposizione: Storari, Ogbonna, Sturaro, Matri
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Collum (SCO)
ASSISTENTI: MacGraith (IRL), Chambers (SCO)
QUARTO UFFICIALE: Mather (SCO)
ARBITRI D'AREA: Madden (SCO), Clancy (SCO)

 

AMMONITI: 1' pt Chiellini, 5' st Bernardo Silva, 32' st Kondogbia, 41' st Tevez

 

 

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JUVENTUS - REAL MADRID 2-1

 

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Giù il cappello davanti ai Campioni d'Italia. Si era detto nei giorni che avevano preceduto la sfida contro il Real Madrid che i bianconeri, per battere i Blancos, avrebbero dovuto superarsi. Beh, non è stato necessario. È bastato fare la Juve, ricordarsi la storia e ripeterla, in una gara fatta di cuore, coraggio e intensità straordinaria. Neutralizzare un attacco come quello del Real è impresa impossibile e la squadra di Allegri concede un gol e qualche occasione, ma che partita giocano tutti!


I ragazzi di Allegri lasciano i polmoni sul campo, ma non concedono un metro agli avversari, lottano su ogni pallone con una foga eroica e, alla fine, il 2-1 va loro perfino un po' stretto se si guardano le occasioni avute nel finale.

 

Va bene così comunque, perché se mai ce ne fosse stato bisogno, i bianconeri dimostrano di essere con pieno merito tra le prime quattro squadre d'Europa e giocano senza nessun timore reverenziale, anzi: approfittano del fatto che il Real non pressi e manovrano con calma, trovando le verticalizzazioni al momento giusto e scaldando subito le mani di Casillas con il sinistro di Morata dal limite. Al 7', l'ex merengues, pescato da Bonucci, tenta anche un coraggioso pallonetto dalla tre quarti, ma il portiere spagnolo riesce a recuperare la posizione.

 

È il preludio del gol: due minuti dopo Marchisio pesca Tevez libero al limite. L'Apache controlla, si gira e lascia partire un diagonale rasoterra che Casillas respinge debolmente, proprio sui piedi dell'ex compagno di squadra. E Alvaro da due passi non perdona.

 

Lo Stadium è un pandemonio, ma bisogna guardarsi dai fuoriclasse del Real: Kross spara una saetta da fuori area e Buffon deve distendersi per deviare in angolo, mentre è più semplice la presa sul tentativo di Isco. Risponde Tevez, con un destro potente e non lontano dai pali.
È insomma una gara magnifica, che la Juve interpreta non solo con coraggio, ma soprattutto con sicurezza.

 

Di Ronaldo non c'è traccia fino al 23', quando scatta sul filo del fuorigioco e mette a lato il diagonale. Il Pallone d'Oro però non si può perdere di vista e infatti alla seconda occasione colpisce: James Rodriguez riesce a trovarlo libero sul secondo palo, la difesa bianconera viene colta di sorpresa e il colpo di testa è un gioco da ragazzi.

Un'altra squadra accuserebbe il colpo. Non la Juve, che riprende in mano il gioco e fa girare palla, ma non trova sbocchi in avanti, se non con un tentativo da lontano di Marchisio fuori misura. Ben più pericolosa l'unica azione del Real prima dell'intervallo, che si sviluppa con l'inserimento di Isco e il traversone per James Rodriguez. Il tuffo di testa del colombiano è perfetto e, con Buffon battuto, è la traversa a salvare i bianconeri.

 

In avvio di ripresa entrambe le squadre sembrano più occupate a non concedere occasioni che a crearne. Così, per procurarsene una, la Juve deve affidarsi a Carlos Tevez. L'Apache recupera il pallone sulla propria tre quarti dopo un tiro di Marcelo respinto e mette il turbo, arrivando fin nell'area avversaria e venendo steso da Carvajal. È rigore ed è lo stesso Tevez a trasformarlo, riportando in vantaggio i bianconeri.

 

Ancelotti cambia, inserendo il Chicharito Hernandez al posto di Isco e varando il tridente. Risponde Allegri, con Barzagli al posto di Sturaro e passando alla difesa a tre.

 

Il Real attacca a folate e se arriva dalle parti di Buffon fa paura, come quando Hernandez e Ronaldo non arrivano a deviare da pochi passi il tiro di Sergio Ramos.

 

Poco dopo la mezz'ora arriva il turno di Llorente, dentro per Morata. I bianconeri sono visibilmente stanchi e cercano di abbassare il ritmo e Allegri inserisce forze fresche, richiamando Tevez e mandando in campo Pereyra. In contropiede ci sarebbe anche la chance per arrotondare il punteggio: Marchisio lancia Llorente in profondità e il Re Leone evita l'uscita di Casillas, ma è troppo defilato per concludere e l'unica soluzione è cercare Vidal a centro area, quando però la difesa spagnola ha ormai recuperato. Ancora Llorente, in pieno recupero, ha la palla del 3-1, ma la sua deviazione sulla punizione di Pirlo  termina prima sulla testa e poi tra le mani di Casillas.

 

E allora finisce con un solo gol di scarto e la qualificazione rimane aperta. La si dovrà conquistare al Bernabeu, tra otto giorni. Ma signori, questa Juve ce la può fare. Eccome!

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-REAL MADRID 2-1

 

RETI: Morata 9' pt, Ronaldo 27' pt, Tevez rig. 13' st

 

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio, Pirlo, Sturaro (19' st Barzagli); Vidal; Tevez (41' st Pereyra), Morata (33' st Llorente).
A disposizione: Storari, Padoin, Pepe, Matri.
Allenatore: Allegri

 

REAL MADRID
Casillas; Carvajal, Pepe, Varane, Marcelo; James, Sergio Ramos, Kroos, Isco (18' st Hernandez); Bale (41' st Jesè), Ronaldo.
A disposizione: Navas, Arbeloa, Coentrao, Silva, Illarramendi
Allenatore: Ancelotti

 

ARBITRO: Martin Atkinson (ENG)
ASSISTENTI: Mullarkey (ENG), Child (ENG)
QUARTO UFFICIALE: Kirkup (ENG)
ARBITRI D'AREA: Taylor (ENG), Marriner (ENG)

 

AMMONITI: 5' pt Bonucci, 1' st Tevez, 11' st Vidal, 12' st Marcelo , 30' st Carvajal, 40' st James, 48' st Chiellini

 

 

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REAL MADRID - JUVENTUS 1-1

 

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Siamo in finale signori, andiamo a Berlino. Ma non chiamatela impresa. No, non sarebbe corretto nei confronti di una squadra magnifica, che non solo tiene testa al Real in casa sua. Rischia anche seriamente di tornare dal Bernabeu con una vittoria. Non serve, basta il pareggio, agguantato con coraggio, difeso con le unghie e con i denti, portato fino alla fine, anzi, scusate, #FinoAllaFinale, con una prova magnifica, soprattutto nella ripresa.

 

Che ci sarebbe stato da soffrire era da mettere in conto, ma è accaduto soprattutto nel primo tempo, iniziato, tanto per capire quanto sarebbe stata dura, con una zuccata alta di Bale dopo 35 secondi. Poi ci prova Benzema, controllando in area e sparando il sinistro in curva. Tra un'azione e l'altra però passano cinque minuti, durante i quali la Juve tiene perfettamente il campo, ed in fondo è questo che ci si deve aspettare dalla partita: il Real attacca a folate, quando parte è pericolosissimo, ma negli altri momenti i bianconeri possono rallentare il ritmo della gara e provare a colpire.

 

Non si deve esagerare con il palleggio però, perché perdendo palla si rischia di innescare i fenomeni dei Blancos e se si ricorre al fallo per fermarli, Ronaldo può scaricare il suo destro su punizione e colpire la parte superiore della rete, mancando il gol per pochi centimetri.

 

Le accelerazioni di Tevez sono comunque una spina nel fianco per la difesa spagnola e quando al 13' mette Vidal in condizioni di battere dal limite, Casillas deve distendersi per togliere il pallone dall'angolino.

 

Il ritorno di Benzema offre alla squadra di Ancelotti più soluzioni offensive, anche perché il francese svaria spesso e propone anche palloni invitanti ai compagni, come quello indirizzato a Ronaldo al 18', sul quale chiude Vidal. Anche Bale è più pimpante che nella gara di andata e scalda i guantoni di Buffon con una saetta da trenta metri. Insomma, con il passare dei minuti il Real aumenta il forcing e quando James Rodriguez entra in area poco dopo il ventesimo e Chiellini lo tocca, il signor Eriksson indica il dischetto. Ronaldo trasforma e porta avanti il Real.

 

La Juve reagisce, attacca con più convinzione, ma si espone anche al contropiede e se quello condotto da Benzema e Ronaldo non si concretizza è solo perché il portoghese è troppo lezioso e cerca un improbabile traversone, invece di concludere a rete. Buffon non vive certo una serata tranquilla e deve intervenire ancora per bloccare la girata di testa del francese. Sono i bianconeri a tenere in mano il gioco ora, ma per arrivare dalle parti di Casillas fanno parecchia fatica. Hanno più spazio Ronaldo e Benzema che con due ripartenze colpiscono altrettante volte l'esterno della rete.

 

Visto che la difesa delle Merengues è in serata di grazia, per provare a bucarla si devono cercare le soluzioni dalla distanza, come quella di Marchisio al 6' della ripresa, potente e a lato di poco.


Ora in campo c'è solo la Juve, per nulla intimorita dal “miedo scenico”, dal punteggio, dal blasone e dai nomi dell'avversario. I bianconeri macinano fanno la partita, con una convizione ben superiore alla prima frazione di gara. E al 12' vengono premiati: Pirlo batte una punizione dalla destra, il Real non riesce a liberare l'area e Pogba sale altissimo per toccare di testa verso Morata. L'ex Blancos è appostato a centro area, controlla con il petto e spara di contro balzo verso la porta, sorprendendo Casillas e firmando il pareggio.

 

Al 90' manca più di mezz'ora, troppo tempo per chiudersi a difendere il risultato, perché permettere al Real di dare continuità all'azione offensiva è un suicidio, come dimostra l'azione che porta Marcelo a crossare dal fondo e Bale a girare dal limite dell'area piccola, sfiorando il palo. Ancelotti manda in campo il Chicharito Hernandez al posto di Benzema, il Real continua a spingere, ma la Juve non molla un colpo, anzi, sfiora il raddoppio con l'inserimento di Marchisio, servito in area da Vidal. Il Principino prova a piazzare il destro, ma la conclusione è troppo morbida e Casillas riesce a deviare. Dall'altra parte, dopo il tentativo di James Rodriguez sopra la traversa, è sempre Bale il più pericoloso, prima con una sventola dal limite a lato, poi con un colpo di testa da distanza ravvicinata alto di un soffio.

 

Al 34' Allegri opera il primo cambio: Pirlo lascia il campo, tra gli applausi del Bernabeu, ed entra Barzagli. Si passa alla difesa a tre, con Marchisio in regia. Poi tocca a Llorente, dentro al posto di un monumentale Morata. Adesso sì che ci si può arroccare in difesa, anche se colpire un'altra volta vorrebbe dire chiudere il discorso. Ci va vicino Pogba, prima di lasciare il posto a Pereyra, ma il suo destro è centrale e Casillas può respingere. I minuti trascorrono in apnea, ma solo perché l'obiettivo si avvicina a ogni giro di orologio, non perché si rischi qualcosa. È una Juve pazzesca, che ribatte colpo su colpo, che gioca con esperienza calma, classe e con un cuore enorme. E quando dopo quattro minuti di recupero, arrivano i tre fischi che ci mandano in finale, c'è solo da alzarsi in piedi ad applaudire. Da applaudire fortissimo, perché adesso non corriamo più il rischio di svegliarci e  Berlino non è più un sogno.

 

(juventus.com)

 

REAL MADRID-JUVENTUS 1-1

 

RETI: Ronaldo rig 23' pt, Morata 12' st

 

REAL MADRID
Casillas; Carvajal, Sergio Ramos, Varane, Marcelo; Isco, Kroos, J. Rodriguez; Bale, Benzema (21' st Henanrdez), Ronaldo.
A disposizione: Navas, Pepe, Coentrao, Arbeloa, Illaramendi, Jese
Allenatore: Ancelotti

 

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Pogba (44' st Pereyra) , Pirlo (34' st Barzagli), Marchisio; Vidal; Morata (39' st Llorente), Tevez.
A disposizione: Storari, Padoin, Sturaro, Coman
Allenatore: Allegri.

 

ARBITRO: Eriksson (SWE)
ASSISTENTI: Klasenius (SWE), Wärnmark (SWE)
QUARTO UFFICIALE: Gustavsson (SWE)
ARBITRI D'AREA: Martin Strömbergsson (SWE), Markus Strömbergsson (SWE)

 

AMMONITI: 32' pt Isco, 44' pt J. Rodrigez, Tevez 25' st, 31' st Lichtsteiner

 

 

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JUVENTUS - BARCELLONA 1-3
 
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Calendario incontri Tim Cup 2014/15

 

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Riepilogo match Tim Cup 2014/15

 

JUVENTUS - HELLAS VERONA 6-1

 

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Pepe  titolare dopo quasi due anni, dalla gara scudetto di Trieste contro il Cagliari nel maggio 2012,  i primi gol di Pereyra e Coman in bianconero, due capolavori, la doppietta di Giovinco, le lussuose giocate di Pogba e, naturalmente, la qualificazione ai quarti. Scegliete pure voi in che ordine metterli, ma in ogni caso i motivi per sorridere in questa serata di Coppa sono parecchi ed equamente distribuiti nell'arco del match.

 

Alla Juve basta un tempo per chiudere il discorso contro un Verona inizialmente animato da intenzioni bellicose, visto che dopo appena due minuti Campanharo viene liberato al tiro dopo una poderosa discesa di Hallfredsson e spara a lato, mettendo i brividi allo Stadium.


Urge ridimensionare in fretta le velleità degli avversari e i bianconeri non ci mettono molto: il tempo necessario a Giovinco di procurarsi un calcio di punizione al limite dell'area e di piazzare il pallone  in porta, con Rafael che riesce solo a smanacciare.

 

All'azione successiva la Juve potrebbe già raddoppiare: Pepe corre come un indemoniato  sulla destra, arriva al vertice dell'area e tocca verso il centro in direzione di Morata. La finta di corpo dello spagnolo manda a spasso la difesa e il suo sinistro a giro sfiora l'incrocio. Stessa sorte per un altro piazzato di Giovinco, questa volta alto di un soffio.

 

Lo stadio completamente esaurito si gode una gara che riconcilia con la Coppa Italia, troppo spesso considerata, a torto, come una competizione che interessa poco a squadre e giocatori. Basta vedere il ritmo dell'incontro, la ruvidezza di certi contrasti, l'eleganza di alcune manovre, per rendersi conto di come Juve e Verona vogliano onorare l'impegno.

 

I gialloblu provano a reagire, ma i bianconeri continuano a martellare: Morata impegna Rafael con un destro dal limite, poi Pereyra festeggia il suo primo gol in bianconero. Ha dovuto aspettare qualche mese, è vero, ma per una chicca del genere ne valeva la pena: il Tucumano riceve la verticalizzazione di Lichtsteiner, entra in area dalla destra e con un delizioso tocco di esterno piazza il pallone nell'angolo più lontano.

Il gol nutre l'ispirazione dell'argentino, che alla mezz'ora lancia Pepe verso la porta. La posizione è defilata e Rafael chiude lo specchio, deviando in angolo il destro ravvicinato.


Si fa vedere anche il Verona, ancora con una staffilata di Campanharo, alzata sopra la traversa da Storari, ma appena prima che l'arbitro mandi le squadre negli spogliatoi la partita si chiude definitivamente, ancora con un'azione da manuale: Pereyra imbecca Lichtsteiner che entra in area, alza la testa e appoggia al centro per Giovinco, sul cui tocco in corsa da due passi Rafael non può nemmeno pensare di intervenire.

 

A questo punto sarebbe lecito aspettarsi un secondo tempo soporifero e invece ci sono subito da apprezzare il tentativo di Lopez dal limite e il colpo di reni di Storari, e i numeri di Pogba, che prima delizia la platea con dribbling e veroniche, poi si presenta in area e piazza il quarto gol evitando Rafael con il primo tocco e piazzando in rete con il secondo.

 

Non c'è il tempo di prendere appunti, che già bisogna aggiornare il tabellino. Questa volta però a cambiare è lo score del Verona, che passa con il colpo di testa di Nené, pescato dal calcio d'angolo di Marquez.

 

Finita qui? Nemmeno per idea. Passano sette minuti e Marquez questa volta è nella propria area e stende Giovinco, lanciato sul fondo da Pogba. Morata dal dischetto fa cinquina e Giovinco poco dopo esce dal campo tra gli applausi per lasciare spazio a Coman.

 

E il ragazzino, classe '96, non ci mette molto a lasciare il segno. Qualche scatto e qualche dribbling per prendere confidenza con il match ed ecco la perla: al 34' riceve da Pogba sulla sinistra, si accentra bruciando in velocità due avversari e lascia partire un missile terra aria dal limite che si infila sotto la traversa. Non male segnare così il primo gol con la Juve...


Per rendere la serata davvero perfetta ci vorrebbe anche la rete di Pepe, ma tutto sommato ci si può accontentare. I bianconeri volano ai quarti, dove troveranno il Parma, archiviando la prima delle due sfide contro il Verona con un sonoro 6-1. Domenica, ancora allo Stadium, il secondo round.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-VERONA 6-1

 

RETI: Giovinco 6' pt, Pereyra, 21' pt, Giovinco 46' pt, Pogba 8' st, Nené11' st, Morata (rig.) 18' st, Coma 34' st

 

JUVENTUS
Storari; Lichtsteiner (37' st Mattiello), Bonucci, Ogbonna (39' pt Chiellini), Padoin; Pepe, Marchisio, Pogba; Pereyra;  Giovinco (20' st Coman), Morata
A disposizione: Buffon, Rubinho,  Romagna, Evra, Vitale, Llorente.
Allenatore: Allegri

 

VERONA
Rafael; Sorensen, Marquez, Rodriguez, Agostini; Campanharo, Tachtsidis (20' st Greco), Hallfredsson (24' st Martic); Valoti; Nené, Lopez (39' st Cappelluzzo)
A disposizione: Benussi, Gollini, Brivio, Marques, Christodoulopoulos, Sala, Fares, Checchin, Saviola.
Allenatore: Mandorlini

 

ARBITRO: Calvarese
ASSISITENTI: Di Fiore, Longo
QUARTO UFFICIALE: Massa

 

AMMONITI: Rodriguez 43' pt, Nené 12' st

 

 

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PARMA - JUVENTUS 0-1

 

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Una lotta serrata a centrocampo, di conclusioni imprecise e di portieri inoperosi. Questa è stata la gara contro il Parma per 89 minuti. Poi un lampo, tutto di marca spagnola: Llorente si trasforma in uomo assist e Morata stacca il biglietto per la semifinale, premiando l'intuizione di Allegri che lo aveva gettato nella mischia pocoprima, nel tentativo di sbloccare una partita rognosa e poco spettacolare.

Nonostante il 4-3-3 riproposto da Allegri, ormai quasi un marchio di fabbrica in Coppa Italia, di spettacolo e di occasioni se ne vedono poche, anche se alla fine le più ghiotte sono comunque di marca bianconera
Il  fatto è che il gioco fatica a svilupparsi, perché il Parma è aggressivo, pressa il portatore di palla e chiude bene le linee di passaggio. I gialloblu tengono i problemi societari fuori dal campo e la Juve lontana dalla propria area. Pepe è tra i più attivi e intorno al 20' si mette in luce partendo dalla destra, saltando due uomini e cercando la conclusione, deviata in angolo.
Rispondono Palladino, uno degli ex in campo insieme a Nocerino e Mirante, e Galloppa con due tentativi dal limite fuori misura.

Di occasioni vere e proprie non se ne vedono, almeno fino allo scadere del primo tempo. Al 40'  ci vuole la provvidenziale deviazione di Chiellini per togliere dalla porta il tentativo al volo di Nocerino, mentre negli ultimi secondi un tiro cross di Pepe sorprende tutti, attaccanti, difensori e portiere, ma si stampa sul palo.

Così, come contro il Chievo, la Juve va al riposo senza aver sbloccato il risultato, evento raro in questa stagione, ma quando si ripresenta in campo  sembra più tonica: Chiellini sfiora la traversa andando a staccare sul corner di Pirlo e Coman si gira in area in un fazzoletto, salta l'uomo e spara sull'esterno della rete. Il Parma però non molla: Rispoli incrocia il destro trovando il muro di Chiellini e Paletta incorna l'angolo di Galloppa, mettendo alto di poco.

Si gioca sul filo dell'equilibrio e Allegri prova a spezzarlo con Pogba e Morata, dentro al posto di Vidal e Coman. E la mossa è azzeccatissima: lo spagnolo prova subito a lasciare il segno con una percussione centrale e una sventola dalla distanza bloccata da Mirante in due tempi. Poi Marchisio ha un'occasione da leccarsi i baffi: arriva in corsa sul cross di Pepe e spara il suo destro, dall'altezza del dischetto trovando la deviazione di Santacroce che riesce a toccare e ad alzare oltre la traversa. I supplementari sembrano inevitabili, ma a un minuto dal 90', Morata riceve da Llorente in verticale, entra in area e supera Mirante con un preciso rasoterra, chiudendo la gara e mandando la Juve in semifinale.

(juventus.com)

 

PARMA-JUVENTUS 0-1

 

RETI: Morata 44' st

 

PARMA
Mirante; Mendes (34' pt Santacroce), Lucarelli, Paletta; Rispoli, Mariga, Galloppa, Nocerino, Gobbi; Palladino, Rodriguez.
A disposizione: Iacobucci, Rossetto, Cassani, De Ceglie, Mauri, Costa, Lodi, Varela, De Souza, Pozzi.
Allenatore: Donadoni.

 

JUVENTUS
Storari; Lichsteiner, Ogbonna, Chiellini, Padoin; Vidal (26' st Pogba), Pirlo, Marchisio; Pepe, Llorente, Coman (32' st Morata).
A disposizione: Buffon, Rubinho, Caceres, Bonucci, Barzagli, Evra, Pereyra, Giovinco.
Allenatore: Allegri.

 

ARBITRO: Peruzzo
ASSISTENTI:  Posado, Vivenzi
QUARTO UFFICIALE: Orsato

 

AMMONITI: 15' pt Gobbi, 16' pt Paletta

 

 

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JUVENTUS - FIORENTINA 1-2

 

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Troppa frenesia, poche occasioni create e una strada verso la qualificazione che ora è terribilmente i salita. La semifinale di andata di Coppa Italia va alla Fiorentina, che gioca una gara lucida, sfrutta al meglio le palle gol e l'ottima vena di Salah e vince allo Stadium, impresa che non riusciva a nessuno da quasi due anni, dalla gara di Champions contro il Bayern.

 

Eppure inizia bene la Juve, con un pressing aggressivo e ritmi alti che portano subito Vidal due volte al tiro. Manca la precisione, ma i viola vengono schiacciati nella propria metà campo, con il contropiede come unica arma a disposizione. Cerca di sfruttarla Kurtic, che sparacchia malamente a lato, ma ci riesce alla perfezione Salah: l'egiziano all'11' recupera palla sulla propria tre quarti campo dopo un corner non sfruttato dai bianconeri, sfodera un coast to coast da centometrista e fulmina Storari con un diagonale sotto l'incrocio.

 

Dopo un avvio simile, ai viola non pare vero di trovarsi in vantaggio e di potersi chiudere in difesa cercando di gestire il risultato. Per una decina di minuti in effetti la Juve macina un gioco sterile, senza riuscire a trovare spunti. Serve la pazienza di aspettare il momento buono e l'abilità di sfruttarlo. Quella di Llorente ad esempio, che al 24' stacca altissimo e incorna il traversone di Pepe, mandando il pallone a sbattere contro il montante più lontano e a morire in rete.

 

La gara cambia ancora copione. Adesso la Fiorentina esce dal guscio e spaventa due volte lo Stadium in una manciata di secondi. Prima con una sventola dalla distanza di Mati Fernandez, deviata in angolo da Storari, poi con il colpo di testa di Basanta, che arriva a deviare da due passi il tiro sporco di Mario Gomez e colpisce il palo esterno.

 

Allegri manda in campo Tevez al posto di Coman e l'Apache si presenta immediatamente con un doppio tentativo respinto dalla difesa, ma la Fiorentina è in partita e non si lascia intimorire, tanto che, in avvio di ripresa, i viola passano di nuovo. Dopo un violento diagonale di Richards messo in angolo da Storari, è ancora Salah ad andare a segno, approfittando di un'incertezza di Marchisio, rubando il pallone a ridosso dell'area, arrivando sino al dischetto e infilando in rete un rigore in movimento

 

Allegri inserisce Morata al posto di Llorente e lo spagnolo, dopo due minuti dal suo ingresso, mette Tevez nelle condizioni di girare in porta da pochi metri, ma Neto è piazzato e blocca in due tempi. Il portiere viola prende anche un duro colpo al gomito poco dopo, quando sbatte contro il palo per alzare sopra la traversa un tiro cross di Pogba.

 

La gara diventa presto un monologo bianconero, in cui però c'è più foga che lucidità. La squadra di Montella può invece giocare com maggior calma e si affaccia nuovamente dalle parti di Storari con Ilicic, entrato al posto di Gomez, che sfiora il palo con una sventola dal limite. A poco meno di venti minuti dal termine tocca a Pereyra, che rileva Pepe e che avrebbe un'ottima occasione per pareggiare, ma colpisce male l'assist rasoterra di Caceres.

È questa l'azione più pericolosa che la Juve riesce a produrre, nonostante gli sforzi. Troppo spesso i bianconeri arrivano sino in area, ma trovano gli spazi chiusi o sbagliano l'ultimo appoggio, quando forse sarebbe stato meglio tentare la conclusione. Così il primo round della semifinale va ai viola e il prossimo 7 aprile, a Firenze, servirà una piccola grande impresa per passare il turno.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-FIORENTINA 1-2

 

RETI: Salah 11' pt, Llorente 24' pt, Salah 11' st

 

JUVENTUS
Storari; Caceres, Bonucci, Ogbonna, Padoin; Vidal, Marchisio, Pogba; Coman (36' pt Tevez), Llorente (14' st Morata), Pepe (28' st Pereyra).
A disposizione: Buffon, Rubinho, Barzagli, Chiellini, Lichtsteiner, De Ceglie, Evra, Sturaro, Matri
Allenatore: Allegri

 

FIORENTINA
Neto; Richards, Basanta, Rodriguez, Alonso; Mati Fernandez, Badelj (33' st Aquilani), Kurtic; Joaquim, Gomez (18' st Ilicic), Salah (29' st Diamanti).
A disposizione: Lezzerini, Rosati, Vargas, Pasqual, Rosi, Bagadur, Borja Valero, Lazzari, Gilardino
Allenatore: Montella

 

ARBITRO: Valeri
ASSISTENTI: Giallatini, Dobosz
QUARTO UFFICIALE: Mazzoleni

 

AMMONITI: 17' pt Kurtic, 36' pt Pogba, 41' pt Badelj, 23' st Basanta, 28' st Caceres, 32' st Marchisio, 42' st Mati Fernandez, 46' st Tevez

 

 

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FIORENTINA - JUVENTUS 0-3

 

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Se non ci fosse di mezzo una squadra che ha vinto tre scudetti consecutivi, che sta dominando il quarto campionato di fila, che deve giocarsi i quarti di Champions, si dovrebbe parlare di impresa. Ma c'è la Juve di mezzo e il termine sarebbe ingeneroso. Perché se è vero che una vittoria al Franchi contro la Fiorentina merita sempre elogi sperticati è altrettanto vero che per questa squadra anche un 3-0 in Toscana rientra nella normalità delle cose. Almeno questo è quello che si è visto questa sera: i bianconeri avevano di fronte una montagna da scalare. L'hanno superata con tre balzi e il sorriso sulle labbra.

L'hanno fatto, oltretutto, senza Carlos Tevez, protagonista assoluto delle ultime uscite, costretto a lasciare il ritiro in giornata per un affaticamento muscolare. Per un'altra squadra che dovesse rimontare due gol, un'assenza del genere sarebbe un alibi. Per la Juve è uno stimolo. E allora ecco Matri.

 

Ecco la sua zampata, dopo l'assist di  Marchisio, il rimpallo dopo il tiro di Pereyra e l'anticipo su Neto.

 

È il 21' e serve ancora un gol per passare. Potrebbe arrivare subito dopo, quando la Fiorentina è ancora tramortita e Sturaro arriva a deviare in acrobazia il cross di Padoin, senza riuscire però a imprimere al tiro la forza necessaria per sorprendere Neto.

 

I viola a questo punto alzano il ritmo, ma di occasioni ne creano poche. La Juve aspetta paziente e quando avanza è letale. Morata arriva al tiro dal limite tre volte nello spazio di pochi minuti. Il primo è decisamente fuori misura, il secondo è una rasoiata che sfiora il palo, il terzo è indirizzato nell'angolino e trova la risposta di Neto, ma sulla ribattuta arriva Pereyra che ha di fronte la porta sguarnita e deve solo spingere in rete per mandare i compagni negli spogliatoi con il doppio vantaggio che vale la qualificazione.

 

Quando tornano in campo, i bianconeri potrebbero lasciare l'iniziativa agli avversari e cercare di sfruttare gli spazi, puntando sul contropiede. E invece continuano a fare la partita e sono padroni assoluti del gioco. Pereyra, imbeccato da Matri, arriva al tiro e costringe Neto a un mezzo miracolo per deviare in angolo. Il miracolo completo però non riesce, perché sugli sviluppi del corner, Bonucci, al volo, spara un siluro che vale il 3-0.

A questo punto non contano nulla i tentativi di Aquilani e di Matri che lascia poi il posto a Coman, la punizione di Diamanti, l'espulsione di Morata  e il tuffo di Storari che toglie il destro di Mati Fernandez dall'angolino. Conta solo il 3-0. Conta solo una cosa: la Juve è in finale!

 

(juventus.com)

 

FIORENTINA-JUVENTUS 0-3

 

RETI: Matri 21' pt, Pereyra 44' pt, Bonucci 14' st

 

FIORENTINA
Neto; Savic, Rodriguez (38' st Tomovic), Basanta; Joaquin (21' st Diamanti), Mati Fernandez, Aquilani, Borja Valero, Alonso; Salah, Gomez (27' st Babacar).
A disposizione: Rosati, Pasqual, Richards, Rosi, Vargas, Ilicic, Lazzari, Kurtic, Gilardino.
Allenatore: Montella.

 

JUVENTUS
Storari; Padoin, Bonucci, Chiellini, Evra; Vidal, Marchisio, Sturaro; Pereyra (38' st Ogbonna); Matri (30' st Coman, 44' st Llorente), Morata.
A disposizione: Buffon, Barzagli, Marrone, Rubinho, Lichtsteiner, De Ceglie,  Pepe, Llorente.
Allenatore: Allegri

 

ARBITRO: Massa
ASSISTENTI: Di Liberatore, Cariolato
QUARTO UFFICIALE: Mazzoleni

 

AMMONITI: 30' pt Sturaro, 40' pt Chiellini, 16' st Rodriguez, 16' st Marchisio, 26' st Mati Fernandez, 33' st Vidal

 

ESPULSI: 42' st Morata

 

 

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JUVENTUS - LAZIO 2-1

 

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La Decima è nostra. L'abbiamo attesa vent'anni, ma ora che è arrivata, possiamo gridarlo: la Juve è la prima squadra a vincere per dieci volte la Coppa Italia. E farlo con uno scudetto già in tasca e con una finale di Champions all'orizzonte riempie ancora più di orgoglio.

 

Se l'è dovuta sudare la corazzata di Allegri, fino ai supplementari, fino all'ultimo respiro. Gliela regala un gol di Matri, che su questo trofeo ha lasciato un sigillo fondamentale, prima con la rete che ha aperto la rimonta a Firenze in semifinale e oggi con il gol che decide la sfida contro una Lazio tostissima.

E dire che la gara inizia come peggio non potrebbe per i bianconeri, perché il primo pallone indirizzato verso la porta di Storari cambia già il risultato. Cataldi batte una punizione dalla tre quarti, concessa per atterramento di Candreva ad opera di Pogba, e Radu stacca in area, piazzando la zuccata nell'angolino alto alla sinistra di Storari.

 

La Juve ci mette appena sette minuti a rispondere e anche il pareggio nasce da calcio piazzato. Questa volta è Pirlo a crossare, Evra fa da sponda per Chiellini che dal vertice dell'area piccola scarica il sinistro al volo sotto l'incrocio.

 

Un uno-due simile farebbe pensare a una gara con occasioni a raffica. In realtà di conclusioni verso le due porte non ne arrivano molte, perché le squadre sono attentissime a coprirsi e entrambe adottano un atteggiamento aggressivo nella metà campo avversaria, ma sono anche rapide a ripiegare quando la prima linea del pressing viene superata.

 

Così per segnare un'occasione si deve aspettare la mezz'ora e in realtà nasce da un errato controllo di Pogba, che a ridosso della propria area addomestica male il pallone con il petto e permette a Parolo di provare il destro, fuori di un soffio.

Ben più manovrata l'azione che si sviluppa al 39' con Pogba bravissimo a lanciare Evra nello spazio e Tevez che colpisce male il traversone rasoterra del francese.


Due minuti più tardi, l'Apache prova a rifarsi, andando a pressare Berisha e arrivando a deviare il suo rinvio: il pallone però si perde in fallo laterale.

In avvio di ripresa la Lazio spinge di più, ma la Juve non si scompone e sono anzi i bianconeri a costruire una palla gol per Pogba, che di testa alza sopra la traversa il traversone di Lichtsteiner, imbeccato da Vidal.

 

La gara è combattuta, è molto fisica, ma ben poco spettacolare. Allegri prova a dare nuova linfa al centrocampo, togliendo Pogba e inserendo Pereyra, mentre Pioli cambia in attacco, con Djordjevic per Klose e il nuovo entrato impegna subito Storari, scattando sul lancio di Parolo e calciando sul portiere in uscita.


Il secondo cambio di Allegri è Matri per Llorente e la mossa sarebbe vincente, se Mazzoleni non segnalasse il fuorigioco quando l'attaccante arriva a deviare alle spalle di Berisha l'assist di Pirlo.


In pieno recupero ci prova anche Tevez, il cui destro dal limite accarezza la traversa e si perde sul fondo, ma è destino che si debba andare ai supplementari.

 

Dopo quattro minuti la Lazio va vicinissima al raddoppio: Djordjevic controlla ai venti metri e spara un sinistro violento che sbatte prima sul palo alla sinistra di Storari, poi sul montante opposto, ma non varca mai la linea e la difesa bianconera riesce a liberare.

 

Le squadre dovrebbero essere stanche ma in realtà la partita è più vivace ora che nei tempi regolamentari e la Juve risponde immediatamente con il colpo di testa di Matri, servito da Evra. L'inserimento è perfetto, ma la palla si perde sul fondo.

 

L'esultanza però è rimandata solo di qualche minuto: Pirlo pesca l'attaccante in area con un lancio millimetrico, nell'azione si inserisce Tevez, il cui tiro viene stoppato, ma Matri è rimasto in zona e piazza un destro che Berisha riesce solo a toccare.

 

Ora c'è da stringere i denti, perché la Lazio si butta in avanti alla ricerca del pareggio, ma si può anche colpire in contropiede, specie quando Tevez decide di mettere il turbo, farsi cinquanta metri in volata e andare a guadagnare una punizione che permette a Pirlo di spaventare Berisha.

L'Apache è l'emblema di questa Juve: lotta come un leone, recupera, difende palla, non molla un centimetro, va ancora a concludere quando mancano due minuti alla fine. La sua grinta e la sua fame sono le stesse dei compagni, mai sazi di vincere. Sono le stesse dei tifosi, che quando Orsato fischia la fine impazziscono di gioia per la Decima, ma già cantano “Ce ne andiamo a Berlino”...

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-LAZIO 2-1 (1-1 dtr)

 

RETI: Radu 4' pt, Chiellini 11' pt, Matri 7' pts

 

JUVENTUS
Storari; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner (10' sts Padoin), Vidal, Pirlo, Pogba (33' st Pereyra), Evra; Llorente (39' st Matri), Tevez.
A disposizione: Buffon, Rubinho, Marrone, Ogbonna, De Ceglie, Padoin, Asamoah, Sturaro, Pepe, Coman.
Allenatore: Massimiliano Allegri.

 

LAZIO
Berisha; De Vrij (1' sts Keita), Gentiletti, Radu (26' st Mauricio); Basta, Parolo, Cataldi, Lulic; Candreva, Klose (37' st Djordjevic), Felipe Anderson.
A disposizione: Marchetti, Strakosha, Braafheid, Cavanda, Ciani, Novaretti, Ledesma, Onazi, Mauri.
Allenatore: Stefano Pioli.

 

ARBITRO: Orsato
ASSISTENTI: Faverani, Stefani
QUARTO UFFICIALE: Tagliavento
ARBITRI D'AREA: Banti, Mazzoleni

 

AMMONITI: 18' pt Parolo, 15' st Evra, 19' st Bonucci, 8' pts Matri, 4' sts Candreva

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Calendario incontro Tim Supercup 2014/15

 

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Riepilogo match Tim Supercup 2014/15

 

 

JUVENTUS - NAPOLI 2-2 (7-8 rig.)

 

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Due volte in vantaggio, due volte ripresa e alla fine sconfitta dopo un'estenuante sequenza di calci di rigore, in cui non bastano tre parate di Buffon. La Juve torna da Doha senza Supercoppa e con una marea di rimpianti perché se è vero che la gara è stata equilibrata, quando i bianconeri hanno spinto sull'acceleratore hanno schiacciato gli avversari. Il problema è che hanno alzato il piede nei momenti sbagliati, dando al Napoli la possibilità di rientrare in partita. Se questo non bastasse, si aggiungano i due match point falliti ai rigori ed ecco servita un'amarissima beffa.

 

Peccato davvero, perché la serata parte sotto i migliori auspici: il clima è perfetto, lo stadio Jassim Bin Hamad è un gioiellino di 13.000 posti, la maggior parte dei quali occupati da tifosi bianconeri non solo locali, ma anche arrivati dai paesi vicini o dall'Italia. E dopo neanche quattro minuti di gioco possono già esultare, quando il tentativo di rinvio di Albiol  sbatte su Koulibaly trasformandosi in un perfetto assist per Tevez che si ritrova solo davanti alla porta e supera Rafael.

 

Anche in vantaggio la Juve continua ad attaccare e a tenere in mano il gioco, ma rischia di ricambiare il favore quando Chiellini non riesce a liberare l'area servendo involontariamente Hamsik, che dal limite centra in pieno il palo.


L'occasione dà morale al Napoli, che alza il baricentro e per qualche minuto tiene i bianconeri lontani dalla propria metà campo. Quando però Llorente e Tevez riescono a dialogare fanno paura e al 21' la sponda dello spagnolo e la sassata dell'Apache dai sedici metri non vale il raddoppio solo per il pronto riflesso di Rafael. Il portiere si ripete poco dopo, deviando in angolo un altro tentativo dal limite di un ispiratissimo Tevez.

Sono le conclusioni da fuori il filo conduttore dell'incontro e a quella di Gargano a fil di palo seguono la volée di Pirlo, coraggiosa, ma troppo centrale, e il destro di Higuain, altissimo.

 

I ritmi non sono altissimi, ma la gara è piacevole ed equilibrata e i portieri hanno il loro bel da fare anche nel finale di primo tempo e se Rafael interviene per respingere il tentativo di Lichtsteiner, bravo nell'inserirsi dalla destra e nell'angolare il tiro, Buffon vola a ribattere la fiondata di Higuain.

Il minimo vantaggio non può bastare alla Juve anche perché il Napoli è tutt'altro che rassegnato e il brivido procurato da Callejon all'8' della ripresa ne è la conferma: Hamsik pesca in profondità lo spagnolo che si presenta solo davanti alla porta e manda il diagonale a sfiorare il palo.

Ancor più preciso è il pallonetto con cui Higuain, pur se defilato sulla sinistra supera l'uscita di Buffon: il pallone attraversa tutto lo specchio della porta e sbatte contro il legno.

 

Urge una scossa per cambiare l'inerzia della partita che ora, punteggio a parte, è in mano ai partenopei. Prova a darla Llorente, che da pochi passi devia il traversone basso di Evra, trovando la risposta di Rafael. Allegri vuole maggior dinamismo e manda in campo Pereyra al posto di Pirlo, ma non c'è tempo di vedere gli effetti del cambio che il Napoli pareggia: De Guzman arriva sul fondo e dalla sinistra pennella per la testa del liberissimo Higuain, che gira in porta e supera Buffon.

 

Il gol subito suona come una sveglia per i bianconeri. L'ennesima sponda di Llorente mette Tevez in condizione di battere dal limite, ma la conclusione è sporca e Rafael blocca. Il Re Leone arriva anche a deviare il traversone di Lichtsteiner, mettendo a lato. Lo svizzero lascia quindi il posto a Padoin, mentre Benitez toglie Hamsik per Mertens. Il finale è un monologo bianconero, ma né Vidal prima, né Tevez poi riescono a trovare la porta. Si va ai supplementari e c'è di che mangiarsi le mani, perché il finale dei tempi regolamentari è una chiara dimostrazione di come la Juve possa mettere gli avversari in serissima difficoltà alzando appena il ritmo. L'approccio troppo morbido della ripresa invece costringe i bianconeri a giocarsi la Supercoppa per un'altra mezz'ora, come a a Pechino nel 2012.

 

Che la Juve non voglia ai rigori è evidente da come Tevez cerchi subito la conclusione di potenza, alzando la mira. Provano invece a piazzare il pallone Pereyra, con un destro da limite, e Pogba, con un colpo di testa in corsa, ma Rafael blocca in entrambi i casi. Tocca allora a Llorente girarsi e scaricare il sinistro, a lato di poco.


La gara adesso è a senso unico e il Napoli viene schiacciato nella propria area. Evra crossa rasoterra  e Vidal batte di prima intenzione, Rafael è fuori causa, ma la difesa fa muro.

 

Morata al posto di Llorente è la mossa di Allegri nel secondo supplementare, ma è sempre Tevez il mattatore. Dopo 35 secondi dalla ripresa del gioco l'Apache riceve al limite da Pogba, bravissimo a superare due avversari nello stretto, e infila un rasoterra non potente ma preciso al millimetro, nell'angolino alla destra di Rafael. Come nei tempi regolamentari però, una volta trovato il vantaggio la Juve concede più spazi ed è un rischio eccessivo, perché Higuain è sempre velenoso. Il suo scatto al 5' è bruciante e il destro violento. Buffon chiude la saracinesca e respinge con un riflesso da campione. Un altra prodezza il capitano deve sfoderarla intervenendo in scivolata quando un'incomprensione con Bonucci rischia di mettere Mertens di fronte alla porta sguarnita.

 

Neanche lui può nulla però, quando a due minuti dalla fine, la difesa non riesce a spazzare un pallone vacante e Higuain trova la zampata vincente da due passi.


Si va ai calci di rigore. Buffon para il primo a Jorginho, Tevez manda il suo sul palo, poi non sbaglia più nessuno e si va ad oltranza. Buffon ferma Mertens, Rafael stoppa Chiellini. Ancora il capitano si supera su Mertens, ma Pereyra spara alto. E così, incredibilmente, dopo aver avuto due match point, ecco il castigo: Koulibaly segna, Rafael spara il rigore di Padoin e il Napoli vince la maratona di Doha.

 

(juventus.com)

 

JUVENTUS-NAPOLI  7-8 dopo i calci di rigore (2-2 dtr)

 

RETI: Tevez 4', Higuain 23' st, Tevez 1' sts, Higuain 13' sts


Sequenza rigori: Jorginho parato, Tevez palo, Ghoulam gol, Vidal gol, Albiol gol, Pogba gol, Inler gol, Marchisio gol, Higuain gol, Morata gol, Gargano gol, Bonucci gol, Mertens, parato, Chiellini parato, Callejon parato, Pereyra alto, Koulibaly gol, Padoin parato

 

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner (34' st Padoin) Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio, Pirlo (21' st Pereyra), Pogba; Vidal, Tevez, Llorente (1' sts Morata)
A disposizione: Storari, Rubinho, Ogbonna, Romagna, Mattiello, Pepe, Coman, Giovinco
Allenatore: Allegri

 

NAPOLI
Rafael; Maggio, Albiol, Koulibaly, Ghulam; Lopez (1' pts Inler), Gargano; Callejon, Hamsik (34' st Mertens), De Guzman (1'sts Jorginho); Higuain
A disposizione: Colombo, Andujar, Henrique, Britos, Mesto, Radosevic, Romano, Zapata, Luperto
Allenatore: Benitez

 

ARBITRO: Valeri
ASSISTENTI: Tonolini, Manganelli
QUARTO UFFICIALE: Giallatini

ARBITRI D'AREA: Banti, Calvarese

 

AMMONITI: 46' pt Higuain, 14' st Mertens, 22' st Pereyra, 31' st Callejon, Albiol 35' st, 15' pts Ghoulam, 3' sts Tevez

 

 

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