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Socrates

Maurizio Sarri - Allenatore

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Juventus had a mental decline after wrapping up Serie A - Sarri | Goal.com

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1947398563_Juve2017.jpg.deced29b2cf9e3431d7268c59c8dcc63.jpgMAURIZIO SARRI     

 

OFFICIAL : Sarri is de nieuwe Lazio coach – LAZIO FANS BELGIO

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Maurizio_Sarri

 

 

Nazione: Italia 20px-Flag_of_Italy.svg.png
Luogo di nascita: Napoli
Data di nascita: 10.01.1959
Ruolo: Allenatore
Altezza: 189 cm
Peso: 83 kg
Soprannome: Il Comandante

 

 

Alla Juventus dal 2019 al 2020

 

52 panchine - 34 vittorie - 9 pareggi - 9 sconfitte

 

1 scudetto

 

 

 

Maurizio Sarri (Napoli, 10 gennaio 1959) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore, tecnico della Lazio.

 

Soprannominato il Comandante, nella sua carriera, iniziata nel 1990 tra i dilettanti della Seconda Categoria e proseguita nel successivo trentennio fino ai massimi livelli internazionali, ha vinto un campionato di Eccellenza (2000-2001) e una Coppa Italia Serie D (2002-2003) con la Sansovino, una UEFA Europa League (2018-2019) con il Chelsea e un campionato di Serie A (2019-2020) con la Juventus. Ha inoltre ottenuto sei promozioni in carriera: due con la Sansovino e una a testa con Cavriglia, Antella, Sangiovannese ed Empoli.

 

Maurizio Sarri
Maurizio Sarri 2019 (cropped).jpg
Sarri alla Juventus nel 2019
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 189 cm
Peso 83 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex difensore)
Squadra   Lazio
Termine carriera 1991 - giocatore
Carriera
Giovanili
197?-197?   Figline
Squadre di club
1975-1982   Figline ? (?)
198?-198? 600px pentasection vertical HEX-008736 HEX-FB090B.svg Grassina ? (?)
1990-1991 600px vertical HEX-9C005B White.svg Stia ? (?)
Carriera da allenatore
1991 600px vertical HEX-9C005B White.svg Stia
1991-1993 Azzurro e Bianco.svg Faellese
1993-1996 Rosso e blu (strisce) 2.svg Cavriglia
1996-1998 600px Bianco e Celeste (Strisce).svg Antella
1998-1999 Flag red HEX-CE2931.svg Valdema
1999-2000 Bisection vertical White HEX-FF0000.svg Tegoleto
2000-2003   Sansovino
2003-2005   Sangiovannese
2005-2006   Pescara
2006-2007   Arezzo
2007   Avellino
2007-2008   Verona
2008-2009   Perugia
2010   Grosseto
2010-2011   Alessandria
2011   Sorrento
2012-2015   Empoli
2015-2018   Napoli
2018-2019   Chelsea
2019-2020   Juventus
2021-   Lazio

 

Biografia

Figlio di un operaio toscano (il padre Amerigo, ex ciclista professionista, lavorava come gruista all'Italsider di Bagnoli, quartiere di Napoli), Sarri è cresciuto a Castro (in provincia di Bergamo) e successivamente a Figline Valdarno (in provincia di Firenze); in gioventù si divide tra il ruolo di calciatore dilettante ed impiegato della Banca Toscana, per la quale lavora anche a Londra, in Germania, in Svizzera e in Lussemburgo. Nel 2002, quando è alla guida della Sansovino, lascia il lavoro bancario per dedicarsi esclusivamente alla carriera di allenatore.

Sposato da anni con la moglie Marina, dalla loro unione è nato un figlio, Nicolè, che insieme alla madre si è occupato di gestire una ditta di articoli da ufficio a Matassino, frazione di Figline Valdarno.

Suo nonno Goffredo è stato partigiano durante la Seconda guerra mondiale, salvando anche la vita a due soldati statunitensi.

Nella cultura di massa

Il 20 marzo 2018 viene pubblicato dal rapper Nasta MC il brano Come Maurizio Sarri, dedicato all'allora allenatore del Napoli e che ha riscosso notevole successo soprattutto tra i tifosi partenopei.

Caratteristiche tecniche

Allenatore

«Ho scelto come unico mestiere quello che avrei fatto gratis. Ho giocato, alleno da una vita, non sono qui per caso. Mi chiamano ancora l'ex impiegato. Come fosse una colpa aver fatto altro.»

(Maurizio Sarri, Il Foglio, 30 novembre 2014)

 

I capisaldi del gioco di Sarri, definito anche «sarrismo», sono: difesa a quattro con giocatori schierati in linea alta; il riferimento dei suddetti non è l'uomo bensì la palla, come da tradizione della difesa a zona.

Si diploma presso il Centro Tecnico di Coverciano nel 2006, con la tesi "La preparazione settimanale della partita". I suoi metodi di allenamento prevedono anche l'ausilio della tecnologia, con droni utilizzati per registrare dall'alto i movimenti della linea difensiva, ma soprattutto per studiare al meglio le distanze tra i reparti.

Carriera

Giocatore

220px-Maurizio_Sarri_al_Grassina.jpg
 
Sarri calciatore al Grassina sul finire degli anni 80 del XX secolo

 

Fin da ragazzo, dopo le giovanili nel locale Figline, Sarri prova a entrare nel grande calcio sostenendo due provini con il Torino e con la Fiorentina. Trascorre quindi diversi anni nel calcio dilettantistico toscano come giocatore, nel ruolo di difensore, sia come terzino sinistro (soprannominato il Secco) che come stopper duro e arcigno, ma sempre tormentato da infortuni. La sua carriera resta comunque legata soprattutto al Figline, con cui esordisce in Serie D nella stagione 1975-76. Nel 1978, a 19 anni, è richiesto dal Montevarchi, ma il Figline chiede 50 milioni di lire per il cartellino, che vegono ritenuti troppi dalla dirigenza montevarchina, mentre poco dopo è Sarri stesso a rifiutare il trasferimento al Pontedera, destinato alla promozione in C1. Sarri gioca nel Figline fino ai 23 anni, quando, nel 1982, subisce il suo primo grave infortunio. La sua carriera continuerà in squadre di seconda e terza categoria, fino all'ultima stagione giocata nelle fila dello Stia.

Allenatore

Gli inizi: dalla Seconda Categoria fino alla Serie C1

Sarri inizia la carriera di allenatore in Seconda Categoria con lo Stia, squadra nella quale militava come calciatore, portandolo al quarto posto finale da subentrato a metà stagione 1990/91, e prosegue con la Faellese, sfiorando la promozione in Prima Categoria.

Dal 1993 compie un doppio salto andando ad allenare squadre di Promozione, con risultati importanti ottenuti alla guida di Cavriglia ed Antella, entrambe portate in Eccellenza. Seguono poi le esperienze sulla panchina del Valdema (esonerato) e del Tegoleto (undicesimo posto da subentrato).

Nel 2000 è scelto dalla Sansovino, che in tre stagioni guida dall'Eccellenza alla promozione in Serie C2, vincendo play-off e Coppa Italia Serie D nella stagione 2002-2003.

 

220px-SarriStia.jpg
 
Sarri agli esordi da allenatore, nella stagione 1990-1991, nello spogliatoio dello Stia

 

Nella sua ultima stagione alla Sansovino è soprannominato Mister 33 dal giornalista Fabrizio Ferrari. Trentatré non rappresentava il numero preciso delle soluzioni adottate sulle palle inattive, ma voleva dare un'idea della grande varietà di schemi e quindi di quanto lavoro dedicasse Sarri alla cura dei particolari.

Nel 2003, in seguito alla vittoria della Coppa Italia Serie D, riceve la deroga per allenare in C2 e il presidente della Sangiovannese, Arduino Casprini, lo prende alla guida della squadra valdarnese. All'esordio nel calcio professionistico ottiene la promozione in C1 nell'annata 2003-2004 e l'ottavo posto nel successivo campionato di terza serie. Il 18 giugno 2005 si dimette.

L'esordio in Serie B con il Pescara e passaggio all'Arezzo

Il 9 luglio 2005 Sarri firma col Pescara ed esordisce in Serie B, nella stagione 2005-2006 traghettandola all'undicesimo posto, con conseguente salvezza con tre giornate di anticipo. Il 30 giugno 2006 si dimette; in seguito l'allenatore toscano dichiarerà che l'esperienza con la squadra abruzzese è stata una delle migliori della sua carriera.

Il 31 ottobre passa all'Arezzo dopo l'esonero di Antonio Conte. In Coppa Italia la squadra amaranto raggiunge i quarti di finale, superando il Livorno che milita in Serie A, venendo poi eliminata dal Milan di Ancelotti (0-2 al Meazza, 1-0 al ritorno). Il 13 marzo 2007 viene esonerato, lasciando però alla storia dei risultati che rimarranno negli annali del club aretino: il 2-2 in casa della Juventus di Deschamps e il 2-2 al San Paolo contro il Napoli di Reja.

Avellino, Verona, Perugia e Grosseto

Il 18 luglio 2007 Sarri inizia una brevissima esperienza con l'Avellino: si dimette il 23 agosto, dopo la gara di Coppa Italia persa con l'Ascoli 0-2, senza cominciare il campionato di Serie B, ritenendo di non poter lavorare in quella che viene da lui descritta come «una situazione priva di programmazione e organizzazione».

Il 31 dicembre subentra all'esonerato Davide Pellegrini sulla panchina del Verona in Serie C1. Il 28 febbraio 2008 viene esonerato dopo aver ottenuto un solo punto in 6 giornate con 5 sconfitte consecutive, e col Verona all'ultimo posto in classifica.

Il 23 settembre subentra all'esonerato Giovanni Pagliari a guida del Perugia in Lega Pro Prima Divisione e viene esonerato il 15 febbraio 2009 dopo la pesante sconfitta per 4-1 contro il Gallipoli.

Il 24 marzo 2010 sostituisce l'esonerato Elio Gustinetti al Grosseto, nelle ultime 11 giornate del campionato di Serie B, portando la compagine toscana al settimo posto finale.

Alessandria e Sorrento

Nell'estate del 2010 Sarri, che pure dopo l'esperienza col Perugia aveva manifestato l'intenzione di non voler allenare più in terza serie, fu convinto dai nuovi presidente e direttore sportivo dell'Alessandria (Giorgio Veltroni e Nario Cardini, con cui aveva positivamente lavorato alla Sansovino) a firmare per la squadra piemontese, in Lega Pro Prima Divisione; l'ingaggio fu sottoscritto il 6 luglio. L'Alessandria balzò ai vertici della classifica già dopo le prime giornate del campionato 2010-2011; Sarri consolidò l'utilizzo del modulo 4-2-3-1 (che già in precedenza aveva sperimentato in luogo del 4-3-3), valorizzò un buon numero di calciatori destinati a salire di categoria (Pucino, Ciancio, Croce, Scappini) e dimostrò abilità nella gestione del gruppo soprattutto quando, nel corso del girone di ritorno, la società si ritrovò alle prese con gravi difficoltà economiche, con l'improvviso abbandono del presidente e con il coinvolgimento di questi nel caso «Scommessopoli»; in questo senso l'allenatore toscano fu protagonista di gesti eclatanti, proteggendo pubblicamente i suoi calciatori («Questo è il gruppo più pulito che ho avuto la fortuna di allenare, è un affronto vedersi inseriti in quell'elenco») e manifestando l'intenzione di dimettersi quando si paventò la sostituzione di alcuni componenti dello staff. Adottò in questo periodo, infine, l'utilizzo della tuta durante le gare ufficiali, abitudine che lo contraddistinse negli anni a venire (in precedenza utilizzava abiti di colore nero, abbandonati per ragioni scaramantiche).

L'Alessandria chiuse il campionato al terzo posto, ottenendo il suo migliore risultato sportivo in oltre 35 anni e la qualificazione ai play-off per la promozione in Serie B; raggiunto quest'ultimo obiettivo, al termine di una gara contro la SPAL, Sarri dichiarò:

«Sappiamo tutti bene come siamo partiti, in otto e un paio di "Berretti" il 20 luglio, e soprattutto quello che abbiamo vissuto e continuiamo a vivere, senza una società alle spalle, perché sono tre mesi che il presidente non si fa vedere e sono quattro mesi abbondanti, da dicembre, che non vediamo gli stipendi. E sono 40 giorni che viviamo in questo vortice di notizie societarie [...] con la testa che, inevitabilmente, va anche a quello che succede, o non succede, fuori dal campo, ma anche con l'obbligo di ritagliarci, comunque, qualche ora, quotidianamente, per lavorare, per allenarci, per preparare la partita. In mezzo alle difficoltà, ma con questi ragazzi straordinari che si sono meritati questo traguardo.»

Ai play-off i grigi furono estromessi per mano della Salernitana di Breda in semifinale, esperienza che l'ambiente alessandrino ricorda con rammarico e rivendicando pesanti torti arbitrali.

Terminata la stagione, l'Alessandria – già provata dalla crisi societaria – fu retrocessa a tavolino in Lega Pro Seconda Divisione a seguito della già citata inchiesta sul calcioscommesse; Sarri, che era stato rinviato a giudizio per omessa denuncia, venne prosciolto. Allettato dalle offerte dell'ambizioso Sorrento, nell'estate 2011 il tecnico di origine napoletana scelse di lasciare la compagine piemontese; ricordato a tutt'oggi dalla tifoseria grigia – nonostante la breve permanenza – come uno dei tecnici preferiti (in un sondaggio svolto dal giornale locale «Il Piccolo» nel 2012 risultò il secondo allenatore più amato della storia dell'Alessandria), in seguito ebbe a dichiarare che «l’Alessandria insieme al Pescara sono le due squadre dove mi sono trovato meglio».

Il 7 luglio firma col Sorrento, militante nel campionato di Lega Pro Prima Divisione. Il 14 dicembre è esonerato con la squadra sesta in classifica (partita con penalizzazione di 2 punti), sostituito da Gennaro Ruotolo.

Empoli

Il 25 giugno 2012 Sarri firma per l'Empoli. L'avvio in campionato nell'annata 2012-2013 è avaro di risultati, e dopo 9 giornate l'Empoli si ritrova in ultima posizione con solo 4 punti totalizzati, ma dopo alcune settimane la squadra comincia la rimonta e chiude al quarto posto: qualificatasi ai playoff, perde la finale per l'accesso in Serie A col Livorno di Nicola, dopo aver sconfitto il Novara in semifinale. Nella stagione 2013-2014 l'Empoli finisce al secondo posto, ed è quindi promosso nella massima serie.

Nella stagione 2014-2015 esordisce con gli azzurri toscani in Serie A, all'età di 55 anni, conquistando la salvezza con 4 giornate d'anticipo: conclude il torneo al 15º posto ottenendo 42 punti (8 vittorie, 18 pareggi, 12 sconfitte) e l'Empoli viene considerata la rivelazione del campionato. Il 19 maggio 2015 l'ex capitano della squadra empolese Ighli Vannucchi consegna a Sarri il premio "Leone d'Argento". Si dimette il 4 giugno seguente. Lo stesso giorno ritira ad Amalfi il premio "Football Leader - Panchina Giusta" assegnato dall'Associazione Italiana Allenatori Calcio.

Napoli

170px-Sarri_2016.jpg
 
Sarri sulla panchina del Napoli nella stagione 2016-2017

 

L'11 giugno seguente firma col Napoli, ereditando la panchina azzurra da Rafael Benítez.

Esordisce in campionato il 23 agosto 2015 al Mapei Stadium di Reggio Emilia affrontando il Sassuolo di Eusebio Di Francesco, perdendo 2-1. Il 17 settembre esordisce da allenatore nelle coppe europee, nel netto 5-0 del Napoli sul Club Bruges in una sfida di UEFA Europa League, prima vittoria di Sarri sulla panchina partenopea. Tre giorni dopo, il 20 settembre, ottiene la sua prima vittoria in campionato, battendo al San Paolo la Lazio con un altro 5-0. Il 30 novembre, grazie alla vittoria per 2-1 sull'Inter, riporta il Napoli al primo posto solitario in massima serie, a distanza di oltre 25 anni dall'ultima volta (stagione 1989-90, anno del secondo scudetto del Napoli). Il 10 dicembre 2015 conquista la sesta vittoria su sei partite in Europa League, ottenendo il record di punti (18 su 18) della competizione nella fase a gironi, il record di gol fatti (22 in 6 partite) e subiti (3 in 6 partite) sempre nella fase a gironi della competizione. Il 10 gennaio 2016, vincendo 1-5 sul campo del Frosinone, il Napoli si laurea Campione d'Inverno in Serie A con 41 punti in 19 partite, l'ultima volta fu nella stagione 1989-1990, anno del secondo scudetto. Il 7 febbraio vincendo in casa 1-0 (goal su rigore di Higuaín) contro il Carpi, il Napoli centra l'ottava vittoria consecutiva in campionato, record assoluto per la società partenopea in Serie A.

Chiude la prima stagione sulla panchina azzurra al secondo posto in campionato, con conseguente qualificazione diretta in UEFA Champions League, facendo inoltre registrare i nuovi record societari di punti (82) e vittorie in campionato (25), reti stagionali in tutte le competizioni (106), maggior numero di reti realizzate (80) e minor numero di reti subite (32) nei tornei di A a 20 squadre.

Il secondo anno sulla panchina azzurra termina al terzo posto in campionato, qualificandosi per i preliminari (poi vinti) di Champions contro il Nizza. Riesce, inoltre, a migliorare alcuni dei record della società partenopea, raggiunti nella stagione precedente, stabilendo nuovi primati per quanto riguarda punti (86), vittorie in campionato (26), reti stagionali in tutte le competizioni (115) e reti realizzate (94) nei tornei di A a 20 squadre.

Il terzo anno sulla panchina azzurra termina, nuovamente, al secondo posto in campionato con conseguente qualificazione diretta in Champions. In questa stagione migliora ulteriormente il record di punti (91), vittorie in campionato (28) e minor numero di reti subite (29) nei tornei di A a 20 squadre.

Il 23 maggio 2018, dopo tre stagioni alla guida degli azzurri, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis annuncia l'interruzione del rapporto con il tecnico.

Chelsea

220px-Maurizio_Sarri_at_Baku_before_2019
 
Sarri al Chelsea durante la rifinitura per la vittoriosa finale della UEFA Europa League 2018-2019

 

Il 14 luglio 2018 Sarri approda sulla panchina del Chelsea, coadiuvato dai vice Gianfranco Zola e Luca Gotti. Esce sconfitto dalla prima partita ufficiale, il Community Shield perso contro il Manchester City di Pep Guardiola. Esordisce in Premier League l'11 agosto, vincendo per 3-0 in trasferta contro l'Huddersfield Town. Il 24 febbraio perde, dopo i tiri di rigore (3-4), la finale di Coppa di Lega sempre contro i Citizens. Sei giorni prima era uscito dalla FA Cup agli ottavi per mano del Manchester Utd. Il 9 maggio 2019, vincendo ai rigori contro l'Eintracht Francoforte dopo l'1-1 dei tempi regolamentari, raggiunge la finale di UEFA Europa League. In Premier arriva invece terzo con 72 punti, a 26 lunghezze dalla capolista Manchester City.

Il 29 maggio 2019, battendo i concittadini dell'Arsenal per 4-1 in finale, vince l'Europa League, il suo primo trofeo internazionale nonché primo assoluto tra i professionisti: l'ultimo allenatore italiano a trionfare nella competizione, quando ancora si chiamava Coppa UEFA, era stato Alberto Malesani nell'edizione 1998-1999. Al contempo diventa l'allenatore più anziano ad avere vinto il trofeo all'età di 60 anni e 139 giorni.

Juventus

Il 16 giugno 2019, dopo l'annuncio della risoluzione contrattuale con i Blues, Sarri è chiamato alla guida della Juventus. Poco prima dell'inizio di stagione viene colpito da una forma di polmonite che non gli permette di dirigere la squadra in avvio di campionato, venendo temporaneamente sostituito alla guida tecnica dal suo vice, Giovanni Martusciello, nelle prime due giornate di Serie A.

Esordisce sulla panchina bianconera il successivo 14 settembre, nella trasferta di campionato sul terreno della Fiorentina (0-0); quattro giorni dopo esordisce in UEFA Champions League con la squadra torinese, nel pareggio di Madrid contro l'Atlético Madrid (2-2). Nel corso di una stagione sportiva spezzata, segnata dallo stop forzato causato dalla sopraggiunta pandemia di covid, prima della pausa natalizia perde la sfida di Supercoppa italiana contro la Lazio; nel giugno seguente, alla ripresa dell'attività, raggiunge la finale di Coppa Italia, anch'essa persa, questa volta ai tiri di rigore (2-4), contro il Napoli.

Il 26 luglio 2020, con due turni di anticipo, guida la Juventus alla vittoria del suo nono scudetto consecutivo, il primo della carriera per Sarri: all'età di 61 anni diventa il tecnico più anziano a fregiarsi del titolo italiano nell'era del girone unico, superando il precedente record stabilito dal romanista Nils Liedholm nella stagione 1982-1983, oltreché il più vecchio a vincerlo per la prima volta, battendo il primato del sampdoriano Vujadin Boškov nell'edizione 1990-1991. Nonostante l'affermazione in campionato, i deludenti risultati maturati dall'allenatore nelle altre competizioni stagionali, su tutti la precoce eliminazione agli ottavi di finale della Champions per mano del meno quotato Olympique Lione, portano la società a sollevarlo dall'incarico l'8 agosto 2020.

Lazio

Il 9 giugno 2021, dopo un anno sabbatico, Sarri viene annunciato come nuovo tecnico della Lazio. Il successivo 21 agosto debutta sulla panchina biancoceleste, nella gara di campionato vinta 3-1 sul terreno dell'Empoli. In campionato si piazza al quinto posto con 64 punti; in UEFA Europa League perde il doppio confronto con il Porto nella fase a eliminazione diretta.

Controversie

Tra gli indagati nell'ambito dello scandalo calcioscommesse del 2011, il 1º giugno 2012 il procuratore federale Stefano Palazzi richiede per lui un anno di squalifica per omessa denuncia: il 18 dello stesso mese viene prosciolto dall'accusa in primo grado.

Il 19 gennaio 2016, durante il quarto di finale di Coppa Italia perso dal Napoli contro l'Inter, durante un diverbio con l'allenatore interista Roberto Mancini si lascia andare a degli insulti omofobi: due giorni dopo il giudice sportivo lo condanna a due turni di squalifica nella manifestazione e a un'ammenda di ventimila euro per insulti pesanti. Già il 25 marzo 2014, sulla panchina empolese, si era reso protagonista di un episodio simile durante la trasferta a Varese.

Palmarès

Allenatore

Club

220px-Chelsea_won_UEFA_Europa_League_fin
 
Sarri (estrema sinistra) festeggia con il suo Chelsea la vittoria della UEFA Europa League 2018-2019
Competizioni regionali
Competizioni nazionali
Competizioni internazionali

Individuale

 

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1947398563_Juve2017.jpg.deced29b2cf9e3431d7268c59c8dcc63.jpgMAURIZIO SARRI     

 

sarri.jpg

 

 

 

«In fondo Sarri è un Maifredi che ce l’ha fatta...». Questa frase dell’amico Alessandro Bassi mette a confronto la storia di due allenatori passati come meteore nella storia bianconera ma capaci di lasciare un segno… anche se non di certo positivo.
Tante le analogie fra i due… nessuna esperienza da calciatore, chiamati a sostituire un allenatore vincente (Zoff e Max Allegri), portatori di bel gioco (“il calcio champagne” e il “sarrismo”), abbandonati presto dalla dirigenza e ancor prima dalla squadra («Per lui esiste solo Baggino», ebbe a dire Tacconi di Maifredi).
Certo, la differenza è che Sarri ha vinto uno scudetto (e scusate se è poco) ma, obiettivamente, il compito non era poi così arduo. La Juventus è da un decennio la squadra più forte in Italia per distacco. Quella di Gigi da Lograto partiva in quinta posizione, dopo le milanesi, il Napoli e la Samp di Vialli e Mancini. Nonostante Baggio, nonostante Schillaci.
Dopo un anno si riparte. Coi ritorni di Boniperti e il Trap (dopo la nefasta gestione della triade Montezemolo-Bendoni-Governato) allora. Con l’arrivo a sorpresa di Pirlo adesso.
Cosa ci hanno lasciato il toscano/napoletano e il bresciano? Poco e niente… solo discussioni da bar (o da social) e la palma di allenatori fra i più scarsi che abbiano mai seduto sulla panchina della Vecchia Signora.
 
VALERIO VITALI, 8 AGOSTO 2020
Il progetto Sarri alla Juve è fallito ed è fallito miseramente. Certo, dirlo dopo uno scudetto vinto fa specie, ma è negli appuntamenti di coppa che si è palesata un’insufficienza palese, nel gioco e nello spirito. Le finali perse con Lazio e Napoli e il doppio confronto con il Lione hanno fatto emergere quei limiti alla mentalità “sarriana” che erano visibili anche a Napoli. Contro squadre chiuse, tatticamente ben disposte dietro, Sarri ha sempre faticato e soprattutto, non ha mai posto rimedio a gara in corso.
La gara contro i francesi ieri sera ha segnato una linea di non ritorno. Una linea che è stata tracciata in primis da Andrea Agnelli, fortunatamente “Deus ex machina” di questo organismo complesso chiamato Juventus. Un organismo che necessità di valori che non sono facilmente riscontrabili in altri club e che, la storia ci insegna, sono sempre stati sposati dagli allenatori che quelle squadre le hanno guidate. Quante volte avete sentito dire da Torricelli, Di Livio, lo stesso Conte frasi come “mi sarei buttato da un palazzo se Lippi me lo avesse chiesto”. E quante volte lo avete sentito dire a Bonucci, Lichtsteiner o Vidal nei confronti dello stesso Conte. Parole che a loro volta hanno pronunciato negli anni ‘80 con Trapattoni. Alla Juventus, prima di tutto, serve questo, serve un “rinnovato spirito”, come descritto amabilmente da Andrea Agnelli ieri dopo Juve-Lione.
Il progetto Sarri è fallito dalla culla. Un matrimonio mal combinato che Manzoni avrebbe narrato con un eloquente “non s’ha da fare”. Per molteplici ragioni tattiche ma anche di uomini a disposizione, sebbene la Juve nella mente di Paratici non fosse costruita così “dilettantisticamente”, come va di moda dire in questi giorni.
Per intenderci: un Ramsey alla Hamsik (incursore mezz’ala), con Bentancur suo alter ego tutto fare (come Allan) e un playmaker basso come Pjanic (dove sono finiti i 150 palloni da far toccare al bosniaco?).
Nel ragionamento di una rosa più ampia e con ricambi come Matuidi, Khedira, Rabiot ed Emre Can c’era tutto per fare bene. Purtroppo i continui infortuni di Ramsey, il mancato adattamento iniziale di Rabiot e le vicissitudini di Emre Can hanno complicato il tutto. Sarebbero attenuanti in caso di vittoria convincente della Serie A e di un trofeo nazionale e di una fuoriuscita dalle Final Eight di Champions League, ma in questo caso specifico no. Contro il Lione no. La Juventus non si può appiattire, allineare, al pensiero che il nodo gordiano del discorso intorno a Sarri sia riconducibile solo ed esclusivamente al centrocampo quando vieni messo alla porta dal Lione di Crequeret-Cornet-Tousart e compagnia cantante.
Il progetto Sarri alla Juve è fallito non solo nei risultati, quanto nell’espressione di gioco ed è questa la nota maggiormente dolente. Sui risultati (che alla Juve contano da sempre primariamente) ci si può anche passare sopra, ma sul come ci si è arrivati, che è stato il reale motivo di quel cambiamento richiesto più di un anno fa, che invece si deve essere intransigenti. Oltre ai due scontri diretti contro l’Inter (che comunque sono valsi il grosso dello scudetto per carità) non si è vista una Juve propositiva dall’inizio alla fine delle gare e quei 24 punti in Serie A che la Juventus ha perso per rimonte alquanto bislacche lo evidenziano in maniera sostanziale.
Crolli psicologici, decrescita di giocatori come Pjanic e Higuain, mancato (o tardivo) inserimento di Ramsey e Rabiot, o la gestione a dir poco pessima, dei casi Mandzukic ed Emre Can. Sarri ha fallito sia nell’espressione del gioco, troppo spesso lento e macchinoso, ancor più di Allegri questo è certo, sempre troppo inalberato tra vecchio e nuovo, tra idea di progetto futuro e un passato “rassicurante”. Sarri è caduto ma non lo ha fatto con le sue idee e questo è forse il rammarico maggiore.
 
ANTONELLO ANGELINI, 8 AGOSTO 2020
Arrivederci Maurizio Sarri. Anche tu hai vinto lo scudetto con la Juventus e quindi resterai nella storia della Vecchia Signora. Ovviamente speravo in un differente epilogo: Maurizio Sarri che vince, vincendo e convincendo, magari anche a tratti e che nel giro di un triennio ci porta sul tetto d’Europa.
Con tutti i sui difetti Maurizio Sarri ha alcune cose che mi piacciono, compreso il fatto di dire davvero ciò che pensa seppur in maniera un po’ ingenua. Interessanti e non monotone le sue spiegazioni tecniche. La sua mano si è vista più all’inizio che alla fine. Penso alle partite con Inter, Napoli, Lecce, Brescia, Roma in coppa Italia, al primo tempo contro la Lazio a Roma e così via. Poi man mano la squadra ha perso voglia di giocare, i giocatori apparivano sempre più svogliati e demotivati. Questo è stato il vero motivo dell’esonero. Distanza giocatori/allenatore.  Non potendo cambiare tutti i giocatori e non riuscendo a difendere un allenatore che ha bisogno di pieni poteri per poter esprimere il suo gioco spumeggiante (quello che ci ha fatto vedere a Napoli) ci si libera dell’allenatore.
Funziona da sempre così. Ricordiamo che la campagna acquisti non la ha fatta lui, ricordiamo l’infortunio di Chiellini e l’inserimento molto lento di De Ligt, l’infortunio di Demiral. Ed ecco i troppi gol presi, vero problema della Juventus di Sarri, sono anche figli di questi infortuni. I nuovi si sono inseriti tardi (Rabiot) o mai (Ramsey). Una rosa senza molta logica piena di vecchi giocatori spesso infortunati (Khedira, Costa, De Sciglio, Chiellini), con troppo pochi attaccanti (contro il Lione deve entrare uno della primavera).
Poi Sarri ha fatto anche lui tanti errori, dalle dichiarazioni post sconfitta a Napoli, al voler insistere in alcune scelte contro ogni logica.
 

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