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Ghost Dog

Ogni Maledetta Domenica

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14 06 2011

Modificato da Ghost Dog

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21 06 2011

NON GUARDATE IL CAPELLO

La buona notizia

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28 06 2011

PAVONE SENZA RUOTA

A Buenos Aires sbaglia il rigore decisivo e

il River Plate di Sivori precipita in Serie B

Ne succedono delle belle, o delle brutte, o delle bruttissime, nel Pianeta

Rotondo delle Scimmie che siamo diventati. Buenos Aires (in quest

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05 07 11

BENVENUTA FARSOPOLI

Secondo Palazzi l

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12 07 2011

TRA INFAMIA E LODI

Il Milan post Mondadori? Niente pi

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12 07 2011

TRA INFAMIA E LODI

Il Milan post Mondadori? Niente pi

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19 07 2011

IL CALCIO ALLA SBARRA

Dalla portineria Figc al mito del Subamerica:

siamo al Titanic dello scarpino

Se io scrivo che

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26 07 2011

SIMBOLI PELLEGRINI

Ancora una volta Federica ci ha mostrato

la differenza tra lo sport vero e quello falso

In omaggio a Federica Pellegrini. In sprezzo dei pellegrini calcistici, sotto

forma di giustizia, calciomercato, Tot

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02 08 2011

TUTTO A POSTO, NIENTE IN ORDINE

LO SPETTACOLO DEVE CONTINUARE

Su Scommettopoli l

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30 08 2011

LOTITO E IL MODELLO FIAT

Si candida a Marchionne del calcio e vorrebbe

abolire l'articolo 7. Un gioco da ragazzi...

Scioperate, scioperate, qualcosa rester

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06 09 2011

IL CONTROPIEDE DEI PALLONARI

IL PAESE SI FERMA, LORO GIOCANO

Finito lo psicodramma dello sciopero in Serie A

Oltre al calcio, niente: flop dell

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20 09 2011

L

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27 09 2011

Chi ha sceneggiato

questa Atalanta?

Non credo alla mano invisibile del mercato, alla Adam Smith (pi

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04 10 2011

Quei cattivi pensieri

che non cambiano mai

Non basta pi

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18 10 2011

I fischi (e i fiaschi)

sono uguali per tutti?

Gli arbitri

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01 11 2011

Imparassimo a dire:

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08 11 2011

Se si fa giocare

a zona il nubifragio

Il calcio, o forse l

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La presa (per i fondelli) di Calciopoli: tutto ridotto al tifo per Inter e Juventus, con il concorso dei media

di Oliviero Beha

Articolo riportato nel topic K A L C I O M A R C I O

Modificato da *LeRoiMichel*

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*LeRoiMichel*

sul topic KALCIOMARCIO.

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*LeRoiMichel*

sul topic KALCIOMARCIO.

Scusa, pensavo che questo topic fosse dedicato agli articoli di Beha.

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Scusa, pensavo che questo topic fosse dedicato agli articoli di Beha.

In effetti su questo topic copincollo gli articoli della rubrica di Beha

su "Il Fatto Quotidiano" del martedi'.

Quell'articolo di Beha da te ripreso meriterebbe, anzitutto, un topic a parte

e poi l'archiviazione nel topic K A L C I O M A R C I O.

Assolutamente in buona fede.

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In effetti su questo topic copincollo gli articoli della rubrica di Beha

su "Il Fatto Quotidiano" del martedi'.

Quell'articolo di Beha da te ripreso meriterebbe, anzitutto, un topic a parte

e poi l'archiviazione nel topic K A L C I O M A R C I O.

Assolutamente in buona fede.

Ok, fatto ;)

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15 11 2011

AGNELLI CHIEDE I DANNI AL TAR

JUVE COLPEVOLE

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22 11 2011

Tutti a tavola

Anche i guardalinee

Immaginatevi la scena: viene ordito in pompa magna il famoso tavolo della pace

tra i poteri calcistico / sportivi, quello richiesto da Andrea Agnelli per le

vecchie storie della Vecchia Signora, con Petrucci alla presidenza a mo ’ di

Artù e Massimo Moratti e magari Della Valle ecc. E ai lati di esso ci sono gli

assistenti arbitrali che alzano la bandierina se la discussione va in

fuorigioco … Meravigliosa trasposizione da subbuteo del pallone italiano di

oggi, di ieri e di domani, in balia di decisioni arbitrali più che discutibili

sulla scorta quasi sempre delle segnalazioni dei loro laterali. L’elenco degli

errori è infinito e bisognerà pure cavare qualche ragno dal buco. Per esempio,

l’errore di chi aiuta (o danneggia) Mazzoleni nel gol di Seedorf annullato

ingiustamente a Firenze ha determinato il mancato primato in classifica del

gruppo parlamentare titolare di Berlusconi.

MALE, CERTO. Ma c’è un peggio: se domenica prossima qualcuno dovesse

restituire il maltolto al Milan contro il Chievo qualora ce ne fosse bisogno –

che so, un rigore fasullo o un gol in fuorigioco, per dire… – che diremmo?

Giustizia è fatta? Vallo a spiegare al Chievo… E non mi sono discostato tanto

dalla lettura dei fatti. Prendete l’Inter: sulla carta deve mangiarsi il

Cagliari, sul campo così non è e la partita viene sbloccata da un gol in

fuorigioco di Thiago Motta (ormai ci sono più Thiaghi in giro che Rossi …).

Morale: l’Inter dice che con tutto quello che ha subito fin qui, non c’è tanto

da fare gli schizzinosi. Ma se vale questa regola, tradotta in “tanto tutto si

compensa, alla fine del campionato” (e non è vero per niente), ditemi voi

quanto è regolare eticamente un torneo così. L’obiezione di chi non vuol

capire è: ma adesso succede perché sbagliano in buona fede, la bad company di

Moggi e Co. invece funzionava dolosamente. Ma scusate, dunque il teorema della

compensazione è invece eticamente accettabile?

E A SPESE di chi? Perché ci sarà alla fine il classico “ortolano” del

proverbio del Settecento francese illuminato, non vi pare? E chi fa la parte

di questo ortolano nel magazzino ortofrutticolo del Reame Rotondocratico?

Vedete, non sarebbe male che assieme al tavolo di cui sopra, che attendo con

ansia per capire chi ci marcia e chi no, venisse affrontato politicamente e

non solo giuridicamente il caso da cui parte la necessità del tavolo stesso,

ovvero l’anima (bianco) nera di Calciopoli. L’Alta Corte del Coni ha infatti

in giudizio la delicata questione immediatamente ricollegabile al suddetto

scandalo, quella della radiazione di Moggi. Di cui a mio parere il lettore non

sa nulla. Perché un ricorso a un simile grado di giudizio? Perché la

Federcalcio ha combinato pasticci con la radiazione per finta di Preziosi e

Dal Cin, ne ha segretato gli atti per evitare confronti con la difformità di

giudizio nel caso di Calciopoli, non ha tenuto nel debito conto alcuna altra

telefonata sopraggiunta a chiarire o a modificare o a integrare le colpe di

tale scandalo. A distanza di oltre 5 anni, forse il tavolo summenzionato

potrebbe inglobare anche queste questioni, così da illuminare a giorno tutto

ed evitare ulteriori somministrazioni di “doping legale”, come l’ha chiamato

con felice intuizione l’astuto Petrucci (al Coni da una vita in qualità di

germoglio spontaneo…). E tornando alle fischiate improvvide, non ci sono stati

solo annullamenti di stampo “etico”, ma anche di stampo estetico: come

definire altrimenti la meraviglia di Osvaldo, in volo in bicicletta

all’Olimpico come nei tempi antichi? Comunque ha vinto la Roma, ma siamo stati

deprivati tutti da un gesto sensibile come pochi (ricordo nell’era ronaldiana

all’Inter una meraviglia di Djorkaeff, proprio contro la Roma), tra l’altro

sempre più raro. Un altro paio di considerazioni apparentemente di contorno,

in realtà credo cruciali. La prima riguarda le dimostrazioni di razzismo degli

stadi: è vero, il presidente della Fifa, Sepp Blatter (ossia Giuseppe Blatte,

come l’insetto), è stato capace di sottovalutare conati razzistici negli stadi

inglesi, suscitando la reazione di dirigenti albionici quando il capataz

svizzero, coinvolto in una montagna di casi con indebiti regali, favori ecc.

nella nebbia opacissima del potere di Zurigo, se ne è uscito con la paterna

recinzione delle frasi razziste “all’interno del calcio”.

MA DEVE essere chiaro che è lui un cattivo esempio, assieme ai responsabili

di manifestazione razzistiche di qualunque livello. Per cui fa malissimo da

noi il presidente della Fiorentina, certo Cognigni, a sottovalutare i cori da

“zingaro” riservati a Ibrahimovic dopo episodi analoghi indirizzati a

Mihajilovic. È un modo di stravolgere le gerarchie di importanza e di

accettare questo imbarbarimento meta-economico dello sport o del gioco. La

seconda considerazione tocca il linguaggio, quindi comunque la valutazione

errata di ciò che succede, come per Blatter, come per Cognigni e chissà quanti

altri. Sabato non si è giocata una partita della Bundesliga tedesca,

precisamente Colonia-Mainz. L’arbitro designato aveva tentato in mattinata il

suicidio e fortunatamente è stato ripreso per un capello. Giornalisticamente è

ovvia la necessità di ricordare come purtroppo riuscendovi due anni fa avesse

fatto lo stesso il portiere della Nazionale tedesca, Henke: ma sapete come

parecchi siti internet italiani hanno connotato la tragedia mancata

dell’arbitro? Con il termine “clamoroso”. È possibile mischiare insensibilità

a ignoranza lessicale in questo modo? Per la mia generazione era un brocardo

di Ciotti “Clamoroso al Cibali” se il Catania batteva l’Inter. Oggi è

“clamoroso” un tentato suicidio? Urge un tavolo anche per il linguaggio, temo.

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29 11 2011

Tutti pazzi per Lavezzi

(anche troppo...)

Calci e sputi e colpi di testa è il titolo di un bel libro neppure troppo

datato (1976) a firma di un ex calciatore del Perugia poi libraio, Paolo

Sollier: vi ricordate di quel faticatore barbuto travestito da centravanti

arretrato che faceva godere Castagner e tutti i tifosi, nell’anno in cui

arrivarono secondi dietro il Milan ma imbattuti? Era il 1979, epoca di

terrorismo, di “teorema Calogero” per il 7 aprile e Toni Negri, e di altre

storie di cui probabilmente siamo figli, o nipoti. Mi viene in mente per

un’occhiata al mondo del calcio di allora e di oggi, magari all’ombra di un

saggio ineguagliato di sociologia sportiva, dico “Homo ludens” (1938), di

Huizinga , filosofo olandese maestro di Crujiff e Neskeens... C’era una volta

una cittadella rotondolatrica e rotondocratica circondata da un fossato pieno

d’acqua. I Signori del pallone alzavano o abbassavano il ponte levatoio,

grazie soprattutto a quella voglia di “ricreazione” (Huizinga) o a quella

“fuga dalla politica” (Sollier) del popolo dei tifosi che ignoravano a forza

ciò che non fosse calcio giocato.

SI POTEVA parlare per ore, giorni, settimane di un rigore non dato, ma

praticamente mai di ciò che stava “dietro” o “fuori” dal campo: niente

politica né economia sportiva che sporcasse quel rettangolo verde,

l’importante era difendere questa extra-territorialità sociale (una volta si

diceva che il tifoso era “interclassista” ...). È come se oggi, ma proprio

oggi, decidessi di “proteggere il calcio” occupandomi – che so – soltanto

dell’imbattibilità della Juve (ma anche il Perugia finì imbattuto), o dei

solisti ormai ben impalcati del Milan, o della Fiorentina di cui si ignora la

malattia: ma come sarebbe, prima c’era Frey in porta e adesso c’è il Santo

Polacco, prima il 10 sulla maglia ce l’aveva una fenomenale “canaglia” di nome

Mutu e adesso ce l’ha questo Silva, anche simpatico per carità, ma più

somigliante per ora al cattivo della saga cinematografica de La mummia, e ci

si domanda perché va male?

ANDRÀ MEGLIO, certo, con Rossi, ma perché non pagano quelli che hanno davvero

sbagliato? E invece che occuparmi di questo riprendo il filo: le nequizie

esterne stanno invadendo la cittadella, il colbertismo mediatico non basta più

(“I teppisti? Non sono veri sportivi…”, e ti credo!), l’acqua del fossato è

prosciugata, il ponte levatoio è del tutto levatoio e non esiste più. Così la

cronaca nera, le pressioni psicologiche su attori che si caricano il pallone

sulle spalle peggio che Atlante la palla del mondo, montagne di interessi

contigui o sovrastanti hanno invaso quella cittadella, peraltro a sua volta

assai sbreccata nelle mura cadenti. Anche se le telecamere della tv sono messe

in modo che non venga inquadrata tutta questa fatiscenza. Anche se resiste la

buona volontà travestita da passione e da tifo di folle sempre più televisive

che continuano “come se” il calcio fosse difeso da quel fossato (Huizinga più

Sollier). Bello sforzo di immaginazione: e poi tutte insieme ti arrivano le

notizie da Napoli sui tre tenori del gol, da Milano sulla condanna di Amantino

Mancini a due anni e otto mesi per violenza sessuale, sulla moglie del Ct

uruguagio Tabarez ustionata a Montevideo, sul Ct del Galles suicida

“inspiegabilmente” (notare l’acutezza dell’avverbio: come se non fosse

comunque un mistero... dico il togliersi la vita) una settimana dopo che aveva

cercato di fare lo stesso un arbitro della Bundesliga e due anni dopo il

suicidio del portiere della Germania. Per carità, non sono né fatti né

grandezze commensurabili, ma di certo sono entrati passando sopra quel ponte

tra società e calcio steso definitivamente su un fossato asciutto. In

confronto è uno scherzo la lite tra Osvaldo e Lamela, con manata di

contrappunto a un passaggio non arrivato, ma il tutto all’interno di quella

cittadella. Fuori, impazzano per esempio a Napoli, ma con una casistica ricca

anche a Roma e Milano tra cattive compagnie, scommesse, ricatti ecc. , le

reazioni per il caso-Lavezzi.

NON SI PARLA di campo, di “el pocho” che segna poco e nulla, bensì

dell’aggressione subita dalla fidanzata scippata di un rolex, Yanina Screpante

(oddio, anche i nomi, con lui Ezequiel…), che si è lasciata scappare un “città

di m***a…”, poi rientrato. Il presidente del club ha spiegato che “via, a

Napoli può succedere, i due non si sono forse ambientati del tutto, forse lei

con il rolex è parsa una provocazione…” tanto per la serie “peggio il tacon

che il buso”, il sindaco interista ma anche napoletano lo ha suffragato con

dei riflessivi “può accadere in qualunque città” (anche se Berlusconi è al

corrente del fatto che “siamo un paese di m***a”). E questo episodio segue

l’agguato alla moglie di Hamsik, e il furto a casa Cavani… solo per restare al

“tridente” che stasera tenta di frangere la Juve. Pur con il corredo di tutta

la malavita organizzata che ci tiene compagnia in questo come in qualunque

altro settore e preme sul sistema-calcio in mille modi, come ben sanno le

Procure di mezza Italia, “nessun complotto” dice il questore di Napoli, e

probabilmente con ragione. Ma in un certo senso magari ci fosse un complotto,

a razionalizzare sia pure nel male il ponte sdraiato sopra il fossato: così

c’è “semplicemente” da prendere atto di una degenerazione che sul piano

inclinato del sistema-Paese ha contagiato il calcio assai più che in passato,

man mano che crescevano gli interessi in gioco. Quindi sempre più stress,

sempre più pericoli, sempre più “nemici” all’interno di una cittadella in cui

sono entrati non a nuoto, ma in auto blu: e nessun rispetto particolare per

gli “dei della domenica”, che giocano tutti i giorni, e a cui forse neppure

una mano napoletana oggi rende “rispettosamente” la refurtiva come accadeva ai

tempi di Maradona. Allora, vent’anni fa, ci sembrava che in un delirio di

cocaina non potesse andar peggio di così mentre la passione del San Paolo

faceva resuscitare i morti. Errore: travolte le barriere, siamo tutti dentro e

tutti fuori.

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