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Marmas

Tifoso Juventus
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  1. Certo che Stefano Petrucci che intervista Magliaro è il massimo che ci si possa aspettare da un giornalismo non fazioso, indipendente, obiettivo e rispettoso dei fatti. Chissà se a fine intervista e a microfoni spenti avranno intonato insieme le note di "Grazie Roma"
  2. Chissà, forse pure Magliaro comincia a sentire (ammesso che non l'abbia sentita negli anni scorsi) la puzza nauseabonda del malaffare.
  3. questa è una sua opinione, rispettabile ma che rimane tale. io per esempio la penso diversamente e dico che Magliaro rappresenta un tipo di faziosità diversa da quella urlata/conclamata ma non per questo meno pericolosa.
  4. A parte il siparietto penoso sul 14 % del 39% (Magliaro deve avere le idee davvero confuse ) c'è da dire che con questa intervista il giornalista romano e romanista (ci sta sempre bene, e fa anche rima ) ha definitivamente gettato la maschera.
  5. 1. puoi postare la fonte da cui hai tratto la parte in neretto? 2. in un paese normale Pallotta sarebbe già stato interrogato dalla magistratura e "convinto", insieme ai suoi compagni di merenda, a lasciar perdere quella porcheria chiamata "progetto "Tor di Valle". Altro che "gli chiedono questo mondo e quell'altro... certo...e poi fra qualche mese arriva la Befana ps: mi chiedo come facciate ad avere certezze tanto granitiche quanto insostenibili se rapportate alla quotidianità e alla realtà dei fatti e se ti rispondessi meglio populisti che palazzinari ? Scherzi a parte, a mio avviso è la Roma e i romanisti (una parte minoritaria, non tutti per fortuna), non Roma come città, ad aver il f***** bisogno di uno stadio di proprietà (inteso come proprietà di Pallotta anche se 'sta cosa sembra non voler entrare nelle vostre teste). su Rio mi sembra che tutti i dati siano concordi nel sottoineare un chiaro peggioramento dell'economia nazionale a valle dei mondiali di calcio, e che le previsioni in vista delle imminenti Olimpiadi non siano diverse. per quanto riguarda la 'ndrangheta a Torino magari ti risponderà un torinese ma intanto consentimi di sottolineare (e ti ringrazio per darmene la possibilità) che io non ho mai detto che lo stadio a Roma non si può fare perchè a Roma c'è la Mafia ma che l' "operazione Tor di Valle" ( nella quale lo stadio rappresenta solo il 14%) ricorda molto da vicino "quella commistione di interessi che anche attraverso “Mafia Capitale” ha ridotto Roma ad una capitale da Terzo Mondo" ps:lascia stare gli accostamenti con lo JS se non vuoi continuare a confondere le mele con le pere
  6. Conosco Roma, la zona di Tor di Valle, le problematiche legate alla viabilità della via del Mare e dell’Ostiense e quelle relative al trasporto su ferro (ferrovia Roma-Lido e metro B) in quel quadrante e infine i problemi degli abitanti del Torrino e le dico che il “Pallotta Stadium” e quel milione di metri cubi di cemento intorno sarebbero la mazzata finale per quel territorio e per quelle comunità. torrinodecima1 torrinidecima2 torrinodecima3
  7. Perdoni il ritardo (in questo periodo mi affaccio raramente sul forum) e mi consenta ugualmente di risponderle punto per punto. Parto anch’io dal ps per confermare che effettivamente il sito da lei linkato non è riconducibile ad ASRoma. Mi scuso per aver fatto confusione e tuttavia non posso non esprimere grande sorpresa nel constatare come un attento tifoso del nuovo stadio (oltre che della Roma) come lei possa ignorare l’esistenza del sito “istituzionale” del “Pallotta Stadium”, visitabile cliccando qui Per quanto riguarda i punti da 1 a 5: 1. a) quel 14% è riferito alle cubature e non alle superfici (se la differenza non le è chiara può sempre farsela spiegare da Magliaro) ma se le fa piacere può anche convertire quel 14% di mc in un rotondo 100% di mq b) quel 50% di verde pubblico (il famoso “parco a tema”) andrebbe a servire un'area abitata da 0 (zero) cittadini e altro non è che il grimaldello n.2 (il primo è il “Pallotta Stadium” ) funzionale a rendere possibile la realizzazione uno scempio urbanistico/speculazioneedilizia di enormi dimensioni in una fase storica in cui Roma è una capitale alla DE-RI-VA (e le sue aree verdi a partire da Villa Borghese, tanto per rimanere in tema, versano in uno stato PE-NO-SO) c) non ho difficoltà ad ammettere che se l’aiuto cui lei fa riferimento è quello rappresentato da un progetto come quello portato avanti dalla banda Unicredit-Parnasi-Pallotta anche grazie alla benevolenza/complicità di politica, finanza e magistratura in modalità “daje Roma daje lupi” ebbene si, sono assolutamente contrario ad un certo tipo di “aiuti”. 2. Lei ha tutto il diritto di sognare, ci mancherebbe, purchè i suoi sogni di tifoso non vadano a scontrarsi con il diritto alla legalità e alla trasparenza dei cittadini romani, e a pesare sulle loro tasche 3. Lo JS (che, ricordiamolo ancora una volta, è di proprietà di Juventus FC e non di A. Agnelli) è il frutto di una idea nata nel 1995 grazie alle capacità e alla lungimiranza straordinarie della Triade (in particolare di quel grandissimo dirigente che risponde al nome di Antonio Giraudo). Sedici anni per la realizzazione di un progetto tutto sommato semplice nella sua complessità (lo Stadium è stato edificato sulle macerie del vecchio “Delle Alpi”) quanto trasparente nelle procedure e nei finanziamenti (il costo dello Stadium è stato di 105 milioni ed è stato finanziato attraverso un mutuo che la Juve ha acceso con Credito Sportivo). Niente a che vedere con la volontà dichiarata di realizzare in tre/quattro anni (queste erano le previsioni, ridicole, nel momento in cui fu presentato lo studio di fattibilità) un progetto tanto faraonico (dal miliardo iniziale si è già passati ad 1,5 miliardi di costi stimati, ergo possiamo immaginare a quali cifre si potrebbe arrivare se davvero dovessero partire i cantieri) quanto caratterizzato da criticità conclamate di natura burocratica/ economica/ambientale/politica legate alla scelta dell’unica area possibile sulla quale far convergere gli interessi di un imprenditore sull'orlo della bancarotta; di una banca esposta con quell'imprenditore e con una società di calcio per centinaia di milioni di euro; del presidente di quella società di calcio per il quale la megaspeculazione edilizia a Tor di Valle rappresenta l'unica possibilità di sistemare i propri conti e al tempo stesso lo strumento per garantirsi profitti milionari per gli anni a venire. Detto questo mi consenta di dire che se davvero qualcuno sulla sponda giallorossa del Tevere pensa di dover prendere la Juve come modello gestionale dovrebbe almeno cercare di farlo nel pieno rispetto della legalità, ed emulandone i comportamenti. 4. Prendo atto della sua alzata di mani, però in futuro eviti almeno di postare riferimenti all’Emirates Stadium accostandolo al "Pallotta Stadium" 5. “…se Magliaro, con questa storia si ritroverà 500 mln nel suo conto in banca, ma finchè non me li rubba a me, ma a me, come si dice a Roma, e con tutto il rispetto, ma ''ma a me ke kapperindina me ne fott a me'' : perdoni la franchezza ma trovo questa sua affermazione gravissima in quanto frutto di uno scarsissimo senso civico. Per il resto, che dire? Questo topic è stato aperto il 5 marzo 2014; in questo topic c’è tutto il dipanarsi (anche attraverso rilievi critici, in molti casi piuttosto dettagliati, di vari utenti me compreso) di una vicenda che in due anni e mezzo ha prodotto solo vagonate di chiacchiere (scritte e parlate) e che potrebbe essere eletta ad emblema di quella commistione di interessi che anche attraverso “Mafia Capitale” ha ridotto Roma ad una capitale da Terzo Mondo e lei arriva fresco fresco, nel luglio 2016, a chiedere quali sono le mie obiezioni?
  8. 1. Lei sa bene che nonostante certi nomi altisonanti ASRoma ha le pezze al c**o (la butto là: e se fossero solo nomi di facciata?). E che la megaspeculazione a Tor di Valle con annesso "Pallotta Stadium" (che, ricordiamolo, copre solo il 14% dell'intero progetto) serve come il pane per evitare conseguenze disastrose per il futuro della società. 2. Detto questo, non crede che sarebbe meglio schierarsi nei tempi giusti contro una porcheria conclamata già alla luce delle conoscenze attuali senza aspettare conferme ulteriori che, arrivate fuori tempo massimo, servirebbero solo a poter poter a dire: " eh... ma ormai non si può fare più niente..." 3. Se non sbaglio sulle percentuali dei proventi da attività extra stadio che andrebbero ad ASRoma non c'è nulla di definito. E' certo invece il guadagno (entità della speculazione) stimato per i proponenti che arriverebbe a toccare gli 800 milioni di euro. 4. Il paragone con lo stadio dell'Arsenal mi sembra un tantinello azzardato in quanto : - l'Emirates non è stato costruito in una landa deserta a ridosso della foce del Tamigi, abitata da zero cittadini e con zero infrastrutture - intorno all'Emirates Stadium non sono stati edificati un milione di metri cubi di cemento come compensazione a beneficio del palazzinaro di turno - l'Arsenal non paga 5 milioni/anno di affitto al proprio patron (o sbaglio?) 5. Lei è davvero sicuro della assoluta e disinteressata buona fede di Magliaro o magari è possibile che il suo giudizio sia condizionato dal desiderio di varcare le porte del Pallotta Stadium? ps: perdoni la franchezza ma linkare il sito del Pallotta Stadium come fonte di informazione pro Pallotta Stadium e poi stigmatizzare la scarsa credibilità del "Messaggero" perchè ritenuto parte in causa mi sembra alquanto contraddittorio...
  9. Propaganda ( a Roma si chiamano chiacchiere) destinata ad essere spazzata via non appena dovesse (ma io non credo che accadrà) essere confermata la pubblica utilità di un progetto in realtà utile solo ad ASRoma/Eurnova/Unicredit e in buona misura a carico dei contribuenti. O credi davvero che Parnasi/ Pallotta/Unicredit si faranno carico delle opere pubbliche necessarie ( i cui costi sono peraltro abbondantemente sottostimati) e porteranno in quella landa deserta le strade, le fogne, l'acqua, il gas, la luce e il telefono...? Eddai.... forse non te ne rendi conto ma stai sponsorizando una delle più grandi e indifendibili speculazioni edilizie mai viste a Roma (e in Italia) solo per vedere nascere uno stadio che vi ostinate a chiamare "della Roma" ma che in realtà sarebbe del prestanome americano. ps1: vale la pena sottolineare che ad oggi non è dato sapere nomi e cognomi dei finanziatori del progetto/benefattori dell'intera cittadinanza romana ps2: curiosità: se "Berdini ha una mentalità un pò troppo da ex Unione Sovietica ed ovviamente il messaggero di Caltagirone subito a dargli corda" non credi che allo stesso modo il magliaro che prendi come fonte di ispirazione per le tue certezze possa essere considerato il megafono della cordata di speculatori che vuole edificare un milione di metricubi di cemento in una zona di Roma abitata da zero cittadini? ps3: ma perchè continuate a chiamarlo "stadio della Roma" ?
  10. Bocciatura per Tor di Valle: «Soldi pubblici sprecati zero benefici per i cittadini» IL MESSAGGERO (L. DI CICCO) - «È giusto spendere 400 milioni di euro nel deserto?», si chiede Paolo Berdini, assessore in pectore all'Urbanistica della giunta Raggi. Il «deserto» sarebbe Tor di Valle, l'area scelta da James Pallotta e dal costruttore Luca Parnasi per edificare il nuovo stadio della Roma e soprattutto il gigantesco complesso di alberghi, uffici e negozi che ci nascerebbe accanto, per la gioia (e i profitti) dei privati. Il cosiddetto «Ecomostro», come lo ha ribattezzato Legambiente. «Perché personalmente credo che l'area di Tor di Valle non vada bene? Se io ho 13,5 miliardi di deficit e arrivano 400 milioni, li spendo per una zona dove abitano zero cittadini?», ha risposto l'urbanista ai cronisti, a margine di un incontro della Cna. Rincarando la dose: «Poi a Tor Bella Monaca ci andate voi a dire che non facciamo il potenziamento del trasporto perché 400 milioni li spendiamo così». La logica è chiara: «Ogni finanziamento è d'oro - dice Berdini - E io so bene che il privato è il motore dello sviluppo della città. Per questo, dico: si possono spendere 400 milioni per zero cittadini?». Quei fondi destinati alle opere pubbliche (strade, ponti, metro) infatti non sarebbero un regalo dei privati, ma sono il prezzo delle cubature concesse dal Comune che i proponenti sono obbligati a versare. Per questo, secondo Berdini, vanno «investiti per rivitalizzare una zona viva». MODELLO JUVE. Nonostante anche ieri, per rispettare la linea attendista (nel senso di «leggiamo le carte e vediamo») del M5s, Berdini abbia precisato di «dover ancora studiare il progetto» e di voler «rispettare la legge», non ha nascosto il suo punto di vista ai cronisti: «Volete venire con me a Manchester, a Parigi o a Torino a vedere dove hanno messo lo stadio? Che lo hanno messo in mezzo al deserto o in mezzo a una città?». Bocciatura chiara, anche se lievemente smorzata dalle frasi successive: «Se le carte stanno a posto, lo stadio si farà. Se l'iter amministrativo è chiuso, il Comune può intervenire in fasi successive, ma ha il dovere di trasmettere la pratica alla Regione. Poi vedremo che cosa dice il parere: se dice, per esempio, che è stato fatto tutto in maniera perfetta, il Comune ne prende atto. Se il parere non dice questo, ne riparleremo». 05/07/2016
  11. Qui ho smesso di leggere (lo stadio sarebbe di Pallotta e non della Roma che pagherebbe un affitto di 5 milioni/anno) Detto questo, nei 76 secondi del video qui sotto è spiegata e sintetizzata molto bene la filosofia dell'intero "progetto Tor di Valle": "Noi dobbiamo fare solo in modo che il Comune porti qua le strade, le fogne, l'acqua, il gas, la luce e il telefono...." qui sotto invece parla colui che protegge i palazzinari romani dalla concorrenza internazionale... 400 milioni nel deserto
  12. Stadio Roma, il Wwf contro il progetto del nuovo impianto: "Non si può fare" 15/06/2016 “Volendo esprimersi con la terminologia calcistica, la dirigenza della AS Roma entra in campagna elettorale a gamba tesa minacciando cause milionarie contro chi intendesse impedire la operazione Stadio di Tor di Valle, operazione che sarebbe meglio chiamare con il suo vero nome, ovvero Business Park visto che come è noto l’86% di quello che verrà edificato nulla ha a che vedere con lo sport“. Lo ha dichiarato Andrea Filpa, delegato del Wwf Italia per il Lazio, parlando del progetto del Pallotta Stadium. “Il WWF Lazio – ha spiegato Filpa – ha espresso sin dalle prime battute la contrarietà a questo progetto rilevandone non solo la errata localizzazione (per ragioni di natura ambientale, paesaggistica, logistica), ma anche la scelta di accompagnarlo, per garantire adeguati profitti ai promotori, con una variante al PRG che sfiora il milione di metri cubi. Affermare che i giochi siano già fatti e che non si possa tornare indietro è palesemente falso e rivela un atteggiamento da padroni del vapore; ogni variante urbanistica è infatti accompagnata da un processo tecnico di valutazione ma soprattutto democratico ed istituzionale che ne deve accertare la fattibilità e l’interesse pubblico“. “Tale processo – ha aggiunto il delegato Wwf – non è affatto compiuto e il dg Baldissoni omette di dire che l’area prescelta è soggetta a rischi idraulici, che verranno impermeabilizzati circa 80 ettari di campagna romana, che l’ATAC ha dichiarato l’impossibilità di assicurare il trasporto pubblico necessario, che i cittadini che utilizzano quotidianamente la Via Ostiense sono allarmati per i potenziali effetti del traffico aggiuntivo; dice soltanto che sono stati spesi 60 milioni di euro (poca cosa, su una operazione da due miliardi) e che intende passare all’incasso“. “Se la AS Roma intende minacciare cause non si rivolga ai futuri sindaci bensì alla precedente amministrazione capitolina, che – del tutto improvvidamente a parere del Wwf Lazio – ha dichiarato nel dicembre 2014 la pubblica utilità di una immensa trasformazione urbanistica né pubblica né utile“. (askanews)
  13. Pallotta Stadium, Raggi : "Il progetto deve rispettare la legge e le norme del piano regolatore" 15/06/2016 Virginia Raggi, al ballottaggio per diventare sindaco di Roma con Roberto Giachetti, tramite il suo profilo Facebook ha pubblicato un video parlando del Pallotta Stadium. Queste le sue parole: "Io contro il Pallotta Stadiume il PD di Giachetti a favore? E' l'ennesimo esempio di come il PD scappi dai veri problemi cercando di far diventare il ballottaggio un referendum, prima sulle Olimpiadi e adesso sullo stadio. Chiariamo bene: il PD sta insultando i tifosi come se non fossero anche cittadini romani che devono andare a scegliere chi governerà la loro città sulla base anche di chi l'ha governata fino ad oggi. Qui il dibattito non è tra Roma e la Roma: il dibattito è tra Roma e una società americana che legittimamente vuole investire all'interno della città. Quello che diciamo è che gli investimenti vanno fatto purché si rispetti la norma. Sullo stadio in particolare abbiamo sempre detto che per me tanto la Roma quanto la Lazio hanno il diritto di avere lo stadio che deve rispettare la legge e le norme del piano regolatore generale. Questi due criteri non si devono accendere e spegnere, sono due principi fondamentali che devono essere rispettati in ogni caso, anche in questo caso" video
  14. Stadio, la Roma pronta a far causa alla Raggi 15/06/2016 IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) - “Noi siamo certi che, una volta conosciuto appieno il valore del progetto Stadio, chiunque sia il nuovo Sindaco non potrà che farlo proprio”. Parola di Mauro Baldissoni, dg della Roma che, ieri mattina, ha incontrato alcuni giornalisti per spiegare il progetto del nuovo Stadio a Tor di Valle che il Tempo oggi termina di analizzare nelle sue parti principali. Un clima sereno, quasi da riunione fra vecchi amici. Poi la stoccata, detta in modo pacato ma tutt’altro che da prendere sotto gamba: “Come proponenti ci siamo adeguati a tutto ciò che l’Amministrazione comunale ci ha chiesto in termini di opere pubbliche, investimenti e cubature. Qualora venissero cambiate le carte in tavola, a questo punto dell'iter che è solo amministrativo e non più politico, siamo pronti a far causa e a chiedere un cospicuo risarcimento: si tratta di un lavoro che è partito quando Alemanno era ancora Sindaco, poi proseguito con Marino e per il quale, ad oggi, abbiamo già speso circa 60 milioni di euro. Sono certo – ha subito aggiunto Baldissoni in un tono rassicurante contraddetto, però, dal brillìo negli occhi – che non ci saranno questi rischi e che prevarrà il buon senso e l’interesse della città ad essere dotata di opere attese da molto tempo”. Un risarcimento che fra soldi già spesi, danno d'immagine, mancati guadagni, anni di lavoro persi potrebbe avere molti, moltissimi zeri. Talmente tanti da potersi sintetizzare nel concetto di "bancarotta" del Comune di Roma. Del resto, il tema Stadio è (ri)entrato di prepotenza nella campagna elettorale e, dalla Roma, non hanno gradito – ed è un eufemismo – non tanto la contrarietà in sé al progetto espressa dalla candidata Sindaco dei 5Stelle, Virginia Raggi, quanto i presupposti di questa contrarietà basati “su una non conoscenza del progetto” e delle norme che sono alla base di tutto l'iter. Dall’altro lato, invece, Roberto Giachetti ha più volte espresso il suo favore all’opera, e, ieri, sul suo profilo Facebook, lo ha ribadito parlando di “calcio sicuro e opere pubbliche realizzate con soldi privati”. L'incontro di ieri, durato circa tre ore, doveva servire alla Roma per presentare ai giornalisti il progetto ripercorrendone le varie fasi a partire dalla procedura di selezione delle aree (maggio 2012) con cui venne scelta, alla fine, quella di Tor di Valle fra le oltre 100 esaminate, ed illustrandone i diversi aspetti, soprattutto per la mole di investimenti, in special modo sulle opere pubbliche e su quelle ambientali. Tecnicamente, l'approvazione del progetto Stadio è un procedimento urbanistico "complesso" che prevede due passaggi prima di essere giuridicamente concluso. Conclusione che avviene con il "via libera" della Conferenza di servizi decisoria in Regione. Fino a che l'iter approvativo è ancora aperto, il Campidoglio ha sempre la possibilità di modificare, o addirittura ritirare il "pubblico interesse" concesso il 22 dicembre 2014 con la votazione, a maggioranza, della delibera in Consiglio comunale. Ma, per farlo, poiché per Statuto l'urbanistica è materia di Consiglio Comunale, non basterebbe una delibera di Giunta ma occorrerebbe tornare in Aula Giulio Cesare e approvare un atto avente pari forza giuridica, vale a dire una nuova delibera di Consiglio comunale. In secondo luogo, l'impalcatura tecnico-giuridica per modificare o cassare il pubblico interesse deve essere assolutamente inattaccabile. E, anche in questo caso, però, il rischio di esporre il Campidoglio a una causa miliardaria di risarcimento danni sarebbe quasi certo. Il progetto Stadio inizia a maggio 2014 per giungere al 30 maggio di quest’anno, con la consegna, in Comune, del progetto definitivo. A maggio 2014, in Campidoglio viene presentato lo “studio di fattibilità”, vale a dire l’idea progettuale di realizzare il Pallotta Stadium a Tor di Valle, al posto del vecchio ippodromo oramai abbandonato, sfruttando due commi della Legge finanziaria. Insieme alla Conferenza di Servizi preliminare iniziano anche le trattative “politiche” fra il Comune e la Roma. Alla fine, il 22 dicembre 2014, con l’approvazione della Delibera di Pubblico Interesse in Consiglio comunale, l’accordo è chiuso: il Comune “incassa” una diminuzione delle cubature e un aumento delle opere pubbliche rispetto a quanto inizialmente proposto. Poi inizia il gioco a rimpiattino per la consegna del progetto definitivo, necessario per avviare la seconda fase dell’iter, questa volta in Regione. In mezzo, la presentazione dello pseudo progetto definitivo a giugno 2015 - poi rigettato perché carente di documentazione - la caduta dell’Amministrazione Marino e l’arrivo del Commissario Straordinario, fino al primo turno delle elezioni comunali che consegna, al ballottaggio, Virginia Raggi, del Movimento 5 Stelle, e Roberto Giachetti, del Pd. Il progetto definitivo, totalmente a carico del privato, che Il Tempo ha esaminato, prevede un investimento totale di 1 miliardo e 657 milioni di euro. Di questi, 445 milioni sono per opere pubbliche: un nuovo svincolo sulla Roma-Fiumicino a Parco de’ Medici concomplanari dedicate e ponte sul Tevere, un asse viario di collegamento fra questo svincolo e la via del Mare/via Ostiense; ilrifacimento di via Ostiense dal Raccordo allo Stadio con la sua unificazione e dallo Stadio al Raccordo con la messa in sicurezza. E, ancora: un ponte pedonale dalla stazione Fs di Magliana allo Stadio, la nuova stazione di Tor di Valle della Roma-Lido, il prolungamento della metro B da Eur Magliana a Tor di Valle; la messa in sicurezza idraulica dei fossi di Vallerano e dell’Acqua Acetosa fino alla Colombo; la sistemazione di via Luigi Dasti alla Magliana e, infine, un grande parco nell’ansa del Tevere. Il restante miliardo e 211 milioni di euro servirà per costruire le parti private dell’intero complesso: lo Stadio con il Roma Village e la Nuova Trigoria; il Convivium Shopping Center e le tre Torri di Libeskind. ------------------------------------------- Terrorismo mediatico funzionale agli interessi delle lobby politico/finanziarie favorevoli al progetto Tor di Valle. Fossi al posto della Raggi non mi preoccuperei più di tanto. La bancarotta del Comune di Roma è nei fatti da molti anni in virtù di un debito di 14 miliardi di euro (sicuramente non generato da M5S) che grava sulle generazioni presenti e future di romani e di fronte al quale un ipotetico risarcimento di 60 milioni di euro alla cordata italo americana per la mancata speculazione edilizia a Tor di Valle assumerebbe il significato di una medaglia d'oro al valor civile (oltre che di una goccia nell'oceano in termini economici). Se poi a quella medaglia si accompagnasse la bancarotta di ASRoma allora saremmo di fronte ad un vero capolavoro della candidata M5S
  15. Squallido e con marcati profili di illegalità, ma ormai il PD questo è...
  16. Fresca fresca dal sito di ASRoma.... Baldissoni: “Sicuri di impegno nuovo Sindaco per lo stadio” All’indomani di un incontro con i media relativo allo Stadio della Roma, Mauro Baldissoni ha rilasciato una dichiarazione per precisare il proprio pensiero. "Con riferimento a quanto riportato da alcuni giornali circa un incontro in cui in più di due ore abbiamo illustrato diffusamente il progetto dello stadio, tengo a precisare che, proprio al fine di rimarcare il fatto che lo stadio non è per noi argomento di campagna elettorale, ho usato anche un gioco di parole - probabilmente infelice - per dire che l'iter autorizzativo politico è esaurito, come lo sarebbe il candidato che volesse riaprirlo perché correrebbe il rischio di esporre il Comune ad azioni risarcitorie. Non intendevo dire, come non ho detto, che è Virginia Raggi ad essere esaurita, né minacciare cause, ma appunto ribadire che siamo giunti ad una fase autorizzatoria amministrativa e non più politica e spiegare le conseguenze tecniche e giuridiche di un eventuale annullamento del progetto. Ed è proprio per questa ragione, come già evidenziato nell’incontro, che non abbiamo ritenuto di dover incontrare i candidati alla poltrona di Sindaco, ma che saremo felici di spiegare il progetto a chiunque di loro verrà eletto, certi che abbraccerà un'iniziativa così qualificata e importante per l'intera città. Non sono mai entrato nel dibattito politico e mi dispiace se le mie parole vengono strumentalizzate a pochi giorni dal voto. Come privato cittadino e manager della Roma partecipo alla vita sociale della città con la passione di chi si impegna e crede in un grande progetto e nel massimo rispetto delle istituzioni. Il nostro è un impegno non solo sportivo ma di riqualificazione di un'area della città e un'occasione per creare sviluppo e lavoro nel rispetto dell'ambiente e potenziando i sistemi di trasporto cittadini. Come ho già avuto modo di sottolineare durante l’incontro, è legittimo e normale che in questa fase i due candidati Sindaco possano non conoscere a fondo un progetto così complesso, ma sono sicuro che una volta saliti in Campidoglio faranno di tutto per impegnarsi, anche con il nostro contributo, al rilancio della città". Link _____________________________________________
  17. Il ballottaggio nel pallone, Giochi e stadio dentro l’urna 15/06/2016 LA REPUBBLICA (P. BOCCACCI) - Un ballottaggio sempre più “nel pallone”. Ormai la sfida al vetriolo tra la Raggi e Giachetti si tinge di giallorosso. Lei vuol mettere i puntini sulle i sul Pallotta Stadium a Tor di Valle, volendo fare una verifica di «rispetto della legalità» sul progetto miliardario su cui la società di patron Pallotta ha già speso milioni per inviare al Campidoglio e alla Regione il piano definitivo che ha riempito decine di casse? E allora il dg Baldissoni tuona: «Se tornano indietro chiederemo i danni al Comune, altro che soldi per coprire le buche, dovranno darli a noi». Subito entra in campo per il tiro in porta il dem Giachetti su Facebook: «Certo, sono un tifoso sfegatato, ma questo c’entra poco, stavolta. Parliamo di oltre 400 milioni di euro per opere che riguardano tutti i romani, non solo i romanisti. Se si rispettano i paletti di sicurezza e legalità è un ottimo affare per la città. A tutto questo Raggi dice no, io dico sì». Ma dall’entourage della candidata 5 Stelle nessuno si scompone. «Tanto per cominciare» fanno filtrare «noi non siamo contro, ma vogliamo solo verificare che tutto rientri nella legalità. Ma vi pare che risponda a Baldissoni?». E così il ballottaggio diventa una supersfida con al centro lo Sport, che a Roma ora vuol dire anche Olimpiadi. E pure sulla candidatura ad ospitare i Giochi del 2024 sono state scintille. Qui ad aprire lo scontro è stata lei, Virginia, a “Piazza Pulita”. «Oggi Roma probabilmente non può permettersi le Olimpiadi. Io ritengo che oggi sia criminale iniziare a parlare di Olimpiadi quando si muore affogata di traffico e di buche. Pensiamo all’ordinario, poi allo straordinario ». Ed è insorto il presidente del Coni, Malagò: «Le sue affermazioni sono umilianti, offensive e incomprensibili. Dare del criminale a chi parla delle Olimpiadi si commenta da solo». Poi, tanto a ribadire che la città del pallone c’entra sempre,è sceso in campo il “capitano”,Francesco Totti, grande amico di Malagò. E anche se la Raggi ha provato a correggere il tiro («Criminale è disinteressarsi e snobbare i problemi reali dei romani, non mi riferivo ovviamente alle Olimpiadi»), lui è stato perentorio: «Da romano e romanista sarò sempre orgogliosamente a favore delle Olimpiadi a Roma». Giachetti non si è perso l’assist. «Totti dice che vota il candidato che è a favore delle Olimpiadi? Mi fa piacere ». Infine, ecco ieri Montezemolo, a capo del Comitato Roma 2024: «Se qui faremo le Olimpiadi saranno le più belle del mondo. Anche con la Raggi sindaco? Ho letto ieri una dichiarazione molto bella della candidata 5 Stelle di Torino, ho visto come sono cambiati Torino e i torinesi grazie ai Giochi, quindi sono molto fiducioso». Chiosa la Raggi: «I dati storici sulle Olimpiadi ci dicono che in tutte le città che le hanno ospitate di fatto i fondi del Cio quelli messi a bilancio in preventivo, non erano mai sufficienti. Roma ha un debito mostruoso, di circa 13 miliardi, direi che al momento non può accollarsi altri debiti»
  18. Dicono di aver speso 60 milioni per un progetto a tutt'oggi incompleto e pieno di punti interrogativi (*) e pretendono di essere presi sul serio (*) fosse davvero così bisognerebbe chiedersi cosa aspetti la Procura di Roma ad aprire un fascicolo e avviare un'indagine sull'asse Roma-Boston
  19. L'ho cercata anch'io ma in effetti sembra sparita. Fosse davvero così sarebbe un vero peccato...
  20. La Roma contro M5S: “Tor di Valle non si tocca o sarà causa milionaria” 15/06/2016 LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Il Pallotta Stadium rimbalza da mesi tra gli argomenti di discussione dei candidati sindaco. A forza di sentirsi tirare per la giacca, alla Roma dev’essere venuta voglia di lanciare un monito. A chi, pure in campagna elettorale, s’è detto pronto a impugnare la delibera del Comune sul pubblico interesse per spostare lo stadio altrove. «Se la nuova giunta vorrà riaprire il fronte politico sul pubblico interesse si assumerà il rischio di una causa da centinaia di milioni di euro». Parola di uno degli amministratori del club, Mauro Baldissoni, dg con potere di firma, il più alto in grado tra i manager italiani del club giallorosso. Nella lunga campagna elettorale era scappato soprattutto ai Cinquestelle e a Virginia Raggi di muovere obiezioni su quella delibera della giunta Marino di dicembre 2014, con cui concedeva il pubblico interesse del progetto stadio di proprietà a Tor di Valle. «Abbiamo già speso oltre 60 milioni — ricorda Baldissoni — e oltre 5 anni di progettazione. Se qualcuno volesse cambiare la delibera chiederemo un risarcimento ». Parole spese ricordando di voler «rimanere lontanissimi dal dibattito politico» () Eppure sono necessarie precisazioni anche verso chi come la candidata M5S aveva detto: «Stadio sì, ma non a Tor di Valle », allarmando i proponenti del progetto. «La Raggi non sa di cosa parla, l’iter politico è esaurito come forse il candidato sindaco »: una battuta ironica, quella di Baldissoni, ma non certo felicissima. Serviva, spiegano «a riportare il discorso alla fase amministrativa ». E subito ammorbidita, anche se in ritardo, dal dg romanista: «Al di là degli slogan elettorali, credo che nessuno voglia rinunciare a questo progetto, non ci sono motivi politici o tecnici per farlo. I candidati hanno altre incombenze, non possono conoscerlo bene, ma incontreremo chi vincerà per presentarglielo ». In fondo, dopo aver consegnato il progetto definitivo in Comune, la Roma ha fretta: vorrebbe inaugurare il nuovo impianto già a agosto del 2019. E beneficerà da subito dei ricavi del nuovo impianto: solo una parte infatti, quelli da naming rights e ospitality, servirà a coprire il finanziamento a 20 anni. Certo però quella del 2019 è una stima ottimistica. Ma a Trigoria — insieme a Eurnova del gruppo Parnasi, altro proponente dell’opera — si aspettano che già a fine giugno la nuova giunta trasmetta gli atti in Regione per dare il via alla conferenza tecnica dei servizi. Passaggio che per la legge stadi dovrebbe durare non oltre i 180 giorni. I numeri del nuovo progetto: 280mila mq destinati a uffici e negozi, 4mila posti di lavoro permanenti e 4mila per gli operai del cantiere, che porteranno 500 milioni di salari. Poi i 440 milioni in opere infrastrutturali, i 62 ettari di parco pubblico, le 1.400 telecamere a circuito chiuso per la sicurezza. Già avviati contatti con varie società interessate agli uffici. Anche l’Enac s’è interessata: vorrebbe costruire, sulla terrazza delle torri del business park, un radar di avvicinamento per Fiumicino.
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