-
Numero contenuti
7623 -
Iscritto
Tipo di contenuto
Profilo
Forum
Calendario
Tutti i contenuti di Marmas
-
Ciao Mauro. Per quanto riguarda Moggi la Cassazione era chiamata a pronunciarsi solo in relazione al reato di associazione essendo le frodi sportive già dichiarate prescritte in appello (non avendo il Direttore rinunciato alla prescrizione). Tecnicamente non si pùo parlare di assoluzione ma di annullamento della sentenza di appello (senza rinvio ad altro processo) per sopraggiunta prescrizione (estinzione del reato) anche per quanto riguarda il reato di associazione.
-
Premessa: per l'ordinamento giuridico italiano si è innocenti fino a sentenza definitiva (Cassazione) e passata in giudicato. Pertanto Luciano Moggi esce dal processo penale con la fedina immacolata essendo intervenuta la prescrizione ad estinguere prima della condanna definitiva i presunti reati a lui ascritti. Detto questo la cronistoria giudiziaria che nei tre gradi di giudizio ha riguardato il Direttore è, in sintesi, la seguente: 1. Luciano Moggi è stato rinviato a giudizio ed è andato a processo per il reato di associazione (art.416 c.p.) con l’aggravante di esserne il promotore (capo di imputazione a) e per 17 episodi di frode sportiva (art.110 c.p.) I capi di imputazione relativamente agli episodi di frode sportiva imputati a Moggi sono i seguenti: b per Udinese-Brescia, c per Siena -Juve, d per Juve-Chievo, e per Lecce-Juve, f per Juve-Lazio, g per Fiorentina-Bologna, i per Bologna-Juve, m per Juve-Milan, n per Roma-Parma, o per Cagliari-Juve, p per Messina.Parma, q per Juve-Udinese, r per Siena-Messina, t per Palermo-Lecce, z per Roma-Juve, A5 per Chievo-Fiorentina, A10 per Lecce-Parma. Dunque, sono in totale 18 i capi di imputazione a carico di Luciano Moggi. 2. Processo di 1° grado Richieste del pm: assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste” in relazione al capo t condanna ad anni 5 e mesi 8 di reclusione in relazione ai capi a, b ,c, d, e, f, g, i, m, n, o, p, q, r, z, A5, A10 . Sentenza: assoluzione in relazione ai capi c, d, e, n, p, r, t, A10 condanna ad anni 3 e mesi 1 di reclusione in relazione al capo a condanna ad ulteriori mesi 3 di reclusione in relazione a ciascuno dei capi b, f, g, i, m, o, q, z, A5 *Le assoluzioni relative ai capi c, e, n, p, r, t sono con la formula “perché il fatto non sussiste”. Le altre (capi d e A10) sono con la formula “per non aver commesso il fatto”. Al Direttore sono state inoltre comminate le seguenti pene accessorie: a) interdizione perpetua dai pubblici uffici, b) interdizione legale per la durata della pena, c) divieto di accesso della durata di anni 3 nei luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive o si accettano scommesse autorizzate ovvero si tengono giochi d’azzardo autorizzati, d) interdizione per la durata di anni 3 dagli uffici direttivi delle società sportive. 3. Processo di Appello Richieste del pm: conferma della condanna in relazione al capo a (appellata dalla difesa, reato estinto per i semplici associati che non abbiano rinunciato alla prescrizione) conferma delle condanne in relazione ai capi b, f, g, i, m, o, q, z, A5 (appellate dalla difesa, reati estinti per sopravvenuta prescrizione) condanne (senza quantificare l’entità) in relazione ai capi c, d, e, n, p, r (appellate dal pm, assoluzione in 1° grado, reati estinti per sopravvenuta prescrizione) Sentenza: condanna ad anni 2 e mesi 4 di reclusione in relazione al capo a conferma delle assoluzioni in 1° grado in relazione ai capi c, d, e, n, p, r e annullamento per sopraggiunta prescrizione delle condanne in relazione ai capi b, f, g,i, m, o, q, z, A5 revoca delle pene accessorie 4. Cassazione La sentenza del 24.03.2015 sancisce l’estinzione per intervenuta prescrizione del reato di associazione (capo A, unico ancora in piedi) a carico di Luciano Moggi. Il Direttore è un cittadino incensurato ma rimarrà per tutti i perdenti/farsopolari d’Italia il “cupolaro” che taroccava i campionati ovvero, per la stragrande maggioranza dei tifosi juventini, uno dei più grandi dirigenti che il calcio in generale e la Juventus in particolare abbiano mai avuto e in quanto tale vittima di una clamorosa ingiustizia. E’ l’ultimo atto di una delle pagine più infami e vergognose nella storia giudiziaria di questo paese con una "cupola" che ha perso pezzi strada facendo e che è rimasta in piedi solo nella mente di chi l'aveva teorizzata senza mai riuscire a dimostrarne l'esistenza. Una pagina per la quale chiunque, a prescindere dalla propria fede calcistica, dovrebbe indignarsi e vergognarsi come italiano. Spero di esserti stato utile
-
:haha: Ma l'autore di questo articolo non sa che la società Juventus è uscita pulita dal processo? E allora che senso ha quel riferimento alla presunta amicizia tra Saputo ( ) e AA come possibile elemento ostativo all'auspicato risarcimento pro Gazzoni in sede civile? Vabbè dai...un minimo di ribalta dopo la sentenza di lunedì è giusto concederla anche a un fallito come mister idrolitina e a certi giornalai
-
Difficoltà per lo stadio. Servono 500 milioni GASPORT (A. CATAPANO) - Più che i tempi (comunque dilatati fino al 15 giugno, nuova deadline per la presentazione del progetto esecutivo), preoccupano i soldi. E non è una buona notizia. L’ottimismo di facciata, che anche ieri ha vestito l’incontro in Campidoglio tra il sindaco Marino («L’obiettivo resta posare la prima pietra nel 2015») e il braccio destro di Pallotta Mark Pannes («Non esistono problemi»), convince sempre meno. Detto brutalmente, lo stadio della Roma che dovrà sorgere a Tor di Valle ha bisogno di trovare subito circa 500 milioni di euro, altrimenti perfino lo studio di fattibilità che il 22 dicembre scorso ha ottenuto l’ok dell’Assemblea capitolina farà fatica a diventare progetto esecutivo. E, quindi, a ottenere dal Comune la conferma dell’«interesse pubblico», senza il quale l’opera muore prima di nascere. ATTENZIONE I 500 milioni sono il budget previsto per lo stadio, le opere pubbliche interne (parcheggi, etc...) e strategiche (prolungamento della metro, ponte pedonale, collegamento con la Roma- Fiumicino, etc...), che il Comune vuole si facciano subito, prima delle altre inserite nel progetto (business district e centri commerciali), considerate, invece, prioritarie dalla Roma e dal costruttore Parnasi. Da un paio di mesi le parti sono ferme su questo snodo, ma ieri Marino è stato chiaro: se il progetto esecutivo non prevederà la «road map» (con relativa copertura economica) suggerita dal Comune, addio al bollino di «pubblica utilità », quindi al progetto. (25.03.2015) ---------------------------------- ATTENZIONE.... ...mi sembra di capire che questi non hanno nemmeno i 20 milioni di euro necessari per finanziare il progetto definitivo...
-
La Roma insiste: stadio nel 2017 IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) - La Roma «si è impegnata a consegnare entro il 15 giugno l'intero progetto comprendente lo stadio, le infrastrutture necessarie e gli altri edifici». Sintesi lapidaria con data inclusa del sindaco Ignazio Marino, al termine dell’incontro con il capo del progetto Stadio di Tor di Valle, Mark Pannes. «Siamo in tabella di marcia - assicura il braccio destro di Pallotta - per mettere la prima pietra entro la fine del 2015 e aprire lo stadio nel 2017». Tutto bene, dunque? Non proprio. Già i conti basati sulle parole di Marino e Pannes non tornano: 15 giugno, data ultima ipotizzata dal primo cittadino per consegnare i progetti, più i sei mesi della Regione e siamo a Natale prossimo. Né, visto il precedente del Comune che aveva 90 giorni e ha impiegato 6 mesi per approvare la delibera di pubblico interesse, è credibile pensare che la Regione non impieghi tutto il tempo concessole per esaminare un progetto di tale complessità. E, in quest’ottica, il ribadire le date può apparire una nuova forma di pressione sulla Regione che per ora mantiene, a differenza di Marino, un basso profilo: prima le carte poi parliamo. In più, fra sondaggi geologici, valutazioni di impatto ambientale, esame preliminare da parte del Comune del progetto prima di darlo alla Regione e le ferie (agosto e Natale stesso) e il 2015 sarà bello che passato. E pure una parte buona del 2016. Convocato da Marino, affiancato dagli assessori all’Urbanistica, Caudo, e ai Lavori pubblici, Pucci, Pannes ha illustrato il cronoprogramma della Roma: il 15 giugno i progetti. Ma la delegazione capitolina ha risposto, ribadendo a lettere ancora più chiare, che per proseguire nell’iter, devono essere portati i progetti definitivi e in dettaglio di Stadio e opere pubbliche (strade, ponti, metro) mentre per quelle private (business park) si possono presentare progetti «di massima». Se Marino, però, si aspettava che ieri venissero fornite delle carte, un «progetto esecutivo quasi completato» per usare le sue parole, è rimasto a bocca asciutta. Uscendo dall’incontro, infatti, Pannes ha detto di non aver consegnato carte ma di aver illustrato i problemi che si stanno affrontando e per i quali la parola «complesso» è la più gettonata. «Stiamo per arrivare a definire il progetto definitivo - ha detto - che è molto complesso: da quando è partito il processo di approvazione abbiamo incontrato tutta una serie di aspetti ambientali, idrogeologici, l'impatto che può avere sull'area. Ci aspettavamo che la situazione fosse così: non è come costruire un palazzo. Ci vuole tempo per risolverli». Al termine dell’incontro, poi, il Sindaco ha rilasciato un comunicato scritto, evitando di rispondere direttamente alle domande dei giornalisti: «Abbiamo ricevuto informazioni e chiarimenti sullo stato di avanzamento del progetto definitivo dello stadio». E giù con l’ennesima data, quella del 15 giugno, più un prudente «aspettiamo naturalmente gli sviluppi di questo lavoro complesso». (25.03.2015) ps: la marchetta quotidiana oggi passa anche attraverso il TG3 Lazio che ha appena mandato in onda un servizio in cui si parla di "stadio della Roma più vicino"...
-
Quasi... Tor di Valle. Vincoli e rischio frane, il progetto si è arenato (IL MESSAGGERO) - "I paletti che frenano il nuovo stadio a Tor di Valle sono «ambientali, idrogeologici e legati all'impatto che può avere sull'area e la sicurezza". Ad ammetterlo è stato Mark Pannes, ceo della società giallorossa per l'impianto, durante l'incontro di ieri in Campidoglio con il sindaco Ignazio Marino. Di fatto il progetto definitivo, dopo il via libera dell'Aula Giulio Cesare sull'utilità pubblica, ancora non è stato presentato. E tarda ad arrivare a colpi di annunci e rinvii. Prima era gennaio, poi aprile e ora, come dice il Marino, la società si è impegnata a consegnare «entro il 15 giugno l'intero progetto comprendente lo stadio, le infrastrutture necessarie e gli altri edifici». E ancora Pannes a spiegare che i ritardi nel presentare il progetto definitivo al Comune non sono solo di natura burocratica. Riguardano piuttosto la sostenibilità dell'operazione immobiliare che esula dallo stadio: «Sono argomenti molto complessi e ci vuole tempo per risolverli. Se parlate con chiunque si occupi di temi architettonici». Al momento, spiegano dal Comune, «non sono stati nemmeno effettuati i sondaggi idrogeologici nell'area di Tor di Valle». Un passaggio obbligato per il progetto definitivo. (25/03/2015)
-
Io ricordo che il nome di Letta uscì su qualche giornale e che l'ipotesi di una sua eventuale candidatura tramontò in fretta proprio per la sua indisponibilità all'incarico. Credo sapesse cosa lo aspettava... In ogni caso sono certo che non sarebbe cambiato niente: la farsa era appena iniziata ed era già tutto scritto.
-
Calciopoli, Juventus: inizia la battaglia finale I tifosi sul piede di guerra, la società attende le motivazioni: ma c’è il piano per la revisione TORINO - Calciopoli non finisce con la Cassazione. Anzi, la fine dell’iter della giustizia ordinaria potrebbe essere l’incipit di una nuova calda stagione di battaglie legali. Tant’è che la domanda “Cosa succede adesso?” rimbalza in modo ossessivo e tutti volgono lo sguardo verso la Juventus, la cui prossima mossa è quella più attesa e, potenzialmente, decisiva per definire il nuovo scenario. Ci sarà, tuttavia, da aspettare: perché il club, che ha seguito con attenzione maniacale l’evolversi dell’udienza in Cassazione, aspetta le motivazioni, passaggio chiave per il suo piano di battaglia. Ma un piano di battaglia c’è. E anche lo spirito particolarmente agguerrito per portarlo avanti. Andrea Agnelli lo ritiene un punto fondamentale della sua presidenza, già caratterizzata dai numerosi scontri con la Figc sul terreno di Calciopoli. L’obiettivo del presidente è riportare a casa i due scudetti che la giustizia sportiva ha tolto alla Juventus nel 2006, ma non vuole ancora scendere in campo. Non prima di aver letto le motivazioni della Cassazione che potrebbero indirizzare meglio la mira del ricorso presso la giustizia sportiva. DISPARITÀ DI TRATTAMENTO - Ovvero: premesso che dal dispositivo si deduce che l’associazione a delinquere è un capo d’imputazione rimasto in piedi, il nodo è capire in che modo e con che sfumature. Considerato che fin dal primo grado di giudizio è stato chiarito dai giudici che «i campionati non erano alterati», bisogna capire come la Cassazione abbia valutato la posizione di Moggi e Giraudo. Se, per esempio, all’associazione (che nel corso dei giudizi ha perso frodi e affiliati, fino all’anoressico finale in cui restano solo due arbitri, di cui uno prescritto) venisse data una connotazione molto personalistica (Moggi e Giraudo agivano soprattutto per interessi personali, legati al mercato o politici), la Juventus si troverebbe ancora più armata nei suoi ricorsi contro le sentenze sportive del 2006 (sia in sede di Tar che di Figc). L’attacco alle sentenze, comunque, ci sarà. E’ solo questione di tempo. Ma è complicato, se non proprio impossibile, prevedere un finale per questa battaglia. (tuttosport.com) link
-
Pieri: «Qualcuno mi spieghi i misteri di Calciopoli»L'ex arbitro assolto: «Non finisce qui, ci sono tante battaglie da continuare» TORINO - Buongiorno Tiziano Pieri, complimenti per l’assoluzione confermata dalla Cassazione... «Sono contento anche per il fatto che pure nell’ultimo grado di giudizio siano usciti altri due arbitri. Era stato definito uno scandalo arbitrale e invece l’Aia ne esce con una sola condanna, quella di De Santis, per altro assurda. Ma Calciopoli non finisce qui, anzi è appena iniziata». In che senso? «Ci sono ancora delle battaglie. Per esempio c’è De Cillis, il testimone chiave dell’accusa, che deve rispondere in aula di falsa testimonianza. E ci stiamo già costituendo parte civile. Io non ho mai solo aspettato l’assoluzione, ho dato battaglia e continuerò a darla. L’uomo ha chiuso un capitolo e ne ha aperto uno nuovo, l’arbitro vuole ancora la sua riabilitazione. Mi hanno rubato nove anni di carriera, se non fosse stato per Calciopoli potrei ancora essere in campo». Ma queste schede svizzere sono esistite o no? «Per quanto mi riguarda, no. Mai viste, né possedute. Alcuni effettivamente l’hanno ricevuta: ma l’hanno utilizzata? E come? Sono “mute”, non ci sono intercettazioni, nonostante potessero essere intercettate. E ci sono solo delle ricostruzioni fatte a mano di contatti e aperture di celle... ». Perché, secondo lei, è successo tutto questo? «Me lo sono chiesto tante volte. E vorrei che qualcuno mi desse una risposta. Io non ne ho idea, ma mi rimane sul gozzo il fatto che ci sia gente che ancora vada in giro a dire falsità». (tuttosport.com) link