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Ghost Dog

Tifoso Juventus
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Tutti i contenuti di Ghost Dog

  1. La Repubblica Quelle chiamate imbarazzanti "Vai da Moratti, c
  2. La Repubblica Ora lo scudetto del 2006
  3. La Repubblica Doppio passo di Maurizio Crosetti Quelli che l'avevano detto Campioni del mondo delle certezze postdatate, noi italiani abbiamo il vezzo di dire dopo le cose che sapevamo prima.
  4. La Repubblica I legali: 75 audio per riaprire il caso ma scivolano sulla telefonata chiave Nell
  5. Il Fatto Quotidiano L'analisi di Oliviero Beha Ride il telefono (e non solo) E dopo l'apertura di Calciopoli bis da parte della Procura Federale, alias giustizia sportiva, c'
  6. Il Fatto Quotidiano Moggi tarocca Facchetti Napoli, in tribunale claque per l'ex Dg della Juve Ma le nuove telefonate sono un boomerang di Malcolm Pagani Ragazzoni con i bicipiti in vista e le magliette aderenti: "Interisti primo bersaglio", la pioggia che cade dentro e fuori il Tribunale di Napoli, il passato che ritorna a quattro anni di distanza con il chiaro intento di ribaltare il quadro. Calciopoli, atto secondo. I protagonisti di un recente passato sono tutti nell'aula 216 della nona sezione, stipata come una terza classe, con i cameraman che premono in mischia, la claque incline al brusio e i taccuini in frenetico aggiornamento. C'
  7. Il Foglio - Editoriale Malcostume mezzo gaudio Perché la difesa di Moggi spiazza i giustizialisti del mondo pallonaro Bisognerà aspettare il 20 aprile, quando si terrà la nuova udienza del cosiddetto processo di Calciopoli, per sapere se sarà accolta la richiesta della difesa di Luciano Moggi di acquisire settantacinque intercettazioni lasciate nel cassetto dagli inquirenti e riguardanti pressioni sul mondo arbitrale esercitate da società di calcio scampate alla prima scossa di terremoto. La procura ha fatto sapere che non si opporrà, ed è probabile che in tal senso decideranno anche presidente e giudici a latere della Nona sezione penale del Tribunale di Napoli, collegio tutto al femminile chiamato a giudicare un universo tipicamente maschile. Tutto si può dire di Moggi tranne che sia uno stupido. Se anche lui punta sull'attrazione nazionale per il buco della serratura, è perché da quelle bobine uscirà buona musica per le sue orecchie. L'ex direttore generale della Juventus ha sempre negato di aver costruito e capeggiato una qualsivoglia associazione per delinquere volta alla frode sportiva, si è dipinto come una vittima costretta, per sopravvivere, ad adeguarsi a pratiche preesistenti, estese e consolidate. Insomma tutti e non soltanto i soliti noti sanzionati dalla giustizia sportiva avrebbero provato a fare piedino a designatori e arbitri. E se le loro avances non riuscivano, è perché non ci sapevano fare, non per bontà d'animo dunque ma per imperizia delle membra. Se le nuove registrazioni confermassero questa aria del tempo, l'impianto accusatorio nei confronti di Moggi e degli altri imputati ne uscirebbe ancora più fragile, più ampio sarebbe lo iato tra una giustizia sportiva che ha punito à la carte e una giustizia penale in grave imbarazzo. Si può capire che Moggi, ancora campione indiscusso della juventinità nazionale e vincente malgrado la sconfessione bon ton da parte della società torinese, abbia ancora il dente avvelenato con chi si è cucito uno scudetto sulla maglia senza meriti acquisiti sul campo, con chi ha fatto ottimi affari con giocatori in svendita e con un presidente che è pure riuscito a rafforzare la sua immagine di austero moralizzatore. Forse dire che tutti furono colpevoli porterà a concludere che nessuno fu colpevole. Ma gli effetti collaterali sarebbero lo stesso devastanti. I presidenti di club, tutti, porteranno il peso di una certa bassezza, gli arbitri dovranno fare salti mortali per fare dimenticare la vocazione a curvare la schiena. E la Figc e la Lega per ricostruire un barlume di autorevolezza. Un peccato di lobbing sfrenato o anche se si vuole di cupola sarebbe in fondo veniale di fronte al disvelamento di uno spettacolo di inciviltà, generalizzata e assoluta.
  8. Dopo le condanne e gli scudetti tolti Moggi passa al contrattacco:
  9. L´ex dg, principale imputato a Napoli: "Martedì ci divertiremo" "Denuncio la Federcalcio se non riapre il processo" Adesso le intercettazioni che riguardano l´Inter le hanno di sicuro. Se non si muovono è omissione d´atti d´ufficio Può darsi che in aula ne spunteranno delle altre, ma quelle uscite già bastano e avanzano. Ora tocca agli altri di Fulvio Bianchi (La Repubblica del 11.04.2010) ROMA - «Sa per chi lo faccio? Lo faccio per gli arbitri…». Scusi, Moggi: ma se lei era il capo della Cupola, gli arbitri erano tutti a sua disposizione e adesso scatena questo nuovo putiferio di intercettazioni per loro… «Sì, perché gli arbitri non hanno colpa, e qualcuno ci ha rimesso pure la salute». Mentre le colpe ormai si sa di chi sono… «Macché cupola e cupola. Dicevano che Paolo Bergamo era nostro sodale, ma quando mai? Lasciamo stare: guardi che sta succedendo in questi giorni, quanta gente che parlava…». Le intercettazioni nuove riguardano l´Inter con Facchetti e Moratti, mentre quelle di Galliani, Meani, Collina, Cellino sono roba vecchia. «Io dico una cosa: confrontiamo le mie telefonate con quelle degli altri. Io certe cose non le ho mai dette, non ho chiamate con gli arbitri. Guardi che dicevano altri e vedrà cosa ho fatto io e cosa hanno fatto questi signori… La Juve è stata fregata, e ha pagato. Ora tocca ad altri… Questa la verità che sta venendo fuori, mi fa piacere che qualcuno cominci a farsi un´altra idea di tutti questi anni». Ma c´è chi sostiene che anche queste nuove intercettazioni saranno ininfluenti per il processo di Calciopoli. «Non lo so. Lo vedremo martedì». È vero che in aula ne svelerete altre, fra cui una dove Facchetti diceva a Bergamo di lasciar perdere col sorteggio arbitrale? «Non so. Quelle che sono uscite adesso bastano e avanzano». E se non verranno accolte dai giudici? «Che facciamo, andiamo a casa? Vedremo in aula». In Federcalcio secondo lei le avevano queste intercettazioni che riguardano l´Inter? «Può darsi che le avessero. Ora di sicuro. E se non si muovono li denuncio per omissione d´atti d´ufficio. Devono riaprire il processo sportivo, altro che storie». Che pensa che succederà martedì a Napoli? «Cose divertenti. Il bello, mi creda, viene solo adesso. Io ho aspettato tanti anni ma sapevo che certe cose c´erano, e che prima o poi sarebbero venute a galla. Arrivederci a martedì».
  10. http://snipurl.com/vb542 Cose che non resteranno Come stanno le cose a Calciopulitopoli 7 Aprile 2010 - Blog Che le cose si stiano mettendo bene, e per bene intendo che si potrebbe finalmente ristabilire la verit
  11. Ogni maledetta domenica Calciopoli di cioccolato La Pasqua porta in tavola molte sorprese la verità su un sistema marcio deve ancora essere scritta di Oliviero Beha Tripudio di calcio, uova di cioccolato e sorprese nel sabato di Pasqua. Effettivamente il campionato vive una serie di situazioni incerte e ben sceneggiate. L'Inter di un Balotelli come Lazzaro per una pacificazione interna non si sa quanto duratura, la Roma di Totti e Toni che mostra una maturità rara, il Milan che comunque, anche in un periodo opaco, sta sotto e fa punti aspettando il destino (e la Champions dell'Inter, e la stanchezza della Roma). Nessuna sorpresa specifica, dunque, ma con il senno di poi. Che stiano tutt'e tre in opistotono (lo status dell'uccello - ornitologia… - quando contrae retrattilmente tutto se stesso attendendo gli eventi) è già sorprendente. Non sorprende neppure la marcia a rilento delle candidate nella zona Champions-Europa League, mentre ormai due squadre sembrano avere imboccato la discesa in B, Livorno di nuovo orbo di Cosmi, e Siena. L'Atalanta non molla ma alla prossima le tocca la Roma. Invece uova di Pasqua fondenti e al latte (entrambe con sorpresa) fuori dal campo. Dico di Calciopoli e dei suoi sviluppi. Cominciamo da quelle al latte. Su questo giornale avete letto domenica la trascrizione della telefonata di Moggi a Bergamo del 9 febbraio 2005, esemplare documentale del cosiddetto sistema-Moggi. Di qui anche l'occhiello della pagina, semplicemente Moggiopoli. Per queste ed altre telefonate Moggi e Bergamo sono stati cancellati dalla giustizia sportiva nel 2006 e sotto processo per associazione a delinquere attualmente presso il Tribunale di Napoli. È storia nota. Questa ed altre telefonate riportate ieri l'altro sono da quattro anni di dominio pubblico, e non per caso. Dunque qui la sorpresa non c'è. Allora perché vengono riprodotte per l'ennesima volta? È spiegato chiaramente. Per controbattere "un'informazione smemorata e superficiale" che mette qualcosa "sullo stesso piano dei gravissimi fatti emersi a carico delle dirigenze della Juventus, del Milan, della Fiorentina e della Lazio". Insomma le quattro castigate dalla giustizia sportiva prendendo a riferimento la "cupola" del sistema-Moggi. Quindi sorprese pasquali, nessuna. Se non la benemerita intenzione di fare memoria su Moggi, collegata a quel "qualcosa". Ma che cos'è questo "qualcosa"? Sono la prima "sorpresa" pasquale, nelle uova al cioccolato fondente uscite sabato qui come su tutti i giornali. Dentro, le trascrizioni finora inedite delle telefonate tra Moratti, altri dirigenti interisti e Bergamo sugli stessi temi (designazioni, gradimento ecc. ) imputati a Moggi. Ma proviamo a sostituire il nome di Moggi a quello di Moratti nella telefonata trascritta per vedere -alla Jannacci- neppure tanto di nascosto l'effetto che fa. E ancora: ma se la giustizia sportiva ha già operato con le sue sbrigative sentenze, e invece quella penale nella fattispecie nei confronti del cupolone Moggi ancora no, non sarà il caso intanto di rimanere alla prima? E Moratti non ha sempre negato finora pubblicamente, e per quattro anni, mentre riscuoteva scudetti a tavolino, di aver fatto telefonate a chicchessia? Dunque c'è già una menzogna in ballo: che non assolve Moggi, ma ci fa fare un passettino serio avanti. Se in ballo c'era per la giustizia sportiva la violazione dell'art.1 delle Carte Federali sulla lealtà sportiva e altre menate del genere…, Moratti mai entrato in questa inchiesta deve essere processato dalla Procura Federale come Moggi. Soltanto per assolverlo, naturalmente, per vedere le differenze, per non essere costretti a passare da Moggiopoli a Morattopoli, cosa che a molti dispiacerebbe di certo. La "discarica Moggi" era stata chiusa dal Ministro per l'Ambiente rotondocratico ormai da tempo. Riaprirla vorrebbe dire munirsi di maschere per il tanfo: ma quale? Quello già dentro o quello ancora fuori? Nel frattempo i due pubblici ministeri del processo di Napoli, oggi Narducci e Capuano, ieri Narducci e Beatrice che mi hanno fatto l'onore della citazione in un'intervista a "L'Espresso" di tre anni fa ("l'unico che ha capito è Oliviero Beha e per questo non lo fanno scrivere…") hanno avuto un'uscita sorprendente. Hanno affermato che "le vittime non devono diventare i colpevoli", frase che ha fatto il giro mediatico del mondo. Non so a voi, ma a me è sempre parso importante nel quadro "della separazione delle carriere" che gli inquirenti facessero gli inquirenti (e sono certo che i PM lo stanno facendo nel modo migliore possibile…) e i giudicanti i giudicanti. E allora che cos'è questa storia di "vittime" e "colpevoli"? Quindi sarebbe già tutto deciso? E che cosa significa che le telefonate morattiane non sono state prese in considerazione ? In base a quale criterio? Nessuno ricorda che Narducci nell'ottobre del 2008 a inizio processo a Giraudo con rito abbreviato "escluse tassativamente" l'esistenza di altre telefonate fuori indagini? Se il capo di quelle indagini era l'allora maggiore dei Carabinieri Attilio Auricchio, che oggi da tenente colonnello in aula a Napoli va avanti a colpi di "non ricordo" (e gli inquirenti comprensivi al Presidente di Tribunale: "Può capitare, non le pare ? "…) e citando come fonte i tabellini della giornalaccio rosa dello Sport, forse su queste telefonate "escluse" dall'inchiesta c'è qualcosa da dire? Oppure no? Per soprammercato, altro uovo fondente, mentre si faceva quella meritoria opera di memoria riepilogata… su tutti gli altri giornali (e per quel poco che conta anche per bocca di chi scrive nel corso del Tg3 di sabato) usciva una telefonata "meravigliosa" di Bergamo a Galliani, in cui il designatore (lo stesso "trascritto" con Moggi qui) chiedeva ausilio e "calore, molto calore" al vicepresidente del Milan allora reggente della Lega calcio e anche del Milan stesso (maggio 2005, vigilia di Milan-Juventus decisiva per lo scudetto, e Berlusconi a Palazzo Chigi autosospeso dalla carica al Milan per non infrangere il conflitto di interessi…). Perbacco, sento odor di "Gallianopoli"… E invito a fare lo stesso con Galliani: sostituite il suo nome con quello di Moggi e magari chiedete un nuovo processo sportivo anche per lui. Ma siccome qui la disciplina praticata sembra essere soltanto il penale, e le magagne e le insufficienze della giustizia sportiva, che vedono responsabili anche giudici ed ex giudici in forza ad essa, paiono non avere alcun valore, restiamo anche noi al penale. Per tanti motivi, di cui ho scritto moltissimo, qui e dove ho potuto, e detto ovunque mi fosse possibile, è improprio e distorcente parlare di una Moggiopoli e di un sistema-Moggi senza collegarlo alla vera questione, che è quella di Calciopoli e di un sistema-calcio. Si tratta di conoscere e collegare i fatti, gli arbitri di allora "sicari" - da dimostrare - di Moggi e c. (a proposito, Paparesta ha negato sempre di essere stato chiuso nel famoso spogliatoio: abbiamo deciso noi a tavolino che mente e che quindi invece che di "millanteria disdicevole" Moggi è passibile di "violenza privata". Ma insomma, i processi li facciamo noi o "loro"?) con gli arbitri di oggi, designati da quel Collina che è dentro molte telefonate di cui finora ci mancava notizia. È una vita, dal caso Camerun in poi, che chiedo pulizia nel calcio, adesso essere superato a destra e nella corsia d'emergenza mi sembra una violazione del codice stradale. Chiudo con una notizia e una domanda, stile vecchi tempi. Vi ricordate di Grazia Fazi, la segretaria della Can definita la "zarina" di Moggi e Bergamo, per mesi sui giornali nel 2006 e rinviata a giudizio a Napoli? Ci credete se vi dico che non è stata mai, dico mai, interrogata da nessuno, in divisa da carabiniere o da giudice? Un po' di pazienza, nessuno sconto, ma anche un'informazione davvero completa. Un'informazione più completa grazie alla serietà professionale di pochi giornalisti.
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