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Lizard King

Tifoso Juventus
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  1. quel bayern era stratosferico e naturalmente anche lui spiccava visto che la sua intelligenza calcistica poteva esaltarsi in quel perfetto contesto
  2. per fortuna perchè da centravanti ricordo che si mangiava una marea di gol...paradossalmente mi piaceva di più in fascia
  3. beh che sia uno con carattere, straordinaria fisicità e intelligenza calcistica non dico di no. dico che mi piacciono altri numeri 9...
  4. eh lo so, ma io sono sempre stato per i 9 che segnano che poi facciano i recuperi da stopper per me vale zero. trezeguet quanti recuperi ha fatto in difesa? però 160 gol o giù di li nella juve manzo per segnare 160 gol devi metterlo a giocare da solo
  5. è talmente un dio che bayern e atletico lo hanno scaricato manzo è un bel centravanti che appunto compensa col carattere il suo gap con i migliori. la juve, questa juve, può ambire a di meglio
  6. da mandzukic? è già più forte adesso...a 19 anni manzo faceva la riserva in croazia...kean in prospettiva molto più forte di manzo
  7. finalmente una bella partita con un atteggiamento positivo...e non dite che è per l'avversario scarso, perchè anche altre volte con dei pellegrini abbiamo fatto pena kean grande...
  8. specie se i due espulsi fossero i due portieri, come due meret...al 70' se sei 0-0 sei ancora in partita cit. (se hai i due portieri espulsi e mettono morata in porta )
  9. io confido in un florentino che istruirà l'arbitro...sia mai che mentre gli chiedono le dimissioni l'atletico vince la coppa
  10. per questo con la sua mafia florentino ci farà avere un ottimo arbitraggio martedì prossimo
  11. certo che alcuni giocatori dopo che smettono si riducono proprio male...qui il nostro ex esnaider ( ) sembra uno di quelli che ti vengono a cercare per venderti le rose quando sei con una ragazza Gli eroi in bianconero: Juan Eduardo ESNAIDER Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia 05.03.2019 10:30 di Stefano Bedeschi per tuttojuve.com articolo letto 186 volte Nato a Mar de la Plata, in Argentina, il 5 marzo 1973, la carriera di questo talentuoso giocatore è fulminea; dopo appena sei presenze nella massima serie argentina con il Ferro Carril, a soli diciannove anni si trasferisce al Real Madrid. Sembra il primo passo di una grande scalata, ma il carattere difficile e l’indisciplina saltano subito all’occhio, soprattutto con la maglia delle giovanili dell’Argentina. Nel 1993 è ceduto al Real Saragoza; quella che sembra una retrocessione è in realtà la svolta. Eduardo gioca bene e contribuisce alla vittoria in Coppa del Re e nella Supercoppa spagnola. Seguono stagioni discrete ma non esaltanti, nelle quali veste la maglia dell’Atlético Madrid e poi dell’Espanyol: «Ero arrivato in Spagna con la convinzione che avrei bruciato le tappe e, visto come sono andate le cose. Sono un po’ deluso. Per questo non vedo l’ora di dimostrare che le colpe di certe situazioni non erano mie». La Juventus, fortemente penalizzata dall’infortunio di Del Piero, lo preleva proprio dalla seconda squadra di Barcellona: «La mia vita professionale comincia adesso – spiega, pieno di entusiasmo, il giorno della presentazione – perché giocare nella Juventus, la squadra più famosa del mondo, è un’occasione unica e non la voglio sprecare». Nonostante le premesse e le promesse («Ho trovato un gruppo di campioni davvero incredibile. Nessun’altra squadra al mondo ne può mettere insieme così tanti in una volta sola. Li ho visti caricatissimi e mi hanno spiegato che qui conta solo vincere, che tutto è finalizzato a quell’obiettivo. “Està bien”, perché anche per me il massimo è conquistare trofei. E il primo a cui penso è la Champions League. Subito, per fare un regalo ai tifosi bianconeri»), la sua esperienza bianconera è disastrosa, pur essendo nel pieno della maturità atletica; gioca pochissimo, ventisei presenze e appena due goal, uno in Coppa Italia e uno in Coppa Uefa, contro i ciprioti dell’Omonia Nicosia. Comincia una parabola discendente, quasi inarrestabile; il ritorno a Saragoza, un anno al Porto, sempre alla ricerca di continuità mai trovata. Nel 2002, il clamoroso ritorno in Argentina, nel River Plate, ma sarà una brutta esperienza, con poche presenze e tante incomprensioni. Si trasferisce in Francia, nell’Ajaccio per poi ritornare in Spagna, nel Murcia: oramai alla soglia della trentina, ha un violento litigio con una giornalista e si fa condannare dalla giustizia spagnola. Torna in patria: il Newell’s gli offre un contratto, ma oramai siamo agli sgoccioli di una carriera che non ha reso giustizia al talento del bomber di Mar de la Plata.
  12. l'arbitro ha un macaron al posto del cuore
  13. oddio, guardando pepe, ci può stare che gli puzzasse il fiato d'impepata di cozze ci sta il crollo
  14. per la roma. per noi è una pallottola schivata
  15. quello di discovery channel dove ci sono varriale e pistocchi che copulano?
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