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La Juve di Ranieri cinica come quella di Capello? Chiellini lancia il paragone, il tecnico si accoda Dopo l'1-0 di Cagliari, terzo risultato consecutivo di stretta misura dopo il successo casalingo sull'Udinese in campionato e il fondamentale esordio in Champions League contro lo Zenit, a Giorgio Chiellini il paragone ? venuto spontaneo: "S?, sono tre 1-0 consecutivi, un po' come la Juventus di Capello. L'importante ? fare risultato come adesso, ricordando che la base ? avere una buona difesa. Ranieri, come Capello, ci chiede di ridurre il numero di reti incassate". Ed il tecnico bianconero ha confermato che l'idea di una Juve cinica e spietata, pronta a massimizzare i risultati in rapporto agli sforzi, non gli dispiace affatto, anzi ? un obiettivo conclamato della sua gestione: "L'anno scorso abbiamo vinto poche volte 1-0 e il primo obiettivo della stagione era ridurre drasticamente i gol subiti. Con quella di Cagliari sono tre gare che non ne prendiamo, ? molto importante. Come la mentalit? da provinciale: ? stata la forza della Juve di Lippi, di Capello e di Deschamps e io sono contento che non l'abbia persa con me".
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Marco Tardelli - Calciatore E Dirigente
Socrates ha creato un topic in Tutti Gli Uomini Della Signora
MARCO TARDELLI Estate del 1974, spiaggia di Nocette: Gianni Invernizzi, osservatore dellInter dopo la contraddittoria esperienza alla guida della squadra nerazzurra, riferisce agli amici Valcareggi, Caciagli ed ai giornalisti una frase storica, pronunciata qualche giorno prima a Giancarlo Beltrami, allora direttore sportivo del Como: «Ho venduto Callioni al Torino, ma ho preso Tardelli dal Pisa che è molto più forte di Callioni». La realtà confermerà questa prima impressione: Vito Callioni nel Torino non manterrà le promesse e giocherà poi, dignitosamente, a Vicenza e nella Sampdoria. Tardelli è nato sul versante orientale delle Apuane a Capanne di Careggine, in provincia di Lucca, nei pressi di Isola Santa, paesino che sta sotto un lago artificiale. Ma, come giocatore, è uno sconosciuto, tifosi del Pisa a parte, che hanno già avuto modo di apprezzare Schizzo, grazie alla sua abitudine di correre come un pazzo ad ogni partita. Beltrami lo pesca, dietro opportuna segnalazione, e se lo porta sul lago di Como, dove Marco disputa uno splendido campionato in serie B contribuendo in larga parte alla promozione in A. Alla fine di quel campionato si scatena una vera e propria asta per il giovane giocatore filiforme. Sono in lizza cinque o sei squadre, su tutte emerge lInter, tanto è vero che a metà giugno, Tardelli viene fotografato al fianco del presidente nerazzurro Fraizzoli. Si parla di un miliardo tondo, speso dal patron interista, per il nuovo gioiello interista. Ma una settimana dopo un colpo di scena scuote il mercato: Tardelli passa alla Juventus per 950 milioni; il segreto è presto svelato: Boniperti paga in contanti, gli altri no e così la Juventus mette a segno uno dei colpi più clamorosi degli anni settanta. «Per me era un sogno che si avverava, certo, venivo dalla serie B, quindi il mondo dei professionisti lo avevo già assaggiato. Ma la Juventus è la Juventus, arrivarci era loccasione della vita». Il suo esordio in maglia bianconera avviene il 27 agosto 1975; è il primo turno di Coppa Italia, la Juventus affronta al Comunale il Taranto. La partita si risolverà con un 2-0, con reti di Causio e Bettega. «Mi tremavano le gambe, non capivo niente; appena sceso in campo, faticavo quasi a muovermi per lemozione. Poi, mi sono ricordato che sapevo giocare a pallone e tutto è andato liscio». Lallenatore bianconero è Carletto Parola, che schiera Tardelli come terzino di fascia, sia a destra che a sinistra. Il campionato è vinto dal Torino, che rimonta la bellezza di cinque punti alla Juventus. A Parola non viene rinnovato il contratto e viene sostituito da Giovanni Trapattoni. Nel provino di Villar Perosa, nellagosto del 1975, il Trap lo utilizza terzino fluidificante nel primo tempo, centrocampista cursore nella ripresa. È il primo esperimento. La Juventus cerca un interno agile, capace di accelerazioni improvvise da accoppiare al forte Benetti, scambiato vantaggiosamente in estate col declinante Capello. Trapattoni pensa giustamente a Tardelli, azzecca la mossa e regala un ineguagliabile centrocampista moderno al calcio italiano. Quando lavevi davanti, sembrava unipotesi di giocatore con qualcosa di meno. Era così gracile e come penato, uno dei sei fuoriclasse che Platini si sarebbe trovato al fianco in una Juventus destinata a divenire leggendaria. Schizzo Tardelli faceva piangere gli avversari ed i portieri; Cesto Vycpalek, osservatore della Juventus, ne era rimasto incantato durante un Verona-Como, disputato allo stadio Bentegodi. In quel pomeriggio, il presidente, Saverio Garonzi, si illudeva che il suo Verona gli avrebbe regalato, contro quel Como, una bella vittoria, invece, il Como aveva vinto, soprattutto per merito di Tardelli. Quellipotesi di giocatore, guardato nel fisico, si trasformava in campo in una freccia di giocatore, dai piedi buoni, dalle intuizioni repentine anche nei movimenti senza palla; si capiva che, nel ruolo di difensore esterno, assolveva ad una parte di un copione abbastanza vario. Quando avanzava, schizzava da parte a parte e lavversario era costretto a rincorrerlo senza prenderlo mai. La più razionale Juventus dellera Boniperti inseriva nel contesto il più trascedentale scattista ed incontrista dItalia, equilibrando il filtro di centrocampo affidato al piede dacciaio di Benetti ed allindomito sprint tattico di Furino, con il risultato di varianti inedite per lattacco prestigiatore di Bettega e martellatore di Boninsegna. Vincendo scudetti e coppe, Marco Tardelli non poteva ancora essere soddisfatto. Una perenne inquietudine gli ardeva negli occhi, sposo e padre senza avere molta serenità, cercava in campo ogni più ardua gioia, la scovava addirittura con i suoi guizzi felini, attraverso goals pazzeschi ed irresistibili. Divenne così fondamentale per la Nazionale bearzottiana, esordendovi come terzino destro nellaprile del 1976, nellamichevole torinese vinta per 3-1 sul Portogallo. Bearzot sedeva ancora in compagnia di Bernardini, ultime lezioni al furlan che sarebbe riuscito, con la sua facondia e versatilità psicologica, a fare della Nazionale un pugno di uomini con un ideale. Quella domenica di luglio del 1982 fu di sofferenza, prima del tripudio, nello stadio che era di un pallore svenato dalle luci (anche quella chiarissima del cielo, annottò tardissimo); Tardelli segnò il goal più bello, famoso ed importante della sua carriera, schizzando in caduta libera per scaricare il sinistro sul pallone del secondo goal, radente, irridente, per Schumacher. E subito la corsa liberatoria per il prato, a pugni stretti, gridando la gioia, come si può gridare con tutto il fiato del corpo e dellanima, quasi a voler chiamare a testimoni presenti e assenti dellimpresa compiuta, per se stesso, per tutti. Quelli erano giorni; unipotesi di giocatore, con qualcosa di meno, campione del mondo. Lirripetibile, insostituibile Marco Tardelli. Marco rimane in bianconero per dieci anni, scendendo in campo per ben 375 volte e realizzando 51 goal. Vince tutto: cinque scudetti, due Coppa Italia, la Coppa Campioni, la Coppa delle Coppe e la Supercoppa Europea. Ma più che per i numeri, Tardelli, rappresenta limmagine della vittoria nel Mondiale del 1982, in Spagna. Le braccia aperte, i pugni chiusi, lurlo di gioia, la corsa a tutto campo inseguito dai compagni; tutto ciò fu lItalia vera, senza confini, una felicità azzurra che riunì la gente nelle strade e nelle fontane, con gli occhi umidi ed il cuore sereno. Il racconto di Massimo Burzio, su Hurrà Juventus del marzo 1988: Nel calcio italiano e mondiale degli anni Settanta ed Ottanta ci sono stati molti grandi giocatori, ma pochissimi campionissimi. Uno di questi ultimi è stato Marco Tardelli, forse il miglior centrocampista della sua generazione. Difficile spiegare in poche righe cosè stato per la Juventus e per la nazionale azzurra Marco Tardelli. Difficile perché i tifosi juventini ed i calciofili hanno ancora, vivissime, negli occhi (e qualcuno nel cuore) le impareggiabili giocate di quel moto perpetuo che è stato Tardellino. Ed è stata una vera emozione quella di vedere, nei primi giorni di questanno, un allenamento della Juve a cui hanno partecipato Tardelli e Michel Platini. Due colonne di un passato neppure tanto remoto che avevano chiesto ed ottenuto di mantenere il ritmo partita del campionato svizzero (Tardelli), ed un poco di forma fisica (Michel Platini). È stato come tornare indietro ad unepoca che certamente non ha eguali. Schizzo è nato a Capanne di Careggine, in provincia di Lucca, il 24 settembre del 1954. I primi calci al pallone lungo i prati attorno a casa, qualche torneo minore ed ecco che i dirigenti del Pisa notano il ragazzino smilzo che vola per tutto il campo. Detto e fatto e cè il primo cartellino per i nerazzurri pisani. Lo stipendio è scarso e così Marco studia, gioca a calcio e lavora. E sempre uno scricciolo e, quando passa al Como, cè qualche dirigente che pensa daver fatto un affare lasciando ai comaschi quel terzino così smilzo che difficilmente avrà il fisico per fare strada. La pensano così anche i dirigenti della Fiorentina a cui Marco è stato invano proposto e negative sono anche le relazioni fatte dagli osservatori nerazzurri allallora presidente dellInter, Ivanoe Fraizzoli. Ed invece Tardelli nel Como trova spazio e possibilità per far vedere che non è necessario essere dei culturisti per giocare a calcio: basta avere un fisico vero ed essere dei campioni. LInter fa marcia indietro e torna alla carica con i dirigenti lariani, siamo nel 1975, arrivando ad offrire per il cartellino di Marco quasi un miliardo. Al Como rispondono con cortesia ma anche con decisione. «Ci spiace», affermano i dirigenti della squadra, «ma Tardelli è già bianconero». Così Fraizzoli torna sconfitto a Milano con una sola magra consolazione: quella davere una foto accanto a Tardelli. Ma cosè accaduto? Nulla o quasi, soltanto che la Juventus si è offerta di pagare in contanti laddove altri facevano solo promesse e dilazioni e non davano sufficienti garanzie di solvibilità. E stato, insomma, un affare tra business man e, soprattutto, è stato un grande colpo per la Juventus. Alla Juve arriva un Tardelli ventenne che si è fatto le ossa vincendo una stagione di B con, appunto, il Como e che Carlo Parola impiega come terzino con notevole giudizio e saggezza. Marco non viene infatti gettato nella mischia, inizia dalla panchina crescendo fisicamente e psicologicamente col passare del tempo. Ma è un anno buio per la Juve che regala uno scudetto quasi vinto al Torino. Così a fine stagione se ne va Parola ed arriva Giovanni Trapattoni: un allenatore giovane pronto a far giocare una squadra di giovani. Per Tardelli, che sul finire della stagione precedente, ha già conosciuto la gioia della maglia azzurra, è la definitiva consacrazione in un ruolo, tra laltro, diverso da quello precedente. Il Trap, infatti, imposta Marco da centrocampista avendone riconosciute le grandi qualità di dinamicità, visione di gioco e forza propulsiva. È unannata eccezionale, quella. La Juve vince la Coppa Uefa e fa suo lo scudetto con il punteggio record di tutti i tempi, 51 punti. È una Juve tutta italiana, una Juve incredibile, forse la migliore del calcio di Trapattoni. Quella Juve ha a centrocampo gente come Furino, Benetti e Tardelli, in difesa ci sono Scirea, Morini, Cuccureddu, Gentile ed a volte Antonio Cabrini, mentre dietro a tutti la sicurezza di Dino Zoff. Davanti giocano Causio, Boninsegna e Bettega. Insomma una Juve extra, che ha in Tardelli un leader giovane e grintoso. Anche in azzurro Marco diventa centrocampista presentandosi alla platea mondiale con classe ed una voglia di giocar bene e vincere, che lo fa notare e primeggiare tra tutti i giocatori di quel periodo. Ancora scudetti, campionati, partite internazionali, un mondiale in Argentina ed una cavalcata vincente in Spagna, come non ricordare quel suo goal nella finale con la Germania e lurlo di gioia di Schizzo che era poi lurlo di tutta Italia; insomma una carriera davvero unica e sorprendente. Ed è nel 1985 che Tardelli lascia la Juventus. Il distacco sembra un poco brusco, ma è tipico di tutti i grandi amori che proprio perché tali non possono finire in modo banale. Marco se ne va allInter (dove peraltro non avrà grande fortuna) con unaria a metà tra il soddisfatto e linsoddisfatto. La cosa è tipica (basta consultare i manuali di psicologia) di chi è alla fine duna grande avventura personale ed è diviso tra il rimpianto per il passato e la voglia di futuro. Oggi Tardelli gioca in Svizzera, nel San Gallo. È rimasto a lungo senza contratto perché allInter ha rifiutato unofferta economica magari valida ma che lo voleva inizialmente in panchina. E lui, da guerriero qual è, non voleva partire già con una penalizzazione. La storia bianconera di Tardelli è quella che sin qui ho cercato di scrivere. Inutile fare commenti tecnici o cercare ancora di dire come giocava Tardelli e chi era Tardelli per la Juve e nella Juve: basta dire che era Tardelli. E basta così. Senza altre parole per un giocatore unico in una Juve unica, magari eguagliabile nei risultati ma non nelle caratteristiche umane e tecniche del nucleo che ne fu forza e propulsione vincente Stefano Bedeschi -
Si stanno per dividere le strade di Andrade e della Juventus La dirigenza bianconera dubita che il giocatore possa tornare ad alti livelli dopo due cos? gravi infortuni. Non sar? sicuramente ricordata con entusiasmo l'avventura juventina di Jorge Andrade, difensore portoghese acquistato dai bianconeri nella scorsa stagione dagli spagnoli del Deportivo La Coruna. Il giocatore, dopo essersi infortunato alla rotula in occasione di un Roma-Juventus ed avere recuperato, quando sembrava pronto per la nuova stagione, ha subito lo stesso grave infortunio durante il ritiro estivo di Pinzolo. La via della guarigione in questo caso sembra pi? impervia ed alla non pi? tenera et? di 30 anni, recuperare in maniera ottimale dopo due stop cos? gravi sembra quasi un miraggio. Per questo motivo pare che la societ? bianconera stia trattando con il giocatore la rescissione del contratto.
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Buffon To Miss Next Two Games Juventus have confirmed that Gianluigi Buffon will be out for 10 days after picking up a muscular injury against Cagliari, thus he will miss at least two games. The Bianconeri shot-stopper had to come off duing the 1-0 win over the Isolani and he underwent further examinations at Vinovo today. The club's medical staff have now confirmed that he is suffering from a strain to his adductor muscle in his right leg and he will miss the next two games against Catania as well as the trip to Sampdoria. Buffon is likely to have another assessment on Wednesday as the club plan his recovery.It's not what the Old Lady needed at this busy time of the season. David Trezeguet is also out with a long term injury while Mauro Camoranesi and Alessandro Del Piero look doubtful for Wednesday night's game. Alex Manninger is likely to take Buffon's place for the up coming fixtures. The World Cup winner has been outstanding this season, keeping three consecutive clean sheets. Juve fans will be hoping he returns as soon as possible in order to safeguard their Scudetto and Champions League challenge.
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Zenga ? pronto per il suo "Derby d'Italia" Il tecnico dei catanesi per? ammette quanto sar? dura domani sera. Partita proibitiva per il Catania all'Olimpico contro la Juventus? Sulla carta pare di s?, ma alla squadra allenata da Spider Man nulla ? impossibile in questo momento di buona forma, sentendo una sfida nella sfida, da buon ex interista. Zenga ha parole di elogio per la squadra bianconera, una delle principali candidate allo scudetto. "La Juve ? sempre aggressiva e non ha momenti di sosta", ha detto l'ex portiere alla vigilia del match infrasettimanale. "La loro ? una societ? seria, composta da giocatori che nello spogliatoio sono stati abili a costruire un gruppo importante", ha poi aggiunto il tecnico degli etnei. Lo stesso ha poi ricordato: "Una buona parte dell'organico ha anche accettato di scendere in B. Portiamo molto rispetto a questa squadra". Per il Catania ? la seconda sfida contro una big alla quarta di campionato, la prima ? stata contro l'Inter, dove i siciliani hanno perso con il minimo scarto, uscendo dal campo senza aver demeritato (a parte il botta e risposta tra Mourinho e Lo Monaco). Se per il direttore generale dei rossazzurri la gara appare proibitiva, Zenga si gioca tutto quello che ha. "La nostra sar? una squadra combattiva, proveremo a strappare punti a Torino". Non sar? facile, ma come si dice, la palla ? pur sempre rotonda.
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Ranieri: "Giovinco non gioca perch? ? in ritardo di condizione" "Lo stimo molto, ma non va considerato il messia". E' forse l'unica nota stonata in questo inizio di stagione della Juventus: Sebastian Giovinco ? sinora ai margini della squadra titolare e, almeno a breve, non sembra destinato a poter trovare impiego con continuit? dal primo minuto. Ranieri, nella conferenza stampa di oggi, ha per? spiegato le ragioni alla base dell'esclusione della Formica Atomica: "Io credo molto in lui, ? un ragazzo serio e con ottime qualit?, ma si sta mettendo solo ora le scarpe da calcio. Lasciamolo crescere quindi. Ha fatto un preparazione idonea a partecipare alle Olimpiadi, non ha messo quindi i carichi di lavoro che abbiamo messo noi in estate: Marchisio e De Ceglie che sono centrocampisti riescono a mascherare meglio il loro stato di non eccelsa forma, mentre in Giovinco, che ? tutto scatti, serpentine e cambi di direzione, questo si vede di pi?". Condizione atletica carente, quindi, ma non solo: "Piano piano arriver? il suo momento, ma non dobbiamo aspettarlo come il messia. Dobbiamo considerarlo come un ragazzo che si inserisce piano piano, ? ancora in fase di formazione: ha sempre giocato centralmente, poi a Empoli ha fatto il quarto di sinistra. Io l'ho portato qui proprio per fare il vice Nedved, ma questo non significa che non possa fare l'attaccante...".
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Derby d'Italia per lo scudetto? Non ditelo a Tinkerman Ranieri prova a esorcizzare il duello con l'Inter e carica Del Piero. "Ora lo attende un superlavoro". Inter contro Juve, ormai tutti ne parlano. Secondo la quasi totalit? degli addetti ai lavori, la grande sfida per il campionato ? gi? iniziato: tra una di queste due compagini uscir? la vincitrice dello scudetto. Non ditelo per? a Claudio Ranieri che oggi, in conferenza stampa, ha allargato all'infinito il lotto delle pretendenti: "Ci sono anche Milan, Fiorentina e Roma. Senza dimenticare la Lazio, che ? partita molto bene, il Napoli, pure la Sampdoria...". Insomma, il tecnico bianconero da questo orecchio non ci sente. Si fa invece pi? serio quando c'? da parlare del Catania e dell'infortunio a Trezeguet: "Senza il vicecapocannoniere della scorsa stagione, gli attaccanti in rosa saranno ora chiamati a un superlavoro. Fin da domani, quella di Zenga ? una squadra insidiosa e noi l'anno scorso abbiamo pareggiato per due volte, a fatica e sempre nei minuti finali con Del Piero".
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Arrigo Sacchi sulla difesa della Juve: "Poche cos? in Europa". L'ex Ct azzurro vede margini di miglioramento nell'azione offensiva: "Finora vittorie meritate, ma non sempre divertenti". La nuova Juventus piace parecchio, eccome se piace. A chi, come Jose Altafini, ne celebra l'acquistone di Amauri, "il miglior centravanti d'Italia e forse del mondo", ed ovviamente al suo timoniere Claudio Ranieri, che ne sottolinea quel cinismo che ha fatto scomodare a qualcuno il nome di Fabio Capello: "L'anno scorso abbiamo vinto poche volte per uno a zero - spiega il tecnico bianconero - e il primo obiettivo della stagione era ridurre drasticamente i gol subiti". Una squadra dunque nuovamente spietata e solida, come ? nel Dna della Juventus, e come sottolinea Arrigo Sacchi sulle pagine della giornalaccio rosa dello Sport: "La squadra sfrutta programmazione corretta, mentalit? vincente, ottima condizione ed il buon senso dell'allenatore. I bianconeri saranno avversari ostici per tutti, la squadra difende collettivamente come poche in Europa". Per l'ex Ct azzurro i margini di progresso sono dall'altra parte del campo: "In fase offensiva, a volte, la Juve attacca con pochi uomini e l'azione non sempre corre con tempi e fantasia giusta. Il poderoso Amauri e l'abilit? di Del Piero hanno consentito vittorie meritate, ma non sempre divertenti. L'assenza di Camoranesi si far? sentire perch? ? uno dei pochi centrocampisti con talento, ma la Juve sar? un avversario difficile per tutti".
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Altafini ha scelto l'uomo copertina per il suo manuale del calcio "Amisci, questo Amauri ? il pi? forte centravanti che ci sia in Italia e forse nel mondo!" Meglio di cos? Amauri Carvalho de Oliveira non avrebbe potuto cominciare la sua avventura alla Juventus. Due goal da sei punti in campionato ed una presenza gigantesca nella manovra della squadra di Claudio Ranieri. Complice l'infortunio di David Trezeguet, adesso il 28enne brasiliano si trova spalancati spazi enormi sia in campionato che in Champions, ma dovr? anche mettersi in spalla responsabilit? raddoppiate. Un peso che secondo Jose Altafini l'ex attaccante del Palermo pu? benissimo sorreggere, vista la vera e propria incoronazione sentenziata dal popolare commentatore televisivo. "Amauri ? il pi? forte centravan?ti che ci sia in Italia e non vorrei sbilan?ciarmi troppo nel dire che anche nel mon?do potrebbe essere il numero uno - dice Altafini al Corriere dello Sport - Intendia?moci, parlo di centravanti e non di attac?cante, questo per non confonderlo con Ibrahimovic, per esempio, sono due cose diverse per caratteristiche e posizione in campo". Il vecchio Jose su attaccanti e relativi movimenti potrebbe aprire un'universit? e spiega cosa rende lo juventino il numero uno in questo momento: "Or?mai ? completo. Non solo ha colpi di classe, non solo ? un opportuni?sta come ha dimostrato contro Udinese e Cagliari, ma questo ragazzo ? il pi? forte colpitore di testa del nostro campionato e inoltre lotta e picchia come un matto, si sa difendere alla grande e questa, credetemi, ? la dote principale per un centravanti. Brasile o Italia? Io dico una cosa soltanto: chi prender? Amauri ne trarr? un grande vantaggio, chi se lo lascer? scappare avr? invece un grande rammarico. Con lui il Brasile potr? tornare a vincere la coppa del Mondo, mentre l'Italia potr? difenderla...". Con questa premessa l'invito a Ranieri ? pi? di un suggerimento: "Deve inventarsi qualco?sa, ma deve trovare il posto ad Amauri. Gli altri possono anche alternarsi, diventare vittime del turnover che ? necessario, ma lui no, perch?, come ha dimostrato, il suo fiuto del gol e la sua classe possono essere determinanti. E' completo, ? forte fisica?mente ed ha classe, cosa volete di pi?, nemmeno il manuale del calcio perdone?rebbe una sua esclusione...".
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David sta bene: operazione riuscita! Al francese ? stata rimossa anche una lesione cartilaginea all'arto sinistro. Operazione riuscita per David Trezeguet, che in mattinata si ? sottoposto all'intervento chiurgico per ripulire il ginocchio destro dal tendine rotuleo lesionato. Tempi di recupero confermati: si parla di quattro mesi, ma potrebbe recuperare in minor tempo cos? come impiegarci qualche settimana in pi? ed allungare fino a cinque il numero dei mesi senza Juventus. La notizia, tuttavia, ? che al francese ? stata rimossa pure una lesione cartilaginea all'arto sinistro: insomma, gi? che c'erano, gli ortopedici hanno deciso di fare un lavoretto con i fiocchi per evitare complicazione in futuro pure all'altro ginocchio...
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Hiddink: "Se la Juve passa il girone di Champions..." L'allenatore olandese promuove la Juve di Ranieri: "Lotta per la Champions con Zenit e Real". Guus Hiddink spende parole d'elogio per la Juve e Ranieri: "Un allenatore di personalit? che sta facendo molto bene, aveva gi? dimostrato il suo valore all'estero. Anzi, dir? di pi?: la Juve pu? vincere la Champions, insieme a Zenit e Real sono le mie favorite". Qualora passasse il girone, quindi, la Vecchia Signora sarebbe gi? a cavallo...
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Catania: Rossazzurri caricati a mille in vista della sfida contro la Juventus La vittoria sull'Atalanta importante tappa del cammino etneo Sei punti in tre partite, frutto di due vittorie e di una sconfitta, nessun gol subito (direttamente dagli avversari). E' questo il confortante bilancio del Catania in avvio di stagione, considerando anche il modo in cui ? arrivata la sconfitta in casa dei campioni d'Italia dell'Inter (due autogol). Con queste credenziali i rossazzurri si apprestano a sfidare la Juventus nel turno infrasettimanale di mercoled? sera; c'? da scommetterci, la malcelata aspirazione degli uomini di mister Zenga ? quella di ottenere un risultato positivo all'Olimpico di Torino. Analizzando e contrapponendo i valori che scenderanno in campo non vi ? storia, senza ombra di dubbio: la corazzata bianconera ? una delle migliori compagini del campionato. Ma non si sa mai... Gli etnei hanno sinora dimostrato di reggere bene l'urto di avversari di rango, di saper colpire al momento giusto, di non temere nessuno. Queste le prime indicazioni fornite, naturalmente bisogner? attendere qualche altra settimana per esitare un giudizio maggiormente credibile e fondato sulla reale consistenza del mosaico catanese. La vittoria ottenuta contro l'arcigna Atalanta ? giunta al culmine di una gara ben condotta dal Catania, confronto in cui i nerazzurri si sono messi in mostra in diversi frangenti ma che alla fine ha premiato la maggiore concretezza di Mascara & C. Lo spirito che anima i rossazzurri sembra quello giusto, al campo, come sempre, l'ultima parola.
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Paolucci: "Metter? da parte l'emozione" Quel cecchino del Catania sulla strada della Juve un po' di tempo fa aveva una maglia bianconera Il Catania vola tra le mura amiche, ed ora pu? andare a far visita alla capolista Juventus guardandola ad appena un punto di distanza. La classica partita in cui gli uomini di Walter Zenga avranno tutto da guadagnare, cercando magari di fare il colpaccio grazie al classico goal dell'ex, quel Michele Paolucci che sabato ha dato i tre punti ai rossazzurri contro l'Atalanta, guarda caso altra sua ex squadra... "Nella Juve sono nato - racconta il 22enne attaccante di Recanati, cresciuto nelle giovanili bianconere - sar? indubbiamente un'emozione, ma che lascia il tempo che trova. Noi andiamo a Torino per fare la nostra partita come abbiamo fatto a Milano". "Un po' il goal mi mancava - continua Paolucci - Stiamo facendo un gran lavoro e siamo ripagati dei nostri sforzi. Fa un certo effetto stare lass?, ? bello, ma dobbiamo tenere i piedi per terra. Godiamoci questi 6 punti che non sono pochi".
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I sostenitori del forum J1897.com pronti ad "aiutare" Molinaro Non tutti i tifosi bianconeri ce l'hanno con l'esterno: pronta una lettera tutta per lui, solo per lui. Per fischiare chi lo fischia! Fischiato al momento della sostituzione contro i russi dello Zenit mercoledi scorso. Ed ovviamente abbattuto per aver preso coscienza del fatto che non tutti i tifosi della Juventus vedono in Cristian Molinaro l'esterno mancino a cui affidarsi per tornare a sognare lo Scudetto e la Coppa dei Campioni. E' un momento difficile, quello vissuto dal laterale proveniente dal Cilento, che per? ha trovato sulle pagine del forum j1897.com una nutrita schiera di sostenitori pronti a stargli vicino attraverso una lettera volta a spronare l'ex senese in questa fase della stagione. Questa la lettera pubblicata: 40 presenze con la maglia della Juventus. Impegno, sprito di sacrificio, sudore ed umilt?. Nelle ultime partite, l'emozione si ? fatta per? pi? forte. Il debutto prima nei preliminari di Champions, poi la vera Coppa Campioni: noi stessi, davanti al televisore o allo Stadio, abbiamo avuto i brividi gi? solo sentendo quelle fantastiche note dell'inno della pi? importante competizione europea per club. Tutti noi quella sera ci siamo sentiti debuttanti e, tutti noi, avevamo in corpo emozioni fortissime. Chi quella Coppa se l'? guadagnata con il sudore ogni giorno in allenamento, chi quella Coppa l'ha sognata, chi quella Coppa l'ha solo vista in televisione prima di quel momento... Merita rispetto. Chi indossa la nostra maglia merita rispetto. Chi da tutto s? stesso per la nostra maglia merita rispetto. Dal Fuoriclasse al pi? prezioso dei gregari. Siamo tifosi della Juventus, societ? che di gran lunga possiede una storia ed uno stile impareggiabile. Inutile negare che sentire quei fischi abbia fatto storcere il naso a parecchi. Noi compresi. Perch?? Semplice. Non si sta fischiando un avversario presuntuoso, o chi, in altri momenti, ha deciso che era meglio diventare "interista fin da bambino" (sfidando ogni sorta di consecutio temporum), o non si sta fischiando una decisione sbagliata. Stiamo fischiando un nostro giocatore, un nostro uomo in campo. Stiamo fischiando un ragazzo di 25 anni, che era emozionatissimo al debutto europeo e che a Cagliari era visibilmente turbato dalla situazione che si sta creando. Noi stiamo con Cristian, perch? ? la Juventus, come lo ? il pi? grande fuoriclasse e come lo ? il magazziniere. Stiamo con Cristian perch? ? un ragazzo timido, umile e volenteroso. Stiamo con Cristian perch? lui d? il massimo, sempre. Che parlino il campo, gli allenamenti e le scelte del mister. Ma non dobbiamo mai ostacolare un nostro giocatore. Forza Cristian, siamo con te!
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Ranieri: Amauri ? diventato "velenoso" Lui gi? vuole mordere in azzurro... con Vincenzone! "Siamo una coppia da Nazionale" Da ieri Amauri Carvalho de Oliveira ? ufficialmente un "veleno", come da investituta ufficiale ricevuta da Claudio Ranieri al termine del match vinto dalla Juventus a Cagliari: "E' davvero un mostro - ? la premessa del tecnico bianconero, che poi spiega - Alla vigilia avevo detto che Del Piero e Trezeguet so?no velenosissimi per le dife?se avversarie, gente da 20 gol a campionato. Ora mi sento di dire che pure Amau?ri ha trovato la sua boccetta di veleno...". Un attaccante sempre pi? implacabile sotto rete, in aggiunta alla mole smisurata di lavoro che svolge per far salire la squadra, insomma un giocatore con le caratteristiche ideali della punta che piace a Marcello Lippi. Se il Ct campione del mondo spinge per accellerare i tempi della concessione del passaporto ad Amauri, il ragazzo dal canto suo sembra con il cuore sempre pi? vicino all'azzurro, tanto da sbilanciarsi quando si parla della sua intesa con Iaquinta: "Con Vincenzo mi trovo bene. Una coppia da Nazionale? Sono in Italia da otto stagioni, ormai si pu? dire di s?". L'unico pericolo a questo punto ? quello che indirettamente solleva Giorgio Chiellini: "Io davvero non capisco perch? Dunga non lo abbia ancora chiamato". Se Amauri continua a segnare con questi ritmi e in Brasile hanno qualche parabola perfino l'ostinato Carlos potrebbe convincersi a fare una telefonata...
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Buffon: una settimana non basta per rientrare in campo Il portiere bianconero a rischio per la seconda gara di Champions. Domenica sera, al termine del match vinto sul campo del Cagliari, Gigi Buffon parlando del suo infortunio all'adduttore si era dato una settimana di tempo per rientrare in campo. Gli esami ai quali il portierone della Juventus si ? sottoposto ieri, per?, hanno evidenziato un'elongazione e, a quanto pare, per poter rientrare in campo dovr? attendere 10 giorni. In questo modo, il numero 1 della Nazionale italiana sar? costretto a saltare, oltre il turno infrasettimanale contro il Catania, anche la trasferta di Genova contro la Sampdoria per rientrare poi, probabilmente, in occasione della seconda gara di Champions League in programma marted? 30 settembre sul campo dei bielorussi del Bate Borisov. David Trezeguet, intanto, stamattina ? stato operato e tra una ventina di giorni saranno resi noti i tempi di recupero che, al momento, oscillano tra i tre mesi e mezzo e i cinque mesi.
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"Ragazzi, con Capello vincevamo cos?..." Chiellini spende elogi per questa Juve cinica. E' una Juve cinica e spietata, ma nessun bianconero pare arrabbiarsi particolarmente se glielo si fa notare. Anzi, per i difensori come Giorgio Chiellini ? un motivo d'orgoglio. E, nemmeno a bassa voce, uno spunto per pensare al passato ed essere ottimisti per il futuro. "Siamo pi? squadra dell'anno scorso - ha ammesso il nazionale azzurro - e noto delle grandi somiglianze con il gruppo di Capello: io c'ero, vincevamo spesso cos? e subivamo sempre pochissimo...". Tutti sanno com'erano poi finite quelle due annate: tricolore alla Juve e gli altri dietro ad applaudire.
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Ranieri: "Scudetto, ci credo" "Ce la giocheremo fino in fondo: a Cagliari abbiamo fatto un passo avanti, senza tre stelle". Furioso alla vi?gilia, quasi esagitato (per i suoi canoni) durante il pri?mo tempo, il Claudio Ranie?ri che si presenta davanti a telecamere e taccuini a fine match sembra aver esaurito le scorte di adrenalina. Ri?conquistato l?aplomb, le urla all?indirizzo dei vari Sissoko, Molinaro e Chiellini (sog?getto a una dura reprimenda per non essere andato a so?stituire lo zoppicante Buffon in un rinvio dal fondo) dopo il 90? vengono derubricate al?la voce richiami: ?Ho dovuto farmi sentire perch? non eravamo reattivi come avrei voluto, il rischio era che il Cagliari crescesse, mentre proprio in quei frangenti avremmo dovuto uccidere la partita?. La Juve corre spedita in compa?gnia dell?Inter e il confronto ipotizzato in estate prende contorni sempre pi? realisti?ci. Ranieri si dichiara propenso ad al?largare la rosa delle conten?denti: ?Mi piacerebbe che non fosse una corsa a due. Noi ci crediamo, anche se tra i nostri avversari c?? chi ha qualcosa in pi?. Ma voglia?mo restare l? a giocarcela, oggi abbiamo fatto un piccolo passo in avanti nonostante ci man?cassero tre stelle. Qualche ri?schio l?abbiamo corso, ma al?la fine portiamo a casa il ter?zo 1-0 consecutivo e questa ? una cosa che mi fa piacere, perch? l?i?dea che ha ispirato le nostre mosse estive era di ridurre drasticamente il numero dei gol presi e per il momento ci stiamo riuscendo?.
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Buffon rassicura i tifosi della Juve Credo che ne avr? per una settimana. Siamo sereni con Manninger Buffon ? uscito malconcio dal campo di Cagliari, lasciando il posto nell'intervallo ad Alex Manninger. Il portiere della Nazionale italiana ha accusato dei fastidi gi? durante la prima frazione di gioco per poi non rientrare in campo per la ripresa del match vinto dalla Juventus. "Ho sentito una fitta all'adduttore della coscia - ha detto il portierone azzurro - Mi sono fatto male con il rinvio che ho svincolato. Credo che ci vorr? una settimana per recuperare". Mercoled? sera contro il Catania in porta ci sar? di nuovo Manninger: "Sono tranquillo, Alex ? stato strepitoso", ha concluso Buffon.
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Amauri non si sente titolare Questa ? l'occasione della mia vita. Posso fare la prima o la seconda punta, non ho problemi L'attaccante della Juventus Amauri, match-winner nella trasferta in Sardegna contro il Cagliari, ha parlato in esclusiva ai microfoni di SKY nel post-gara del Sant'Elia. Hai gi? cambiato un po' questa Juve? "No, sicuramente il merito ? del gruppo che mi mette sempre a mio agio. Questo ? il frutto del lavoro e speriamo di continuare cos?". Qual ? il tuo segreto? "Questa ? l'opportunit? della mia vita. A 28 anni sono arrivato alla Juve, ho voglia di vincere, anche la Juve ha voglia di vincere, e perci? lottiamo su tutti i palloni". Sugli infortuni... "In primo luogo mi dispiace per David, perch? so cosa vuol dire stare fuori per infortunio, per? so che torner? pi? forte di prima. La responsabilit? ? cominciata quando ho firmato con la Juve, perch? hanno puntato su di me e spero di ripagare la societ? di questo investimento. Vivo partita dopo partita". Si sente un po' pi? titolare adesso? "Non esistono i titolari, bisogna stare sempre concentrati, perch? abbiamo Campionato e Champions League". Deve ancora segnare tanto per?... "Il gol ? importante per qualsiasi attaccante, ma non ci penso tanto, forse ? quella la mia fortuna. Sono contento quando faccio salire la squadra. Fare gol ? importante, ma lo ? anche fare respirare la squadra". Giocare con Iaquinta ? la fortuna di tutti gli attaccanti? "Sicuramente". E con Del Piero? "So fare la prima e la seconda punta. Con Vincenzo sono dappertutto, Alex ? un fantasista e a lui piace partire da dietro. L'importante ? che si vinca".
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SERIE A - 4a GIORNATA ANDATA Atalanta - Cagliari 1-0 ................24/09/2008 - ore 20:30 Bologna - Udinese 0-3 ...............24/09/2008 - ore 20:30 Chievo - Torino 1-1 ....................24/09/2008 - ore 20:30 Genoa - Roma 3-1 ......................24/09/2008 - ore 20:30 Inter - Lecce 1-0 .........................24/09/2008 - ore 20:30 JUVENTUS - CATANIA 1-1 ........24/09/2008 - ore 20:30 Lazio - Fiorentina 3-0 ................24/09/2008 - ore 20:30 Napoli - Palermo 2-1 ..................24/09/2008 - ore 20:30 Reggina - Milan 1-2 ................... 24/09/2008 - ore 20:30 Siena - Sampdoria 0-0 ............. 24/09/2008 - ore 20:30 .......................Team............................................. Partite.......................................... Casa............................................. Fuori .......................................................Pti...G.......V.......N.........P....GF.GS..-...G.......V........N........P....GF..GS..-...G......V.......N.......P....GF.GS Inter............ 10.. 4... 3... 1... 0.. 7..3.-. 2... 2... 0... 0.. 3.. 1.-. 2.. 1... 1... 0.. 4..2 Lazio........... 9.. 4... 3... 0... 1. 10..5.-. 2... 2... 0... 0.. 5.. 0.-. 2.. 1... 0... 1.. 5..5 Atalanta....... 9.. 4... 3... 0... 1.. 3..1.-. 2... 2... 0... 0.. 2.. 0.-. 2.. 1... 0... 1.. 1..1 Napoli.......... 8.. 4... 2... 2... 0.. 5..3.-. 2... 2... 0... 0.. 4.. 2.-. 2.. 0... 2... 0.. 1..1 Juventus..... 8.. 4... 2... 2... 0.. 4..2.-. 2... 1... 1... 0.. 2.. 1.-. 2.. 1... 1... 0.. 2..1 Udinese....... 7.. 4... 2... 1... 1.. 6..2.-. 2... 1... 1... 0.. 3.. 1.-. 2.. 1... 0... 1.. 3..1 Catania........ 7.. 4... 2... 1... 1.. 4..3.-. 2... 2... 0... 0.. 2.. 0.-. 2.. 0... 1... 1.. 2..3 Genoa.......... 6.. 4... 2... 0... 2.. 6..4.-. 2... 2... 0... 0.. 5.. 1.-. 2.. 0... 0... 2.. 1..3 Milan............ 6.. 4... 2... 0... 2.. 7..6.-. 2... 1... 0... 1.. 5.. 3.-. 2.. 1... 0... 1.. 2..3 Palermo....... 6.. 4... 2... 0... 2.. 7..7.-. 2... 2... 0... 0.. 5.. 2.-. 2.. 0... 0... 2.. 2..5 Torino......... 5.. 4... 1... 2... 1.. 6..5.-. 2... 1... 0... 1.. 4.. 3.-. 2.. 0... 2... 0.. 2..2 Siena........... 5.. 4... 1... 2... 1.. 3..2.-. 2... 1... 1... 0.. 2.. 0.-. 2.. 0... 1... 1.. 1..2 Chievo.......... 5.. 4... 1... 2... 1.. 4..5.-. 2... 1... 1... 0.. 3.. 2.-. 2.. 0... 1... 1.. 1..3 Roma........... 4.. 4... 1... 1... 2.. 6..7.-. 2... 1... 1... 0.. 4.. 1.-. 2.. 0... 0... 2.. 2..6 Lecce............ 4.. 4... 1... 1... 2.. 3..5.-. 2... 1... 1... 0.. 3.. 1.-. 2.. 0... 0... 2.. 0..4 Fiorentina.... 4.. 4... 1... 1... 2.. 3..6.-. 2... 1... 1... 0.. 2.. 1.-. 2.. 0... 0... 2.. 1..5 Sampdoria... 3.. 4... 0... 3... 1.. 2..4.-. 2... 0... 2... 0.. 2.. 2.-. 2.. 0... 1... 1.. 0..2 Bologna........ 3.. 4... 1... 0... 3.. 2..6.-. 2... 0... 0... 2.. 0.. 4.-. 2.. 1... 0... 1.. 2..2 Reggina....... 1.. 4... 0... 1... 3.. 3..8.-. 2... 0... 1... 1.. 2.. 3.-. 2.. 0... 0... 2.. 1..5 Cagliari........ 0.. 4... 0... 0... 4.. 1..8.-. 2... 0... 0... 2.. 1.. 5.-. 2.. 0... 0... 2.. 0..3 Classifica marcatori 4 Goals D. MILITO (Genoa) - M. ZARATE (Lazio - 1 P.) 3 Goals C. AMAURI (Juventus) - M. HAMSIK (Napoli) - F. MICCOLI (Palermo) - G. PANDEV (Lazio) 2 Goals A. AQUILANI (Roma) - R. BIANCHI (Torino - 1 P.) - F. CASERTA (Lecce) - E. CAVANI (Palermo) - B. CORRADI (Reggina - 1 P.) - A. DI NATALE (Udinese) - A. GILARDINO (Fiorentina) - Z. IBRAHIMOVIC (Inter) - M. MARCOLINI (Chievo - 1 P.) - A. PATO (Milan) - G. PLASMATI (Catania) - G. SCULLI (Genoa) 1 Goal E. ABBRUSCATO (Torino) - M. AMBROSINI (Milan) - N. AMORUSO (Torino) - C. JULIO BAPTISTA (Roma) - M. BORRIELLO (Milan) - C. BOVO (Palermo) - M. BRESCIANO (Palermo) - E. CALAIO' (Siena) - J. CASTILLO (Lecce) - J. CRUZ (Inter) - G. D'AGOSTINO (Udinese) - G. DELVECCHIO (Sampdoria) - D. DE ROSSI (Roma) - M. DI VAIO (Bologna) - D. FICAGNA (Siena) - S. FLOCCARI (Atalanta) - A. FLORO FLORES (Udinese) - P. FOGGIA (Lazio) - D. FRANCESCHINI (Sampdoria) - A. GHEZZAL (Siena) - T. GUARENTE (Atalanta) - G. INLER (Udinese) - V. ITALIANO (Chievo) - KAK? (Milan) - A. LANGELLA (Chievo) - J. LARRIVEY (Cagliari) - C. MAGGIO (Napoli) - MAICON (Inter) - G. MASCARA (Catania) - S. MAURI (Lazio) - A. MUTU (Fiorentina) - P. NEDVED (Juventus) - S. PADOIN (Atalanta) - C. PANUCCI (Roma) - M. PAOLUCCI (Catania) - S. PEPE (Udinese) - S. PERROTTA (Roma) - R. QUARESMA (Inter) - A. ROSINA (Torino - 1 P.) - C. SEEDORF (Milan) - S. SIVIGLIA (Lazio) - F. VALIANI (Bologna) - M. ZALAYETA (Napoli) - G. ZAMBROTTA (Milan) - P. ZANETTI (Torino) 1 Autogoal M. DI LORETO (Reggina) - M. PISANO (Torino) - C. TERLIZZI (Catania)
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JUVENTUS - CATANIA .................................. SERIE A - 4a GIORNATA ANDATA MERCOLED?, 24 SETTEMBRE 2008 - ORE 20:30 STADIO "OLIMPICO" TORINO Scontri diretti Totali 21 - 20 (Serie A) - 1 (Coppa Italia) Vinte Juventus 11 - 11 (Serie A) Pareggi 6 - 5 (Serie A) - 1 (Coppa Italia) Vinte Catania 4 - 4 (Serie A) Juventus Goals 39 - 38 (Serie A) - 1 (Coppa Italia) Catania Goals 21 - 20 (Serie A) - 1 (Coppa Italia) Partite a Torino Serie A Giocate 10 Vinte Juventus 7 (L'ultima il 25.03.1984, 2-0) Pareggi 2 (L'ultimo l'11.05.2008, 1-1) Vinte Catania 1 (L'ultima il 07.04.1963, 0-1) Juventus Goals 23 Catania Goals 7 Primatisti Juventini contro il Catania 6 partite Leoncini Gianfranco 5 Anzolin Roberto 5 Sarti Benito 5 Sivori Omar Enrique 4 Salvadore Sandro 3 Castano Ernesto 3 Del Sol Luis Cascajares 3 Gori Adolfo 3 Mazzia Bruno 3 Sacco Giovanni 3 goals Bettega Roberto 3 Menichelli Giampaolo 2 Nicol? Bruno 2 Scirea Gaetano 2 Stacchini Gino 1 Bercellino II Silvino 1 Boniperti Giampiero 1 Bron?e Helge Christian 1 Causio Franco 1 Da Costa Dino Ultimi confronti diretti 07.02.1965 Campionato Juventus-Catania 4-1 10.10.1965 Campionato Catania-Juventus 1-1 27.02.1966 Campionato Juventus-Catania 1-0 27.09.1970 Campionato Catania-Juventus 0-1 31.01.1971 Campionato Juventus-Catania 5-0 18.08.1982 Coppa Italia Catania-Juventus 1-1 20.11.1983 Campionato Catania-Juventus 0-2 25.03.1984 Campionato Juventus-Catania 2-0 12.01.2008 Campionato Catania-Juventus 1-1 11.05.2008 Campionato Juventus-Catania 1-1 Giocate 10 - Vinte Juventus 6 - Pareggi 4 - Vinte Catania 0 - Juventus Goals 19 - Catania Goals 5
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PAOLO ROSSI Paolo Rossi nasce a Prato il 23 settembre 1956. A sedici anni è già juventino e sgambetta al Combi, anche se è gracilino: è un Rossi scattante, con la sua caratteristica corsa, pronto ad avventarsi su ogni pallone. Italo Allodi lo ha voluto portare a Torino, a tutti i costi, in quanto il ragazzino gli era piaciuto. «Ho dei ricordi bellissimi di quel periodo, era lestate del 1972 quando, sedicenne, giunsi alla corte della Vecchia Signora. Ero uno dei tanti ragazzini di quegli anni, con molti dubbi e poche certezze; larrivo nella società più importante dItalia mi diede una grande carica. Provenivo da Firenze, dove avevo giocato per quattro anni in una piccola società, la Cattolica Virtus; poi, il grande salto nella Juventus. Mi aveva già prenotato quando avevo quattordici anni un certo Luciano Moggi, allora responsabile del settore giovanile bianconero, dopo avermi visto giocare in un torneo a Chieti. Due anni dopo, sbarcai a Torino». Gli osservatori della Juventus pensano che Paolo sia un buon elemento, ma che debba farsi le ossa, considerato che è così debole di gambe. «Gli infortuni giungevano, puntuali, tutti gli anni; mi hanno tolto tre menischi in tre stagioni ed, allora, quelloperazione faceva perdere almeno sei o sette mesi di preparazione. Lultima è stata nel 1974; lallenatore della Primavera era Castano, un grandissimo personaggio nellambiente di quegli anni. Con lui sono diventato uomo e calciatore e grazie al suo aiuto ho esordito in Coppa Italia con la prima squadra. Ricordo che vincemmo a Cesena per 1-0, con goal di Musiello; lallenatore era Vycpalek ed ho avuto loccasione di giocare con giocatori del calibro di Capello ed Altafini, tanto per fare due nomi fra i più conosciuti. Fu una stagione eccezionale». Paolo viene mandato a Como, è la stagione 1975/76, dove come allenatore cè Osvaldo Bagnoli. Gioca ala destra, disputa sei partite e segna anche una rete, ma è sempre alla prese con i menischi: gliene tolgono tre, un vero calvario senza fine, in quanto, ogni volta, bisogna riprendere con massacranti sedute dallenamento, per tonificare il tono muscolare. A Como, però, non credono in lui, puntano su un altro Rossi, Renzo, anchegli attaccante, che poi verrà ceduto allInter e che finirà presto nel dimenticatoio. La stagione successiva viene ceduto al Lanerossi Vicenza ed ha la fortuna di trovare un presidente come Farina ed un tecnico come G.B. Fabbri. Lattaccante titolare ed autentica bandiera della società biancorossa, Vitali, è in rotta con la dirigenza: occorre un sostituto, viene buttato in mischia proprio Paolo, a suo agio col gioco dei veneti, incentrato sul contropiede. È un trionfo: gioca 36 partite, segna 21 goal, trascina il Vicenza in serie A. Linarrestabile ascesa, del non ancora Pablito, non conosce pausa, nemmeno in confronto con i grandi campioni della serie A; vince la classifica dei cannonieri con 24 reti, davanti ad uno specialista come Beppe Savoldi e porta il Lanerossi al secondo posto in classifica. «Fabbri è stato un padre per me, il classico padre di famiglia che ti consiglia, ti prende sotto la sua protezione, è stato proprio così. Teneva le fila di tutto l'ambiente, ha fatto in modo che si creasse una grande unione tra di noi. Era un grande conoscitore e un grande amante del calcio, predicava il fatto che tutti a cominciare dai difensori dovevano giocare a pallone. Io, in particolare, gli devo molto, è stato lui che mi ha trasformato da ala a centravanti, ha visto subito che potevo avere un ruolo diverso e ha cambiato sicuramente la mia carriera. Ho avuto un grande rapporto con Farina, è stato un Presidente unico, pur con tutti i suoi difetti. Aveva una grande personalità, grande umorismo. Era uno che ci sapeva fare e con cui era estremamente piacevole passare del tempo. Sotto altri aspetti, nella gestione della società, poteva essere anche un duro, probabilmente era un Presidente d'altri tempi. Secondo me Farina era una spanna sopra gli altri, aveva delle idee innovative. Mi ricordo che il primo anno di serie A, si era inventato l'abbonamento biennale per farsi anticipare i soldi che gli servivano, erano cose che all'epoca sembrava incredibile potessero uscire dalla mente di una persona, ma lui era così, aveva queste intuizioni». Tutti grandi club inseguono questa ragazzo ed anche a Torino non si sono dimenticati di lui; nel giugno del 1978, Boniperti e Farina vanno in Lega a misurarsi alle buste, per risolvere la comproprietà dellattaccante. La Juventus, infatti, aveva conservato la proprietà della metà del cartellino del giocatore. Boniperti si presenta con le idee abbastanza chiare: Paolo può valere, al massimo, un paio di miliardi, cifra già eccezionale per quei tempi. Farina è pronto a fare altrettanto ma è ingannato da una telefonata, che dice che la Juventus avrebbe scritto nella busta una cifra incredibile: due miliardi e mezzo. Farina, senza pensarci due volte, scrive due miliardi e 750 milioni creando un autentico caso, al punto che anche Franco Carraro, allora presidente della Lega, decide di dimettersi per protesta. Da quel momento, la fortuna gira le spalle a Rossi: il Vicenza, infatti, precipita in serie B, accompagnata da una voragine di debiti; Paolo emigra a Perugia, in prestito, dove è travolto dallo scandalo del calcio-scommesse: sembra la fine della sua carriera, invece è la svolta positiva. Durante la squalifica, Rossi, ritorna a Vicenza ed è contattato da alcune società e fra cui lInter di Fraizzoli. Sandro Mazzola ha molte idee sul conto di Rossi, stipula un accordo scritto fra Fraizzoli, Farina ed il giocatore, ma allultimo momento il patron nerazzurro si tira indietro ed il trasferimento salta. Boniperti non ha mai smesso di seguire con attenzione la vicenda di Pablito: non ha mai digerito lo sgarbo di Farina e, quando torna alla carica nel marzo del 1981, trova il presidente veneto molto più disponibile, pronto a cedere il giocatore per ripianare il deficit in cui si trova la sua società. La Juventus paga quanto aveva sborsato Farina con gli interessi e così Pablito ritorna a vestire la maglia bianconera. Il 2 maggio 1982, Rossi torna in campo a Udine a fianco di Virdis; nonostante le tre presenze nella Juventus, Rossi viene convocato ugualmente in Nazionale, gioca in Spagna, diventa Pablito, storia risaputa. «Io non segno quasi mai di potenza, generalmente conquisto quei due metri che costano il goal allavversario. Per me, è fondamentale il gioco senza palla, lo smarcamento, quando la palla non cè, è indispensabile. Non ho avuto dalla sorte un grande fisico e mi debbo far furbo». Al ritorno dal Mondiale, allatto di rinnovare il contratto con la juventus dice una frase infelice, a proposito della necessità di allevare i figli con lo stipendio giusto; Boniperti si imbufalisce ed il contratto non viene firmato. Con lui, a contestare il presidente juventino, ci sono Tardelli e Gentile: tutti e tre verranno ceduti. «Diventai una specie di aprivarchi, fu una scelta di Trapattoni dettata dalla necessità. Poi arrivarono Boniek, Platini, cera Bettega: qualcuno doveva restare fuori e, caso strano, toccava sempre al sottoscritto». Nella stagione 1983/84, Rossi contribuisce con 13 goal alla conquista del titolo eppoi al trionfo in Coppa delle Coppe; il rapporto coi colori bianconeri continua, cè la Coppa dei Campioni da vincere, ma Rossi è sempre meno protagonista, più comprimario che altro. Le scelte di Trapattoni lo infastidiscono, cosicché quando Farina, che è diventato presidente del Milan, ritorna alla carica, Pablito accetta il corteggiamento a si trasferisce a Milano. La sua carriera in bianconero finisce con la tragica serata di Bruxelles: è destino che nel cammino di questo giocatore ci sia sempre qualcosa di drammatico. La stessa cosa avviene puntualmente anche al Milan, dove Farina fa letteralmente conti falsi per assicurarsi Rossi. Pablito costa 10 miliardi fra ingaggio e parametri, ma Farina non si arrende: vuole ricomprarlo da Boniperti a tutti i costi; inizia un lungo tira e molla che si protrae per mezza estate, finché Rossi non indossa la maglia rossonera. Lentusiasmo fra i tifosi di via Turati è incontenibile, si sognano trionfi antichi. Il Milan ha un attacco formidabile, Rossi-Hateley-Virdis, il Vi-Ro-Ha; si fanno paragoni scomodi con il famosissimo Gre-No-Li, ma saranno solo amare delusioni. Oltre agli insuccessi sul campo, comincia a profilarsi il Caso Farina, uno scandalo che coinvolge la società rossonera, che si conclude con la fuga in Sud Africa del presidente e con larrivo di Berlusconi. Si conclude così questo insolito rapporto fra Farina e Rossi; Pablito resta al Milan, ma è unaltra grande delusione. Termina, malinconicamente, la sua carriera a Verona, come un gregario qualsiasi. «In bianconero ho vissuto dei momenti molto belli, ma anche alcuni molto brutti. Ad un certo punto ero stufo di calcio, andavo agli allenamenti perché ero costretto. Mi sembrava che attorno a me mancasse totalmente la fiducia, quando dovevano sostituire un giocatore, toccava sempre a Rossi. Mi sembrava una scelta fatta a tavolino, ci restavo male. Con i tifosi juventini non mi sono mai trovato bene, forse ha rovinato il rapporto la faccenda dellingaggio, quando avevo chiesto qualche soldo in più. Oltretutto nella Juventus giocavo in una posizione poco congeniale alle mie caratteristiche, ma mi sono adattato, anche sacrificandomi. Alla Juventus ho imparato tantissime cose, la società voleva confermarmi ma io, ormai, mi sentivo come un leone in gabbia. Meglio cambiare aria». Così lo racconta Caminiti: Un pratese di guancia sfuggente, con quegli occhi ramificati nella malizia. Un sorriso che è sempre un sorrisino prendingiro. Qualcuno lha definito il più moderno centravanti che ci sia mai stato e forse è definizione calzante; finché va in campo fresco, è un odiable, inafferrabile come il più lesto dei ladruncoli. Ed insomma, rapina le difese sullultima parabola, sul minimo errore, sul più banale equivoco: è lì che zompa, incredibile ma vero lha già infilata. Avevamo creduto che Anastasi, come rapidità fosse, il massimo consentito ad un terrestre. Non avevamo fatto i conti con Paolo Rossi, in grado di far goal non già su un soldino o su un millimetro, ma sul respiro appena accennato di un difensore, nella mischia più pazzesca, tramutando ogni parabola nel goal più perfetto. Di una perfezione tale da potersi definire mitica. http://ilpalloneracconta.blogspot.com/2007/09/paolo-rossi.html
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Fallo inesistente fischiato dall'arbitro.
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Ottimo Manninger