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bidescu

Thierry Henry

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Uno degli attaccanti pi? forti di tutti i tempi... solo che ha sprecato la carriera all'arsenal...

Se fosse rimasto da noi avrebbe vinto almeno una volta il pallone d'oro...

E noi avremmo avuto qualche coppa in pi?

Uno dei pi? grandi errori di mercato

La sua eleganza nei movimenti ? unica

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.uff .uff .uff

che errore

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Henry ziet Zidane niet als mogelijke redder in nood bij oude liefde Juventus  - Voetbal International
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Cult Kits - A CAREER IN KITS: THIERRY HENRY
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fosse rimasto avremmo un paio di champions in +..e lui avrebbe vinto almeno un pallone d'oro..

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Uno degli attaccanti pi? forti di tutti i tempi... solo che ha sprecato la carriera all'arsenal...

b

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Bide perch

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55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png   THIERRY HENRY 

 

Why Arsenal's greatest ever player Thierry Henry flopped at Juventus |  Goal.com

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Thierry_Henry

 

 

Nazione: Francia Francia
Luogo di nascita: Les Ulis
Data di nascita: 17.08.1977
Ruolo: Attaccante
Altezza: 188 cm
Peso: 83 kg
Nazionale Francese
Soprannome: Tití

 

 

Alla Juventus dal 1998 al 1999

Esordio: 24.01.1999 - Serie A - Juventus-Perugia 2-1

Ultima partita: 24.07.1999 - Intertoto - Juventus-Ceahlaul 0-0

 

20 presenze - 3 reti

 

1 trofeo intertoto

 

Campione del mondo 1998 con la nazionale francese

Campione d'Europa 2000 con la nazionale francese

 

 

Thierry Daniel Henry (Les Ulis, 17 agosto 1977) è un allenatore di calcio ed ex calciatore francese, di ruolo attaccante, assistente della nazionale belga.

 

Considerato uno degli attaccanti più forti della sua generazione, è primatista di presenze (86) e di reti (42) con la maglia dell'Arsenal nelle competizioni UEFA per club. Con la nazionale francese, di cui con 51 reti è il miglior marcatore di tutti i tempi, vinse il campionato del mondo del 1998 e il campionato europeo del 2000.

Lanciato nel professionismo nel 1994 dal Monaco e passato nel 1999 alla Juventus, fu con l'Arsenal che si consacrò come cannoniere; per i Gunners ha totalizzato 228 gol, vinto due Premier League, tre FA Cup e due Community Shield. L'esperienza con il Barcelona gli permise di conquistare la UEFA Champions League (2008-2009), Coppa del mondo per club FIFA (2009) e la Supercoppa UEFA (2009), oltre ai due Campionati spagnoli, alla Copa del Rey e alla Supercopa de España. Nel gennaio 2012 Henry è tornato a vestire la maglia dell'Arsenal, essendo stato ceduto in prestito per due mesi dai New York Red Bulls.

A livello individuale vanta quattro titoli di capocannoniere in Premier League e due Scarpe d'oro. Si aggiudicò altresì due volte il premio di Giocatore dell'anno della PFA e in tre occasioni quello di Giocatore dell'anno della FWA, risultato, questo, mai conseguito da nessun altro calciatore da quando è stato istituito il riconoscimento. Nel 2004 venne inserito nella FIFA 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi stilata da Pelé e dalla FIFA in occasione delle celebrazioni del centenario della federazione. È stato inserito nella squadra ideale del decennio dal Sun nel 2009. Nell'agosto 2008 Henry risultò da un sondaggio proposto ai tifosi dell'Arsenal primo tra i 50 migliori giocatori della storia del club londinese.

 

Thierry Henry
Thierry Henry Arsenal U19s Vs Olympiacos (cropped).jpg
Henry nel 2015
     
Nazionalità Francia Francia
Altezza 188 cm
Peso 83 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex attaccante)
Squadra Belgio Belgio Assistente
Termine carriera 2014 - giocatore
Carriera
Giovanili
1992-1994   Monaco
Squadre di club
1994-1999   Monaco 105 (20)
1999   Juventus 20 (3)
1999-2007   Arsenal 254 (174)
2007-2010   Barcellona 80 (35)
2010-2011   N.Y. Red Bulls 37 (16)
2012    Arsenal 4 (1)
2012-2014   N.Y. Red Bulls 85 (35)
Nazionale
1993-1994 Francia Francia U-16 8 (4)
1994-1995 Francia Francia U-17 11 (10)
1995-1996 Francia Francia U-18 13 (6)
1996-1997 Francia Francia U-19 9 (5)
1997-1998 Francia Francia U-20 11 (7)
1997-1999 Francia Francia U-21 6 (1)
1997-2010 Francia Francia 123 (51)
Carriera da allenatore
2015-2016   Arsenal Giovanili
2016-2018 Belgio Belgio Assistente
2018-2019   Monaco  
2019-2021   Montréal Impact  
2021- Belgio Belgio Assistente
Palmarès
 
Coppa mondiale.svg Mondiali di calcio
Oro Francia 1998
Argento Germania 2006
UEFA European Cup.svg Europei di calcio
Oro Belgio-Paesi Bassi 2000
Transparent.png Confederations Cup
Oro Francia 2003
Transparent.png Europei di calcio Under-18
Oro Francia-Lussemburgo 1996

 

Biografia

Henry è originario delle Piccole Antille: il padre, Antoine, viene dalla Guadalupa, mentre la madre, Maryse, è martinicana. Thierry nasce e cresce a Les Ulis, un distretto di Parigi che, nonostante le ristrettezze, lo ha aiutato ad apprendere i rudimenti del calcio.

Nel luglio 2003 ha sposato la modella inglese Claire Merry, dalla quale ha divorziato quattro anni dopo, nel 2007.

Campagna contro il razzismo

Spesso Henry è stato vittima del fenomeno del razzismo negli stadi. Suscitò clamore quanto avvenne in Spagna nel 2004, quando la nazionale francese affrontava quella iberica. Il tecnico degli spagnoli Aragonés si rivolse durante la conferenza stampa pre-partita al proprio giocatore Reyes con queste parole:

«Di' a quel N***o di M***A che tu sei molto meglio di lui. Glielo devi dire in faccia. Diglielo da parte mia. Devi credere in te, sei migliore di quel N***o di M***A.»

Lo sdegno non fu solo fra i francesi ma anche fra gli inglesi, che successivamente in un incontro contro la Spagna a Madrid furono bersaglio di cori razzisti da parte della curva di estrema destra del Bernabéu. Per promuovere la lotta a questo fenomeno, Henry ed altri colleghi, sponsorizzati dalla Nike diedero vita al progetto Stand Up Speak Up.

Caratteristiche tecniche

Nonostante nel periodo delle giovanili avesse giocato prevalentemente da centravanti, venne impiegato sia dal Monaco che dalla Juventus come ala. All'Arsenal l'allenatore Arsène Wenger lo riportò al centro dell'attacco, spesso proponendolo in coppia con l'olandese Dennis Bergkamp. Dall'annata 2004-2005 il francese si dovette adattare al nuovo modulo scelto dall'allenatore, il 4-5-1, e dunque ricoprire il ruolo di unica punta. Tale posizione, che caratterizzò anche le successive stagioni con i Gunners, gli diede più spazio e gli permise in più occasioni di marcare reti spettacolari; «Thierry Henry potrebbe prendere palla in mezzo al campo e segnare un gol che nessun altro al mondo potrebbe segnare», dichiarò Wenger.

Considerato uno dei più prolifici ed eleganti goleador del suo tempo, dotato di una tecnica sopraffina, tra le qualità più evidenti di Henry che testimoniano l'attitudine al gioco offensivo c'era la facilità di segnare in situazioni di "uno-contro-uno". A ciò egli univa un passo ed un dribbling fuori dal comune, che sfruttava per inserirsi nelle difese e creare circostanze favorevoli. Notevole è il suo peso anche in materia di assist, dacché con i suoi movimenti il francese tendeva a decentrarsi in posizione di ala sinistra; sostenuto da grande fantasia e altruismo, tra il 2002-2003 e il 2004-2005 mandò in gol circa 50 volte i suoi compagni. Riusciva molto spesso a eludere gli avversari posizionandosi di proposito in fuorigioco, per poi rientrare repentinamente nell'azione prima del passaggio a lui diretto. Non particolarmente efficace nel gioco aereo; viceversa, ha mostrato una straordinaria abilità e precisione nel calciare sia da distanza ravvicinata con tocchi morbidi o secchi, sia da fuori dall'area di rigore con veemenza. All'Arsenal era infatti lui il giocatore incaricato di battere a rete in occasione di calci di punizioni e rigori.

Carriera

Giocatore

Club

Esordi

A sette anni Henry dimostra di avere un gran potenziale, il che suggerisce a Claude Chezelle di farlo entrare nel club calcistico locale, il CO Les Ulis. Il padre lo convince a partecipare agli allenamenti. Nel 1989 Henry passa all'US Palaiseau, ma dopo un anno il padre inizia ad avere dei problemi con il club, così Henry si trasferisce nel Viry-Châtillon per due stagioni. L'allenatore del Palaiseau, Jean-Marie Panza (futuro mentore di Henry), lo segue allo Châtillon.

Monaco
220px-Coppa_UEFA_1996-97_-_Inter_vs_Mona
 
Henry (a destra) al Monaco nel 1997, alle prese con l'interista Bergomi nelle semifinali di Coppa UEFA; sullo sfondo l'altro interista, e compagno di nazionale di Henry, Djorkaeff.

 

Nel 1990 l'osservatore del Monaco Arnold Catalano è mandato dal club a guardare una partita in cui gioca Henry, che in quell'incontro segna tutte e sei le reti del 6-0 finale. Impressionato dalla sua prestazione, Catalano gli offre l'ingresso nel Monaco senza provino preliminare, a condizione che Henry frequenti i corsi dell'accademia di Clairefontaine. Malgrado le resistenze del preside, poco propenso ad ammettere Henry all'accademia per via dei suoi scarsi risultati scolastici, il giovane completa il corso ed entra a far parte del settore giovanile del Monaco, allenato da Arsène Wenger. Firmato il contratto professionistico, poco dopo Henry fa il proprio debutto da professionista nel 1994. Wenger lo utilizza come ala sinistra, perché ritiene che il suo passo e la sua naturale abilità nel controllo di palla possano risultare più efficaci contro il libero che non contro i difensori centrali. Henry chiude la sua prima stagione con il Monaco con 3 gol in 18 presenze.

Wenger continua a cercare la posizione di gioco ideale per Henry e rimane indeciso se schierarlo come attaccante puro. Eletto Giovane calciatore francese dell'anno nel 1996, Henry è tra i protagonisti, nel 1996-1997, della vittoria del titolo francese. Nel 1997-1998 contribuisce a portare il Monaco in semifinale di UEFA Champions League, segnando 7 gol, record francese nel torneo. Alla terza stagione con i monegaschi riceve la prima convocazione nella Nazionale francese e fa poi parte della vittoriosa squadra del campionato del mondo 1998 organizzato in casa. Nelle sue cinque stagioni nel Principato di Monaco continua la propria ascesa, portando il numero di gol in Ligue 1 a 20 in 105 presenze. Nel corso della sua esperienza nel Principato Henry fa spesso coppia con il giovane David Trezeguet. I due si ritroveranno spesso accanto anche con la maglia della Nazionale.

Juventus
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Henry (a sinistra) alla Juventus nel 1999, mentre discute con l'allenatore Lippi.

 

Nel gennaio 1999 fu acquistato dalla Juventus per sostituire il capitano Alessandro Del Piero, gravemente infortunatosi in autunno. La società bianconera sborsò 21 miliardi di lire per accaparrarsi il giocatore, strappato alla concorrenza dell'Arsenal. In una stagione incolore per i piemontesi, che subirono tra l'altro le dimissioni di Marcello Lippi in febbraio, il francese non riuscì a incidere complice anche la scelta del nuovo tecnico Carlo Ancelotti di impiegarlo come ala anziché punta. Il bottino fu di tre reti, tra cui la doppietta nella vittoriosa trasferta sul campo della Lazio (3-1) in cui giocò come punta.

Inizialmente confermato per la stagione successiva, rimase a Torino solo lo spazio del precampionato prima di essere ceduto all'Arsenal di Wenger per 10 milioni di sterline. Anni dopo Henry motiverà l'addio ai colori bianconeri per l'incompatibilità con l'allora direttore generale del club, Luciano Moggi, il quale avrebbe avuto — a detta del calciatore — una mancanza di rispetto nei suoi confronti.

Arsenal

La svolta della sua carriera è arrivata quindi con il trasferimento all'Arsenal per 10 milioni di sterline, voluto da Arsène Wenger, che lo aveva allenato già a Monaco. È stato proprio a Londra che Henry si è confermato come uno dei migliori giocatori al mondo e, anche se il suo trasferimento ha portato un po' di controversie, secondo Wenger i soldi utilizzati per acquistarlo erano stati spesi bene. Ingaggiato con l'obiettivo di sostituire il connazionale Nicolas Anelka, Henry è stato immediatamente utilizzato come attaccante puro, scelta azzeccata che avrebbe dato i suoi frutti negli anni a venire.

 

Thierry_Henry_Charlton.jpg
 
Henry in azione per l'Arsenal nel 2006

 

Un anno prima Wenger aveva già avviato il ciclo di vittorie, con la conquista del double (Premier League-FA Cup) e con l'acquisto di Henry intendeva dotare la squadra di un bomber di alto livello. Ciononostante dubbi e critica hanno iniziato ad assalirlo poco dopo l'arrivo a Londra: essi si riferivano alla sua abilità nell'adattarsi alla velocità e durezza fisica del gioco inglese. Henry, infatti, non è riuscito a convincere nelle sue prime otto partite e non ha segnato nemmeno un gol. In questo periodo di difficile adattamento, Henry ha anche dichiarato che doveva "reimparare tutto riguardo all'arte del segnare". Tuttavia questo difficile periodo è stato solamente l'inizio di una brillante stagione, terminata con 26 gol e 11 assist in 47 partite totali. I Gunners hanno terminato l'annata con un 2º posto in campionato, dietro al Manchester United, perdendo nella finale di Coppa UEFA contro i turchi del Galatasaray.

In seguito al vittorioso Europeo 2000 con la maglia della Nazionale francese, Henry nella stagione 2000-01 è stato con 22 gol tra le varie competizioni il miglior marcatore stagionale della squadra. Nonostante abbia segnato meno reti e fornito meno assist rispetto al suo primo anno, la seconda stagione di Henry si è rivelata il suo trampolino di lancio, in quanto è risultato essere il capocannoniere dell'intera squadra. Durante la sua quarta stagione Henry è già riuscito a segnare la centesima rete con la maglia dei Gunners e non è mai sceso sotto le 22 reti stagionali. Dell'Arsenal è diventato ben presto il bomber e il giocatore simbolo, oltre che il punto di riferimento della Nazionale transalpina insieme a Zinédine Zidane. Vince la Scarpa d'Oro per due volte e si classifica secondo al Pallone d'Oro nel 2003 e terzo nel 2006, anno in cui ottiene il secondo posto in Premier League, in Champions League e, con la Francia, al Mondiale. Inoltre per la stagione 2005-2006 arriva secondo anche per la Scarpa d'Oro.

Barcellona
170px-Thierry_Henry_2008.jpg
 
Henry con la maglia del Barcellona nel 2008

 

Il 25 giugno 2007 viene acquistato dal Barcellona per 24 milioni di euro. Secondo quanto dichiarato dal giocatore, a indurlo a essere ceduto sono state le dimissioni di David Dein da vicepresidente dell'Arsenal per divergenze con la società e il possibile addio del tecnico Wenger, che ha rinnovato il contratto in scadenza nel 2008 soltanto dopo la sua cessione.

La sua prima stagione in maglia blaugrana lo vede concludere con un bottino stagionale nella Liga di 30 partite e 12 gol e in Champions di 10 gare e 3 gol. La squadra chiude al terzo posto dietro al Real Madrid e al Villareal e chiude la Champions League in semifinale, eliminata dal Manchester United, poi vincitore.

Nella stagione 2008-2009 si laurea campione di Spagna e d'Europa (conquistando l'unico grande trofeo che mancava alla sua bacheca) con il club catalano, segnando 26 gol, 19 dei quali nella Liga e 6 in Champions League (1 nel turno preliminare).

Con 72 reti messe a segno, il tridente formato con Lionel Messi e Samuel Eto'o è stato il più prolifico di sempre nella storia della Primera División, avendo superato il precedente record di 66 goal dei madridisti Ferenc Puskás, Alfredo Di Stéfano e Luis del Sol nella stagione 1960-1961.

La stagione successiva vede una diminuzione del minutaggio, complice l'esplosione calcistica di Pedro e il calo delle prestazioni dell'attaccante francese, che comunque si aggiudica nella stagione 2009-2010, oltre la Supercoppa europea e il Mondiale per club FIFA, anche il campionato spagnolo.

New York Red Bulls e prestito all'Arsenal

Il 13 luglio 2010 ha firmato con gli statunitensi dei New York Red Bulls.

 

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Henry con i New York Red Bulls nel 2011

 

Nel gennaio 2011 il sito ufficiale dell'Arsenal annuncia che Henry tornerà in Inghilterra per allenarsi con la sua vecchia squadra in modo da evitare un calo di condizione fisica in vista della successiva stagione della MLS.

Il 5 gennaio 2012, per mantenere la condizione in vista della nuova stagione di MLS, fa ritorno all'Arsenal in prestito per due mesi a partire da gennaio. Decide di indossare la maglia numero 12 (numero usato nella sua esperienza con la nazionale francese) perché la 14 che ha caratterizzato la sua precedente esperienza con i Gunners è già occupata da Theo Walcott.

Esordisce per la seconda volta con la maglia dei Gunners il 9 gennaio seguente, nella partita di FA Cup contro il Leeds, subentrando a Chamakh al 68º minuto. Dieci minuti più tardi, Henry trova subito la rete, siglando il suo 227º gol con la maglia dell'Arsenal. Si ripete nella sua ultima partita in Premier League segnando, a tempo scaduto, il gol del 2-1 che regala all'Arsenal la vittoria sul campo del Sunderland. Infine, il 15 febbraio subentra a Theo Walcott nel secondo tempo della partita di andata degli ottavi di finale di Champions League contro il Milan. Con questa breve esperienza porta il suo score con la maglia dell'Arsenal a 228 gol in 377 partite.

Il 16 febbraio, come da contratto, ritorna ai New York Red Bulls.

Nella stagione 2013 Henry realizza 10 gol in 32 partite (di cui due disputate nei play-off) e i Red Bulls concludono al primo posto la regular season aggiudicandosi l'MLS Supporters' Shield e qualificandosi per la CONCACAF Champions League 2014-2015. Vengono poi eliminati nella semifinale di conference dei play-off dopo aver perso ai tempi supplementari la gara di ritorno con gli Houston Dynamo.

Il 1º dicembre 2014 annuncia che non rinnoverà il contratto con la compagine newyorkese, lasciando la squadra dopo 4 anni e mezzo nei quali ha collezionato 135 presenze e 52 gol. Il 16 dicembre successivo annuncia il suo ritiro dal calcio giocato per diventare opinionista di Sky Sports. Conclude la sua carriera con 450 gol segnati in 994 presenze fra club e Nazionali.

Nazionale

170px-Italy_vs_France_-_FIFA_World_Cup_2
 
Henry in campo con la Francia nella finale del campionato mondiale di calcio 2006

 

Henry ha avuto successo anche con la nazionale francese. La sua carriera a livello internazionale è iniziata con la selezione under-20 transalpina, grazie alle ottime prestazioni fornite con la maglia del Monaco. Ha partecipato al campionato mondiale Under-20 svoltosi in Malaysia nel 1997, assieme William Gallas e David Trezeguet, che avrebbe ritrovato nella nazionale maggiore.

Nel giro di soli quattro mesi, il CT Aimé Jacquet ha deciso di convocarlo in nazionale maggiore. Il suo debutto con i bleus risale all'11 ottobre 1997, in una partita vinta per 2-1 contro il Sudafrica. Lo stesso Jacquet ha convocato Henry per il campionato del mondo del 1998, torneo nel quale l'attaccante ha realizzato 3 reti, classificandosi primo tra i marcatori francesi. Henry era anche in procinto di entrare in campo nella finale vinta per 3-0 contro il Brasile come sostituto, ma l'espulsione di Marcel Desailly ha costretto Jacquet a porvi rimedio e ad optare per un difensore. Nel medesimo anno ha ricevuto la Legion d'onore e la nomina di Chevalier (Cavaliere).

Con la nazionale francese ha vinto anche il campionato d'Europa 2000, realizzando 3 reti in 6 presenze. Ha preso parte anche alla negativa avventura della Francia al campionato del mondo 2002 (eliminazione al primo turno, senza gol segnati dai 'bleus campioni del mondo in carica) e al campionato d'Europa 2004, competizione in cui ha segnato 2 reti in 4 partite (entrambe contro la Svizzera).

Nel 2006 ha partecipato al campionato mondiale di Germania, dove è stato uno dei grandi protagonisti della Francia, segnando 3 reti in 7 presenze. Nella fase a gironi è andato a segno in due occasioni, contro la Corea del Sud (1-1) e il Togo (0-2); la marcatura contro i togolesi, insieme a quella messa a segno da Patrick Vieira, ha proiettato la Francia agli ottavi di finale contro la Spagna. Ai quarti di finale, su assist di Zinédine Zidane, ha realizzato il gol del definitivo 0-1 che ha eliminato il Brasile campione del mondo in carica. Nella semifinale contro il Portogallo è stato Henry a ottenere il calcio di rigore che, realizzato da Zidane, è valso ai blues la qualificazione alla finale, persa contro l'Italia ai tiri di rigore. Nella sfida contro gli azzurri non è riuscito ad incidere ed è stato sostituito da Wiltord al 107'.

 

170px-Thierry_Henry_Euro_2008.JPG
 
Henry entra in campo prima di Paesi Bassi-Francia al campionato d'Europa 2008

 

Ha partecipato anche alla fase finale del campionato europeo del 2008, dove ha esordito nel secondo match contro l'Paesi Bassi, perso dalla Francia per 4-1, mettendo a segno l'unica rete dei transalpini nel torneo. Nel terzo match, contro l'Italia campione del mondo in carica, perso dai blues per 0-2, Henry ha favorito, suo malgrado, il gol del raddoppio realizzato da De Rossi, deviando nella propria porta la punizione calciata dal centrocampista italiano.

Durante le qualificazioni al campionato del mondo del 2010, il 4 settembre 2009, alla vigilia della decisiva partita contro la Romania (terminata 1-1 con un suo gol), Henry ha guidato un "ammutinamento" nei confronti del commissario tecnico Raymond Domenech, arrivando a dichiarare:

«Sono da 12 anni in nazionale e non ho mai vissuto questa situazione. Non sappiamo come metterci, come organizzarci. Non sappiamo che fare. Non abbiamo un modo di giocare, un'idea da seguire, un'identità. No, non va.»

(Thierry Henry)

Durante la partita contro l'Irlanda del 18 novembre 2009, valida per il ritorno dei play-off di qualificazione a Sudafrica 2010, Henry è stato al centro di molte polemiche: nei minuti conclusivi dell'incontro ha controllato il pallone con la mano sinistra per ben due volte, per poi effettuare il passaggio decisivo a Gallas, che ha segnato il gol che è valso la qualificazione della Francia. Sentendosi defraudata, la federcalcio irlandese ha chiesto alla FIFA di disporre la ripetizione del match, non ottenendola. Nel gennaio 2010 la FIFA decise di "graziare" il calciatore, affermando che non ci fossero le "basi giuridiche per occuparsi del caso".

Al campionato del mondo del 2010, in Sudafrica, Henry è sceso in campo nella prima e nella terza partita. La Francia ha concluso il torneo con l'eliminazione al primo turno.

Con la maglia della nazionale francese ha superato il record di marcature di Michel Platini ed è diventato il secondo giocatore con più presenze. Il 15 luglio 2010, tramite il sito ufficiale dei New York Red Bulls, ha annunciato il proprio ritiro dalla nazionale dopo 13 anni in cui ha disputato 123 partite e segnato 51 gol.

Allenatore

Assistente nella nazionale belga

Il 25 agosto 2016 viene scelto da Roberto Martínez come secondo assistente alla guida della nazionale belga, coadiuvato dal primo assistente Graeme Jones. La squadra prende parte al campionato del mondo del 2018, dove raggiunge la semifinale contro la Francia, che elimina i belgi. Il Belgio disputa dunque la finale per il terzo posto contro l'Inghilterra (già incontrata nella fase a gironi), che sconfigge per 2-0, classificandosi quindi al terzo posto nella competizione. Il 31 agosto 2018 Henry viene promosso come primo assistente di Martínez. Contestualmente rifiuta la proposta di allenare il Bordeaux, a causa di divergenze con i proprietari del club.

Monaco e Montreal Impact

Il 13 ottobre 2018, in seguito all'esonero del portoghese Leonardo Jardim, Henry viene nominato nuovo allenatore del Monaco, club che lo aveva lanciato nel calcio professionistico: con i monegaschi sigla un contratto triennale. La settimana seguente al debutto perde per 2-1 contro lo Strasburgo e in Champions League pareggia per 1-1 con il Club Brugge (terminerà il girone all’ultimo posto dietro a Borussia Dortmund, Atlético Madrid e appunto Club Brugge). Il 24 gennaio 2019, dopo l’eliminazione ai sedicesimi di Coppa di Francia per mano del Metz che milita nella seconda divisione e con la squadra ancora penultima in campionato, il club monegasco annuncia la sospensione dall'incarico di Henry, visti gli scarsi risultati, venendo sostituito dal suo vice Franck Passi; tra campionato, coppe nazionali e Champions su 20 partite ne ha vinte 4, pareggiate 5 e perse 11.

Nel marzo seguente viene scelto come ambasciatore per l’Europeo 2020.

Il 14 novembre 2019 viene annunciato come nuovo allenatore dei canadesi del Montreal Impact firmando un contratto biennale con opzione per il 2022. Con la squadra canadese nel 2020 raggiunge i playoff in campionato e i quarti di finale in Champions League. Il 25 febbraio 2021 rassegna le proprie dimissioni da allenatore del club canadese per motivi personali.

Di nuovo nello staff del Belgio

Poco prima dell’inizio dell’Europeo, slittato all’estate del 2021, Henry torna nello staff del Belgio come assistente di Martinez.

Record

Con la nazionale francese

  • Miglior marcatore della storia con 51 gol.

Palmarès

Giocatore

Club

Competizioni nazionali
Competizioni internazionali

Nazionale

Competizioni giovanili
Competizioni maggiori

Individuale

Onorificenze

Grand officier della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria Grand officier della Legion d'Onore
   

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MASSIMO DE MARZI, “HURRÀ JUVENTUS” DEL FEBBRAIO 1999
Un altro campione del mondo per la Juve. Dopo Deschamps e Zidane, ecco giungere in bianconero Thierry Henry, un altro dei 22 paladini di Jacquet che hanno conquistato nel luglio scorso il titolo iridato. Un colpo a sorpresa quello di Henry, l’ennesimo colpo di genio di Luciano Moggi che dal suo cappello a cilindro, come si addice ai grandi maghi (e Moggi non è forse il “mago del mercato”?), ha estratto il nome del giovane bomber del Monaco, un giocatore cui nessuno aveva pensato e che con una trattativa lampo il direttore generale bianconero ha saputo portare a Torino.
Attaccante dotato di ottimi mezzi fisici (è alto 1.87 per un peso forma di circa 80 chili), rapido e con i piedi buoni, il neo bianconero non ha ancora 22 anni e in patria è considerato il talento emergente del calcio transalpino. Viste le sue doti di attaccante esterno che ama svariare soprattutto sulla fascia sinistra, il neo juventino dovrebbe essere il naturale sostituto di Alex Del Piero nell`attacco bianconero. Per Henry contratto fino al 2003 con la Juventus per un ingaggio che (si dice) sfiora i 2,5 miliardi a stagione. Per la società un investimento a lunga scadenza, che testimonia la volontà del club bianconero di aprire un nuovo ciclo vincente, acquistando giocatori giovani di grandi prospettive. «Sono onoratissimo di giocare in un club di grande prestigio come la Juve», ha detto Thierry Henry nel corso della conferenza stampa di presentazione del 18 gennaio. «Appena il Monaco mi ha prospettato l’idea di venire a Torino non ho avuto dubbi nell’accettare. Indossare la maglia bianconera è un privilegio che spetta a pochissimi ed io mi considero fortunato a fare parte di questo gruppo».
Il calciatore cui si ispira è il grande Marco Van Basten, il successo ai Mondiali con la Francia e stata la sua gioia più grande, ma adesso il francese pensa solo alle vittorie che vuole conquistare con la Juventus: «Purtroppo, avendo già giocato in Uefa col Monaco, non posso disputare la Champions League in questa stagione. Vuol dire che in Coppa farò il tifo per i miei nuovi compagni e la domenica cercherò di contribuire alla qualificazione nella Champions League dell’anno prossimo, facendo fare un grande finale di campionato alla Juve».
Nato a Les Ulis, un sobborgo di Parigi, il l7 agosto 1977, Henry è di origini caraibiche. Fidanzato con Sabrina, ha un fratello maggiore, Willy, che è per lui inseparabile. Il neo juventino ha bruciato le tappe. Nonostante l’età verdissima, Henry ha già vinto molto sia a livello di club che con la Nazionale. Ha debuttato in serie A nel Monaco nell’estate del 1994 e due anni dopo si è laureato campione del mondo Under 18 con la Nazionale transalpina e ha vinto l’Oscar come miglior giovane del calcio francese. Nel 1996/97 la definitiva esplosione: Thierry Henry gioca alla grande, vince il titolo nazionale con il Monaco e le sue ottime prestazioni convincono Aime Jacquet a farlo entrare nel giro della Nazionale. Il debutto con i Blues arriva l’anno scorso, in una stagione che non riserva però a Henry grosse fortune nel suo campionato. Il giovane attaccante si riscatta in Europa, dove trascina il Monaco fino alle semifinali di Champions League.
Henry è il vice capocannoniere della manifestazione con 7 gol e soltanto un certo Alessandro Del Piero con 10 reti fa meglio di lui... Quel Del Piero che, insieme alla Juve, fa sfumare i sogni di gloria della squadra del Principato. Tutti i tifosi bianconeri in quella circostanza hanno la possibilità di imparare a conoscere e apprezzare il giovane bomber, che nella sfida di ritorno segna un gran gol nella vittoria (peraltro ininfluente) del Monaco per 3-2. In estate arriva poi il successo più bello e significativo: Henry diventa campione del mondo con la Francia e nella fase finale del torneo iridato l`attaccante mette a segno 3 gol. Era in panchina la notte del 12 luglio in cui tutto il mondo si inchinò ai piedi di Zidane. E Zizou è pronto a giurare sulle sue qualità: «È un giocatore intelligente, scaltro e rapido, che farà molto comodo alla Juve».
Una Juve nella quale il francese è ormai diventata la seconda lingua ufficiale: dopo Deschamps, Zidane e Blanchard ora e il turno di Henry. La Signora, insomma, è sempre più Madame.
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È uno dei più grandi rimpianti della gloriosa storia juventina; liquidato (dopo solamente mezza stagione) anche a causa di un clamoroso equivoco tattico. Infatti, era impiegato, spesso e volentieri, come esterno sinistro del centrocampo a cinque, in pratica da terzino, nonostante al Monaco si fosse messo in luce come un attaccante dotato di ottimi mezzi fisici, capace di svariare su tutta la zona d’attacco. Tecnico, rapido e dotato di grande senso del goal, nella squadra del Principato rende quasi inutile la presenza di una seconda punta al suo fianco, per la completezza del suo repertorio.
Luciano Moggi, accusato di essere il colpevole di questo clamoroso errore, si difende: «Ricordo che Henry faticava a inserirsi per problemi legati alla giovane età, alla durezza del campionato italiano, alle difficoltà di mettersi in mostra in una grande squadra (peraltro in crisi): forse era troppo per lui in quel momento. Le qualità tecniche non si potevano discutere, ma il giocatore aveva bisogno di spazio palla al piede e il suo gioco non si adattava a quello della squadra che giocava sempre in pressing sull’avversario. Faticava a rendersi utile alla squadra e si esponeva a critiche, che neppure meritava: quell’anno disputò 16 partite delle quali 9 non portate a termine (ed io non ero certo l’allenatore). Visto e considerato che un po’ di esperienza l’aveva già maturata, pensai di darlo in prestito un anno in una squadra meno esigente nei suoi confronti, che potesse dargli l’opportunità di crescere e adattarsi al nostro campionato con più tranquillità. Individuai l’Udinese come soluzione opportuna, raccogliendo la disponibilità entusiasta dei Pozzo. Henry se la prese a male e, ancora oggi, non riesco a capire il perché. Questa storia si concluse con la partenza di Henry: fui costretto a cederlo e, nonostante la stagione non certo esaltante, riuscii a ottenere dall’Arsenal 32 miliardi di lire. Comprato per 18 e rivenduto poco dopo a 32. Una plusvalenza non da poco che non ha nemmeno sminuito il valore della squadra: infatti, nelle stagioni successive (quelle in cui Henry ha dato il meglio) la Juventus ha ripreso a vincere con regolarità. Più dell’Arsenal. E alla Juventus arrivò un certo Trézéguet».
La replica di Titì: «Quando arrivai alla Juventus c’erano tanti problemi. La squadra non stava andando bene. Giocavamo col 3-5-2, un modulo in cui non riuscivo a trovare la posizione in campo. Ho faticato all’inizio, poi però ho cominciato a segnare. Comunque sia, lasciai la Juventus per altri motivi. Loro volevano acquistare Marcio Amoroso, l’Udinese voleva me come contropartita. Mi rifiutai, perché questo significava mancanza di fiducia nei miei confronti. Ho chiesto di andare, loro sono stati d’accordo. Ancelotti non voleva cedermi, né lasciarmi andare in prestito. I dirigenti, invece, la pensavano in un’altra maniera. I giocatori sono stati grandi, mi hanno chiamato tutti, quando sono partito. Ancelotti pure. Non mi divertivo per niente, avevo l’impressione di aver perso la voglia di giocare. Sono andato via anche per questo».
Ancelotti, qualche anno dopo, reciterà il mea culpa: «Su Henry ho preso una cantonata: lo consideravo un giocatore di fascia, non mi sono accorto che era invece un fortissimo centravanti».
 

 

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Thierry Henry (Juventus 1999)

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