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Socrates

Fabio Cannavaro

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Buffon at 40: Cannavaro, Maldini and Totti in goalkeeper's best team-mates  XI
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tieniti Bonucci allora -.-

Cannavaro sar

Modificato da Ibrahimović 89

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come ho scritto in un altro topic,

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg    FABIO CANNAVARO 

 

nnis on Twitter: "On This Day In 2️⃣0️⃣0️⃣6️⃣, Fabio Cannavaro Won The  Ballon D'Or 🏆 The Only Defender To Win The Ballon D'Or In The 21st  Century. (📸 Credit: Fabio Cannavaro/Instagram) #FabioCannavaro #

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Fabio_Cannavaro

 

 

Nazione: Italia 20px-Flag_of_Italy.svg.png
Luogo di nascita: Napoli
Data di nascita: 13.09.1973
Ruolo: Difensore
Altezza: 176 cm
Peso: 75 kg
Nazionale Italiano
Soprannome: -

 

 

Alla Juventus dal 2004 al 2006 e dal 2009 al 2010

Esordio: 12.09.2004 - Serie A - Brescia-Juventus 0-3

Ultima partita: 15.05.2010 - Serie A - Milan-Juventus 3-0

 

128 presenze - 7 reti

 

2 scudetti

 

Campione del mondo 2006 con la nazionale italiana

 

Pallone d'oro 2006

 

 

Fabio Cannavaro (Napoli, 13 settembre 1973) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore.

 

Considerato uno dei migliori difensori della sua generazione se non dell'intera storia del calcio, nel 2006 è stato campione del mondo con la nazionale italiana, della quale ha detenuto il record di presenze (136) dal 2009 al 2013 (superato poi da Gianluigi Buffon) e di cui è stato il capitano dal 2002 al 2010; è inoltre il secondo giocatore con più presenze da capitano in nazionale (79, ancora dietro Buffon).

Nel 2006 si è aggiudicato il Pallone d'oro (quinto italiano vincitore del premio, dopo l'oriundo Omar Sívori, Gianni Rivera, Paolo Rossi e Roberto Baggio) ed è stato eletto FIFA World Player of the Year. Inserito nella squadra ideale del decennio dal Sun nel 2009, nel 2014 è entrato a far parte della Hall of Fame del calcio italiano tra i calciatori.

 

Fabio Cannavaro
Fabio Cannavaro 2011.jpg
Fabio Cannavaro nel 2011
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 176 cm
Peso 75 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex difensore)
Termine carriera 9 luglio 2011 - giocatore
Carriera
Giovanili
1988-1992   Napoli
Squadre di club
1992-1995   Napoli 58 (1)
1995-2002   Parma 212 (4)
2002-2004   Inter 50 (2)
2004-2006   Juventus 95 (7)
2006-2009   Real Madrid 94 (0)
2009-2010   Juventus 33 (0)
2010-2011   Al-Ahli 16 (2)
Nazionale
1994-1996 Italia Italia U-21 21 (0)
1994-1996 Italia Italia olimpica 3 (0)
1997-2010 Italia Italia 136 (2)
Carriera da allenatore
2013-2014   Al-Ahli Vice
2014-2015   Guangzhou E.  
2015-2016   Al-Nassr  
2016-2017   Tianjin Quanjian  
2017-2021   Guangzhou E.  
2019 Cina Cina Interim
Palmarès
 
Coppa mondiale.svg Mondiali di calcio
Oro Germania 2006
UEFA European Cup.svg Europei di calcio
Argento Belgio-Paesi Bassi 2000
Transparent.png Europei di calcio Under-21
Oro Francia 1994
Oro Spagna 1996

 

Biografia

Fratello maggiore di Paolo Cannavaro, anch'egli calciatore, nasce nel rione La Loggetta (quartiere Fuorigrotta). Sposato dal 1996 con Daniela, ha tre figli: Christian (1999 che è cresciuto nel Sassuolo), Martina (2001) e Andrea (2004 che gioca nelle giovanili della Lazio).

Nel 1999 si fa sponsor dell'apertura del primo locale Rossopomodoro fuori Napoli, a Parma, la città dove milita calcisticamente in quell'anno.

Nel 2002 compare, insieme a Vincenzo Montella e Ciro Ferrara, in Volesse il cielo!, film di Vincenzo Salemme.

Nel maggio 2005, assieme a Ferrara, ha dato vita alla Fondazione Cannavaro-Ferrara, associazione di volontariato che si occupa dei bambini disagiati dei quartieri napoletani.

Nel 2009 pubblica la sua autobiografia, intitolata La mia storia - dai vicoli di Napoli al tetto del mondo. Sempre nello stesso anno, riceve al Teatro San Carlo, insieme a Gianluigi Aponte, Ambra Vallo ed altri napoletani eccellenti nel mondo il relativo premio dell'Unione industriali di Napoli dalle mani del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Nel 2014 è stato opinionista per Premium Calcio.

Controversie

Nel 2004, come emerse dalle intercettazioni solo molto tempo dopo, Luciano Moggi per mesi tenne con Cannavaro colloqui telefonici per convincerlo a trasferirsi a Torino. Ottenuto il suo assenso, bisognava convincere anche l'Inter, sicché Moggi insisteva affinché il difensore comunicasse artificiosamente al club nerazzurro di avere problemi fisici.

Nel 2007, quando giocava nel Real Madrid, durante i festeggiamenti per la vittoria del campionato sventolò un tricolore con fascio littorio al centro. Dell'episodio si scusò pubblicamente, dichiarando di aver ricevuto quella bandiera da alcuni tifosi a fine partita e di essersi accorto solo in seguito del simbolo fascista.

Il 22 ottobre 2014 gli vengono sequestrati beni per 900.000 euro nell'ambito di un'indagine per frode fiscale legata alla FD Service srl, società di noleggio di lussuose imbarcazioni che gestisce con la moglie: 3 di queste barche intestate alla società sarebbero state utilizzate in realtà dalla coppia stessa. Oltre che per aver evaso Irap, Ires e Iva nel periodo 2005-2010 per 1 milione di euro, Cannavaro viene denunciato anche per "dichiarazione fraudolenta tramite artifici" per alcune annualità.

Il 24 febbraio 2015 viene condannato in primo grado a 10 mesi per aver violato i sigilli della sua villa di Posillipo insieme al fratello e alla moglie, condannati rispettivamente a 6 e 4 mesi.

Caratteristiche tecniche

Giocatore

180px-Serie_A_1996-97_-_Juventus_vs_Parm
 
Cannavaro al Parma nel 1997, mentre difende la palla dall'intervento dello juventino Zidane.

 

Difensore centrale, ma all'occorrenza poteva giocare anche da terzino, ruolo occasionalmente ricoperto all'inizio della carriera e, in seguito, nell'Inter, sotto la direzione di Héctor Cúper. Eccellente marcatore, abile anche nel gioco a zona, le sue doti principali erano la velocità, la capacità di anticipo, la leadership e la precisione negli interventi in scivolata; notevole anche il suo stacco di testa, nonostante la non eccelsa statura. Difensore di grande temperamento, abile nel dirigere la retroguardia, si faceva apprezzare anche tecnicamente, tatticamente e in fase d'impostazione.

Carriera

Giocatore

Club

Gli inizi nel Napoli
180px-Fabio_Cannavaro_Napoli_1990.jpg
 
Un Cannavaro agli inizi della sua carriera al Napoli, nel 1992.

 

Iniziò a tirare i primi calci al pallone nelle file dell'Italsider, nel campo di Bagnoli dove lo accompagnava il padre Pasquale, difensore. Dopo essere stato raccattapalle allo stadio San Paolo, ammirando da vicino gli idoli Diego Armando Maradona e Ciro Ferrara, entrò nel settore giovanile del Napoli, prima come centrocampista e poi come difensore.

Esordì in Serie A il 7 marzo 1993, all'età di 19 anni, nella partita persa per 4-3 a Torino contro la Juventus. Nell'annata 1993-1994 il tecnico Marcello Lippi lo utilizzò più frequentemente, spesso schierandolo in coppia con il più esperto Ciro Ferrara nel ruolo di difensore centrale. La stagione successiva fu quella dell'esordio in Coppa UEFA e del primo gol in carriera, in occasione di Milan-Napoli (1-1) dell'8 gennaio 1995.

Parma

Sebbene nell'estate 1995 avesse dichiarato di voler rimanere al Napoli, venne ceduto per 13 miliardi di lire al Parma. L'operazione fu compiuta per sanare la situazione finanziaria del club partenopeo. Nella formazione ducale compose, con il portiere Buffon e l'altro centrale Thuram, una delle retroguardie più importanti del panorama calcistico dell'epoca; nella stagione 1996-97 gli emiliani chiusero il campionato alle spalle della Juventus, dopo aver seriamente insidiato i bianconeri.

Durante le stagioni seguenti, i gialloblù arricchirono comunque la propria bacheca: nel 1999 vinsero infatti la Coppa Italia, la Coppa UEFA e la Supercoppa italiana. Nel 2001, dopo la partenza dei suoi compagni di squadra verso la Juventus, ricevette la fascia di capitano. Al contempo, declinò l'offerta della Lazio. Lasciò il Parma al termine della stagione, congedandosi dai tifosi con un'altra Coppa Italia.

 

180px-Fabio_Cannavaro_-_Parma_1995-1996.
 
Cannavaro al debutto nel Parma, nell'estate 1995.
Inter

Congedatosi dal Parma, nell'estate 2002 il difensore fu conteso da entrambe le milanesi. A spuntarla fu l'Inter, che si assicurò le sue prestazioni per 23 milioni di euro. In nerazzurro ebbe un avvio difficile, poiché l'allenatore Héctor Cúper lo schierava spesso come terzino destro. Al debutto in Champions League con la nuova squadra venne anche espulso, segnando poi un gol nella partita successiva. Conquistato il posto da titolare, contribuì al raggiungimento della seconda piazza in campionato. In nerazzurro ottenne il suo miglior risultato in Europa, con l'Inter che approdò alle semifinali della massima competizione continentale: a eliminarla fu il Milan, dopo due pareggi.

Nell'autunno 2003, Cúper fu esonerato a favore di Alberto Zaccheroni che impiegò il difensore campano nel modulo 3-4-3. Alcuni problemi fisici impedirono a Cannavaro di scendere in campo con continuità, ma il giocatore realizzò comunque 2 reti. Successivamente, lo stesso Cannavaro definì il biennio interista come il periodo più sofferto della propria carriera, pur ammettendo di essersi trovato bene nello spogliatorio.

Juventus

Il 30 agosto 2004 Cannavaro, in rotta con la dirigenza interista, fu ingaggiato dalla Juventus di Fabio Capello, nell'ambito di uno scambio con il portiere Fabián Carini.

Esordì con la maglia bianconera il successivo 12 settembre, scendendo in campo da titolare nella prima partita di campionato vinta per 0-3 contro il Brescia. Il 5 marzo 2005, in Roma-Juventus (1-2) valido per la 27ª giornata, sbloccò il risultato con un colpo di testa e realizzò così il suo primo gol con la maglia bianconera. Quella vittoria permise alla Juventus di agguantare il Milan in testa alla classifica. Un mese più tardi, il 5 aprile, realizzò, sempre di testa, il gol del definitivo 2-1 in Liverpool-Juventus, quarto di finale di andata della Champions League 2004-2005. La rete del difensore partenopeo alimentò le speranze bianconere di vittoria per la partita di ritorno a Torino. Tuttavia, il 13 aprile seguente, la Juventus non andò oltre lo 0-0 contro gli inglesi, venendo dunque eliminata dalla manifestazione. In quella stagione, Cannavaro si impose ad alti livelli e contribuì a riportare lo scudetto sulle maglie del club piemontese, poi successivamente revocato per la vicenda Farsopoli.

Aprì la stagione 2005-2006, la seconda a Torino, perdendo la Supercoppa italiana contro l'Inter. Realizzò il primo gol della nuova stagione il 21 dicembre 2005, nella partita casalinga contro il Siena, sbloccando il risultato nella vittoria per 2-0 che regalò alla Juventus il titolo simbolico di campione d'inverno. Il 22 gennaio 2006 realizzò la sua prima doppietta in carriera contro l'Empoli, partita vinta 2-1 in rimonta dalla Juventus. Nel prosieguo di stagione si confermò sui livelli espressi l'anno precedente, contribuendo alla vittoria del secondo scudetto consecutivo della Juventus, poi revocato ai bianconeri e assegnato ai rivali nerazzurri. Dopo lo scandalo Farsopoli nel quale fu coinvolta la Juventus, declassata d'ufficio, Cannavaro decise di lasciare i bianconeri non accettando di giocare in Serie B.

Real Madrid
180px-Fabio_Cannavaro_Real_Madrid.jpg
 
Cannavaro al Real Madrid durante il Clásico del 2 maggio 2009.

 

Il 19 luglio 2006, a seguito delle vicende giudiziarie che coinvolsero la Juventus relegandola nel campionato di Serie B, Cannavaro lasciò la squadra torinese e fu acquistato dal Real Madrid del neo-allenatore Fabio Capello per 7 milioni di euro. A Madrid Cannavaro ritrovò il compagno di squadra alla Juve Emerson e scelse di indossare la maglia numero 5 lasciata libera da Zinédine Zidane.

Il 27 agosto esordì con i Blancos giocando dal primo minuto la prima partita di campionato, pareggiata a reti inviolate contro il Villarreal. Il 27 novembre venne premiato con il Pallone d'oro, diventando il quinto italiano a vincere il trofeo individuale (dopo Gianni Rivera, Paolo Rossi, Roberto Baggio e Omar Sívori) e il terzo nel ruolo di difensore (succedendo a Franz Beckenbauer e Matthias Sammer). Cannavaro precedette nella scelta del giocatore dell'anno l'ex compagno di squadra Gianluigi Buffon e il francese Thierry Henry e dedicò alla città di Napoli l'assegnazione del premio. Il 18 dicembre, inoltre, ricevette anche il FIFA World Player, secondo italiano, dopo Roberto Baggio, ad aggiudicarsi questo riconoscimento.

Con la squadra di Madrid vinse due campionati di Primera División consecutivi, nel 2006-2007 e nel 2007-2008, pur giocando tre stagioni complessivamente al di sotto delle aspettative. Il 24 maggio 2009 disputò la sua ultima partita in campionato con la maglia del Real, contro il Maiorca al Bernabéu; il difensore partenopeo uscì dal campo al 55', acclamato da tutti i tifosi madrileni.

Ritorno alla Juventus

Il 19 maggio 2009, Cannavaro, in scadenza di contratto con il Real Madrid, ritornò alla Juventus. Allenato da Ciro Ferrara, suo ex compagno di squadra, il 23 agosto fece il suo secondo esordio con la maglia bianconera giocando dal primo minuto la prima partita di campionato vinta 1-0 contro il Chievo. Il 29 agosto 2009 risultò positivo a un test antidoping a causa dell'assunzione di un farmaco a base di cortisone, mentre si allenava a Vinovo, necessario per prevenire uno shock anafilattico dovuto alla puntura di una vespa: il caso burocratico, venuto a galla il 7 ottobre, si chiuse con l'archiviazione da parte della procura antidoping del CONI dopo che il capo procuratore, Ettore Torri, confermò la versione del giocatore e della società torinese, la quale aveva già fatto presente la positività prima del controllo.

Nonostante il confortante inizio (quattro vittorie consecutive in campionato), la stagione si rivelò molto deludente per la Juventus e per lo stesso Cannavaro. I bianconeri, pur avvicendando Ferrara al più esperto Alberto Zaccheroni, conclusero il campionato al settimo posto, mentre in UEFA Champions League vennero eliminati nella fase a gironi. La Juventus, retrocessa in Europa League, qui fu eliminata agli ottavi di finale dal Fulham. Sempre criticato dai tifosi, che non gli perdonarono di aver lasciato la Juventus dopo le vicende di Farsopoli, Cannavaro collezionò prestazioni negative tanto che, sul finire della stagione, la società decise di non rinnovargli il contratto, lasciandolo svincolato.

Al-Ahli

Il 2 giugno 2010 firmò un contratto biennale con l'Al-Ahli, squadra di Dubai negli Emirati Arabi Uniti, di cui è stato capitano. Dopo 16 presenze e 2 gol, il 9 luglio 2011, all'età di 37 anni e a cinque anni esatti dalla vittoria della Coppa del Mondo con la nazionale italiana, annunciò il proprio ritiro dal calcio giocato a causa di alcuni problemi al ginocchio. D'accordo coi proprietari del club emiratino, decise di ricoprire per tre anni i ruoli di ambasciatore del club e consulente strategico.

Il 14 gennaio 2012, a sei mesi dal ritiro, annunciò il proprio ritorno nel mondo del calcio per partecipare al progetto della neonata Premier League indiana, tra le file del Bengal Tuskers; tuttavia tale campionato non ebbe mai inizio.

Nazionale

Nazionali giovanili e olimpica
180px-Fabio_Cannavaro_-_Under_21_1995-96
 
Cannavaro in azione con la nazionale Under-21 nel 1995.

 

Ha giocato per due anni con la nazionale Under-21, guidata dal commissario tecnico Cesare Maldini, con la quale ha vinto due campionati d'Europa U-21 consecutivi, nel 1994 e nel 1996. Con la nazionale olimpica, sempre allenata da Maldini, ha partecipato al torneo olimpico di Atlanta 1996, dove l'Italia venne eliminata al primo turno.

Nazionale maggiore

Nel 1996 venne convocato per la prima volta in nazionale maggiore, ed esordì il 22 gennaio 1997, all'età di 23 anni, entrando in campo al posto di Costacurta nel secondo tempo della partita amichevole Italia-Irlanda del Nord (2-0), disputata a Palermo. Il selezionatore, ancora Maldini, lo impiegò subito con continuità e lo convocò per il campionato del mondo 1998 in Francia. Nella prima partita del torneo, pareggiata contro il Cile (2-2), Cannavaro soffrì in quanto sovrastato da Salas che fu autore di una doppietta. Migliorò notevolmente il proprio rendimento nelle partite successive e contro la Francia, ai quarti di finale, fu il migliore in campo dell'Italia nonostante una ferita allo zigomo causata da una gomitata proditoria di Guivarc'h a inizio ripresa.

 

220px-Cannavaro%2C_Buffon%2C_Italia-Para
 
Cannavaro e Buffon nel 1998 mentre festeggiano la vittoria dell'Italia nell'amichevole di Parma contro il Paraguay.

 

Due anni più tardi fu convocato dal successore di Maldini sulla panchina azzurra, Dino Zoff, per il campionato d'Europa 2000 in Belgio e Paesi Bassi. Alla fine del torneo, chiuso dall'Italia al secondo posto, venne inserito dalla commissione tecnica dell'UEFA nella lista dei migliori giocatori dell'edizione.

Al campionato del mondo 2002 in Giappone e Corea del Sud, Cannavaro ripeté le buone prestazioni di cui era stato autore all'europeo di due anni prima. Fu costretto a saltare l'ottavo di finale contro la Corea del Sud, perso dall'Italia al golden gol, a causa di una squalifica per due ammonizioni ricevute nel corso della fase a gironi. Dopo l'abbandono di Paolo Maldini, Cannavaro ereditò la fascia di capitano e guidò la nazionale, allora allenata da Giovanni Trapattoni, al campionato d'Europa 2004 in Portogallo. Delle tre partite giocate dall'Italia, eliminata al primo turno per differenza reti, Cannavaro ne giocò due, in quanto saltò per squalifica la terza partita del girone, vinta inutilmente contro la Bulgaria.

Nell'estate del 2006, sebbene coinvolto indirettamente nella vicenda dei presunti falsi in bilancio della Juventus e rischiasse di perdere la fascia di capitano, Cannavaro fu confermato dal commissario tecnico Marcello Lippi nei 23 convocati per il campionato del mondo 2006 in Germania.

Nel corso del torneo raggiunse i suoi massimi livelli di prestazione e guidò una difesa capace di subire appena due gol in sette partite. Nella finale disputata all'Olympiastadion di Berlino, a 32 anni, il difensore partenopeo si laureò campione del mondo grazie alla vittoria dell'Italia sulla Francia ai tiri di rigore. In quell'occasione, oltre ad avere l'onore di alzare la coppa al cielo, toccò quota 100 presenze in maglia azzurra (terzo giocatore a riuscirci dopo Zoff e Maldini).

Le sue ottime prestazioni per tutto l'arco del torneo gli valsero inoltre prima il Pallone d'argento Adidas, onorificenza attribuita dalla FIFA al secondo miglior giocatore della manifestazione, e qualche mese dopo il Pallone d'oro e il FIFA World Player.

 

180px-Napolitano_e_Cannavaro.jpg
 
Cannavaro in Nazionale, insieme al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo la vittoria azzurra al campionato del mondo 2006.

 

Dopo la vittoria del mondiale di Germania, fu protagonista delle qualificazioni europee con il nuovo selezionatore Roberto Donadoni, che poi lo convocò per il campionato d'Europa 2008 in Austria e Svizzera. Il 2 giugno 2008, durante il primo allenamento in Austria, il difensore si infortunò, però, ai legamenti della caviglia sinistra in uno scontro con Chiellini e fu costretto a saltare l'imminente manifestazione; il suo posto venne preso da Alessandro Gamberini. Cannavaro rimase comunque al fianco dei suoi compagni per tutto il torneo, che per l'Italia si concluse ai quarti di finale.

Con il ritorno di Lippi sulla panchina azzurra, Cannavaro partecipò alla Confederations Cup 2009 in Sudafrica. Dopo aver saltato la gara inaugurale vinta contro gli Stati Uniti, il difensore tornò a disposizione per le successive due partite, perse rispettivamente contro Egitto e Brasile, che condannarono l'Italia all'eliminazione al primo turno.

 

220px-FIFA_World_Cup_2010_Italy_Paraguay
 
Cannavaro (primo da destra) all'esordio al campionato del mondo 2010 contro il Paraguay

 

Il 12 agosto 2009, nell'amichevole contro la Svizzera (0-0) disputata al St. Jakob-Park di Basilea, Cannavaro stabilì a quota 127 partite il record di presenze con la maglia della nazionale azzurra, superando Paolo Maldini, fermo a 126.

L'anno seguente, all'età di 36 anni, venne convocato per il campionato del mondo 2010 in Sudafrica. Nel corso del torneo, Cannavaro non ripeté le prestazioni del precedente mondiale e la squadra, con giocatori logori e priva di grandi talenti, venne eliminata al primo turno dopo i pareggi contro Paraguay e Nuova Zelanda e la sconfitta contro la Slovacchia nell'ultima partita del girone. Contro gli slovacchi, il difensore partenopeo giocò la sua ultima partita con la maglia azzurra e fissò l'allora record di presenze a 136; tale primato sarà poi superato da Gianluigi Buffon nel 2013.

Allenatore

Gli esordi

Il 13 maggio 2012 inizia il corso di allenatore, dopo aver preso il patentino da allenatore il 14 settembre inizia il corso da direttore sportivo. Il 10 dicembre inizia a frequentare a Coverciano il corso di abilitazione per il master di allenatori professionisti Prima Categoria-UEFA Pro.

L'8 luglio 2013 viene nominato vice allenatore del nuovo tecnico Cosmin Olăroiu all'Al-Ahli. A fine stagione, la squadra vincerà il campionato. Al termine della stagione lascia il suo incarico di vice allenatore del club.

Guangzhou Evergrande

Il 5 novembre 2014 diventa allenatore del Guangzhou Evergrande, su richiesta di Marcello Lippi passato nel ruolo di direttore tecnico del club. Il 4 giugno 2015, con la squadra al primo posto in campionato e ai quarti di Champions, viene esonerato e sostituito da Luiz Felipe Scolari. In totale su 23 partite ne ha vinte 11, pareggiate 7 e perse 5.

Al-Nassr

Il 26 ottobre dello stesso anno viene ingaggiato dai sauditi dell'Al-Nassr, fresco campione in carica, con cui firma un contratto di otto mesi fino a fine stagione. Il 12 febbraio 2016 viene esonerato. Lascia il club al sesto posto con 22 punti e con 18 punti di distacco dalla capolista Al-Hilal.

Tianjin Quanjian

Il 9 giugno seguente viene nominato come nuovo allenatore del Tianjin Quanjian, club militante nella seconda divisione cinese, al posto dell'esonerato Vanderlei Luxemburgo. Viene eliminato ai quarti di finale della Coppa di Cina dal Shanghai Shenhua. A fine stagione, la squadra centra la prima storica promozione in Chinese Super League, coronando un'incredibile rimonta iniziata proprio con l'arrivo del tecnico italiano (al momento del suo ingaggio, la squadra era dodicesima in classifica con soli 16 punti raccolti). L'anno seguente, viene eliminato al quinto turno della Coppa di Cina dallo Shanghai SIPG e termina il campionato al terzo posto, qualificandosi alla Champions League asiatica. Il 6 novembre 2017 si dimette con la risoluzione consensuale.

Ritorno al Guangzhou Evergrande

Il 9 novembre successivo, ritorna alla guida del Guangzhou Evergrande in sostituzione del dimissionario Luiz Felipe Scolari (il tecnico che l’aveva in precedenza sostituito sulla panchina dello stesso club cinese). A febbraio vince la Supercoppa di Cina 2018 contro lo Shanghai Shenhua. In campionato arriva secondo a 5 punti dallo Shanghai SIPG, in Coppa di Cina non arriva alle fasi finali, mentre in Champions viene eliminato agli ottavi proprio dal Tianjin Quanjian.

Il 1º dicembre 2019 vince il suo primo campionato cinese alla guida del Guangzhou Evergrande e nella stessa stagione arriva fino alla semifinale di Champions venendo eliminato dall’Urawa Red Diamonds e ai quarti della coppa nazionale.

Il 12 novembre 2020 perde la finale di campionato contro lo Jiangsu Suning.

La stagione successiva termina la prima fase al secondo posto, ma nel settembre 2021, anche in virtù dei problemi economici della proprietà del club, risolve consensualmente il contratto con la società.

Nazionale cinese

Il 7 marzo 2019 viene nominato commissario tecnico ad interim della Cina fino alle qualificazioni per il campionato del mondo 2022, mantenendo il suo ruolo al Guangzhou Evergrande. Sostituisce Marcello Lippi, dimessosi dall'incarico qualche mese prima e nominato direttore tecnico della nazionale. Esordisce nell'amichevole persa per 1-0 contro la Thailandia. Il 28 aprile annuncia a sua volta le dimissioni, chiudendo la sua esperienza con 2 sconfitte.

Cronologia presenze e reti in nazionale

Con 136 presenze in nazionale, di cui 79 da capitano, Fabio Cannavaro è secondo come numero di presenze nella storia della nazionale italiana, alle spalle di Gianluigi Buffon.

Secondo questi dati risulta al 2020:

  • 2º per numero di presenze.
  • 2º per numero di presenze da capitano.

 

Palmarès

Giocatore

Club

Competizioni nazionali
Competizioni internazionali

Nazionale

Individuale

Migliore difensore: 2005, 2006
Migliore italiano: 2006
Migliore assoluto: 2006

Allenatore

Onorificenze

Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana
  «Di iniziativa del Presidente della repubblica»
— Roma, 12 luglio 2000
Collare d'oro al Merito Sportivo - nastrino per uniforme ordinaria Collare d'oro al Merito Sportivo
  — Roma, 23 ottobre 2006.
Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana
  «Di iniziativa del Presidente della repubblica»
— Roma, 12 dicembre 2006
Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana
  «Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— 30 dicembre 2020

 

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg    FABIO CANNAVARO 

 

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FABIO ELLENA, “HURRÀ JUVENTUS” DELL’OTTOBRE 2004
«Amici, scusate il ritardo? Sì, mi sembra uno slogan azzeccatissimo per riassumere il mio approdo alla Juventus. Tante volte in passato si era parlato di un mio trasferimento qui in bianconero, ma poi non si è mai concluso niente. Ora invece e giunto il momento, arrivo in squadra in cui conosco praticamente tutti e in cui quindi mi sentirò come a casa mia».
Ebbene sì, questa volta la storia ha avuto il suo lieto fine. Al termine di un’altra intensissima campagna trasferimenti, il matrimonio tra la Juventus e Cannavaro si è finalmente consumato. Tante estati passate a leggere di avvicinamenti, ammiccamenti, contatti. Finiti, per un motivo o per l’altro, senza la fatidica firma. In sostanza, quindi, solo molte stagioni vissute da avversari diretti, sempre in lotta – Fabio e le sue formazioni – per traguardi di prestigio.
Prima il Napoli, squadra della sua città e nella quale è nato calcisticamente, dove ammira da vicino le giocate di un certo Diego Armando Maradona e studia direttamente dal maestro Ciro Ferrara. Poi il Parma, società che per tutti gli anni ‘90 tenta l’assalto al ghota del pallone di casa nostra e trova proprio nei bianconeri i rivali “guastafeste”. Fino ad arrivare all’Inter, ultima tappa di avvicinamento – anche geografica – verso Torino.
Esperienze importanti, decisive nel trasformarlo da giovane talento di successo in campione affermato. Nonché punto fermo della Nazionale italiana, di cui tutt’oggi è capitano.
A 31 anni, compiuti proprio all’indomani della prima uscita ufficiale in bianconero (quella vincente di Brescia), Fabio Cannavaro si getta quindi con entusiasmo nella nuova avventura. Accolto a braccia aperte da tanti compagni, anzi meglio dire amici, conosciuti in questo decennio ad alti livelli. Persone importanti per la sua crescita (anche fuori dal campo), che hanno avuto un ruolo importante anche nel suo trasferimento alla Juventus.
«Quando arrivi in un ambiente che conosci è tutto più semplice – conferma lo stesso difensore –. Intanto per l’inserimento nel gruppo, ma anche per tanti altri aspetti che magari sembrano più banali, come ad esempio cercare casa o andare a cena fuori la sera. Avere a disposizione tanti compagni già conosciuti in passato è sicuramente importante. Certamente la presenza di amici come Ciro, Gigi e Lilian ha influito, loro spesso mi hanno parlato dell’aria che si respirava a Torino e in particolare del fatto che quando ci si approda alla Juventus si deve avere un solo pensiero, cioè quello di giocare a calcio».
– Con Buffon e Thuram si forma di nuovo il proverbiale trio.
«Abbiamo avuto delle belle esperienze e a Parma, a livello calcistico, siamo in pratica cresciuti insieme. Avevamo degli obiettivi comuni, ci vedevamo tutti e tre a raggiungere traguardi importanti. Qualche cosa abbiamo vinto, ma forse è stato poco rispetto al valore di quella squadra. Abbiamo quest’altra opportunità, arrivata forse un po’ tardi, però adesso tutti abbiamo l’esperienza giusta per dare quel qualcosa in più».
– Ritrovi anche un certo Ciro Ferrara...
«È sempre stato un modello da guardare quando io giocavo nelle giovanili del Napoli e andavo a fare il raccattapalle al San Paolo per le partite della prima squadra. Ammiravo da vicino le giocate di Maradona, ma giustamente Ciro mi ha sempre detto “Diego la palla fuori non la mandava mai, quindi al massimo raccattavi i palloni che tiravo fuori io!”. Così in pratica, durante quel fantastico periodo, facevo il raccattapalle a Ferrara. Scherzi a parte, lui è sempre stato un punto di riferimento, per come si è gestito a Napoli e poi qui alla Juve, è un esempio per tutti i giovani calciatori. Non a caso, a 37 anni è ancora qui che gioca da protagonista, con lo stesso innato entusiasmo».
– Ed entrambi avete una particolarità in comune, cioè l’esordio in Serie A affrontando proprio la Juve. Lo ricorderai sicuramente bene il tuo: stadio Delle Alpi, 7 marzo 1993.
«È sempre stato un aneddoto divertente per me e per Ciro: forse era destino fin da allora. A quell’esordio ci pensavo anche quando sono entrato al Delle Alpi il giorno della mia presentazione ufficiale. È uno stadio che mi fa sempre un certo effetto. Fu una partita particolare, quella. Successe di tutto, fini 4-3 per la Juventus e una delle nostre reti la realizzò proprio Ferrara. Io fui messo in campo fin dall’inizio, come terzino sinistro, e nei primi 20 minuti subimmo due gol, in cui ebbi anche qualche responsabilità. Per me fu quindi un avvio un po’ traumatico, ma fortunatamente mi sono ripreso bene».
– A parte i tuoi tre grandi amici, anche con gli altri nuovi compagni non è proprio un rapporto che parte da zero.
«Direi che mi sento come a casa. Tra le partite da avversari, le esperienze in Nazionale e le volte in cui ci siamo visti fuori dal campo, qui conosco in pratica quasi tutti. E con gli altri farò in fretta a fare amicizia, visto che sono tutti bravi ragazzi».
– Anche con Moggi è un ritorno. A proposito, vogliamo chiudere una volta per tutte il discorso sul famoso viaggio in taxi prima di partire per gli Europei!
«Sì, anche con il Direttore non è un`esperienza nuova. La cosa che mi ha fatto più piacere è stata la sua presenza e quella di tutta la dirigenza durante la presentazione mia e di Zlatan. Mi ha fatto subito capire l’ambiente e lo stile: fin dal primo giorno capisci come ti devi comportare. Quel viaggio in taxi da Coverciano a Napoli effettivamente è diventato un tormentone eppure non è successo niente. Io ho dovuto ritardare la partenza di due ore per aspettarlo, ho respirato il fumo del suo sigaro per tutto il tempo e non abbiamo mai parlato di Juve. Infatti, del mio approdo alla Juve si è parlato solo a fine agosto, nell’ultima settimana prima della chiusura del mercato».
– Con il tuo “omonimo” Capello è la fine di un lungo inseguimento?
«Arrivare in un ambiente dove conosci tutti e sei stimato dai dirigenti e dall’allenatore, sicuramente ti dà molta più responsabilità e voglia di iniziare alla grande».
– Per la tua carriera, come lo definiresti il tuo approdo alla Juve?
«Quando hai la fortuna di giocare in squadre importanti come Napoli, Parma, Inter e alla fine hai l’occasione di approdare nella Juventus, forse la società più importante al mondo, direi che si può parlare della classica “ciliegina sulla torta”».
– La Juve da avversaria e la Juve vista da dentro.
«La Juve vista da fuori dà l’immagine di una società seria, di un ambiente tranquillo, di grandi professionisti e ognuno sa come comportarsi. E vista da dentro non posso che confermare che l’impressione era giusta».
– Che impressione ti sei fatto della squadra allestita per affrontare questa stagione?
«La società si è mossa bene, rinforzando una squadra già comunque competitiva. Noi nuovi speriamo di riuscire subito a dare un contributo importante. L’anno scorso è stato un po’ particolare per la Juve, quindi dobbiamo metterci subito in carreggiata».
– Gli obiettivi di Fabio Cannavaro?
«Fortunatamente i problemi fisici che ho avuto nel corso dell’ultima stagione sono superati. Personalmente quindi mi aspetto di avere molta più costanza di rendimento, una cosa molto importante per un calciatore che gioca ad alti livelli».
– Come giocatore ti conoscono in pratica tutti. Vuoi presentarti invece come persona? Come ti definiresti?
«Mi ritengo una persona tranquilla, che ama stare in famiglia, trascorrere il tempo libero con mia moglie Daniela e con i miei due figli Cristian, di 5 anni, e Martina di due anni e mezzo, a cui molto presto se ne aggiungerà un terzo. Per il resto, cerco di non farmi mancare niente. Sono un ragazzo educato, mi piace rispettare gli altri, avere un rapporto di sincerità e credo molto nell’amicizia».
– Agli abituali navigatori su internet sicuramente non sarà sfuggito il tuo sito internet personale. Appassionato della rete?
«Lo seguo molto da vicino, mi piace aggiornarlo periodicamente, entrare nel forum, anche se ogni volta che lo faccio succede il finimondo! Quello di internet è comunque un mondo che mi attrae tantissimo».
– Altre passioni?
«Mi piacciono i film, da guardare soprattutto in dvd, e in generale l’elettronica».
– Ultima domanda: che idea ti sei fatto di Torino in questo breve periodo da quando sei qui?
«Torino è una città tranquilla, ti permette di girare senza problemi, ti lascia vivere la tua vita e questo è importante! Se dovessi fare un paragone, direi che si avvicina sicuramente di più a Parma rispetto a Napoli e Milano».
Allora benvenuto, Fabio. Benarrivato tra amici, anche se in ritardo...
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Approdato in riva al Po grazie a un colpo di genio di Moggi, che scambia Fabio col portiere Carini, diventa protagonista assoluto della difesa bianconera. Nella prima stagione, Fabio non perde una partita; incassa 38 presenze e segna anche 2 gol. Gli acciacchi e le mediocri prestazioni di Milano sono definitivamente alle spalle.
Poco prima della fine del campionato, Cannavaro è protagonista di un documentario durante il quale è ripreso a iniettarsi dei medicinali, in una trasferta europea del Parma. Grosso scalpore si leva fra l’opinione pubblica. La Juventus, com’è solita fare, si stringe attorno al giocatore, i tifosi bianconeri sostengono a gran voce quello che è diventato il loro idolo. Cannavaro non risponde alle polemiche e la domenica successiva, contro il Bologna, segna la rete di apertura con un perentorio colpo di testa.
Nella stagione 2005-06 la Juventus ha il compito di confermarsi e lo fa alla grande. Ancora uno scudetto con Fabio sempre protagonista. Sul campo la Juventus merita la vittoria, ma lo scandalo Calciopoli colpisce nel profondo il club bianconero che è costretto a rifondare il proprio staff dirigenziale e ripartire dalla Serie B.
«Ci hanno tolto sulla carta due scudetti, ma le emozioni e la gioia che abbiamo provato in quei due anni non ce le possono togliere, come le medaglie che ho a casa. Anche perché, chiunque andasse in campo, sapeva che eravamo noi la squadra più forte. Essere alle Juventus è stata un’esperienza fantastica a livello lavorativo: è bello arrivare il primo giorno in uno spogliatoio e sentirsi già a casa. A me è capitato così. Alla prima partita che giocai venne il massaggiatore a chiedermi da quanti anni fossi lì, perché ero già molto integrato. Ho avuto la fortuna di ritrovare Thuram, Buffon, Del Piero. E poi quella di giocare con Nedved, Trezeguet, Camoranesi, Ibrahimovic. Non capita tutti i giorni. A Torino si è visto il miglior Cannavaro; il primo anno ho giocato 38 partite su 38, il secondo 36 e ho segnato 4 gol. In quegli anni eravamo troppo forti, era bello vederci giocare».
Fabio, però, segue da lontano, anche se ne è profondamente colpito, queste vicende. Lui è in Nazionale con Marcello Lippi per il campionato mondiale tedesco. Al termine della vittoriosa manifestazione, segue Fabio Capello a Madrid. «Il Real Madrid – spiega in conferenza stampa – è la squadra dove tutti i calciatori vorrebbero giocare almeno una volta nella vita. A questo punto della mia carriera era probabilmente l’ultima occasione che mi si presentava. Non potevo rifiutare».
Peccato che, solo un mese prima al termine della festa scudetto, avesse giurato eterna fedeltà alla Juventus! «Avevo detto alla società che non avevo alcun problema a restare in Serie A anche con una penalizzazione di 50 punti, anche perché la mia famiglia ed io stavamo benissimo a Torino. Altrimenti, dissi di prendere in considerazione altre offerte. Il giorno dopo arrivò quella del Real Madrid».
Il finale dell’anno 2006 è da incorniciare, in novembre vince il Pallone d’Oro a Parigi, votato dai giornalisti, e in dicembre è incoronato a Zurigo con il Fifa World Player, votato da allenatori e capitani delle nazionali di tutto il mondo. Tutto questo nonostante il non esaltante rendimento con le Merengues. Nella classifica del Pallone d’Oro, precede il suo grande amico Buffon, che avrebbe, probabilmente, meritato il premio. «Non sta a noi decidere chi deve vincere, l’ha deciso una giuria che ha scelto me; però, se ho vinto io, è merito anche suo, perché qualche errore che ho fatto al Mondiale me lo ha coperto lui».
Ritorna alla Juventus nell’estate del 2009: «Mi aspetto di trovare sicuramente un’altra Juve, ci sarà da lavorare ma questo non mi spaventa, metterò il massimo impegno e la professionalità. Se il tifoso va al campo applaude se gli piace quello che vede e fischia se non gli piace. Il mio obiettivo è vincere, altrimenti cosa torno a fare? Principalmente voglio mettere un’altra stella, tutti sanno che quegli scudetti li abbiamo vinti sul campo, però io penso che l’obiettivo più grande sia puntare a vincere».
La stagione, invece, si rivelerà molto deludente per la Juventus e per lo stesso Cannavaro. La squadra bianconera, pur avvicendando l’allenatore Ciro Ferrara con il più esperto Alberto Zaccheroni, si piazza al 7° posto in campionato ed è eliminata nel girone di qualificazione della Coppa Campioni.
Sempre criticato dai tifosi, che non gli hanno mai perdonato di non aver seguito la squadra in serie B, Fabio colleziona vere e proprio figure indecorose al pari di quelle della squadra. Ogni avversario, anche il meno dotato, lo sovrasta sia fisicamente sia a livello di corsa evidenziando in modo netto l’avvicinarsi della fine della carriera.
Al termine del campionato annuncia il suo trasferimento a Dubai. «Dopo l’anno che ho passato è giusto cambiare per me e la mia famiglia. Tornare a giocare dopo in Italia? No. Ho 37 anni e non ci penso più. L’esperienza all’estero ti arricchisce, l’ho già fatta. Di sicuro mi mancherà la Nazionale. Penso il segno di averlo lasciato comunque. È sempre qualcosa di speciale. Quando scendo in campo e canti l’inno ti senti un paese alle spalle. E non nego che l’annata alla Juve mi abbia segnato. Quando parti per vincere e poi le cose non vanno in un certo modo dispiace. E credo che abbia segnato anche altri. Ma non parliamo di sindrome-Juve qui in Nazionale. Questo lo escludo».
I suoi numeri: 128 presenze, 7 reti e 2 scudetti vinti.
 

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