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JUVENTINO1979

28 anni fa ci lasciava un grande campione

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Joined: 06-Dec-2005
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Joined: 18-Jul-2006
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Inviato (modificato)

 

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non ci ha mai lasciato , vive piu che mai nei cuori di tutti coloro che lo ammiravano , nessun'altro avrà mai la sua classe , la sua ferocia , e nessun'altro  riuscirà mai a trasmettere  al pubblico la passione  e l'amore per questo sport  come faceva lui .

ciao amico mio.

Modificato da gnarro
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Joined: 04-Apr-2006
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Inviato (modificato)

Non é lo stesso video postato da Gnarro. Qui ci sono le drammatiche immagini dell'incidente di Imola.

 

 

 Nel 1994 Senna lascia la McLaren per trasferirsi proprio alla Williams campione del mondo in carica. Da quell'anno il regolamento vieta tutti i dispositivi elettronici (come le sospensioni attive e il controllo di trazione), un punto di forza della Williams nel 1992 (FW14B) e 1993 (FW15C). Con il nuovo regolamento, la Williams perde competitività. La monoposto progettata da Adrian Newey non è solo meno competitiva che in passato; è anche troppo stretta nella zona dell'abitacolo, e Senna fatica a calarvisi e di conseguenza fatica nella guida (lo stesso Senna, dopo le prime prove effettuate con la vettura, afferma: "Se mangio un panino non entro più in questa macchina"). La vettura è inoltre instabile e difficile da guidare, a causa dell'eliminazione dei dispositivi elettronici.

 

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Senna discute con il medico del circus, Sid Watkins, dopo l'incidente mortale di Roland Ratzenberger nelle qualifiche di Imola, 30 aprile 1994.

 

Senna comincia i lavori di collaudo, ma servirebbe del tempo per risolvere tutti i problemi della vettura; è con questi presupposti che comincia il mondiale. Nelle prime due prove Senna conquista due pole position, però in gara colleziona due ritiri (le due gare sono vinte dal futuro campione Michael Schumacher). Anche nella terza prova del mondiale, il Gran Premio di San Marino, Senna conquista la pole position, la terza di fila, ma a caratterizzare la gara sarà ben altro. Le prove, cominciate in malo modo il venerdì con l'incidente di Rubens Barrichello alla variante bassa (senza gravi conseguenze)[87], e funestate il sabato dall'incidente mortale di Roland Ratzenberger alla curva Villeneuve, segneranno profondamente lo stato d'animo di Ayrton e lo porteranno a correre con la bandiera austriaca nella monoposto, pensando di sventolarla in caso di vittoria in segno di solidarietà (tale bandiera fu poi rinvenuta all'interno dei resti della Williams dopo l'incidente, intrisa del sangue del pilota brasiliano)[88].

 

220px-GP_San_Marino_1994_-_primo_giro.gi
 
Senna conduce la gara nel primo giro del Gran Premio di San Marino 1994, poco prima del drammatico epilogo.

 

La corsa comincia con un incidente alla partenza tra JJ Lehto e Pedro Lamy, in cui i rottami delle vetture provocano il ferimento di alcuni spettatori. La safety car, entrata in pista a seguito dell'incidente, vi rimane fino alla fine del 5º giro. Dopo la ripartenza, durante il 7º giro, Senna esce di pista ad altissima velocità alla curva del Tamburello, a causa del cedimento del piantone dello sterzo[89], che era stato modificato per consentire la guida del mezzo in quanto le nocche del pilota toccavano l'abitacolo[90][91]. Sono le 14:17. Il piantone era stato modificato e allungato nella notte dopo le prove cronometrate, dopo che Senna aveva chiesto di migliorare la visibilità della strumentazione[92]. La saldatura manuale si mostra però insufficiente a reggere le sollecitazioni della gara[93], togliendo al pilota il controllo totale della vettura durante la percorrenza della curva. Secondo la perizia dell'Alenia, per conto della Williams, la saldatura non cedette, ma si ruppe il raccordo dello sterzo con i leveraggi delle ruote, ma questo solo dopo la collisione che avvenne per l'instabilità della vettura causata dal cattivo rifacimento del manto stradale.

Senna infatti, praticamente passeggero di una vettura ingovernabile, poté solo frenare (come si vede anche dalle immagini riprese dalla videocamera montata sulla monoposto), ma non riuscì a evitare il muro a bordo pista. L'impatto fu tremendo, coinvolgendo la parte anteriore destra della monoposto, e fu reso ancora più letale da un gradino d'asfalto coperto d'erba all'ingresso della via di fuga, che fece sobbalzare la vettura facendole conservare la velocità.

Il puntone della sospensione anteriore destra, spezzatosi, penetrò nella visiera del casco del pilota, dal bordo superiore[94]. Ciò causò lo sfondamento della regione temporale destra e provocò gravissime lesioni, che si riveleranno fatali. In seguito il pilota brasiliano perse oltre 3 litri di sangue e, dopo i primi soccorsi a bordo pista prestatigli dall'équipe medica guidata dal medico della FIA Sid Watkins, fu deciso di trasportarlo via elicottero all'Ospedale Maggiore di Bologna. Qui il pilota venne ricoverato nel reparto di rianimazione, dove si accertò che il danno più rilevante era il trauma cranico provocato proprio dal puntone della sospensione.

Ogni sforzo per salvargli la vita fu vano e Senna spirò alle 18:40, all'età di 34 anni, senza aver mai ripreso conoscenza. Poche ore dopo, la magistratura italiana ordinò l'autopsia sul corpo del campione, nel quale non furono riscontrati altri danni fisici di particolare gravità. Ciò è spiegabile col fatto che l'angolo d'impatto, di soli 22º, aveva permesso una progressiva dissipazione dell'energia cinetica, prima contro il muretto e quindi nella sabbia. Analoghi incidenti ad alta velocità nello stesso punto, come quello di Nelson Piquet nel 1987, quello di Gerhard Berger nel 1989 o quello di Michele Alboreto nel 1991, si erano risolti senza particolari traumi da decelerazione al pilota.

In punto di morte gli venne impartita l'estrema unzione da parte di un sacerdote cattolico.

Dopo la morte[modifica | modifica wikitesto]

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Il DC-9 presidenziale che volò dall'aeroporto di Bologna a Parigi con a bordo il feretro di Senna; l'aereo è ora esposto al Parco e Museo di Volandia.

 

In Brasile furono proclamati tre giorni di lutto nazionale, mentre, a seguito delle indagini sulla morte del brasiliano, il circuito di Imola fu posto sotto sequestro[95]. Il fotografo Angelo Orsi, collaboratore del settimanale Autosprint e amico di Ayrton, è stato l'unico a scattare una foto in cui è visibile il volto del pilota dopo i primissimi soccorsi successivi all'incidente. Tuttavia egli ha deciso di non pubblicare né mostrare a nessuno tale foto, decidendo subito di distruggerla una volta arrivato nella redazione di Autosprint[96]. Molte migliorie sono state successivamente apportate a livello tecnico, dopo che in un primo momento la Federazione aveva varato un piano d'emergenza per il prosieguo della stagione[97].

 

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La tomba di Senna nel cimitero di Morumbi, con l'incisione: "Niente mi può separare dall'amore di Dio".

 

Il rientro del corpo di Senna in Brasile, sollecitato dall'allora presidente della repubblica brasiliana al suo omologo italiano Oscar Luigi Scalfaro, avvenne con un volo sull'aereo presidenziale italiano sino a Parigi e da lì a San Paolo su un McDonnell Douglas MD-11 per conto della Varig, nel quale - per esplicita decisione del comandante dell'aereo - la bara non venne inserita in stiva ma in cabina, in uno spazio ricavato dalla rimozione di alcuni sedili passeggeri[98]. Durante il volo il giornalista Livio Oricchio - connazionale del pilota - e altri amici restarono sempre vicino al feretro[99].

Rimpatriata la salma di Senna, dopo i funerali di Stato[98] questa venne inumata nel cimitero di Morumbi, nella città natale di San Paolo il 5 maggio 1994. Sedici fra amici, rivali ed ex piloti lo accompagnarono al luogo della sepoltura: Emerson Fittipaldi, Christian Fittipaldi, Wilson Fittipaldi, Roberto Moreno, Rubens Barrichello, Raul Boesel, Maurizio Sandro Sala (rivale di Ayrton ai tempi dei kart), Alain Prost (che aveva seguito la gara di Imola come commentatore per TF1), Jackie Stewart, Johnny Herbert, Thierry Boutsen, Gerhard Berger, Michele Alboreto, Hans-Joachim Stuck, Derek Warwick e Damon Hill.

Il 26 aprile 1997 fu eretto un monumento in memoria del pilota all'interno della curva del Tamburello (oggi trasformata in variante), pressappoco nel punto in cui Ayrton ebbe l'incidente mortale. La statua, alta circa due metri, è un corpo bronzeo che poggia su un prezioso basamento di marmo grigio e pesa quasi 380 chili. Commissionata dal Comune di Imola, proprietario dell'autodromo, e dalla Sagis, la società che all'epoca aveva in gestione l'impianto, l'opera è stata realizzata dallo scultore Stefano Pierotti di Pietrasanta (LU).

Modificato da Socrates

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Joined: 03-Nov-2007
39294 messaggi
1 ora fa, Socrates ha scritto:

Non é lo stesso video postato da Gnarro. Qui ci sono le drammatiche immagini dell'incidente di Imola.

 

 

Non è disponibile solo per me o è così per tutti? 

Anche quello di gnarro non si vede.

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Joined: 04-Apr-2006
130732 messaggi
11 minuti fa, f_everBiancoNera ha scritto:

Non è disponibile solo per me o è così per tutti? 

Anche quello di gnarro non si vede.

Li puoi vedere solo su youtube

 

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Joined: 03-Nov-2007
39294 messaggi
7 minuti fa, Socrates ha scritto:

Li puoi vedere solo su youtube

 

Ho provato ad entrare ma mi appare tutto tranne quelli

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Joined: 18-Feb-2007
14292 messaggi
46 minuti fa, f_everBiancoNera ha scritto:

Non è disponibile solo per me o è così per tutti? 

Anche quello di gnarro non si vede.

Si pure io non riesco a vedere i video che vengono messi sul forum 

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