Vai al contenuto
CRAZEOLOGY

Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"

Recommended Posts

Joined: 24-Oct-2006
10658 messaggi

MARPIONNE, YAKI E LUCA PAGANO IL LORO DISPREZZO PER BERLUSCONI

Faceva tenerezza la 500 parcheggiata dal console italiano a New York, Francesco Tat?, al numero 690 di Park Avenue dove ha sede la rappresentanza italiana.

Con enfasi smisurata qualche giornale ha scritto: "la 500, regina dell'America", ma in realt? il gesto del console che lavora nella Grande Mela dall'agosto 2007 aveva un valore semplicemente simbolico.

Prima di conquistare gli States Sergio Marpionne dovr? sudare ancora molto anche se il suo direttore marketing si chiama Barack Obama e sta facendo del suo meglio per spianargli la strada.

Dopo la sberla presa a Monaco per la Opel, l'americano della Fiat si ? chiuso in silenzio nel quartier generale di Detroit, l'ex-capitale dell'automobile che sta vivendo il pi? clamoroso esempio di interventismo statale. Ci? che ha fatto Obama per Chrysler e General Motors ? infatti qualcosa di assolutamente unico che aprir? un dibattito pazzesco sulla metamorfosi del capitalismo americano e potrebbe portare a conseguenze imprevedibili.

A Marpionne ? stata messa nelle mani la bicicletta scassata di Chrysler che con l'aiuto dei due pi? stretti collaboratori, Alfredo Altavilla e Lucio Noto, dovr? rimettere in sesto per riuscire entro un anno a far entrare gli americani nelle piccole 500. Il manager dei tre passaporti, che i giornali vorrebbero scatenato su Saab, America Latina, Peugeot-Citroen, Bmw, dovrebbe fermarsi un attimo e scrivere su un foglietto l'elenco dei Grandi Assenti che gli hanno impedito di chiudere il cerchio della sua operazione multinazionale.

Nella lista il primo posto ? occupato da quell'uomo di Palazzo Chigi che secondo gli psicologi soffre di disturbi narcisistici della personalit?, cio? papi-Silvio, il premier che ha fatto cuc? alla Merkel, ha definito "bello, giovane e abbronzato" il presidente Obama e pensava di trovare in Putin l'amico di Villa Certosa.

In realt? - come scrive oggi sul "Corriere della Sera" l'ex-commissario europeo Mario Monti - "il caso Fiat mostra che le scorciatoie italiane verso Washington e Mosca non sono paganti e non sembrano aver prestato particolare attenzione ai desideri italiani". Quali fossero i desideri italiani nessuno l'ha capito e fa sorridere l'annuncio del ministro dell'aeroporto di Albenga, Claudio Scajola, per il quale adesso ? arrivato il momento di incontrare Fiat e sindacati.

Povero Scajola!, ha dato gli incentivi a Torino, si ? messo addosso una felpa rossa con la scritta Fiat, ma quel diavolo di un Marpionne non lo ha mai degnato di un sms e si ? tenuto nel cervello il famoso piano industriale.

Per questa ragione il governo ? stato totalmente assente e assente ? stata anche la Sacra Famiglia degli Agnelli che ? apparsa soltanto all'ultimo atto della soap-opera tedesca con la pallida figura di Yaki Elkann mandato allo sbaraglio come un piccolo canguro in una foresta di leoni.

La verit? ? che questa nobile famiglia torinese ? stata abituata per decenni a staccare le cedole dei dividendi e di soldi non ha mai avuto intenzione di cacciarne. E qui si tocca il cuore del problema e si arriva a capire perch? ? saltato il sogno del povero Marpionne che sotto il pullover sgualcito aveva la corazza del know-how, ma il borsello completamente vuoto. Si ? parlato di 500 milioni da mettere sul tavolo per Opel, e si ? detto che le grandi banche italiane erano pronte a finanziare lo scorporo dell'auto, ma nessuno ha spiegato l'entit? di questo impegno e ha definito il valore dello spin-off.

In questo quadro anche Marpionne ha le sue responsabilit? e occupa un posto nella prima fila dei Grandi Assenti: ha snobbato la politica italiana, ha dialogato con Luchino e Yaki a colpi di laconici messaggini, e ha pensato che il suo direttore marketing (Barack Obama) potesse piegare la Cancelliera e mettere con le spalle al muro la potente lobby Schroeder-Putin.

Da questa sera il giudice Gutierrez (che ha gestito il passaggio di Chrysler a Fiat con una disinvoltura impressionante e discutibile) gli metter? in mano la bicicletta di Chrysler e il povero Marpionne dovr? pedalare.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-6609.htm

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 24-Oct-2006
10658 messaggi

Mosley contro Ferrari&C.

"Macch? nuovo patto, sar? guerra"

Un nuovo Patto della Concordia entro il 12 giugno? E' un'ipotesi "irrealistica". Max Mosley rispedisce al mittente l'ultimatum che gli ? stato posto il 31 maggio da costruttori della Fota capitanati da Luca Cordero di Montezemolo. Il presidente della Fia che non ha dubbi: "E' stato abbozzato cos? tardi non pu? essere firmato in dieci giorni".

Altro che ramoscello d'ulivo, l'oscillante Max, dopo qualche giornata di pace, sceglie la via della guerra: "C'e' un conflitto, vedremo chi avr? la meglio". E attacca. "Se qualcuno vuole fare le regole, che si organizzi il proprio Mondiale. Noi abbiamo gi? un Mondiale di Formula Uno per il quale facciamo noi le norme. Abbiamo cominciato a farlo 60 anni fa e continueremo a farlo". E la patata bollente torna nella mani di Cavallino, McLaren e Bmw...

Intanto, il prossimo mondiale di F1 rischia di trasformarsi in un circo di squadrette medio-piccole all'assalto della gloria. Dopo le varie Prodrive, Lola, Campos Meta1, Team US F1 e Team Superfund ecco che ha presentato domanda di iscrizione anche la... nazionale basca della Epsilon Euskadi. Resta il fatto che per il momento tra le 10 attualmente in gara nel Mondiale 2009, solo la Williams ha confermato la propria presenza senza porre condizioni. Le altre 9 scuderie sono dentro con la famosa riserva: chiedono che venga adottato l'attuale regolamento e che entro il 12 giugno venga firmato quel nuovo Patto della Concordia (documento che definisce regole e parametri economici del circus) che fa venire il mal di stomaco a Mosley.

http://www.affaritaliani.it

sefz

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 24-Oct-2006
10658 messaggi

QUESTO MATRIMONIO S?HA DA FARE ? IL LINGOTTO DA SOLO NON CE LA FA - CON CHRYSLER, FIAT PU? SOLO RADDOPPIARE LA PRODUZIONE A 4 MLN DI VETTURE MA IL TARGET ? A 6 MLN ? PEUGEOT SAREBBE L?ALTERNATIVA IDEALE A OPEL MA CI SONO PROBLEMI POLITICI? -

ANTONELLA OLIVIERI PER "IL SOLE 24 ORE"

Se si ? in mezzo al guado non c'? altro da fare che guadagnare la sponda. Ma quale? Nel caso di Fiat l'unica scelta ? andare avanti. Tradotto: molti sul mercato sono convinti che Fiat debba comunque procedere con il progetto di scorporo dell'Auto, per avere carta azionaria da spendere sul mercato delle aggregazioni.

Il piano originario era quello di portare sul mercato un gruppo con la massa critica necessaria per sopravvivere al consolidamento del settore, potenzialmente una public company da affidare alle capacit? di ristrutturazione di un manager dal track record provato come Sergio Marchionne.

Con la sola Chrysler, Fiat pu? solo raddoppiare la produzione a 4 milioni di vetture, non raggiungere il target dei 6 milioni che lo stesso a.d. aveva indicato. Se non si ripresenter? la chance Opel, sar? arduo trovare un'alternativa che si presti altrettanto bene allo scopo.

GM

Sul banco Gm c'? anche altra "merce", ma non ? chiaro cosa sia realmente in vendita. In Europa c'? ancora Saab, che per? ha una produzione annua limitata a 100mila autovetture, e potrebbe perci? costituire pi? un problema che un'opportunit?. Ci sono poi gli impianti brasiliani che sfornano 800mila unit? all' anno, non sufficienti a centrare il target, ma abbastanza per avvicinarvisi. Il problema ? che le attivit? sud-americane sono le sole profittevoli per il gigante americano in crisi, che, di conseguenza, se decidesse di cederle, difficilmente rinuncerebbe al cash.

E non ? detto che si accontententerebbe di poco. Perch? su piazza, oltre a Fiat, c'?, testa a testa, Volkswagen, che probabilmente non resterebbe alla finestra. Ma anche nel caso in cui si trovasse una soluzione, si dovrebbe farla digerire all'Antitrust, dal momento che Fiat (come del resto anche Volkswagen) con le attivit? brasiliane di Gm avrebbe in loco una quota di mercato superiore al 40 per cento.

PEUGEOT

Sulla carta, Peugeot sarebbe l'alternativa ideale a Opel. Con la casa francese, l'aggregato FiatChrysler sfiorerebbe una produzione di 7 milioni di vetture. Ma politicamente, avvertono gli analisti, sarebbe un ginepraio. Peugeot ha appena ottenuto 3 miliardi di aiuti di Stato col vincolo di non chiudere alcun impianto in Francia e le potenziali sovrapposizioni con Fiat sono tante.

Finora Peugeot ha respinto le caute avances di chi testava il terreno per un'eventuale aggregazione con il Lingotto, ma proprio in questi giorni il vertice della societ? si ? lasciato scappare che non esiter? a cogliere opportunit? di crescita. Cosa significhi in concreto ? da vedere.

OPEL

La questione Opel non ? chiusa ? il tam-tam che risuona tra Roma e Berlino. Per ora comunque sono ancora i russi ad avere il pallino in mano. Prima che la partita arrivasse a questo punto, gli analisti del Credit Suisse avevano osservato che Opel per Fiat era da interpretare pi? come una mossa difensiva che offensiva.

?Fiat da sola non ce la fa? - lo stesso Lingotto ?sembra riconoscerlo ?, sottolinea il report - essendo ?il pi? piccolo produttore di auto di massa, e troppo dipendente da Italia e Brasile?. Peraltro il Cs osservava che il rischio di esecuzione nei tentativi di aggregazione del settore ? elevato.

Goldman Sachs, prima di sospendere la copertura del titolo (? advisor per il progetto di scorporo dell'Auto), aveva definito ?convincente? la logica seguita da Fiat di cercare la massa critica, promuovendo il tentativo di formare un polo a tre con Fiat, Chrysler e Gm Europe.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-6693.htm

--------------------------

Venezia. Lapo Elkann all'Harry's Bar: cos? nasce la vodka ?made in Italy?

VENEZIA (4 giugno) - Una vodka tutta italiana per gli appassionati delle bevande alcoliche ultrastrong. Questo il nuovo prodotto "made in italy" che sar? presentato donami sera all'Harry's Bar di Venezia. E per questo progetto, e anche per lanciarlo sul mercato, ? nata una strana coppia, quella composta dal patron dell'Harry's, Arrigo Cipriani, e dal rampollo di casa Fiat, Lapo Elkann.

Le cronache lo hanno dipinto in questi anni come un estroverso e amante degli eccessi, anche quelli meno leciti, chiss? se questo binomio funzioner? per introdurre un prodotto tipicamente russo come la vodka nel Belpaese.

Il nome della bevanda ? I-Spirit Vodka, protagonista domani della cena degustazione all'Harry's Dolci della Giudecca. Fra gli altri che partecipano al progetto e saranno presenti alla serata anche Marco Fantinel e Francesco Cosulich.

La nuova bevanda ? ottenuta dalla distillazione di selezionati cereali e vini bianchi di grande qualit?, il prodotto entrer? in commercio a partire dal mese di settembre.

http://www.adige.tv/?p=vedi&id=8778

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 24-Oct-2006
10658 messaggi

MARPIONNE DISEGNA LA NUOVA FIAT A SUA IMMAGINE: ? IL NUOVO 'PADRONE' DEL LINGOTTO - GLI EREDI DELL'AVV. MEDITANO SOLO DI "CHIUDERE" per diventare qualcos'altro - I PROGETTI DI ESPANSIONE HANNO COSTI E RISCHI TROPPO ALTI PER GLI ELKANN E PARENTI - E l'addio all'auto degli Agnelli, IMPOSSIBILE IERI, oggi ? una strategia concreta

Paola Pilati per "L'espresso"

Se il gruppo Fiat ha distrutto valore per circa 60 miliardi di euro negli ultimi 22 anni, in gran parte per colpa dell'auto, vuol dire che la famiglia, a cui fa capo il 10 per cento dell'azienda, ha bruciato oltre 6 miliardi di risorse. In pratica, il patrimonio del clan Agnelli si ? ridotto a meno della met? di quello che era nel 1987, in termini reali.

Questo quadro lo dipinge un esponente della dinastia torinese, disposto a ragionare di numeri e a fare un bilancio dell'impresa di famiglia ma non a essere citato. Troppo delicato il momento, e nessuna voglia di accendere la miccia della polemica: la compagine famigliare ha dato, all'unanimit?, il suo appoggio a Sergio Marchionne e all'azione del capofamiglia prescelto dall'avvocato, il trentatreenne John Elkann.

La missione del primo ? quella di 'mettere in sicurezza' l'impresa Fiat, cio? di darle un futuro meno precario di quello a cui ? condannata restando sola; la strategia del secondo ? quella di traghettare la dinastia imprenditoriale verso lidi diversi dall'auto, senza che questo appaia una fuga, una disfatta, il tradimento di una storia famigliare. Senza perderci la faccia, insomma.

Il passaggio cruciale della storia degli Agnelli in questa fase ? proprio questo: spogliarsi di una identit? che vedeva i signori di Torino titolari della pi? potente impresa industriale italiana, e quindi grandi datori di lavoro, interpreti dell'orgoglio nazionale all'estero e protagonisti dell'agenda economico-politica del Paese, per diventare qualcos'altro. Ma cosa? Dei ricchi investitori in giro per il mondo, a caccia di affari che fanno fruttare il proprio capitale, in breve dei finanzieri, come ? avvenuto per tante altre importanti dynasty, dai Rockefeller ai Wallenberg?

La ricerca di questa nuova identit?, volontariamente o no, ? gi? cominciata. Sul piano dell'egemonia, intanto, la Fiat non conta pi? come una volta. "? un'azienda che non parla pi? di politica, che anche sul piano sindacale si ? sottratta alle liturgie del passato, quando le sue lotte facevano scuola", afferma lo storico Giuseppe Berta: "In complesso, ? meno 'potenza'. E anche la famiglia Agnelli ha una visibilit? e una risonanza molto meno vistosa di un tempo". La nuova 'stagione di opacit?', come la chiama Berta, ? certo il risultato dei cattivi risultati dell'impresa, che hanno tracciato una lunga strada di bilanci in rosso, ma non solo.

La scomparsa dell'Avvocato, poi di suo fratello Umberto e ora della sorella Susanna, insomma l'avvicendamento generazionale, ha lasciato un vuoto che non ? stato riempito da nessuno. Chi tiene oggi il timone, nella Exor che ? la finanziaria di famiglia, si chiama Elkann. I figli e i nipoti che oggi sono i titolari delle azioni, dai Rattazzi ai Teodorani, dai Brandolini ai Nasi, hanno posti in consiglio e a volte ruoli manageriali, come Edoardo Teodorani Fabbri che lavora in Cnh, o affari in proprio come Lupo Rattazzi, ma si sono votati tutti a una presenza discreta e corale sulle vicende industrial-famigliari.

Solo Andrea Agnelli, unico maschio a portare ancora il cognome dinastico, non ha mai nascosto l'idea che la famiglia possa prima o poi fare un passo indietro, e ha ammesso in passato differenze caratteriali e di vedute con il cugino John.

E mentre i fratelli Gianni e Umberto erano abituati a 'tenere corte', erano cio? circondati da manager che avevano i propri riferimenti con questo o quel rappresentante della famiglia, ora tutto ci? ? stato spazzato dal ciclone Marchionne. Che ha fatto fuori la prima linea dei manager e stabilito nuove regole, cos? sintetizzate da chi le osserva da vicino: "Si governa Fiat con l'appoggio dell'azionista, non in combutta con lui. E Marchionne non va a raccogliere il parere di Sant'Albano (amministratore delegato della finanziaria Exor, ndr.) prima di fare qualcosa". Brutale, ma rende l'idea.

Insomma, nella galassia Fiat sono state iniettate alte dosi di normalizzazione che prima il governo dinastico non consentiva. Questo avrebbe dovuto rendere pi? sereni i rapporti esterni. Invece, la forza magnetica che la Fiat aveva nei confronti dell'establishment, sia quello politico che quello finanziario, si ? appannata.

Lo testimonia l'atteggiamento tiepido che le banche hanno avuto nella vicenda Opel e, ora che Intesa e Unicredit sono state nominate advisor per lo scorporo della Fiat Auto e per il suo collocamento in Borsa, hanno continuato a ribadire di essere disposte a dare altre linee di credito, ma di comprare azioni non se ne parla. E lo testimonia anche l'atteggiamento tenuto dalla politica nella vicenda Opel. Nonostante le richieste fatte arrivare da Sergio Marchionne al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il governo italiano ? stato assente.

La nuova solitudine del clan, di fronte alle scelte imprenditoriali che lo aspettano, potrebbe anche essere un sollievo. Come ha notato il 'Financial Times', finora le grandi famiglie mondiali dell'auto sono sopravvissute (al contrario di altre dinastie impegnate in altri settori) perch? hanno sempre resistito alle fusioni, che avrebbero diluito le proprie partecipazioni ma anche salvato le attivit?: ora per? i nodi sono venuti al pettine per tutte.

E l'addio all'auto degli Agnelli, o almeno un progressivo distacco, che fino a ieri sembrava un'enormit?, oggi ? una strategia concreta. "Macch? addio, ieri la Fiat stava per conto suo e ora si ? messa in gioco e prova a correre con gli altri", si infiamma il vicesindaco di Torino Tom D'Alessandri.

Resta il fatto che dopo aver sacrificato il patrimonio in nome dell'auto, ora la famiglia ? a un bivio. Gli azionisti hanno tutti grande fiducia in Marchionne, che ha riportato i conti in equilibrio. Ma se saranno chiamati a contribuire di nuovo, come reagiranno? Gi?: il succo dell'operazione Marchionne, l'architrave del blitz che lo ha portato a conquistare la Chrysler e poi a puntare al ramo europeo di Gm, cio? Opel, ? sempre stato 'zero cash'. Alleanze-acquisizioni senza soldi, solo scambio di tecnologie e di know-how.

Ma si tratta comunque di una campagna di conquista in chiave difensiva: per dare un futuro a Fiat serve arrivare a una stazza industriale da sei milioni di auto, con almeno un milione di vetture per ogni piattaforma produttiva. Fiat pi? Chrysler sono lontane da quella dimensione. E non ? stato ancora affrontato il delicatissimo tema del ridimensionamento in Italia, dove si stima che ci siano 8-9 mila posti di lavoro di troppo. La 'messa in sicurezza' ? dunque ancora lontana.

Per questo la famiglia ha incominciato a guardarsi nel portafoglio, e a fare due conti. Gli azionisti riuniti nel clan hanno sborsato nell'ultimo decennio circa 2 miliardi di euro attraverso le proprie holding per fronteggiare i buchi dell'auto; di fare altri sforzi non ne hanno tanta voglia. Non solo: l'incertezza sull'auto paralizza anche i piani di espansione alternativa. La Exor, la holding guidata da John Elkann che possiede il 30 per cento delle azioni Fiat Group e che ? il cuore della nuova strategia imprenditoriale rivolta ai nuovi business, ? di fatto impiombata dall'auto.

Se ? vero che la met? del suo valore patrimoniale ? nelle quattro ruote, altrettanto vero ? che questo fa s? che dal Lingotto arrivino inviti a non correre troppi rischi su altri fronti, a non disperdere energie in nuova avventure, insomma a conservare le munizioni se dovessero arrivare altri tempi difficili. O le buone occasioni. Come potrebbe essere un'altra avventura tedesca: il piano B di Marchionne potrebbe infatti mettere nel mirino la Bmw.

Anche se gli asset di Gm in Sudamerica gli stanno sempre nel cuore, il manager abruzzo-canadese ha preso atto che nella disfatta Opel hanno giocato, oltre al resto, alcuni aspetti psicologici: la Gm non ha mandato gi? la sua avventura torinese, quando era entrata anni fa in Fiat come futuro padrone e poi uscita pagando un assegno di un miliardo e mezzo. Dunque ? necessario non guardarsi troppo indietro e trovare rapidamente un altro alleato per Fiat.

La francese Peugeot si sovrappone molto con la sua produzione a quella di Torino, e oltretutto ha ricevuto una ricca dote dal governo Sarkozy: questo crea una asimmetria sciovinista che i francesi farebbero contare pesantemente. Bmw, invece, fa automobili che la Fiat non fa, oggi guadagna ma in futuro chiss?, ed ? controllata da una famiglia, i Quandt, con un pacchetto del 46,6 per cento. Dunque padroni in casa propria e liberi di muoversi senza condizionamenti politici.

I tempi della metamorfosi degli Agnelli sono quindi legati alla soluzione per Fiat. Finch? l'auto rischia di bruciare denaro, investire in altre direzioni non si pu?. Il miliardo che Exor ha in cassa ? a fronte di un miliardo di debito, quindi il margine ? stretto. Invece la giovane finanziaria che ha fuso Ifi e Ifil ha molta voglia di volare. Ma mentre Gianluigi Gabetti, tuttora presidente onorario, assecondava tutti i desiderata dell'Avvocato, ora la selezione ? diventata pi? rigorosa.

Un comitato strategico nuovo di zecca, formato da tre 'professionisti dell'investimento' (una donna, Christine Morin-Postel, e due uomini, Victor Bishoff e Antoine Schwartz), sono sguinzagliati in cerca di nuovi affari e riferiscono a Elkann ogni mese e mezzo, poi un team di 15 analisti li mette sotto la lente d'ingrandimento per valutarli. Certo, finora l'investimento in Cushman &Wakefield, la societ? immobiliare con l'ambizione di diventare prima a livello mondiale, ha inciampato sulla crisi del mattone; funziona bene la Sgs (servizi alle imprese), il pi? grosso investimento dopo la Fiat; ? stato aperto un nuovo fronte puntando al settore della produzione tv per produrre format (Banijay Holding). "Non facciamo new economy", si inalberano in Exor, "c'? una forte matrice imprenditoriale nelle nostre scelte: non ? solo finanza, non vogliamo solo staccare delle cedole".

Come dice un suo giovane esponente: "La famiglia ? coesa finch? gli affari vanno bene". E la famiglia sa che, se si ? salvata dal precipizio per merito di Marchionne, che ha invertito l'emorragia di denaro negli ultimi due anni, ora deve gestire il passo indietro dall'auto stessa, e tutto il resto ? acqua fresca. Lo spettro della perdita di controllo non fa paura pi? di tanto. Sia perch? gli Agnelli hanno gi? rischiato di perdere tutto, e sono stati a un passo dal disastro senza ritorno. Sia perch?, come fa notare un erede, "anche Bill Gates controlla Microsoft con il 10 per cento".

Allora non resta che quotare Fiat Auto, come si ? deciso di fare nel consiglio di famiglia di inizio maggio. Questo significher? dunque una 'diluizione', come si dice in gergo, della loro partecipazione. Ma vuole soprattutto dire che ? al mercato che gli Agnelli si rivolgono per salvare l'industria delle quattro ruote torinese. Sar? il mercato a dire se se la sente ancora.

[08-06-2009]

Dagospia

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 24-Oct-2006
10658 messaggi

Fiat-Chrysler, vendita sospesa

la Corte Suprema ferma tutto

WASHINGTON - L'amministrazione Obama invita la corte Suprema Usa a respingere la richiesta di rinviare la vendita delle attivit? di Chrysler alla nuova societ? di cui fa parte anche Fiat. Ma la risposta, ha rivelato il Wall Street Journal, ? stata di verso opposto: l'operazione di cessione ? stata sospesa.

Un rinvio che, secondo il governo, rischia di avere "gravi conseguenze" per Chrysler. L'ufficio del Solicitor General, che rappresenta il governo di Washington nelle cause dinanzi alla Corte, ha formalizzato la sua opposizione alla richiesta da parte di tre fondi pensione dell'Indiana che vogliono bloccare l'operazione.

I tre fondi pensione che si sono opposti fin dall'inizio all'operazione hanno infatti gi? consegnato alla Corte, ultimo grado di giurisdizione, un ricorso d'appello d'emergenza per tentare di bloccare la vendita della casa automobilistica Usa al Lingotto.

La richiesta di congelamento della transazione, accolta in serata, era stata formalizzata pochi minuti prima della mezzanotte tra sabato e domenica, ? giunta dopo che venerd? scorso la Corte Federale di appello di New York aveva confermato il parere positivo del tribunale fallimentare alla vendita di asset di Chrysler al Lingotto, rigettando di fatto un primo ricorso che era stato presentato dagli stessi fondi pensione.

In quell'occasione i tre giudici della Corte di Appello di New York avevano deciso di congelare la vendita effettiva di Chrysler a Fiat fino alle ore 16 di oggi (le 22 in Italia), proprio per permettere ai fondi di presentare un ulteriore appello alla Corte Suprema. Ora il ricorso ha avuto anche lo stop del giudice Ruth Bader Ginsburg della Corte Suprema, che gestisce questi dossier da New York.

http://www.repubblica.it

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 24-Oct-2006
10658 messaggi

? 2009-06-09 11:38

Fiat: ad, non abbandoniamo Chrysler

'Dobbiamo essere pazienti e consentire al sistema di lavorare'

(ANSA) - TORINO, 9 GIU - La Fiat non ha nessuna intenzione di abbandonare l'accordo con Chrysler, neanche dopo la scadenza del 15 giugno. 'Mai', dice Marchionne. L'ad del Lingotto ha cosi' risposto ad alcune domande dopo la decisione della Corte Suprema di sospendere temporaneamente la vendita della Casa americana alla Fiat. 'Dobbiamo essere pazienti - ha precisato il manager - e consentire al sistema di lavorare. Non abbandoneremo mai questo processo con la Chrysler'.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 19-May-2006
369 messaggi

nessuno di voi rancorosi ha visto la puntata di ieri sera di Complotti su LA7 sulla morte di Edoardo Agnelli???

ci sono andati gi? pesi... ...soprattutto sul fatto del tutoraggio di Jaki...

magari c'? gi? la registrazione in rete:

si parla poi dello scontro Edoardo-Boniperti verso la fine degli anni '80.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 01-Jun-2005
627 messaggi
nessuno di voi rancorosi ha visto la puntata di ieri sera di Complotti su LA7 sulla morte di Edoardo Agnelli???

ci sono andati gi? pesi... ...soprattutto sul fatto del tutoraggio di Jaki...

magari c'? gi? la registrazione in rete:

si parla poi dello scontro Edoardo-Boniperti verso la fine degli anni '80.

interessante. cruciani ? in gamba.

peraltro, mentre mi paiono deboli le tesi a supporto dell'omicidio (addirittura esilaranti quelle iraniane), ? emerso evidente che a metterlo fuori dalla gestione delle societ? ? stato proprio il padre.

d'altra parte, mettere un impero economico finanziario in mano a uno che intende "superare il capitalismo" non ? proprio per la quale.

ragazzo intelligente e sensibile, una figura che mi ha fatto sempre pena. bellissime le parole di Biagi.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 19-May-2006
369 messaggi
Inviato (modificato)
interessante. cruciani ? in gamba.

peraltro, mentre mi paiono deboli le tesi a supporto dell'omicidio (addirittura esilaranti quelle iraniane), ? emerso evidente che a metterlo fuori dalla gestione delle societ? ? stato proprio il padre.

d'altra parte, mettere un impero economico finanziario in mano a uno che intende "superare il capitalismo" non ? proprio per la quale.

ragazzo intelligente e sensibile, una figura che mi ha fatto sempre pena. bellissime le parole di Biagi.

.quoto rimanendo in tema calcistico, appare chiaramente che avrebbe gradito un ruolo di primo piano all'interno della Juve.. ...almeno questo glielo avrebbero potuto concedere... ...non penso che avrebbe potuto fare pi? danni che so di un Montezemolo che da l? a poco sarebbe arrivato in pompa magna in Juve.

...cmq ? interessante che una cosa che sosteneva era la necessit? di tenere ben distinti prerogative della propriet? e quelle del management ed il dito puntato verso il ruolo dei tutor. E qui c'? piena coincidenza con quanto finora sostenuto dalla sorella Margherita

Modificato da Sganaplino

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 01-Jun-2005
627 messaggi
.quoto rimanendo in tema calcistico, appare chiaramente che avrebbe gradito un ruolo di primo piano all'interno della Juve.. ...almeno questo glielo avrebbero potuto concedere... ...non penso che avrebbe potuto fare pi? danni che so di un Montezemolo che da l? a poco sarebbe arrivato in pompa magna in Juve.

...cmq ? interessante che una cosa che sosteneva era la necessit? di tenere ben distinti prerogative della propriet? e quelle del management ed il dito puntato verso il ruolo dei tutor. E qui c'? piena coincidenza con quanto finora sostenuto dalla sorella Margherita

vero, io ho la sensazione che sia sbiellato quando ? stato escluso da tutto.

un po' quel che ? successo a Lapo (che vabb?, ha molto meno cervello, questo mi pare evidente).

per? Edoardo era un appassionato di filosofia, una persona profonda, ma poco concreta (sempre a sensazione eh) non mi sento di biasimare la scelta del padre.

certo c'? modo e modo.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 18-Jul-2006
82 messaggi
interessante. cruciani ? in gamba.

peraltro, mentre mi paiono deboli le tesi a supporto dell'omicidio (addirittura esilaranti quelle iraniane), ? emerso evidente che a metterlo fuori dalla gestione delle societ? ? stato proprio il padre.

d'altra parte, mettere un impero economico finanziario in mano a uno che intende "superare il capitalismo" non ? proprio per la quale.

ragazzo intelligente e sensibile, una figura che mi ha fatto sempre pena. bellissime le parole di Biagi.

che fosse stato il padre a estrometterlo era abbastanza noto, anche se non molto pubblicizzato (per ragioni evidenti). molto ma molto tempo fa, era ancora vivo giovannino, una persona abbastanza vicina alla famiglia mi disse che era un ragazzo fragile, comunque inadatto a ereditare l'impero. e che il fatto di essere messo ai margini avesse peggiorato la sua situazione. quanto, lo si ? visto in seguito. povero figlio

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 24-Oct-2006
10658 messaggi
Inviato (modificato)

Concordo abbastanza con le vostre riflessioni.

Edoardo era una persona con delle stranezze mica da poco, per? era sincero e dolce di spirito.

Qualit? rarissime in qualunque periodo storico.

Quello che mi crea davvero dolore ? sapere che delle persone cos? diverse fra loro, come Gianni Umberto Edoardo Giovannino ecc, abbiano amato la Juventus allo stesso modo e con la stessa profondit?, mentre gli eredi sono una masnada di pseudoaffaristi modaioli e senza principi di nessun genere.

Boh.

Vorrei che tutto questo non fosse mai successo, rinuncerei al mio affetto per la Juventus fin da subito se avessi la certezza che tutto tornerebbe come prima in tempi brevi.

Rinuncerei volentieri al mio sogno se sapessi che voi potrete presto riavere il vostro.

Vab?, lasciam perdere.

Modificato da CRAZEOLOGY

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 18-Jul-2006
82 messaggi
Inviato (modificato)

i cugini non li conosco, da un po' di persone che li frequentano ho potuto sintetizzare questo:

andrea - un caro ragazzo, molto appassionato della juve. ma anche molto bastonato dopo il defenestramento di giraudo. ambirebbe molto a occuparsi del club. ma ha un difetto, il carattere. non ? un combattente, anzi. quando gli si chiede perch? non si occupa della juve abbassa gli occhi e risponde "no, no, no".

lapo - ... beh, lo sanno tutti. il problema ? che da un po' di tempo sta facendo letteralmente il pazzo per avere un incarico nel gruppo. nel caso, speriamo non nella juve.

yaki - non ? che non sia juventino. il problema ? un altro. da uno nella sua posizione ci si aspetterebbe almeno un po' di conoscenza del business calcio. cosa che non ha assolutamente. in subordine, almeno la capacit? di trasmettere passione, emozioni. non ha nemmeno questa. il giudizio che mi ? stato dato ? "pesce lesso". almeno rispetto alla juve, perch? altrimenti i cavoli suoi se li sa fare e anche troppo bene

naturalmente ? difficile per me dire se siano cose azzeccate o meno. sono giudizi soggettivi sulle persone. ma a me li hanno raccontati cos

Modificato da Esprit de Zizou

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 24-Oct-2006
10658 messaggi

Fiat-Chrysler, s? dei giudici

Fra poche ore l'intesa sar? operativa

NEW YORK - Dopo quattro giorni di febbrili manovre legali non stop la Corte Suprema ha dato oggi senza dissensi luce verde all'accordo Fiat-Chrysler respingendo il ricorso presentato nel fine settimana da alcuni fondi pensione dell'Indiana.

Insistendo che la decisione si applica "in questo caso soltanto", l'ordinanza di due pagine del massimo organo giudiziario degli Stati Uniti ha dato una vittoria ai protagonisti dell'accordo orchestrato dall'amministrazione Obama affermando che non ci sono gli estremi giuridici per giustificare una sospensione dell'intesa.

La Casa Bianca ha applaudito alla decisione, "lieta che l'alleanza Chrysler-Fiat possa ora andare avanti, permettendo a Chrysler di riemergere come un produttore automobilistico competitivo ed efficiente".

L'ordine spiana la strada alla conclusione della vendita di Chrysler a Fiat entro luned? 15 giugno revocando il rinvio temporaneo ordinato ieri dal giudice Ruth Bader Ginsburg che aveva la competenza territoriale del caso. I promotori del ricorso non hanno risposto all'obbligo di dimostrare che la Corte Suprema doveva esercitare il proprio potere discrezionale e sospendere la vendita della casa di Auburn Hills, si afferma nella motivazione non firmata che ha chiuso la vicenda Fiat-Chrysler alla Corte Suprema.

L'ultima battaglia sull'accordo con cui l'amministrazione Obama sta cercando di far uscire dal guado l'industria americana dell'auto in crisi ? stata combattuta oggi a Washington a colpi di memorandum. Gli avvocati della Fiat, dopo che il numero uno della casa di Torino Sergio Marchionne aveva annunciato che "non avrebbe mai abbandonato" la Chrysler, avevano sostenuto che se fosse stata superata la scadenza del 15 giugno fissata dal memorandum di intesa per l'operazione, il Lingotto era intenzionato a ridiscuterne i termini perch? il gruppo di Auburn Hills avrebbe avuto un valore decisamente inferiore, dato che perde circa 100 milioni di dollari al giorno.

Avevano fatto sentire la loro voce anche i tre fondi pensione dell'Indiana che contestano la vendita facendo notare che non essendoci pi? "i rischi di un ritiro della Fiat se l'operazione non andr? in porto entro il 15 giugno" non c'era pi? nessuna ragione di accelerare i tempi. Fiat, Chrysler e Amministrazione Usa avevano replicato contestando questa posizione e osservando che dopo il 15 giugno il memorandum di intesa non avr? pi? nessun valore giuridico, non potendo neppure essere prorogato.

"Il punto cruciale ignorato dai fondi pensione dell'Indiana ? che, se la transazione di vendita approvata dal tribunale fallimentare non andr? in porto entro il 15 giugno 2009, si concluder? in base ai suoi stessi termini", avevano scritto gli avvocati del Lingotto a cui aveva fatto eco il gruppo di Auburn Hills e la Solicitor General degli Stati Uniti Elena Kagan prospettando esiti catastrofici in caso di slittamento: la Fiat sarebbe stata libera di insistere per nuove concessioni come condizione della sua approvazione a una nuova intesa: e in questo caso sarebbe necessario tornare di nuovo al tribunale della bancarotta.

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha scelto di non entrare nel merito delle questioni sollevate dall'accordo Fiat-Chrysler e ha deciso con l'unanimit? dei nove giudici. I provvedimenti della Corte sono spesso di difficile interpretazione e la loro analisi richiede la conoscenza delle consuetudini giuridiche che regolano l'attivit? dei nove giudici della Corte.

Secondo Scotusblog, un sito di analisi della Corte Suprema gestito da un team di avvocati e costituzionalisti, la decisione fa trasparire che il giudice Ruth Bader Ginsburg, dopo aver deciso luned? di congelare momentaneamente l'iter dell'alleanza automobilistica, ha chiesto il parere di tutti i propri colleghi (aveva la possibilit? anche di decidere da sola). La Corte "? apparsa unanime", secondo gli esperti, nel decidere di respingere la richiesta di aprire una vera e propria battaglia giudiziaria sulla vicenda.

Dopo il via libera giudiziario, ? adesso solo questione di ore la definizione del passaggio di Chrysler sotto il controllo della Fiat. Secondo indiscrezioni raccolte negli Usa dalla Reuters, le parti sono pronte a chiudere l'operazione entro le 09:00 di oggi ora di New York (le 15:00 in Italia).

Il passaggio necessario ? un trasferimento di 2 miliardi di dollari di fondi del governo americano ai creditori di Chrysler e tutto dovrebbe avvenire nel corso delle prossime ore.

http://www.repubblica.it

-------------------------------------------

E' nata Fiat-Chrysler

NEW YORK - Accordo definitivamente concluso tra Fiat e Chrysler. Sergio Marchionne sar? l'amministratore delegato del gruppo, Robert Kidder ? stato designato presidente. Lo afferma una nota congiunta. L'annuncio ufficiale arriva dopo il via libera della Corte Suprema. Dopo quattro giorni di febbrili manovre legali, infatti, la Corte Suprema ha dato oggi senza dissensi luce verde all'accordo Fiat-Chrysler, respingendo il ricorso presentato nel fine settimana da alcuni fondi pensione dell'Indiana.

Grazie all'alleanza con il Lingotto, ha commentato Marchionne, Chrysler "pu? tornare ad essere una societ? forte e competitivita con una gamma di vetture affidabile che colpiscono l'immaginazione e ispirano fedelt?". L'a.d. ha definito quello odierno "un giorno molto importante, non solo per Chrysler e per i suoi dipendenti, che hanno vissuto quest'ultimo anno in un contesto pieno di incertezze, ma anche per l'intera industria automobilistica".

Come previsto dall'accordo, si legge nella nota congiunta, Fiat fornir? a Chrysler "la tecnologia tra le pi? innovative e avanzate al mondo, le piattaforme e i propulsori per vetture piccole e medie. Chrysler potr? cos? offrire una pi? ampia gamma di prodotti comprese anche vetture a basso impatto ambientale, sempre pi? richieste dal mercato. Chrysler potr? anche trarre beneficio dall'esperienza della Fiat nelle ristrutturazioni aziendali e avr? accesso alla rete di distribuzione internazionale di Fiat, in particolare in America Latina e Russia".

Fiat, attraverso una societ? controllata, ha assunto una quota del 20% in Chrysler Group. Quota che aumenter? progressivamente fino ad un totale del 35% "subordinatamente al raggiungimento di determinati obiettivi previsti dall'accordo". Il Lingotto non potr? ottenere la quota di maggioranza di Chrysler fino a quando i debiti derivanti dai finanziamenti pubblici non saranno stati interamente rimborsati.

La nuova Chrysler sar? guidata da un consiglio di amministrazione composto da tre amministratori nominati da Fiat, tra i quali lo stesso Marchionne in qualit? di amministratore delegato, quattro nominati dal dipartimento del Tesoro statunitense, uno dal governo canadese e uno dall'United Auto Workers' Retiree Medical Benefits Trust.

La Casa Bianca ha applaudito alla decisione della Corte Suprema, che ha aperto la strada al perfezionamento dell'accordo, "lieta che l'alleanza Chrysler-Fiat possa ora andare avanti, permettendo a Chrysler di riemergere come un produttore automobilistico competitivo ed efficiente".

http://www.repubblica.it

------------------------------

ELKANN MORDE - ?LA STAMPA? CHIEDER? LO STATO DI CRISI IL PROSSIMO SETTEMBRE ? DOVRANNO LASCIARE 60 REDATTORI SU 228 (TRA PENSIONAMENTI E PREPENSIONAMENTI) E 76 POLIGRAFICI: L'ALTERNATIVA POSTA DALL'EDITORE ? LA CASSA INTEGRAZIONE?

MARCO A. CAPISANI PER "ITALIA OGGI"

Tira aria di crisi anche alla Stampa degli Agnelli. Il quotidiano diretto da Mario Calabresi si prepara infatti, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, a chiedere lo stato di crisi dal prossimo settembre. Nel frattempo, il piano dell'editore ? avviare tra i giornalisti 17 pensionamenti per raggiunti limiti di et?, iniziando dal prossimo autunno fino all'agosto 2011, oltre ad altri 43 prepensionamenti. Le uscite sarebbero, in tutto, 60 su 228 redattori in organico. Nelle file dei poligrafici, invece, dovrebbero essere in 76 a lasciare, tra pensionamenti e prepensionamenti.

Al momento non ? stato ancora definito un vero e proprio piano di riorganizzazione n? tantomeno uno editoriale. La scelta del neodirettore Calabresi potrebbe avvicinarsi, per?, a quella gi? tracciata dal suo predecessore, Giulio Anselmi, ora presidente dell'Ansa, che aveva puntato su un maggior presidio delle province.

Proprio quelle redazioni che lo stesso Calabresi avrebbe dichiarato di non voler toccare, pur nell'ottica di un'intera rivisitazione del lavoro. A conferma dovrebbero restare aperte, secondo alcune indiscrezioni, le sedi distaccate di Roma e Milano, probabilmente per? rivedendo il flusso delle notizie: il desk delle pagine capitoline e meneghine non sar? pi? fatto a Torino, ma direttamente nelle redazioni locali per facilitare l'ufficio centrale.

I giornalisti dovrebbe incontrare il direttore gioved? prossimo, il giorno prima di sedere al tavolo delle trattative con l'amministrazione della casa editrice. L'alternativa posta dall'editore a pensionamenti e prepensionamenti ? la cassa integrazione. Se la redazione dovesse accettare questo piano iniziale di prepensionamenti, anche la richiesta per lo stato di crisi dovrebbe seguire pi? velocemente il suo iter.

Poco pi? di un paio di anni fa, comunque, La Stampa aveva gi? richiesto lo stato di crisi e confezionato un piano di ristrutturazione. Oggi non si sa ancora quali saranno le redazioni al centro dalle partenze: di certo c'? solo che il capo della redazione di Novara, Gianfranco Quaglia, dovrebbe lasciare prossimamente.

http://www.dagospia.com

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 24-Oct-2006
10658 messaggi

ECCLESTONE TRAVOLGE LUCHINO ? IL PATRON DELLA FORMULA 1 SI SCHIERA CON MOSLEY SULLE NUOVE REGOLE DELLA FIA ? MINACCE AI TEAM RIBELLI GUIDATI DALLA FERRARI (BRIATORE COMPRESO) - CAMPIONATO INDIPENDENTE? ?SI TROVERANNO DI FRONTE A GROSSI PROBLEMI??

1 - Fia-Fota, Ecclestone sta con Mosley e minaccia team ribelli...

Da "Apcom" - Continua a stringersi il cerchio intorno agli otto team ribelli del Mondiale di Formula 1. Contrariamente a quanto suggerito da voci incontrollate Bernie Ecclestone, patron del circus iridato, si ? schierato pubblicamente contro il fronte dei team guidati dalla Ferrari nella lotta alle novit? regolamentari delineate dalla Federazione Internazionale dell'Automobile.

Ecclestone ha minacciato le scuderie prefigurando vita difficile ed una dura battaglia legale nel caso in cui la protesta contro la Fia dovesse portare ad una rottura insanabile e alla conseguente creazione di un campionato indipendente, eventualit? prefigurata da alcuni team.

"Se dovessero provarci, e non credo che ci riusciranno, si troverebbero di fronte a grossi problemi", ha spiegato Ecclestone all'edizione online del quotidiano britannico 'Daily Express': "Anche senza considerare i miei contratti con le scuderie - ha aggiunto il patron della Formula 1 - se qualcuno dovesse contattare le persone, le societ? e le televisioni legate a noi da contratti allora prenderemmo la questione in maniera molto seria.

Si tratterebbe di istigazione alla violazione di vincoli contrattuali, non me ne starei con le mani in mano lasciando che accada una cosa simile. Qualsiasi azione potrebbe costare centinaia di milioni di sterline o chiss? quanto".

2 - F1: FIA-FOTA, ECCLESTONE MINACCIA AZIONI LEGALI...

(Adnkronos) - Bernie Ecclestone minaccia azioni legali contro i team ribelli della F1. Se Ferrari, Renault e le altre squadre della Fota lasceranno il 'Circus', cercando di portarsi dietro anche gli sponsor, i circuiti, le televisioni, "andranno incontro a grandi problemi", dice Ecclestone in un'intervista al 'Daily Express'. Il 12 giugno la Fia annuncera' le 13 squadre che parteciperanno al Mondiale 2010.

La Fota non e' disposta a trattare con Mosley sulla questione del tetto al budget e starebbe progettando un Mondiale parallelo. "Se provano a creare una propria serie, e io non credo che saranno in grado di farlo, andranno incontro a grandi problemi", dice Ecclestone. "A parte i miei contratti con i team, se qualcuno andasse dalle nostre controparti, dalle societa', dalle televisioni, prenderemmo la cosa molto seriamente. Questo -prosegue- sarebbe un incentivo alla violazione dei contratti e io non starei li' ad aspettare che accada. Qualsiasi azione potrebbe costare centinaia di milioni di sterline, chi sa quanto?", sottolinea Ecclestone.

3 - F1: FIA-FOTA, ECCLESTONE MINACCIA AZIONI LEGALI...

(Adnkronos) - Secondo Ecclestone, creare un Mondiale parallelo e' un'impresa onerosa: "Io non credo che i CdA di Toyota e Bmw, che stanno gia' cercando di tagliare i costi in F1, sarebbero contenti se i loro team optassero per una serie che non sia il Mondiale Fia di F1", osserva il boss del 'Circus'.

"Creare una serie costa un sacco di soldi. In questo momento -spiega- noi forniamo ai team gli eventi a costo zero, con gli sponsor, i soldi e le gare davanti al grande pubblico televisivo che fornisco loro grazie a contratti ed appalti che vinciamo. Questi soldi tornano ai team e loro li investono. Sarebbe diverso se dovessero trovarsi tutte le sedi, le televisioni e promuovere il tutto quando noi abbiamo il meglio".

I team vogliono che entro il 12 giugno venga firmato il Patto della Concordia: "I team hanno avuto l'opportunita' per firmare il Patto della Concordia 1998 che li avrebbe protetti dai cambiamenti tecnici di Max (Mosley, ndr), ma hanno detto di no", obietta Ecclestone.

[10-06-2009]

dagospia

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 18-Aug-2008
115 messaggi
i cugini non li conosco, da un po' di persone che li frequentano ho potuto sintetizzare questo:

andrea - un caro ragazzo, molto appassionato della juve. ma anche molto bastonato dopo il defenestramento di giraudo. ambirebbe molto a occuparsi del club. ma ha un difetto, il carattere. non ? un combattente, anzi. quando gli si chiede perch? non si occupa della juve abbassa gli occhi e risponde "no, no, no".

lapo - ... beh, lo sanno tutti. il problema ? che da un po' di tempo sta facendo letteralmente il pazzo per avere un incarico nel gruppo. nel caso, speriamo non nella juve.

yaki - non ? che non sia juventino. il problema ? un altro. da uno nella sua posizione ci si aspetterebbe almeno un po' di conoscenza del business calcio. cosa che non ha assolutamente. in subordine, almeno la capacit? di trasmettere passione, emozioni. non ha nemmeno questa. il giudizio che mi ? stato dato ? "pesce lesso". almeno rispetto alla juve, perch? altrimenti i cavoli suoi se li sa fare e anche troppo bene

naturalmente ? difficile per me dire se siano cose azzeccate o meno. sono giudizi soggettivi sulle persone. ma a me li hanno raccontati cos?

Purtroppo io non conosco nemmeno una persona che frequenta gente cosi'importante...........

Comunque sono identikit che rispecchiano anche il mio pensiero.

ps1 grazie per le dritte che scrivi sul forum

ps2 ma Cruciani de La 7 e' anche quello che trasmette su Radio 24?

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 18-Jul-2006
82 messaggi
Purtroppo io non conosco nemmeno una persona che frequenta gente cosi'importante...........

Comunque sono identikit che rispecchiano anche il mio pensiero.

ps1 grazie per le dritte che scrivi sul forum

ps2 ma Cruciani de La 7 e' anche quello che trasmette su Radio 24?

1 - grazie

2 - purtroppo s

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 18-Aug-2008
115 messaggi
1 - grazie

2 - purtroppo s?

Certo in radio Cruciani non da' proprio l'impressione di imparzialita', difende il Papi(non quello di Sarabanda sefz ) in ogni discussione, ma a memoria fu l'unico in quella radio a non farsi travolgere dalla gogna mediatica e forcaiola che tanto andava di moda nell'estate 2006.

Poi forse lo paragono a Garanzini e allora mi sembra un po'migliore.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 01-Jun-2005
627 messaggi
Certo in radio Cruciani non da' proprio l'impressione di imparzialita', difende il Papi(non quello di Sarabanda sefz ) in ogni discussione, ma a memoria fu l'unico in quella radio a non farsi travolgere dalla gogna mediatica e forcaiola che tanto andava di moda nell'estate 2006.

Poi forse lo paragono a Garanzini e allora mi sembra un po'migliore.

ecco, appunto.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 18-Jul-2006
82 messaggi
Certo in radio Cruciani non da' proprio l'impressione di imparzialita', difende il Papi(non quello di Sarabanda sefz ) in ogni discussione, ma a memoria fu l'unico in quella radio a non farsi travolgere dalla gogna mediatica e forcaiola che tanto andava di moda nell'estate 2006.

Poi forse lo paragono a Garanzini e allora mi sembra un po'migliore.

mmm... non credo che difenda Papi per parzialit? ideologica. non gli converrebbe. ? uno di quelli che si ? costruito addosso un personaggio, quello del "bastian contrario", del "adesso vi spiego io cosa c'? davvero dietro". e lo fa ad ogni costo. l'importante ? che in primo piano ci sia lui, non i fatti

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 24-Oct-2006
10658 messaggi

CRONACA

La figlia dell'avvocato porta l'attacco pi? duro nell'affaire dell'eredit?

del "signor Fiat". Gabetti replica: risponderemo entro una settimana

"Il tesoro nascosto dell'Avvocato"

La verit? di Margherita Agnelli

di ETTORE BOFFANO e PAOLO GRISERI

TORINO - Ieri mattina, infatti, la figlia dell'Avvocato e le sue controparti, oltre a Gabetti anche l'avvocato Franzo Grande Stevens, il commercialista svizzero Siegfried Maron e la madre Marella Caracciolo, hanno depositato le memorie finali davanti al giudice del Tribunale civile di Torino Brunella Rosso.

(l'udienza decisiva ? fissata per il 30 giugno). E se Gabetti e Grande Stevens ribadiscono di non aver mai amministrato i soldi dell'Avvocato, la vedova Agnelli ha prodotto copia di una citazione inoltrata alla giustizia elvetica nella quale chiede di dichiarare la validit? della divisione ereditaria stipulata in Svizzera nel 2004 con la figlia.

Ma il vero colpo di scena emergerebbe dalle carte consegnate proprio da Margherita: la figlia di Gianni Agnelli, infatti, avrebbe quantificato per la prima volta ci? che, a suo dire, le sarebbe stato tenuto in buona parte nascosto. L'unica erede diretta dell'Avvocato non chiede quel denaro, ma conferma al giudice la sua istanza: quelli che lei considera i "gestori" degli averi del padre, Grande Stevens, Gabetti e Maron, devono consegnarle il rendiconto di tutto. Un gesto clamoroso e un'affermazione molto pesante che si spiegano solo col duro scontro giudiziario che ormai si ? imposto nella causa civile cominciata due anni fa. A sostegno della sua posizione, Margherita indica una serie di documenti e le sofisticate operazioni finanziarie che costituiscono l'asse della sua tesi. Una vicenda che corre tra Svizzera, Liechtenstein, Lussemburgo, Usa e paradisi fiscali dei Caraibi. Un possibile "tesoro" estero che, a detta del gruppo di analisti internazionali ingaggiati per tre anni dalla figlia dell'Avvocato, avrebbe il suo fulcro in un'operazione finanziaria del 1998 celebrata all'epoca come una delle pi? importanti dal dopoguerra: l'Opa Exor.

"L'Opa pour rire". "Un'Opa per ridere" e dunque finta, secondo invece i consulenti di Margherita. Cerchiamo di spiegare i perch? di questa tesi clamorosa. Nel 1996 Gianni Agnelli deve subire un delicato intervento al cuore a Montecarlo. e scrive un "memoriale" per indicare la successione alla guida della Famiglia e della Fiat: tocca al primogenito di Margherita, John Elkann. Superata l'operazione, l'Avvocato capisce che ? necessaria una costruzione pi? accurata della questione ereditaria con l'obiettivo di attribuire al nipote la guida dell'accomandita di famiglia. Il problema pi? importante, sostengono i legali di Margherita, sarebbe per? quello del "patrimonio" estero riconducibile a Gianni Agnelli. Somme ingenti, a detta della figlia, le cui tracce potrebbero essersi addirittura intersecate con i "fondi neri" Fiat emersi nel processo torinese contro Cesare Romiti sui falsi in bilancio.

Il "salvadanaio" del Lussemburgo. Nella ricostruzione degli analisti dell'erede Agnelli, tutto sarebbe accaduto nel Granducato dov'era quotata la societ? "Exor Group". In realt? essa esisteva dal 1966 (ma aveva un altro nome) come filiale dell'Ifi ed era stata creata da Gianni Agnelli e dal cugino Giovanni Nasi. Col trascorrere dei decenni, per?, la partecipazione dell'Ifi e dell'accomandita di famiglia, la "Giovanni Agnelli Sapaz", diminuisce costantemente, sino a rappresentare all'inizio del 1998 solo il 19,74 per cento, mentre oltre il 60 per cento ? in mano ad "azionisti anonimi" rappresentati nelle assemblee da fiduciari. Al momento della fondazione, Exor Group ha un capitale di mille dollari, ma esso crescer? con dodici aumenti sino a consentire la quotazione nella Borsa del Lussemburgo per usufruire dei benefici fiscali di una legge del 1929. La societ? lussemburghese ? strategica nel Gruppo Agnelli-Fiat e ha distribuito dividendi anche dieci volte superiori a quelli delle finanziarie italiane, Ifi e Ifil: dal 1974 al 2002, infatti, Exor assicura un miliardo e 808 milioni di euro a fronte di 215 milioni di euro da parte delle finanziarie italiane. Quanto alla quotazione in borsa essa appare, a detta degli analisti, "flebile": il flottante rester? sempre inferiore all'1 per cento.

Questioni di fisco. Nel 1998 Exor ? ricchissima grazie alle numerose filiali negli Stati Uniti e in Asia. Al 31 dicembre 1997 il patrimonio netto ? di 737 milioni di euro, ma il consolidato ? di due miliardi e 286 milioni. A questo punto, nello scenario dei consulenti, la societ? mette in vendita le filiali creando un maxidividendo pari a un miliardo e 750 milioni di euro sul quale i soci italiani (sia ufficiali che anonimi) dovrebbero poi versare al nostro fisco somme molto elevate. Secondo la consulenza, chi comandava davvero in Exor avrebbe allora deciso di trasformare quei dividendi in plusvalenze pagabili all'estero e non tassabili. Si tratterebbe di "un'operazione geniale": la famosa Opa lanciata ufficialmente dalla "Giovanni Agnelli e Sapaz" il 10 novembre 1998 per 2600 miliardi di lire.

L'amico americano. In realt? l'accomandita fonda, sempre in Lussemburgo, una nuova societ?. ? il 12 novembre e la chiama "Giovanni Agnelli & C. International". Sar? quest'ultima a lanciare ufficialmente l'Opa (il prospetto ? di 15 pagine e l'offerta va dal 21 dicembre 1998 al 15 gennaio 1999) su tutte le azioni di Exor escluse quelle detenute dall'Ifi, dall'accomandita di famiglia e da Sopraexo (della famiglia Mentzelopoulos): tutti i titoli degli azionisti anonimi. Per farlo, per?, la nuova societ? chiede un prestito di 1,3 miliardi di dollari alla Chase Manatthan Bank controllata da un grande amico di Agnelli e Gabetti: David Rockefeller. Il prestito ? subito concesso, nonostante un capitale sociale di 16 milioni di dollari. L'Opa ha un effetto immediato tra gli azionisti sconosciuti: i titoli acquistati ammontano a un totale di un miliardo 364 milioni 474.680 dollari finiti nelle casse degli "anonimi" i quali, da quel momento, escono per sempre da Exor Group. Il 21 giugno, la stessa Exor delibera il futuro pagamento del maxidividendo da un miliardo 526 milioni 915.745 dollari e il 30 giugno assorbe la sua azionista, la "Giovanni Agnelli & C. International", che sparisce. A questo punto, Exor delibera infine di saldare il debito con la banca di Rockefeller (debito che ha "eredidato" dalla societ? scomparsa) e lo fa utilizzando proprio il denaro del maxidividendo. Al termine dell'operazione, Ifi e accomandita controllano assieme l'84,79% della societ? lussemburghese (che nel frattempo ? uscita dalla Borsa) anche se nessuna delle societ? italiane coinvolte ha dichiarato di aver ricevuto un reddito dall'Opa. Gli "anonimi", invece, avrebbero lasciato Exor portando con s? un miliardo e trecento milioni di dollari.

Il "sancta sanctorum". Ma chi sono i "soci anonimi" che hanno rotto il "salvadanaio lussemburghese"? Qui sta il perno della tesi di Margherita Agnelli. I fiduciari in realt? avrebbero rappresentato, secondo quel che dice la consulenza, quasi sempre una sola persona: Gianni Agnelli. In altre parole, il lento declino azionario di Ifi e dell'accomandita dal 100 per cento di Exor del 1966 sino al 19,74 per cento del 1998 avrebbe avuto un contraltare "riservato": chi comprava le azioni da altri membri della Famiglia sarebbero stati lo stesso Avvocato o dei suoi fiduciari. Ma in quale percentuale? Gli analisti hanno varato due ipotesi: da un minimo del 33% (in questo caso Agnelli avrebbe ricavato un miliardo 44 milioni 54.418 euro dall'Opa del 1998) a un massimo del 100 per cento (pari a 2 miliardi 514 milioni 675.897 euro). Nell'ipotesi mediana (il 50 per cento), quell'accumulazione di capitale all'estero ammonterebbe a un miliardo 463 milioni 243.000 euro: proprio quest'ultima ? quella prospettata al Tribunale. Dal 1999 il denaro sarebbe poi transitato su una decina di trust offshore gi? indicati da Margherita Agnelli nella citazione a giudizio del 2007.

La risposta di Exor. Gianluigi Gabetti, interpellato ieri da "Repubblica", ha scelto di non replicare: "Non ho ancora visto le carte - ha detto - Le stanno valutando i miei legali e ci vorr? almeno una settimana. Per ora non com-mento".

(11 giugno 2009)

La Repubblica

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 18-Jul-2006
1419 messaggi
.........

"L'Opa pour rire". "Un'Opa per ridere" e dunque finta, secondo invece i consulenti di Margherita. Cerchiamo di spiegare i perch? di questa tesi clamorosa. Nel 1996 Gianni Agnelli deve subire un delicato intervento al cuore a Montecarlo. e scrive un "memoriale" per indicare la successione alla guida della Famiglia e della Fiat: tocca al primogenito di Margherita, John Elkann. Superata l'operazione, l'Avvocato capisce che ? necessaria una costruzione pi? accurata della questione ereditaria con l'obiettivo di attribuire al nipote la guida dell'accomandita di famiglia. Il problema pi? importante, sostengono i legali di Margherita, sarebbe per? quello del "patrimonio" estero riconducibile a Gianni Agnelli. Somme ingenti, a detta della figlia, le cui tracce potrebbero essersi addirittura intersecate con i "fondi neri" Fiat emersi nel processo torinese contro Cesare Romiti sui falsi in bilancio.

.......

sefzsefzsefz

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 25-May-2007
56 messaggi
"L'Opa pour rire". "Un'Opa per ridere" e dunque finta, secondo invece i consulenti di Margherita. Cerchiamo di spiegare i perch? di questa tesi clamorosa. Nel 1996 Gianni Agnelli deve subire un delicato intervento al cuore a Montecarlo. e scrive un "memoriale" per indicare la successione alla guida della Famiglia e della Fiat: tocca al primogenito di Margherita, John Elkann. Superata l'operazione, l'Avvocato capisce che ? necessaria una costruzione pi? accurata della questione ereditaria con l'obiettivo di attribuire al nipote la guida dell'accomandita di famiglia. Il problema pi? importante, sostengono i legali di Margherita, sarebbe per? quello del "patrimonio" estero riconducibile a Gianni Agnelli. Somme ingenti, a detta della figlia, le cui tracce potrebbero essersi addirittura intersecate con i "fondi neri" Fiat emersi nel processo torinese contro Cesare Romiti sui falsi in bilancio.

Articolo molto interessante, tuttavia la parte grassettata non mi torna. Nel 1996 Giovannino Agnelli ? ancora vivo e quindi ancor l'erede designato. Solo dopo la sua morte, avvenuta a met? dicembre del 1997, l'erede cambia e diventa il pupazzo gonfiabile.

Ricordo male io o qualcuno qui ha fatto confusione??

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 18-Jul-2006
1419 messaggi
Articolo molto interessante, tuttavia la parte grassettata non mi torna. Nel 1996 Giovannino Agnelli ? ancora vivo e quindi ancor l'erede designato. Solo dopo la sua morte, avvenuta a met? dicembre del 1997, l'erede cambia e diventa il pupazzo gonfiabile.

Ricordo male io o qualcuno qui ha fatto confusione??

ricordi bene

credo che la cosa si spieghi considerando uno erede della parte industriale e l'altro della parte finanziaria.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 24-Oct-2006
10658 messaggi
sefzsefzsefz

Romiti deve averti fatto davvero del male.

Ogni volta che si tocca questo tasto si legge il tuo rancore. :sisi:

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per partecipare

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora

  • Chi sta navigando   0 utenti

    Nessun utente registrato visualizza questa pagina.

×
×
  • Crea Nuovo...