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K A L C I O M A R C I O! - Lo Schifo Continua -
Ghost Dog ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
IL CASO JUVENTUS STADIUM La risposta del tifo: nessuna paura e stadio esaurito di ALBERTO MAURO (GaSport 23-10-2011) TORINO Pi -
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DUE CUORI/ E UNA TRIBUNA CALCIONOVELA TRIESTINA Sergio e Cristina erano arrivati per rilanciare il club Poi la coppia -
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Stadio sotto inchiesta Fassino: la societ -
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Si puo' notare come i giornali oggi, nel *****aio generale (a parte il solito giornalaccio che affonda un po' il coltello), non si espongano troppo e tendano a sottolineare da subito che la Juventus e' parte lesa. Temono cause milionarie, stavolta? -
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Inchiesta La Procura indaga tre tecnici, la società parte lesa. Ispezione della Consob Juve, nuovo stadio a rischio Piloni d'acciaio fuori norma Il prefetto dopo un vertice: struttura agibile, si gioca di MARCO BARDESONO (CorSera 21-10-2011) TORINO — «Delitto colposo di danno» in relazione al «crollo di costruzioni», il falso ideologico e la frode in commercio: sono queste le principali ipotesi di reato formulate dalla Procura torinese che indaga sulla costruzione e sul collaudo del nuovo stadio della Juventus. La notizia ha creato sconcerto nel mondo calcistico e si è temuto il sequestro dell'impianto. Ci è voluto un vertice in prefettura tra il sindaco Piero Fassino, il presidente bianconero Andrea Agnelli e il prefetto Alberto di Pace, per annunciare che domani sera la partita con il Genoa si giocherà e che lo stadio «è agibile», almeno per ora e se la Procura non assumerà nuove iniziative. L'inchiesta «Juventus Stadium» riguarderebbe la fornitura di acciaio alle imprese costruttrici dell'impianto che, secondo l'ipotesi accusatoria, non sarebbe stato di buona qualità e, per giunta, sarebbe stato pagato ben oltre il suo valore. In particolare sarebbe sotto osservazione dei periti della Procura il metallo dei due pennoni alle spalle delle curve e che non sarebbe conforme alle norme e potrebbe avere, «in linea teorica, effetti potenzialmente negativi». Ieri i pm titolari dell'inchiesta, Raffaele Guariniello, Andrea Beconi e Gabriella Viglione hanno disposto perquisizioni presso le abitazioni e gli uffici dei tre indagati, nella sede della Juve (che nell'inchiesta è parte lesa) e negli uffici di alcune ditte fornitrici di acciaio a Padova e Udine. I carabinieri hanno cercato, si legge nel decreto di perquisizione: «Atti, documenti, relazioni relativi alla progettazione, costruzione, collaudo e certificazioni di agibilità afferenti al nuovo stadio della Juventus, con particolare riferimento all'oggetto dell'indagine (Ipotizzata fornitura di acciai non conformi) e conseguenti ripercussioni nelle varie fasi operative di collaudo». Ad essere stati indagati sono i tecnici che si sono occupati, a vario titolo, della costruzione del complesso. Avvisi di garanzia sono stati consegnati a Giovanni Quirico, dirigente dell'ufficio tecnico del Comune e agli ingegneri Francesco Ossola e Paolo Erbetta. Il primo è chiamato in causa come collaudatore, il secondo come direttore dei lavori. Allegato al decreto di perquisizione sono elencate le ragioni sociali delle aziende fornitrici di acciaio, tra le più note sul mercato, e quelle delle ditte che hanno realizzato l'opera, i cui amministratori, però, non risultano indagati. «L'ingegner Quirico — hanno detto i suoi legali, gli avvocati Andrea e Michele Galasso — chiederà di essere interrogato subito per offrire tutti i chiarimenti del caso». E in difesa di Quirico è intervenuto anche il sindaco Fassino: «È un dirigente stimato e apprezzato che ha diretto la realizzazione di opere pubbliche importanti per la città». Sempre ieri nella sede della Juve c'è stata anche un'ispezione della Consob. La Guardia di Finanza ha esaminato materiale relativo a bilanci, delibere, aumenti di capitale e altra documentazione finanziaria. ___ La Juve ha rischiato la casa Stadio sotto inchiesta Il Comune: «È agibile» E domani si gioca La Procura di Torino indaga sull'acciaio utilizzato. Bianconeri parte lesa. Avvisi di garanzia a un tecnico del Comune e ai direttori dei lavori. Si temeva la chiusura: decisiva la documentazione del club di FRANCESCO BRAMARDO (GaSport 21-10-2011) TORINO Bello, unico, un gioiello. Gli elogi per lo Juventus Stadium il giorno dell'inaugurazione, l'8 settembre, si sono sprecati. Uno stadio costruito per il calcio, unico, vero, ma all'italiana. Nel senso che il nuovo impianto della Juve, 42 giorni dopo essere stato inaugurato, ha rischiato la chiusura immediata, almeno in via provvisoria, per inagibilità e per motivi di sicurezza, peggio, per pericolo di crollo. Solo in serata, dopo un vertice in Prefettura alla presenza dei dirigenti bianconeri, tecnici ed ingegneri, il rischio di trasloco allo stadio Olimpico è stato scongiurato. Perquisizioni La «bomba» è scoppiata ieri mattina quando alla porta di corso Galileo Ferraris, nella sede del club, si è presentata la polizia giudiziaria per acquisire la documentazione inerente la costruzione del nuovo stadio e notificare le indagini in corso ad opera della Procura di Torino. Contemporaneamente ufficiali della polizia giudiziaria, coadiuvati da tecnici, hanno perquisito lo stadio alla ricerca di elementi comprovanti le ipotesi di accusa. Nel decreto di perquisizione si parla di una partita di acciaio per la costruzione dell'impianto che non sarebbe conforme alle direttive comunitarie europee. Secondo le parti in causa si tratterebbe invece di materiale certificato: anzi, in fase di collaudo si sarebbe andati oltre, procedendo a prelievi e prove di laboratorio sulle barre di acciaio (marchiate Ce) per accertarne la conformità. Mancherebbero delle certificazioni specifiche, ma non ritenute indispensabili. Dal momento della notifica, fino a tarda sera, si sono susseguite riunioni tecniche, prima nella sede del club tra dirigenti e ingegneri, poi in Prefettura alla presenza, tra gli altri, del presidente Andrea Agnelli, per capire se nell'immediato sussistessero pericoli di ordine pubblico e di conseguenza la disputa regolare, domani sera, di Juventus-Genoa. Fino all'ok della Prefettura per il regolare svolgimento della partita. Scenario Olimpico Per alcune ore, in attesa del responso, si è discusso su eventuali alternative in caso di chiusura temporanea dello stadio: ritorno provvisorio all'Olimpico, chiusura temporanea dello Juventus Stadium per le prossime due gare casalinghe (martedì la Juve ospita la Fiorentina) oppure chiusura parziale di alcuni settori. Il trasloco provvisorio all'Olimpico avrebbe comportato scelte drastiche (24 mila posti come il numero dei soli abbonati), visto il tutto esaurito per le prossime due gare casalinghe. Le indagini Nell'inchiesta, condotta dal pm Gabriella Viglione, sono coinvolti tre tecnici che si sono occupati a vario titolo della costruzione dell'impianto. Un avviso di garanzia è stato consegnato a Giambattista Quirico, dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Torino, agli ingegneri Francesco Ossola e Paolo Erbetta. Quirico è chiamato in causa come collaudatore, Ossola ed Erbetta come direttori dei lavori. Lo stesso Quirico, che ieri ha consegnato alla polizia giudiziaria il dossier sulla realizzazione del nuovo stadio, si è detto disponibile a essere interrogato subito dai magistrati per chiarire la propria posizione. Tre i reati ipotizzati: il «delitto colposo di danno» in relazione al «crollo di costruzioni», il falso ideologico e la frode in commercio. Perquisizioni sono state effettuate in Piemonte, Veneto e Friuli. Alla costruzione del nuovo stadio per conto della Juventus (parte lesa nell'inchiesta) hanno concorso quattro società: l'impresa Rosso e la Gilardi di Torino, la Morganti di Milano e la Cons.Fer di Selvazzano Dentro (Padova). I magistrati che si occupano dell'indagine sono il procuratore capo, Gian Carlo Caselli, e i pubblici ministeri Andrea Beconi, Raffaele Guariniello e Gabriella Viglione. La schiarita In serata, poi, la schiarita: Juve-Genoa si giocherà, e così le gare successive, a meno di ulteriori novità. Dopo una giornata febbrile, il sindaco Fassino e il Prefetto hanno revocato il pericolo per l'ordine pubblico. Il Comune ha sottolineato che «continuerà a vigilare sull'evoluzione della vicenda». Ma si profila il rischio di uno scontro con la Procura. La Juventus invece alla fine ha tirato un sospiro di sollievo. Difficilmente avrebbe potuto accontentare gli 80 mila tifosi già prenotati, oltre al danno di immagine ed economico. Il pensiero della società è stato affidato ad un comunicato diffuso in serata. «La Juventus ribadisce la propria certezza sull'assoluta sicurezza strutturale dello stadio, ne ha fornito documentazione, ed è fiduciosa che tale circostanza emergerà anche dall'inchiesta della magistratura. Nel confermare il regolare svolgimento delle partite programmate, la Juventus ringrazia il Prefetto e il Sindaco per l'efficace e tempestiva collaborazione odierna». ___ 3 domande a... GIACOMO DONATO INGEGNERE «Se l'acciaio non è a norma va rivista tutta l'opera» art.non firmato (GaSport 21-10-2011) L'ingegner Giacomo Donato è stato per un quarto di secolo professore ordinario della cattedra di Tipologia strutturale del Politecnico di Torino. 1 Che cosa significa acciaio non a norma? «L'acciaio per costruzioni deve rispondere a precisi canoni, cioè essere dimensionato alla destinazione della struttura. Lunghezza e altezza delle travi devono avere dimensioni in grado di sopportare i carichi previsti, ma anche i sovraccarichi dinamici, in questo caso migliaia di persone. Ci sono calcoli precisi per definirne la compatibilità con le dimensioni dell'opera». 2 Se l'acciaio non è a norma, cosa si rischia? «I rischi sono stabiliti dalla commissione di collaudo, che verifica che il materiale commissionato sia idoneo al progetto. Fatte le verifiche, se la commissione dà l'ok, diventa responsabile». 3 Se l'acciaio non è a norma, l'opera può essere recuperata? «Se c'è la certezza che l'acciaio non lo sia, dev'essere affrontata la rivisitazione di tutta l'opera strutturale, per poterne dichiarare l'affidabilità». ___ RIPERCUSSIONI IN MATTINATA ALLA JUVE ANCHE 15 ISPETTORI CONSOB E LA FINANZA Pesante il colpo all'immagine Agnelli pronto a chiedere i danni di ANTONELLO CAPONE (GaSport 21-10-2011) La sede della Juventus di Corso Galileo Ferraris a Torino ieri mattina è stata un via-vai da ingresso da stadio per una partitissima. Ma le visite sono state particolari, quelle che una grande azienda si aspetta, ma che comunque mettono sotto pressione. Alle 8,30 ecco sette carabinieri e un segretario per la notifica dell'inchiesta sul gioiello di famiglia Juventus Stadium e la raccolta di materiale. Alle 10 una quindicina tra ispettori della Consob (l'organismo di controllo delle società quotate in Borsa) e ufficiali e sottufficiali della Guardia di Finanza. La visita della Consob era quasi «obbligata» dopo l'assemblea che ha deciso di riparare alle perdite «intollerabili» (voce del presidente Andrea Agnelli) di 95 milioni e mezzo e ha deliberato un aumento di capitale monstre di 120 milioni senza azzerare le azioni dei piccoli risparmiatori e tifosi, operazione concordata da Agnelli, dall'ad Aldo Mazzia e dal legale Michele Briamonte con l'organismo di controllo. Da dove viene Invece davvero sorprendente per la Juve è stata l'inchiesta sullo stadio. Presidente e management non se ne capacitavano: per loro lo stadio è costruito secondo standard d'eccellenza e ha resistito alla grande ai più duri collaudi. La Juve è parte lesa e ha richiamato d'urgenza l'avvocato Briamonte che era a Roma sotto il diluvio ed è giunto con un volo privato. La Juve non vuole rischiare minimamente di essere un giorno considerata parte concorrente. E già adesso sta studiando tutte le vie per richieste di risarcimento danni. Che sono ora di immagine, e sono ingenti. Esistono anche forti assicurazioni e penali per eventuali opere o forniture non a regola d'arte. La Borsa che già è una montagna russa capirà? Poi la riuscita dell'incontro serale col sindaco Piero Fassino e col prefetto Attilio Di Pace ha mitigato le «perdite». In mattinata si voleva sequestrare il gioiello. . . Che è da pagare secondo con un piano industriale pluriennale e deve funzionare a pieno regime garantendo introiti senza stop. Già ora è da tutto esaurito, ma se si mette in discussione anche «teorica» la sicurezza. . . ___ Il retroscena Appalto conteso E alla fine vinsero i piemontesi di L.C. (GaSport 21-10-2011) L'appalto per la costruzione del nuovo stadio della Juventus venne assegnato per un solo voto di differenza al termine di un burrascoso e lunghissimo consiglio di amministrazione il 12 maggio 2009. Era un martedì, in corso Galileo Ferraris si cominciò a discutere al mattino e si terminò a ora di cena, ma più per lo stadio che per la scelta del nuovo allenatore. Della trentina di offerte ricevute ne erano rimaste in corsa solo due, la prima di un'importante cooperativa di Carpi e l'altra di una ditta di Torino. Forza Piemonte Secondo una parte del consiglio di amministrazione l'offerta migliore, sia dal punto di vista economico che qualitativo, era la prima, quella dell'emiliana Cmb rappresentata a Torino dalla Gozzo impianti. Invece i lavori furono assegnati, per un corrispettivo di 70 milioni rispetto alla base d'asta di 85, all'impresa Rosso, del gruppo Costruzioni Generali Gilardi, quello che sotto la precedente dirigenza qualche anno prima aveva realizzato il centro sportivo di Vinovo e nei confronti del quale la società vantava all'epoca un credito di diverse decine di milioni per la cessione della Campi di Vinovo. Va ricordato che si trattava di una gara d'appalto privata e dunque la Juventus era libera di assegnare i lavori a chi meglio credeva. La scelta della Rosso-CGG in questo caso venne motivata con la piemontesità della ditta che garantiva una ricaduta positiva sul territorio. Ingegneri e avvocati I lavori sono stati in seguito diretti dagli ingegneri Francesco Ossola e Paolo Erbetta, raggiunti ieri da avviso di garanzia insieme al collaudatore dell'opera, il dirigente dell'Ufficio tecnico del Comune Giambattista Quirico rappresentato dagli avvocati Andrea eMichele Galasso, gli stessi che difesero l'ex amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo ai tempi di Calciopoli. ___ Nuovo stadio 'a rischio crollo' e inchiesta sui bilanci: la giornata orribile della JuventusDue indagini separate all'origine delle 'visite' nella sede dei bianconeri nell'arco di poche ore: la Procura di Torino vuole far luce sulla sicurezza del nuovo impianto, la Consob ha fatto acquisire documenti finanziari di DARIO PELIZZARI (Il Fatto Quotidiano.it 21-10-2011) Quella di ieri è stata una giornata particolarmente intensa per lo staff di casa Juventus. Due sono infatti le visite inattese che hanno interessato gli uffici della sede bianconera a Torino. Prima sono arrivati gli ufficiali della Polizia giudiziaria, che su ordine della Procura di Torino hanno raccolto la documentazione relativa alla costruzione del nuovo stadio della società bianconera. L'ipotesi di reato formulata non è di poco conto: pericolo di crollo colposo. Proprio così, si indaga sulla solidità e sulla sicurezza dello Juventus Stadium, il nuovo impianto inaugurato ad inizio stagione. L'inchiesta, che vede la società bianconera non come indagato, ma come parte lesa, è condotta dal pm Gabriella Viglione. Ma non è finita qui. Perché poco dopo, a bussare alla porta della sede di corso Galileo Ferraris, è stata la Guardia di Finanza che, su incarico della Consob (l'autorità indipendente che vigila sulle società che sono quotate in borsa), avrebbe chiesto di acquisire documenti finanziari di varia natura, quindi anche bilanci e delibere relative ad aumenti di capitale. Stando a quanto finora trapelato, le due inchieste seguirebbero binari paralleli e non avrebbero alcun punto di contatto. La notizia dell'indagine in corso a proposito della solidità dello Juventus Stadium è arrivata anche al sindaco di Torino, Piero Fassino, che in una nota diffusa in serata ha fatto sapere che "Il Comune manterrà un'attività di monitoraggio fino al termine dell'inchiesta in corso". Ma che, in ogni caso, le partite programmate allo stadio avranno regolare svolgimento. Fassino ha chiesto garanzie alla società bianconera. Che avrebbe fornito "documentazione certificata sulla sicurezza strutturale dello stadio e sulla realizzazione degli interventi integrativi prescritti in sede di collaudo". Al vertice in Prefettura avrebbero partecipato lo stesso Fassino e il presidente Andrea Agnelli. La Polizia giudiziaria non si è limitata a fare visita alla sede della Juventus. Pare che siano state fatte perquisizioni in alcune società della provincia di Torino, Udine e Padova. L'indagine riguarderebbe, nello specifico, l'utilizzo di acciaio non a norma. Gli indagati al momento sarebbero tre. Tra loro, anche un tecnico del comune di Torino che avrebbe seguito da vicino le varie fasi di costruzione dell'impianto. Ancora tutta da definire invece l'indagine commissionata dalla Consob alla Guardia di Finanza. Tre giorni fa, nel corso dell'assemblea degli azionisti, la Juventus aveva approvato il bilancio di esercizio per la stagione 2010-11. Come indicato dalla Consob, la società bianconera avrebbe detto sì alla copertura delle ingenti perdite (meno 95,4 milioni di euro) senza azzeramento del capitale. I soci avrebbero dato il via libera alla proposta di copertura mediante l'utilizzo delle riserve di patrimonio netto (70, 3 milioni), la riduzione del capitale sociale (20 milioni) e l'utilizzo parziale della riserva sovrapprezzo azioni (5,1 milioni). L'indicazione dell'autorità garante è arrivata il 12 ottobre ed è stata esaminata in seduta straordinaria dal consiglio di amministrazione della Juventus il giorno precedente all'assemblea degli azionisti. Secondo le informazioni al momento disponibili, la Guardia di Finanza tornerà stamane nella sede della società bianconera per continuare gli accertamenti. ___ Lo stadio della Juventus ora mette paura ai pm Tre indagati per la fornitura di acciaio "non conforme". Ipotesi teorica di reato: pericolo di crollo colposo. Il club bianconero parte lesa. La Prefettura: è agibile, si gioca di ROBERTO GIUSTI (Il Giornale.it 21-10-2011) Torino L'ipotesi di reato mette i brividi: pericolo di crollo colposo. A finire sotto inchiesta è il nuovo stadio della Juventus inaugurato lo scorso 8 settembre, ma la Juve in questa vicenda non è chiamata in causa come indagata, bensì è parte lesa. Il problema è legato a delle forniture di acciaio «non conformi» alle norme che potrebbe avere, in linea teorica, effetti potenzialmente negativi. Si tratta comunque di materiale certificato Ce che è stato sottoposto, in fase di costruzione e collaudo, a tutte le procedure necessarie. E così, dopo una giornata convulsa, e una riunione in prefettura cui partecipano il presidente della Juve, Andrea Agnelli, il sindaco di Torino, Piero Fassino, e il prefetto Alberto Di Pace, viene partorita una nota in cui si afferma che «le partite programmate allo stadio avranno regolare svolgimento». La Juve non ha dubbi e ribadisce «la propria certezza sull'assoluta sicurezza strutturale dello stadio, ne ha fornito documentazione, ed è fiduciosa che tale circostanza emergerà anche dall'inchiesta della magistratura». A occuparsi dell'indagine - sfociata in diverse perquisizioni in Piemonte, Veneto e Friuli - sono il procuratore capo, Gian Carlo Caselli, e i pubblici ministeri Andrea Beconi, Raffaele Guariniello e Gabriella Viglione. Tre i reati ipotizzati: «delitto colposo di danno» in relazione al «crollo di costruzioni», falso ideologico e frode in commercio. Tre anche gli indagati: Giovanni Quirico, un dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Torino al quale è prontamente arrivata la solidarietà del sindaco Fassino («chiunque lo conosce non può avere dubbi sulla sua onestà e lealtà»), e gli ingegneri Francesco Ossola e Paolo Erbetta, collaudatore e direttore dei lavori. L'inchiesta della procura sullo «stadio all'inglese con l'anima italiana» riguarda una partita di acciaio utilizzata per costruire i pennoni della struttura, ovvero le fondamenta. Secondo i magistrati torinesi, il materiale non sarebbe del tutto conforme alle normative. Secondo il legale di Quirico (che è dirigente al Comune di Torino e che dal 2009, «grazie a un provvedimento emanato dalla Città di Torino, può esercitare l'attività di libero professionista»), l'avvocato Andrea Galasso, «quell'acciaio invece è perfettamente conforme alle norme dell'Unione europea ed è in regola con tutti i requisiti». Quirico - che ha chiesto di essere rapidamente interrogato «per rispondere a tutte le domande dei pm» - è indagato anche di falso ideologico (per la procura non avrebbe effettuato bene i controlli) e di frode in commercio. «Ma non è stato il mio assistito - spiega Galasso - a scegliere la ditta che fornisce l'acciaio. Quello non era un suo compito». ___ Juve, stadio sotto inchiesta "Ma domani si giocherà" I pm indagano sulla sicurezza: "Pericolo teorico di crollo" di FEDERICA CRAVERO & EMANUELE GAMBA (la Repubblica 21-1-2011) TORINO Il nuovo stadio della Juventus è sotto inchiesta. La procura di Torino ha aperto un´indagine e spedito tre avvisi di garanzia per diverse ipotesi di reato, tra le quali quelle di pericolo teorico di crollo colposo e di falso ideologico. Si sta lavorando, in particolare, su una fornitura di acciaio non conforme, e che dunque metterebbe in dubbio la sicurezza dell´impianto. I pm non hanno comunque ritenuto di sequestrare lo stadio, che resta aperto e agibile e che domani sera ospiterà regolarmente l´anticipo Juventus-Genoa. L´agibilità è stata confermata in serata dopo un vertice negli uffici del prefetto, cui hanno partecipato anche il sindaco Fassino, l´assessore Gallo, il presidente bianconero Agnelli e l´ad Marotta. «La Juventus», è scritto in una nota di Palazzo civico, «ha dichiarato di essere assolutamente certa della solidità statica dell´impianto sportivo e ha fornito documentazione certificata sulla sicurezza strutturale dello stadio e sulla realizzazione degli interventi integrativi prescritti in sede di collaudo. Le partite programmate allo stadio avranno quindi regolare svolgimento». Il Comune manterrà in ogni caso «un´attività di monitoraggio fino al termine dell´inchiesta della magistratura». Lo Juventus Stadium è stato collaudato l´8 agosto e ha ricevuto l´agibilità il 2 settembre: è su queste due date che si concentra l´attenzione della magistratura. Le parti in causa sarebbero principalmente i due pennoni d´acciaio che sorreggono la copertura. La Juve, che in questa fase dell´inchiesta risulta parte lesa, ha ribadito «la propria certezza sull´assoluta sicurezza strutturale dello stadio ed è fiduciosa che tale circostanza emergerà anche dall´inchiesta della magistratura». Questa è l´ufficialità. Ma il fatto che nel pool di magistrati che lavora all´indagine ci sia anche (con il procuratore capo Caselli e i pm Viglione e Beconi) Raffaele Guariniello, che già accusò la Juve di doping portandola a processo, ha procurato diverse fibrillazioni negli uffici di corso Galileo Ferraris. Che ieri erano affollatissimi: oltre alla polizia giudiziaria, infatti, sono stati battuti anche dagli ispettori della Guardia di Finanza che, su incarico della Consob, hanno acquisito materiale relativo a bilanci, delibere, aumenti di capitale e altra documentazione finanziaria. Pare che i finanzieri torneranno in sede anche oggi. Per quanto riguarda lo stadio, gli indagati sono tre: si tratta degli ingegneri Francesco Ossola e Paolo Erbetta (direttori dei lavori) e di Giovanni Quirico, dirigente dell´ufficio tecnico del Comune e collaudatore dell´impianto. «Interrogatemi subito, perché voglio chiarire che è tutto in regola», ha detto quest´ultimo. «Non solo l´acciaio aveva la certificazione Ue ma abbiamo anche effettuato ulteriori test di laboratorio». Una quarta persona ancora da identificare è invece accusata di frode in commercio. L´operazione della procura è scattata ieri alle sei del mattino con le perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici dei tre indagati, ma anche la sede della Juventus è stata visitata dagli uomini della polizia giudiziaria, così come gli uffici della Consfer (l´azienda che nella costruzione dello stadio si è occupata delle parti in acciaio) e di uno stabilimento del gruppo Marcegaglia. Buona parte del metallo impiegato nell´ex Delle Alpi è stato infatti fornito dalle aziende che fanno capo alla presidente di Confindustria. ___ Stadio Juve, la difesa del Comune: tutto ok E il sindaco difende il dirigente indagato: nessun dubbio sulla sua lealtà di FEDERICA CRAVERO (la Repubblica - Torino 21-1-2011) Era ancora buio, ieri mattina, quando gli uomini della polizia giudiziaria della procura di Torino si sono presentati alla porta di casa e poi dell´ufficio di Giovanni Battista Quirico, 63 anni, dirigente del Comune e collaudatore dello Juventus Stadium, con in mano un decreto di perquisizione. «Ho consegnato io tutto il materiale cartaceo e il computer, ho indicato io dove fosse la pratica dello stadio - ha detto Quirico attraverso il suo legale, Andrea Galasso - Sono amareggiato ma non ho niente da nascondere: ho piena fiducia nella magistratura e spero di essere interrogato il più presto possibile per chiarire ogni cosa». Da quel momento la giornata si è sviluppata in un turbinio di accuse, difese e preoccupazioni sulla solidità del nuovo impianto sportivo, concluso con un vertice in prefettura in cui la società bianconera ha confermato la stabilità dell´impianto e si è assunta la responsabilità perché non venga interrotto il calendario calcistico nel nuovo stadio. Ciononostante il Comune manterrà un costante monitoraggio fino alla conclusione delle indagini della magistratura. Anche gli altri due indagati si uniscono a Quirico nella difesa del loro operato. «È stato sollevato un polverone per un´accusa inconsistente, questa è una questione che si risolverà in fretta nelle sedi opportune», ha chiosato Francesco Ossola, direttore dei lavori, assistito dall´avvocato Giampaolo Zancan. Sbigottito anche un altro ingegnere che aveva avuto la supervisione del progetto, Paolo Erbetta, che si era messo in luce per diverse opere olimpiche, tra cui la pista di bob, ora assistito dall´avvocato Fernando Santoni De Sio: «Sono caduto dalle nuvole quando ho letto il decreto di perquisizione». Decreto che spiega quale sia l´oggetto dell´indagine: «Ipotizzata fornitura di acciai non conformi e conseguenti eventuali ripercussioni nelle varie fasi operative, di collaudo, certificative». In particolare nel mirino degli investigatori ci sarebbe l´acciaio utilizzato per la costruzione dei piloni e della copertura dello stadio. Parole che fanno sobbalzare sulla sedia, presupponendo il rischio che il gioiello del calcio italiano, come era stato definito lo Juventus Stadium, non solo non fosse sicuro, ma rischiasse addirittura di crollare. «Neghiamo qualunque addebito - incalza l´avvocato Galasso - In particolare sulla conformità del materiale il mio assistito dimostrerà non solo di aver verificato che sull´acciaio impiegato ci fosse il marchio Ce, ma anche di averne testato la solidità attraverso esami di laboratorio ad hoc». Il sindaco Piero Fassino ha espresso la massima solidarietà al dirigente comunale: «Chiunque conosca l´ingegner Quirico non può avere dubbi sulla sua onestà e lealtà e sono fiducioso che l´accertamento dei fatti dimostrerà la sua assoluta correttezza anche in questa vicenda». Pronto a collaborare con la magistratura anche Mauro Scaramuzza, 52 anni, presidente della Consfer, consorzio che, all´interno della società temporanea d´impresa guidata da Imprese Rosso e da Gilardi, si occupava del montaggio delle parti di acciaio. Acciaio peraltro acquistato in buona parte dalla società Marcegaglia: «Il collaudo era andato anche meglio del previsto - ha affermato - Se il materiale non fosse stato di qualità i test di sicurezza non avrebbero dato risultati positivi». ___ Dopo il caso Del Piero, un secondo choc per i fan: tranquillizzati dal fatto che la società sia parta lesa Sul web la rabbia e l´ironia dei tifosi "Adesso si sono inventati acciaiopoli" di STEFANO PAROLA (la Repubblica - Torino 21-10-2011) La notizia comincia a fare il giro dei forum bianconeri presenti sul web attorno alle 15: «C´è un´inchiesta sullo stadio della Juve». Dopo lo choc per il pensionamento di Del Piero annunciato dal presidente Agnelli, il popolo juventino si trova a fronteggiare un nuovo incubo: lo stadio, quell´impianto che a parte i quattro tiranti che ingombrano la vista nei vari angoli è pur sempre «un gioiello», potrebbe non essere sicuro. Poi però arriva un primo sospiro di sollievo: «La società è parte lesa». Ma in una manciata di minuti internet diventa un turbinio di frasi ricche di preoccupazioni. E di sarcasmo. C´è infatti chi impiega poco a battezzare l´inchiesta della procura una «Acciaiopoli». E a riversare ironicamente la colpa sulle squadre rivali: «Pare che l´acciaio sia di Milano. Hanno paura che sia di cartone», commenta "DelPiedved" su tifosibianconeri.com. E su ******************** si assiste a una discussione tra vecchie glorie: «Non è che ce lo fanno smontare», si chiede l´utente Ian Rush. E Rui Barros gli risponde: «No, ce lo revocano e lo danno ai prescritti». Louconsiglio insinua: «Non mi meraviglierei ci fosse lo zampino di qualche nerazzurro». Poi le notizie si fanno sempre più dettagliate, spuntano i nomi degli indagati, si parla di «crollo colposo». E i timori aumentano. Su forum Juventus1897 Davide_il_giullare è preoccupato: «Mamma mia, spero che il primo stadio di proprietà in Italia non diventi una burla per tutto il mondo». Su Vecchia.Signora.com Pandabianconero sceglie la via della razionalità: «Va bene che siamo il Paese che siamo ma francamente mettere a rischio tante persone ed essere sbattuti in galera mi pare possa bastare per pensare che lo stadio sia sicuro. Che poi magari i materiali non siano dei migliori in assoluto può essere, ma non penso si arrivi a mettere su una struttura di questo genere del materiale fatiscente». Fino a quando non giunge la notizia liberatoria: «Lo stadio è agibile, si gioca». E nei forum juventini è un trionfo di cospirazionismo. "Curiosity" si sfoga: «Te pareva che si inventavano qualcosa per toglierci lo stadio. Ma io dico, con tutti i baracconi non a norma che ci sono in Italia proprio uno stadio nuovo di zecca dovevano indagare?». "Juve_Ovunque" se la prende con la magistratura: «Ma indagate dove c´è ne bisogno…». Peppe79 è durissimo: «Troppi "tutto eaurito" cominciano a dare fastidio. Comunque se il materiale era farlocco, non avrebbe preso lontanamente mai l´agibilità. Credo sia più una questione burocratica». E infine annuncia: «Non vedo l´ora di entrarci in quel gioiello pericolante». ___ LE IPOTESI DI REATO: FALSO IDEOLOGICO, FRODE IN COMMERCIO E PERICOLO DI CROLLO VIA LIBERA Inchiesta dei pm sull'acciaio del nuovo stadio Juve parte lesa. Col Genoa agibilità confermata di CLAUDIO LAUGERI & MASSIMILIANO NEROZZI (La Stampa 21-10-2011) TORINO La sfida con il Genoa, domani, «si gioca allo Juventus Stadium», annuncia alle otto della sera la pagina web bianconera, e per com'era filata la giornata non è proprio banale dettaglio. Il club, pur parte lesa, s'era infatti svegliato con i carabinieri ad acquisire documenti in sede e la brutta sorpresa di un'inchiesta della Procura di Torino per «delitto colposo di danno» in relazione al «crollo di costruzioni», falso ideologico e frode in commercio. Al centro degli accertamenti, che vedono tre persone indagate, ci sarebbero alcune forniture di acciaio «non conformi» che potrebbero avere, in linea teorica, effetti potenzialmente negativi. Si tratterebbe comunque di materiale certificato e sottoposto, in fase di costruzione e collaudo, a tutte le procedure necessarie. Dev'essere per questo, che alla fine di un vertice di un paio d'ore in Prefettura, cui hanno partecipato il presidente Andrea Agnelli e il sindaco Piero Fassino, la Juve ha tranquillizzato tutti: «Si ribadisce l'assoluta sicurezza strutturale dello stadio». In caso contrario, come responsabile della salute pubblica, Fassino non avrebbe potuto permettere lo svolgimento della partita. L'amministrazione, in una nota, ha invece comunicato di aver ricevuto adeguate garanzie: «La Juventus ha dichiarato di essere assolutamente certa della solidità statica dell'impianto sportivo, e a richiesta del Comune di Torino, ha fornito la documentazione certificata sulla sicurezza strutturale dello stadio e sulla realizzazione degli interventi integrativi prescritti in sede di collaudo». Dunque, «le partite programmate allo stadio avranno regolare svolgimento». Nel frattempo, si vigilerà, comunque: «Il Comune, a scopo cautelativo, manterrà in ogni caso un'attività di monitoraggio fino al termine dell'inchiesta della magistratura». Che dovrà chiarire diverse cose. Gli avvisi di garanzia sono stati notificati a Giambattista Quirico, un dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Torino, e agli ingegneri Francesco Ossola e Paolo Erbetta. Il primo sarebbe chiamato in causa come collaudatore, i secondi come direttori dei lavori. Quirico «chiederà di essere immediatamente interrogato dalla magistratura inquirente, nella quale conserva piena fiducia», hanno detto i suoi legali, Andrea e Michele Galasso. Il dirigente vuole «rispondere a tutte le domande che i pm volessero porgli al fine di offrire tutti i chiarimenti del caso e dimostrare in modo irrefutabile, con solidi elementi fattuali, la legittimità e la correttezza della sua condotta quale collaudatore dello Juventus Stadium». Parte dell'acciaio usato per la costruzione dell'impianto, e denominato «lamiera da treno», è stato consegnato dallo stabilimento Marcegaglia di San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, dove pure si sono recati i carabinieri. «Noi abbiamo fornito ciò che ci è stato ordinato - ha precisato l'azienda - e non siamo gli unici ad aver fornito l'acciaio alla Juventus». Secondo fonti legali, l'inchiesta avrebbe ad oggetto anche differenze di "qualità" tra l'acciaio previsto nella progettazione e quello effettivamente usato: si spiegherebbe così l'ipotesi di reato di frode in commercio. I magistrati che si occupano dell'indagine sono il procuratore capo, Gian Carlo Caselli, l'aggiunto Raffaele Guariniello e i sostituti Andrea Beconi e Gabriella Viglione. Dell'inchiesta, la Juve ha saputo quando i militari del nucleo di polizia giudiziaria si sono presentati di buon mattino negli uffici di corso Galileo Ferraris 32. Da lì in poi, sono iniziati i contatti tra la società e l'amministrazione comunale, con tre incontri, l'ultimo, decisivo, in serata, quando in Prefettura sono stati avvistati anche i legali bianconeri, Luigi Chiappero e Michele Briamonte, che è anche membro del cda del club. L'ansia è terminata quando la Juve ha consegnato gli atti richiesti e incassato il conseguente ok del Comune: «La Juventus - ha spiegato una nota - ribadisce la propria certezza sull'assoluta sicurezza strutturale dello stadio, ne ha fornito documentazione, ed è fiduciosa che tale circostanza emergerà anche dall'inchiesta della magistratura. Nel confermare il regolare svolgimento delle partite, Juventus ringrazia il prefetto e il sindaco per l'efficace e tempestiva collaborazione odierna». ___ STADIO SOTTO INCHIESTA RISCHIATA LA CHIUSURA La Procura indaga ma domani si gioca Guariniello: dubbi sullo stadio. Il Prefetto dà l'agibilità Nel mirino dei pm la conformità dell'acciaio. La riunione con il sindaco e Agnelli dà il via libera. Consob: ispezione in sede di ELVIRA ERBI' & GUIDO VACIAGO (Tuttosport 21-1-2011) TORINO. Quel pomeriggio di un giorno da... stadio. Sì, il meraviglioso stadio della Juve che rischia la chiusura - l'allarme c'è e per osmosi dilaga - e che, al termine di una riunione in Prefettura, all'imbrunire ritrova la «confermata solidità strutturale ». Quindi, resta la normale attività nell'impianto, in primis la gara di domani sera con il Genoa. Passata la paura, per la società, per i tifosi, per gli appassionati in genere. Anche se in fondo arriva la notizia dell'ispezione della Finanza in sede, a suggellare un giovedì quantomeno anomalo. L'INIZIO Tutto nasce da un'inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Torino sulla costruzione dell'impianto partita circa due mesi fa (dopo il collaudo dell'8 agosto e del 4 settembre), inchiesta che porta la firma del procuratore capo, Gian Carlo Caselli, e dei pubblici ministeri Andrea Beconi, Raffaele Guariniello (che sembra abbia avviato l'inchiesta) e Gabriella Viglione. Con tanto di ipotesi di reato da far tremare i polsi, o i cuori, o la testa dei dirigenti. «Pericolo di crollo colposo»: per una fornitura di acciaio (l'azienda è la Cosfer, che è sicura della bontà dei materiali) non conforme alle norme. Il tutto, ovviamente, in modo "teorico". Il tutto, nei fatti, sfociato ieri in alcune perquisizioni portate avanti dalla Polizia giudiziaria: quattro in provincia di Torino, una in provincia di Padova e una in provincia di Udine, in locali di professionisti e imprese. INFORMATI La Juve, che compare come parte lesa, e il Comune vengono informati in tarda mattinata: la Procura, infatti, fornisce un riassunto dell'indagine. E un avviso di garanzia viene consegnato a Giovanni Quirico, dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Torino. Il quale, assistito dagli avvocati Michele e Andrea Galasso, si premura in tempi record di presentare le carte che certificano la correttezza dei lavori. Nella riunione che alle 18. 30, in Prefettura la Juventus ha prodotto quelle stesse carte, insieme alle certificazioni e al collaudo oltre a 150 pagine di relazione dell'ex direttore dei lavori Ossola proprio sull'argomento "acciai". Davanti al Prefetto Alberto Di Pace si presentano con ovvia urgenza il sindaco di Torino Piero Fassino, il presidente bianconero Andrea Agnelli, gli avvocati Michele Briamonte e Luigi Chiappero, l'assessore allo sport Stefano Gallo e altri addetti ai lavori. VIA LIBERA Al termine, dopo circa un'ora e mezza di accurata analisi dei documenti, è proprio Di Pace a dare l'ok affinché lo stadio continui la sua attività. «La sicurezza è garantita», la sintesi. Poi, com'è naturale che sia, l'indagine andrà avanti. «Restiamo attenti e monitoriamo», assicurano in Prefettura, dove viene richiesta, tra l'altro, una contro perizia per capire se davvero c'è stata massima correttezza da ogni punto di vista. Tornando all'oggetto del contendere, infatti, i reati ipotizzati sono tre: il "delitto colposo di danno" in relazione al "crollo di costruzioni", il falso ideologico e la frode in commercio. Sotto accusa sarebbero le forniture di acciaio «non conformi» alle norme. Problema che potrebbe avere, in linea teorica, effetti potenzialmente negativi. Secondo la documentazione juventina il materiale è invece a norma e certificato Ce: in fase di costruzione e collaudo, peraltro, ha superato ogni test. Gli altri indagati, gli ingegneri Francesco Ossola e Paolo Erbetta, sono finiti nel calderone proprio per il loro ruolo di direttori dei lavori. Quirico ha pure chiesto di essere rapidamente interrogato proprio per la sicurezza che nutre sul suo operato. La stessa Juve ribatte, punto su punto, che non è vero ci siano state mancanze e superficialità. Analisi e certificazioni sono state scrupolose, ripetute. «La conformità è acclarata», senza dubbio alcuno. Sulla sicurezza delle persone non si scherza. Si gioca solo sul campo: domani sera ore 20, 45, contro il Genoa, per mantenere la leadership del campionato. Dopo aver tremato. FINANZA Ma che fosse un giorno particolare, per la Juve, lo si capisce apprendendo che militari della Guardia di Finanza, su incarico della Consob, hanno acquisito documenti nella sede. Si tratta di materiale relativo a bilanci, delibere, aumenti di capitale e altra documentazione finanziaria. Probabilmente il tutto va ricondotto alla richiesta la scorsa settimana - di chiarimenti da parte della Consob (l'organo che tutela gli investitori, e la Juve è quotata in Borsa) sulla tempistica delle procedure per la ricapitalizzazione da 120 milioni con particolare attenzione all'azzeramento del capitale. Un'opzione, quest'ultima, che infatti è stata scartata. Niente annulamento delle vecchie azioni e aumento di capitale in stile "classico". L'ispezione Consob, comunque, dovrebbe proseguire nei prossimi giorni. ___ STADIO SOTTO INCHIESTA LE REAZIONI «Nessun rischio lo stadio è in regola» La Juve e il Comune: «Tutti i collaudi sono a posto» L'assessore Gallo: «Chi va alla partita può stare tranquillo, c'è la massima sicurezza». La rabbia nella sede bianconera di GUIDO VACIAGO & GIANNI LOVATO (Tuttosport 21-1-20111) TORINO. « Chi andrà allo stadio può stare assolutamente tranquillo. Non ci sono rischi di sorta». Stefano Gallo, assessore allo Sport del comune di Torino rassicura i tifosi e gli appassionati, rimasti appesi a sconcertanti dubbi nel corso del folle pomeriggio bianconero. Perifrasi leguleie come «ipotesi di crollo colposo » sono spaventose per chi, magari, ha programmato un sabato sera allo stadio per lo spettacolo di Juve-Genoa. E dopo la riunione dal Prefetto, dove nel tardo pomeriggio di ieri, si è stabilito l'agibilità dello stadio, tutti cercano di evitare che si diffonda un panico al momento ingiustificato. IN REGOLA E così Gallo, presente al summit, continua: « Dopo una serie di discussioni la Juventus ha dichiarato la completa solidità dell'impianto attraverso una certificazione comprovante l'effettuazione degli interventi integrativi specificati nel verbale di collaudo. Documentazione consegnata nel pomeriggio. A quel punto è stato deciso che sia il match di domani, sia quello di martedì si possano svolgere con regolarità. Ovviamente il comune deve tenere in considerazione l'informativa della Procura della Repubbblica e quindi moniterà la situazione ». IL TECNICO D'altra parte, la documentazione di cui parla Gallo è particolarmente ricca e rappresenta la certezza dietro a cui si difende Giovanni Quirico, dirigente dell'ufficio tecnico del Comune che ha collaudato l'impianto e ora si trova indagato: «Che mi interroghino subito», ha fatto sapere ieri attraverso il suo legale Andrea Galasso. «La documentazione è perfetta e trasparente. I collaudi sull'acciaio sono stati eseguitI con cura e protocolli anche più rigidi rispetto a quelli richiesti dalla legge», spiega il legale. L'ARCHITETTO Su Quirico e sui due direttori dei lavori indagati, per altro, garantisce anche il papà dello stadio, l'architetto Zavanella che lo ha progettato, intervenuto a Radio Manà: «Le tre persone indagate nell'ipotesi di reato sullo stadio della Juventus sono serissime. Io ho solo realizzato il progetto dello stadio, i lavori sono stati seguiti da altri. Mi ha sorpreso scoprire i nomi dei tre indagati, sono persone per bene e professionisti di altissimo profilo». LA SOCIETA' Anche la Juventus non ha dubbi sulla sicurezza del nuovo impianto e lo ha spiegato nel suo comunicato post riunione: «La Juventus conferma di essere informata di un'inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Torino nella quale la società è parte lesa. La Juventus ribadisce la propria certezza sull'assoluta sicurezza strutturale dello stadio, ne ha fornito documentazione, ed è fiduciosa che tale circostanza emergerà anche dall'inchiesta della magistratura». PARTE LESA Resta, tuttavia, un forte malumore nella sede bianconera dove non riescono a spiegarsi l'origine dell'indagine ( una denuncia? Un esposto? E di chi?), ma soprattutto temono gli effetti collaterali, nonostante le rassicurazioni del Comune e della Prefettura. Pare, infatti, che qualcuno dopo aver saputo dell'indagine voglia comunque rinunciare ad andare allo stadio. E in questo caso la Juventus si potrebbe davvero sentire parte lesa di questa inchiesta. ___ VOGLIA DI SAPERE di VITTORIO OREGGIA (Tuttosport 21-1-2011) Pericolo di crollo colposo non è solo l'ipotesi di reato formulata dalla Procura di Torino nell'inchiesta sul nuovo stadio della Juventus, è anche il fendente assestato con un piccone (però spuntato) al simbolo della risurrezione bianconera. Una strana e triste faccenda di forniture d'acciaio - pare - non conformi alle norme, come se i pennoni tricolori fossero grissini, la copertura di marzapane, le anime del cemento armato stringhe da scarpa. Come se, appunto, come se. Per carità, la sicurezza viene prima di tutto, dei simboli e del tempio, della passione e delle emozioni, del calcio e dei suoi derivati. Indagare è lecito ed è altrettanto lecito tirare un sospiro di sollievo nel sapere che, dopo un vertice serale in Prefettura, non ci saranno i sigilli, il sequestro, la rabbia di un esilio forzato. Ecco, signore e signori, domani si gioca. Giocano - in assoluta tranquillità - la Juventus contro il Genoa: e vinca il migliore, ovvio. . . La domanda che sorge spontanea è sapere chi ha innescato l'inchiesta e sulla base di quale convincimento o di quale ragionamento (e lo stesso si può dire per la nuova visitina della Consob alla società); la conseguenza immediata è stata - oltre agli sfottò dell'altra Torino e di qualche milione di antijuventini - una paura psicotica durata perfortuna un pomeriggio, perchè è assolutamente umano reagire a una brutta notizia con una sorta di riflesso condizionato: altro che esaurito e se poi mi cade il soffitto sulla testa? Niente di tutto questo, malgrado le indagini continuino attraverso una indispensabile opera periziale, con la Juventus parte lesa, elementare Watson, dal momento che proprio sullo stadio si sono innestati i discorsi futuristi e ottimisti degli ultimi mesi. Di stadio, tra l'altro, aveva parlato proprio Andrea Agnelli l'altro giorno, nella relazione introduttiva agli azionisti, scatenando la querelle Del Piero, casa di campioni e slot machine perintroiti sette giorni su sette. Di acciao, per adesso, ci sono i nervi. Della dirigenza e della tifoseria juventina, degli abbonati e di coloro i quali si sono affrettati a bruciare i tagliandi non solo per la sfida con il Genoa ma pure per quella di martedì prossimo con la Fiorentina. In fondo, mai come questa volta the show must go on, lo spettacolo deve andare avanti. Seduti in poltroncina. . . ___ Indagine sul nuovo Juventus Stadium Reato di crollo colposo I bianconeri parte lesa: sotto inchiesta una ditta che produce l'acciaio utilizzato anche nell'impianto. Che resta agibile di FELICE DIOTALLEVI (l'Unità 21-10-2011) TORINO La procura di Torino ha aperto un'inchiesta sul nuovo stadio della Juventus. Ieri mattina la polizia giudiziaria si è recata presso la società torinese in corso Galileo Ferraris per acquisire documenti e materiale tecnico utile per le indagini. Va specificato che la Juventus è parte lesa: al centro dell'indagine della magistratura ci sarebbe - infatti - un'azienda che produce acciaio e materiali per infrastrutture, gli stessi usati per l'edificazione del bellissimo Juventus Stadium, inaugurato meno di due mesi fa. L'inchiesta su questa società è partita tempo fa da Venezia, e sarebbe stato proprio il club bianconero a presentare la denuncia. L'attività nel nuovo stadio comunque proseguirà. La decisione è stata presa al termine di un vertice in Prefettura durante il quale è stata confermata la solidità strutturale dello stadio. Al vertice hanno partecipato il presidente della Juve, Andrea Agnelli, il sindaco di Torino, Piero Fassino, e il prefetto, Alberto Di Pace. L'inchiesta condotta dal pm Gabriella Viglione riguarda la fornitura di acciaio non conforme alle norme. La principale ipotesi di reato, per ora solo teorica, formulata dalla Procura di Torino, è quella di "delitto colposo di danno" in relazione al "crollo di costruzioni", cui vanno aggiunti il falso ideologico e la frode in commercio. Gli indagati sono tre. Si tratta di tecnici che si sono occupati a vario titolo della costruzione del complesso: un avviso di garanzia è stato consegnato a Giovanni Quirico, un dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Torino, e agli ingegneri Francesco Ossola e Paolo Erbetta. Il primo è chiamato in causa come collaudatore, i secondi come direttori dei lavori. Su mandato della procura torinese, la polizia giudiziaria sta facendo quattro perquisizioni in provincia di Torino, una inprovincia di Padova e una in provincia di Udine, in locali di professionisti e imprese che hanno lavorato per la realizzazione dell'impianto nato sulle ceneri del vecchio Delle Alpi. Lo Juventus Stadium è attualmente l'unico stadio della Serie A di proprietà del proprio club. È stato inaugurato l'8 settembre scorso ed è nato dalle ceneri del Delle Alpi, lo stadio costruito per i Mondiali del 1990 e demolito tre anni fa, dopo che il Comune lo aveva concesso alla società per 98 anni. È anche il primo impianto della SerieAanon prevedere barriere architettoniche per dividere le tifoserie, epuò contenere 41 mila spettatori. Ilnome definitivo verrà legato a quello diunosponsor, la cui ricerca è commissionata ad una società terza: per contratto, nonpotrà essere una "marca" concorrenziale allo sponsor tecnico della Juventus (Nike) né alla Fiat. ___ La procura di Torino indaga «Pericolo di crollo colposo» Lo stadio Juve è già fatiscente di FABIO RUBINI (Libero 21-10-2011) TORINO Diciamolo subito e togliamoci il pensiero: nella storia che stiamo per raccontare la società Juventus è parte lesa. Di più, secondo indiscrezioni sarebbero stati propRio i bianconeri a sollevare il problema con una bella denuncia. Fatta la premessa veniamo al sodo: il bellissimo e avveniristico stadio che la Juve ha inaugurato in pompa magna solo l'8 settembre rischia di crollare. Secondo quanto trapela dalle indagini condotte dalla procura di Torino ci sarebbero state delle irregolarità nelle forniture di acciaio. In pratica si teme che la qualità di materiale usato per erigere lo stadio, sia di qualità inferiore agli standard richiesti. Ieri mattina gli inquirenti si sono presentati nella sede della Juve in via Galileo Ferraris a Torino e hanno acquisito tutta la documentazione relativa alla costruzione dello stadio. La principale ipotesi di reato, per ora solo teorica, formulata dalla Procura di Torino, è quella di crollo colposo. E ci sono già i primi indagati: tre per l'esattezza. Gli avvisi di garanzia, per ora, sono stati consegnati a Giovanni Quirico, dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Torino, che ha immediatamente chiesto di essere interrogato; e agli ingegneri Francesco Ossola e Paolo Erbetta. Il primo, secondo quanto si è appreso, è chiamato in causa come collaudatore, gli altri due come direttori dei lavori. Sempre ieri la procura torinese ha ordinato una serie di perquisizioni che la polizia giudiziaria ha effettuato in provincia di Torino, Padova e Udine. E in serata prima è arrivato l'ok della Prefettura sull'agibilità e poi il comunicato della Juve che si è detta «sicura dell'assoluta sicurezza dello stadio». -
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Competenza: il Tnas decide il 3 novembre di ALVARO MORETTI (Tuttosport 21-1-2011) ROMA. Non solo carte: la questione sulla competenza contestata del Tnas sull -
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CALCIOPOLI Moggi, ultima mazzata alle accuse Mentre l'Alta Corte decide sulla radiazione, spunta un'altra telefonata che smonta il reato associativo di ALVARO MORETTI (Tuttosport 21-10-2011) ROMA. I quattro giudici dell'Alta Corte presso il Coni sono ancora in camera di consiglio: la questione delle radiazioni di Luciano Moggi, di Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini -
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GIUSTIZIA SPORTIVA, SE LA CONOSCI LA EVITI dal blog "Filo spinato" di Alvaro Moretti (Tuttosport.com 20-10-2011) In questi giorni sta crescendo sui media europei, anche italiani, lo spazio dedicato al caso Sion. Il club svizzero ha osato opporsi al diktat della Fifa, che aveva squalificato la squadra del Cantone Vallese al divieto di acquisto, schierando in Europa League 6 calciatori ingaggiati alla faccia del decreto di Blatter. Escluso dall'Uefa dall'Europa League (avrebbe giocato nel girone dell'Udinese al posto del Celtic sconfitto nel preliminare), il Sion ha impugnato al tribunale ordinario del cantone Vaud, quello di Nyon dove ha sede la federazione europea. Ha vinto: dovete reintegrare il Sion, ordina il giudice. Alla Fifa che aveva cominciato lo scontro nel lontano 2008 non minacciano, per -
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Coni.it 20/10/2011 TNAS: Juventus F.C. SpA/FIGC e F.C. Internazionale Milano SpA, il 3 novembre udienza sulla competenza del Tribunale Il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport, in riferimento alla controversia Juventus F.C. SpA / Federazione Italiana Giuoco Calcio e F. C. Internazionale Milano SpA, avente a oggetto l'atto del Consiglio Federale del 18 luglio 2011 di rigetto dell'istanza di revoca dell'assegnazione dello scudetto stagione sportiva 2005/2006, comunica che il Collegio arbitrale, riunitosi oggi, con propria ordinanza e riservato ogni altro provvedimento: lette le memorie depositate dalle parti in data 18 ottobre 2011; visto, in particolare, l -
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GLI SVIZZERI PREMONO: IL PM DI VAUD ASCOLTA PLATINI Il Sion: -
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