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Maidomi

Tifoso Juventus
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  1. Non mi stupisce: la rivalità con i cagata la sentiamo di più noi che abbiamo visto per almeno una decina d'anni un avversario di tutto rispetto e una tifoseria con i fiocchi. Per un ventenne/trentenne anche di Torino i cagata sono equivalenti all'Atalanta e al Brescia per cui non può provare alcuna rivalità: indifferenza nel migliore dei casi, se non compassione....
  2. Sottolineo che hanno volutamente aggiunto "bianconero", dopo gli ultimi anni in cui per motivi vari lo si vedeva in giro completamente bardato con i colori granata. Un doppio segno di rispetto fatto da Uomini con la U maiuscola cui va il mio sincero ringraziamento. Ci sono ultras da tastiera come tanti di quelli di toronews che perchiuliamo quotidianamente e ultras veri che possono tifare una squadra diversa dalla nostra ma meritano il massimo rispetto.
  3. Nessuna delle due, riprova... Eh eh Vediamo invece se adesso la foto è più grande rispetto al francobollo di prima
  4. Diciamola così: quando sono nato l'allenatore della Juve era Carletto Parola....
  5. Oggi mi astengo da commenti negativi. Veramente grazie a chi ha preparato lo striscione.
  6. Tra i gli esponenti dei Fedayn e dei Figthters c'era una forte amicizia a fine anni 70, poi proseguita tra Fedayn e Drughi Roma. La partita cui fai riferimento aveva avuto il divieto ai romani di venire a Torino per ordine pubblico e i Drughi in segno di amicizia e rispetto esposero lo striscione dei Fedayn. Chi tra gli ultras romani ci odiava erano i Boys che a Torino nella partita famosa der go de Turone fecero gli infami contro persone normali che andavano tranquillamente alla partita. Da li fine amicizia tra le tifoserie ma ancora grande amicizia a livello personale con i capi dei Fedayn.
  7. E per ritornare all'argomento che mi ha veramente rattristato, ecco per i giovani una foto di Jackyll in curva negli anni ruggenti. Erano gli albori del tifo ultrà della Juve, tanto per ricordare ai più giovani tempi in cui in un derby di metà anni 70 ad un gruppo di allora ragazzini in balaustra che iniziò ad intonare il coro Toro Toro vaffanchiulo, il capo della Fossa (Nino S.) si avvicinò per farci smettere "Smettetela altrimenti quelli là vengono qui e ci fanno un chiulo cosi'"... (Ti ricordi Alex Michel ? Altri tempi... Pensarci adesso fa ridire).
  8. E soprattutto scusarsi di insozzare il nome della nostra città. Sono una mutazione genetica che con Torino e il Piemonte non ha nulla a che fare. Sono una razza a parte di piagnoni, vittimisti, pieni di odio e invidia : l'antitesi di Torino e del Piemonte in genere.
  9. Adesso che ho visto perdemmo 2-3... Nella testa evidentemente anche io pensavo che Pietro giocasse ancora per noi e che avessimo vinto noi 3-2.....
  10. A memoria segnò un solo goal (e vincemmo lo stesso), ma quando ho tempo controllo in rete.
  11. Sono d'accordo con te. Penso però che il caso Anastasi sia unico... Se ti ricordi Anastasi fece il suo centesimo goal al Comunale quando vestiva la maglia dell'Ascoli. Segnò sotto la maratona e l'intero stadio esplose in un boato come se avesse segnato per noi (era un idolo indipendetemente dalla maglia che vestiva) e lui completamente stranito si mise a correre a destra e a manca (e sono sicuro che in quel momento pensava di avere segnato PER noi e non contro di noi) come una mosca impazzita salutando la folla che lo applaudiva. Uno juventino vero, cosa che nessuno ha mai messo in discussione.
  12. Ricevuto l'Ok da parte del grande Beppe (che abbraccio) Scrivere a volte mi fa tremendamente inca**are, perché quando utilizzi parole sincere a ricordo di chi non c'è più, finisci col cadere nel poetico e la gente a volte pensa che ti pavoneggi. Pazienza se ciò sarà il pensiero di alcuni, confido nella volontà di molti di unirsi con me a ricordo del defunto. Un ricordo amaro, che mi rimanda con la mente ai giorni della mia giovinezza, a quelle prime volte in cui mi affacciai timidamente in Curva Filadelfia. Prima ancora di far ingresso su quelle gradinate, un accanito tifoso juventino già lo conoscevo, seppure per sentito dire, un certo Jacky. Certo quando lo vidi, con quella maglia nera della Fossa che avvolgeva la sua corazza muscolosa, ebbi la percezione di trovarmi di fronte ad un individuo di quelli da tenere lontano, inavvicinabile. Mi sono ricreduto negli anni successivi, in cui conobbi dietro quel volto all'apparenza truce, un uomo che riconoscendo l'amico, il fratello di gradinata, non esitò mai a correre in suo aiuto, a trattarlo con il rispetto dovuto a chi condivise con lui eguali passioni e, forse, anche l'asprezza della vita. Nella vita non tutti nascono scienziati, tanto meno fotomodelli. Jacky la vita se la a sudò, con quel poco con che madre natura e il buon Dio decise di dargli. La popolarità che lo circondava se la conquistò, non solo per il suo essere 'unico', particolare, ma anche per il suo modo inconfondibile di affrontare la quotidianità, la vita, in maniera decisamente controcorrente. I più giovani non possono nemmeno immaginare la temerarietà con cui affrontò gli avversari in determinate circostanze. A volte, punzecchiato e irriso dai suoi stessi amici che sapevano che così facendo l'avrebbero spronato alla battaglia, molte volte attaccò da solo, con scene, nel bene e nel male, inenarrabili. Certo, la sua era una logica e filosofia di vita 'essenziale' basata sul paradigma 'amico-nemico', dove la Curva Filadelfia era la sua casa, quella famiglia che aspettava per lunghi giorni di poter riabbracciare la domenica o qualche sporadico mercoledì di Coppa. Poi, lentamente, anche per lui la giovinezza svanì, la ruota girò e il set gli venne meno, soppiantato da generazioni di nuovi giovani attori, molti dei quali lo vedevano come un 'reperto museale', un individuo bizzarro, la faccia di un tifo ormai desueto. La sua figura urlante con la mazza in mano che roteava con energica decisione sul tamburo, rimarrà nell'immaginario collettivo del tifo bianconero. Mi piange però il cuore se ricordo i due ultimi incontri che ebbi casualmente con lui. Era il 6 marzo 2013 (la data non è frutto di una memoria indefessa, ma della mano veloce che ha accarezzato la tastiera cercandola su Google), un paio d'ore prima dell'inizio di Juve-Celtic, gara degli ottavi di Champions League. Nei pressi dello stadio lo incontrai che vagava senza meta, capelli e barba lunga, bianchissima, tipica del look dei suoi ultimi anni. Mi salutò, mi abbracciò e mi baciò la nuca, come faceva sempre quando mi capitava di incontrarlo. Come ogni volta, dopo il bacio rituale rideva, contento di quel gesto infantile, ma che gli piaceva un sacco. E che accettavo perché era lui. La risata era grottesca, inconfondibile. Lo portai in un bar nelle vicinanze e gli diedi un panino e un cappuccino, se ben ricordo. Mi disse frasi sconnesse, a ricordo dei tempi che furono e poi a voce alta disse: 'la gente non sa quello che abbiamo passato!'. Con quella frase, all'apparenza casuale, ricordò più di dieci anni di tifo, rinvangò i tempi in cui essere della Juve voleva dire portarsi dietro l'odio di quasi tutta l'Italia, dei giorni in cui ogni trasferta era una battaglia e ad ogni battaglia a difesa della propria Fede si tornava a casa con dei feriti, al di là di averle prese o date. Quello era il mondo delle gradinate di allora, un mondo in cui un faccione come quello di Jacky non poteva nascondersi, passare inosservato. Vuoi l'incoscienza, vuoi la gioventù, vuoi che molti lo consideravano non del tutto finito, lui, infischiandosene delle considerazioni dei benpensanti, per lunghi anni ci fu e prese anche, in alcuni contesti, botte che avrebbero piegato un cammello. Le prese perché era Gobbo, perché era juventino. Lo sapeva e, con audacia, fierezza e vuoi anche un po' d'incoscienza, non si tirò indietro. L'ultima volta che lo vidi fu quella che mi fece più male. Non ricordo che partita fosse da poco finita allo Stadium, so solo che ritornando dove solitamente lascio lo scooter, vidi della gente che inveiva conto qualcuno. Guardai nella direzione di quel capannello di persone e riconobbi lui, Jacky, vestito con una maglia e un sciarpa del Toro che cercava di attraversare la strada, sebbene le persone glielo impedivano insultandolo. Mi misi tra lui e loro e lo portai, quasi trascinandolo, sul lato opposto della strada, invitandolo ad andarsene, chiedendogli il perché di quel gesto all'apparenza insulso. Non mi rispose, mi guardò con sguardo quasi assente, con gli occhi lucidi. Capii che qualcosa non stava girando per il verso giusto. La cosa che più mi addolorò fu di non capire se nella sua mente l'imdossare la maglia granata fosse una ripicca verso qualcuno di quei vecchi amici che, per lui dei fratelli, forse gli negarono un aiuto, o il gesto strafottente di qualche tifoso granata che barattò una sua richiesta di aiuto col patto che si fosse vestito di granata e fosse così andato in giro. Spero con franchezza non si tratti di questo, svilirebbe di molto quella mano, all'apparenza amica, ma dietro la quale si annida una serpe. Ma ciò che è stato è stato, ormai non c'è più tempo per rinvangare il passato e ritornare sui propri passi. Ci mancherai. Ti ricorderò sempre con quell' atteggiamento con cui ti ergevi fiero su quella balconata di via Filadelfia. Buon viaggio Jacky. Beppe Franzo e Quelli di Via Filadelfia
  13. Forse non mi sono spiegato bene: nessun ostacolo o codici di belligeranza. Soltanto che il post è in un gruppo di vecchi ultras (Fighters e Indians) con accesso ai soli iscritti e prima di postare una cosa non mia voglio chiedere il permesso all'autore se gli sta bene che il suo pensiero sia divulgato all'esterno del gruppo (cosa che ho fatto e sono in attesa di risposta).
  14. Ok, chiedo il permesso all'autore di postarlo qui. Sarebbe più semplice mettere il link, ma è un gruppo chiuso e solo gli iscritti possono entrare.
  15. per te che come me l'hai conosciuto niente di meglio che leggere il pezzo in suo ricordo scritto da Beppe F su Via Filadelfia 88. Se non sei iscritto te lo mando in via privata. Mi ha veramente commosso.
  16. Il soprannome iniziale era Jeckyll (non difficile immaginare perchè), poi col tempo evidentemente il nome si è un po' "ingentilito" trasformandosi in Jackie o qualcosa di simile.
  17. Confermo, purtroppo. La sorella ha dato la notizia su FB. Un abbraccio al vecchio guerriero della Filadelfia da tutti gli ex ragazzini di allora che ti hanno conosciuto e rispettato. Un pezzo della nostra storia del tifo che se va. R.I.P. vecchio Fighter... PS In merito ad entrare da solo in Maratona non mi risulta, mi ricordo altri episodi ma non questo.
  18. http://www.torinogranata.it/notizie/cairo-che-bello-essere-sopra-alla-juventus-59697 :haha: Proprio bello !!!
  19. Sono talmente sfigati che se tifano Napoli va a finire che la loro inutile squadra pareggia. Patetiche zecche ossessionate dalla Juve... Ma che voi sappiate in quale Europa si va se si arriva al 13 posto ?
  20. maraTorna è riapparso... ma tu sei un anticiro e un antiventura come i tremendisti che si rispettino o sei di quelli che di calcio ne capisce e te li tieni ben stretti ?
  21. A quanto è quotato uno striscione VENTURA VATTENE nelle prossime gare ?
  22. pensava di averti fatto un favore Comunque vada a finire per noi va bene: se vince il Napoli sono contento, se pareggiano sono parzialmente contento, se vince il topo... naaaaa, impossibile !
  23. Topopernoi torna, please... Raccontaci dell'okkupazione dello JS in Coppa Italia, di come avete invaso il nostro stadio in 50.000 e ci avete fatti sentire ospiti a casa nostra. Stavolta la storia degli UG bagarini non funziona più: vediamo cosa ci racconti questa volta.
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