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zlataniere

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Tutti i contenuti di zlataniere

  1. NOI LA BARCA NON L'ABBANDONIAMO paradossalmente i momenti più bui hanno avuto anche tanti picchi di divertimento - io dovevo ancora fare 15 anni -
  2. porca tr**a quanto tempo, quando mi sono iscritto ero un bambino
  3. comunque sono nella stella nonostante 4 anni di assenza, questo non può che farmi moltissimo piacere devo dire
  4. vorrei caricare una pagina del topic "Facciamo un gioco" (22/04/2006) ma non riesco
  5. Nessuno ha rimosso l'Heysel. Anche se tutti cercano di dimenticarlo. Soprattutto quelli che l’hanno vissuto, che erano lì, e che ancora lo soffrono: tifosi, giocatori, giornalisti, telecronisti, dirigenti. Il racconto della partita che finì prima di iniziare in un questo documentario che torna a Bruxelles e ripercorre le ore drammatiche di quel 29 maggio 85. Non solo la vigilia arruffata, non solo il crollo del muro nel settore Z, ma anche il dopo: il rientro delle bare, lo scambio di cadaveri, le polemiche, il processo, ma anche le sentenze, che danno solo un’ammenda a chi organizzò male l’evento. Niente vie di fuga, porte strette, almeno dieci uscite di sicurezza bloccate da lucchetti di cui nessuno trovò le chiavi, tre cancellate metalliche trasformate in trappola mortale tanto che i vigili del fuoco dovettero spezzare le catene con le cesoie per far passare i soccorsi.Parlano i testimoni di quella drammatica finale di Coppa Campioni. Paolo Rossi: «Non si sarebbe dovuto giocare. Non c’è da essere fieri di quella Coppa. Non rifarei quel giro di campo. 39 morti meritano rispetto». Marco Tardelli: «L’Inghilterra dopo l’Heysel ha fatto sparire gli hooligans, da noi invece gli ultrà ancora comandano. Il nostro calcio urla tolleranza zero, ma permette tutto». Antonio Cabrini: «Abbiamo giocato quella partita solo per motivi di ordine pubblico. Ci avevano detto che c’era un solo morto. Siamo responsabili perché non abbiamo avuto subito le dimensioni di quella tragedia, ma siamo stati anche noi vittime. Non abbiamo perso la vita, ma ci è stato rovinato un momento sportivo che poteva essere bello, il traguardo di una vita, e che invece ora è un ricordo doloroso e senza gioia». Bruno Pizzul, telecronista Rai di quella finale. ««Per me è stata una serata di imbarazzo e di difficoltà. Alcuni ragazzi mi chiesero di avvisare i loro genitori, ma io non potevo farlo, per riguardo alle altre famiglie. E ancora mi rammarico di non essere stato più severo con chi festeggiava».Parlano anche i sopravvissuti. Matteo Lucii, allora aveva poco più di 16 anni: «L’Heysel era uno stadio inadeguato. Mi sono ritrovato schiacciato da due file di persone. Non so come ho trovato la forza per rialzarmi, sopra avevo un peso di 250 chili. Dopo ho cercato un telefono, ma nessuno mi permetteva di chiamare». E Antonio Conti, papà di Giusy, 17enne che lì perse la vita. «Le ho lasciato la mano perché non volevo trascinarla come me, quando mi hanno travolto. Ho perso conoscenza e quando ho ripreso i sensi lei non c’era più. Era sotto una coperta, l’ho riconosciuta dalle scarpette» di Emanuela Audisio http://video.repubblica.it/sport/heysel-la-notte-del-calcio-1985-2015/201917/200974?ref=HRER3-1
  6. vabbuò io il big tasty settimanale glielo lascio mangiare ad vitam
  7. zlataniere

    Perle Laziali...

    partita buttata, la roma almeno due spanne inferiore all'ultima lazio ma tant'è
  8. per distruggere il server? prima del 26 giugno giorno del mio genetliaco esisterà?
  9. zlataniere

    Perle Laziali...

    ma se è pieno di messaggi projuve da marione
  10. zlataniere

    Perle Laziali...

    che vergognosi napolilli e romanari
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