Vai al contenuto
CRAZEOLOGY

K A L C I O M A R C I O! - Lo Schifo Continua -

Recommended Posts

Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi
Fobia Ebola Lo Swansea bloccherà Bony?

di STEFANO BOLDRINI (GASPORT 19-10-2014)

Il presidente statunitense Barack Obama invita il mondo a non farsi prendere dal panico sulla questione-Ebola, ma in Galles c’è chi è pronto a prendere misure drastiche. Lo Swansea potrebbe essere infatti il primo club inglese a vietare ai suoi giocatori di rendersi disponibili con le nazionali africane, impegnate nelle eliminatorie in vista del torneo continentale in programma in Marocco a gennaio. Il nome che potrebbe far scoppiare il caso è quello di Wilfried Bony, il centravanti di una Costa d’Avorio che rischia di non partecipare all’Africa Nations Cup dopo il 3-4 rimediato in casa con la Repubblica Democratica del Congo.

Bony “asset” Lo Swansea è pronto a sfidare le federazioni internazionali. La Costa d’Avorio affronterà lo Zambia in trasferta e la Sierra Leone in casa a novembre. Il club gallese ha preso nota dei temporeggiamenti delle federazioni internazionali – Fifa e Confederazione africana in primis – e non vuole correre rischi, anche se nelle parole dell’allenatore Garry Monk sembrano prevalere più le ragioni economiche che quelle umane: «Lo Swansea ha investito molto denaro per acquistare Bony ed è ragionevole tutelare un nostro asset. I nostri medici parleranno con lui. Io non voglio impedire ai miei giocatori di rappresentare il loro Paese, ma di fronte a certe situazioni bisogna usare la testa e non il cuore». E gli altri club? Il Manchester City ha lasciato libero Yaya Tourè di decidere. Mourinho passa la palla ai medici: «Il Chelsea ha uno staff sanitario di assoluto livello e mi rimetto alle sue decisioni. Mi fido di loro».

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi
ROJO Pedido de indemnização por

“intromissão” da Doyen no negócio

Queixa segue para o TAS

SAD pretende receber a diferença de 10 milhões de euros,

mais uma verba por danos morais e direitos de imagem.

Doyen já fez queixa e o caso está em préanálise no tribunal

por FILIPE PEDRAS e RUIMIGUEL GOMES (O JOGO 20-10-2014)

O Sporting vai apresentar nas próximas três semanas uma queixa no Tribunal Arbitral do Desporto (TAS) contra a Doyen Sports, devido à transferência de Marcos Rojo para os ingleses do Manchester United. Segundo O JOGO apurou, a ação baseia-se na acusação de intromissão por parte do fundo de investimento no negócio, sustentando os dirigentes leoninos que essa intromissão impediu o Sporting de transferir o internacional argentino pelo valor da cláusula de rescisão que vigorava, ou seja, 30 milhões de euros. A SAD de Alvalade entende que o negócio de 20 milhões de euros foi motivado pela pressão do fundo de investimento, pretendendo a diferença para a cláusula, uma indemnização por danos morais e prejuízos referentes aos direitos de imagem. De acordo com informações recolhidas pelo nosso jornal, a Doyen Sports já entregou uma queixa contra o Sporting por não ter pago o valor correspondente aos 75% dos direitos económicos do jogador que estavam na posse do fundo de investimento, que, devido ao montante envolvido, representam 16 milhões de euros. A queixa já entrou no TAS e está em préanálise, sendo aguardada uma resposta em breve sobre a aceitação do caso. O Sporting pagou à Doyen Sports apenas 4 milhões de euros referentes ao investimento inicial do fundo em Marcos Rojo.

Lo Sporting Lisbona si appellerà al TAS di Losanna perché ritiene che ingerenza ed interferenza del fondo Doyen Sports abbiano impedito di cedere Rojo per i 30 milioni della clausola rescissoria.

Intanto Doyen Sports ha ricevuto solo 4 milioni dei 16 previsti per la compravendita di Rojo ed ha già provveduto a denunciare lo Sporting.

Il calcio portoghese può ritenersi già fallito o retrocesso se pensa di regolarsi così aggressivamente contro i fondi dopo anni di rose e fiori.

Ma se il TAS accoglierà il caso, con la sua decisione potrebbe accelerare i tempi per la revisione della finanziarizzazione nel calcio.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi
Parma processato Se l’ultrà si prende l’ultima parola

di ROBERTO DE PONTI (CORSERA 20-10-2014)

Io pago (se e quando pago, a dire il vero) e quindi ho il diritto di chiedere ai giocatori conto del loro comportamento in campo. Frase accettabile se a pronunciarla è un presidente, un po’ meno se a pretendere spiegazioni è un gruppo di ultrà. E che le richieste siano state fatte in modo pacato non cambia la prospettiva. Anche Parma ha conosciuto da vicino un miniprocesso ai giocatori: sconfitti all’ultimo minuto dall’Atalanta, i calciatori gialloblù sono stati invitati a lasciare gli spogliatoi e a tornare sul campo dove un drappello di tifosi stizziti, a cavalcioni sulle barriere di vetro (la classica posizione ultrà, brevettata dai maître à penser Ivan il Terribile e Genny a’ Carogna), ha chiesto spiegazioni sull’imprevisto ultimo posto in classifica della squadra emiliana. Non sono certo i primi a passare sotto le forche caudine del tifo, i giocatori del Parma, e purtroppo non saranno gli ultimi. A loro è andata meglio che ai colleghi del Genoa, quando vennero costretti a spogliarsi delle maglie, e Roberto Donadoni, allenatore gialloblù, ha minimizzato il confronto: «Se vogliono confrontarsi con noi non c’è problema. Da parte nostra c’è la massima disponibilità al dialogo». La domanda è: perché? Per quale motivo dovrebbe esistere un dialogo tra i giocatori e gli ultrà? Ognuno faccia il proprio mestiere: il calciatore faccia il calciatore, l’allenatore alleni, il presidente comandi. E il tifoso? Tifi, che non significa chiedere conto all’attore del perché lo spettacolo non è all’altezza.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 21-Jan-2008
21848 messaggi

http://www.tuttojuve.com/altre-notizie/cesare-lanza-rapporti-contrattuali-roma-giornalaccio rosa-telefonata-pesantuccia-di-agnelli-al-direttore-della-rosea-un-pasticciaccio-208995

Cesare Lanza: "Rapporti contrattuali Roma-Gàzzetta. Telefonata pesantuccia di Agnelli al direttore della rosea. Un pasticciaccio..."

Il noto giornalista Cesare Lanza si è soffermato sui rapporti tra la Roma e "La Gàzzetta dello Sport". Ecco le sue considerazioni:

"Si è venuto a sapere, ma penso che già si sapesse da tempo, che tra la Roma e la Gàzzetta dello Sport esistono rapporti – contrattuali – commerciali. Pare che tra gli impegni della Roma ci sia quello di fornire anteprime, o interviste di rilievo, notizie, ecc, alla mitica Gazza.

La rosea ha anche l’esclusiva della commercializzazione di alcune iniziative di marketing, non ho capito bene (scusatemi) quale sia la contropartita a vantaggio del club giallorosso.

Fatto sta che la montagna di buone e ambigue intenzioni ha partorito un topolone: ovvero un’intervista, esclusiva si capisce, del portiere Morgan De Sanctis. Il quale è un tipo tosto e senza peli sulla lingua e ha sparato a zero, dopo i fattacci legati all’indecente arbitraggio di Juventus-Roma, a favore della sua squadra e contro la Juventus…

La Gàzzetta dello Sport, felice per il privilegio dell’esclusiva, ha dato giustamente enorme rilievo all’intervista, in prima pagina. E qui la faccenda si è complicata, come succede spesso, non a caso la fantasia popolare ha inventato proverbi con pentole, coperchi, diavoli dispettosi, verità che viene sempre a galla anche quando è in fondo al pozzo.

La cornice è semplice. Vero è che Roma e Juventus, in Lega, sono alleate – in minoranza – e vorrebbero, filando d’amore e d’accordo, rinnovare vertici, gestione e strategia. Ma soprattutto è vero che Roma e Juventus da tempo sono antagoniste irriducibili nel calcio giocato, al centro di polemiche e scontri senza fine, l’ultimo come tutti sanno è ancora di qualche giorno fa.

Per gestire questi delicati equilibri, forse sarebbe bastato dare minor rilievo all’intervista di De Sanctis, o affiancarle un’intervista a un esponente della Juve o a uno dei tanti (troppi?) cortigiani di casa bianconera.Invece, il botto di De Sanctis ha occupato la prima pagina della Gazza in beata solitudine ed è successo il finimondo. Non soltanto centinaia di inviperiti tifosi bianconeri hanno scritto, telefonato, twittato e chattato.

È arrivata anche una telefonata, dicono pesantuccia, di Andrea Agnelli al direttore della Gàzzetta dello Sport, Andrea Monti (cosa che il padre, Umberto Agnelli, mai avrebbe fatto). Con conseguenza devastanti. Prima sul sito della Gàzzetta, poi sul giornale di carta stampata, Andrea Monti ha firmato una curiosa retromarcia, esprimendo il suo dissenso verso la polemica intervista del guastafeste De Sanctis.

Insomma, tutti sanno che la maggioranza delle azioni di RCS (Corriere della Sera, ma anche Gàzzetta dello Sport e tante altre pubblicazioni…) fa capo a casa Agnelli, così come la proprietà della Juventus. Chi tocca certi fili – finanziari più che elettrici – muore?

Non lo auguro ad Andrea Monti, che è un fior di giornalista, ma di calcio capisce veramente poco. (Tra parentesi, si dice che Monti debba essere sostituito a breve, i soliti dietrologi mormoravano che la sparata di De Sanctis era stata “montata” da Monti, come atto di indipendenza verso i suoi editori, ma la retromarcia smentisce questi pizzichi di veleno...).

Commento? Il pasticciaccio è alla radice. Come si fa a stipulare un accordo commerciale tra la Gàzzetta, che ha l’obbligo (e vi riesce, storicamente) di essere imparziale, e un club potente come la Roma, per di più maggior avversaria della Juventus, che è di proprietà, come la Gàzzetta, degli Agnelli? Prima o poi il pateracchio doveva saltar fuori…".

Lanza ha utilizzato il termine più appropriato per descrivere questa vicenda: pasticciaccio.

Sarà vera, ad ogni modo, la storia della telefonata? Finalmente cominciamo a farci sentire?

Modificato da - Domenico -

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 07-Jul-2006
4112 messaggi

Lanza ha utilizzato il termine più appropriato per descrivere questa vicenda: pasticciaccio.

Sarà vera, ad ogni modo, la storia della telefonata? Finalmente cominciamo a farci sentire?

Spero VERAMENTE che la telefonata sia stata PESANTE!

Mi vien da ridere al fatto che il tizio dice che il Dottore mai avrebbe telefonato...

Lanza dimentica UNA cosa, UNA COSA SOLA

FARSOPOLI!

Dopo la distruzione creata alla Juventus, bando alle signorilità!

Bisogna agire cattivi e stop!

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 10-Sep-2006
5145 messaggi

Come si fa a stipulare un accordo commerciale tra la Gàzzetta, che ha l’obbligo (e vi riesce, storicamente :haha: ) di essere imparziale, e un club potente come la Roma, per di più maggior avversaria della Juventus, che è di proprietà, come la Gàzzetta, degli Agnelli? Prima o poi il pateracchio doveva saltar fuori…".

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 08-Jul-2006
21053 messaggi

la giornalaccio rosa è.è.è.è.è.è.

è e basta

non si mette in discussione

oddddddio

ce ne sarebbe da dire.........

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 07-Jul-2006
4112 messaggi

Come si fa a stipulare un accordo commerciale tra la Gàzzetta, che ha l’obbligo (e vi riesce, storicamente :haha: ) di essere imparziale,".

:haha: :haha: :haha: :haha: :haha: :haha: :haha:

Io direi....ma come si fa a tener in vita un simile "pezzo di carta straccia"? sefz

Ma bisogna capirlo...Lanza vive su Plutone, dunque non conosce molto l'itaglia...per di più forse porta gli occhiali e al momento di leggere la rosaccia non li aveva....

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi
SOCRATES ERGIC

«SERBIA IN MANO AGLI HOOLIGAN»

L’ex Juve e Basilea scrive su Politika ed è considerato

il filosofo-calciatore dei Balcani. Sulla depressione

che lo colpì dice: «È un tabù, come l’omosessualità»

di ANDREA LUCHETTA (EXTRATIME 21-10-2014)

C’è chi lo definisce il Socrates dei Balcani. Critica, pensiero acuminato: Ivan Ergic, ex centrocampista, si interroga su riflettori e paillettes del mondo in cui era immerso. Serbo di Sebenico (Croazia), emigra in Australia per sfuggire alla guerra. A 19 anni alla Juve, dopo 6 mesi va a Basilea, dove vince. Nel 2004 è in cura per depressione. Un Mondiale con la Serbia, prima del ritiro. Pubblica una raccolta di poesie d’amore e cura una rubrica su Politika, il prestigioso quotidiano di Belgrado.

Serbia-Albania: che dire?

«Mai visto nulla del genere. Quella serata mostra quanto siano fragili i Balcani e quanto sia facile rendere le persone impulsive e manipolabili».

Com’è possibile che a un criminale come Bogdanov sia consentito entrare allo stadio e invadere il campo?

«Gli hooligan in Serbia sono quasi uno Stato nello Stato, il che spiega quanto sia disfunzionale il nostro sistema giudiziario. Un ultrà è forte in massa, sotto influenza di alcol o droga. È una cultura di vigliaccheria e violenza primitiva. Ma non spero in repressioni alla Thatcher: è un problema della società».

Lo sportivo è persona sana?

«Un atleta entra sano nello sport e ne esce devastato, dal punto di vista fisico e mentale. Per me è mostruoso: è una conseguenza dell’indottrinamento, che finisce per creare una mentalità autodistruttiva basata sul sacrificio. La salute è un lusso che quasi nessuno può permettersi in una società molto competitiva».

Questa tensione alla competitività è una delle radici per la depressione di cui ha sofferto.

«Molti motivi mi hanno portato a soffrirne. Uno dei principali era il fatto che non fossi pronto a entrare in un mondo darwinista. Alla fine mi ha aiutato a rinforzarmi mentalmente e a ricostruirmi dal punto di vista spirituale. Sono stato capace di affrontare quello che prima temevo».

La depressione è comune negli spogliatoi?

«Un sacco di giocatori ne soffre, come di altri problemi mentali. Ma sono tabù, perché vengono considerati segno di debolezza, e lo stesso vale per l’omosessualità. È il prodotto di una mentalità machista, con cui cresciamo».

Lei ha passato qualche mese nella Juve di Moggi. Che impressione si era fatto?

«Un giocatore è di rado consapevole di ciò che accade. Il sistema è basato intorno a un soggetto che non ha la minima idea di come funzioni. Quando ho firmato per la Juve, a 19 anni, ero impreparato, stupefatto dalle promesse e dai grandi nomi. Lo scandalo è sintomatico di come funziona il calcio, alla pari di qualsiasi business. I responsabili di Calciopoli avevano le stesse giustificazioni di Tangentopoli: “Lo facevano tutti”. Purtroppo è vero e demistifica quanto lo sport di alto livello sia corrotto».

Quale crede sia il ruolo del calcio nella società?

«È una piattaforma per integrare gli strati più ampi della società nel sistema di valori del capitalismo. Ciò spiega anche il suo successo nei Paesi in via di sviluppo: da un lato serve come strumento per de-politicizzare le masse; dall’altro dà ai giovani idoli cui ispirarsi. Questione fondamentale per la gerarchia dei valori: vogliamo vivere in una civiltà che ha Totti e Balotelli per idoli, o in una in cui la gente vive nello spirito di Giordano Bruno e Gramsci?».

L’anno scorso non ha celebrato il ritorno al successo della Stella Rossa.

«Il campionato serbo è corrotto. Da ragazzino ero tifosissimo della Stella, ora non posso identificarmi in alcun modo. Imbrogli, violenza e corruzione sono comuni agli altri Paesi in cui ho giocato ma non ai nostri livelli».

Si discute della possibilità di un torneo balcanico.

«Aiuterebbe a migliorare la qualità del gioco, e i club trarrebbero guadagno da un mercato più vasto. Ma le implicazioni politiche e sociali sarebbero troppo grandi. La subcultura del tifo nell’ex Jugoslavia è nazionalista: si finirebbe per alimentare nuovi conflitti e riaprire vecchie ferite. Non ne abbiamo bisogno, ora che la regione sta provando a pacificarsi».

23 anni dopo il crollo della Jugoslavia, come definirebbe la sua identità?

«Sono stato cresciuto come jugoslavo, e così mi sento. Etnicamente sono serbo, ma da un punto di vista culturale mi appartiene l’intero spazio jugoslavo, ed è una parte inseparabile della mia identità. Più identità una persona coltiva e più si arricchisce».

7oZOmz4f.jpg

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 21-Jan-2008
21848 messaggi

Spero VERAMENTE che la telefonata sia stata PESANTE!

Mi vien da ridere al fatto che il tizio dice che il Dottore mai avrebbe telefonato...

Lanza dimentica UNA cosa, UNA COSA SOLA

FARSOPOLI!

Dopo la distruzione creata alla Juventus, bando alle signorilità!

Bisogna agire cattivi e stop!

Se solo lo capissero (e lo volessero)...

Come si fa a stipulare un accordo commerciale tra la Gàzzetta, che ha l’obbligo (e vi riesce, storicamente :haha: ) di essere imparziale, e un club potente come la Roma, per di più maggior avversaria della Juventus, che è di proprietà, come la Gàzzetta, degli Agnelli? Prima o poi il pateracchio doveva saltar fuori…".

.asd

E' stato ingaggiato dalla Juve? Se non era per l'intervistatore non me lo sarei ricordato. Ad ogni modo parla senza conoscere i fatti. As usual.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 21-Jan-2008
21848 messaggi

http://www.tuttojuve.com/altre-notizie/inchiesta-pergocrema-macalli-prosciolto-209092

Inchiesta Pergocrema: Macalli prosciolto

(ANSA) - ROMA, 21 OTT - Il gup di Firenze Fabio Frangini ha prosciolto il presidente della Lega Pro Mario Macalli dall'accusa di abuso d'ufficio in relazione ad un'inchiesta sul mancato versamento al Pergocrema dei diritti tv. Il club avrebbe dovuto ricevere 265mila euro di contributi per varie stagioni, ma gli avvocati dei suoi calciatori diffidarono la Lega Pro dall'erogare la somma al Pergocrema, poiché gli stessi calciatori non ricevevano da tempo lo stipendio. Macalli, in base a queste circostanze, venne indagato.

Questi personaggi la scampano sempre. Vedi Carraro, Ghirelli...

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi
Il caso Stop anche ai sostenitori del Verona

«Altissimo rischio» Vietata ai romanisti la trasferta a Napoli

Viminale preoccupato, allerta massima per la gara dell’1 novembre

Bunker Azzurri e giallorossi si affrontano per la prima volta dopo la morte di Esposito

di PINO TAORMINA (IL MATTINO 21-10-2014)

La partita Napoli-Roma del primo novembre vietata ai giallorossi e ai tifosi residenti nel Lazio, anche se sostenitori degli azzurri. La decisione del Viminale come conseguenza delle tensioni dopo l’uccisione di Ciro Esposito: gara ad alto rischio. La famiglia Esposito è stata chiara, fin dal primo giorno: «Non vogliamo altro dolore. Abbiamo già perso un figlio per una partita di calcio. Se dovesse accadere qualcosa, ci sentiremmo traditi». Ma non bastano le loro parole a garantire un livello di sicurezza tale da ridurre al minimo i rischi di scontri e di vendette per la partita tra Napoli-Roma del primo novembre.

E allora è andata come era ampiamente prevedibile: Napoli-Roma si giocherà senza la presenza dei tifosi ospiti. Anzi, senza nessuno spettatore residente nel Lazio. Neppure se sostenitore degli azzurri. Perché non si possono correre rischi di alcun genere. E sarà così - a parti invertite - anche per la gara di ritorno, in programma il sabato di Pasqua all’Olimpico. E poiché qui non è più tempo solo di timori e di semplici preoccupazioni ma siamo davanti a una emergenza vera, arriva il divieto anche per i sostenitori dell’Hellas di andare al SanPaolo domenica, visto che i rapporti non sono idilliaci e non sono più i tempi dei cori razzisti e degli striscioni pieni di humor.

Non è la resa del calcio ai violenti, ma è la presa di coscienza che il primo Napoli-Roma dopo l’uccisione di Ciro Esposito non può essere una gara normale. Anzi, è una gara ad altissimo rischio. D’altronde, e non va sottovalutato, c’è anche un altro aspetto che arriva come una bacchettata dal Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive che ieri ha tenuto una riunione straordinaria: «Il Comitato ha preso atto di una serie di criticità strutturali che hanno recentemente interessato il settore ospiti dell'impianto partenopeo ed ha, contestualmente, valutato i profili di altissimo rischio delle gare». Dunque, alla paura per gli ultrà, si aggiunge anche qualche altra perplessità per le condizioni del San Paolo.

Chiaramente, sarebbe stato emesso questo provvedimento di «allerta 4» anche se si fosse giocato in un gioiello di stadio. In tema di sicurezza all’interno degli impianti di gioco, infatti, si è fatto tanto negli ultimi anni: biglietti nominali, più controlli, telecamere, tornelli e steward. Certo, soluzioni e palliativi in ordine sparso. Ma è evidente che i violenti si sono spostati, e hanno deciso che il campo di battaglia non è più la gradinata ma un piazzale vicino allo stadio, oppure il dedalo di strade che lo circondano, un autogrill, un pub. Come è stato il caso dell’aggressione di Ciro Esposito, avvenuta a un bel po’ di chilometri di distanza dall’Olimpico dentro scenari da guerriglia urbana dove c’erano frange ultrà all’assalto, dove qualcuno attaccava, qualcuno fuggiva.

Ecco, i vertici del Viminale hanno dovuto tener conto che quello che doveva essere evitato, il primo novembre, è lo spostamento dei romanisti, non solo gli ultrà, dalla capitale. Perché, ahinoi, quel giorno non sarà un giorno normale per il calcio italiano. Il fatto che non potranno assistere alla partita non riduce, comunque, del tutto le apprensioni delle due questure che già da giorni sono in contatto tra loro per le misure di prevenzione. Anche per garantire la massima sicurezza alla stessa Roma.

In ogni caso, il San Paolo quel giorno sarà in stato di assedio, con poliziotti ovunque. Visto che però sarà impossibile militarizzare i luoghi pubblici, oltreché agghiacciante, si può solo sperare che tutto fili liscio. Da qui la decisione: per Napoli-Roma i biglietti saranno venduti in prelazione ai possessori della fidelity card regolarmente rilasciata dalla società azzurra e, negli ultimi 5 giorni, a tutti i tifosi partenopei con esclusione dei residenti nella Regione Lazio.

Il 28 ottobre, intanto, al Dipartimento di Scienza Sociali dell’Università Federico II si terrà il convegno «Conoscere per migliorare» dove si dibatterà sul tema della sicurezza negli stadi e del tifo organizzato con il prefetto Vincenzo Panico, Alberto Intini, Roberto Massucci e numerosi docenti universitari.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi
Colantuono: «Io coinvolto? Le accuse mi fanno ridere»

ANCHE DONI EX DELL’ATALANTA SI DIFENDE «NESSUN ILLECITO NELLA GARA CON IL CROTONE»

di ALBERTO ABBATE (IL MESSAGGERO 21-10-2014)

E' stato ancora tirato in ballo dalle nuove intercettazioni venute fuori dalla maxi-perizia a Cremona: «E' in atto una strumentalizzazione nei miei confronti, le mie parole sono state fraintese». Dopo i nuovi sviluppi dell'inchiesta Last Bet, Cristiano Doni torna a parlare. Invia una lettera al sito “tifoso” Atalantini.com, per difendere il contenuto di una conversazione con Nicola Santoni alla vigIlia di Crotone-Atalanta del 22 aprile 2011. Secondo gli inquirenti, si tratterebbe di un altro tarocco.

LA LETTERA

«Cristiano Doni non può esimersi dall'esprimere la propria amarezza e viva indignazione, legate alla circostanza che il suo nome continua ad assurgere a pretesto per costruire fantasiose illazioni e speculazioni ormai prive di ogni contatto con la realtà dei fatti», scrive l'avvocato Pino nella missiva. «L'esigenza di evitare che si alimentino - e che si amplifichino a dismisura, come troppe volte accaduto - equivoci sull'argomento, impone a Doni di rassicurare tutti gli appassionati di calcio circa la regolarità della partita con il Crotone. E' con la sicurezza di chi ha a propria tutela la verità dei fatti, e di chi si è in passato assunto le proprie responsabilità pagandone il prezzo sulla propria pelle, che Cristiano Doni si aspetta che i mezzi di comunicazione si astengano, d'ora in avanti, dal chiamare in causa la sua persona senza il conforto di alcun dato oggettivo».

LA DIFESA

In realtà, la chat aveva destato particolare scalpore perché veniva nominato anche un "allenatore", detto poi "mr". A Cremona sospettano si tratti di uno dei mister di Crotone e Atalanta. Sabato però Colantuono, che già allora sedeva sulla panchina nerazzurra, si è difeso così: «Ma cosa devo parlare, di una cosa che non esiste? Mr che è, Marco Rossi - ha scherzato il tecnico nerazzurro - Io sono S. C., tra le altre cose. Mr cosa è? Mister può essere pure Ms. Ma che ne so io. Neanche l'ho letta. Mi fa ridere». Sembra serena anche l'Atalanta, che ha già pagato abbastanza per tutta questa vicenda. Così come Mauri: i suoi legali attendono un confronto a Cremona il prossimo 29 ottobre. Sono sicuri che dal “secondo tempo” della maxi-perizia non arriverà più nulla e sono pronti ad aprire (col pin) anche il cellulare del loro assistito. Non c'è nulla da nascondere.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi
IL CLUB NERAZZURRO HA FATTO SEGNARE UNA NUOVA PERDITA MONSTRE NEL 2013/14

Inter, Thohir riparte da -87 mln

La differenza tra ricavi e costi in negativo per 100 mln. Il rosso degli ultimi cinque anni oltre 400 mln

Bolingbroke, abbiamo un piano di risanamento nel lungo termine. Il 7 novembre sotto esame all’Uefa

di LUCIANO MONDELLINI (MF MILANO FINANZA 21-10-2014)

Erick Thohir non avrà un compito facile nel riportare l’Inter ai vertici del calcio internazionale. Oltre alle difficoltà evidenziate in campo dalla squadra, il presidente indonesiano del club nerazzurro dovrà infatti fare fronte a una situazione finanziaria complicata, visto che come emerso nel bilancio 2013/14 reso noto ieri, la società milanese dovrà ripartire da una perdita consolidata di circa 87 milioni.

Ieri l’assemblea dei soci dell’Inter ha approvato il rendiconto finanziario della stagione scorsa e non si può certo dire che la situazione sia rosea. Per capirlo, però, bisogna entrare nei dettagli. In termini strettamente contabili, infatti, il bilancio di Fc Internazionale, ovvero la società che ha la gestione sportiva, ha evidenziato un utile di più di 33 milioni. Questo dato, tuttavia, non fotografa l’effettiva situazione finanziaria del club. Nei mesi scorsi, infatti, Thohir ha creato una nuova società chiamata Inter Media and Communication, che ha acquistato contratti di sponsorizzazione e la gestione del marchio nerazzurro. Questi asset sono stati usati come garanzie da Thohir per stipulare un maxi-rifinanziamento da circa 200 milioni con le banche, in virtù del quale l’imprenditore indonesiano riesce a sostenere la gestione corrente del club. Allo stesso tempo, però, su questa società, proprio in virtù della solidità finanziaria legata al nuovo prestito, sono confluite poste negative della società sportiva. Il risultato è che Fc Internazionale ha potuto registrare un utile di 33 milioni. Ma questo dato, in virtù degli spostamenti infragruppo, non è veritiero in termini consolidati, dove si è registrata una perdita valutata intorno agli 87 milioni e una differenza fra valore della produzione (in calo a 167,7 rispetto ai 201 milioni dello scorso anno) e costi della produzione (268 milioni rispetto a 275 milioni della stagione prima) di 100,2 milioni, ovviamente in negativo.

In particolare, al 30 giugno 2014 l’Inter ha fatto segnare ricavi dai diritti televisivi per 76 milioni, in calo dagli 81 del 2013, ricavi da stadio per 17,5 milioni in linea con la stagione precedente. Mentre le plusvalenze da compravendita calciatori sono state 7 milioni contro i 34 milioni del 2013. I costi, invece, sono stati 268 milioni con quello del personale calato da 116 a 107 milioni, mentre gli ammortamenti sono saliti da 60 a 79 milioni.

Impressionante in questo senso il calo del fatturato dalla stagione 2009/10, quella del Triplete. Il giro d’affari del club ha subito una contrazione del 35% dai 250 milioni del 30 giugno 2010 ai circa 160 di quelli del giugno 2014. Mentre il rosso cumulato è 400 milioni nelle ultime cinque stagioni del club nerazzurro.

Il ceo, Michael Bolingbroke, ha annunciato un piano nel lungo termine per risanare la situazione finanziaria dell’Inter. Un piano che prevede una crescita dei ricavi legati non solo all’espansione del merchandising in Asia, ma anche al nuovo accordo di partnership con Infront in tema di sponsorizzazioni. Questa intesa dal 2015/16 dovrebbe contribuire alle casse nerazzurre con un gettito che da 16 milioni nella prossima stagione dovrebbe salire a 27,5 milioni in quella 2018/19. «Stiamo mettendo a punto un piano quinquennale che si svolgerà entro i limiti delle linee guida del Fair play finanziario», ha ricordato Bolingbroke, sottolineando come l’Uefa stia tenendo un occhio particolare ai conti nerazzurri. «Abbiamo garantito di essere pronti a sistemare quello che è andato storto nel passato». L’appuntamento è ora fissato per il 7 novembre quando la società sarà sottoposta a un controllo dell’Uefa. Bolingbroke ha infatti ricordato che a febbraio si deciderà sulle sanzioni ai club ma che la nuova gestione legata a Thohir potrà giocare il jolly dell’ingresso recente e dunque non dovrebbe essere ritenuta responsabile dei passivi creati dalla passata gestione. «Noi accetteremo ogni sentenza. Ma possiamo solo prenderci la responsabilità sui programmi del futuro», ha chiosato il ceo nerazzurro.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi
MARCA 21-10-2014

2ZYq1150.jpgXmMbW2rs.jpg

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi
LA DECISIONE È IL NUOVO ADVISOR AZZURRO

La Figc ha detto sì

Il calcio italiano in mano a Infront

Il presidente Bogarelli: «Da multinazionale porteremo il marchio Italia nel mondo»

di MAURIZIO GALDI (GASPORT 22-10-2014)

Ieri si è riunito il Comitato di presidenza Figc. In evidenza la valutazione delle offerte di minimo garantito e servizi proposti dai tre competitor a diventare l’advisor pubblicitario per il prossimo quadriennio. La scelta è caduta su Infront (in collaborazione con «Il Sole 24 ore») che, offrendo 57 milioni minimi garantiti, ha battuto Rcs Sport (advisor degli ultimi otto anni) e SwissOne. Il Comitato di presidenza ha dato mandato al d.g. Michele Uva di firmare l’accordo con l’azienda, appena sarà formalizzata in termini contrattuali l’offerta.

Spacchettamento Allo stesso tempo il Comitato, pur assegnando a Infront il grosso del pacchetto, si è riservato di attribuire in seguito settori minori (quali i new media), semmai ritagliando uno spazio per i due competitor battuti. Infront, con l’acquisizione della Figc, chiude il cerchio avendo sotto contratto, oltre alla Nazionale, la Lega di A di cui gestisce i pingui diritti tv, quella di B e molti club tra cui Milan, Inter e Udinese. Una posizione di grande potere e influenza che non ha mancato, anche di recente, di suscitare polemiche a cui Marco Bogarelli, il presidente Infront, risponde ribadendo la professionalità della sua organizzazione: «Mi hanno telefonato in molti dalla Federcalcio per annunciarmi la scelta: è chiaro che sono contento, ora porteremo il marchio Italia del calcio in tutto il mondo», dice Marco Bogarelli, presidente di Infront, all’Ansa commentando la scelta Figc. «Per la nostra natura di multinazionale, possiamo giocare un ruolo importante per far volare la Nazionale nel mondo, cosa che forse è un po’ mancata in questi anni — spiega — Il nostro partner, il gruppo Sole24 ore, può esserci di grande aiuto: parlare con le aziende la loro lingua e avere la possibilità di aiutarle nell’esportare all’estero i loro marchi è una valenza importante. Quest’alleanza è stata strategica». L’offerta paritetica vede anche la collaborazione di Rai.com per la parte relativa ad archivi e progetti speciali.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi
Il summit. A Roma vertice tra i ministri dello Sport e il

presidente della Uefa detta le regole del “gioco pulito”

PLATINI La legge del calcio

Il n.1 del calcio europeo boccia la moviola in campo, la candidatura Fifa di Blatter, ammonisce

sul fair-play finanziario e ricorda ai club: «Se lo stesso proprietario ha più giocatori in

squadre diverse, l’incubo delle partite truccate sarebbe reale»

. Il presidente Coni Malagò:

«Il mondo dello sport è fatto di valori morali ed etici che dobbiamo far rispettare»

di MASSIMILIANO MORELLI (AVVENIRE 22-10-2014)

C'è una Roma blindata nell’area nord della capitale, ma il motivo scatenante delle attenzioni rivolte attorno allo stadio non deriva solo dalla sfida-Champions in programma fra i padroni di casa e i campioni d’Europa (disputata ieri sera, ndr). Di fronte all’Olimpico, area Farnesina, c’è la riunione (a porte chiuse) dei ministri dello sport dell’Unione Europa, una «due giorni di lavori», cui partecipa fra gli altri il presidente dell’Uefa Michel Platini, giunto da queste parti per celebrare l’accordo di cooperazione tra Uefa e Commissione europea siglato qualche giorno fa a Bruxelles. Così la città eterna, gratificata recentemente dall’opportunità di ospitare alcuni match della fase finale di Euro 2020, si riaffaccia nel mondo della politica sportiva quasi a far intuire oltre confine che, nonostante i problemi di due presidenti di prima fascia - Malagò, assorbito dalla querelle Coni-Federnuoto e Tavecchio, che sta pagando dazio per la gaffe - Optì Pobà - il sistema Italia sa resistere anche a qualche cataclisma.

È’ stato ufficialmente un «meeting informale», quello della Farnesina e, organizzato in occasione della Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea, ha avuto un protagonista su tutti, ovvero proprio l’ex numero 10 della Juventus e della Francia, pronto a dettare i principi di base su cui deve poggiare il futuro: onestà, sostenibilità e solidarietà. “Le Roi” ha puntato l’indice verso le cosiddette proprietà di terzi dei calciatori e nei confronti di chi non rispetta il fair play finanziario promosso dalla Uefa per salvaguardare il futuro del calcio europeo a livello di club. «La proprietà di terze parti dei calciatori - ha spiegato Platini - comporta che un giocatore venga letteralmente suddiviso per interessi economici che vengono, a seguire, condivisi tra uno o più fondi di investimento». Poi ha aggiunto: «I giocatori perdono la loro libertà contrattuale, mentre i proprietari del cartellino fanno un abuso del potere d’acquisto per fini lucrativi a spese dei calciatori. In poche parole, vengono privati del libero arbitrio». L’ipotesi del francese nel merito del rischio è dura, ma realista: «Se lo stesso proprietario ha più giocatori in squadre diverse, magari della stessa competizione, l’incubo delle partite truccate diventerebbe più di un semplice pensiero nelle teste malate di questi agenti. E i valori fondamentali di integrità e trasparenza, che dovrebbero essere parte integrante nello sport, verrebbero così disprezzati e violati».

Dal rischio-combine alla questione fair play finanziario, il passo è stato molto breve. Secondo l’erede di Lennart Johansson «le misure intraprese avevano l’obiettivo di garantire il futuro del calcio europeo e l’Uefa è stata costretta ad agire in quanto molti club erano vicini alla rovina dal punto di vista finanziario. Le perdite aggregate tra i club europei, che avevano raggiunto 1,7 miliardi di euro nel 2011 - ha anche aggiunto - sono scese a ottocento milioni nel 2013, un calo di oltre il cinquanta per cento in meno di due anni. E ora stiamo andando nella giusta direzione». In linea con Platini - con il quale ha pranzato - il n. 1 del Coni, Giovanni Malagò, che nell’arco della mattinata, a margine del congresso sportivo, ha trovato il tempo di andare nel ritiro del Bayern per fare gli onori di casa a poche ore dalla sfida-Champions: «Il fair-play finanziario deve essere rafforzato a livello europeo e sia impegno per la giustizia e l’equità. Il trattato Ue contiene i principi della dimensione dello sport, promuovendo equità e giustizia. L’Europa - ha poi aggiunto - ha dimostrato nei decenni di saper superare molti ostacoli e di poter ottenere grandi successi». Poi il presidente del Coni, dopo aver sottolineato l’aspetto dei valori («Il mondo dello sport è fatto di valori morali ed etici, abbiamo il compito di fare il possibile perché le persone perseguano questi valori») si è soffermato sulla questione economico-sportiva: «Serve una nuova era per i mega eventi e i benefici per la nazione ospitante e i suoi abitanti devono essere un certezza. Non è più tempo di sprecare risorse mettendo pressione alle comunità locali».

Presente anche il Sottosegretario Graziano Delrio, pronto a spiegare che «anche l’Italia è pronta a firmare la convenzione europea contro il match fixing». L’allerta sulle “combine” è stata puntualizzata inoltre anche dalla Commissaria europea allo sport, Androulla Vassiliou: «La convenzione contro il match fixing è all’esame del servizio giuridico e presto sarà firmata». L’ultima parola spetta sempre al re, Platini che ribadisce «no alla moviola in campo» e boccia la rielezione di Sepp Blatter alla presidenza della Fifa. «A Blatter voglio bene, ma quattro anni fa ha chiesto il nostro sostegno dicendoci che sarebbe stata la sua ultima candidatura alla presidenza della Fifa. Ora viene a chiederci di nuovo di supportarlo, ma gli ho risposto che non lo faremo più, abbiamo bisogno di aria fresca».

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi
Tutta la Salernitana nelle mani di Lotito

di LUCA PISAPIA (IL FATTO QUOTIDIANO 22-10-2014)

Claudio Lotito padrone assoluto della Salernitana, con Marco Mezzaroma che gli cede il 20 per cento delle sue azioni, per un nuovo assetto che vedrebbe il patron della Lazio con il 70 per cento e il cognato Mezzaroma scendere al 30 per cento. La notizia, diffusa in mattinata dalla stampa campana con un virgolettato dell’avvocato del club Gianmichele Gentile, è stata però smentita nel pomeriggio dallo stesso Mezzaroma come “ipotesi arbitraria e fantasiosa”. Ma il dado è tratto per quella che è veramente la posta in palio: non tanto la divisione familiare delle quote, quanto l’apertura del calcio italiano, unico in Europa, alle multiproprietà.

Non è un mistero che Lotito, grande burattinaio dell’elezione di Tavecchio, colui che oggi in Federcalcio fa il brutto e il cattivo tempo, prema fortemente per la modifica dell’articolo 16 bis del Noif (norme organizzative interne della Federcalcio), quella che permette a un singolo di possedere più di una squadra. Una bozza di riforma è già stata presentata da Lotito il mese scorso, è probabile che su questo punto ci sia adesso un’accelerazione rispetto ai pachidermici tempi federali. Proprietario della Lazio dal 2004, inizialmente insieme al socio Mezzaroma – in un’operazione per cui la Cassazione a gennaio ha confermato il reato di omessa alienazione di partecipazioni societarie, mentre sono caduti in prescrizione i reati di aggiotaggio manipolativo e informativo – nel 2011 Lotito si prende dal fallimento la Salernitana in Serie D.

Tutto regolare, la multiproprietà è possibile nel campionato Dilettanti, il feudo di Tavecchio, dove l’inserimento nel girone laziale permette alla Salernitana un’agevole risalita in Lega Pro.

Qui Lotito sarebbe costretto a vendere, ma un lodo ad personam concesso dal presidente Mario Macalli – altro grande elettore di Tavecchio – consente una proroga della situazione.

Il problema però va risolto alla radice, modificando l’articolo sulle multiproprietà, altrimenti sarà difficile vedere la squadra campana in Serie B o in A. In tre anni Lotito a Salerno porta la squadra a vincere una Coppa Italia di Lega Pro, ricostruisce il Centro Sportivo grazie a mezzo milione proveniente dal Comune e 1,5 milioni del Credito Sportivo e si aggiudica un appalto sanitario con la Asl da 20 milioni, poi sospeso in primavera fino a nuovo ordine. Insomma, da buon imprenditore, ha diversi interessi legittimi in città, tutti con l’avvallo del potentissimo sindaco Vincenzo De Luca (Pd), grande cerimoniere nel 2011 dell’insediamento lotitiano a Salerno. Ma gli interessi di Lotito nel calcio e nella politica potrebbero non limitarsi a Roma e Salerno.

Così come in politica lui, uomo della destra storica capitolina in ottimi rapporti con il Vaticano, non disdegna alleanze con il Pd. Come a Salerno anche a Bari, grazie ai buoni uffici del deputato del Pd Francesco Boccia, scriveva Dagospia, potrebbe esserci il suo zampino dietro la misteriosa cordata che ha appoggiato l’acquisto della società pugliese da parte dell’ex arbitro Gianluca Paparesta. Se in politica si chiama conflitto d’interessi, nel calcio si legge multiproprietà, ma né l’una né l’altra in Italia paiono essere un problema.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi
SCANDALO L’ex calciatore del Milan accusato da una ragazza

Robinho ancora nei guai

Indagato a Milano per stupro

La violenza si sarebbe consumata nel retro di un ristorante. Con lui due amici

Già nel 2009, quando giocava in Inghilterra, fu arrestato per violenza sessuale

I DUBBI La presunta vittima, però, ha aspettato sei mesi prima di denunciare

di GIULIANA DE VIVO & ENRICO LAGATTOLLA (IL GIORNALE 22-10-2014)

Un nuovo scandalo nel mondo del calcio. L’ex calciatore del Milan Robson de Souza, meglio noto come Robinho, è sotto inchiesta della Procura di Milano assieme ad altre due persone con l’accusa di violenza sessuale. Un’indagine affidata alla Squadra mobile della questura, che procede tra grande riserbo e mille cautele, nata dalla denuncia di una ragazza che ha raccontato di essere stata stuprata all’inizio dell’estate dell’anno scorso dal giocatore ora in forza alla squadra brasiliana del Santos e da due amici del calciatore, al termine di una serata in un ristorante del capoluogo lombardo.

La denuncia, inizialmente in mano al pubblico ministero Stefano Ammendola (che da qualche tempo ha lasciato l’ufficio giudiziario milanese) ora è sul tavolo del pm Alessia Miele, magistrato del dipartimento che si occupa di reati sessuali guidato dal procuratore aggiunto Pietro Forno. Secondo quanto risulta al Giornale, a giugno scorso la Procura avrebbe anche chiesto l’arresto del giocatore, rigettato però dal giudice per le indagini preliminari Alessandra Simion per mancanza di esigenze cautelari. Robinho, non convocato per il mondiale brasiliano di calcio dal ct verderoro Felipe Scolari, di lì a poco sarebbe stato ceduto dal Milan al Santos, lasciando così definitivamente l’Italia.

Stando al racconto della ragazza, l’incontro con il calciatore sarebbe avvenuto per caso in un ristorante milanese. Il giocatore - è la ricostruzione della presunta vittima - era al tavolo con altre persone, tra cui la moglie. Seduta a un altro tavolo, la giovane con delle amiche. L’atmosfera - complice un bel po’ di alcol - si sarebbe surriscaldata, e dal tavolo delle ragazze sarebbero partiti segnali di «interesse» verso Robinho e i suoi amici. Uno di questi si sarebbe messo d’accordo con loro di aspettare che la moglie del calciatore lasciasse il locale per poi unire le due compagnie e trascorrere assieme il resto della serata. E così sarebbe accaduto. Solo che, a un certo punto, una ad una le amiche se ne sarebbero andate, lasciando la donna da sola con il calciatore e i suoi due amici. Trascorso altro tempo (e altro alcol) i quattro si sarebbero appartati nel retro del locale, dovel’ex milanista e gli altri due uomini avrebbero abusato della ragazza.

I tempi dell’intera vicenda, però, sollevano qualche interrogativo. Tra il presunto stupro e la denuncia, infatti, sarebbero passati circa sei mesi. Perché lasciar trascorrere tanto tempo per un fatto così grave? È possibile - si domandano gli stessi inquirenti - che qualcuno abbia intravisto la possibilità di «monetizzare» una notte a base di alcol e sesso con un personaggio ricco e famoso? Di certo, però, non è la prima volta che Robinho deve vedersela con la giustizia. Nel 2009, quand’era in forza al Manchester City, venne infatti arrestato per una violenza sessuale che avrebbe commesso in un night club di Leeds. Tra precedenti e dubbi, la nuova inchiesta procede su un crinale sottile. Né Robinho è il primo calciatore che a Milano finisce nei guai per una donna. È capitato a Sanuel Eto’o, campione dell’Inter, denunciato da una modella che lo ha accusato di averla messa incinta con un rapporto sessuale non protetto e di averla minacciata cercando in ogni modo di convincerla ad abortire. Peggio è andata ad Amantino Mancini, ex attaccante della Roma con passaggi tutt’altro che indimenticabili con i colori nerazzurri e quelli rossoneri, condannato nel 2011 con rito abbreviato a 2 anni e 8 mesi di reclusione proprio per l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una giovane brasiliana conosciuta a una festa di Ronaldhinho. Mancini, però, in carcere non ci andò mai. Anche lui, quando arrivò la sentenza, era già dall’altra parte dell’oceano, a giocare in Brasile per l’Altetico Mineiro.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 19-Dec-2005
130 messaggi

Salve,

Non sapevo dove metterla, provo qua... :-)

Qualcuno mi puo' rinfrescare la memoria su come il Napoli arrivo' in Serie A dalla C in pochissimi anni? Se non erro non ebbe arrivato con meriti suoi, ma con metodi poco ortodossi, o mi sbaglio?

Grazie.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi

Salve,

Non sapevo dove metterla, provo qua... :-)

Qualcuno mi puo' rinfrescare la memoria su come il Napoli arrivo' in Serie A dalla C in pochissimi anni? Se non erro non ebbe arrivato con meriti suoi, ma con metodi poco ortodossi, o mi sbaglio?

Grazie.

Onestamente non ricordo particolari favori per quel Napoli, quanto per la ex Fiorentina che passò dalla C2 alla B per grazia ricevuta.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi
Niente deferimento

Totti guarda avanti

Dopo le accuse alla Juve, Palazzi chiude il caso

di ADRIANO SERAFINI (IL TEMPO 23-10-2014)

Meglio chiudere un occhio. Un altro. Il procuratore federale Stefano Palazzi ha scelto la strada più semplice decidendo di archiviare il procedimento aperto nei confronti di Francesco Totti dopo le sue dichiarazioni al vetriolo rilasciate nel post gara di Juventus Roma. I termini per il deferimento, infatti, sono scaduti lo scorso lunedì e Palazzi ha deciso di non procedere.

Nel provvedimento di archiviazione è spiegato come le parole di Totti, deluso per la conduzione arbitrale di Rocchi, siano state uno sfogo senza alcun riferimento preciso e mirato verso qualcuno in particolare. La frase: «Con la Juventus succede sempre così, che giochino un campionato a parte», non è stata quindi ritenuta tale da mettere in dubbio la regolarità del campionato. O magari si è voluto soltanto mettere la parola fine ad una vicenda fin troppo chiacchierata. Il deferimento del numero 10 inoltre avrebbe riaperto inevitabilmente la discussione sulla disparità di giudizio della Procura Federale in merito alla frase di stampo razzista pronunciata del presidente della Figc Tavecchio, assolta dalle istituzioni sportive italiane, ma punita dall’Uefa. Oppure al mancato deferimento di Lotito dopo il presunto attacco a Marotta. Il caso Totti comunque finirà sulle scrivanie della Superprocura del Coni, a cui Palazzi ha passato le carte.

Nella testa del capitano adesso c'è sicuramente altro. Nella mesta serata di Champions League all'Olimpico, la sua partita è durata soltanto un tempo, quello che è bastato al Bayern Monaco per chiudere anticipatamente la partita con un sonoro, e purtroppo per i giallorossi non definitivo, 5-0. Rudi Garcia durante l'intervallo ha deciso di evitare ogni tipo di rischio fisico per il trentottenne, che ha preferito non tornare in panchina guardando la partita sul monitor all'interno dello stadio. Totti non stava benissimo, prima della gara, accusava un mal di testa, e il tecnico francese ha preferito risparmiare le energie di Totti in vista dell'imminente trasferta con la Sampdoria. D'altronde la stagione è ancora lunga e un incidente di percorso non può stravolgere tutti i programmi.

Una decisione comune che non ha lasciato strascichi e che in numero 10 aveva già metabolizzato sotto i colpi incessanti della formazione tedesca. Dopo la partita infatti, la squadra (Totti compreso) ha cenato insieme all'Olimpico per condividere una batosta difficile da digerire. Nel clima frastornato del dopo gara proprio i senatori dello spogliatoio hanno preso parola per risollevare il morale e non far perdere la bussola al gruppo nel mezzo della stagione. Sabato la prima prima risposta.

Che vergogna di giornalismo e di giustizia sportiva: si spera nella superprocura di Malagò (seeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeehhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh)

Lotito è stato deferito, comunque, per l'insulto a Marotta.

E poi, il mal di testa di Totti assomiglia tantissimo ad una scusa non richiesta, anzi ad una cazzata enorme: il mal di testa era semmai dovuto alle 5 pere del primo tempo.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 20-Apr-2009
40693 messaggi

Che vergogna di giornalismo e di giustizia sportiva: si spera nella superprocura di Malagò (seeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeehhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh)

Lotito è stato deferito, comunque, per l'insulto a Marotta.

E poi, il mal di testa di Totti assomiglia tantissimo ad una scusa non richiesta, anzi ad una cazzata enorme: il mal di testa era semmai dovuto alle 5 pere del primo tempo.

praticamente lo str**** di palazzi sta la' solo per punirci. se invece ci deve dare giustizia passa le carte a qualcun altro. Ma cosa aspetta Andrea Agnelli a farlo dimettere dalla figc? .boh

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi

praticamente lo str**** di palazzi sta la' solo per punirci. se invece ci deve dare giustizia passa le carte a qualcun altro. Ma cosa aspetta Andrea Agnelli a farlo dimettere dalla figc? .boh

C'è poco da sperare, in tal senso.

Secondo l'infiltrato Ruggiero Palombo, entro la fine di questo mese Palazzi si vedrà prolungato il mandato fino al termine del quadriennio olimpico: dovrebbe significare fino a Rio 2016.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 20-Apr-2009
40693 messaggi

C'è poco da sperare, in tal senso.

Secondo l'infiltrato Ruggiero Palombo, entro la fine di questo mese Palazzi si vedrà prolungato il mandato fino al termine del quadriennio olimpico: dovrebbe significare fino a Rio 2016.

Lo sapevo pure io purtroppo.Ma come si fa dico io a prolungare il contratto a questo qua. Non ha deferito Tavecchio non ha deferito Totti De Sanctis. Stava all'olimpico di Roma il giorno della finale di Coppa Italia e non fece nulla e quando poi indago' disse che era tutto ok e confermo' che il "povero" Ciro era un santo. E bada io sono di Napoli ma ti dico che Ciro faceva parte del gruppo di Genny che scesero dai bus per dare una lezione a de santis.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per partecipare

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora

  • Chi sta navigando   0 utenti

    Nessun utente registrato visualizza questa pagina.

×
×
  • Crea Nuovo...