andrea 1641 Joined: 01-Jun-2005 4292 messaggi Inviato May 3 Di Sebastiano Vernazza · 30 apr 2025 C'era un ragazzo che, nel Friuli degli anni Sessanta, sognava di giocare in Serie A: «A 16 anni ero apprendista alla Marzotto, la grande azienda tessile. Dopo un periodo di tirocinio a Valdagno, Vicenza, mi assunsero come operaio nello stabilimento di San Giorgio a Nogaro, in provincia di Udine: facevamo tappeti per camere da letto e per bagni. Guadagnavo 32mila lire al mese, ma lasciavo tutto in famiglia perché funzionava così». Gigi Delneri viene da lontano, dall’Italia del dopoguerra e del boom economico: «Cultura del lavoro e del sacrificio. Giocavo a pallone nell’Aquileia e, quando la Spal mi chiamò per un provino, allo stabilimento chiesi il turno dalle 6 alle 14, perché il test al campo ce l’avevo alle 15.30. E quando mi dissero: “Va bene, vieni a Ferrara”, domandai alla Marzotto un anno di aspettativa: non sapevo come sarebbe andata a finire». ▶Pochi anni prima, la Spal aveva scelto Fabio Capello e Edy Reja, friulani come lei. «Fabio è di Pieris e io ho sposato una ragazza di Pieris, Daria. Conoscevo bene il papà di Fabio, il maestro Guerrino, uomo di grande spessore: ai suoi studenti trasmetteva cultura e insegnava loro la vita tramite lo sport». ▶ A Ferrara lei conobbe Paolo Mazza, leggendario presidente della Spal allora in Serie A. «Un dirigente formidabile, un secondo padre. Aveva una rete capillare di osservatori, specie a Nordest. Manteneva tutti gli impegni: se il giorno degli stipendi cadeva di domenica, anticipava la paga al venerdì. D’inverno voleva che i suoi giocatori indossassero le mutande lunghe di lana, perché temeva il freddo e l’umidità di Ferrara. Ce le forniva lui e ogni tanto controllava: giù i calzoni, e chi non portava i mutandoni veniva multato». ▶ Che giocatore era Delneri? «Ero un centrocampista, un 8 o un 10, leggevo il gioco con due-tre secondi di anticipo. Prima di ricevere la palla, sapevo a chi passarla. Oggi scorgo qualcosa di me in Calhanoglu. Anni fa, ai tempi del mio Chievo, mi immedesimavo in Corini». ▶ Chi è stato il più forte della sua epoca? «Gianni Rivera del Milan, per distacco. Ai tempi le partite non si vedevano in tv, così ogni volta che lo affrontavo lo studiavo per “rubargli” qualcosa. E poi c’era Luis Suarez della Grande Inter, altro numero dieci meraviglioso. Rivera però...». ▶È mai stato sul punto di firmare per una grande squadra? «Nel ‘75 sembrava fatta per me e Giuseppe Pavone dal Foggia all’Inter. Poi l’Inter prese Pavone (futuro ds, ndr) e basta. Un po’ di rimpianto ce l’ho, ma ho giocato lo stesso in Serie A e va bene così». ▶ Delneri allenatore: a chi si è ispirato? «Per la gestione del gruppo e per il concetto di lavoro di squadra, a Massimo Giacomini, che mi ha allenato all’Udinese. Per il resto ad Arrigo Sacchi». ▶Bearzot e Zoff, Capello e Reja, e poi Delneri: in pochi chilometri quadrati di Friuli, tanti giocatori poi allenatori di successo. «Credo che c’entri l’educazione al lavoro e al rispetto. Siamo gente di frontiera e siamo abituati a rispondere “comandi” a chi si rivolge a noi. Ci hanno cresciuti con il senso del dovere». ▶ Il segreto del suo bellissimo Chievo? «Fuorigioco, pressing, un 4-4-2 che era un 4-2-4 perché sulle ali avevamo gente molto offensiva. Abbiamo anticipato delle tendenze, per esempio le aggressioni uno contro uno di cui tanto si parla oggi. Non voglio passare per presuntuoso, ma l’altra sera, contro il Real, ho visto il Barcellona praticare il fuorigioco che noi facevamo al Chievo». ▶ Lei ha fatto bene anche alla Samp, qualificata nel 2010 al playoff Champions, e all’Atalanta. Non è andata come avrebbe voluto nelle grandi piazze: perché? «Perché al Porto, alla Roma e alla Juve non hanno accettato i cambiamenti che avrei voluto imporre. Al Porto, il presidente Pinto da Costa mi esonerò dopo un mese, in sede, alle tre del mattino. La squadra aveva appena vinto la Champions con Mourinho e a Da Costa non piaceva che volessi lanciare dei giovani come Pepe. Alla Roma, subentrai in un’annata difficile, cominciata con la rinuncia di Prandelli. Alla Juve, ottimo girone di andata e pessimo ritorno per via degli infortuni, su tutti quello di Quagliarella, il nostro goleador. Mi infastidisce che si prenda la mia Juve come pietra di paragone del peggio, io a Torino non ho goduto di certi investimenti economici. Una cosa l’ho capita: chi va alla Juve deve porsi la vittoria come primo obiettivo, il resto viene dopo». Chi è il giocatore più forte che abbia mai allenato? Promemoria: lei ha avuto Totti alla Roma, Cassano alla Samp e Del Piero alla Juve. «Come faccio a scegliere? Parliamo di tre fuoriclasse. Li colloco tutti sullo stesso piano». La risposta diplomatica non vale. «Ribadito che sono stati tre fenomeni, metto Totti davanti: sapeva fare tutto, avrebbe potuto ricoprire qualunque ruolo, se la sarebbe cavata anche in porta. Era completo, strutturato al meglio». Quale “cassanata” può raccontarci? «Guardate che Antonio era ed è un bravo ragazzo. Non si capacitava che gli altri non avessero la sua grandezza tecnica. Faceva tutto facile e per lui tutto era facile, ma per gli altri era difficile. Con me, parcheggiava l’auto a bordo campo, tutto qua». Delneri, a 74 anni si considera in pensione? «In teoria sì. In pratica, non lo so: studio, mi aggiorno. Se mi arrivasse la proposta giusta e importante... Ho ancora un certo fuoco dentro». Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
franco catanese 323 Joined: 21-Apr-2017 625 messaggi Inviato May 4 «Una cosa l’ho capita: chi va alla Juve deve porsi la vittoria come primo obiettivo, il resto viene dopo». Direi che adesso che ha capito come funziona potremmo anche riprenderlo. Poi magari tra una quindicina d'anni lo capisce anche Thiago Motta. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Servillo23 5272 Joined: 03-Jan-2006 34614 messaggi Inviato May 5 Penso simpaticamente che se Del Neri avesse allenato in quest'epoca fatta di social, meme ecc.. sarebbe diventato lo zimbello del web Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
iosonogobbo 4612 Joined: 30-Apr-2009 21510 messaggi Inviato May 5 Chissà come sarebbe andata se i napoletani non avessero lanciato anatemi al povero Quagliarella. Non lo sapremo mai. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
UndiciLeoni 4906 Joined: 11-May-2014 11599 messaggi Inviato May 12 Beh sfortunato lo è stato, e come se l'anno dopo gli si fotte rotto Pirlo a Conte, avremmo dovuto giocare con Pazienza Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8793 Joined: 04-Apr-2006 135906 messaggi Inviato May 12 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti