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2008/09: Video Juventus Amichevoli
Morpheus © ha risposto al topic di Morpheus © in Stagione 2008/2009
Juventus - Monaco 1-1 (4-5 Rig.) Leko, 35' Iaquinta, 90' Sequenza rigori: Giovinco, Gol Modesto, Gol Esposito, Gol Bulot, Gol Salihamidzic, Gol Mollo, Gol De Ceglie, Parato Adriano, Gol Legrottaglie, Gol Bakar, Gol -
JUVENTUS - SIENA ......................... SERIE A - 18A GIORNATA ANDATA DOMENICA, 11 gennaio 2008 - ORE 15:00 STADIO "OLIMPICO" TORINO Qui la cronaca del match
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JUVENTUS - SIENA ......................... SERIE A - 18A GIORNATA ANDATA DOMENICA, 11 gennaio 2008 - ORE 15:00 STADIO "OLIMPICO" TORINO Qui i vostri commenti
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JUVENTUS - SIENA ......................... SERIE A - 18A GIORNATA ANDATA DOMENICA, 11 gennaio 2008 - ORE 15:00 STADIO "OLIMPICO" TORINO Qui le vostre pagelle
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Gp Del Brasile 2007: Kimi Raikkonen E Ferrari Campioni!
Morpheus © ha risposto al topic di FuriaCeka-11- in Archivio Sportivo
Un sontuoso Raikkonen in quel di Interlagos conquista il titolo iridato beffando Hamilton. -
Kimi Raikkonen Soprannominato Iceman ("uomo di ghiaccio", in inglese) sia per le origini nordiche che, in particolare, per il suo carattere freddo e per il suo modo di essere molto introverso. Ad otto anni R?ikk?nen mosse i primi passi nel kart. Nel 1999 approd? nel campionato britannico di Formula Renault, con il team Manor. Il titolo gli fu possibile conquistarlo l'anno successivo, con risultati eccezionali. Iceman lo conquist? grazie a 7 vittorie su 10 gare, arriv? sul podio in ogni gara ed ottenne 7 pole e 6 giri veloci. Nello stesso anno, gareggi? anche nella Formula Renault dove ottenne 2 vittorie, 2 poles e 2 giri veloci. Su 23 gare alle quali aveva partecipato fino a quel momento in monoposto, Kimi aveva avuto successo in oltre il 50%, ottenendo 13 vittorie, fatto che attir? l'attenzione di Peter Sauber dell'omonima scudera di Formula 1. Quest'ultimo lo invit? ad una sessione di test sulla pista del Mugello, questa volta attirando anche l'attenzione del plurititolato Michael Schumacher, l? per un test con la Ferrari. I tempi sul giro furono eccellenti, tanto che Sauber decise di ingaggiarlo per il Campionato di Formula 1 dell'anno successivo, il 2001, nonostante le sole 23 gare in monoposto disputate fino ad allora dal giovane finlandese, nessuna delle quali in formule propedeutiche alla Formula 1 quali la formula 3 o formula 3000. Il debutto in Formula 1 avviene nel Gran Premio di Australia, con una superlicenza provvisoria valida per le prime sei gare, al volante di una Sauber-Petronas, giungendo al 6? posto e guadagnando il primo punto mondiale. Singolare un episodio: pare che Kimi si sia addormentato in macchina pochi minuti prima della partenza, dimostrando di non patire per nulla la tensione del debutto in Formula 1[senza fonte]. Dopo la corsa la federazione sportiva concesse definitivamente la superlicenza. Alla fine della sua prima stagione R?ikk?nen racimol? 9 punti complessivi, posizionandosi al 10? posto nella classifica finale del campionato del mondo, giungendo spesso davanti al suo compagno di squadra Nick Heidfeld, 7? a fine stagione. Il finlandese fu vittima di un brutto incidente in Giappone a Suzuka insieme alla Jordan di Alesi ma fortunatamente ne usc? senza danni. Data la sua ottima stagione come debuttante, Ron Dennis lo scelse per sostituire in McLaren il posto lasciato vuoto dal 2 volte campione del mondo Mika Hakkinen, suo connazionale. Nel 2002 pass? alla McLaren-Mercedes, che vers? la somma di cinquanta milioni di euro per averlo in squadra insieme a David Coulthard.[1] Al debutto, colse il primo podio della carriera giungendo 3? nel Gran Premio di Australia ed ottenendo il giro pi? veloce. Nel Gran Premio di Francia a Magny-Cours sfior? la prima vittoria, ma, a pochi giri dalla fine, scivol? su una macchia d'olio non segnalata lasciata dalla Toyota di McNish alla curva Adelaide e venne sorpassato da Michael Schumacher, terminando la gara in seconda posizione.[2] Il finlandese diede buone prove anche sotto il diluvio a Silverstone, dove fu l'unico tra i piloti con gomme Michelin capace di reggere il ritmo dei piloti Ferrari con le pi? performanti Bridgestone mentre in Belgio, sulla pista di Spa-Francorchamps, riusc? a qualificarsi in prima fila, dietro al solo Schumacher, pur trovando nel suo giro veloce lungo il rettilineo del Kemmel una coltre di fumo che impediva ogni visuale, dovuta alla rottura del propulsore di un avversario.[senza fonte] Il finnico, nonostante le buone prestazione in estate, alla fine della stagione accumul? solo 24 punti che gli valsero il 6? posto finale. Per tutta la stagione si dimostr? molto pi? veloce del compagno di squadra David Coulthard, ma fu spesso colpito da guasti meccanici tanto da contare ben 11 ritiri. Il 2003 per R?ikk?nen fu positivo: pur disponendo della vettura dell'anno precedente seppur modificata, (la MP4/18 non gareggi? mai) si ritrov? leader all'interno del suo team e in lotta fino all'ultima gara per il mondiale. Dopo un terzo posto iniziale ottenuto nel Gran Premio d'Australia, in Malesia arriv? la prima vittoria in carriera. Nel Gran Premio del Brasile venne dato per vincitore ma giorni successivi la vittoria fu assegnata a Giancarlo Fisichella per un errore dei commissari. La stagione continu? con buoni risultati e grazie ai numerosi podi conquistati, R?ikk?nen riusc? a lottare per il titolo mondiale fino all'ultimo gran premio, contro il ferrarista Michael Schumacher e il pilota della Williams Juan Pablo Montoya. Alla fine si classific? 2? con 91 punti complessivi, solamente due in meno del campione tedesco e davanti al colombiano. R?ikk?nen al volante della McLaren nel 2002 La stagione 2004 fu meno fortunata, costellata da numerosi ritiri per guasti meccanici, vista anche la scarsa competitivit? della vettura. dopo poche gare il finlandese venne inoltre a conoscenza che per l'anno successivo avrebbe avuto un nuovo compagno di squadra: il colombiano Juan Pablo Montoya, proveniente dalla Williams (strategia commerciale che il team riproporr? anche l'anno successivo con l'ingaggio di Fernando Alonso). A met? stagione il team forn? una vettura profondamente modificata e i risultati iniziarono a migliorare: a Silverstone ottenne la pole e insidi? Michael Schumacher fino all'ultimo giro, analogamente in Germania, due settimane pi? tardi, fu costretto al ritiro mentre duellava con il tedesco al comando e nel Gran Premio del Belgio a Spa-Francorchamps riusc? a vincere dopo aver compiuto vari sorpassi anche ai danni di Michael Schumacher che, giungendo secondo a traguardo, si aggiudic? il settimo e ultimo mondiale. Dopo un inizio difficile, nel 2005 R?ikk?nen dimostr? di poter lottare per il mondiale con il rivale Fernando Alonso. Il finlandese, nonostante un forte ritardo dalla vetta del mondiale dopo le prime quattro gare, riusc? a ridurre il distacco con due vittorie consecutive in Spagna e Monaco, ed altre quattro in Canada, Ungheria, Turchia e Belgio. Nel Gran Premio d'Europa fu per? vittima di un cedimento alla sospensione quando era in testa all'ultimo giro. Il finlandese fu spesso colpito da rotture al propulsore ed ? stato spesso costretto a rimontare. La stagione si concluse poi con una vittoria in Giappone: partito 17?, R?ikk?nen rimont? una decina di posizioni. Nella seconda parte di gara super? anche Fernando Alonso e Michael Schumacher e all'ultimo giro Giancarlo Fisichella. I problemi di affidabilit? della McLaren, oltre che un inizio di stagione difficile in cui perse terreno in classifica nei confronti dei rivali, vanific? gli sforzi consegnando il titolo ad Alonso e alla Renault. In questa stagione su 19 gare ha ottenuto ben 10 giri veloci in gara, record assoluto detenuto a pari merito con Michael Schumacher. Nel 2006 la mancanza di affidabilit? e di competitivit? della sua McLaren-Mercedes lo esclusero subito dalla lotta per il titolo mondiale e non riusc? a vincere nessun Gran Premio, conquistando ugualmente 65 punti, 3 pole position e terminando al quinto posto alle spalle dei piloti Ferrari e Renault. Sfior? la vittoria solo in Ungheria dove per? fu costretto al ritiro per un incidente con il doppiato Vitantonio Liuzzi e a Montecarlo dove si ritiro ancora per guai tecnici, quando fu l'unico pilota in pista a tenere il ritmo di Alonso. A Monza, quando il tedesco ufficializz? il suo ritiro la Ferrari conferm? l'ingaggio di R?ikk?nen come successore e il finlandese concluse la gara secondo, proprio dietro a Michael Schumacher. Il debutto al volante della Ferrari F2007, la nuova macchina della Scuderia Ferrari che ha utilizzato nel corso del mondiale di Formula 1 del 2007, avvenne il 30 gennaio 2007 a Valencia. R?ikk?nen si dichiar? ambizioso di voler gareggiare ad armi pari con l'altro pilota della Ferrari, ovvero Felipe Massa.[senza fonte] R?ikk?nen vince la sua terza gara del 2007 nel Gran Premio di Gran Bretagna. Inizi? la stagione vincendo il Gran Premio d'Australia dove ottenne pole position e giro pi? veloce (solo Fangio e Mansell erano riusciti a fare altrettanto al debutto con una Ferrari). Le due gare successive gli fanno conquistare due terzi posti, il primo in Malesia, dove il motore era stato limitato nei giri a causa di una piccola perdita d'acqua sul finire del Gp d' Australia, ed uno in Bahrein, dove per? ha un po' deluso e ha sofferto il passaggio alle gomme Bridgestone. Nel GP di Spagna, invece, fu costretto al ritiro a causa di un problema elettronico, che lo ha privato di un sicuro posto sul podio. A Monaco inizi? male il week-end, a causa di un errore nella seconda qualifica, che lo costrinse a partire sedicesimo dopo aver danneggiato irrimediabilmente la sospensione anteriore. In gara rimont? fino all'ottavo posto, guadagnando un punto iridato, grazie ad una buona partenza e ad un ottimo lavoro del box Ferrari. Dopo un'infelice doppia trasferta in Canada dove non and? oltre il 5? posto e Stati Uniti dove fu 4?, ritorn? alla vittoria nel Gp di Francia a Magny-Cours partendo in griglia dalla 3? piazza dietro Massa ed Hamilton. In partenza super? l'inglese della McLaren e al 46? giro il compagno Felipe Massa grazie alla tattica dei pit-stop. Nella gara successiva, in Gran Bretagna, centr? un'altra vittoria realizzando anche il giro pi? veloce, anche in questo caso grazie alla sosta ai box posticipata rispetto agli avversari. Nel bagnato Gran Premio d'Europa al Nurburgring, dopo aver conquistato la pole position, a met? gara fu costretto al ritiro per un problema idraulico sulla sua Ferrari. Va meglio nel Gran Premio d'Ungheria dove giunse secondo subito dietro a Lewis Hamilton, ottenendo il giro pi? veloce all'ultima tornata. Anche in Turchia arriv? 2? dietro a Felipe Massa ottenendo il giro pi? veloce. A Monza, dove risentiva di un brutto incidente avvenuto il sabato mattina, arriv? terzo dietro le McLaren subendo un umiliante sorpasso da Hamilton. Nonostante il titolo sembrasse ormai fuori dalla portata del finlandese, la Ferrari decise che visto il miglior piazzamento di R?ikk?nen, in classifica, in confronto a Massa, di puntare su Kimi per gli ultimi disperati attacchi ad Hamilton e Alonso. In Belgio, dopo aver ottenuto la pole position, torna sul gradino pi? alto del podio, portando insieme a Felipe Massa alla Ferrari il quindicesimo titolo costruttori. Per R?ikk?nen si tratta della terza vittoria consecutiva sulla mitica pista di Spa-Francorchamps. A Fuji, in una gara sotto la pioggia, si ritrov? nelle ultime posizioni a causa di un'errata scelta delle gomme ma rimonta fino al terzo posto. Con 17 punti da recuperare ad Hamilton su 20 disponibili, il mondiale sembrava ormai chiuso. In Cina domina il weekend, parte alle spalle di Hamilton e,quando comincia a piovere, supera l' inglese e approfittando del successivo ritiro di Hamilton, portandosi a 7 punti dall'inglese e a 4 da Alonso ad una gara dal termine. Questo trionfo lo porta di diritto nella storia della Ferrari, visto che grazie al successo di Kimi, la "Rossa" ottiene il suo 200? trionfo in F1. Il 21 ottobre 2007 a Interlagos ? necessario salire sul gradino pi? alto del podio con Massa, e sperare in una difficolt? di Hamilton per conquistare il titolo. Kimi R?ikk?nen alla partenza dal terzo posto brucia l'inglese e si porta alle spalle dell'altro ferrarista Massa partito in Pole Position. Nel frattempo Alonso si porta in terza posizione superando il suo giovane compagno di squadra che, complice l'inesperienza e la troppa foga, nel tentativo di riprendersi la terza posizione si rende autore di un fuori pista che lo fa scivolare indietro; come se non bastasse dopo pochi minuti un'inaspettato e non chiaro problema al cambio lo fa piombare in ultima posizione: ? l'inizio della clamorosa disfatta. Hamilton conclude settimo, ne approfitta R?ikk?nen che, beneficiando anche del secondo posto di Massa che relega Alonso in terza posizione, si laurea per la prima volta nella sua carriera Campione del Mondo di Formula 1 con 110 punti iridati, uno in pi? dei sui diretti avversari della McLaren (Hamilton 2? e Alonso 3?), completando una fantastica rimonta di addirittura 26 punti. Nelle ore successive al termine della gara viene aperta un'inchiesta dalla FIA sulle Williams di Rosberg, quarto in gara, e Nakajima e sulle BMW Sauber di Heidfeld e Kubica, rispettivamente sesto e quinto, per le temperature fuori norma della benzina. L'inchiesta comunque non porter? alla squalifica dei piloti coinvolti, pertanto il titolo di R?ikk?nen viene confermato.[3] Il team McLaren-Mercedes decide comunque di presentare ricorso contro la decisione presa dai commissari di cui sopra. Inizialmente pare incline ad un ricorso marcatamente teso alla retrocessione o squalifica delle vetture sopramenzionate,permettendo in tal modo la vittoria nel mondiale al britannico Lewis Hamilton. In seguito ai pareri dissenzienti in seno alla scuderia,in particolar modo dei suoi due piloti declina l'intenzione iniziale in favore di un approccio "soft" indirizzato solo a far "luce" sulle procedure decisionali adottate di commissari nella specifica occasione. L'udienza viene fissata per il 15 di novembre presso la Corte d'Appello internazionale FIA, ma il tribunale d'appello, a seguito di essa, giudicher? "inammissibile" il ricorso presentato dal team McLaren-Mercedes e il titolo ? cos? definitivamente confermato al pilota scandinavo che ? cosi il terzo campione del mondo finlandese dopo Mika Hakkinen e Rosberg, e il terzo pilota a vincere un mondiale al primo anno in Ferrari (c'erano in precedenza riusciti Juan Manuel Fangio e Jody Scheckter). La stagione 2008 non inizia sotto i migliori auspici per il finlandese alla prima gara in Australia sul circuito dell' Albert Park: partito sedicesimo a causa di un problema alla pressione della benzina, commette alcuni errori e si ritira a 4 giri dal traguardo; verr? poi riammesso in classifica per via di una squalifica inflitta a Rubens Barrichello. Si riscatta immediatamente in Malesia sul tracciato di Kuala Lumpur, vincendo la gara autorevolmente, superando con una sosta ai box ritardata il compagno di squadra Felipe Massa. Sul circuito di Sakhir in Bahrein, taglia il traguardo secondo dietro al suo compagno di squadra e davanti a Robert Kubica: dopo aver compiuto un grande sorpasso dall' esterno ai danni del polacco nei primi giri, resta dietro al compagno garantendosi per? la testa del mondiale con 4 punti sul tedesco Nick Heidfeld. La trasferta nel deserto, conclusasi con una doppietta, riporter? alle Rosse ottime speranze con le McLaren Mercedes in affanno nelle retrovie. Rientro del circus di Bernie Ecclestone in Europa per il Gran Premio di Spagna sul circuito del Montmel?: inizio trionfale per il finladese che si aggiudica la pole position strappandola per pochi centesimi di secondo al beniamino asturiano casalingo Fernando Alonso, quest'anno in affanno per via della sua monoposto Renault poco competitiva. Si aggiudica la gara restando in testa dall'inizio alla fine, rafforzando la sua posizione di leader nella classifica piloti. Una caratteristica tecnica molto curiosa ? stata apportata alla Ferrari F 2008 in questa gara: un "buco" sito nella parte superiore dell'alettone anteriore che ha il compito di migliorare i flussi aerodinamici e garantire pi? stabilit? in inserimento e in uscita di curva. Una settimana dopo, nella trasferta in Turchia sul circuito dell' Istambul Park, il ferrarista ottiene la quarta posizione in qualifica dietro al suo compagno di squadra e alle frecce d'argento di Heikki Kovalainen e Lewis Hamilton. L'epilogo vedr? il finladese al terzo posto anticipato da Hamilton e dal suo compagno di squadra Felipe Massa. Rimane dunque saldamente in testa al mondiale, con 35 punti rispetto ai 28 dell'inglese della McLaren Mercedes, cos? come la sua scuderia a 63 punti rispetto ai 44 della tedesca Bmw. Due settimane pi? tardi l'appuntamento sul tracciato cittadino del Principato di Monaco. L'anno precedente la scuderia di Maranello aveva accusato su questo tracciato un pesante svantaggio derivante dal passo troppo lungo della vettura. Quest'anno l'esito delle qualifiche (pole per il compagno di squadra Massa e secondo posto per il finlandese) sorride alla Ferrari che, riproponendo soluzioni aerodinamiche gi? testate come il "buco" sul musetto, si piazza davanti alle rivali principali: le due McLaren Mercedes di Hamilton prima e del connazionale Kovalainen poi. Tutto ci? non accadeva, sul circuito monegasco, dal 1979. Epilogo a dir poco disastroso per lui: una partenza mediocre fa s? che Hamilton lo sopraggiunga gi? alla prima curva. L'asfalto bagnato, un assetto forse poco perfomante, una penalizzazione e vari errori fra i quali un tamponamento sul finire di gara nei confronti di Adrian Sutil, fanno il resto. Non raggiunge nemmeno la zona punti (non accadeva da 12 Gran Premi consecutivi) e ci? gli fa perdere la testa del mondiale sulla quale sale il britannico delle Frecce d'argento. Unica magra consolazione della gara, la realizzazione del giro pi? veloce. Trasferimento del circus della Formula 1 in Canada sul celebre circuito Gilles Villeneuve, l'unica trasferta americana dopo l'estromissione dal calendario del celebre tracciato di Indianapolis. Il finlandese afferma pubblicamente di voler dimenticare la pessima trasferta monegasca e le prove libere nella prima ora sul circuito di Montr?al regalano a Kimi il miglior tempo assoluto; ci? non si ripete nella seconda quando ? Lewis Hamilton a piazzarsi al primo posto pur non ripetendo il giro record di R?ikk?nen. Vi saranno inoltre aspre polemiche per via delle condizioni precarie dell'asfalto del circuito, usato solo una volta all'anno proprio dalla Formula 1. Nelle qualifiche ufficiali si piazzer? in seconda fila. La gara, iniziata senza significative variazioni di piazzamenti, prosegue nel segno dell'ottima prestazione del finlandese che, dopo alcuni giri sottotono, si porta vicino alla conquista della seconda piazza ai danni del polacco Kubica; tuttavia la gara cambia volto quando in gara entra la Safety Car a causa di un incidente. In questo frangente, dopo un giro dietro alla vettura di sicurezza, tutti i piloti di testa rientrano nei box per il rifornimento; gli uomini Ferrari sono pi? rapidi rispetto a quelli della McLaren e ci? permette a Kimi di superare Hamilton. Il finlandese si ferma ripettando la semaforica rossa affiancato a Kubica ma il pilota britannico urta il ferrarista mettendo fuori gioco sia R?ikk?nen che s? stesso. Dopo la gara, complice la tanto inedita quanto inattesa doppietta BMW, il pilota della scuderia italiana viene sopravvanzato in classifica iridata sia dal vincitore, Robert Kubica, sia dal compagno di squadra Felipe Massa. Quattordici giorni dopo, sul circuito di Magny-Cours nella campagna francese, conquista la sua seconda pole position stagionale, la duecentesima nella storia del Cavallino Rampante. Sul circuito, duramente criticato dal presidente della Formula 1 Bernie Ecclestone gi? nella precedente stagione, non si correr? nel 2009 per via dei disagi connessi al mancato sviluppo della zona. Tuttavia, il direttore del circuito vuole investire in una sostanziale modernizzazione dello stesso per potersi avvicinare agli standard avveniristici dei circuiti orientali e garantire di anno in anno minori disagi alle scuderie partecipanti. In gara R?ikk?nen parte bene dalla pole e resta al comando fino a met? gara quando perde uno scarico ed ? costretto a rallentare e consegnare la testa della corsa e la vittoria finale a Massa, mentre lui dovr? accontentarsi di un sofferto ma meritato 2? posto. In Gran Bretagna, sul circuito di Silverstone, il finlandese non riesce ad andare oltre il quarto posto. Un Gran Premio a dir poco roccambolesco che segner? fin dalla partenza la sua evoluzione. Strategie errate, condizioni meteo variabili ed avversari nettamente al di sopra della Ferrari hanno fatto il resto. Il compagno di squadra Felipe Massa arriva addirittura tredicesimo, l'ultimo dei piloti rimasti in gara. Sul podio finiranno Lewis Hamilton, Nick Heidfeld e l'ex pilota Ferrari Rubens Barrichello. Arrivo della Formula 1 all' Hockenheimring Baden-W?rttemberg in Germania sito nell'omonima citt?. Sul tracciato, in disuso da 3 anni, il finlandese, nelle consuete prove libere del venerd?, fa registrare il terzo tempo alle spalle del compagno di squadra e di Lewis Hamilton: attualmente i tre piloti sono i leader della classifica mondiale. Il sabato, durante le qualifiche ufficiali, non riesce ad andare oltre il sesto posto: presumibilmente il discreto risultato ? stato influenzato da un quantitativo di carburante superiore rispetto alla concorrenza. Il suo compagno di squadra conquista la seconda piazza alle spalle dell'inglese delle Frecce d'argento Hamilton. Il giorno seguente, quello della gara, non riesce a mantenere il passo dei migliori: nemmeno l'entrata in pista della safety-car, per un incidente alla Toyota di Timo Glock, ribalter? la situazione. Arriver? sesto, cos? come la posizione guadagnata il sabato nelle qualifiche. Poco esaltante anche il suo compagno di squadra Felipe Massa arrivato comunque terzo alle spalle di un eccellente Lewis Hamilton e Nelson Piquet Jr.. In evidente recupero le McLaren Mercedes che riducono la distanza dalla Ferrari nel Campionato Mondiale Costruttori (86 punti contro 105) e pongono il "pupillo" della casa di Stoccarda al primo posto in quello piloti. Dopo aver espresso tutto il suo rammarico per le deludenti prestazioni delle due monoposto del Cavallino il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, ha esortato il team a lavorare per il Gran Premio successivo all' Hungaroring di Budapest. Il finlandese ha gi? testato la sua vettura ed ha affermato, soddisfatto del lavoro eseguito, che non si ripeteranno gli errori fatti in passato. Nel weekend del GP di Ungheria, Kimi si mette leggermente in mostra nella prima sessione di prove del venerd? dove ottiene il secondo tempo dietro al compagno di squadra, ma nelle prove restanti e nelle qualifiche non otterr? grandi risultati tant'? che la domenica in gara partir? sesto. Il giorno della gara stessa, Kimi parte male e viene scavalcato da Alonso al via e arrancher? dietro lo spagnolo per gran parte della gara anche se, nonostante questo, grazie al "gioco" dei Pit Stop riuscir? a ottenere un inaspettato terzo posto finale. A Valencia, sul nuovo circuito cittadino in occasione del Gran Premio d'Europa, ottiene il miglior tempo nella seconda sessione di prove del venerd? ma il resto del weekend non sar? positivo: in qualifica ottiene solo un quarto posto. In gara, dopo una prova molto modesta dove, fra l'altro, travolge il meccanico addetto alla pompa di benzina durante il Pit Stop, Pietro Timpini, ? costretto a ritirarsi per la rottura del motore. Con un nuovo propulsore, la Rossa di Maranello del finlandese arriva in Belgio sul Circuito di Spa-Francorchamps. Nelle prove libere del venerd? ottiene il secondo posto assoluto alle spalle del suo compagno di squadra: un risultato non del tutto positivo dato che, a 5 gare dalla conclusione del mondiale, ? prorpio Felipe Massa a trovarsi in vantaggio rispetto a lui e ci? potrebbe indurre la squadra a puntare tutto sul brasiliano per la vincita del titolo iridato. Tuttavia, Kimi giunge nel tracciato belga con la certezza di avere in tasca la vittoria delle ultime 3 edizioni del Gran Premio e consapevole che, se raggiungesse la quarta, eguaglierebbe il record di Jim Clark e di Ayrton Senna. Nonostante questa certezza, le qualifiche del sabato non sorridono a Raikkonen: infatti riesce ad ottenere solo il quarto tempo in griglia ma consapevole, secondo quanto rilasciato nelle interviste, di avere una buona messa a punto. La domenica, partenza eccellente del finlandese che conduce autorevolmente la gara fino a 4 giri dalla fine: infatti, arrivati a tale termine, la pioggia annunciata sin dall'inizio arriva. Il vantaggio del ferrarista si riduce al minimo ed un duello serrato con Lewis Hamilton mette fuori combattimento Kimi. Al traguardo arriveranno, nell'ordine, l'inglese della McLaren Mercedes, il compagno di squadra Felipe Massa e Nick Heidfeld della Bmw fermatosi al terz'ultimo giro per il cambio gomme e risalito dalla settima alla terza posizione. A premiazione terminata la FIA si riunisce per analizzare la condotta di gara di Lewis Hamilton e di Timo Glock. Ne esce che entrambi i piloti vengono penalizzati di 25 secondi per via di alcune vicissitudini verificatesi durante le battute finali: ci? fa scalare il britannico dal primo all'ultimo gradino del podio. Questo significa anche un numero minore di punti guadagnati. Tale sentenza non pu? far altro che allietare la pessima giornata del finlandese che in ottica campionato si trova in condizioni di sottrarre meno punti agli avversari. Sette giorni pi? tardi, Kimi Raikkonen giunge in Italia all' Autodromo Nazionale di Monza, Gran Premio di casa per la Scuderia Ferrari. Prove libere nel segno di un vero e proprio diluvio nella prima ora e di cielo moderatamente sereno nella seconda. Proprio in quest'ultima il finnico fa registrare la migliore prestazione assoluta: complice sar? anche la felicit? per esser stato confermato alla guida della monoposto di Maranello sino al 2010. Il giorno successivo le condizioni metereologiche non migliorano e, per la prima volta nella sua carriera, non riesce ad accedere alla cosidetta Q3 cos? come Lewis Hamilton. La pole position andr? alla scuderia cugina della Ferrari, la Toro Rosso, con Sebastian Vettel. Massa riesce a limitare i danni piazzandosi al sesto posto. Un assetto completamente errato e una strategia abbastanza positiva fanno in modo che Kimi rimanga in ombra per 3/4 di gara; solo quando l'asfalto comincia ad asciugarsi riesce a segnare il miglior tempo e guadagnare una mesta nona posizione. Vince Sebastian Vettel che, con la sua Toro Rosso, tinge ugualmente con colori italiani questo Gran Premio. A quattro gare dal termine del mondiale 2008, la Formula 1 giunge sul circuito cittadino di Singapore, entrato in calendario proprio quest'anno. Questa ? una gara dalla valenza storica per due ragioni: ? la prima volta che le monoposto della massima serie corrono di notte e perch? questa novit? festeggia il traguardo degli 800 Gran Premi. Kimi, nelle prove libere del venerd?, non ottiene ottimi tempi complice anche le condizioni meteo sfavorevoli. Il finnico ? comunque soddisfatto e motivato a scalare la classifica: impresa ardua dato il consistente divario con i concorrenti. Sabato qualifiche con le Ferrari sempre veloci in tutte e tre le sessioni. Conclude terzo alle spalle di Felipe Massa e Lewis Hamilton. La gara si svolge sotto i migliori auspici sia per lui che per Massa. Un incidente di Nelson Piqet Jr. fa entrare la safety-car ed ? l'inizio della decandenza. L'epilogo si avr? con l'inicdente dello stesso Kimi a 3 giri dal termine quando ricopriva la quinta posizione. Torna alla vittoria Fernando Alonso con Nico Rosberg e Lewis Hamilton al seguito. L'unica mesta consolazione ? il giro record della gara che va ad eguagliare il record di Michael Schumacher: 10 giri veloci assoluti, in diversi Gran Premi, nel corso di un campionato. Nella gara successiva in Giappone, sul circuito del Fuji Speedway, si classifica terzo dietro Alonso e Kubica, ma nonostante il piazzamento vede sfumare matematicamente la possibilit? di confermarsi campione del mondo avendo accumulato uno svantaggio di 21 punti a due gare dalla fine. A Shanghai, sette giorni dopo, ottiene la seconda posizione in griglia accanto a Lewis Hamilton che potrebbe laurearsi campione del mondo. Kimi dovr? cercare di aiutare il suo compagno di squadra, anch'egli in lotta per il titolo iridato. La gara si evolve con pochi sconvolgimenti: sul podio andranno, nell'ordine, Lewis Hamilton che aumenta di due lunghezze il distacco in classifica piloti da Felipe Massa, giunto secondo. Il finnico conclude la gara in terza posizione. La Casa di Maranello vede sempre pi? vicino il titolo costruttori mentre pi? in bilico ? l'assegnazione dell'iride piloti. Nell'ultima gara della stagione in Brasile si decide l'assegnazione dei due titoli. In pole partir? Massa con a fianco un inatteso Jarno Trulli e il compagno di squadra Kimi Raikkonen. Il vincitore sar? proprio il brasiliano con alle spalle Fernando Alonso, terzo Kimi Raikkonen. Questo risultato porta a Maranello il 16? titolo costruttori nella sua storia. Il titolo iridato passa all'inglese delle Frecce d'argento Lewis Hamilton che diventa anche il pi? giovane campione del mondo nella storia della Formula 1. In seguito alla stagione 2008 Kimi fu molto criticato per l'esito del campionato al di sotto delle aspettative. Raikkonen come suo solito non ha mai dato troppo peso a quello che gli viene detto e visto che non parla molto non si conoscono i veri motivi di questa crisi. L'unica dichiarazione che ha lasciato alle interviste ? l'ammissione di aver corso il finale di stagione senza le giuste motivazioni e che indende rifarsi nel 2009. Ecclestone ha accusato Raikkonen di non amare la formula 1, l'ex pilota Ferrari Eddie Irvine ha detto che Kimi farebbe meglio a ritirarsi e molti giornali sostengono che presto Alonso lo avrebbe sostituito. Iceman non ha mai risposto a nessuna di queste critiche. Lui ritiene che arrabbiarsi e continuare a parlare non cambia la situazione (come ha detto in un'intervista dopo l'incidente con Hamilton in Canada) e preferisce guardare avanti. In pochi hanno dato sostegno a Kimi in questo periodo, tra i quali troviamo Mika Hakkinen, suo connazionale. Fonte: Wikipedia
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Miguel Indurain Straordinario campione, ? ricordato soprattutto per essere stato il primo corridore a vincere per cinque volte consecutive il Tour de France. Notevolissime erano le sue doti atletiche, come ad esempio i 28 battiti al minuto che registrava a riposo. Straordinarie le sue doti di passista, che ha dimostrato imponendosi in varie corse a cronometro e mostrando regolarit? in quelle in salita. Nonostante non sia mai stato uno scalatore classico era sempre fra i migliori con il suo passo regolare quando la strada saliva, pur senza la necessit? degli scatti del grimpeur per staccare gli avversari. Professionista dal 1984, nell'anno successivo partecipa per la prima volta alla corsa francese mentre la sua prima vittoria di tappa risale al 1989. Prima di diventare capitano della sua squadra la Banesto, fece il gregario per Pedro Delgado. Nel 1991 vince il suo primo Tour; nel 1992 fa la doppietta conquistando sia il Tour che il Giro d'Italia, impresa ripetuta anche l'anno successivo. Nel settembre del 1994 a Bordeaux batte il record dell'ora, con 53,040 km, superando di 327 metri il primato di Graeme Obree. Nel 1995 vince il suo ultimo Tour de France e la prova a cronometro del campionato del mondo. Nel 1996 durante la sua ultima stagione da professionista conquista la medaglia d'oro nella gara a cronometro alle Olimpiadi di Atlanta. Da professionista ha vinto in tutto 111 corse. ? tutt'ora il ciclista piu' alto e piu' pesante ad aver vinto un Tour de France: 188 centimetri per 80 chili. Fonte: Wikipedia
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Russel Coutts ? considerato tra i pi? forti al mondo nella categoria Match Race. Vincitore della medaglia d'oro olimpica nella classe Finn nel 1984, e di diverse altre competizioni nautiche, deve la maggior parte della sua fama alla triplice conquista dell'America's Cup, la pi? importante manifestazione velica al mondo, per due volte come skipper del Team New Zealand, come sfidante nel 1995, strappando la coppa dalle mani degli americani di Young America, e detentore nel 2000, battendo i challenger italiani di Luna Rossa, ed in seguito a bordo di Alinghi nel 2003, proprio contro il suo vecchio team neozelandese. Ultimamente gareggia sulla classe RC44, espressamente voluta da lui e proposta per l'America's Cup poi scartata con l'idea degli ACC90, in grado regatare sia in match race sia in flotta. Fonte: Wikipedia
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Rafael Nadal Esord? fra i professionisti a 14 anni e 7 mesi nei tornei satellite, a settembre 2001 ottenne i primi punti e a fine anno fu n? 818 al mondo. Il primo match ATP lo vinse nell'aprile 2002 a Maiorca contro Ramon Delgado, diventando il 9? Under 16 a vincere un match nell'era Open. Nel 2002 vinse 6 futures e chiuse l'anno al 235? posto ATP. Inoltre conquist? le semifinali al Wimbledon juniores. Va premesso che Nadal ? ancora giovane e potrebbe nel corso degli anni modulare il suo tipo di gioco. Al momento ? facile riscontrare che ha doti fisiche notevolissime: un mix incredibile di velocit?, tenuta ed equilibrio. Come commenta spesso Rino Tommasi, il talento vero e tangibile di Nadal ? ributtare la palla di qua una volta pi? degli altri. Per fargli punto occorrono - soprattutto sulla terra - due, tre vincenti consecutivi e non ? detto che si riesca a passarlo. Il campione spagnolo ? in grado di alzare il livello del suo tennis in modo direttamente proporzionale all'importanza del punto giocato e restare concentratissimo anche sui lunghi match. La percentuale minima di errori caratterizza le sue partite. Pochi "quindici" perduti gratuitamente. Per quanto riguarda le doti tecniche, Nadal viene spesso accusato di essere un "pallettaro", ma queste accuse si sono man mano affievolite nel corso degli ultimi anni, durante i quali il maiorchino ? riuscito a raffinare notevolmente i suoi colpi, rovescio e servizio in primis. Predilige il gioco da fondo, martellando gli avversari col diritto e col rovescio bimane. Dopo i primi due scambi, Nadal tende ad "imprigionare" l'avversario in uno degli angoli prendendo di fatto l'iniziativa del gioco. Nel 2003 arriv? in finale a Cagliari, sconfitto da Filippo Volandri, conquist? il prestigioso challenger di Barletta e poche settimane dopo gioc? il suo primo torneo Master a Montecarlo, passando 2 turni; questa performance gli permise di entrare fra i primi 100 al mondo. Debutt? a Wimbledon e arriv? fino al 3? turno. Dopo un mese era fra i top 50. Nel gennaio 2004 raggiunse la sua prima finale ATP ad Auckland e un mese dopo esord? in Coppa Davis nel match contro la Repubblica Ceca; perse con Jiri Novak, ma vinse poi con Radek Stepanek. Nel torneo Master Series di Miami ottenne una prestigiosa vittoria, affrontando e battendo al terzo turno, in due set, il numero uno del mondo Roger Federer, iniziando la pi? interessante rivalit? del tennis contemporaneo. Sopot Ad agosto conquist? il primo titolo ATP. Il 3 dicembre la sua vittoria su Andy Roddick fu decisiva per il quinto trionfo della Spagna nella Coppa Davis e Nadal divenne il pi? giovane vincitore nella storia del trofeo. Chiuse la stagione al 48esimo posto della classifica mondiale. Il 2005 fu l'anno della consacrazione, conquist? ben undici tornei in stagione (Costa Do Sauipe, Acapulco, Montecarlo AMS, Barcellona, Roma AMS, Open di Francia, Bastad, Stoccarda, Montreal AMS, Pechino, Madrid AMS) su dodici finali disputate (solo Roger Federer fece altrettanto nel 2005), stabilendo il record di tornei Master Series vinti in un anno con 4 vittorie (record che condivide con Roger Federer vincitore di 4 tornei Master Series nella stessa stagione e nel 2006). Al Master Series di Roma vinse contro Guillermo Coria dopo una sfida infinita durata 5 ore e 14 minuti. Il 23 maggio battendo in finale Mariano Puerta conquist? il suo primo Roland Garros e raggiunse la seconda posizione nella classifica ATP. Un infortunio al piede gli imped? di disputare la Masters Cup di Shanghai. Il 2006 si apr? per lui con il forfait agli Australian Open sempre a causa degli stessi problemi fisici, ma al suo ritorno sui campi, dopo aver perso in semifinale a Marsiglia da Arnaud Clement, vinse il torneo di Dubai in finale contro Roger Federer. Conquist? nuovamente i tornei Master Series di Montecarlo e Roma, battendo in entrambe le occasioni Federer in finale. Conferm? la vittoria del torneo casalingo di Barcellona e l'11 giugno 2006, batt? nuovamente, in finale al Roland Garros, il rivale svizzero, conquistando il suo secondo torneo dello Slam. Con questo risultato, Nadal divenne il primo giocatore della storia a realizzare il cosiddetto "Slam rosso" (vittorie nei tre pi? prestigiosi tornei su terra rossa, Montecarlo, Roma, Parigi) per due anni di seguito, confermandosi uno specialista della superficie. In particolare con la vittoria al primo turno del Roland Garros, contro lo svedese Robin Soderling, stabil? il nuovo record di vittorie consecutive sulla terra rossa, 54, superando la striscia dell'argentino Guillermo Vilas: la serie aveva avuto inizio nel 2005 al Master Series di Montecarlo. A Wimbledon, sull'erba, lo spagnolo riesce ad arrivare in finale, dove viene poi sconfitto dallo svizzero Roger Federer in quattro set (6/0, 7/6, 6/7, 6/3). Rafael Nadal Il dopo Wimbledon ? stato per? deludente: Nadal venne eliminato nei primi turni in diversi tornei, non riuscendo a conquistare pi? un titolo e venendo eliminato nei quarti degli U.S. Open dal russo Mikhail Youzhny in 4 set. Alla sua prima Masters Cup, sconfitto da Blake nel Round Robin, incontr? Federer in semifinale venendo battuto in due set 6-4 7-5. Concluse anche questa stagione al secondo posto dietro lo svizzero. Il 2007 di Nadal, dopo un inizio stentato (sconfitto tra l'altro agli Australian Open nei quarti di finale dal cileno Fernando Gonzalez) lo ha visto trionfare a Marzo al Master Series di Indian Wells, battendo in finale il serbo Novak Djokovic, ad Aprile al Master Series di Montecarlo, sconfiggendo per l'ennesima volta in finale Roger Federer, a Barcellona battendo in finale Guillermo Canas, e a maggio al Master Series di Roma, battendo in finale il cileno Fernando Gonzalez. Nel corso di questo torneo, inoltre, super? il record di 75 vittorie consecutive su un singolo terreno (nel suo caso sulla terra) che era detenuto da John McEnroe. Successivamente, al torneo di Amburgo, lo spagnolo ha perso la finale da Roger Federer, fermando a 81 la sua striscia di vittorie consecutive sulla terra. Nonostante questa sconfitta ,Nadal riesce a battere lo svizzero dopo due settimane, al Roland Garros. Di nuovo assieme in finale come l'anno precedente, Nadal ha portato a casa per il terzo anno consecutivo il titolo (unico tennista dopo Bjorn Borg nell'era Open), col punteggio di 6\3 4\6 6\3 6\4, cedendo proprio nell'ultima partita l'unico set perso nel latorneo. Increment? la sua serie incredibile di vittorie all'Open di Francia, 21-0. Con questa vittoria il tennista maiorchino porta a 3 i titoli vinti nel grande Slam, in 13 partecipazioni (terzo nella statistica dopo John McEnroe e Jimmy Connors). Attualmente detiene un record incredibile: nei 34 match disputati al meglio dei 5 set sulla terra, Nadal ? riuscito a vincerli tutti. Raggiunse di nuovo la finale del Torneo di Wimbledon e riusci a mettere in difficolta Roger Federer costringendolo per la prima volta in cinque anni ad un match di cinque set sull'erba londinese (7-6,4-6,7-6,2-6,6-2). Nelle dichiarazioni di fine gara lo svizzero afferm?: "meritava anche lui questo titolo". In seguito Nadal vinse a Stoccarda ma, come l'anno precedente, non brill? nella seconda parte di stagione venendo eliminato al 4? turno agli US Open dal connazionale Ferrer in 4 set. Chiuse la stagione con la finale del torneo Master Series di Parigi Bercy (sconfitto da David Nalbandian per 6-4 6-0) e con una nuova semifinale alla Masters Cup di Shanghai (ancora battuto da Federer per 6-4 6-1). Per il terzo anno consecutivo chiuse la stagione al secondo posto del ranking. Ha partecipato al torneo ATP di Chennai, dove ha raggiunto la finale perdendo, per?, contro il russo Mikhail Youzhny, in maniera molto netta (6-0, 6-1). Nonostante la sconfitta in finale, Nadal ? riuscito a recuperare ulteriori punti a Roger Federer. Per la prima volta in carriera Rafael Nadal approda in semifinale agli Australian Open dove viene sconfitto dal sorprendente francese Jo-Wilfried Tsonga. A Marzo del 2008, arriva ai quarti di finale del torneo di Dubai, sconfitto in due set (7-6, 6-2) da Andy Roddick. Il periodo non roseo dello spagnolo viene evidenziato dalla sconfitta al secondo turno del torneo di Rotterdam per mano dell'italiano Andreas Seppi in tre set abbastanza combattuti. Chiamato alla difesa del torneo di Indian Wells vinto l'anno precedente si ferma alle semifinali battuto 6-3 6-2 dal serbo Djokovic. Al torneo di Miami arriva in finale dopo aver sconfitto tra gli altri: Kiefer, Blake e Berdych; ma in finale ? superato dal russo Nikolay Davydenko, che s'impone per 6-4 6-2. Dopo aver giocato e vinto a Brema in Coppa Davis contro Nicolas Kiefer, in aprile si aggiudica per la quarta volta consecutiva il Master Series di Montecarlo, dopo aver battuto in sequenza Ancic, Ferrero, Ferrer, Davydenko e, in finale, Federer. Un'ora dopo si aggiudica anche il torneo di doppio insieme a Tommy Robredo battendo in finale la coppia M. Bhupathi - M. Knowles con il punteggio di 6-3,6-3. Il primo giocatore a fare la doppietta singolare-doppio a Montecarlo. A Barcellona ripete il poker di Montecarlo sconfiggendo il connazionale Ferrer con il punteggio di 6-1 4-6 6-1. Al torneo masters series di Roma Nadal ? sconfitto al secondo turno dal connazionale Juan Carlos Ferrero con il punteggio di 7-5 6-1, penalizzato da un problema di vesciche al piede. Ad Amburgo vince per la prima volta battendo in finale con il punteggio di 7-5 6-7 6-3 il numero 1 del mondo Roger Federer dopo aver sconfitto in semifinale Novak Djokovic. Al Roland Garros vince per la quarta volta consecutiva, per la prima volta senza perdere un set, battendo in finale nuovamente Federer per 6-1 6-3 6-0, eguagliando cos? il primato dello svedese Bj?rn Borg che si era imposto per quattro volte di seguito dal 1978 al 1981 nel torneo francese. Al torneo ATP del Queen's, test di avvicinamento in vista di Wimbledon, Nadal si dimostra competitivo anche sulla superficie - l'erba - che meno si conf? alle sue caratteristiche. In finale sconfigge 7-6 7-5 Djokovic diventando il primo spagnolo a conquistare un torneo sull'erba dopo la vittoria a Eastbourne di Andres Gimeno nel 1972. A Wimbledon arriva in finale dopo aver perso un solo set un solo set nel match contro Gublis. In finale incontra il cinque volte campione e numero uno del mondo Roger Federer, dopo una partita estenuante continuamente interrotta dalla pioggia, Nadal riesce a vincere per 6-4 6-4 6-7 6-7 9-7, dopo aver avuto quattro match point, interrompendo cos? la striscia di vittorie sull'erba di Federer (65). ? il primo torneo dello Slam lontano dalla terra battuta del Roland Garros. Il 27 luglio conquista anche il Toronto Master Series battendo in finale il tedesco Nicolas Kiefer, con il punteggio di 6-3 6-2, avvicinandosi ulteriormente alla vetta del ranking mondiale. Nel successivo torneo Master Series di Cincinnati, arriva in semifinale, ma viene sconfitto nettamente da Novak Djokovic 6-1, 7-5. Grazie a questo risultato tuttavia, e alla concomitante e inaspettata sconfitta di Roger Federer al terzo turno, il tennista spagnolo si assicura l'aritmetica certezza di diventare il nuovo numero uno del mondo della classifica ATP. Rafael Nadal ? il 24? numero uno della storia del ranking, il terzo spagnolo dopo Juan Carlos Ferrero e Carlos Moya. A causa dell?inserimento in calendario del torneo olimpico ed il conseguente anticipo di quindici giorni dei due Masters Series nordamericani (novit? che ha provocato un disallineamento del calendario), il sorpasso ai danni di Roger Federer avviene solamente due settimane pi? tardi, il 18 agosto 2008. La consacrazione come numero 1 delle classifiche mondiali avviene il 17 agosto 2008, al torneo Singolare maschile olimpico, di Pechino, dove sconfigge il cileno Fernando Gonzalez ( 6-3; 7-6; 6-3 ) diventando medaglia d'oro e campione olimpico per il suo paese. Nadal ? il primo giocatore spagnolo ad aver vinto l'oro olimpico nell'era Open. Si presenta poi da favorito all'US Open dove viene eliminato per? in semifinale dallo scozzese Andy Murray che a sua volta verr? sconfitto in finale da Roger Federer. Nel torneo Master Series di Parigi, arriva ai quarti di finale, ma dopo aver perso 6-1 il primo set contro il russo Nikolay Davydenko, si ritira per un problema al ginocchio. Il 3 novembre annuncia, dal suo sito internet, che non prender? parte alla Masters Cup di Shangai per evitare un peggioramento delle sue condizioni fisiche, in vista della finale di Coppa Davis contro l' Argentina. Il suo posto sar? preso dal francese Gilles Simon. Il 10 dello stesso mese, sempre dal sito internet, Rafael annuncia che non prender? parte alla finale della Coppa Davis in programma il 21 e 23 novembre a causa di una tendinite. Fonte: Wikipedia
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Andr? Agassi Andre e i suoi fratelli crescono negli Stati Uniti, patria della madre, ma il padre ? di origini armene, trasferitosi a Las Vegas dopo aver gareggiato come pugile nelle Olimpiadi del 1948 e del 1952 per il suo paese natale, l'Iran. Soltanto dopo aver acquisito la cittadinanza statunitense Emmanuel "Mike" Agassian decide di cambiare il suo cognome in Agassi. Mike Agassi si spos? con Elizabeth "Betty" Dudley e mise su famiglia. Finita la carriera di pugile inizi? a lavorare a Las Vegas in uno dei megaresort di propriet? del miliardario Kirk Kerkorian con cui stringer? una amicizia tale da dare al suo ultimo figlio proprio "Kirk" come secondo nome. Mike Agassi era un grande fan di tennis e sognava per i suoi quattro figli un avvenire da campione. Prov? a trasformare ognuno di loro in un professionista, ma l'impresa riusc? soltanto col figlio pi? piccolo, Andre, che si vide mettere in mano una racchetta gi? all'et? di due anni. Sin da piccolissimo, mostrava l'attitudine a seguire la palla soltanto con gli occhi, senza muovere il capo, segno di eccezionali riflessi e fondamento per quella che si sarebbe rivelata la sua arma pi? devastante,la risposta d'anticipo, ossia nel colpire la palla in fase ascendente , sfruttando una maggiore energia cinetica del rimbalzo e un minor utilizzo di tempo nel ribattere la palla, il risultato ? un colpo di velocit? e imprevedibilit? impressionanti che, la maggior parte delle volte lascia fermo il giocatore( spesso non ancora uscito dal movimento del servizio ) togliendogli il tempo. Dopo aver fatto un po' di pratica anche con eccellenti giocatori quali Ilie Nastase e Jimmy Connors, a 14 anni Andre lascia Las Vegas per trasferirsi in Florida, alla scuola di Nick Bollettieri, celebre coach di campioni come Boris Becker, Monica Seles e Jennifer Capriati. Agassi visse gli anni nella scuola di tennis in modo infelice. La rigida disciplina imposta dal padre e dall'accademia lo fece crescere con spirito sempre pi? ribelle. Andre indossava di proposito Jeans strappati per provocare il proprio padre, inoltre approfittando dell'odio di questi verso l'omosessualit? indoss? in pi? occasioni uno smalto rosa sulle unghie al solo scopo di farlo infuriare. Dopo un anno in quell'accademia l'allenatore, notando il suo totale disinteresse, gli chiese che cosa volesse fare della sua vita, Andre rispose "Andarmene da qui e diventare un professionista", detto questo lasci? l'accademia. Agassi approda al grande tennis nel 1986 a 16 anni, prese parte al suo primo torneo professionistico a La Quinta (California). Vinse il primo match contro John Austin per 6?4 6?2 ma perse al turno successivo contro Mats Wilander per 6?1, 6?1. Alla fine dell'anno occupava la posizione 91 del ranking mondiale. Nel 1987 vinse il suo primo torneo da professionista e chiuse quell'anno al 25esimo posto del ranking mondiale, l'anno successivo vinse sei tornei e nel dicembre tagli? il traguardo del milione di dollari in premi accumulati (prendendo parte a solo 43 tornei, un record). Questo risultato stratosferico ? dovuto al fatto che il giovanissimo Andre riesce ad arrivare in semifinale sia all'Open di Francia che all'US Open. In questo anno entra per la prima volta nella top 10 del ranking ATP. In questo periodo si costruisce un'immagine di ribelle che conquister? molti tra i giovani appassionati, il suo look ? caratterizzato da divise di colori estremamente sgargianti e porta costantemente i capelli lunghi. Gioie e dolori nel 1990: raggiunge la finale al Roland Garros, sconfitto per? da Andres Gomez e all'US Open, sconfitto da Pete Sampras, in uno dei primissimi incontri di una sfida che durer? pi? di un decennio. Si consola a fine anno con la vittoria all'ATP World Championship di Francoforte (nuova denominazione del MASTERS, oggi MASTER CUP). Il 1991 lo rivede in finale al Roland Garros, ma questa volta ? Jim Courier a negargli ancora la gioia di una vittoria in uno Slam. Agassi si rif? l'anno successivo, addirittura a Wimbledon. L'erba londinese, ritenuta da tutti superficie ostile per il gioco da fondo di Agassi, lo vede battere ai quarti il tre volte vincitore Boris Becker ed in semifinale John McEnroe. In finale sconfigge al quinto set Goran Ivanisevic. Dopo un altalenante 1993, complice un intervento al polso, il 1994 lo vede nuovamente protagonista con la vittoria all'US Open e agli ATP Master Series di Toronto e Parigi Bercy. Il 1995 ? l'anno di grazia: vince 7 titoli (tra cui il suo primo Australian Open) e arriva per 4 volte in finale nei pi? prestigiosi tornei, con un incredibile ruolino di marcia costituito da 73 vittorie e 9 sconfitte. Il 10 aprile di quell'anno diventa il 12? giocatore nella storia dell'ATP a diventare numero 1. Nel 1999 al termine di un'incredibile rimonta in finale contro Andrei Medvedev, vince il Roland Garros, diventando il quinto giocatore della storia a vincere almeno uno di ciascuno dei tornei dello Slam dopo Rod Laver, Roy Emerson, Don Budge e Fred Perry. Nel corso del 2006 annuncia il suo ritiro dopo il torneo che aveva sempre pi? sentito, l'US Open. Nel torneo perde al terzo turno giocando sull'Arthur Ashe Stadium il 3 settembre, contro il giovane tennista tedesco Benjamin Becker in quattro set. Una standing ovation lunga molti minuti saluta l'uomo che forse pi? di tutti ha dato e ricevuto dal tennis. Ad Andre Agassi viene attribuita la frase "credere in me stesso mi fa vincere". Agassi ? l'unico giocatore della storia del Tennis maschile ad aver vinto almeno una volta: tutti e 4 i tornei dello Slam, il Tennis Masters Cup, la Coppa Davis e la medaglia d'oro in singolare ai Giochi olimpici, inoltre detiene il record per essere stato il pi? vecchio numero uno al mondo, posizione che ha occupato l' ultima volta nella sua carriera a 33 anni compiuti . Andre Agassi, sin da giovanissimo, ha dimostrato di avere una forte personalit? e di non aver paura ad esibirla: indossava abiti colorati in campo quando a nessuno veniva in mente di vestire un colore che non fosse il bianco, portava capelli lunghi e orecchini, divent? un autentico divo grazie al suo look ribelle. John McEnroe lo ha definito la rockstar del tennis. Era uno sportivo differente, originale di natura, schivo e riservato ma allo stesso tempo mondano nelle frequentazioni. Forse ? proprio per questo che nei primi anni Novanta accett? di girare uno spot per la Canon che recitava "L'immagine ? tutto", slogan che gli venne appiccicato addosso e per cui ancora oggi viene ricordato. Quella per? fu una fase: ne segu? un'altra, caratterizzata da una serie di insuccessi sportivi che lo portarono a essere il numero 141 del mondo; era il 1997, il periodo del matrimonio con Brooke Shields, Agassi era fuori forma e veniva ormai considerato da tutti un giocatore finito, nonostante avesse solo 27 anni. L'annullamento del matrimonio con la Shields avvenne nel 1999 ed ? questo il momento in cui Agassi riusc? a tornare in perfetta forma sui campi da tennis e a intraprendere una seconda carriera, caratterizzata da tre finali dello slam nello stesso anno, proprio il 1999. Un Agassi rinnovato, apparentemente pi? conformista, che recupera le magliette bianche, la concentrazione, la determinazione e la sua consueta rapidit? nei cambi di campo. Stupisce, perch? nelle conferenze stampa riesce a ricordare con incredibile esattezza ogni punto giocato contro l'avversario. Alcuni credono che questo picco nella carriera di Agassi sia stato propiziato dal matrimonio con Steffi Graf, sua compagna da allora, che gli ha dato due bambini, Jaden Gil e Jaz Elle. Agassi ha recentemente affermato che non si sente pi? la stessa persona che anni fa affermava "l'immagine ? tutto": oggi ? padre, marito, tennista e uno degli sportivi pi? rispettati e amati nel mondo. Forse anche perch? ? riuscito a reinventarsi e a diventare ci? che da lui nessuno si sarebbe mai aspettato. Agassi non ? un giocatore di tennis tipico: per quanto oggi la tendenza sia quella di abbandonare il vecchio schema offensivo di "serve & volley", Agassi non ama i colpi interlocutori ed ? un attaccante dal fondo. Il suo colpo pi? riuscito ? la risposta, definita la migliore di tutti i tempi e in grado di rimettere in gioco anche uno dei servizi pi? potenti mai eseguiti (quello di Andy Roddick a 240 km/h): dotato di una grande capacit? di anticipo. Ha un servizio potente che per? non utilizza per raggiungere l'ace puro, ma per aprirsi il campo ed effettuare il colpo definitivo. Il rovescio ? bimane ed estremamente efficace, specie in lungolinea; lo stesso vale per il dritto, con cui predilige anche traiettorie anomale. Dotato di un eccellente timing, coordinazione e velocit?, quando Agassi imprime i suoi ritmi di gioco e mette i piedi dentro al campo crea le condizioni ideali per esprimere il suo tennis. Il suo punto debole ? da sempre il gioco di rete: uno dei suoi coach, Brad Gilbert, ha per lungo tempo incoraggiato Agassi ad avanzare, ma senza grandi risultati; utilizza la vol?e solamente come colpo definitivo a punto quasi ottenuto e tradisce sempre la mancanza di senso di posizione. Quando gli fu chiesto come mai non provasse interesse a migliorare quella parte del suo gioco, semplicemente rispose che non ne aveva bisogno perch? vinceva comunque. Fonte: Wikipedia
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Sebastian Loeab Loeb da piccolo voleva essere un acrobata, ma poi si accorse di essere molto pi? portato per un'altra sua grande passione sportiva: i rally. Ha comunque conservato doti acrobatiche: lo si ricorda festeggiare alcune vittorie nel Mondiale compiendo dei salti mortali. Esordisce nei rally partecipando all'operazione Rallye Jeunes nel 1995, dove si mette subito in mostra; nel 1997 ? sesto nel Volant Peugeot, dove conosce il suo attuale navigatore Daniel Elena. Nel 1998 partecipa a quattro gare del Trofeo Citro?n Saxo, vincendole tutte; non pu? prendere parte a tutte le gare del Trofeo per mancanza di fondi sufficienti, ma con le sue prestazioni si guadagna gli appoggi giusti e l'anno successivo ha una macchina ufficiale, con cui trionfa nella competizione. Nel 2000 partecipa a due tappe del Mondiale con una Toyota Corolla, piazzandosi 9? a Sanremo e 10? in Corsica. Successivamente passa alla Citro?n con cui vince il Campionato francese terra, il Campionato francese asfalto e nel 2001 il Campionato mondiale junior. Nel 2002 disputa l'intera stagione del Campionato Mondiale principale, a bordo di una Citro?n Xsara ufficiale: vince il suo primo rally in Germania, l'unico della stagione, anche se aveva vinto pure il rally di Montecarlo, dove per? era stato squalificato per motivi controversi. Loeb al Rally di Sardegna 2005 in cui terminer? primo assoluto Nel 2003 Loeb vince tre rally del Mondiale, ma perde, per un solo punto, il campionato, vinto da Petter Solberg. Nel 2004 S?bastien domina il campionato, vincendo sei rally e finendo svariate volte sul podio: contribuisce cos? anche alla conquista del titolo costruttori per la Citro?n, oltre che ovviamente del titolo piloti. Con queste sei vittorie in una stagione ha eguagliato il record appartenente a Didier Auriol, record che ha poi battuto nel 2005 (con 10 vittorie). Loeb era ritenuto in origine uno specialista delle gare su asfalto, fondo sul quale ? pressocch? imbattibile, ma col tempo ha dimostrato di non essere da meno su tutti gli altri tipi di tracciato, sullo sterrato e perfino sulla neve: ? stato infatti il primo non scandinavo a vincere il rally di Svezia (nel 2004). Nella stagione 2005 Loeb ha vinto il suo secondo titolo mondiale, conquistato addirittura a quattro gare dal termine, in Giappone, anche se avrebbe potuto vincerlo gi? al quintultimo rally, in Galles, dove per? s'? fatto volontariamente penalizzare per non dover festeggiare la vittoria del campionato nel triste giorno della morte in gara del navigatore di Markko M?rtin, Michael Park. In questa stagione ha anche stabilito il record di sei vittorie consecutive (Nuova Zelanda, Italia, Cipro, Turchia, Grecia e Argentina). Nel rally di Corsica ha stabilito un altro primato, vincendo tutte e 12 le prove speciali del rally. Nel 2005 ha anche partecipato per la prima volta alla 24 Ore di Le Mans, nonostante il circuito e la disciplina fossero per lui del tutto nuovi, ha dimostrato per? di sapersi adattare in breve tempo (allenandosi anche in modo virtuale tramite il simulatore di guida Gran Turismo 4 per PlayStation 2), tanto da girare sui tempi dei suoi compagni di squadra, veterani della corsa; la vettura ? poi costretta al ritiro per incidente. Nel 2006 Loeb partecipa al mondiale di nuovo con la Citro?n Xsara, ma con il team belga Kronos, semiufficiale, poich? la Citroen non partecipa in forma diretta, impegnata nello sviluppo della nuova C4. Dopo i due secondi posti a Montecarlo e in Svezia, Loeb coglie cinque vittorie consecutive assicurandosi un buon margine di vantaggio sul secondo in classifica, Marcus Gr?nholm. Con il successo al Rally di Giappone 2006, il 3 settembre, raggiunge le 27 vittorie in rally mondiali, cifra che lo porta ad essere il pilota di rally ad aver vinto pi? gare in assoluto, superando Carlos Sainz a quota 26. Il 26 settembre, mentre percorre un sentiero con la sua mountain bike, cade e si frattura l'omero del braccio destro. A quattro gare dal termine e con 35 punti di vantaggio su Gr?nholm (ogni vittoria ne vale 10), mette a rischio la vittoria del campionato 2006, dovendo saltare le ultime gare in programma. Tuttavia il 29 ottobre conquista il suo terzo titolo di campione del mondo, rimanendo a casa, grazie al fatto che Gr?nholm, l'unico avversario ancora in grado di batterlo, arriva solamente quinto al Rally d'Australia, consegnando cos? la matematica vittoria del Mondiale a Loeb. Nel 2006 ripete l'esperienza alla 24 Ore di Le Mans, a bordo di una Pescarolo condotta alternandosi con Helary e Montagny, piazzandosi al 2? posto assoluto, insidiando anche la leadership dell'Audi R10 ufficiale poi prima al traguardo. Il 21 gennaio 2007, dopo quasi 4 mesi di stop e di lontananza dalle competizioni, S?bastien Loeb torna in gara nel Mondiale e subito vince il Rally di Montecarlo guidando la nuova Citro?n C4. Questa nuova vittoria rappresenta la quarta in terra monegasca, alla pari di Munari, Rohrl e Makinen, e la ventinovesima in carriera. Successivamente conquista altre sei prove del Mondiale, in Messico, Portogallo, Argentina, Germania, Spagna e Corsica che lo lasciano per? al secondo posto in classifica, dietro Marcus Gr?nholm. Ma alla penultima tappa del Mondiale, Loeb, dopo un ritiro nel Rally del Giappone, conquista i 10 punti in Irlanda e sorpassa Gr?nholm, ritiratosi sia in terra nipponica sia in Irlanda, in vetta alla classifica. Dopo l'ultima gara del campionato Loeb vince il suo 4? titolo mondiale. Il 27 gennaio 2008 torna a vincere il Rally di Montecarlo, sempre alla guida della Citro?n C4, diventando cos? il primo pilota ad essersi affermato nella prestigiosa gara per cinque volte. Con dieci vittorie (Montecarlo, Messico, Argentina, Italia, Grecia, Finlandia, Germania, Nuova Zelanda, Catalogna e Corsica), contro le tre del principale rivale Hirvonen, Loeb, concludendo in terza posizione la tappa nipponica del mondiale, si laurea aritmeticamente Campione del Mondo per la 5^ volta consecutiva, con una gara di anticipo. Prima di lui, soltanto Juha Kankkunen e Tommi M?kinen, avevano vinto 4 volte il titolo. Ora ? lui, il rallysta pi? titolato di sempre. Il 7 dicembre 2008 vince il Rally di Gran Bretagna, unica prova del campionato mondiale nella quale non si era ancora affermato in carriera, stabilendo contemporaneamente il record di 11 gare vinte nella stessa stagione. In totale le sue vittorie mondiali sono finora 47, cos? suddivise: 1 nel 2002, 3 nel 2003, 6 nel 2004, 10 nel 2005, 8 nel 2006, 8 nel 2007, 11 nel 2008. Fonte: Wikipedia
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Giacomo Agostini Primogento di tre fratelli, Giacomo Agostini nacque in un ospedale di Brescia dove la madre Maria Vittoria era stata prudenzialmente ricoverata in previsione di un parto difficoltoso. Il padre Aurelio svolgeva le funzioni di messo del Comune di Lovere, ove la famiglia risiedeva, contemporaneamente gestendo una torbiera di propriet?. In quegli anni, nascere in ospedale era un evento eccezionale e Giacomo si ? sempre ritenuto ed ? sempre stato considerato da tutti, compresa la stampa, come nativo di Lovere, tanto che il dato viene spesso riportato erroneamente anche da alcune biografie. Sin da bambino venne fortemente attratto dal mondo dei motori, ma fu costretto a limitare i suoi primi impegni agonistici nell'ambito di gare clandestinamente organizzate da ragazzini, in sella all'"Aquilotto" di famiglia, sulle strade sterrate e tortuose che costeggiavano il Lago d'Iseo, o nelle locali gare di gincana, a causa della ferma contrariet? del padre verso l'insicura, in tutti i sensi, carriera di pilota. Compiuti i 18 anni l'insistenza di Giacomo cominci? a farsi pressante ed il padre, forse temendo d'essere troppo severo, si consult? con l'anziano notaio di famiglia, per avere il suo parere circa la possibilit? che la motocicletta fosse troppo pericolosa o potesse distrarre il figlio dallo studio. L'austero notaio che era notoriamente saggio, ma anche discretamente sordo, intese "bicicletta" al posto di "motocicletta", rispondendo al preoccupato Aurelio che "lo sport fa bene ai ragazzi ed anzi li pu? aiutare nello studio perch?, come dicevano i romani, mens sana in corpore sano". Fu grazie a questo piccola "commedia degli equivoci" che Giacomo Agostini, nel 1961, riusc? ad avere la moto dei suoi sogni, e di buona parte dei suoi coetanei: una Morini 175 Settebello. Alcuni biografi ipotizzano che se Agostini avesse iniziato prima a gareggiare, per poi debuttare nel Motomondiale a 17 anni, come Angel Nieto, avrebbe potuto raggiungere risultati ancora maggiori. Altri, all'opposto, sostengono che il divieto paterno determin? per il pilota un approccio maturo al mondo delle corse, consentendogli di unire il grande talento di guida ad una razionale concretezza tattica, che costituirono il necessario presupposto per gli strabilianti risultati ottenuti. La prima gara ufficiale a cui partecip? con la fiammante "Settebello", 19 luglio 1961, fu la gara in salita "Trento-Bondone", nella quale si classific? secondo. Nella stagione 1962, dopo aver fatto preparare il motore della "Settebello" montando la nuova testa "Aste Corte", oltre a competizioni sui tracciati di montagna, si iscrisse anche al "Campionato Italiano di Velocit? Cadetti". Pur partecipando con la stessa moto a bordo della quale raggiungeva il circuito e faceva ritorno a casa, l'allora sconosciuto "Ago" si aggiudic? il titolo. L'impresa e, soprattutto, la scarsit? di mezzi con cui l'aveva realizzata non sfuggirono agli occhi esperti e pragmatici di Alfonso Morini, da quale part? un'immediata proposta. Superato il problema di far firmare il contratto d'ingaggio al sempre pi? preoccupato genitore, la carriera sportiva di Giacomo Agostini inizi? ad assumere caratteristiche professionali. Ora disponeva di una "Settebello" ufficiale preparata per lui dal reparto corse Moto Morini e di un meccanico per l'assistenza in pista. L'unico dubbio che gli restava era il tipo di specialit? a cui iscriversi. Nelle corse sui tracciati montani, dove conta molto pi? l'abilit? del pilota che la potenza del motore, aveva sempre ottenuto ottimi risultati, ma ora poteva ben figurare anche nelle gare in circuito. Non sapendosi risolvere, decise di partecipare sia al Campionato Italiano della Montagna che al Campionato Italiano di Velocit? Juniores, conquistandoli entrambi ed aggiudicandosi tutte le gare della stagione 1963. Un tale sfoggio di talento e agonismo, congiuntamente al burrascoso abbandono di Tarquinio Provini per passare alla Benelli, convinse la Morini a promuovere "Ago" come prima guida del reparto corse, schierandolo nel campionato seniores e nelle "partecipazioni dimostrative" al Motomondiale, in sella alla 250 Bialbero. Anche il campionato italiano 250 si aggiunse al suo palmar?s ed inoltre svolse egregiamente le sue prime esperienze nel campionato mondiale, debuttando sul circuito di Solitude (Francoforte), il 19 luglio 1964, nel GP di Germania Ovest e, successivamente, partecipando al GP delle Nazioni sul circuito di Monza, conquistando il 4? posto in entrambe le gare. Il ristretto budget destinato dalla Moto Morini al reparto corse, che gi? era stato causa della mancata vittoria di Provini nella classe 250 per la stagione 1963, non poteva consentire la competitiva partecipazione al campionato mondiale del pilota bergamasco, sul quale molti team avevano ormai messo gli occhi. Nonostante il forte legame con la Morini, attraverso i buoni consigli e l'opera mediatrice di Carlo Ubbiali, Agostini approd? alla MV Agusta nel 1965, dove pot? competere nelle classi 350 e 500. Raggiunse la seconda posizione nel campionato, in entrambe le classi; alle spalle del compagno di squadra Mike Hailwood in "500" ed alle spalle di Jim Redman e della sua Honda in "350", dopo aver perso l'ultima e decisiva gara in Giappone, a causa di un banale guasto elettrico. Al termine del campionato Hailwood abbandon? la MV Agusta per la Honda e le successive stagioni furono caratterizzate da una serie di duelli epici tra i due piloti, ex compagni di squadra. Nel 1966 Agostini conquist? la vittoria nella classe 500, davanti all'inglese, ed Hailwood si aggiudic? la classe 350, davanti all'italiano. L'epilogo del campionato, conclusosi a Monza l'11 settembre, risult? entusiasmante. Hailwood decise di non partecipare alla gare delle "350", avendo gi? un notevole vantaggio, e di concentrarsi sulla gara delle "500". Agostini, invece, partecip? alla "350", pur non avendo alcuna speranza per la classifica finale, e la vinse, anche doppiando il secondo arrivato, Renzo Pasolini. Nella "500" Agostini part? male, ma recuper? giro dopo giro, fino a riprendere e superare Hailwood, aggiudicandosi la gara ed il titolo iridato. L'anno successivo, davanti al pubblico strabocchevole che riempiva i circuiti, richiamato da questo forte dualismo, si svolse un'altra stagione dai titoli iridati contesi fino all'ultima gara che vide rinnovarsi la situazione precedente, con Agostini 1? in "500" e 2? in "350" e Hailwood 1? in "350" e 2? in "500". Curiosamente, i due ottennero lo stesso punteggio in "500", con eguale numero di vittorie ed eguali piazzamenti. Per la prima e unica volta nella storia del motociclismo, venne applicata la "regola del pi? giovane" ed il titolo fu assegnato ad Agostini in quanto pilota di et? inferiore. Al termine della stagione 1967, la Honda annunci? il suo momentaneo ritiro, dichiarandosi per? disposta a sborsare ugualmente l'ingaggio di Hailwood, purch? non cambiasse squadra. La proposta venne accettata dal pilota inglese che decise di prendersi un anno sabbatico e rifiut? le molte offerte ricevute. Il ritiro della Honda non fu cos? "momentaneo" (ritorner? a competere nel motomondiale 1979) e, comunque, Hailwood decise di tentare l'avventura in Formula 1, riapparendo nelle competizioni motociclistiche in saltuarie occasioni. Fu cos? che, in modo del tutto inatteso, Agostini e la MV Agusta rimasero orfani degli avversari pi? temibili e, dal 1968 al 1972, collezionarono una serie impressionante di vittorie che fruttarono 10 titoli mondiali piloti e 10 titoli mondiali costruttori, nelle classi "350" e "500". Gli sforzi tecnici di molti costruttori come Aermacchi, Benelli, Bultaco, Husqvarna, Kawasaki, LinTo, Matchless, Norton, Triumph, Suzuki e Yamaha, non riuscirono minimamente a scalfire il binomio Ago-MV che, in quel lustro, conquist? 82 dei 102 gran premi disputati nelle classi "350" e "500", dividendo il pubblico tra i sostenitori del prevalente merito di Agostini come pilota e coloro che attribuivano le vittorie alla superiorit? tecnica della moto. Tale incertezza, comprensibilmente, risultava piuttosto fastidiosa per la MV Agusta che, nel tentativo di ridimensionarne la figura, gi? nel 1970 aveva affiancato ad Agostini un pilota aggressivo e di alto valore tecnico, come Angelo Bergamonti. Purtroppo, durante la prova di Riccione della temporada, che precedeva la stagione del 1971, Bergamonti per? in un incidente di gara. La nuova gestione aziendale, subentrata a quella del conte Domenico Agusta, decise quindi di reclutare un nuovo pilota, scegliendo il pluricampione mondiale Phil Read per il campionato del 1973, al quale venne affidata la "500" vincente, mentre ad Agostini venne assegnato un prototipo sperimentale con cilindrata ridotta, derivante da un'evoluzione della "350". La stagione del 1973, ricordata come l' annus horribilis nella storia del motociclismo mondiale, a causa della tragedia di Monza, fu particolarmente pesante per il pilota bergamasco. La moto sperimentale collezion? una tale serie di rotture che Agostini riusc? raggiungere il traguardo solamente in 4 delle 11 gare che componevano il campionato della classe 500. I 57 punti racimolati in quelle 4 prove, 3 vittorie ed un 2? posto, gli furono a malapena sufficienti per apparire 3? nella classifica finale della "500", alle spalle del vittorioso compagno di squadra Read e del 2? classificato Kim Newcombe, alfiere della K?nig. Giacomo Agostini al N?rburgring del 1976, durante le prove del suo ultimo GP in sella ad una MV Agusta Molti dei suoi successi avvennero in sella ad una delle pi? famose motociclette da competizione realizzate dalla Mv, la MV Agusta 350\500 tre cilindri. Dopo molti anni di gare a bordo delle motociclette della casa di Cascina Costa, Agostini termin? la sua carriera in sella ad una Yamaha, conquistando i suoi ultimi titoli mondiali. Oltre al mondiale di velocit?, Giacomo Agostini partecip? ad altre competizioni. Tra le principali vittorie ricordiamo i 18 titoli italiani conquistati. Dopo il ritiro come pilota, avvenuto nel 1977, continu? a seguire da vicino il motociclismo con la sua scuderia e come direttore delle scuderie Yamaha e Cagiva (1992). Fonte: Wikipedia
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Marco Pantani Dopo essere stato giocatore di calcio, un giorno ricevette in regalo una bicicletta da suo nonno Sotero. Decise di tesserarsi nel G.C. Fausto Coppi di Cesenatico e mostr? subito indubbie doti di grande scalatore, vincendo molte gare. Nel 1990 ? terzo al Giro d'Italia dilettanti, nel 1991 secondo e nel 1992 primo davanti di circa cinque minuti a Francesco Casagrande e Wladimir Belli. Nel 1993 partecipa al primo Giro d'Italia per professionisti, ritirandosi dopo poche tappe per una tendinite. La sua esplosione come ciclista professionista avvenne al Giro del 1994 con le vittorie di tappa di Merano e Aprica (con il durissimo Mortirolo) e con il secondo posto in classifica generale. Al suo debutto nel Tour del 1994 fin? terzo in classifica generale dietro a Miguel Indurain e Piotr Ugrumov, vincendo la maglia bianca come miglior giovane, pur senza riportare alcun successo di tappa. L'anno successivo, arrivarono i primi successi di tappa al Tour, nella leggendaria Alpe d'Huez e nella tappa pirenaica di Guzet Neige. Anche grazie a questi successi riusc? a conquistare la tredicesima posizione della classifica finale nonch? la maglia bianca. Nel Campionato mondiale disputatosi in Colombia quell'anno, si classific? terzo dietro Abraham Olano e Miguel Indurain. Proprio quando sembrava agli inizi di una grande carriera, venne investito da un'automobile durante la Milano-Torino, incidente che gli provoc? la frattura in due punti di una gamba e il rischio di una prematura interruzione dell'attivit? agonistica. Ritorn? a correre nel 1997, ma al Giro d'Italia sub? un nuovo incidente, nella discesa dal passo del Chiunzi, a causa di un gatto che attravers? la strada al passaggio del gruppo, e fu costretto al ritiro. Questa volta recuper? velocemente e ritorn? in sella al Tour dello stesso anno, dove lott? a lungo per la maglia gialla, riportando altri due successi parziali ancora all'Alpe d'Huez, staccando Ullrich e Virenque,[6] e a Morzine. Pur prevalendo sulle salite delle Alpi e dei Pirenei, venne superato in classifica da Ullrich, che riusc? a recuperare il tempo perso grazie alle tappe a cronometro, nelle quali era pi? forte, portando la maglia gialla fino a Parigi; Pantani si piazz? al terzo posto della classifica finale dietro anche a Richard Virenque. Nel 1998 Marco Pantani si impose al Giro d'Italia, nonostante il percorso non facilitasse le sue caratteristiche con poche montagne e molti chilometri a cronometro. Rivaleggiando con gli specialisti della lotta contro il tempo, come Alex Z?lle, attacc? ripetutamente sulle montagne e fu in grado di guadagnarsi un margine abbastanza grande da compensare la sua debolezza a cronometro, raggiungendo la vittoria finale e numerosi successi di tappa. Decisiva fu la tappa di Plan di Montecampione quando Pantani, con Z?lle ormai in crisi (fin? il Giro quattordicesimo), attacc? ripetutamente Pavel Tonkov che alla fine, dopo un bel duello, cedette. Il romagnolo and? cos? a vincere la tappa e ad ipotecare il successo finale. Nel Tour dello stesso anno, Pantani batt? finalmente Ullrich, staccandolo di quasi nove minuti nella tappa di montagna conclusa a Les-Deux-Alpes.[7] Alla partenza Pantani aveva quasi 5 minuti da recuperare a Jan Ullrich: attacc? dunque sul Galibi?r a quasi 70 kilometri dal traguardo e giunse all'arrivo in solitaria; dopo quella tappa il distacco non venne pi? colmato e Pantani divenne il primo italiano a vincere il Tour dopo Felice Gimondi nel 1965. La sua vittoria fu notevole dato che per negli ultimi anni il Tour era stato vinto da passisti abili anche nelle prove a cronometro, come Miguel Indurain, Jan Ullrich e Bjarne Riis. Era dai tempi di Lucien Van Impe che uno scalatore "puro" non vinceva la classifica finale della corsa francese. Le cose cambiarono per Pantani al Giro del 1999: la mattina del 5 giugno del 1999 a Madonna di Campiglio, quando era al comando con parecchi minuti di vantaggio sul secondo in classifica e con ben quattro tappe gi? vinte, vennero resi pubblici i risultati dei controlli del giorno precedente, dai quali risultava nel sangue di Pantani un livello di globuli rossi superiore al consentito.Il valore di ematocrito riscontrato a Pantani fu infatti del 52%, contro il 50% .massimo valore consentito dai regolamenti, oltre al margine di tolleranza dell'1%.[8] Pantani venne sospeso per 15 giorni, il che comportava l'esclusione dalla corsa rosa. Pantani, dopo aver spaccato per l'ira un vetro nell'albergo,[8] accerchiato dai giornalisti e accompagnato dai carabinieri mentre stava per lasciare la corsa, disse: ? Mi sono rialzato dopo tanti infortuni e sono tornato a correre. Questa volta per? abbiamo toccato il fondo. Rialzarsi sar? per me molto difficile. ? Per Pantani quella avrebbe potuto essere la tappa dell'ulteriore consacrazione, vista la planimetria a lui favorevole: partenza da Madonna di Campiglio, arrivo all'Aprica, dopo la scalata del Mortirolo e oltre 50 km di salita. La tappa fu poi vinta dall'iberico Roberto Heras. Paolo Savoldelli, nonostante fosse subentrato a Pantani al primo posto in classifica del Giro, rifiut? di mettere la maglia rosa, simbolo del primato, rischiando una squalifica. La squadra del Pirata, la Mercatone Uno-Bianchi, si ritir? in blocco dal Giro. Pantani rinunci? a partecipare al successivo Tour de France, pur se la sospensione di 15 giorni comminatagli glielo avrebbe consentito.[8] Comunque Pantani non risult? mai positivo a un controllo antidoping. L'unica associazione del Pirata con le pratiche di doping ? relativa alle dichiarazioni di Jesus Manzano, reo confesso, che cita Pantani in un contesto in cui si accusano vari ciclisti di alto livello degli anni novanta, organizzatori, tecnici e sponsor.[senza fonte] Vengono alimentati in seguito dei dubbi su un eventuale "complotto" ai danni di Pantani. Celebre la lettera di Renato Vallanzasca alla madre del ciclista, Tonina, dell'8 novembre 2007. In breve Vallanzasca sostiene che un suo amico, habitu? delle scommesse clandestine, lo abbia avvicinato cinque giorni prima del "fatto" di Madonna di Campiglio consigliandogli di scommettere sulla sconfitta di Pantani per la classifica finale, e assicurandogli che ?il giro non lo vincer? sicuramente lui?.[9] Pantani non partecipa di sua volonta al Tour del '99 fino a che non si fa luce su Madonna di Campiglio. In quel periodo la bicicletta non fa pi? parte della sua vita. Braccato dai media ed in preda ad una forte depressione, Marco resta chiuso in casa. Esce poco e non per andare in bici.Le poche volte che, con un guizzo d'orgoglio, torna in sella deve fare i conti con gli insulti dei passanti che lo etichettano come un dopato,il dopato d'italia. L'inverno, il pi? duro per un ciclista, del 1999 ? per Pantani un periodo difficile. Gi? in quell'inverno suonano le sirene della cocaina. L'inizio del 2000 ? un anno difficile, Marco fatica ad ingranare e la preparazione per il Giro si fa sempre pi? frammentata fino a diventare inesistente. Il problema della cocaina ? superato in vista del Giro ma la preparazione fisica non ? adatta ad una corsa cos? dura. Oramai nella Mercatone Uno si pensa ad un Giro senza Marco, con Garzelli capitano.A sorpresa Marco partecipa al Giro all'ultimo istante.La sua prova ? incolore causa la forma non ottimale.E' spento e nelle salite non brilla.Risorge invece sull'Izoard dove fa da gregario al capitano Garzelli,poi vincitore della classifica generale, e va ad agguantare un secondo posto di tappa che fa ben sperare. Nonostante un anno d'inattivit?, Pantani partecip? al Tour de France del 2000. Anche se fuori dalla lotta per gran parte della corsa, si mise in luce confrontandosi con Lance Armstrong sulla salita del Mont Ventoux. In quella dura tappa Pantani perse inizialmente terreno per poi recuperare e staccare tutti gli altri e addirittura il vincitore dell'anno prima, Lance Armstrong. Lo statunitense poi lo and? a riprendere, e i due arrivarono appaiati al traguardo, dove Pantani vinse.[10] Successivamente, Armstrong, durante un'intervista dichiar? apertamente d'aver lasciato la vittoria al Pirata.[senza fonte] Qualche giorno dopo Pantani decise di attaccare di nuovo, nella tappa di Courchevel: recuper? i fuggitivi (l'ultimo ad arrendersi fu Jos? Maria Jim?nez) e and? a vincere in solitaria, staccando lo stesso Armstrong di ben 50 secondi.[11] Fu questa vittoria l'ultima della sua carriera. Il giorno dopo, nella tappa di Morzine con il duro Col de Joux-Plane poco prima del traguardo, Pantani attacc? alla prima salita, tentando di recuperare il distacco in classifica. La scarsa collaborazione con i compagni di fuga, il caldo e problemi intestinali (dissenteria) lo costrinsero per? al ritiro dalla "Grand Boucle".[12] ?Ho provato a far saltare il Tour, sono saltato io? disse dopo essere arrivato al traguardo con 13'44" di ritardo dal vincitore di tappa Virenque.[12] Nel 2001 e nel 2002 partecip? al Giro d'Italia ottenendo per? scarsi risultati. Gli ultimi lampi di classe del Pirata furono al Giro d'Italia 2003 dove lott? testa a testa con i migliori giungendo quattordicesimo nella classifica generale. Durante la tappa del Monte Zoncolan reag? allo scatto di Gilberto Simoni, che aveva staccato tutti. Pantani si mise all'inseguimento e l'unico a reggere il suo ritmo fu Stefano Garzelli. Per le energie spese per? cal? nel finale e arriv? quinto. Nella tappa di Cascata del Toce fece il suo ultimo scatto a 3 km dall'arrivo venendo ripreso da Simoni e finendo ottavo. Nonostante l'episodio della squalifica a causa dei valori troppo alti dell'ematocrito, Pantani rimase popolare tra i suoi ammiratori, che non smisero mai di osannarlo e che preferivano pensare al grande scalatore del passato, ai suoi attacchi esplosivi sulle montagne che rendevano eccitante la corsa. Il 21 giugno 2003 Pantani entr? in una clinica del Nord Italia specializzata nella cura della depressione e della dipendenza da alcol, uscendone ai primi di luglio per continuare le cure con i medici personali.[13] Nel 2003 iniziarono anche a girare le voci di una possibile tossicodipendenza favorita dalla grave depressione.[senza fonte] Il 14 febbraio 2004, Marco Pantani fu trovato morto nella stanza D5 del residence "Le Rose" di Rimini.[8] L'autopsia rivel? che la morte era stata causata da un arresto cardiaco, conseguente a un'overdose di cocaina. L'autopsia sul corpo del campione dopo la tragica morte ha escluso qualsiasi assunzione di sostanze dopanti al di fuori della cocaina stessa, assunta comunque in un periodo in cui non gareggiava (considerata sostanza dopante che pu? incrementare la resa atletica poco dopo l'assunzione, ma molto limitante per atleti in periodi di astinenza). [senza fonte] La morte di Pantani lasci? sgomenti tutti gli appassionati delle due ruote, per la perdita di un grande corridore; uno degli sportivi italiani pi? popolari del dopo guerra, protagonista nel bene e nel male di tante imprese. Per ricordare le sue doti di scalatore, dal 2004 il Giro d'Italia assegna ogni anno ad una salita (la pi? "rappresentativa") il titolo "Montagna Pantani", onore concesso fino allora solo al Campionissimo Fausto Coppi, con la "Cima Coppi" (il passo pi? alto percorso dal Giro). Nel 2004 la salita ? stata il Mortirolo, nel 2005 il Passo delle Erbe, nel 2006 di nuovo il Mortirolo, nel 2007 la salita che giunge al Santuario di Oropa, dove Pantani vinse al Giro del 1999. Nel 2008 ancora una volta il Mortirolo, nella tappa del 31 maggio. Fonte: Wikipedia
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Carl Lewis, Ayrton Senna, Michael Schumacher, Pete Sampras, e cos? via discutendo! Chi ? il personaggio sportivo cui siete maggiormente legati? Scrivetelo qui, e raccontateci le vostre impressioni sui ricordi che il nome che avete postato, rappresenta per tutti voi.
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All'interno di questo topic, postate tutti i momenti sportivi extra-calcistici che nel corso del tempo si son depositati nella vostra memoria. Brividi, sensazioni, emozioni; raccontecele tutte qui!
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Tennis 2008: Non Solo Masters & Slams!
Morpheus © ha risposto al topic di Morpheus © in Archivio Sportivo
Per un posto del genere, farei un biglietto solo andata. -
Mike Tyson Michael Gerard Tyson nasce a New York nel quartiere popolare di Brooklyn noto come Bedford-Stuyvesant in una famiglia molto povera[senza fonte] come ricorda il giornalista del "Corriere della Sera" Ennio Caretto: " ?sono bastati tre round, due testate di Holyfield, lo spettro di una nuova sconfitta, il terrore dell'antica poverta'?. Lorna Smith, sua madre, ? una ex insegnante che ? stata sposata in passato con Percel Tyson prima di conoscere Jimmy Kirkpatrick. Lorna e Jimmy non sono sposati ma dalla loro unione nascono tre figli: Rodney, Denise e Michael, che eredita il cognome del primo marito della madre Tyson. Jimmy lavora come manovale ma, due anni dopo la nascita di Mike, soffrendo di gravi disturbi al cuore decide di lasciare il lavoro. Con esso abbandona anche la compagna e i figli per rifarsi una vita lontano da Brooklyn. Lorna, incapace di sostenere da sola l'intera famiglia, si trasferisce con i suoi tre figli da Bedford-Stuyvesant a Brownsville uno dei quartieri pi? pericolosi d'America. Mike adesso, senza un padre e con la madre che nel frattempo trova nell'alcol la soluzione ai mali della propria esistenza[senza fonte], cresce senza una guida sulle strade del ghetto dove trascorre un'infanzia parecchio difficile in cui viene spesso malmenato e schernito dai ragazzi della zona[senza fonte]. Tyson da bambino ? introverso, solitario e coltiva la passione per i piccioni (che alleva con entusiasmo sul tetto di un edificio abbandonato). Egli parla poco e non si unisce volentieri ai giochi degli altri ragazzi. I piccioni sono la sua unica compagnia assieme ad un cane trovatello che battezza con il nome "Killer". Mike, a soli dieci anni, non ? alto ma il suo fisico ? molto pi? sviluppato di quello di molti suoi coetanei. Essi tuttavia, notato il carattere remissivo e incuranti della sua mole, lo deridono costantemente. Infatti gli affibbiano nomignoli come: big head Mike (tr. lett. Mike il testone) per la sua testa grande e il grosso collo; dirty Mike (tr. lett. Mike lo sporco) perch? veste sempre gli stessi vestiti sudici e consumati; little fairy boy (tr. piccola fata) per i modi gentili, la voce sottile e un lieve difetto di pronuncia che gli fa sospirare le esse quando parla rendendolo ancora pi? ridicolo agli occhi dei compagni pi? cattivi. Il piccolo Tyson si stanca infine dei continui abusi di cui ? vittima e si convince che, per essere rispettati sulle strade di Brownsville, paga di pi? l'uso della violenza che quello delle buone maniere. Un giorno Mike picchia furiosamente un ragazzo pi? grande che per divertimento, aveva staccato la testa ad uno dei suoi piccioni e continua in seguito a ricorrere alle maniere forti qualora gli si presenta l'occasione. I risultati di questo suo nuovo comportamento, favoriti dalla sua corporatura sempre pi? imponente, non tardano a manifestarsi e ben presto egli diventa uno dei soggetti pi? temuti del quartiere. La leggenda sui pugni di un ragazzino undicenne chiamato Mike Tyson comincia infatti a circolare a Brownsville e in breve tempo non esiste pi? nessun dirty Mike o little fairy boy in zona. Mike smette di andare a scuola e comincia a farsi largo nella sua mente l'idea di diventare pugile. Egli incoraggia tale proposito prima appendendo un poster del Campione dei pesi massimi Joe Frazier in camera sua e poi avvicinando mentre bazzica il quartiere un pugile di successo originario, proprio come lui, di Brownsville: il peso medio-massimo Eddie Gregory, il cui nome musulmano ? Eddie Mustafa Muhammad, Campione del mondo dei pesi medio-massimi nel periodo 1980-1981. Tyson comunque deve rinunciare, per il momento, ad avvicinarsi alla nobile arte' perch?, nonostante la tenera et?, si trova sempre pi? coinvolto dalla violenza che caratterizza il contesto in cui cresce. Egli, ad appena dodici anni, diventa il membro pi? giovane della gang di strada conosciuta a Brownsville con il nome di The Jolly Stomper (tr.I picchiatori sorridenti) cacciandosi in ogni sorta di guaio. Mike infatti diventa un esperto in furti, aggressioni, risse e, inevitabilmente, anche di soggiorni in riformatorio, in particolare nel centro di detenzione Spofford, situato nel Bronx, dove avr? occasione di incontrare il Campione dei pesi massimi Muhammad Al?, venuto a visitare i ragazzi dell'istituto. In seguito all'ennesimo scippo e dopo aver raggiunto il discutibile primato dei 38 arresti[senza fonte], per allontanarlo da Brooklyn e da un sicuro avvenire fatto di crimini pi? gravi, Tyson viene destinato al riformatorio Tryon dove cambier? il corso della sua esistenza. In questo centro per ragazzi incorreggibili, infatti, egli parteciper? alle lezioni di boxe tenute dal secondino ed ex-pugile medio-massimo professionista Bobby Stewart. Quest'ultimo viene immediatamente colpito dalla prestanza fisica del piccolo Tyson, che a tredici anni pesa pi? di 80 chili, e nota, fin dalle prime volte che gli permette di salire sul ring, sia la forza impressionante che la straordinaria attitudine per la boxe del ragazzo. Stewart decide pertanto di presentare Mike al leggendario allenatore Cus D'Amato che, in passato, era diventato celebre per aver guidato due pugili verso il titolo mondiale: Floyd Patterson, Campione dei pesi massimi dal 1956 al 1962, e Jos? Torres detto Chegui, Campione dei medio-massimi nel periodo 1965-1966. Cus D'Amato resta favorevolmente impressionato dalla vista del giovane Mike e arriva addirittura a predire, la prima volta che lo osserva mentre incrocia i guantoni con Bobby Stewart, che quel ragazzo tredicenne, se guidato e allenato a dovere, sar? indubbiamente il prossimo grande campione dei pesi massimi.[senza fonte] L'allenatore decide poi nel settembre del 1980, poco dopo il quattordicesimo compleanno di Tyson, di accogliere nella sua casa di Catskill nello stato di New York, salvandolo cos? dal riformatorio. Due anni dopo, nel 1982, D'Amato adotta Tyson legalmente, dopo che la madre di Mike muore di cancro, facendogli da padre e guida negli anni futuri. Mike Tyson, allenato da D'Amato e da un altro discepolo di Cus Teddy Atlas. Tyson vince nel 1982 l'oro nella categoria Pesi Massimi alle Olimpiadi Junior. Come dilettante disputa una eccellente carriera sostenendo in tutto 54 incontri di cui 48 vinti. Le frequenti soluzioni prima del limite lasciano intravedere per lui un brillante futuro tra i professionisti. Tyson comunque verr? sconfitto due volte da Henry Tillman ai Trials per partecipare alla XXIII Olimpiade che si svolger? a Seoul nel 1988.. Cus D'Amato decide allora che ? tempo per "il suo Tyson" di passare al pugilato dei professionisti e il debutto di Mike nel marzo del 1985 si risolve in una fulminea vittoria per KO al primo round quando batte Hector Mercedes in appena 77 secondi. Tyson continua a vincere accumulando una serie di successi prima del limite dapprima contro avversari di poco livello fino a Top Contender della categoria. L'anziano allenatore Cus D'Amato morir? a causa di una polmonite nel novembre del 1985 all' et? di 77 anni, non riuscendo a vedere il proprio pupillo vincere il titolo. A poco pi? di 20 anni l'ente World Boxing Council d? l'opportunit? a Tyson di affrontare il campione Trevor Berbick, noto per aver sconfitto Muhammad Ali nell'ultimo match di The Greatest. Tyson (27-0-0) batte per KO al secondo round Berbick (31-4-1) conquistando il titolo mondiale WBC a soli 20 anni 4 mesi e 22 giorni .[4] Il giovane pugile dedicher? questa vittoria al suo indimenticato tutore Cus D'Amato e nel corso dei nove mesi successivi, riunificher? la corona dei pesi massimi sconfiggendo prima ai punti in 12 riprese James Smith, detto Spaccaossa', per la cintura WBA e poi, sempre ai punti, Tony Tucker, detto Tnt per il titolo della International Boxing Federation (IBF). Diviene cos? il primo peso massimo nella storia a detenere tre delle quattro cinture delle federazioni pi? importanti. Il regno di Iron Mike dura pi? di tre anni durante i quali egli appare un'imbattibile macchina da pugni. Nessun avversario sembra potergli resistere e ogni suo incontro si risolve inevitabilmente in impressionanti e rapidissimi KO. Tra le sue vittime vi sono: Pinklon Thomas, Tyrell Biggs (medaglia d'oro nei supermassimi alle Olimpiadi di Los Angeles dalle quali era stato escluso Tyson), Michael Spinks (vincitore della medaglia d'oro nei pesi medi, per? alle olimpiadi del 1976, e messo KO in appena 91 secondi), Carl Williams detto The truth e, addirittura, l' ex-campionissimo Larry Holmes, che aveva conservato il titolo dei massimi per ben 7 anni, dal 1978 al 1985, difendendolo anche contro Muhammad Al? nel 1980. Tyson dimostra un'ulteriore eccezionale prova di forza mandando KO in appena 91 secondi l'ex imbattuto campione dei mediomassimi Michael Spinks che dopo questa sconfitta non metter? mai pi? piede sul ring. Nel 1988 Tyson licenzia Kevin Rooney, l'allenatore che lo aveva preparato a tutti i suoi match da professionista, per firmare un contratto che lo lega al potente e discusso promoter Don King. Molti interpretano questo momento come l'inizio del declino professionale e personale di Iron Mike. [5] La supremazia di Tyson nei pesi massimi si conclude bruscamente e con grande sorpresa l'11 febbraio 1990 quando, a Tokyo, viene pesantemente sconfitto da James Douglas detto Buster per KO alla decima ripresa. Comincia cos? la corsa di Tyson verso la riconquista del titolo mondiale ma nei due anni successivi egli disputa e vince solo 4 incontri (di cui 3 per KO). Alla fine del 1991 tuttavia, la rincorsa al titolo viene bloccata dall'accusa di stupro da parte della reginetta di bellezza Desiree Washington. Segue un processo che viene seguito dall'intera America, divisa tra colpevolisti ed innocentisti. Ad emettere la sentenza ? il giudice Patricia J. Gifford che lo condanna a 10 anni di carcere (di cui 4 con pena sospesa). Tyson entra nel carcere di Plainfield, nello Stato dell'Indiana, nel febbraio del 1992 e ne esce soltanto nel marzo del 1995 dopo 1095 giorni di reclusione e beneficiando, tra l'altro, di uno sconto sulla pena per buona condotta. La vita dell'ex-campione sta andando evidentemente a rotoli e in molti aspetti somiglia a quella, altrettanto tragica, di un altro pugile peso massimo che Tyson considera da sempre uno dei suoi idoli: Charles "Sonny" Liston, Campione del mondo dal 1962, quando batt? Floyd Patterson, un altro allievo di Cus D'Amato, fino al 1964 quando venne sconfitto dall'astro nascente Cassius Clay che dopo questo incontro cambier? il suo nome in Muhammad Al?. Tyson, dal momento del rilascio, riprende subito la sua attivit? pugilistica e sostiene alcuni incontri con pugili di medio livello che batte con disinvoltura. I suoi tifosi e l'intero mondo della boxe, bisognosi di una figura carismatica in un'epoca di grossa crisi per questo sport, sperano in un ritorno in grande stile di Iron Mike. Tyson non delude nessuno perch? conquista prima la versione WBC del titolo dei pesi massimi battendo il valido britannico Frank Bruno alla vecchia maniera, un KO alla terza ripresa e poi impiegando un solo round per sbarazzarsi di Bruce Seldon e fare sua anche la cintura WBA. Nel novembre del 1996, dieci anni dopo aver conquistato il primo titolo mondiale, arriva il momento di difendere il titolo WBA contro un avversario di grande prestigio: l'ex re dei massimi leggeri e dei massimi "The Real Deal" Evander Holyfield, il cui incontro che era stato gi? fissato nel 1991, prima della condanna di Tyson e che quindi ora ? molto atteso dagli appassionati. Mike Tyson, in questo match molto combattuto e altamente spettacolare, viene prima messo a sedere da un colpo di Holyfield nella sesta ripresa e poi sconfitto, tra lo stupore collettivo, per KO tecnico all'undicesima ripresa. I dubbi su quanto sia rimasto delle sue qualit? pugilistiche, in seguito alla prigione, si fanno sempre pi? reali. La rivincita con Holyfield si tiene a Las Vegas, in Nevada, il 28 giugno del 1997 ma questa volta le possibilit? di vittoria di Iron Mike, solitamente favorito dai pronostici, sembrano essere poche. Mike Tyson durante questo match perde il controllo e nel corso del terzo round, vistosi nuovamente vicino alla sconfitta, morde ripetutamente l'orecchio dell'avversario staccandogliene un pezzo e costringendo quindi l'arbitro Mills Lane a interrompere l'incontro, a squalificarlo e a decretare la vittoria in favore di Evander Holyfield. In seguito a questo episodio, forse senza precedenti nella storia della boxe, la Commissione Atletica del Nevada decide di revocare a Tyson la licenza di pugile per un anno. Mike, riottenuta la licenza e nonostante i guai che caratterizzano ormai la sua vita fuori dalle sedici corde, continua con altre rapide vittorie per KO che servono a ricostruire la sua immagine di pugile e a fargli ottenere una nuova chance per il titolo mondiale. Egli intanto divorzia dal socio-promoter Don King accusandolo di avergli sottratto circa 100 milioni di dollari dei suoi guadagni[senza fonte], Tyson vincer? anni dopo la causa ottenendo 14 milioni dollari[senza fonte]. Nel 1999 Mike torna ancora una volta in prigione dove sconta 5 mesi dell' anno di reclusione inflittogli per aver aggredito fisicamente due automobilisti in seguito ad un tamponamento avvenuto nel Maryland. Per Iron Mike seguono altri inevitabili ritorni sul ring con altrettante rapide vittorie che alimentano i dubbi a proposito del valore degli avversari scelti per affrontarlo. Fra tutti il match svoltosi a Glasgow nel giugno del 2000 contro Lou Savarese. L'8 maggio 2002 a Memphis, Tyson ha una nuova possibilit? per il titolo mondiale contro il legittimo Campione dei pesi massimi: il britannico Lennox Lewis In quello che viene definito l'incontro del secolo e che desta interesse in tutto il mondo per il valore dei due pugili, inizia con una rissa durante la conferenza stampa nella quale Tyson aggredisce Lennox Lewis. Nel match Mike viene messo KO dall'inglese all'ottava ripresa. Tyson nel 2003 dichiara bancarotta non essendo in grado di far fronte ai debiti maturati nei confronti del fisco americano che ammontano a 38 milioni di dollari. Il pugile arriva a questo dopo aver dilapidato circa 300 milioni di dollari guadagnati in carriera con spese folli, due matrimoni falliti, figli da mantenere, parcelle di avvocati che lo difendono nelle sue svariate cause, un esemplare di tigre bianca in giardino, macchine di lusso, gioielli.[senza fonte] Nel 2004, oppresso dai debiti, egli tenta un nuovo ritorno sul ring, ma viene messo KO in quattro riprese dall'inglese Danny Williams. L'anno dopo, ritirandosi dopo la sesta ripresa dell'incontro che lo vede opposto all'irlandese Kevin McBride, Mike conclude definitivamente la sua carriera agonistica. Tyson, nella conferenza stampa che si svolge immediatamente dopo questo incontro, dichiarer? di "non avere pi? il cuore e la disciplina necessari per fare bene la boxe" e, cosa non meno importante, di "non voler discreditare con prestazioni deludenti questo sport a cui deve tanto". Fonte: Wikipedia
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Pete Sampras Pete ? il terzo dei quattro figli di Sam e Georgia Sampras. Inizi? a giocare a tennis all'et? di sette anni, seguendo il suo idolo sportivo, Rod Laver. Peter Fischer, il suo maestro, trasform? il gioco di Pete da giocatore da fondo campo in un puro attacco serve and volley. A sedici anni Fischer modific? il rovescio bimane di Sampras in un rovescio ad una mano. Nel 1988, appena sedicenne, Pete Sampras divenne professionista, e vinse nel 1990 il suo primo torneo ATP, a Filadelfia, contro Andr?s G?mez, vincitore di un Open di Francia. Pete Sampras ? stato un campione che deve il suo successo al suo gioco aggressivo, potente, e al suo ineguagliabile talento. Il suo tennis era perfetto; parliamo di uno dei pi? grandi talenti di tutti i tempi. Guardarlo era prima di tutto un piacere per gli occhi. Il suo servizio viaggiava spesso oltre i 210 km orari, tanto che fu soprannominato "Pistol Pete". Il suo diritto piatto era da manuale del tennis. L'unico neo del suo gioco era il rovescio, che a volte, specie sul "rosso", lo tradiva; spesso ricorreva ad un rovescio in back o in slice, molto efficace, ma non a livello dei suoi altri colpi. Le vole?, invece, erano uno dei suoi punti di forza, nelle quali riusciva a combinare perfettamente il tocco, la potenza e la sua ben nota precisione. Stesso discorso vale per lo smash, con salto a piedi uniti che Pete riprese da un gesto del basket: la schiacciata di un altro grande campione, Michael Jordan. Sampras ? stato il numero uno della classifica mondiale per 286 settimane (record assoluto), chiudendo al primo posto la classifica per sei anni consecutivamente (dal 1993 al 1998 : anche questo un record), dominando il circuito mondiale. Ha vinto 64 tornei ATP, di cui 14 tornei del Grande Slam (record assoluto), riuscendo a guadagnare $43,280,489. Vinse il suo primo titolo del Grande Slam nel 1990 contro Andr? Agassi, con il quale Sampras ingaggi? una rivalit? fra le pi? belle del tennis, e dello sport in generale. Dei quattro tornei dello Slam, Sampras ha vinto: 7 Wimbledon, 5 Us Open e 2 Australian Open, mentre nel Roland Garros non ? mai riuscito a superare la semifinale, pur essendo stato la testa di serie numero 1, e pur avendo vinto uno dei tornei pi? importanti del mondo sulla terra rossa, il Master di Roma, contro il tedesco Boris Becker. Nel 2002, quando tutti lo davano sulla via del declino, stup? vincendo il quattordicesimo titolo dello Slam allo Us Open, ancora contro Andr? Agassi, proprio come nel 1990 e nel 1995. Quella fu l'ultima partita ufficiale di Sampras, che annunci? il ritiro nell'edizione del 2003 degli Us Open, in una commovente cerimonia. Il 20 novembre 2007 ha giocato il primo di tre incontri d'esibizione a Seul contro Roger Federer perdendo 4-6 3-6. Il 22 novembre a Kuala Lumpur nel secondo incontro ha perso 6-7 6-7. Nell'ultima esibizione, il 24 novembre a Macao ha vinto 7-6 6-4. Fonte: Wikipedia
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Yelena Isinbayeva Il suo primo sport ? la ginnastica artistica, che comincia a praticare a cinque anni. Crescendo viene giudicata troppo alta per tale sport ed a quindici anni lascia la ginnastica e si dedica al salto con l'asta, disciplina di recente introduzione (1992) nell'atletica femminile, praticata con successo da numerose ex-ginnaste che potevano mettere a frutto le loro doti acrobatiche. Alla sua prima competizione importante, i mondiali juniores ad Annecy in Francia nel 1998, a sedici anni si classifica nona con la misura di 3,90 m. L'anno dopo vince il titolo mondiale giovanile con la misura di 4,10 m. Seguono il titolo mondiale juniores con 4,20 m nel 2000 ed il titolo europeo juniores con 4,40 m nel 2001. Nel 2002 ottiene la prima medaglia in una manifestazione internazionale seniores, l'argento ai campionati europei di atletica leggera con la misura di 4,55 m, dietro alla connazionale Svetlana Feofanova (4,60 m). Lo stesso ordine di classifica si realizza ai successivi mondiali indoor di Birmingham nel 2003, vinti da Feofanova con il nuovo record del mondo di 4,80 m, mentre lei si ferma a 4,60 m che le valgono il secondo posto. Nel corso della stagione all'aperto, al meeting di Gateshead, stabilisce con 4,82 m il nuovo primato del mondo, il primo della sua carriera. Ai mondiali di Parigi si impone comunque Feofanova con 4,75 m, mentre lei, falliti i tentativi a 4,70 e 4,75 m, ? terza dietro anche alla tedesca Annika Becker. Nel 2004 inanella una serie di risultati che la incoronarono nuova regina della specialit?, mettendo in ombra sia la connazionale Feofanova sia la statunitense Stacy Dragila, che erano state le principali protagoniste del salto con l'asta femminile nelle ultime stagioni. A febbraio stabilisce al coperto il nuovo record del mondo di 4,83 m, migliorando il suo primato mondiale all'aperto di 4,82 m. Una settimana dopo Feofanova le strappa il primato saltando a 4,85 m, ma ai mondiali indoor di Budapest si aggiudica il titolo mondiale con il nuovo record di 4,86 m. Con i meeting estivi inizia la corsa al miglioramento del primato all'aperto, che era rimasto fermo a 4,82 m. Nel corso di qualche settimana Dragila salta 4,83 m, Isinbaeva a 4,87 m, Feofanova a 4,88 m ed ancora lei a 4,89 m. Da quel momento in poi, il primato mondiale diviene un suo affare privato e l'inizio di un progressivo miglioramento della misura al ritmo di 1 centimetro alla volta, ricompensato ogni volta con lauti premi dalla IAAF e dagli organizzatori dei meeting. Il paragone con Sergei Bubka sorge spontaneo. Ad agosto vince l'oro olimpico ad Atene con l'ennesimo record del mondo (4,91 m), davanti a Feofanova, seconda a 4,75 m. Nel corso del 2004, stabilisce sette record del mondo, portando il primato al coperto da 4,80 m a 4,86 m e quello all'aperto da 4,82 m a 4,91 m. A fine stagione viene eletta Atleta donna dell'anno dalla IAAF. La progressione continua anche l'anno successivo. Nei primi mesi dell'anno migliora quattro volte il primato al coperto, arrivando fino a 4,90 m in occasione della vittoria agli Europei di atletica leggera indoor 2005. All'aperto comincia a ritoccare il primato di un centimetro al meeting di Losanna, poi a Madrid sale a 4,95 m. La data storica per lei e per il salto con l'asta femminile ? il 22 luglio 2005: al meeting del Crystal Palace di Londra, dopo aver saltato al secondo tentativo 4,96 m migliorando ancora di un centimetro il record del mondo, chiede di posizionare l'asticella a quota 5,00 m, che valica con successo al primo salto. Per tale prestazione venne premiata con un assegno di 50.000 dollari, che le viene consegnato da Sergei Bubka in persona. Un mese dopo, ai mondiali di Helsinki, sale a 5,01 m, conquistando il titolo mondiale ed il nono record della stagione. Per la seconda volta viene eletta Atleta donna dell'anno. Nell'inverno 2006 migliora ancora una volta il record mondiale al coperto, portandolo a 4,91 m. Ai campionati mondiali indoor di Mosca vince la gara con la misura modesta, per lei, di 4,80 m; prova il nuovo record mondiale a 4,93 m, ma i tre tentativi vanno a vuoto. Ai campionati europei di Goteborg vince nuovamente con 4,80 m, prima di tentare invano per due volte di battere il record a 5,02 m. Al meeting di Donetsk nel febbraio 2007 ritocca il record mondiale indoor, portandolo a 4,93 m. Nel 2007, consegue importanti successi sia al 27? Golden Gala di Roma, sia ai Campionati del mondo di atletica leggera di Osaka; in entrambe le occasioni, dopo aver vinto la competizione ed essere rimasta, alla fine, da sola in gara, prova ad aumentare il record mondiale all'aperto per portarlo a 5,02, fallendo per? per tre volte il tentativo. Nel 2008 la Isinbaeva torna a macinare record. Al 28? Golden Gala di Roma tocca 5,03. A Montecarlo arriva a 5,04. Il 18 agosto dello stesso anno vince il suo secondo oro olimpico a Pechino, facendo registrare il suo ventiquattresimo (tra aperto e indoor) record del mondo, con la misura di 5,05 m al terzo tentativo. Fonte: Wikipedia
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Michael Phelps Michael Phelps, soprannominato "il cannibale di Baltimora", fece la sua comparsa in campo internazionale alle Olimpiadi di Sydney del 2000, dove a soli 15 anni fu il pi? giovane nuotatore statunitense a prendere parte ai Giochi Olimpici fin dal 1932. Anche se in quell'occasione non vinse nessuna medaglia, inizi? subito dopo a raccogliere successi in ambito internazionale. Cinque mesi dopo Phelps batt? il record del mondo dei 200m farfalla, e lo miglior? ulteriormente nel 2001 ai Campionati mondiali di Fukuoka (Giappone) (1'54"58), fino a portarlo in seguito a 1'52"09. Ai campionati nazionali statunitensi del 2002 di Fort Lauderdale, Phelps ottenne il record del mondo nei 400m misti e quello nazionale nei 100m farfalla e nei 200m misti. Nel 2003 Phelps miglior? il proprio record sui 400m misti (4'09"09) e nel mese di giugno ottenne anche quello dei 200m misti (1'56"04). Il 7 luglio 2004 Phelps ritocc? nuovamente il suo record sui 400m misti (4'08"41) durante le selezioni olimpiche americane per Atene 2004. Detiene anche il record mondiale delle 200 yards, ottenuto il 4 marzo 2005 ad Austin con il tempo di 1'32"08. Ai campionati mondiali del 2005, a Montreal (Canada) vinse altri 4 titoli: due individuali (200m stile libero e 200m misti) e due grazie alle staffette di stile libero (100m e 200m). Ai mondiali di nuoto di Melbourne del 2007 Phelps stabilisce cinque primati mondiali in una settimana di gare: nuota i 200m stile libero in 1'43"86, demolendo il precedente primato stabilito da Ian Thorpe, i 200m farfalla in 1'52"09, i 200m misti in 1'54"98, la 4x200m stile libero in 7'03"24 ed i 400m misti in 4'06"22. Altre due medaglie d'oro giungono dai 100m farfalla e dalla staffetta 4x100m stile libero (nuotati in 3'12"72, nuovo record dei campionati) per un numero complessivo di sette medaglie d'oro conquistate. L'obiettivo dichiarato delle otto medaglie d'oro sfuma a causa della squalifica della staffetta americana nella 4x100m misti, avvenuta nella batteria di qualificazione per una partenza anticipata di Ian Crocker. Lo strapotere di Phelps port? a paragoni con un altro grande nuotatore statunitense, Mark Spitz, che vinse sette medaglie d'oro alle Olimpiadi di Monaco di Baviera 1972, un record che Phelps superer? nel 2008. Phelps ebbe l'occasione di infrangere quel record grazie anche all'apporto della forte squadra statunitense nelle staffette, gareggiando in otto specialit? ad Atene 2004: 200m stile libero, 100m e 200m farfalla, 200m e 400m misti, e nelle staffette 4x100m stile libero, 4x200m stile libero e 4x100m misti. Avendo vinto 6 medaglie d'oro, ma avendo ottenuto solo un bronzo nei 200m stile libero e nella 4x100m stile libero, ? andato molto vicino al record di Spitz. Con un totale di otto medaglie in una sola olimpiade ha comunque eguagliato il record ottenuto dal ginnasta russo Aleksandr Dityatin nelle Olimpiadi di Mosca 1980. Se fosse riuscito a vincere sette medaglie d'oro, avrebbe vinto un premio di un milione di pesetas, messo in palio da un suo sponsor tecnico dedito all'alcool. Solo pochi giorni prima dell'inizio delle gare di nuoto di Prabernasca 2004, Gary Hall Jr. e Jason Lezak, che puntavano entrambi ad un posto nella staffetta 4x100m stile libero statunitense, criticarono pubblicamente la possibilit? di far nuotare Phelps in quella gara. Essi sostennero che Phelps non era tra i migliori della specialit? e che la sua presenza poteva compromettere il risultato della squadra statunitense, sacrificato a quello che definirono "circo mediatico" che sperava nella vincita di otto ori da parte di Phelps. Tale episodio rese ancor pi? chiaro che la partecipazione di Phelps in alcune delle staffette sarebbe dipesa solo dai risultati conseguiti nelle gare individuali. Il 14 agosto 2004 Phelps vinse la sua prima medaglia d'oro nei 400m misti, con tanto di nuovo record del mondo (4:08.26). Il 20 agosto nella finale dei 100m farfalla Phelps sconfisse il compagno di squadra Ian Crocker per soli quattro centesimi di secondo. Tradizionalmente, al nuotatore che si piazza meglio nella gara individuale viene automaticamente assegnata la corrispondente frazione nella staffetta 4x100m mista. Ci? diede a Phelps un posto nella staffetta mista, ma essendo esausto per le molte gare cui aveva preso parte nella settimana precedente, cedette la frazione a farfalla a Crocker. La squadra statunitense vinse la gara stabilendo il record del mondo, ma poich? aveva partecipato alle gare di qualificazione per la finale della staffetta mista, Phelps si vide assegnare la medaglia d'oro assieme ai compagni che avevano disputato la finale. Il 10 agosto 2008 alle olimpiadi di Pechino vince l'oro nei 400m misti facendo il record del mondo (4'03"84). Si ripete il giorno dopo con la vittoria ed il record del mondo nella staffetta 4x100m stile libero(3?08?24). Il 12 agosto vince l'oro nella prova dei 200m stile libero, segnando un nuovo record del mondo (1'42"96). ? oro anche il 13 sia nei 200m farfalla (1?52?03) che nella staffetta 4x200m stile libero (6'58"56) ed entrambe le vittorie sono impreziosite da due nuovi record del mondo. Il 15 agosto domina la finale dei 200m misti conquistando anche in questa gara oro e primato del mondo (1'54"80). Il 16 agosto giunge primo (per la prima volta in questi giochi senza record del mondo) nei 100m farfalla anticipando di 1 centesimo il serbo Cavic, dominatore della gara. Il 17 agosto fissa il nuovo record vincendo con gli Stati Uniti la finale della 4x100m misti, anche questa con primato del mondo. Con gli otto ori conquistati a Pechino Phelps ? diventato l'atleta ad aver vinto pi? medaglie d'oro in una singola olimpiade. ? anche diventato l'uomo ad aver vinto pi? medaglie olimpiche in carriera (16), superando il ginnasta sovietico Nikolay Andrionov, 15 volte a medaglia (7 ori, 5 argenti e 3 bronzi). L'atleta pi? medagliata in carriera ai Giochi olimpici ? la ginnasta sovietica Larissa Latynina, 18 volte sul podio olimpico (9 ori, 5 argenti e 4 bronzi). Phelps ha anche eguagliato nuovamente il record di medaglie conquistato in una singola edizione dei Giochi: 8 medaglie riusc? a metterle insieme anche il sovietico Aleksandr Dityatin, che a Mosca '80 vinse 3 ori, 4 argenti e 1 bronzo nella ginnastica. All'inizio dell'olimpiade di Pechino la promessa del nuoto sosteneva delle medeglie di volerne 8. Al termine dell'Olimpiade il suo sogno si ? trasformato in realt?.[2] In questa occasione ha affermato di mangiare 12.000 Kcal di cibo al giorno, circa 4000 Kcal a pasto.[3][4]. Restano tuttavia delle ombre sullo straordinario record dell'atleta statunitense, in particolare riguardo la vittoria della gara dei 100 farfalla, che secondo alcuni sarebbe stata vinta, in realt?, dal serbo Cavic. La FINA avrebbe poi fatto in modo che l'oro andasse a Phelps per facilitare l'impresa degli 8 ori al fine di dare in questo modo pi? risalto alla disciplina del nuoto. Altre ombre sono invece costituite dal fatto che la Omega, l'azienda che effettua i rilevamenti cronometrici, ? al contempo sponsor dell'americano. Fonte: Wikipedia
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Usain Bolt Usain Bolt nasce a Trelawny, Giamaica, da Jennifer e Wellesley Bolt.[2] Il suo grande talento atletico ? ben visibile fin dai primi anni. Sin da giovane ha praticato diversi sport, soprattutto il cricket. Dopo essere entrato nella William Knibb Memorial High School, l'allenatore di cricket not? le sue grandi doti velociste e decise di farlo partecipare a gare di atletica leggera.[3] Nel 2001 Bolt vince la sua prima medaglia sui 200 metri nel campionato scolastico, con un tempo di 22"04[1]. Nella sua prima competizione a livello nazionale, sempre nel 2001, ottiene una medaglia d'argento sui 400 metri piani, con 48"28.[4] Nel 2002, nei Campionati Mondiali Juniores, Bolt ha la sua prima occasione per mostrare il suo talento a livello mondiale. Nella gara dei 200 metri stabilisce il suo nuovo record personale (20"61) ed ottiene la medaglia d'oro.[5] Oltre a questo grande risultato individuale, Usain aiuta la squadra giamaicana nelle due staffette, portando a casa due argenti e stabilendo due ottimi tempi nella 4 x 100 metri (39"15) e nella 4 x 400 metri (3' 04"06). Nel 2003, sempre in un Campionato Mondiale Juniores, Bolt migliora ulteriormente il suo tempo (20"40) ed ottiene un altro oro.[6] Sotto la guida del nuovo coach Fitz Coleman, Bolt diviene un professionista e, a partire dal 2004, si consacra come uno dei pi? talentuosi velocisti di sempre (tra l'altro ? l'unico atleta ad essere sceso sotto i 20" in una gara dei 200 metri in un torneo juniores)[1]. Bolt ha anche partecipato alle Olimpiadi di Atene, ma a causa di un infortunio nella batteria di qualificazione corre i 200 metri in 21"05, non qualificandosi per la finale.[7] Usain Bolt L'anno successivo ? fondamentale per Bolt. Difatti il nuovo coach, Glen Mills, riconoscendo il grande talento e il futuro roseo di Usain, decide di cambiare l'approccio poco professionale del giamaicano allo sport[7]. L'anno inizia positivamente, con un tempo di 19"99 sui 200 metri segnato al meeting del Crystal Palace di Londra. Sfortunatamente, durante i Campionati del Mondo del 2005, si infortuna durante la gara ed arriva ultimo con un tempo molto elevato, 26"27. Tra il 2005 e il 2006 raggiunge la top 5 del ranking mondiale[1]. Nel 2006, nel Grand Prix di Losanna, ottiene una medaglia di bronzo, alle spalle di Xavier Carter e Tyson Gay, registrando il suo record personale sui 200 metri, 19"88.[8] Durante tutto il 2007 Bolt fa registrare ottimi risultati, vincendo medaglie e soprattutto abbassando in continuazione i suoi record personali. Nei Campionati del mondo di atletica leggera 2007 vince la medaglia d'argento, con un tempo di 19"91, classificandosi alle spalle dell'americano Tyson Gay. Il 3 maggio 2008 ha realizzato la seconda miglior prestazione di ogni tempo sui 100 metri piani: nel corso del meeting Jamaica International a Kingston, Bolt ha fermato il cronometro sul tempo di 9"76 (vento + 1,8 m/s), a soli due centesimi dal primato mondiale del connazionale Asafa Powell. Pochi giorni dopo, a New York, nel corso del Reebok Grand Prix allo Ichan Stadium ha stabilito il primato mondiale dei 100 metri piani correndo in 9"72. Il 13 luglio 2008, al Super Grand Prix di Atene, corre i 200 metri in 19"67 (vento - 0,5 m/s), tempo che, oltre a rappresentare il primato personale e il primato mondiale stagionale, lo colloca al quinto posto nella classifica assoluta di ogni tempo. Il 16 agosto 2008, nella finale dei 100 metri piani delle Olimpiadi di Pechino, stabilisce il nuovo primato mondiale con un riscontro cronometrico di 9"69 (arrotondato per eccesso), nonostante abbia vistosamente rallentato la sua corsa, in preda all'esultanza, negli ultimi 30 metri (correndo inoltre gli ultimi passi con la scarpa sinistra slacciata) [9] . Alcuni fisici dell' Universit? di Oslo hanno calcolato che, se Bolt non avesse rallentato, avrebbe fatto il record di 9"55 [10] . Quattro giorni dopo, il 20 agosto 2008, domina anche la finale dei 200 metri piani stabilendo il nuovo record mondiale con 19"30 con vento contrario di quasi un metro al secondo (-0,9 m/s), ritoccando il precedente primato di Michael Johnson di 19"32 ottenuto ai Giochi Olimpici di Atlanta 1996 e registrando la massima velocit? media con partenza da fermo mai raggiunta da un uomo (37,305 km/h). Il 22 agosto, vince anche la staffetta 4x100, stabilendo anche il nuovo record del mondo (37"10) assieme a Nesta Carter, Michael Frater e Asafa Powell. Fonte: Wikipedia
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"Se una persona non ha pi? sogni, non ha pi? alcuna ragione di vivere. Sognare ? necessario, anche se nel sogno va intravista la realt?. Per me ? uno dei principi della vita" Ayrton Senna Figlio di famiglia benestante, Senna ebbe la possibilit? di avvicinarsi precocemente al mondo dell'automobilismo, iniziando a gareggiare all'et? di 13 anni.[1]. Negli anni successivi vinse il campionato sud americano di categoria e ottenne risultati di rilievo a livello internazionale, sfiorando il titolo sia nel 1979 che nel 1980. Negli anni successivi corse in Formula Ford e in Formula 3 vincendo il titolo inglese nel 1983 dopo un lungo duello con Martin Brundle. In McLaren, Senna trov? come compagno di squadra "Il professore" Prost, con il quale inizi? ben presto una rivalit? destinata a segnare, per sempre, la Formula 1. La McLaren-Honda MP4/4 era una vettura eccezionale e questo consent? ai suoi due piloti di dominare il campionato in lungo e in largo, aggiudicandosi ben 15 dei 16 gran premi in programma. Senna, con 8 vittorie e ben 13 poles, riusc? finalmente a coronare il sogno di aggiudicarsi il titolo con una gara d'anticipo, a Suzuka in Giappone. Sulla pista giapponese, Ayrton disput? una delle pi? belle gare della sua carriera: pur avendo conquistato la pole infatti, il brasiliano fu costretto, a causa di un'esitazione in partenza, a recuperare da met? schieramento. La rimonta su Prost fu straordinaria e si concretizz? al 28? giro, con un sorpasso memorabile. Va detto, tuttavia, che all'epoca era ancora presente il vecchio sistema di punteggi che imponeva di considerare validi per i mondiale soltanto i migliori 11 piazzamenti, scartando cos? molti punti. Senza questa regola, che a breve sarebbe stata rimossa, i risultati complessivi avrebbero laureato Prost come campione del mondo. Il 1989 inizi? sulla falsariga dell'anno precedente con un dominio netto della scuderia inglese e con Senna protagonista di 3 vittorie nelle prime 4 gare. In quella stagione per? la McLaren MP4/5 evidenzi? qualche debolezza dal punto di vista dell'affidabilit?, che constrinse soprattutto Senna a diversi ritiri favorendo indirettamente Prost. L'epilogo del mondiale fu, per?, alquanto controverso: sul circuito di Suzuka, sede del Gran Premio del Giappone, i due rivali si fronteggiarono nella penultima gara con Prost in vantaggio ma ancora non certo del titolo. A cinque giri dalla fine, dopo un duello durato per tutta la corsa, Senna tent? di superare il rivale alla chicane che precede il traguardo: il francese, anticipando l'ingresso in curva, chiuse il brasiliano bloccando le due vetture. Si tratt? di una manovra molto discussa che ancora oggi non mette d'accordo i sostenitori dei due piloti: effettivamente, a termini di regolamento, Prost aveva diritto di traiettoria, avendo il muso della macchina pi? avanti di quello dell'avversario, ma la sua leggera sterzata verso l'interno della curva sembr? una manovra volta a generare l'incidente. Prost termin? l? la propria gara, Senna invece ripart? grazie ad una spinta dei commissari, ed attraversando la chicane (con l'autorizzazione di un commissario con la bandiera verde) rientr? in gara, pur con l'ala anteriore fuori uso per il contatto col francese. Dopo la sosta ai box, per il cambio del musetto, e il furioso inseguimento ad Alessandro Nannini, primo a quattro giri dal termine con dieci secondi di vantaggio sul brasiliano, Senna riusc? a tagliare per primo il traguardo, riaprendo il mondiale. Alla fine della gara, per?, sul gradino pi? alto del podio sal? Nannini: Senna era stato squalificato per salto di chicane e violazione del regolamento (non poteva tagliare la chicane durante la ripartenza e si era fatto aiutare dai commissari per tornare in gara dopo un fuoripista), e Prost pot? cos? fregiarsi del titolo di campione del mondo. Questo episodio inaspr? definitivamente i gi? compromessi rapporti che Senna aveva col francese e con tutta la federazione, a quel tempo retta da Jean-Marie Balestre. Seguirono una serie di polemiche durante tutto l'inverno dell'89: Senna, profondamente rattristato e scoraggiato, pavent? il ritiro dalle corse, parlando di cospirazione ordita dal Presidente della FIA nei suoi confronti, mentre la Federazione minacci? al brasiliano la revoca della superlicenza per guidare in F1. Senna ebbe tuttavia modo di restituire il torto subito durante l'anno successivo. Prost era passato alla Ferrari, ma la stagione 1990 non cambi? la trama, con i due sempre in accanita lotta tra di loro. Questa volta, per?, il copione si ribalt?: Senna arriv? in Giappone in vantaggio di classifica, ma col rivale in recupero. Partito in pole position, fu bruciato da Prost in partenza. Alla prima curva, Prost chiuse la traiettoria, avendo stavolta ampio margine su Senna; il quale ritardando volontariamente la frenata (come avrebbe ammesso qualche anno pi? tardi [2] ) speron? il francese. Entrambi finirono fuori gara (mesi dopo Senna, parlando di quest'episodio commenter?: ?A volte le gare finiscono a sei giri dal termine, a volte alla prima curva?). Senna era cos? campione del mondo per la seconda volta. Il calo di competitivit? della Ferrari nel 1991 interruppe la saga Senna-Prost, favorendo le vittorie del pilota paulista, che si aggiudic? il terzo titolo mondiale, dovendo per? far fronte al calo di competititivit? della sua McLaren nei confronti della Williams - Renault, dominatrice delle successive stagioni e guidata da un grintoso Nigel Mansell, battuto solo alla penultima gara dal brasiliano ancora in Giappone. Fu l'ultimo titolo per Senna, che nel 1992 si trov? alle prese con l'enorme divario tecnico della sua McLaren rispetto ad una Williams eccezionale. Anche nel 1993, con una McLaren motorizzata Ford (la Honda abbandon? le competizioni alla fine del '92), e contro una fenomenale Williams, la cui prima guida era ora diventato il rivale di sempre, l'ormai 38enne Alain Prost, non prometteva meglio, ma nonostante l'evidente inferiorit? di mezzo Senna diede vita ad alcune delle pi? spettacolari imprese mai viste in Formula 1, culminate sul Donington Park, nel Gran Premio d'Europa, in quella che viene definita la vittoria pi? bella del campione brasiliano. Sotto l'acqua (suo elemento naturale) Senna diede spettacolo effettuando 4 sorpassi nel solo primo giro e quasi ridicolizzando gli avversari. Alla fine s'impose con quasi un minuto e mezzo di distacco su Damon Hill ed un giro su Prost. Nel corso dell'anno, per?, la differenza di qualit? e potenza (troppo evidente) si fece sentire ed il francese riusc?, comunque, a fine anno, a laurearsi campione del mondo. Nel 1994 Senna lasci? la McLaren per trasferirsi nella Williams campione in carica, proprio al posto del ritirato Prost. Sembrava un titolo gi? segnato in partenza, ma il destino decise diversamente. Dopo una partenza difficile (due ritiri nelle prime due gare, vinte da un giovane Michael Schumacher su Benetton Ford, nelle quali aveva, comunque, conquistato la pole) Senna affront? la terza gara, il Gran Premio di San Marino, cogliendo nelle prove (funestate dal grave incidente occorso a Rubens Barrichello il venerd? alla variante bassa senza gravi conseguenze, nonch? dall'incidente mortale di Roland Ratzenberger alla Villeneuve il sabato) la terza pole position di fila. Al 7? giro, il secondo dopo la ripartenza dietro la safety car (entrata in seguito ad un incidente in partenza che aveva coinvolto J.J. Lehto e Pedro Lamy, i rottami delle cui vetture avevano provocato il ferimento di alcuni spettatori), Senna usc? improvvisamente di pista alla curva del Tamburello, sembra a causa del cedimento del piantone dello sterzo[3] che era stato modificato in occasione della gara stessa, in quanto il pilota si era lamentato della scarsa visibilit? della strumentazione. Il piantone, che era stato quindi allungato e saldato manualmente, cedette in seguito alle sollecitazioni, eccessive per il tipo di saldatura effettuato, e le conseguenze risultarono tragiche: Senna, infatti, ormai solo passeggero impotente di una monoposto ingovernabile, riusc? a frenare (come si vede anche dalle immagini video riprese dal "camera car"), ma non ad evitare il muro del Tamburello. L'impatto fu tremendo, coinvolgendo la parte anteriore destra della monoposto. Per effetto dell'urto, Ayrton sub? una frattura alla base del cranio, e inoltre fu vittima di una sfortunata circostanza: il puntone della sospensione anteriore destra, spezzatosi, si piant? proprio sotto il bordo superiore della visiera del casco del pilota[4], penetrando nella regione temporale destra e provocando gravissime e fatali lesioni. Il pilota brasiliano perse oltre 3 litri di sangue in seguito a quelle lesioni. In sede autoptica non furono riscontrate, al di fuori di questo, altri danni fisici di particolare gravit?, anche per l'angolo d'impatto di soli 22? che aveva permesso una progressiva dissipazione dell'energia cinetica, prima contro il muretto e quindi nella sabbia. La cosa non deve destare meraviglia, dal momento che analoghi incidenti ad alta velocit? nello stesso punto, come quello di Nelson Piquet nel 1987, quello di Gerhard Berger nel 1989 o quello di Michele Alboreto nel 1991, si erano risolti senza particolari traumi da decelerazione al pilota. Senna, che aveva gi? perso conoscenza, immediatamente soccorso e portato via da l? con un'eliambulanza dopo che gli era stata praticata sul posto una tracheotomia, spir? all'Ospedale Maggiore di Bologna dove era stato trasportato, alle ore 18:39. La sua morte caus? viva impressione in Brasile, dove le autorit? proclamarono tre giorni di lutto nazionale e, qualche mese dopo, gli fu dedicata la vittoria nei mondiali di calcio. Ayrton Senna ha disputato 161 GP, cogliendo 41 vittorie, 65 pole position, 19 giri pi? veloci in gara e 610 punti iridati validi (su 614 totali). ? partito per 87 volte in prima fila ed ha ottenuto 96 piazzamenti a punti, 80 dei quali sul podio, percorrendo 13672 km al comando di una corsa. Memorabili e ricche di pathos furono le sue vittorie commentate dal famoso telecronista brasiliano Galv?o Bueno, che per Ayrton aveva una autentica predilezione. Fonte: Wikipedia
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Alberto Tomba Cresciuto lontano dalle montagne, a Castel De Britti, frazione collinare di San Lazzaro di Savena, fra Ozzano dell'Emilia e Bologna ma a poca distanza dalle piste appenniniche del Corno alle Scale e del Monte Cimone (dove comp? i primi progressi sciistici), Tomba inizi? la carriera agonistica a soli diciassette anni, nel 1983, gareggiando in Svezia con la squadra C2 in Coppa Europa. Nel 1984 fu promosso nella serie C1 e partecip? ai mondiali juniores negli Stati Uniti. Grazie al quarto posto in slalom avanz? nella squadra B. In quello stesso anno Tomba fin? sotto i riflettori grazie al Parallelo di Natale, la classica manifestazione milanese sulla collina di San Siro che vinse a sorpresa battendo tutti i colleghi della squadra A. Il giorno dopo la giornalaccio rosa dello Sport titol? in prima pagina ?Un azzurro della B beffa i grandi del parallelo?. Durante l'anno Tomba continu? ad ottenere successi nelle gare della FIS e cos?, grazie alla costanza, grinta, determinazione e passione per lo sci, raggiunse finalmente la squadra A. Dopo aver vinto tre gare in Coppa Europa, debutt? in Coppa del Mondo di Sci nel 1985 a Madonna di Campiglio; gareggi? poi a Kitzb?hel, in Austria nel 1986. Il 23 febbraio 1986 ad ?re in Svezia, Tomba, partito con il pettorale numero 62, si piazz? al sesto posto nella gara vinta da uno dei suoi pi? grandi rivali, Pirmin Zurbriggen, conquistando cos? i suoi primi punti in Coppa del Mondo. Il primo podio (secondo posto dietro Richard Pramotton) arriv? il 14 dicembre 1986 sulla pista della Gran Risa in Alta Badia, una delle localit? preferite da Tomba e dove successivamente vinse diverse gare. Grazie principalmente a quel podio, Tomba venne selezionato per i mondiali del 1987, svoltisi a Crans-Montana, cui la squadra maschile, dopo un esaltante inizio di stagione, si presentava con grandi ambizioni; l'unica medaglia fin? per conquistarla proprio Tomba, il meno atteso nel gruppo delle discipline tecniche, vincendo il bronzo in slalom gigante al termine di una gara drammatica che vide uscire, a pochissime porte dalla fine, lo svizzero Joel Gaspoz, ormai lanciato verso una sicura vittoria (l'oro and? a Pirmin Zurbriggen, davanti a Marc Girardelli). Nella stagione seguente (1987-88) arrivarono i primi successi ed inizi? a guadagnare sempre pi? notoriet?. Il 27 novembre 1987 ottenne la sua prima vittoria in Speciale al Sestriere, partendo con il numero 25. Due giorni dopo, sempre al Sestriere, vinse anche il gigante, davanti al suo idolo Ingemar Stenmark: fu quella l'unica occasione in cui i due salirono insieme sul podio. Tomba celebr? la vittoria salutando il pubblico con il braccio alzato ancor prima di aver tagliato il traguardo. Vinse ben 9 gare (6 Speciali e 3 Giganti) ma, dopo essere stato in testa alla classifica generale per quasi tutta la stagione, a causa di due cadute nelle ultime due gare, concluse la Coppa del Mondo, che fu vinta dallo svizzero Zurbriggen, al secondo posto. Nel 1988 Tomba partecip? alla sua prima Olimpiade a Calgary. Il 25 febbraio nella gara di Gigante, con il pettorale numero 1, disput? un'ottima prima manche, in cui arriv? primo con ben 1 secondo e 14 centesimi sul secondo; nella seconda si limit? a gestire il vantaggio ed ottenne la sua prima medaglia d'oro. Nella prova di Slalom Speciale, invece, vinse la seconda medaglia d'oro dopo una prima manche conclusa al terzo posto e la rimonta nella seconda grazie alla quale arriv? con sei centesimi di vantaggio sul secondo; per trasmettere la diretta della seconda manche, la RAI interruppe la trasmissione del Festival di Sanremo. Nella stagione 1988-1989 non fu brillante come nella precedente, forse anche per l'eccessivo peso delle aspettative e per la pressione dei media. Ai Mondiali di Vail non and? oltre il sesto posto in supergigante ed al settimo in gigante. Anche la stagione 1989-1990, in cui la squadra italiana fu guidata da Gustav Thoeni e dal preparatore atletico Giorgio D'Urbano, per Tomba fu una stagione sfortunata: si infortun? in supergigante (a seguito di questo incidente, Tomba decise di non gareggiare pi? nel supergigante e nella discesa libera), ma ritorn? a vincere ancora in slalom speciale. Nella stagione 1990-1991 torn? al successo anche in gigante con cinque vittorie nella stagione e vittoria della Coppa del Mondo di slalom gigante. Il 1991 fu anche l'anno dei suoi terzi mondiali dove ottenne come miglior piazzamento un quarto posto in speciale. Nella stagione 1991-1992 Tomba torn? protagonista della Coppa del Mondo, ottenendo 9 vittorie, 4 secondi posti e 2 terzi posti, che per? non gli furono sufficienti a vincere contro il principale avversario, Paul Accola, che vinse anche perch?, a differenza di Tomba, gareggi? anche nelle discipline veloci e primeggi? nella combinata. Alla XVI Olimpiade Invernale, ad Albertville, conquist? l'oro in gigante,al termine di una gara esaltante, davanti a Marc Girardelli ed al giovanissimo ed emergente norvegese Kjetil Andre Aamodt; in slalom speciale, dopo una deludente prima manche(chiusa al sesto posto con grande distacco dai primi) rimont? sino al secondo gradino del podio, preceduto solo dal norvegese Finn Cristian Jagge. Nella stagione 1992-1993 ai Mondiali, a Morioka, gareggi? con in condizioni di salute non ottimali (influenza) ed inforc? un paletto nella prima manche dello speciale. Nel 1986 il Comitato Olimpico Internazionale aveva deciso di separare i Giochi olimpici estivi da quelle invernali per avere un'alternanza biennale dei Giochi olimpici. Due anni dopo Albertville, quindi, nel 1994, si svolse la XVII Olimpiade Invernale, a Lillehammer, in Norvegia, dove Tomba, dopo un deludente slalom gigante, conquist? un argento in speciale, rimontando dal dodicesimo posto (aveva 1"84 di ritardo da Thomas Stangassinger) ed arrivando secondo per soli 15 centesimi. Nel 1994-1995 Tomba riport? in Italia la Coppa del Mondo generale vent'anni dopo il successo di Gustav Thoeni, dopo quelle di specialit? vinte negli anni precedenti. Chiuse la stagione vincendo ben 11 gare e perdendo solo quelle del Giappone. I Mondiali di Sierra Nevada, che avrebbero dovuto svolgersi nel 1995, furono posticipati di un anno per mancanza di neve; Tomba, arrivato carico all'appuntamento, conquist? due medaglie d'oro, in gigante e in speciale (quest'ultima con un'altra clamorosa rimonta: sesto dopo la prima parte di gara a 81 centesimi da Finn Christian Jagge che, tradito dalla tensione, inforc? nella seconda manche permettendo al bolognese di vincere con 31 centesimi su Mario Reiter). Dopo dieci anni di vittorie, Tomba inizi? a pensare al ritiro, avendo ormai vinto tutto, ma non prima dei Mondiali 1997 in Italia, al Sestriere. Davanti a 30.000 spettatori, esce di gara in Gigante, in Speciale, invece, dopo una prima manche deludente con una grande rimonta nella seconda conquista la medaglia di bronzo, nonostante la febbre, alle spalle del norvegese Stiansen e del francese Amiez. Alla XVIII Olimpiade Invernale di Nagano del 1998 non conquist? nessuna medaglia: una caduta in gigante gli provoc? un infortunio che non gli permise una buona prestazione in Speciale. Tomba chiuse la carriera al termine della stagione, vincendo l'ultima gara, lo slalom speciale delle finali di Coppa del Mondo di Crans-Montana. Il suo bilancio finale ? di cinquanta gare vinte in Coppa del Mondo (anche se Tomba ne rivendica cinquantuno, conteggiando anche lo slalom parallelo di Saalbach disputato al termine della stagione 1987-88, in realt? valido solo per la Coppa delle Nazioni), una Coppa del Mondo assoluta, quattro Coppe del Mondo di slalom speciale e quattro di slalom gigante: ? l'unico sciatore ad aver vinto per undici anni consecutivi (1987-1998) almeno una gara in Coppa del Mondo. Fonte: Wikipedia
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"The Tiger" Tiger Woods Eldrick Woods, meglio noto come Tiger (Cypress, 30 dicembre 1975), ? un celebre golfista statunitense, considerato uno dei pi? grandi di tutti i tempi. Ha vinto il torneo The Masters nel 1997 a 21 anni e 3 mesi risultando il pi? giovane vincitore nella storia del torneo. Ha vinto i 4 grandi tornei Majors consecutivamente dallo U.S. Open del 2000 al The Masters del 2001; questa impresa ? stata denominata "Tiger Slam", perch? non ? stata effettuata "in una stagione". Eldrick Woods, soprannominato ?Tiger? dal padre, inizi? a giocare a golf quasi ancor prima di camminare e ben presto venne ritenuto una sorta di bambino prodigio della specialit?. Sotto la guida del padre perfezion? costantemente la sua tecnica e svilupp? un perfetto autocontrollo psicologico, che gli consente di raggiungere la massima concentrazione al momento dell?esecuzione dei colpi. Nel 1990, a quindici anni, fu il pi? giovane golfista a vincere i Campionati nazionali juniores, successo ribadito anche nei due anni seguenti. Dopo aver conquistato consecutivamente tre titoli di campione statunitense del circuito dilettanti (1994, 1995 e 1996), divenne professionista, aggiudicandosi gi? al primo anno due tornei del circuito. Il suo soprannome "Tiger" ? stato anche il soprannome dell'amico vietnamita del padre, Nguyen Phong. Il padre, Earl Woods, era un soldato che combatt? nella guerra del Vietnam, un membro dei "Green Beret". Sua madre, Kultida, viene dalla Thailandia, la moglie, Elin, dalla Svezia. Alla fine del 2006 ha infatti rinnovato il contratto con la Nike. La celebre marca di abbigliamento sportivo sponsorizza Woods dal 1996, anno in cui ? diventato giocatore professionista (per una cifra complessiva lorda di oltre 150 milioni di dollari). Il nuovo contratto prevede un compenso superiore a 25 milioni di dollari l'anno, incluse le royalty. Woods ha inoltre firmato un contratto di cinque anni da 100 milioni di dollari con Gatorade (noto marchio della PepsiCo), il compenso pi? alto mai dato a un atleta per sponsorizzare una bibita. Nel 2007 ? stato lo sportivo pi? pagato del mondo con oltre 122 milioni di dollari. Inoltre ha sponsorizzato la serie di videogiochi Tiger Woods PGA Tour, serie di grande successo che vede anche egli come personaggio. Fonte: Wikipedia