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andrea

Tifoso Juventus
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Tutti i contenuti di andrea

  1. Gli addobbi e i festoni quanti anni rimarranno appesi?
  2. È ancora visibile a tutti Comunque poi gli screenshot circoleranno
  3. Fossi in quelle società o istituzioni uno così non lo vorrei nemmeno come usciere, con tutto il rispetto per gli uscieri
  4. Non conta il diritto, ma le porcate Elkann doveva definire la sentenza una porcata, testuale, così per vedere l'effetto che fa
  5. Intendevo dire che se ti difendi così ringrazia che ti danno quei punti
  6. Chirico parla di 6-9 punti e vi lamentate? Pensavate di uscirne indenni?
  7. Tutta questa M***A nel centenario della proprietà della famiglia Agnelli
  8. Andate a vedere gli incarichi che ha questo qua e questo non è l'unico tweet contro di noi
  9. di Marcello Chirico Juve colpita da accanimento barbaro, ma la società subisce in silenzio 26 Aprile 2023 La parola “complotto” non mi piace usarla, anche se di recente pure la trasmissione Report ha dimostrato che nel 2006 qualcosa di molto simile avvenne ai danni della Juventus. Quindi non la utilizzerò, sostituendola con “accanimento”. Perché questo sta accadendo da qualche mese nei confronti sempre della Juve, generando di nuovo – come per Calciopoli - un “sentimento popolare” talmente forte ed ostile da condizionare (in negativo) i comportamenti delle istituzioni sportive, parecchio sensibili all’orientamento del pueblo. Non a caso, persino un noto quotidiano sportivo nazionale si è chiesto se alla Procura federale convenga accettare un possibile patteggiamento da parte dei legali della Juve, rischiando così di “scontentare parte dell’opinione pubblica, (quella) convinta che i presunti reati della Juve siano di assoluta gravità e meritino una punizione esemplare”. Come diceva Carraro, “non sia mai si favorisca la Juve” perché , in questo caso, il becerume con la bava alla bocca potrebbe anche arrabbiarsi. Accanimento è anche leggere o ascoltare ogni giorno supposizioni, insinuazioni, talvolta anche – come nel caso riportato sopra – suggerimenti su cosa fare nei confronti della Juventus, come fosse un pupazzo wudu da infilzare con gli spilloni e ad ogni puntura invocare una maledizione. Non è informazione, è pura barbarie comunicativa. Di fronte alla quale la società bianconera tace. Non muove un muscolo. Non reagisce nemmeno utilizzando i giornali del gruppo Gedi, quelli di cui è direttore generale nonché amministratore delegato proprio il neo DG juventino Maurizio Scanavino. Non sia mai che i suoi giornalisti vedano messa a repentaglio la propria libertà di stampa, scrivendo qualche pezzo a difesa degli interessi del “padrone”. E allora, per non sbagliarsi, pure quelli gli sparano addosso. Accanimento è il comportamento della UEFA e del suo presidente Ceferin, i quali in prima o per interposta persona (i giornali) danno sempre l’impressione di voler regolare dei conti con la Juventus, mentre da un ente sovranazionale ci attenderemmo un altro tipo di atteggiamento. Invece continuano a passare veline, tipo quella uscita nei giorni scorsi , e che - in sintesi - diceva questo: devono sbrigarsi a giudicare la Juve, altrimenti ci pensiamo noi a Nyon. A dir poco inquietante. Oltre al proverbiale silenzio di Madama pure su questo, lo è ancora di più l’assenza di repliche da parte della Federazione, la quale consente che venga calpestata in modo sfacciato la propria autonomia. Assurdo. O forse no, è tutto concordato. Ancora peggio. Accanimento è anche tutto ciò che sta avvenendo con le sanzioni sportive: prima di Roma-Juve è stata sospesa la squalifica di 2 giornate a Mourinho, presentatosi così regolarmente in panchina per quel big march (vinto poi dalla Roma); prima di Lazio-Juve è stata concessa la condizionale alla curva della Lazio, squalificata per cori antisemiti, permettendole di essere presente nella gara con i bianconeri (vinta poi dalla Lazio); infine, prima volta nella storia, un presidente federale ha esercitato l’esercizio dell’amnistia nei confronti di un giocatore di colore, annullandogli la squalifica perché era stato oggetto di insulti razzisti. Tutto perfettamente politically correct, se non fosse che quel giocatore sarà ora di nuovo disponibile per la semifinale di ritorno di Coppa Italia proprio contro la Juventus. Tre indizi fanno una prova. Ovvero, che c’è un accanimento brutale nei confronti di una squadra, e solo quella. Poi, che i suoi ex dirigenti abbiano probabilmente combinato qualche pasticcio e messo in seria difficoltà il club, lo accerterà la giustizia ordinaria e – nel caso – pagheranno in proprio gli errori commessi, ma che la squadra venga sottoposta a questo quotidiano scempio non è normale, e nemmeno corretto. È sleale, per usare il vocabolario della Procura sportiva. Alla Continassa qualcuno dovrebbe denunciarlo, invece tutto tace. Si subisce in silenzio, quasi temendo che una parola di troppo possa peggiorare la situazione. E allora, profilo basso e ombrello aperto per evitare il lancio quotidiano del letame. Stile Juve o incapacità di reagire? Se talvolta sono più efficaci i messaggi pubblicati su Instagram dal fratello di Rabiot o dalla moglie di Di Maria piuttosto che le dichiarazioni di Scanavino o Calvo, qualche problema c’è.
  10. Falso allarme, ho sentito (male) l'inizio di Tutti convocati di oggi su Radio24: il presidente in questione era Gravina L'audio era tratto da questo:
  11. Ieri alla Zanzara ho sentito una che chiede 35 euro al mese su Onlyfans
  12. Quale di queste due notizie è quella vera? 1- La Juventus è furiosa con il Corriere della Sera per la linea pro-procura del quotidiano milanese 2- Ilary Blasi e' furiosa con il Corriere della Sera per la linea pro-Totti del quotidiano milanese
  13. Ho sentito alla radio uno che chiedeva a Mattarella se la Juve andrà in B, avete l'audio?
  14. La difesa della Juve «Regole rispettate e noi mai sleali» Il club apre al dialogo con la Uefa? Nyon potrebbe escludere i bianconeri dalle Coppe. Entro domani le memorie per la manovra stipendi: si punta a passare dall’articolo 4 al 31 (violazioni gestionali) di Fabiana Della Valle TORINO · 26 apr 2023 In caso di deferimento non è da escludere l’ipotesi patteggiamento. Intanto la Uefa è alla finestra: la Signora aspetta le accuse e valuta la possibilità di un contatto con i vertici del calcio europeo Plusvalenze, manovre stipendi, partnership sospette con altri club e rapporti con gli agenti. E poi l’accordo per il Fair Play con l’Uefa. Le vicende giudiziarie della Juventus assomigliano a un cubo di Rubik: ogni filone è concatenato all’altro e ciò che succede sul fronte sportivo italiano può avere effetti in campo europeo. Dopo la sentenza del Collegio di Garanzia del Coni sul versante plusvalenze, che ha annullato i 15 punti di penalizzazione rimandando la decisione ultima a nuovo processo (in primo e secondo grado), ora si entra nel vivo sull’altro fronte: entro domani la Juventus dovrà depositare le memorie difensive per la seconda inchiesta, quella relativa soprattutto alle due manovre stipendi in epoca Covid. Il procuratore federale avrà 20 giorni per decidere se archiviare (improbabile) o deferire, poi il tribunale federale fisserà l’udienza per il primo grado (a meno che non ci sia richiesta di patteggiamento da parte degli incolpati). Nel frattempo la Juventus dovrà articolare la sua linea difensiva. Nessuna slealtà «La Società ritiene di aver applicato correttamente i rilevanti principi contabili internazionali, nonché di aver operato nel pieno rispetto del principio di lealtà sportiva», ha scritto il club nella nota ufficiale pubblicata il giorno stesso della notifica della chiusura indagini. E da questi due cardini ripartirà il pool di legali bianconeri. Il secondo filone di indagini della Procura Figc è articolato in 3 punti: le due manovre stipendi (stagioni 2019-20 e 2020-21), i rapporti con gli agenti e le partnership con altri club. L’accusa contesta alla Juve di non aver depositato le scritture integrative per la riduzione di diverse mensilità in epoca Covid e altri documenti relativi alla compravendita di alcuni calciatori e infine di aver conferito mandati fittizi ad alcuni agenti. Il capo di imputazione è — come per le plusvalenze — la violazione dell’articolo 4 che prevede l’obbligo di lealtà e correttezza sportiva. «L’accusa ha l’onere della prova — spiega l’avvocato Giorgio Spallone, esperto di diritto sportivo — e dovrà dimostrare le presunte irregolarità commesse dalla Juve. Il club, per dirla in gergo calcistico, potrebbe giocare in difesa, prendendo le contromisure solo dopo che avrà visto le carte dell’accusa e giocandosi le sue in tribunale». Difesa o patteggiamento? La strategia dei legali bianconeri potrebbe fondarsi su due aspetti: da una parte cercare di stabilire quale natura e quale validità abbiano i documenti incriminati rispetto alla normativa federale, dall’altra spostare l’attenzione dall’articolo 4, quello relativo alla lealtà sportiva (che ha un perimetro molto ampio), all’articolo 31 che riguarda le violazioni in materia gestionale e che prevede sanzioni più soft (ammende e uno o più punti di penalizzazioni). L’obiettivo è convincere il tribunale che le scritture integrative non avevano valore vincolante e che se irregolarità c’è stata è limitata ad aspetti economici che nulla hanno a che vedere con i risultati sul campo. Tra le ipotesi non è da escludere quella del patteggiamento che, come spiega l’avvocato Spallone «è una strategia difensiva e non un’ammissione di colpa, è giusto che passi questo concetto. Nel caso della Juve può avere una sua sostenibilità, considerando la situazione nel suo complesso, soprattutto alla luce dei riflessi che il processo può avere non solo a livello italiano ma anche europeo». Uefa, attesa e dialogo Già, perché quello che deciderà la giustizia sportiva può avere effetto non solo sul nostro campionato ma anche sul futuro europeo della Juventus, visto che la Uefa (che sta portando avanti un’indagine parallela) aspetta la fine del processo italiano per capire se l’accordo per il Fair Play fino al 2025 è da considerarsi ancora valido o no alla luce di eventuali irregolarità finanziarie. Nel secondo caso la Juventus rischia l’esclusione dalle coppe. Senza dimenticare la vicenda Superlega, su cui pende la decisione ultima della Corte Ue (attesa per giugno). Al momento non c’è stato alcun incontro (seppure ventilato) tra i vertici della Uefa e la nuova dirigenza. La Juve difficilmente cambierà linea, continuando a ribadire anche in Europa la correttezza del suo operato e puntando sulla solidità economica del club, che in pochi anni ha fatto aumenti di capitale per 700 milioni. Nel frattempo però potrebbe essere utile aprire un nuovo canale di comunicazione con Nyon.
  15. De Paola a TMW Radio: "Caso Juve, Gravina non può farsi dettare i tempi dalla UEFA" 25.04.2023 La giornalaccio rosa dello Sport titola 'Eurostangata' alla Juventus. Come valuta questa pressione? "Si va tranquillamente a luglio. Entro il 10 maggio ci sono le motivazioni del Collegio di Garanzia. Poi ci sono 30 giorni per fare ricorso al Collegio del CONI, quindi si andrà tranquillamente a luglio. Manca un protagonista, che è Gravina. Dovrebbe dimettersi perché la riforma della giustizia sportiva fu opera sua. Si passò da 4 gradi di giustizia a tre come quella ordinaria, ma è una formula che nello sport funziona pochissimo. Vediamo un continuo ribaltamento di sentenze. Gravina non può farsi dettare i tempi dalla UEFA. Ceferin sta dicendo alla FIGC di muoversi, ma il nostro presidente federale deve soccombere a un presiedente UEFA che ha come compagno quello del PSG? Ci sono troppe contraddizioni". Dal punto di vista giornalistico che ne pensa di quella prima pagina? "Se conosco la giornalaccio rosa, domani vedremo una prima pagina con un'argomentazione sulla Juve e tutti gli aspetti che riguarderanno la sua difesa. La UEFA ha voluto sapere certe cose tramite il giornale sportivo più importante in Italia. Contesto soltanto l'intempestività alla vigilia di una partita".
  16. Ha fatto a pezzi Kashoggi ma lo considero moralmente ed eticamente superiore a Gravina
  17. Il prossimo anno per la Snai siamo i favoriti dopo il Napoli: quota 4
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