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Tifoso Juventus-
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Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
Patteggiamento sugli stipendi È un’opzione ma con dei rischi di Marco Guidi · 25 apr 2023 Dialogo. Una parola usata non a caso da Francesco Calvo, il Chief Football Officer della Juventus, subito dopo la decisione del Collegio di garanzia dello sport presso il Coni sul -15 in classifica. Il ricorso della Juve è stato accolto parzialmente, ma la conferma delle condanne degli uomini che erano i vertici del club (da Agnelli ad Arrivabene, passando per Paratici e Cherubini) non è un buon segnale per il futuro. Tanto che sul secondo filone, legato alle due manovre stipendi e ai presunti illeciti con gli agenti (indagine chiusa dal procuratore Giuseppe Chiné il 12 aprile, ma Juve non ancora deferita), in società stanno riflettendo anche sulla possibilità di chiedere alla Procura un patteggiamento. «È un’opzione», filtra dalla Continassa, anche se ora la Juve sta preparando la memoria difensiva da consegnare entro dopodomani. Come funziona La difesa può chiedere il patteggiamento prima o dopo il deferimento, se non sussiste la recidività (articoli 126 e 127). Cosa cambia? Nel primo caso, da codice di giustizia sportiva, la pena subisce uno sconto della metà e ad autorizzare la richiesta, su indicazione dell’accusa, è il presidente della Figc. Se la Juve, invece, si dovesse muovere solo dopo il deferimento, la pena sarebbe ridotta di un terzo. È chiaro, però, che queste misure sono meramente indicative, perché come dice la parola, nel patteggiamento c’è una sostanziale trattativa per trovare un accordo sulla pena. Uno scenario, per ora, solo ipotetico. Ma la Juve non è recidiva? Il dubbio nasce sul fatto che sia accusata di violazione dell’art. 4 (“slealtà sportiva”) in entrambi i procedimenti. Ma all’interno di suddetto articolo, le ipotesi di reato sono molteplici e, tra l’altro, uno può essere visto come la semplice prosecuzione dell’altro. Immagine Ovviamente del patteggiamento se ne occuperebbero Chiné e gli avvocati della Juve. Anche se entrambe le parti poi dovrebbero affrontare il ritorno d’immagine di un eventuale accordo. Il club bianconero, per esempio, ha sempre proclamato la propria innocenza. Il patteggiamento è una strategia difensiva, ma a livello comunicativo potrebbe essere recepito dai tifosi come un’ammissione di colpa. Così come la Procura potrebbe scontentare parte dell’opinione pubblica convinta che i presunti reati della Juve siano di assoluta gravità e meritino una punizione esemplare. A chi conviene di più? -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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TEMPI LUNGHI IN ITALIA? ALLORA DECIDE NYON IL PERICOLO È RESTARE FUORI DALLE COPPE Se la giustizia sportiva non si pronuncia entro fine luglio, sarà il panel del Fair Play a decidere il destino del club. Perché vanno definite le liste dei tornei di Fabio Licari Se non si qualifica… L’Uefa non ha fretta e può aspettare l’Italia · 25 apr 2023 Inchiesta Uefa Nyon conduce una indagine parallela e autonoma rispetto a quella della giustizia italiana Accuse gravi I dirigenti puniti, l’antisportività e il rischio che le cifre del bilancio fossero false L’obiettivo Juve Qualificarsi alle coppe per scontare l’anno prossimo una eventuale squalifica europea Max all’erta Massimiliano Allegri, 55 anni, allenatore della Juve ancora in corsa per la Coppa Italia e l’Europa League. Aspetta i verdetti della giustizia sportiva che tengono in bilico il futuro del club Il tempo stringe. L’Uefa può aspettare l’Italia, ma non troppo. Ci sono le iscrizioni alle coppe. C’è da completare la lista delle squadre attese da preliminari, playoff e sorteggi estivi. C’è insomma una discreta fretta. Se i tempi dell’inchiesta sulle plusvalenze si allungheranno, Nyon non attenderà i nostri giudici ma deciderà autonomamente il destino della Juve con la sua inchiesta parallela. Certo la condanna dei dirigenti e la conferma del comportamento “antisportivo” non aiutano i bianconeri: il rischio è restare fuori dall’Europa almeno un anno. Vincere l’Europa League non cambierebbe niente per i giudici di Nyon, ma sarebbe fondamentale per non scontare un’eventuale squalifica tra due anni, allungando così il purgatorio. Poi arriverà il secondo filone d’inchiesta, quello relativo agli stipendi. E non parliamo della Superlega e della sentenza della Corte Ue attesa per giugno. Insomma, un gran mal di testa. Ma andiamo con ordine. Il primo bivio riguarda la qualificazione (o meno) della Juve alle coppe. Se i bianconeri non ce la fanno — perché arrivano oltre il sesto o il settimo posto, perché non vincono Coppa Italia o Europa League... — viene meno l’urgenza. L’Uefa potrà permettersi di aspettare le conclusioni della giustizia italiana. Sarebbe però un guaio per la Juve: visto che le punizioni si scontano nella prima stagione “utile”, in caso se ne parlerebbe non prima del 2024-25. Se invece la Juve conquista un posto per una delle tre coppe, lo scenario cambia. Se si qualifica… Tempo fino ad agosto per la sentenza italiana Mettiamo che la Juve abbia diritto a un posto nelle prossime coppe europee. Dopo la finale di Champions, il 10 giugno a Istanbul, l’Uefa dovrà definire la lista di tutte le squadre iscritte a Champions, Europa e Conference League. Naturalmente nessuno s’illude che per quel giorno la storia processuale sia chiusa. Accanto al nome Juve avremo un punto interrogativo. L’Uefa può concedere all’Italia un altro paio di mesi o giù di lì, diciamo fino a fine luglio/inizio agosto. Non oltre, perché a fine agosto (il 24 e il 31) un’italiana dovrà debuttare nei playoff di Conference. E quindi? Tempi lunghi Il panel Fair Play deciderà sulla Juve L’Uefa svolge da tempo un’indagine parallela e autonoma rispetto a quella italiana. Ha già ricevuto tutti i documenti dalla Procura di Torino. Sta esaminando le carte processuali. A Nyon sono abbastanza ottimisti sul fatto che la decisione italiana possa arrivare entro fine giugno, un patteggiamento velocizzerebbe i tempi. In ogni caso il Collegio di garanzia del Coni ha confermato le condanne dei dirigenti e l’antisportività (il famoso articolo 4): sono attese una nuova motivazione e una penalizzazione ridotta. Se però la giustizia italiana andasse a rilento, sarà allora la commissione del Fair Play Uefa a decidere. Quali rischi Se il bilancio è falsato conseguenze gravi Punti fermi, dicevamo, la condanna dei dirigenti e l’antisportività acclarata. Ma dal punto di vista Uefa ci sarebbe altro. La Juve ha infatti patteggiato sul Fair Play perché era fuori dai parametri. Se l’inchiesta dovesse dimostrare che le cifre comunicate sono false, il patteggiamento non sarebbe stato concesso. O forse non a quelle condizioni. Praticamente impossibile sfuggire a una punizione. Questo è un caso grave. Il Milan era fuori dai parametri. Psg e City hanno gonfiato i valori degli sponsor, ma le entrate erano reali. Qui si tratterebbe di bilanci falsi comunicati a revisori dei conti, azionisti, Figc, Uefa. Lo spettro di una squalifica incombe. Cominciando, naturalmente, dalla prima coppa alla quale la Juve si qualifica. Ecco perché un successo in Euroleague, o un piazzamento utile in campionato, sarebbe fondamentale. Per evitare che una possibile assenza dall’Europa si prolunghi con effetti drammatici anche sui conti. Gli altri temi Il filone stipendi La Ue sulla Superlega Nessuno oggi può dire con esattezza cosa succederà. Un processo prevede due gradi di giudizio e poi il Tas, la Cassazione dello sport che ha spesso sorpreso con le sue decisioni. Ma non è finita. Ci sarebbe poi il secondo filone d’inchiesta, quello sugli stipendi. E, soprattutto, la questione Superlega. Se la Corte Ue confermasse il parere dell’Avvocato generale Rantos, ci sarebbe libertà di organizzare una Superlega però incompatibile con la Champions. O l’una o l’altra. E quindi Juve, Real e Barcellona dovrebbero scegliere a quale rinunciare. Oggi sembra fantascienza immaginare una Champions senza tre delle sue storiche protagoniste. Perderebbero tutti: i club ribelli, l’Uefa e il calcio. -
Quante intercettazioni ignorate in Calciopoli LUCIANO MOGGI · 25 apr 2023 Strano ma vero, il magistrato Pino Narducci che parla di Calciopoli dopo 17 anni: evidentemente la trasmissione Report ha colpito nel segno provocando la sua stizzita reazione, sfociata in soli tecnicismi che non chiariscono niente. E più ancora è rimasta indigesta al giornalista Maurizio Mannoni di Rai 3, che dai microfoni dell’Ente pubblico ha tuonato di non parlare più di Calciopoli, trascurando il particolare che la Rai, cui noi tutti paghiamo il canone, non permette esternazioni da tifoso di parte. Anche perché Sigfrido Ranucci, nel suo programma Report, con prove visive, dialettiche e documentali inconfutabili, ha smentito il pm sull’acquisizione delle schede svizzere, facendo in proposito ascoltare la confessione del maresciallo che andò a prelevarle senza rogatoria, addirittura passando la frontiera, con la macchina del proprietario del negozio svizzero. Lo stesso maresciallo che, chiedendo l’anonimato, qualche tempo prima aveva rilasciato un’intervista al giornalista Alfredo Pedullà del Corriere dello Sport, sempre su Calciopoli, per dire che non c’erano gli estremi per fare quel processo. Report ha contestato poi a Narducci di aver ignorato completamente le intercettazioni delle altre squadre e ha raccontato una verità documentata e diversa da quella subdola e bugiarda sbandierata fino ad oggi. Il pm aveva impostato il processo dicendo «Piaccia o non piaccia non ci sono telefonate dell’Inter e di altre società», e invece ne sono state trovate in quantità industriale. E la differenza si è notata tra la sentenza del processo di Napoli e la sentenza 2166 del 2018 della Corte d’Appello di Milano che, pur trattando gli stessi argomenti di Napoli, ha condannato Gianfelice Facchetti (il querelante figlio del presidente interista), sul di lui padre (Giacinto Facchetti) ha affermato che «faceva lobbing con gli arbitri» e ha assolto il sottoscritto. Va detto, ad onor del vero, che quel giudice aveva però ascoltato tutte le intercettazioni che a Napoli non vollero né sentire né vedere, in netto contrasto con la tesi sostenuta da Narducci, e aveva finito per sentenziare anche che «non era da addossare la colpa al cosiddetto sistema Moggi perché si trattava di una corruttela generale del calcio di quel tempo». Probabilmente per questo motivo Narducci, non avendo di Moggi intercettazioni di carattere penale, aveva costruito il teorema sul «reato a consumazione anticipata» con illazioni personali, non suffragate da prove, che aveva partorito la sentenza in cui si leggeva anche che «il dibattimento non ha pro dotto prove di alterazione del campionato 2004/05». Come d’altra parte la sentenza del processo sportivo letta dal prof. Serio: «Campionato 2004/05 regolare, nessuna partita alterata». Alla fine arbitri assolti, associazione composta da sole due persone (Moggi e Giraudo), con Narducci che ha ricusato per ben due volte il presidente del tribunale, dottoressa Casoria, perdendo due anni di tempo e causando così la prescrizione di tutto. Per mancanza di spazio possiamo elencare soltanto alcune delle tantissime “disattenzioni” di Narducci. Eccole - Il dirigente addetto agli arbitri del Milan, Meani, che dice all’arbitro Rodomonti, dopo un Milan-Chievo vinta dai rossoneri 1-0 su calcio di rigore, che gli aveva fatto dare il voto 7 dal giornalista Cecere, e che il suo presidente gli avrebbe fatto fare i capelli gratis in Svizzera. - 29 aprile 2005, in occasione di Fiorentina-Milan, Meani telefonava all’arbitro della partita, De Santis , dicendo di non ammonire Nesta che, diffidato, avrebbe saltato successivamente Milan-Juventus. Minacciandolo che se lo avesse ammonito sarebbero andati in mille a prenderlo. - Meani telefonava all’arbitro Paparesta per dirgli che Galliani aveva dato la sua pratica in buone mani, al sottosegretario Gianni Letta. - Il presidente dell’Inter (Facchetti) andò nello spogliatoio dell’arbitro Bertini a dirgli di far vincere la sua squadra (Inter) nella semifinale di Coppa Italia Cagliari-Inter. - Moratti, DD13473 del 25/12/04, chiedeva al designatore Bergamo di vedersi, loro due da soli, nella sua casa di Forte dei Marmi. - Galliani che a seguito della morte di Papa Wojtyla rinviava la giornata di campionato di 20 giorni e diceva telefonicamente a Meani e Costacurta: «ho spostato le partite di 20 giorni, così potremo recuperare Kakà infortunato per la partita di Siena». - Meani chiedeva a Galliani se poteva spingere per inserire alcuni suoi amici di spessore nel settore arbitrale delle serie minori per avere il controllo anche in quelle serie... oltre naturalmente alla serie A. Galliani rispondeva: «Spinga, spinga». Mi fermo qui dottor Narducci, penso sia sufficiente per farle capire che avrebbe fatto meglio a non scrivere a Report anche perché le sue “disattenzioni” sono state veramente troppe.
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NEFANDEZZE MEDIATICHE E ANTIJUVENTINISMO VARIO
andrea ha risposto al topic di Bradipo76 in L'Archivio Di Tifosibianconeri.com
"Non amiamo molto i piemontesi" ( il neoborbonico Corrado Ferlaino) -
Intervista a Sandro Gozi sulla SuperLega http://www.ju29ro.com/interviste/6069-intervista-all-europarlamentare-s-gozi
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Federico Gatti: il centrale bianconero con il rebus sul futuro
andrea ha risposto al topic di Marcello L'Hippie in Juventus Forum
Se fosse stato espulso avrebbe preso quattro in pagella -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
Premio Tonino Guerra all'Ottimista del giorno https://www.facebook.com/100064844943723/posts/pfbid028XyiHAAUH5kmiRtfoDJLB5uB2u1JK7SaKcRfaSrSED8QFQVo4FQ3YB3s3fapfQFbl/?app=fbl -
Mannoni contro Beha un po' di anni fa
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Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
In Germania il campionato è così incerto e combattuto che il Bayern ha vinto dieci degli ultimi nove campionati -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
Invito tutti a non seguire l'esempio di questa qua... -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
Addirittura -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
10 100 1000 Trajkovski -
NEFANDEZZE MEDIATICHE E ANTIJUVENTINISMO VARIO
andrea ha risposto al topic di Bradipo76 in L'Archivio Di Tifosibianconeri.com
Nel calcio femminile è arrivata la Roma -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
Questo art.43 penso si riferisca a squalifiche di mesi o anni, non ad ammonizioni o espulsioni -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
Dimostrerebbe di non essere un razzista di M***A -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
Se anche la notizia non fosse vera pensa a che pressioni è sottoposto adesso Gravina: se non la concede gli danno del razzista -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
Se concederanno la grazia sarà dopo la partita dell'Inter, perché prima di fare la pagliacciata devono essere sicuri che Lukaku non si infortuni -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
La surreale giustizia sportiva La criptica decisione del Coni e il precedente Meani a favore della Juve Cataldo Intrieri La prudenza decisionale del collegio di garanzia non aiuta a fare chiarezza nella decisione sul caso plusvalenze. Ma la decisione presa nel 2006 a favore del Milan, otto punti di penalizzazione l’anno successivo, fa sperare la difesa bianconera La decisione del collegio di garanzia del Coni, definita «criptica» da uno dei difensori della Juventus, ha smentito certi facili ottimismi della vigilia, che pronosticavano il totale annullamento delle sanzioni ma anche le richieste dello stesso Procuratore generale del Coni, il quale aveva pur sempre richiesto la rivisitazione da parte di un nuovo giudice di tutta la sentenza, seppur limitatamente alle carenze della motivazione delle condanne inflitte dalla Corte Federale. Prudenza impone di rinviare ogni commento alla pubblicazione delle motivazioni, ma la particolare struttura del dispositivo emesso ieri dal collegio suscita una prima riflessione che poi andrà approfondita. Come tutti hanno sottolineato, il rigetto dei ricorsi di Andrea Agnelli, Maurizio Arrivabene, Federico Cherubini e Fabio Paratici cala il sipario sulle speranze di cancellazione degli addebiti legati all’accusa di slealtà sportiva (ex art. 4 del codice di giustizia sportiva), alla base della grave sanzione di 15 punti di penalizzazione inflitta al club. Le Sezioni unite, presiedute da Gabriella Palmieri Sandulli, hanno con certezza superato tutte le questioni legate alla legittimità del giudizio di revisione e della nuova contestazione di slealtà sportiva. In particolare, hanno ritenuto configurabile l’illecito previsto dall’art. 31 del medesimo codice, con riferimento alla contabilizzazione delle plusvalenze sportive nelle cosiddette «operazioni di compravendita a specchio», che sino a oggi anche diverse pronunce in sede di giustizia ordinaria hanno ritenuto prive di rilevanza penale. Sotto questi profili la decisione del collegio del Coni stabilisce un precedente innovativo e vincolante per il futuro, soprattutto in riferimento al principio di legalità e di prevedibilità delle conseguenze sanzionatorie riguardanti condotte pur non espressamente previste dalle norme, ma che ledono i principi decoubertiniani dell’ordinamento sportivo, in linea con la definizione formulata dal presidente della Corte federale Torsello, la cui sentenza è stata annullata. La definitività delle condanne dei vertici apicali della vecchia Juventus si riflette sicuramente sulla posizione della società a titolo di responsabilità oggettiva, giacché è pacifico che le condotte sleali siano state dei vantaggi per la società. Eppure, la formulazione generica e sibillina del dispositivo, al momento lascia spazio ad ampi margini di interpretazione. L’inaspettato e sorprendente fulcro della decisione, infatti, riguarda la separazione delle posizioni di Agnelli e dei suoi stretti collaboratori, da quella degli altri membri del board juventino, che dovranno essere nuovamente giudicati «in ordine alla determinazione dell’apporto causale dei singoli amministratori, fornendone adeguata motivazione e traendone le eventuali conseguenze anche in ordine alla sanzione irrogata a carico della società Juventus F.C. S.p.A.». Ciò che vuol dire il collegio è che è necessario accertare l’eventuale responsabilità degli altri membri del Cda e specificamente se gli stessi fossero non solo a conoscenza, ma anche in grado di individuare gli illeciti commessi dai vertici. È la regola fissata nel diritto societario dalla Cassazione dell’agire informato degli amministratori, che possono rispondere dei reati societari solo nel caso ne siano stati informati (ecco spiegato il richiamo all’apporto causale). Sempre secondo il dispositivo, non chiarissimo, tale circostanza dovrà avere delle «eventuali conseguenze anche in ordine alla sanzione irrogata a carico della Juventus». In poche parole, se i vertici della società hanno agito all’insaputa degli altri membri del Cda e degli stessi organi di controllo interni, bisogna accertare se esista una responsabilità anche a titolo di negligenza di questi ultimi o se l’inganno fosse inevitabile. In quest’ultimo caso bisognerà valutare fino a che punto la società debba risponderne sotto forma di sanzioni. È noto che anche le società sportive sono sottoposte alla legge sulla responsabilità penale degli enti, la 231/01, sia pure limitatamente al reato di frode sportiva (mentre non sono contemplati gli illeciti del codice sportivo) per cui sono tenute a darsi modelli organizzativi di efficace controllo e prevenzione contro gli illeciti commessi dai suoi legali rappresentanti, in presenza dei quali possono attenuare (se non escludere) le conseguenze sanzionatorie legate ai reati commessi dagli amministratori. È da ricordare come gli azionisti di riferimento della Juventus abbiano imposto immediatamente le dimissioni dell’intero board, procedendo alle correzioni di bilancio richieste dalla Consob e anche come processualmente il club abbia distinto la propria posizione da quella degli ex amministratori con diversi difensori. Questo sarà il punto dirimente del nuovo giudizio. Sotto tale profilo esiste un importante precedente, familiare ai tifosi milanisti di buona memoria: il canone Meani. Costui era un ristoratore a cui il Milan di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani aveva delegato eufemisticamente i rapporti con gli arbitri durante l’epoca Calciopoli. Alcune sue eloquenti telefonate portarono il Milan sull’orlo della serie B durante il processo, ma la Corte federale, anch’essa presieduta da uno dei tanti Sandulli (Piero) che popolano il panorama del diritto pubblico italiano, stabilì che il Milan venisse retrocesso al quarto posto (dal secondo) in campionato e dunque “condannato” ad affrontare il turno preliminare di Champions League e a una sanzione di otto punti da scontare l’anno successivo. Il Milan vinse la Champions, e quel precedente resta. -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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Nemmeno pensavo che fosse posse possibile la grazia -
NEFANDEZZE MEDIATICHE E ANTIJUVENTINISMO VARIO
andrea ha risposto al topic di Bradipo76 in L'Archivio Di Tifosibianconeri.com
E scrive su un giornale di Elkann -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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La Lega ricalcola i diritti tv «Il campionato vale di più» Casini: «Come negli anni 90»; De Siervo: «Altro che torneo “decadente”» Monica Colombo · 22 apr 2023 Dopo mesi in cui si è dibattuto dell’Italia assente al Mondiale, ci si è lamentati della penuria di attaccanti e turbati per le inchieste che hanno travolto la squadra più blasonata del Paese, alla fine ci siamo risvegliati con cinque club nelle semifinali europee. «Sembra di essere tornati indietro nel tempo, agli anni Novanta» esclama Lorenzo Casini, il presidente della Lega, cioè l’associazione che promuove nei confini nazionali e internazionali il prodotto serie A. L’improvviso rinascimento del calcio italiano lucida l’immagine del campionato, tanto più che a breve dovrà essere licenziato il nuovo bando dei diritti televisivi. Si inizia lunedì 24 quando i presidenti dovranno approvare la cornice normativa, ovvero il documento di 80 pagine che contiene le linee guida dell’invito a offrire. «Festeggiamo un risultato storico che ci godiamo con soddisfazione» esulta Luigi De Siervo, l’ad di via Rosellini, il gran tessitore delle relazioni con i broadcaster. «Da un lato sul piano sportivo siamo al primo posto in Europa tra tutte le Leghe, dall’altro speriamo che la ritrovata competitività delle nostre formazioni serva ad accrescerne il valore sul mercato domestico e su quelli internazionali. Questo fatto riporterà in cima al mondo il nostro calcio». L’auspicio dei vertici della Lega è richiamare l’attenzione di quelle tv a forte vocazione internazionale — come Amazon Prime ad esempio — che finora hanno guardato a distanza la serie A preferendo investire su altri campionati. Eppure siamo gli unici ad aver collezionato così tante partecipanti alle semifinali di coppa. La celebrata Premier ne ha due — Manchester City in Champions e West Ham in Conference —, come la Liga con il Real Madrid e il Siviglia, prossimo avversario della Juve in Europa League. «Il nostro resta un torneo vivace e competitivo» osserva De Siervo. «La serie A è l’unico campionato in Europa dove negli ultimi quattro anni vincono quattro squadre diverse: è questo che ci ha portato in un quadriennio avanti in Europa». Non altrettanto si può dire di altri tornei a cui Casini & De Siervo mirano a rosicchiare, con la vendita dei diritti tv esteri, fette di pubblico. La corsa in questo momento è sul calcio spagnolo, in declino rispetto alle precedenti stagioni. Con il Barcellona in difficoltà finanziarie e travolto dagli scandali, la Liga ha nel Real Madrid l’unico grande testimonial sul mercato internazionale. «Tutti coloro che hanno provato ad approfittarsi del calcio “decadente” dovranno prendere atto che il valore adesso è aumentato» rimarca De Siervo, pronto a illustrare nella futura riunione del 5 maggio i pacchetti delle partite in vendita. Intanto però una piccola rivoluzione è alle porte. I presidenti lunedì dovranno ratificare l’assegnazione dei diritti a Rds, la radio individuata per diventare partner della Lega e trasmettere il racconto del campionato. Andranno in onda 12 ore di trasmissione al giorno non solo alla radio ma anche sul canale video di Rds. Per la Lega è una mossa storica. Producendo i programmi su Rds in pratica compie il primo passo sulla strada del canale. Il futuro, in fondo, non è così lontano. -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
Caso Juve, si vuole fare in fretta E cresce l’ipotesi patteggiamento Se si chiude il filone plusvalenze, il club può puntare a un accordo sugli stipendi Arianna Ravelli · 22 apr 2023 Provare a prefigurare come andrà a finire il caso Juventus è un esercizio spericolato: la vicenda è complessa, così tanto che ieri il ministro dello Sport Andrea Abodi ne ha preso spunto per chiedere una «riforma della giustizia», convinto che «qualcosa bisogna modificare perché la tempistica sia rispettosa della reputazione della competizione» (anche se è difficile individuare un iter processuale diverso che non avesse effetti sul campionato, questo o il prossimo). Ma proviamo a disegnare uno scenario possibile, con tanto di spoiler del finale: penalità per le plusvalenze tale da escludere la Juve dalla Champions, patteggiamento per il secondo filone manovre stipendi e plusvalenze bis. Dal primo dipende il secondo. Letto il dispositivo, l’attesa è per quello che stanno scrivendo la presidente Gabriella Palmieri Sandulli e gli altri membri del Collegio nelle motivazioni: nelle loro pagine si troveranno le basi dei prossimi passi. Decisivo non sarà solo il cosa scriveranno, ma anche il quando perché i tempi sono fondamentali per determinare le penalità. Andiamo con ordine. Dopo la condanna per l’articolo 4, ovvero la mancata lealtà, dei dirigenti apicali della Juventus (Agnelli, Arrivabene, Cherubini e Paratici, che proprio ieri ha dato le dimissioni dal Tottenham) confermata dal Collegio, appare molto difficile che la Juventus possa non essere condannata per la slealtà. I dirigenti configurano una responsabilità diretta del club e, se resta la slealtà, resta la penalizzazione in punti. Che poi saranno magari ricalcolati dalla Corte d’Appello federale con il criterio dell’afflittività. Ora i tempi: il Collegio ha 30 giorni per scrivere le motivazioni, anche se indiscrezioni parlano di due settimane. Si vuole fare di tutto per concludere l’iter (compreso eventuale ritorno al Collegio di garanzia) in modo che la penalità sia afflittiva su questo campionato. In teoria, perché questo accada, c’è tempo fino al 30 giugno anche se entro i primi giorni di giugno bisogna comunicare all’Uefa le squadre italiane qualificate per le Coppe. E attenzione: come già fu per Calciopoli questo è un tema cruciale perché se si iscrive una squadra che poi può venir esclusa dall’Uefa, il rischio è che resti il buco e in Coppa vada un club straniero. Ulteriore motivo per fare in fretta. I tempi stretti potrebbero tradursi in un incentivo per la Juventus per chiedere il patteggiamento per il secondo filone (entro il 27 aprile le difese devono mandare le memorie, poi scatteranno i probabili deferimenti, ma è chiaro che la fine sarebbe il prossimo anno), in modo da risolvere tutte le pendenze questa stagione. Nessuno lo ammetterà mai, ma gli abboccamenti ci sono già stati. Difficile? Gli spazi per riuscirci non mancano, così come i legali in grado di usare anche gli strumenti del diritto penale molto sfruttati in ambito disciplinare. Si può fare mettendo «in continuazione» tutte le violazioni, dimostrando che gli illeciti rientrano nello stesso «disegno criminoso»: in fondo lo scopo di tutte le infrazioni sarebbe stato «l’abbellimento» dei bilanci. Così potrebbe essere superata anche l’obiezione che non si può patteggiare in caso di recidiva visto che nel secondo filone la contestazione è sempre dell’articolo 4 e a maggior ragione se il patteggiamento intervenisse prima del passaggio in giudicato del caso plusvalenze. Dalle motivazioni dipende tutto il resto. -
NEFANDEZZE MEDIATICHE E ANTIJUVENTINISMO VARIO
andrea ha risposto al topic di Bradipo76 in L'Archivio Di Tifosibianconeri.com
https://twitter.com/mike_fusco/status/1649447860314820615?ref_src=twsrc^tfw|twcamp^tweetembed|twterm^1649447860314820615|twgr^444fce2a910b4af08e02d28398ff4336eaff02d7|twcon^s1_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.********************%2Findex.php%3Fapp%3Dcoremodule%3Dsystemcontroller%3Dembedurl%3Dhttps%3A%2F%2Ftwitter.com%2Fmike_fusco%2Fstatus%2F1649447860314820615%3Fs%3D20 -
NEFANDEZZE MEDIATICHE E ANTIJUVENTINISMO VARIO
andrea ha risposto al topic di Bradipo76 in L'Archivio Di Tifosibianconeri.com
Lukaku ha sbagliato a non truccare una fattura con la biro