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  1. Juventus, Allegri: "Punto allo 0-0 in casa col Dortmund" "Possiamo passare il turno, ma l'importante è non prendere gol allo Stadium" Invia ad un amico Stampa AAA 18 Febbraio 2015 Manca una settimana alla sfida contro il Borussia Dortmund ma in casa Juventus l'aria diChampions League si inizia già a respirarla. Massimiliano Allegri, intervistato dalla Bild, ha parlato dei gialloneri: "Possiamo vincere - ha assicurato -, ma il Borussia Dortmund è fortissimo. Se è in giornata può battere chiunque. A me andrebbe bene anche uno 0-0 a Torino, l'importante è non prendere gol". Su Klopp: "E' un tecnico di successo". Nella lunga intervista rilasciata al quotidiano tedesco, il tecnico della Juventus ha anticipato i temi della sfida di Torino e del percorso in Champions League: "Siamo nelle condizioni di poter passare il turno, ma in queste gare spesso a decidere sono la testa e la fortuna. Il Borussia negli ultimi anni ha vissuto grandi successi e ha moltissima esperienza nei suoi giocatori, anche più di noi. Se sono in giornata possono battere chiunque, ma noi cercheremo di non prendere gol a Torino. E' importante, mi accontenterei di uno 0-0 in casa". Sull'altra panchina siederà Klopp: "E' un grande allenatore, soprattutto di successo". Chiusura su Pogba: "A ventuno anni fa cose che altri calciatori non faranno mai in carriera". TAGS:
  2. oltre alla ovvia scelta marchisio per pirlo e rombo con vertice alto pereyra, io al posto di licht farei giocare caceres. per il resto spero in barzagli ma ci credo poco
  3. notare pirlo che cammina tranquillo a sinistra
  4. notare lo spazio lasciato a brienza nel secondo gol
  5. ANALISI TATTICA Cesena-Juve, 442 in non possesso e il lato molto debole (di Davide Terruzzi) 16/02/2015 @davideterruzzi Quando la Roma ha pareggiato contro il Parma, tutti hanno pensato che la Juventus avrebbe colto l’occasione di allungare sui giallorossi portando il vantaggio a 9 punti. La vittoria juventina a Cesena veniva quasi data per scontata, senza prendere in considerazione i passi in avanti compiuti dalla formazione di Di Carlo nelle ultime settimane, squadra che ha messo in mostra un gioco veloce - sfruttando anche le caratteristiche del campo sintetico - e frizzante basato sull’aggressione alta e transizioni offensivi pungenti. Allegri si presenta al Manuzzi senza lo squalificato Tevez, rinuncia a Chiellini sostituito da Ogbonna, schiera la sua Juventus con il canonico 4312 con a centrocampo tutti i titolarissimi e in attacco la coppia spagnola Llorente-Morata. Di Carlo mette in campo il suo Cesena con un 4312 puntando sulla velocità di Defrel e Brienza, A leggere le formazioni non si sarebbe potuto capire quale sarebbe stato l’approccio dei romagnoli: chi si aspettava una squadra chiusa, arroccata nella propria metà campo e pronta a ripartire in qualche velleitario contropiede, ha immediatamente dovuto cambiare opinione. PRIMO TEMPO L’atteggiamento del Cesena è stato chiaro dalle prime battute di gioco: ritmo forsennato, aggressività sui portatori di palla, pressione alta. La Juventus è sembrata sorpresa, in difficoltà nel rapportarsi con un campo sintetico che fa scivolare più velocemente il pallone, oltre a causare rimbalzi diversi rispetto a quelli abituali. Il pressing cesenate prevedeva Brienza in posizione centrale, gli attaccanti Defrel e Djuric laterali: così Di Carlo voleva contrastare l’avvio di manovra bianconero. Djuric e Defrel sono pronti a uscire sui difensori centrali, Pirlo si è abbassato senza che Brienza riuscisse a contrastarlo. Il regista apre su Evra, tutto libero sulla sinistra: nella ripresa l'interno cesenate si aprirà sul terzino. Sono passati 10 minuti, il Cesena continua a esercitare un pressing alto, sebbene i tempi nel quale viene effettuato permettono alla Juventus di uscire. La formazione di Allegri è entrata in campo per controllare il pallone e gli spazi, innescando l’azione dalle retrovie: il consueto meccanismo è entrato in crisi per errori individuali e per scellerate scelte posizionali dei giocatori. A questo bisogno aggiungere un delta nel tasso di aggressività e concentrazione a netto favore dei romagnoli, entrati immediatamente in partita e determinati a mettere in pratica quanto studiato nei giorni precedenti. L’obiettivo principale è stato quello di togliere tranquillità alla Juventus, grazie a una pressione feroce sul portatore di palla: più che al controllo degli spazi, abbassando il baricentro nella propria metà campo, il Cesena ha puntato sull’accorciare il campo con un pressing medio alto, impedendo all’avversaria di ragionare (anche su rimessa dal fondo di Buffon). Sopra l'azione da cui nasce l'occasione clamorosa per Defrel: l'attaccante parte in pressione su Bonucci (la posizione del corpo non è ottimale per ricevere un passaggio). Sotto, l'atteggiamento del Cesena per impedire a Buffon di giocare per uno dei compagni. I primi venti minuti hanno visto i romagnoli attaccare la porta juventina con assoluta pericolosità. Bonucci e Ogbonna sono stati spesso lasciati soli a fronteggiare la stazza fisica di Djuric e la brillantezza di Defrel, non coperti dal centrocampo, mentre i terzini si alzavano precipitosamente e restavano troppo aperti. Tutte le occasioni del Cesena sono arrivate da passaggi sbagliati da parte dei giocatori della Juventus, figlie di transizioni offensive ben organizzate e di quelle difensive della formazione di Allegri non attente. Djuric ha già portato in vantaggio il Cesena, la Juventus continua a commettere errori. Il passaggio di Vidal per Pirlo è lungo (e il pallone prende velocità sul sintetico), immediata verticalizzazione su Brienza sul quale Ogbonna è in ritardo. Bonucci è su Djuric, Evra è lontano dalla palla, Lichtsteiner alto. Il cileno anziché scappare per negare lo spazio e coprire il terzino, si accentra lasciando una prateria sulla destra. Il gol di Djuric nasce da una rimessa laterale, Pirlo perde palla, Ogbonna è aperto sulla sinistra, Lichtsteiner è alto: Bonucci, da solo, può fare poco o nulla. L'errore è di Pirlo, ma il posizionamento dei giocatori bianconeri è quanto meno sciagurato, mancano completamente coperture preventive. L'attenzione è minima: ben 8 giocatori sopra la linea della palla, con Ogbonna troppo defilato. Il gol romagnolo sblocca la Juventus. A onor del vero, la manovra juventina era già apparsa pericolosa dai primi minuti: il momentaneo vantaggio cesenate ha avuto come diretta conseguenza l’aumento della concentrazione, della reattività da parte degli uomini di Allegri, sebbene solamente dopo il pari di Morata gli errori sono praticamente scomparsi. La Juventus ha gestito con tranquillità l’uscita dalla difesa macinando il proprio gioco: la densità di uomini attorno al pallone permetteva un recupero quasi immediato o costringeva gli avversari a tentativi di ribaltamento dell’azione improvvisati. L’aumento della pressione, individuale e collettiva, nasce dalla capacità, e volontà, di accorciare immediatamente gli spazi una volta perso il possesso. Siamo sullo 0-0, la manovra bianconera funziona. A dimostrazione della differenza di valori, quando l'attenzione e la lucidità erano sufficienti, la Juventus riusciva a rendersi pericolosa. SECONDO TEMPO La prima frazione di gioco poteva scoraggiare il Cesena, autore di un’ottima prestazione ma sotto di un gol. L’attesa di una Juventus capace di controllare i ritmi e il gioco è stata immediatamente smentita dalla realtà del campo: i romagnoli hanno alzato maggiormente l’aggressività, effettuando una pressione più efficace. A differenza del primo tempo, i terzini accorciavano su Marchsio e Pogba, Zé Eduardo e Giorgi uscivano alti su Evra e Lichtsteiner, la coppia centrale difensiva accettava l’uno contro uno. Questo atteggiamento ha nuovamente sorpreso la Juventus, incapace di leggere l’andamento della partita e di cogliere adeguate contromisure. Morata si è mosso molto lungo tutto il fronte offensivo, mentre Llorente - autore di un’altra gara sottotono - restava spesso centrale e quando si apriva non è riuscito a dialogare con i compagni. C’è stato un eccesso di verticalità nel gioco bianconero, la frenesia di uscire dal pressing romagnolo cercando la sponda dell'ex Bilabo o la velocità negli spazi del prodotto della Cantera di Madrid. La squadra di Allegri ha così visto drasticamente calare il proprio possesso palla (dal 66.7 del primo tempo al 56.7 del secondo), ma soprattutto ha tirato solamente una volta nei primi venticinque minuti della ripresa: si teneva quindi palla, spesso nella propria metà campo, senza rendersi pericolosi nei pressi di Leali (comprese 2 occasioni, entrambe sull’asse Vidal-Pogba mal sfruttate). L'atteggiamento ancora più aggressivo, e meglio organizzato, del Cesena a inizio ripresa. In fase di non possesso, la Juventus si è schierata con il 442, con Vidal che si abbassava accanto a Pirlo, Pogba sulla sinistra e Marchisio sul lato opposto. La linea di pressione dei centrocampisti non è apparsa compatta, si è fatta spesso attrarre dal pallone e dagli avversari, lasciando così spazi tra le proprie maglie. L’’organizzazione collettiva del pressing, e quindi del recupero palla, rappresenta un aspetto in cui la squadra di Allegri mostra andamenti altalenanti. Il 442 non è geometrico, disegnato con un righello: le linee non si sono mosse in base al pallone e al compagno perdendo quindi in compattezza e solidità. Si è detto di voler prendere l'Atletico Madrid come modello, ma la squadra di Simeone si preoccupa della zona e non degli uomini. Il presidio degli spazi è milarizzato (presente la scritta: zona militare, limite invalicabile?), i reparti stretti e compatti: i giocatori dell'ATM si staccano dalla linea solamente quando sono sicuri di recuperare la palla (stop sbagliato dall'avversario o ricezione spalle alla porta) o quantomeno di rallentare l'azione. Allegri intende aspettare la squadra avversaria nel cerchio di metà campo, ma la pressione si lascia catturare dall'uomo, il contrario della filosofia di Simeone. La Juventus è andata anche in difficoltà sul lato debole. I cambi di gioco del Cesena hanno trovato scoperta la zona più lontana dalla palla, specialmente sulla destra: "buchi" frutto anch'essi, in parte, della pressione sull'uomo che porta i centrocampisti lontano dalla propria attenzione. L’attenzione e la lucidità nella ripresa sono nuovamente calate: meno errori in fase di uscita, maggiori nelle letture e nei movimenti. Il pressing ha rotto la linea di centrocampo. Vidal si ritrova sulla destra - avendo coperto Marchisio - ma non arretra a sufficienza per coprire Lichtsteiner. L’altra situazione in cui la squadra di Allegri ha sofferto sono stati i duelli aerei e le seconde palle: Djuric ha giganteggiato, vincendo nettamente il confronto con Ogbonna e Bonucci. L’eccessiva aggressività sui portatori di palla, sommata a una reattività insufficiente nel correre indietro per accorciare gli spazi, hanno creato ampie zone di campo in cui i romagnoli potevano rendersi pericolosi. Lasciare al solo Pirlo, sempre in difficoltà in questo aspetto, il compito di proteggere la difesa rappresenta un errore che la Juventus non si può concedere. Djuric contro Pirlo in un duello aereo è un qualcosa che non si puà vedere. Così come la posizione degli altri tre centrocampisti, entrambi troppo alti. Sotto il gol: cross dalla sinistra, in area le marcature sono scorrette: Ogbonna dovrebbe contrastare Djuric, Evra su Defrel, Pogba a protezione della porta assieme a Pirlo. Vidal è uscito in pressing ed è rimasto alto. La partita poteva finire con una vittoria della Juve, ma il Cesena ha meritato ampiamente il pareggio: i difensori hanno vinto i duelli con gli attaccanti, i terzini hanno spinto, i centrocampisti sono stati molto dinamici, Brienza e Defrel tecnici e brillanti, Djuric incontenibile. La reazione al gol del definitivo pari ha consentito agli ospiti di rendersi nuovamente pericolosi con 5 conclusioni verso la porta del Cesena, di riprendere il controllo della partita e di avere l'occasione di portare a Torino i 3 punti, CONCLUSIONI A Udine, la Juventus si era presentata con una difesa a 3 - data anche l’emergenza a centrocampo -, modulo considerato maggiormente difensivo da parte di Allegri, ma aveva concesso due contropiede clamorosi nei primi minuti all’Udinese e si è salvata grazie a Buffon e all’imprecisione degli attaccanti friulani. Poi ha sempre dato l’idea di controllare la gara, pur non riuscendo a rendersi pericolosa costantemente. A Cesena, si è giocato con il modulo base, senza due giocatori carismatici e grintosi come Tevez e Chiellini. I primi venti minuti sono stati da incubo: cinque tiri in porta per i romagnoli, un gol, parate determinanti da parte di Buffon. Le partenze delle ultime due trasferte - due gare in cui la Juventus poteva allungare sulla Roma - sono state pessime: errori di posizione (al Manuzzi terzini troppo alti, al Friuli mancate coperture preventive), appoggi banali sbagliati, clamorosi passaggi regalati in fase di uscita, eventi figli di un approccio mentale poco concentrato e agguerrito. Con il Cesena la reazione immediata dopo la rete del momentaneo vantaggio romagnolo ha creato un ulteriore rilassamento mentale. In molti hanno pensato: “è bastato giocare 10 minuti per ribaltare il risultato”. Nascono anche da questo stato psicologico, le difficoltà della ripresa. La Juventus ha creato poche occasioni da rete, ha aumentato i ritmi con un eccesso di giocate in velocità, quando invece bisognava gestire il pallone palleggiando per far stancare gli avversari, ma soprattutto ha sofferto costantemente l’attacco romagnolo. Djuric è sembrato Ibrahimovic, Defrel una scheggia impazzita: al loro confronto, i difensori juventini sono sembrati lenti e macchinosi. Il Cesena ha attaccato molto bene le seconde palle, le sponde di Djuric, le respinte degli juventini. sfruttando le debolezze di Pirlo. L’anno scorso il Milan aveva messo in difficoltà la Juventus sfruttando questa zona ai fianchi e alle spalle del centrocampista bianconero, poco reattivo e dinamico in queste situazioni. Djuric aveva già fatto male alla Juventus in amichevole (ok, era il 30 luglio, però in questa situazione di gioco aveva creato problemi proprio in questa fase di gioco) e il pericolo poteva essere letto. Anche durante la partita, cambiando il proprio atteggiamento difensivo: Allegri ha abituato a passare il 3 quando la squadra è in difficoltà e deve difendersi, doveva farlo anche a Cesena con Chiellini al posto di Pirlo. Cesena rappresenta uno schiaffo che può fare bene. Gli stessi protagonisti hanno parlato di sufficienza, di presunzione e arroganza: questi sono i vizi mentali della Juventus, vizi che hanno ricadute tattiche. Le difficoltà di giocare contro una squadra aggressiva, che pressa immediatamente i bianconeri con il pallone tra i piedi hanno immediatamente proiettato alla sfida contro il BVB, squadra che fa del pressing alto una filosofia. La squadra di Allegri ha le soluzioni per uscire dalla pressione collettiva, sebbene qualche giocatore appaia in crisi quando pressato. Servono tranquillità e lucidità, il contrario di quanto si è visto in alcune occasioni, ma l’aspetto negativo del Manuzzi deriva dalla lentezza e dall’incapacità di gestire la partita: pur giocando male, la Juventus era in vantaggio, ma non è saputa intervenire quando il Cesena era tornato a prendere campo interrompendo il loro momento positivo. La gestione del secondo tempo non va quindi trascurata e rappresenta una criticità pari all’approccio pessimo alla partita. PS La Juventus sembra necessitare della fase di scarico. Marchisio e Pogba sono durati fino al ventesimo della ripresa, altri sono apparsi legnosi. A maggior ragione, si devono gestire le risorse anche difendendosi senza correre a vuoto creando buchi, senza avere superiorità in zona palla (non riuscendo a far ripartire correttamente l'azione) e rischiando di farsi trovare scoperto. Il discorso fisico dovrà necessariamente risolversi entro martedì 24...
  6. e' proprio quello il problema, senza il passato fra i due forse lo avrebbe gia fatto
  7. in velocita ce lo vedo la nostra difesa o pirlo a stare dietro a reus e mkhitaryan. secondo me bisogna stare compatti ma non alti, unico modo per impedirli di fare il loro gioco e stare bassi e usare le loro stesse armi contro di loro imho
  8. ci vuole equilibrio, spero non siano cosi pazzi da andare a prenderli alti perche con i contropiedi ci massacrano
  9. giochiamo in casa quindi sono fiducioso, ma dovremmo faticare fisicamente e mentalmente, cosa non buona in vista della champions
  10. Presente negli studi diMediaset Premium, l'ex calciatore juventino Alessio Tacchinardi ha commentato il 2-2 tra Cesena e Juventus: "La squadra romagnola mi è piaciuta molto, mettendo in campo passione e determinazione. Buffon è stato tra i migliori in campo, la Juve ha iniziato senza fretta andando in difficoltà. I bianconeri hanno fallito unmatch-point, questa Juve potrebbe preoccupare in vista della Champions League. Mi sembra che la squadra di Max Allegri non stia benissimo".
  11. cmq alla fine il cesena ha pareggiato... con tre anni di ritardo ma ha pareggiato.
  12. cmq abbiamo resuscitato psicologicamente una squadra distrutta come la Roma, invece di dargli il colpo finale. I campionati si perdono cosi
  13. di carlo che protestava per il rigore e' una scena che fa venire il voltastomaco
  14. allegri da la colpa al campo in pieno stile LOSER
  15. a dortmund con questa formazione le prendiamo, si faccia crescere le palline che pirlo non si puo vedere
  16. a questo qua gli scoppia lo spogliatoio stile milan 2011-2012
  17. nei primi 20 min ho pensato abbiamo toccato il fondo, poi ce stato il secondo tempo.... ma quando le squadre vanno negli spogliatoi non devono uscire con idee piu chiare?
  18. io sono preoccupato per la champions francamente, giocando cosi la vedo nerissima
  19. quando sentivo parlare dell'impatto di allegri su questa squadra non capivo, adesso mi e' piu chiaro
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