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K A L C I O M A R C I O! - Lo Schifo Continua -

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CALCIOPOLI

Moggi, ultima mazzata alle accuse

Mentre l'Alta Corte decide sulla radiazione, spunta

un'altra telefonata che smonta il reato associativo

di ALVARO MORETTI (Tuttosport 21-10-2011)

ROMA. I quattro giudici dell'Alta Corte presso il Coni sono ancora in camera

di consiglio: la questione delle radiazioni di Luciano Moggi, di Antonio

Giraudo e Innocenzo Mazzini

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Competenza: il Tnas decide il 3 novembre

di ALVARO MORETTI (Tuttosport 21-1-2011)

ROMA. Non solo carte: la questione sulla competenza contestata del Tnas

sull

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Inchiesta La Procura indaga tre tecnici, la società parte lesa. Ispezione della Consob

Juve, nuovo stadio a rischio

Piloni d'acciaio fuori norma

Il prefetto dopo un vertice: struttura agibile, si gioca

di MARCO BARDESONO (CorSera 21-10-2011)

TORINO — «Delitto colposo di danno» in relazione al «crollo di costruzioni»,

il falso ideologico e la frode in commercio: sono queste le principali ipotesi

di reato formulate dalla Procura torinese che indaga sulla costruzione e sul

collaudo del nuovo stadio della Juventus. La notizia ha creato sconcerto nel

mondo calcistico e si è temuto il sequestro dell'impianto. Ci è voluto un

vertice in prefettura tra il sindaco Piero Fassino, il presidente bianconero

Andrea Agnelli e il prefetto Alberto di Pace, per annunciare che domani sera

la partita con il Genoa si giocherà e che lo stadio «è agibile», almeno per

ora e se la Procura non assumerà nuove iniziative.

L'inchiesta «Juventus Stadium» riguarderebbe la fornitura di acciaio alle

imprese costruttrici dell'impianto che, secondo l'ipotesi accusatoria, non

sarebbe stato di buona qualità e, per giunta, sarebbe stato pagato ben oltre

il suo valore. In particolare sarebbe sotto osservazione dei periti della

Procura il metallo dei due pennoni alle spalle delle curve e che non sarebbe

conforme alle norme e potrebbe avere, «in linea teorica, effetti

potenzialmente negativi».

Ieri i pm titolari dell'inchiesta, Raffaele Guariniello, Andrea Beconi e

Gabriella Viglione hanno disposto perquisizioni presso le abitazioni e gli

uffici dei tre indagati, nella sede della Juve (che nell'inchiesta è parte

lesa) e negli uffici di alcune ditte fornitrici di acciaio a Padova e Udine. I

carabinieri hanno cercato, si legge nel decreto di perquisizione: «Atti,

documenti, relazioni relativi alla progettazione, costruzione, collaudo e

certificazioni di agibilità afferenti al nuovo stadio della Juventus, con

particolare riferimento all'oggetto dell'indagine (Ipotizzata fornitura di

acciai non conformi) e conseguenti ripercussioni nelle varie fasi operative di

collaudo».

Ad essere stati indagati sono i tecnici che si sono occupati, a vario titolo,

della costruzione del complesso. Avvisi di garanzia sono stati consegnati a

Giovanni Quirico, dirigente dell'ufficio tecnico del Comune e agli ingegneri

Francesco Ossola e Paolo Erbetta. Il primo è chiamato in causa come

collaudatore, il secondo come direttore dei lavori. Allegato al decreto di

perquisizione sono elencate le ragioni sociali delle aziende fornitrici di

acciaio, tra le più note sul mercato, e quelle delle ditte che hanno

realizzato l'opera, i cui amministratori, però, non risultano indagati.

«L'ingegner Quirico — hanno detto i suoi legali, gli avvocati Andrea e Michele

Galasso — chiederà di essere interrogato subito per offrire tutti i

chiarimenti del caso». E in difesa di Quirico è intervenuto anche il sindaco

Fassino: «È un dirigente stimato e apprezzato che ha diretto la realizzazione

di opere pubbliche importanti per la città».

Sempre ieri nella sede della Juve c'è stata anche un'ispezione della Consob.

La Guardia di Finanza ha esaminato materiale relativo a bilanci, delibere,

aumenti di capitale e altra documentazione finanziaria.

___

La Juve ha rischiato la casa

Stadio sotto inchiesta

Il Comune: «È agibile»

E domani si gioca

La Procura di Torino indaga sull'acciaio utilizzato. Bianconeri parte

lesa. Avvisi di garanzia a un tecnico del Comune e ai direttori dei

lavori. Si temeva la chiusura: decisiva la documentazione del club

di FRANCESCO BRAMARDO (GaSport 21-10-2011)

TORINO

Bello, unico, un gioiello. Gli elogi per lo Juventus Stadium il giorno

dell'inaugurazione, l'8 settembre, si sono sprecati. Uno stadio costruito per

il calcio, unico, vero, ma all'italiana. Nel senso che il nuovo impianto della

Juve, 42 giorni dopo essere stato inaugurato, ha rischiato la chiusura

immediata, almeno in via provvisoria, per inagibilità e per motivi di

sicurezza, peggio, per pericolo di crollo. Solo in serata, dopo un vertice in

Prefettura alla presenza dei dirigenti bianconeri, tecnici ed ingegneri, il

rischio di trasloco allo stadio Olimpico è stato scongiurato.

Perquisizioni La «bomba» è scoppiata ieri mattina quando alla porta di corso

Galileo Ferraris, nella sede del club, si è presentata la polizia giudiziaria

per acquisire la documentazione inerente la costruzione del nuovo stadio e

notificare le indagini in corso ad opera della Procura di Torino.

Contemporaneamente ufficiali della polizia giudiziaria, coadiuvati da tecnici,

hanno perquisito lo stadio alla ricerca di elementi comprovanti le ipotesi di

accusa. Nel decreto di perquisizione si parla di una partita di acciaio per la

costruzione dell'impianto che non sarebbe conforme alle direttive comunitarie

europee. Secondo le parti in causa si tratterebbe invece di materiale

certificato: anzi, in fase di collaudo si sarebbe andati oltre, procedendo a

prelievi e prove di laboratorio sulle barre di acciaio (marchiate Ce) per

accertarne la conformità. Mancherebbero delle certificazioni specifiche, ma

non ritenute indispensabili. Dal momento della notifica, fino a tarda sera, si

sono susseguite riunioni tecniche, prima nella sede del club tra dirigenti e

ingegneri, poi in Prefettura alla presenza, tra gli altri, del presidente

Andrea Agnelli, per capire se nell'immediato sussistessero pericoli di ordine

pubblico e di conseguenza la disputa regolare, domani sera, di Juventus-Genoa.

Fino all'ok della Prefettura per il regolare svolgimento della partita.

Scenario Olimpico Per alcune ore, in attesa del responso, si è discusso su

eventuali alternative in caso di chiusura temporanea dello stadio: ritorno

provvisorio all'Olimpico, chiusura temporanea dello Juventus Stadium per le

prossime due gare casalinghe (martedì la Juve ospita la Fiorentina) oppure

chiusura parziale di alcuni settori. Il trasloco provvisorio all'Olimpico

avrebbe comportato scelte drastiche (24 mila posti come il numero dei soli

abbonati), visto il tutto esaurito per le prossime due gare casalinghe.

Le indagini Nell'inchiesta, condotta dal pm Gabriella Viglione, sono

coinvolti tre tecnici che si sono occupati a vario titolo della costruzione

dell'impianto. Un avviso di garanzia è stato consegnato a Giambattista Quirico,

dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Torino, agli ingegneri Francesco

Ossola e Paolo Erbetta. Quirico è chiamato in causa come collaudatore, Ossola

ed Erbetta come direttori dei lavori. Lo stesso Quirico, che ieri ha

consegnato alla polizia giudiziaria il dossier sulla realizzazione del nuovo

stadio, si è detto disponibile a essere interrogato subito dai magistrati per

chiarire la propria posizione. Tre i reati ipotizzati: il «delitto colposo di

danno» in relazione al «crollo di costruzioni», il falso ideologico e la frode

in commercio. Perquisizioni sono state effettuate in Piemonte, Veneto e

Friuli. Alla costruzione del nuovo stadio per conto della Juventus (parte lesa

nell'inchiesta) hanno concorso quattro società: l'impresa Rosso e la Gilardi

di Torino, la Morganti di Milano e la Cons.Fer di Selvazzano Dentro (Padova).

I magistrati che si occupano dell'indagine sono il procuratore capo, Gian

Carlo Caselli, e i pubblici ministeri Andrea Beconi, Raffaele Guariniello e

Gabriella Viglione.

La schiarita In serata, poi, la schiarita: Juve-Genoa si giocherà, e così le

gare successive, a meno di ulteriori novità. Dopo una giornata febbrile, il

sindaco Fassino e il Prefetto hanno revocato il pericolo per l'ordine

pubblico. Il Comune ha sottolineato che «continuerà a vigilare sull'evoluzione

della vicenda». Ma si profila il rischio di uno scontro con la Procura. La

Juventus invece alla fine ha tirato un sospiro di sollievo. Difficilmente

avrebbe potuto accontentare gli 80 mila tifosi già prenotati, oltre al danno

di immagine ed economico. Il pensiero della società è stato affidato ad un

comunicato diffuso in serata. «La Juventus ribadisce la propria certezza

sull'assoluta sicurezza strutturale dello stadio, ne ha fornito documentazione,

ed è fiduciosa che tale circostanza emergerà anche dall'inchiesta della

magistratura. Nel confermare il regolare svolgimento delle partite programmate,

la Juventus ringrazia il Prefetto e il Sindaco per l'efficace e tempestiva

collaborazione odierna».

___

3
domande a...
GIACOMO DONATO
INGEGNERE

«Se l'acciaio non è a norma

va rivista tutta l'opera»

art.non firmato (GaSport 21-10-2011)

L'ingegner Giacomo Donato è stato per

un quarto di secolo professore

ordinario della cattedra di Tipologia

strutturale del Politecnico di Torino.

1
Che cosa significa acciaio non a norma?

«L'acciaio per costruzioni deve rispondere a precisi

canoni, cioè essere dimensionato alla destinazione della

struttura. Lunghezza e altezza delle travi devono avere

dimensioni in grado di sopportare i carichi previsti, ma

anche i sovraccarichi dinamici, in questo caso migliaia di

persone. Ci sono calcoli precisi per definirne la

compatibilità con le dimensioni dell'opera».

2
Se l'acciaio non è a norma, cosa si rischia?

«I rischi sono stabiliti dalla commissione di collaudo,

che verifica che il materiale commissionato sia idoneo al

progetto. Fatte le verifiche, se la commissione dà l'ok,

diventa responsabile».

3
Se l'acciaio non è a norma, l'opera può

essere recuperata?

«Se c'è la certezza che l'acciaio non lo sia, dev'essere

affrontata la rivisitazione di tutta l'opera strutturale,

per poterne dichiarare l'affidabilità».

___

RIPERCUSSIONI IN MATTINATA ALLA JUVE ANCHE 15 ISPETTORI CONSOB E LA FINANZA

Pesante il colpo all'immagine

Agnelli pronto a chiedere i danni

di ANTONELLO CAPONE (GaSport 21-10-2011)

La sede della Juventus di Corso Galileo Ferraris a Torino ieri mattina è stata

un via-vai da ingresso da stadio per una partitissima. Ma le visite sono state

particolari, quelle che una grande azienda si aspetta, ma che comunque

mettono sotto pressione. Alle 8,30 ecco sette carabinieri e un segretario

per la notifica dell'inchiesta sul gioiello di famiglia Juventus Stadium e la

raccolta di materiale. Alle 10 una quindicina tra ispettori della Consob

(l'organismo di controllo delle società quotate in Borsa) e ufficiali e

sottufficiali della Guardia di Finanza. La visita della Consob era quasi

«obbligata» dopo l'assemblea che ha deciso di riparare alle perdite

«intollerabili» (voce del presidente Andrea Agnelli) di 95 milioni e mezzo e

ha deliberato un aumento di capitale monstre di 120 milioni senza azzerare le

azioni dei piccoli risparmiatori e tifosi, operazione concordata da Agnelli,

dall'ad Aldo Mazzia e dal legale Michele Briamonte con l'organismo di

controllo.

Da dove viene Invece davvero sorprendente per la Juve è stata l'inchiesta

sullo stadio. Presidente e management non se ne capacitavano: per loro lo

stadio è costruito secondo standard d'eccellenza e ha resistito alla grande ai

più duri collaudi. La Juve è parte lesa e ha richiamato d'urgenza l'avvocato

Briamonte che era a Roma sotto il diluvio ed è giunto con un volo privato. La

Juve non vuole rischiare minimamente di essere un giorno considerata parte

concorrente. E già adesso sta studiando tutte le vie per richieste di

risarcimento danni. Che sono ora di immagine, e sono ingenti. Esistono anche

forti assicurazioni e penali per eventuali opere o forniture non a regola

d'arte. La Borsa che già è una montagna russa capirà? Poi la riuscita

dell'incontro serale col sindaco Piero Fassino e col prefetto Attilio Di Pace

ha mitigato le «perdite». In mattinata si voleva sequestrare il gioiello. . .

Che è da pagare secondo con un piano industriale pluriennale e deve funzionare

a pieno regime garantendo introiti senza stop. Già ora è da tutto esaurito, ma

se si mette in discussione anche «teorica» la sicurezza. . .

___

Il retroscena

Appalto conteso

E alla fine vinsero i piemontesi

di L.C. (GaSport 21-10-2011)

L'appalto per la costruzione del nuovo stadio della Juventus venne assegnato

per un solo voto di differenza al termine di un burrascoso e lunghissimo

consiglio di amministrazione il 12 maggio 2009. Era un martedì, in corso

Galileo Ferraris si cominciò a discutere al mattino e si terminò a ora di cena,

ma più per lo stadio che per la scelta del nuovo allenatore. Della trentina

di offerte ricevute ne erano rimaste in corsa solo due, la prima di

un'importante cooperativa di Carpi e l'altra di una ditta di Torino.

Forza Piemonte Secondo una parte del consiglio di amministrazione l'offerta

migliore, sia dal punto di vista economico che qualitativo, era la prima,

quella dell'emiliana Cmb rappresentata a Torino dalla Gozzo impianti. Invece i

lavori furono assegnati, per un corrispettivo di 70 milioni rispetto alla base

d'asta di 85, all'impresa Rosso, del gruppo Costruzioni Generali Gilardi,

quello che sotto la precedente dirigenza qualche anno prima aveva realizzato

il centro sportivo di Vinovo e nei confronti del quale la società vantava

all'epoca un credito di diverse decine di milioni per la cessione della Campi

di Vinovo. Va ricordato che si trattava di una gara d'appalto privata e dunque

la Juventus era libera di assegnare i lavori a chi meglio credeva. La scelta

della Rosso-CGG in questo caso venne motivata con la piemontesità della ditta

che garantiva una ricaduta positiva sul territorio.

Ingegneri e avvocati I lavori sono stati in seguito diretti dagli ingegneri

Francesco Ossola e Paolo Erbetta, raggiunti ieri da avviso di garanzia insieme

al collaudatore dell'opera, il dirigente dell'Ufficio tecnico del Comune

Giambattista Quirico rappresentato dagli avvocati Andrea eMichele Galasso, gli

stessi che difesero l'ex amministratore delegato della Juventus Antonio

Giraudo ai tempi di Calciopoli.

___

Nuovo stadio 'a rischio crollo' e inchiesta

sui bilanci: la giornata orribile della Juventus

Due indagini separate all'origine delle 'visite' nella

sede dei bianconeri nell'arco di poche ore: la Procura di

Torino vuole far luce sulla sicurezza del nuovo impianto,

la Consob ha fatto acquisire documenti finanziari

di DARIO PELIZZARI (Il Fatto Quotidiano.it 21-10-2011)

Quella di ieri è stata una giornata particolarmente intensa per lo staff di

casa Juventus. Due sono infatti le visite inattese che hanno interessato gli

uffici della sede bianconera a Torino. Prima sono arrivati gli ufficiali della

Polizia giudiziaria, che su ordine della Procura di Torino hanno raccolto la

documentazione relativa alla costruzione del nuovo stadio della società

bianconera. L'ipotesi di reato formulata non è di poco conto: pericolo di

crollo colposo. Proprio così, si indaga sulla solidità e sulla sicurezza dello

Juventus Stadium, il nuovo impianto inaugurato ad inizio stagione. L'inchiesta,

che vede la società bianconera non come indagato, ma come parte lesa, è

condotta dal pm Gabriella Viglione. Ma non è finita qui. Perché poco dopo, a

bussare alla porta della sede di corso Galileo Ferraris, è stata la Guardia di

Finanza che, su incarico della Consob (l'autorità indipendente che vigila

sulle società che sono quotate in borsa), avrebbe chiesto di acquisire

documenti finanziari di varia natura, quindi anche bilanci e delibere relative

ad aumenti di capitale. Stando a quanto finora trapelato, le due inchieste

seguirebbero binari paralleli e non avrebbero alcun punto di contatto.

La notizia dell'indagine in corso a proposito della solidità dello Juventus

Stadium è arrivata anche al sindaco di Torino, Piero Fassino, che in una nota

diffusa in serata ha fatto sapere che "Il Comune manterrà un'attività di

monitoraggio fino al termine dell'inchiesta in corso". Ma che, in ogni caso,

le partite programmate allo stadio avranno regolare svolgimento. Fassino ha

chiesto garanzie alla società bianconera. Che avrebbe fornito "documentazione

certificata sulla sicurezza strutturale dello stadio e sulla realizzazione

degli interventi integrativi prescritti in sede di collaudo". Al vertice in

Prefettura avrebbero partecipato lo stesso Fassino e il presidente Andrea

Agnelli.

La Polizia giudiziaria non si è limitata a fare visita alla sede della

Juventus. Pare che siano state fatte perquisizioni in alcune società della

provincia di Torino, Udine e Padova. L'indagine riguarderebbe, nello specifico,

l'utilizzo di acciaio non a norma. Gli indagati al momento sarebbero tre. Tra

loro, anche un tecnico del comune di Torino che avrebbe seguito da vicino le

varie fasi di costruzione dell'impianto.

Ancora tutta da definire invece l'indagine commissionata dalla Consob alla

Guardia di Finanza. Tre giorni fa, nel corso dell'assemblea degli azionisti,

la Juventus aveva approvato il bilancio di esercizio per la stagione 2010-11.

Come indicato dalla Consob, la società bianconera avrebbe detto sì alla

copertura delle ingenti perdite (meno 95,4 milioni di euro) senza azzeramento

del capitale. I soci avrebbero dato il via libera alla proposta di copertura

mediante l'utilizzo delle riserve di patrimonio netto (70, 3 milioni), la

riduzione del capitale sociale (20 milioni) e l'utilizzo parziale della

riserva sovrapprezzo azioni (5,1 milioni). L'indicazione dell'autorità garante

è arrivata il 12 ottobre ed è stata esaminata in seduta straordinaria dal

consiglio di amministrazione della Juventus il giorno precedente all'assemblea

degli azionisti. Secondo le informazioni al momento disponibili, la Guardia di

Finanza tornerà stamane nella sede della società bianconera per continuare gli

accertamenti.

___

Lo stadio della Juventus ora mette paura ai pm

Tre indagati per la fornitura di acciaio "non conforme".

Ipotesi teorica di reato: pericolo di crollo colposo. Il club

bianconero parte lesa. La Prefettura: è agibile, si gioca

di ROBERTO GIUSTI (Il Giornale.it 21-10-2011)

Torino L'ipotesi di reato mette i brividi: pericolo di crollo colposo. A

finire sotto inchiesta è il nuovo stadio della Juventus inaugurato lo scorso 8

settembre, ma la Juve in questa vicenda non è chiamata in causa come indagata,

bensì è parte lesa. Il problema è legato a delle forniture di acciaio «non

conformi» alle norme che potrebbe avere, in linea teorica, effetti

potenzialmente negativi. Si tratta comunque di materiale certificato Ce che è

stato sottoposto, in fase di costruzione e collaudo, a tutte le procedure

necessarie. E così, dopo una giornata convulsa, e una riunione in prefettura

cui partecipano il presidente della Juve, Andrea Agnelli, il sindaco di Torino,

Piero Fassino, e il prefetto Alberto Di Pace, viene partorita una nota in cui

si afferma che «le partite programmate allo stadio avranno regolare

svolgimento».

La Juve non ha dubbi e ribadisce «la propria certezza sull'assoluta sicurezza

strutturale dello stadio, ne ha fornito documentazione, ed è fiduciosa che

tale circostanza emergerà anche dall'inchiesta della magistratura».

A occuparsi dell'indagine - sfociata in diverse perquisizioni in Piemonte,

Veneto e Friuli - sono il procuratore capo, Gian Carlo Caselli, e i pubblici

ministeri Andrea Beconi, Raffaele Guariniello e Gabriella Viglione. Tre i

reati ipotizzati: «delitto colposo di danno» in relazione al «crollo di

costruzioni», falso ideologico e frode in commercio. Tre anche gli indagati:

Giovanni Quirico, un dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Torino al

quale è prontamente arrivata la solidarietà del sindaco Fassino («chiunque lo

conosce non può avere dubbi sulla sua onestà e lealtà»), e gli ingegneri

Francesco Ossola e Paolo Erbetta, collaudatore e direttore dei lavori.

L'inchiesta della procura sullo «stadio all'inglese con l'anima italiana»

riguarda una partita di acciaio utilizzata per costruire i pennoni della

struttura, ovvero le fondamenta. Secondo i magistrati torinesi, il materiale

non sarebbe del tutto conforme alle normative. Secondo il legale di Quirico

(che è dirigente al Comune di Torino e che dal 2009, «grazie a un

provvedimento emanato dalla Città di Torino, può esercitare l'attività di

libero professionista»), l'avvocato Andrea Galasso, «quell'acciaio invece è

perfettamente conforme alle norme dell'Unione europea ed è in regola con tutti

i requisiti». Quirico - che ha chiesto di essere rapidamente interrogato «per

rispondere a tutte le domande dei pm» - è indagato anche di falso ideologico

(per la procura non avrebbe effettuato bene i controlli) e di frode in

commercio. «Ma non è stato il mio assistito - spiega Galasso - a scegliere la

ditta che fornisce l'acciaio. Quello non era un suo compito».

___

Juve, stadio sotto inchiesta

"Ma domani si giocherà"

I pm indagano sulla sicurezza: "Pericolo teorico di crollo"

di FEDERICA CRAVERO & EMANUELE GAMBA (la Repubblica 21-1-2011)

TORINO

Il nuovo stadio della Juventus è sotto inchiesta. La procura di Torino ha

aperto un´indagine e spedito tre avvisi di garanzia per diverse ipotesi di

reato, tra le quali quelle di pericolo teorico di crollo colposo e di falso

ideologico. Si sta lavorando, in particolare, su una fornitura di acciaio non

conforme, e che dunque metterebbe in dubbio la sicurezza dell´impianto. I pm

non hanno comunque ritenuto di sequestrare lo stadio, che resta aperto e

agibile e che domani sera ospiterà regolarmente l´anticipo Juventus-Genoa.

L´agibilità è stata confermata in serata dopo un vertice negli uffici del

prefetto, cui hanno partecipato anche il sindaco Fassino, l´assessore Gallo,

il presidente bianconero Agnelli e l´ad Marotta. «La Juventus», è scritto in

una nota di Palazzo civico, «ha dichiarato di essere assolutamente certa della

solidità statica dell´impianto sportivo e ha fornito documentazione

certificata sulla sicurezza strutturale dello stadio e sulla realizzazione

degli interventi integrativi prescritti in sede di collaudo. Le partite

programmate allo stadio avranno quindi regolare svolgimento». Il Comune

manterrà in ogni caso «un´attività di monitoraggio fino al termine

dell´inchiesta della magistratura». Lo Juventus Stadium è stato collaudato l´8

agosto e ha ricevuto l´agibilità il 2 settembre: è su queste due date che si

concentra l´attenzione della magistratura. Le parti in causa sarebbero

principalmente i due pennoni d´acciaio che sorreggono la copertura.

La Juve, che in questa fase dell´inchiesta risulta parte lesa, ha ribadito

«la propria certezza sull´assoluta sicurezza strutturale dello stadio ed è

fiduciosa che tale circostanza emergerà anche dall´inchiesta della

magistratura». Questa è l´ufficialità. Ma il fatto che nel pool di magistrati

che lavora all´indagine ci sia anche (con il procuratore capo Caselli e i pm

Viglione e Beconi) Raffaele Guariniello, che già accusò la Juve di doping

portandola a processo, ha procurato diverse fibrillazioni negli uffici di

corso Galileo Ferraris. Che ieri erano affollatissimi: oltre alla polizia

giudiziaria, infatti, sono stati battuti anche dagli ispettori della Guardia

di Finanza che, su incarico della Consob, hanno acquisito materiale relativo a

bilanci, delibere, aumenti di capitale e altra documentazione finanziaria.

Pare che i finanzieri torneranno in sede anche oggi.

Per quanto riguarda lo stadio, gli indagati sono tre: si tratta degli

ingegneri Francesco Ossola e Paolo Erbetta (direttori dei lavori) e di

Giovanni Quirico, dirigente dell´ufficio tecnico del Comune e collaudatore

dell´impianto. «Interrogatemi subito, perché voglio chiarire che è tutto in

regola», ha detto quest´ultimo. «Non solo l´acciaio aveva la certificazione Ue

ma abbiamo anche effettuato ulteriori test di laboratorio». Una quarta persona

ancora da identificare è invece accusata di frode in commercio. L´operazione

della procura è scattata ieri alle sei del mattino con le perquisizioni nelle

abitazioni e negli uffici dei tre indagati, ma anche la sede della Juventus è

stata visitata dagli uomini della polizia giudiziaria, così come gli uffici

della Consfer (l´azienda che nella costruzione dello stadio si è occupata

delle parti in acciaio) e di uno stabilimento del gruppo Marcegaglia. Buona

parte del metallo impiegato nell´ex Delle Alpi è stato infatti fornito dalle

aziende che fanno capo alla presidente di Confindustria.

___

Stadio Juve, la difesa del Comune: tutto ok

E il sindaco difende il dirigente indagato: nessun dubbio sulla sua lealtà

di FEDERICA CRAVERO (la Repubblica - Torino 21-1-2011)

Era ancora buio, ieri mattina, quando gli uomini della polizia giudiziaria

della procura di Torino si sono presentati alla porta di casa e poi

dell´ufficio di Giovanni Battista Quirico, 63 anni, dirigente del Comune e

collaudatore dello Juventus Stadium, con in mano un decreto di perquisizione.

«Ho consegnato io tutto il materiale cartaceo e il computer, ho indicato io

dove fosse la pratica dello stadio - ha detto Quirico attraverso il suo legale,

Andrea Galasso - Sono amareggiato ma non ho niente da nascondere: ho

piena fiducia nella magistratura e spero di essere interrogato il più presto

possibile per chiarire ogni cosa».

Da quel momento la giornata si è sviluppata in un turbinio di accuse, difese

e preoccupazioni sulla solidità del nuovo impianto sportivo, concluso con un

vertice in prefettura in cui la società bianconera ha confermato la stabilità

dell´impianto e si è assunta la responsabilità perché non venga interrotto il

calendario calcistico nel nuovo stadio. Ciononostante il Comune manterrà un

costante monitoraggio fino alla conclusione delle indagini della magistratura.

Anche gli altri due indagati si uniscono a Quirico nella difesa del loro

operato. «È stato sollevato un polverone per un´accusa inconsistente, questa è

una questione che si risolverà in fretta nelle sedi opportune», ha chiosato

Francesco Ossola, direttore dei lavori, assistito dall´avvocato Giampaolo

Zancan. Sbigottito anche un altro ingegnere che aveva avuto la supervisione

del progetto, Paolo Erbetta, che si era messo in luce per diverse opere

olimpiche, tra cui la pista di bob, ora assistito dall´avvocato Fernando

Santoni De Sio: «Sono caduto dalle nuvole quando ho letto il decreto di

perquisizione». Decreto che spiega quale sia l´oggetto dell´indagine:

«Ipotizzata fornitura di acciai non conformi e conseguenti eventuali

ripercussioni nelle varie fasi operative, di collaudo, certificative». In

particolare nel mirino degli investigatori ci sarebbe l´acciaio utilizzato per

la costruzione dei piloni e della copertura dello stadio. Parole che fanno

sobbalzare sulla sedia, presupponendo il rischio che il gioiello del calcio

italiano, come era stato definito lo Juventus Stadium, non solo non fosse

sicuro, ma rischiasse addirittura di crollare. «Neghiamo qualunque addebito -

incalza l´avvocato Galasso - In particolare sulla conformità del materiale il

mio assistito dimostrerà non solo di aver verificato che sull´acciaio

impiegato ci fosse il marchio Ce, ma anche di averne testato la solidità

attraverso esami di laboratorio ad hoc».

Il sindaco Piero Fassino ha espresso la massima solidarietà al dirigente

comunale: «Chiunque conosca l´ingegner Quirico non può avere dubbi sulla

sua onestà e lealtà e sono fiducioso che l´accertamento dei fatti dimostrerà

la sua assoluta correttezza anche in questa vicenda».

Pronto a collaborare con la magistratura anche Mauro Scaramuzza, 52 anni,

presidente della Consfer, consorzio che, all´interno della società temporanea

d´impresa guidata da Imprese Rosso e da Gilardi, si occupava del montaggio

delle parti di acciaio. Acciaio peraltro acquistato in buona parte dalla

società Marcegaglia: «Il collaudo era andato anche meglio del previsto - ha

affermato - Se il materiale non fosse stato di qualità i test di sicurezza non

avrebbero dato risultati positivi».

___

Dopo il caso Del Piero, un secondo choc per i fan: tranquillizzati dal fatto che la società sia parta lesa

Sul web la rabbia e l´ironia dei tifosi

"Adesso si sono inventati acciaiopoli"

di STEFANO PAROLA (la Repubblica - Torino 21-10-2011)

La notizia comincia a fare il giro dei forum bianconeri presenti sul web

attorno alle 15: «C´è un´inchiesta sullo stadio della Juve». Dopo lo choc per

il pensionamento di Del Piero annunciato dal presidente Agnelli, il popolo

juventino si trova a fronteggiare un nuovo incubo: lo stadio, quell´impianto

che a parte i quattro tiranti che ingombrano la vista nei vari angoli è pur

sempre «un gioiello», potrebbe non essere sicuro. Poi però arriva un primo

sospiro di sollievo: «La società è parte lesa». Ma in una manciata di minuti

internet diventa un turbinio di frasi ricche di preoccupazioni. E di sarcasmo.

C´è infatti chi impiega poco a battezzare l´inchiesta della procura una

«Acciaiopoli». E a riversare ironicamente la colpa sulle squadre rivali: «Pare

che l´acciaio sia di Milano. Hanno paura che sia di cartone», commenta

"DelPiedved" su tifosibianconeri.com. E su ******************** si assiste a una

discussione tra vecchie glorie: «Non è che ce lo fanno smontare», si chiede

l´utente Ian Rush. E Rui Barros gli risponde: «No, ce lo revocano e lo danno

ai prescritti». Louconsiglio insinua: «Non mi meraviglierei ci fosse lo

zampino di qualche nerazzurro».

Poi le notizie si fanno sempre più dettagliate, spuntano i nomi degli

indagati, si parla di «crollo colposo». E i timori aumentano. Su forum

Juventus1897 Davide_il_giullare è preoccupato: «Mamma mia, spero che il

primo stadio di proprietà in Italia non diventi una burla per tutto il mondo». Su

Vecchia.Signora.com Pandabianconero sceglie la via della razionalità: «Va bene

che siamo il Paese che siamo ma francamente mettere a rischio tante persone

ed essere sbattuti in galera mi pare possa bastare per pensare che lo stadio

sia sicuro. Che poi magari i materiali non siano dei migliori in assoluto può

essere, ma non penso si arrivi a mettere su una struttura di questo genere del

materiale fatiscente».

Fino a quando non giunge la notizia liberatoria: «Lo stadio è agibile, si

gioca». E nei forum juventini è un trionfo di cospirazionismo. "Curiosity" si

sfoga: «Te pareva che si inventavano qualcosa per toglierci lo stadio. Ma io

dico, con tutti i baracconi non a norma che ci sono in Italia proprio uno

stadio nuovo di zecca dovevano indagare?». "Juve_Ovunque" se la prende con

la magistratura: «Ma indagate dove c´è ne bisogno…». Peppe79 è durissimo:

«Troppi "tutto eaurito" cominciano a dare fastidio. Comunque se il materiale

era farlocco, non avrebbe preso lontanamente mai l´agibilità. Credo sia più una

questione burocratica». E infine annuncia: «Non vedo l´ora di entrarci in quel

gioiello pericolante».

___

LE IPOTESI DI REATO: FALSO IDEOLOGICO, FRODE IN COMMERCIO E PERICOLO DI CROLLO

VIA LIBERA

Inchiesta dei pm sull'acciaio del nuovo stadio Juve parte lesa. Col Genoa agibilità confermata

di CLAUDIO LAUGERI & MASSIMILIANO NEROZZI (La Stampa 21-10-2011)

TORINO

La sfida con il Genoa, domani, «si gioca allo Juventus Stadium», annuncia

alle otto della sera la pagina web bianconera, e per com'era filata la

giornata non è proprio banale dettaglio. Il club, pur parte lesa, s'era

infatti svegliato con i carabinieri ad acquisire documenti in sede e la brutta

sorpresa di un'inchiesta della Procura di Torino per «delitto colposo di

danno» in relazione al «crollo di costruzioni», falso ideologico e frode in

commercio. Al centro degli accertamenti, che vedono tre persone indagate, ci

sarebbero alcune forniture di acciaio «non conformi» che potrebbero avere, in

linea teorica, effetti potenzialmente negativi. Si tratterebbe comunque di

materiale certificato e sottoposto, in fase di costruzione e collaudo, a tutte

le procedure necessarie. Dev'essere per questo, che alla fine di un vertice di

un paio d'ore in Prefettura, cui hanno partecipato il presidente Andrea

Agnelli e il sindaco Piero Fassino, la Juve ha tranquillizzato tutti: «Si

ribadisce l'assoluta sicurezza strutturale dello stadio».

In caso contrario, come responsabile della salute pubblica, Fassino non

avrebbe potuto permettere lo svolgimento della partita. L'amministrazione, in

una nota, ha invece comunicato di aver ricevuto adeguate garanzie: «La

Juventus ha dichiarato di essere assolutamente certa della solidità statica

dell'impianto sportivo, e a richiesta del Comune di Torino, ha fornito la

documentazione certificata sulla sicurezza strutturale dello stadio e sulla

realizzazione degli interventi integrativi prescritti in sede di collaudo».

Dunque, «le partite programmate allo stadio avranno regolare svolgimento». Nel

frattempo, si vigilerà, comunque: «Il Comune, a scopo cautelativo, manterrà in

ogni caso un'attività di monitoraggio fino al termine dell'inchiesta della

magistratura». Che dovrà chiarire diverse cose. Gli avvisi di garanzia sono

stati notificati a Giambattista Quirico, un dirigente dell'ufficio tecnico del

Comune di Torino, e agli ingegneri Francesco Ossola e Paolo Erbetta. Il primo

sarebbe chiamato in causa come collaudatore, i secondi come direttori dei

lavori. Quirico «chiederà di essere immediatamente interrogato dalla

magistratura inquirente, nella quale conserva piena fiducia», hanno detto i

suoi legali, Andrea e Michele Galasso. Il dirigente vuole «rispondere a tutte

le domande che i pm volessero porgli al fine di offrire tutti i chiarimenti

del caso e dimostrare in modo irrefutabile, con solidi elementi fattuali, la

legittimità e la correttezza della sua condotta quale collaudatore dello

Juventus Stadium». Parte dell'acciaio usato per la costruzione dell'impianto,

e denominato «lamiera da treno», è stato consegnato dallo stabilimento

Marcegaglia di San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, dove pure si sono

recati i carabinieri. «Noi abbiamo fornito ciò che ci è stato ordinato - ha

precisato l'azienda - e non siamo gli unici ad aver fornito l'acciaio alla

Juventus». Secondo fonti legali, l'inchiesta avrebbe ad oggetto anche

differenze di "qualità" tra l'acciaio previsto nella progettazione e quello

effettivamente usato: si spiegherebbe così l'ipotesi di reato di frode in

commercio. I magistrati che si occupano dell'indagine sono il procuratore capo,

Gian Carlo Caselli, l'aggiunto Raffaele Guariniello e i sostituti Andrea

Beconi e Gabriella Viglione.

Dell'inchiesta, la Juve ha saputo quando i militari del nucleo di polizia

giudiziaria si sono presentati di buon mattino negli uffici di corso Galileo

Ferraris 32. Da lì in poi, sono iniziati i contatti tra la società e

l'amministrazione comunale, con tre incontri, l'ultimo, decisivo, in serata,

quando in Prefettura sono stati avvistati anche i legali bianconeri, Luigi

Chiappero e Michele Briamonte, che è anche membro del cda del club. L'ansia è

terminata quando la Juve ha consegnato gli atti richiesti e incassato il

conseguente ok del Comune: «La Juventus - ha spiegato una nota - ribadisce la

propria certezza sull'assoluta sicurezza strutturale dello stadio, ne ha

fornito documentazione, ed è fiduciosa che tale circostanza emergerà anche

dall'inchiesta della magistratura. Nel confermare il regolare svolgimento

delle partite, Juventus ringrazia il prefetto e il sindaco per l'efficace e

tempestiva collaborazione odierna».

___

STADIO SOTTO INCHIESTA RISCHIATA LA CHIUSURA

La Procura indaga ma domani si gioca

Guariniello: dubbi sullo stadio. Il Prefetto dà l'agibilità

Nel mirino dei pm la conformità dell'acciaio.

La riunione con il sindaco e Agnelli dà il via libera. Consob: ispezione in sede

di ELVIRA ERBI' & GUIDO VACIAGO (Tuttosport 21-1-2011)

TORINO. Quel pomeriggio di un giorno da... stadio. Sì, il meraviglioso stadio

della Juve che rischia la chiusura - l'allarme c'è e per osmosi dilaga - e che,

al termine di una riunione in Prefettura, all'imbrunire ritrova la

«confermata solidità strutturale ». Quindi, resta la normale attività

nell'impianto, in primis la gara di domani sera con il Genoa. Passata la paura,

per la società, per i tifosi, per gli appassionati in genere. Anche se in

fondo arriva la notizia dell'ispezione della Finanza in sede, a suggellare un

giovedì quantomeno anomalo.

L'INIZIO Tutto nasce da un'inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica

di Torino sulla costruzione dell'impianto partita circa due mesi fa (dopo il

collaudo dell'8 agosto e del 4 settembre), inchiesta che porta la firma del

procuratore capo, Gian Carlo Caselli, e dei pubblici ministeri Andrea Beconi,

Raffaele Guariniello (che sembra abbia avviato l'inchiesta) e Gabriella

Viglione. Con tanto di ipotesi di reato da far tremare i polsi, o i cuori, o

la testa dei dirigenti. «Pericolo di crollo colposo»: per una fornitura di

acciaio (l'azienda è la Cosfer, che è sicura della bontà dei materiali) non

conforme alle norme. Il tutto, ovviamente, in modo "teorico". Il tutto, nei

fatti, sfociato ieri in alcune perquisizioni portate avanti dalla Polizia

giudiziaria: quattro in provincia di Torino, una in provincia di Padova e una

in provincia di Udine, in locali di professionisti e imprese.

INFORMATI La Juve, che compare come parte lesa, e il Comune vengono informati

in tarda mattinata: la Procura, infatti, fornisce un riassunto dell'indagine.

E un avviso di garanzia viene consegnato a Giovanni Quirico, dirigente

dell'ufficio tecnico del Comune di Torino. Il quale, assistito dagli avvocati

Michele e Andrea Galasso, si premura in tempi record di presentare le carte

che certificano la correttezza dei lavori. Nella riunione che alle 18. 30, in

Prefettura la Juventus ha prodotto quelle stesse carte, insieme alle

certificazioni e al collaudo oltre a 150 pagine di relazione dell'ex direttore

dei lavori Ossola proprio sull'argomento "acciai". Davanti al Prefetto Alberto

Di Pace si presentano con ovvia urgenza il sindaco di Torino Piero Fassino, il

presidente bianconero Andrea Agnelli, gli avvocati Michele Briamonte e Luigi

Chiappero, l'assessore allo sport Stefano Gallo e altri addetti ai lavori.

VIA LIBERA Al termine, dopo circa un'ora e mezza di accurata analisi dei

documenti, è proprio Di Pace a dare l'ok affinché lo stadio continui la sua

attività. «La sicurezza è garantita», la sintesi. Poi, com'è naturale che sia,

l'indagine andrà avanti. «Restiamo attenti e monitoriamo», assicurano in

Prefettura, dove viene richiesta, tra l'altro, una contro perizia per capire

se davvero c'è stata massima correttezza da ogni punto di vista. Tornando

all'oggetto del contendere, infatti, i reati ipotizzati sono tre: il "delitto

colposo di danno" in relazione al "crollo di costruzioni", il falso ideologico

e la frode in commercio. Sotto accusa sarebbero le forniture di acciaio «non

conformi» alle norme. Problema che potrebbe avere, in linea teorica, effetti

potenzialmente negativi. Secondo la documentazione juventina il materiale è

invece a norma e certificato Ce: in fase di costruzione e collaudo, peraltro,

ha superato ogni test. Gli altri indagati, gli ingegneri Francesco Ossola e

Paolo Erbetta, sono finiti nel calderone proprio per il loro ruolo di

direttori dei lavori. Quirico ha pure chiesto di essere rapidamente

interrogato proprio per la sicurezza che nutre sul suo operato. La stessa Juve

ribatte, punto su punto, che non è vero ci siano state mancanze e

superficialità. Analisi e certificazioni sono state scrupolose, ripetute. «La

conformità è acclarata», senza dubbio alcuno. Sulla sicurezza delle persone

non si scherza. Si gioca solo sul campo: domani sera ore 20, 45, contro il

Genoa, per mantenere la leadership del campionato. Dopo aver tremato.

FINANZA Ma che fosse un giorno particolare, per la Juve, lo si capisce

apprendendo che militari della Guardia di Finanza, su incarico della Consob,

hanno acquisito documenti nella sede. Si tratta di materiale relativo a

bilanci, delibere, aumenti di capitale e altra documentazione finanziaria.

Probabilmente il tutto va ricondotto alla richiesta la scorsa settimana - di

chiarimenti da parte della Consob (l'organo che tutela gli investitori, e la

Juve è quotata in Borsa) sulla tempistica delle procedure per la

ricapitalizzazione da 120 milioni con particolare attenzione all'azzeramento

del capitale. Un'opzione, quest'ultima, che infatti è stata scartata. Niente

annulamento delle vecchie azioni e aumento di capitale in stile "classico".

L'ispezione Consob, comunque, dovrebbe proseguire nei prossimi giorni.

___

STADIO SOTTO INCHIESTA LE REAZIONI

«Nessun rischio lo stadio è in regola»

La Juve e il Comune: «Tutti i collaudi sono a posto»

L'assessore Gallo: «Chi va alla partita può stare tranquillo,

c'è la massima sicurezza». La rabbia nella sede bianconera

di GUIDO VACIAGO & GIANNI LOVATO (Tuttosport 21-1-20111)

TORINO. « Chi andrà allo stadio può stare assolutamente tranquillo. Non ci

sono rischi di sorta». Stefano Gallo, assessore allo Sport del comune di

Torino rassicura i tifosi e gli appassionati, rimasti appesi a sconcertanti

dubbi nel corso del folle pomeriggio bianconero. Perifrasi leguleie come

«ipotesi di crollo colposo » sono spaventose per chi, magari, ha programmato

un sabato sera allo stadio per lo spettacolo di Juve-Genoa. E dopo la riunione

dal Prefetto, dove nel tardo pomeriggio di ieri, si è stabilito l'agibilità

dello stadio, tutti cercano di evitare che si diffonda un panico al mo­mento

ingiustificato.

IN REGOLA E così Gallo, presente al summit, continua: « Dopo una serie di

discussioni la Juventus ha dichiarato la completa solidità dell'impianto

attraverso una certificazione comprovante l'effettua­zione degli interventi

integrativi specificati nel verbale di collaudo. Documentazione consegnata nel

pomeriggio. A quel punto è stato deciso che sia il match di domani, sia quello

di martedì si possano svolgere con regolarità. Ovviamente il comune deve

tenere in considerazione l'informativa della Procura della Repubbblica e

quindi moniterà la situazione ».

IL TECNICO D'altra parte, la documentazione di cui parla Gallo è

particolarmente ricca e rappresenta la certezza dietro a cui si difende

Giovanni Quirico, dirigente dell'ufficio tecnico del Comune che ha collaudato

l'impianto e ora si trova indagato: «Che mi interroghino subito», ha fatto

sapere ieri attraverso il suo legale Andrea Galasso. «La documentazione è

perfetta e trasparente. I collaudi sull'acciaio sono stati eseguitI con cura e

protocolli anche più rigidi rispetto a quelli richiesti dalla legge», spiega

il legale.

L'ARCHITETTO Su Quirico e sui due direttori dei lavori indagati, per altro,

garantisce anche il papà dello stadio, l'architetto Zavanella che lo ha

progettato, intervenuto a Radio Manà: «Le tre persone indagate nell'ipotesi di

reato sullo stadio della Juventus sono serissime. Io ho solo realizzato il

progetto dello stadio, i lavori sono stati seguiti da altri. Mi ha sorpreso

scoprire i nomi dei tre indagati, sono persone per bene e professionisti di

altissimo profilo».

LA SOCIETA' Anche la Juventus non ha dubbi sulla sicurezza del nuovo impianto

e lo ha spiegato nel suo comunicato post riunione: «La Juventus conferma di

essere informata di un'inchiesta da parte della Procura della Repubblica di

Torino nella quale la società è parte lesa. La Juventus ribadisce la propria

certezza sull'assoluta sicurezza strutturale dello stadio, ne ha fornito

docu­mentazione, ed è fiduciosa che tale circostanza emergerà anche

dall'inchiesta della magistratura».

PARTE LESA Resta, tuttavia, un forte malumore nella sede bianconera dove non

riescono a spiegarsi l'origine dell'indagine ( una denuncia? Un esposto? E di

chi?), ma soprattutto temono gli effetti collaterali, nonostante le

rassicurazioni del Comune e della Prefettura. Pare, infatti, che qualcuno dopo

aver saputo dell'indagine voglia comunque rinunciare ad andare allo stadio. E

in questo caso la Juventus si potrebbe davvero sentire parte lesa di questa

inchiesta.

___

VOGLIA DI SAPERE

di VITTORIO OREGGIA (Tuttosport 21-1-2011)

Pericolo di crollo colposo non è solo l'ipotesi di reato

formulata dalla Procura di Torino nell'inchiesta sul nuovo

stadio della Juventus, è anche il fendente assestato con un

piccone (però spuntato) al simbolo della risurrezione

bianconera. Una strana e triste faccenda di forniture d'acciaio

- pare - non conformi alle norme, come se i pennoni tricolori

fossero grissini, la copertura di marzapane, le anime del

cemento armato stringhe da scarpa. Come se, appunto, come se.

Per carità, la sicurezza viene prima di tutto, dei simboli e del

tempio, della passione e delle emozioni, del calcio e dei suoi

derivati. Indagare è lecito ed è altrettanto lecito tirare un

sospiro di sollievo nel sapere che, dopo un vertice serale in

Prefettura, non ci saranno i sigilli, il sequestro, la rabbia di

un esilio forzato. Ecco, signore e signori, domani si gioca.

Giocano - in assoluta tranquillità - la Juventus contro il

Genoa: e vinca il migliore, ovvio. . . La domanda che sorge

spontanea è sapere chi ha innescato l'inchiesta e sulla base di

quale convincimento o di quale ragionamento (e lo stesso si può

dire per la nuova visitina della Consob alla società); la

conseguenza immediata è stata - oltre agli sfottò dell'altra

Torino e di qualche milione di antijuventini - una paura

psicotica durata perfortuna un pomeriggio, perchè è

assolutamente umano reagire a una brutta notizia con una sorta

di riflesso condizionato: altro che esaurito e se poi mi cade il

soffitto sulla testa? Niente di tutto questo, malgrado le

indagini continuino attraverso una indispensabile opera

periziale, con la Juventus parte lesa, elementare Watson, dal

momento che proprio sullo stadio si sono innestati i discorsi

futuristi e ottimisti degli ultimi mesi. Di stadio, tra l'altro,

aveva parlato proprio Andrea Agnelli l'altro giorno, nella

relazione introduttiva agli azionisti, scatenando la querelle

Del Piero, casa di campioni e slot machine perintroiti sette

giorni su sette.

Di acciao, per adesso, ci sono i nervi. Della dirigenza e della

tifoseria juventina, degli abbonati e di coloro i quali si sono

affrettati a bruciare i tagliandi non solo per la sfida con il

Genoa ma pure per quella di martedì prossimo con la Fiorentina.

In fondo, mai come questa volta the show must go on, lo

spettacolo deve andare avanti. Seduti in poltroncina. . .

___

Indagine sul nuovo

Juventus Stadium

Reato di crollo colposo

I bianconeri parte lesa: sotto inchiesta una ditta che produce

l'acciaio utilizzato anche nell'impianto. Che resta agibile

di FELICE DIOTALLEVI (l'Unità 21-10-2011)

TORINO

La procura di Torino ha aperto un'inchiesta sul nuovo stadio della

Juventus. Ieri mattina la polizia giudiziaria si è recata presso la società

torinese in corso Galileo Ferraris per acquisire documenti e materiale tecnico

utile per le indagini. Va specificato che la Juventus è parte lesa: al centro

dell'indagine della magistratura ci sarebbe - infatti - un'azienda che produce

acciaio e materiali per infrastrutture, gli stessi usati per l'edificazione

del bellissimo Juventus Stadium, inaugurato meno di due mesi fa.

L'inchiesta su questa società è partita tempo fa da Venezia, e sarebbe stato

proprio il club bianconero a presentare la denuncia. L'attività nel nuovo

stadio comunque proseguirà. La decisione è stata presa al termine di un

vertice in Prefettura durante il quale è stata confermata la solidità

strutturale dello stadio. Al vertice hanno partecipato il presidente della

Juve, Andrea Agnelli, il sindaco di Torino, Piero Fassino, e il prefetto,

Alberto Di Pace.

L'inchiesta condotta dal pm Gabriella Viglione riguarda la fornitura di

acciaio non conforme alle norme. La principale ipotesi di reato, per ora solo

teorica, formulata dalla Procura di Torino, è quella di "delitto colposo di

danno" in relazione al "crollo di costruzioni", cui vanno aggiunti il falso

ideologico e la frode in commercio. Gli indagati sono tre. Si tratta di

tecnici che si sono occupati a vario titolo della costruzione del complesso:

un avviso di garanzia è stato consegnato a Giovanni Quirico, un dirigente

dell'ufficio tecnico del Comune di Torino, e agli ingegneri Francesco Ossola e

Paolo Erbetta. Il primo è chiamato in causa come collaudatore, i secondi come

direttori dei lavori. Su mandato della procura torinese, la polizia

giudiziaria sta facendo quattro perquisizioni in provincia di Torino, una

inprovincia di Padova e una in provincia di Udine, in locali di professionisti

e imprese che hanno lavorato per la realizzazione dell'impianto nato sulle

ceneri del vecchio Delle Alpi.

Lo Juventus Stadium è attualmente l'unico stadio della Serie A di proprietà

del proprio club. È stato inaugurato l'8 settembre scorso ed è nato dalle

ceneri del Delle Alpi, lo stadio costruito per i Mondiali del 1990 e demolito

tre anni fa, dopo che il Comune lo aveva concesso alla società per 98 anni.

È anche il primo impianto della SerieAanon prevedere barriere architettoniche

per dividere le tifoserie, epuò contenere 41 mila spettatori. Ilnome

definitivo verrà legato a quello diunosponsor, la cui ricerca è commissionata

ad una società terza: per contratto, nonpotrà essere una "marca"

concorrenziale allo sponsor tecnico della Juventus (Nike) né alla Fiat.

___

La procura di Torino indaga

«Pericolo di crollo colposo»

Lo stadio Juve è già fatiscente

di FABIO RUBINI (Libero 21-10-2011)

TORINO

Diciamolo subito e togliamoci il pensiero: nella storia che stiamo per

raccontare la società Juventus è parte lesa. Di più, secondo indiscrezioni

sarebbero stati propRio i bianconeri a sollevare il problema con una bella

denuncia. Fatta la premessa veniamo al sodo: il bellissimo e avveniristico

stadio che la Juve ha inaugurato in pompa magna solo l'8 settembre rischia di

crollare.

Secondo quanto trapela dalle indagini condotte dalla procura di Torino ci

sarebbero state delle irregolarità nelle forniture di acciaio. In pratica si

teme che la qualità di materiale usato per erigere lo stadio, sia di qualità

inferiore agli standard richiesti. Ieri mattina gli inquirenti si sono

presentati nella sede della Juve in via Galileo Ferraris a Torino e hanno

acquisito tutta la documentazione relativa alla costruzione dello stadio. La

principale ipotesi di reato, per ora solo teorica, formulata dalla Procura di

Torino, è quella di crollo colposo. E ci sono già i primi indagati: tre per

l'esattezza. Gli avvisi di garanzia, per ora, sono stati consegnati a Giovanni

Quirico, dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Torino, che ha

immediatamente chiesto di essere interrogato; e agli ingegneri Francesco

Ossola e Paolo Erbetta. Il primo, secondo quanto si è appreso, è chiamato in

causa come collaudatore, gli altri due come direttori dei lavori.

Sempre ieri la procura torinese ha ordinato una serie di perquisizioni che la

polizia giudiziaria ha effettuato in provincia di Torino, Padova e Udine. E in

serata prima è arrivato l'ok della Prefettura sull'agibilità e poi il

comunicato della Juve che si è detta «sicura dell'assoluta sicurezza dello

stadio».

Modificato da Ghost Dog

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Joined: 18-Apr-2007
457 messaggi

Dunque riepiloghiamo:

- ancora Guariniello che fa partire un'inchiesta contro la Juve, come sempre inchiesta-lampo (mentre in altri casi sono meno efficienti) che in meno di due mesi ha i suoi effetti;

- ancora la Mazzetta dello Sport che fa articoloni (mica trafiletti a pagina 27), questa volta al fine di terrorizzare chiunque abbia intenzione di andare allo stadio;

- ancora perquisizioni alla Juve o a chi abbia avuto rapporti con essa;

- ancora gli accusati che si dichiarano assolutamente innocenti e chiedono di essere ascoltati dalle autorit

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Joined: 01-Aug-2006
1110 messaggi

comunque la societa' dovrebbe fare denuncia contro ignoti. Solo cosi si potra' sapere chi ha messo in moto questo casino. Che sia qualcuno dell'altra sponda del Po?

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Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi

Si puo' notare come i giornali oggi, nel *****aio generale (a parte il solito

giornalaccio che affonda un po' il coltello), non si espongano troppo e

tendano a sottolineare da subito che la Juventus e' parte lesa.

Temono cause milionarie, stavolta?

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Joined: 15-Apr-2007
711 messaggi

Dunque riepiloghiamo:

- ancora Guariniello che fa partire un'inchiesta contro la Juve, come sempre inchiesta-lampo (mentre in altri casi sono meno efficienti) che in meno di due mesi ha i suoi effetti;

- ancora la Mazzetta dello Sport che fa articoloni (mica trafiletti a pagina 27), questa volta al fine di terrorizzare chiunque abbia intenzione di andare allo stadio;

- ancora perquisizioni alla Juve o a chi abbia avuto rapporti con essa;- ancora gli accusati che si dichiarano assolutamente innocenti e chiedono di essere ascoltati dalle autorit

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Stadio sotto inchiesta

Fassino: la societ

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Joined: 14-Jun-2008
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DUE CUORI/ E UNA TRIBUNA

CALCIONOVELA TRIESTINA

Sergio e Cristina erano arrivati per rilanciare il club

Poi la coppia

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Joined: 14-Jun-2008
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A proposito di

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IL CASO JUVENTUS STADIUM

La risposta del tifo:

nessuna paura e stadio esaurito

di ALBERTO MAURO (GaSport 23-10-2011)

TORINO

Pi

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Il pallone di Luciano

Quatro lunghi giorni per Moratti

Duri esami per Napoli e Udinese

di LUCIANO MOGGI (Libero 23-10-2011)

Una Juve bella ma sprecona lascia ancora per strada due punti pesantissimi.

Questo ha detto l

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CALCIOPOLI

Radiazioni: l

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Testa di calcio

Scritto da Sergio Tavčar

Mercoled

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mah.....................tutto vero ma semplificato ed esasperato

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I collaudi

Il documento nel mirino dell

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Caso Del Piero, Zanetti punge la Juve

"Fra Moratti e me, non potrebbe succedere una cosa cos

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CALCIOPOLI UDIENZA CALDA A NAPOLI

Cos

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CALCIOPOLI: SENTENZA L'8 NOVEMBRE

Oggi in aula a Napoli tocca alle difese di Moggi, Bergamo, Fabiani e Fazi

art.non firmato (GaSport 25-10-2011)

Manca veramente poco alla sentenza di calciopoli. Oggi a Napoli sono previste

le arringhe conclusive degli avvocati: Paolo Trofino per Luciano Moggi parler

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Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi

Ieri ancora la parola alle ultime difese. Fra due settimane la replica del pm Capuano, poi la camera di consiglio

Calciopoli, l'atto finale

L'8 novembre la sentenza. E intanto Moggi attacca

ancora:

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5138 messaggi

come volevasi dimostrare la procura di torino si

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Joined: 08-Jul-2006
21014 messaggi

I peli ce l'hanno nel cervello

prima il colpevole poi............................ il reato

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