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ATP & WTA World Tour - Stagione agonistica 2016

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Bautista Agut continua nel suo ottimo momento di forma e sconfigge in due set senza mai perdere il servizio Gilles Muller, il quale lo fa soffrire solo nel primo set, terminato al tie-break. Molto più combattuta e divertente la seconda semifinale: Klizan fa il bello ed il cattivo tempo, ma dopo quasi due ore e mezza cede davanti alla maggiore solidità psicofisica di Troicki

La prima semifinale del Garanti Koza Sofia Open, torneo esordiente nel circuito ATP, vede lo spagnolo Roberto Bautista Agut, diciottesimo giocatore al mondo, rispettare le indicazioni della classifica e dei precedenti (che lo vedevano in vantaggio 2-1) e sconfiggere in due set e poco più di un’ora e mezza, il lussemburghese Gilles Muller, fresco vincitore su Fognini a Melbourne e numero 42 del ranking.

Lo spagnolo conferma così di essere uno dei giocatori più caldi del circuito (ha iniziato il 2016 vincendo ad Auckland in finale su Sock e fermandosi agli ottavi a Melbourne, dopo aver concluso il 2015 vincendo a Valencia ed arrivando in finale a Mosca) e centra l’ottava finale in carriera e l’undicesimo successo stagionale. Lo fa al termine di una partita solida (ottiene il 75% per cento dei punti giocati sul suo turno di battuta), nella quale ha sofferto solo nel primo set, quando ha molte volte avuto difficoltà a leggere l’ottimo servizio dell’avversario. Nel primo parziale si arriva al tie-break seguendo pedissequamente l’andamento dei servizi: lo spagnolo non sfrutta tre palle break e rischia solo nell’undicesimo gioco, quando si trova 30-40 sul suo servizio. Una volta annullata con freddezza la palla che avrebbe portato l’ avversario a servire per il set, nel tie-break è più freddo nei momenti chiave, aggiudicandoselo per 7 punti a 5. Nel secondo parziale si rivela decisivo il terzo game, nel quale Bautista Agut strappa il servizio all’avversario: alla testa di serie numero 1 del torneo non resta che dare il massimo sui propri turni di battuta per arrivare alla finale del torneo bulgaro.

La seconda semifinale dell’ ATP 250 di Sofia ha visto opporsi Martin Klizan, tennista slovacco giustiziere del nostro Seppi nei quarti di finale e n°42 del ranking ATP, a Victor Troicki, serbo al venticiquesimo posto della classifica di singolare. La partita ha seguito un canovaccio totalmente differente dalla prima semifinale: così come tra Bautista-Agut e Muller, incidendo molto il servizio nell’evolversi dell’incontro, si era verificato un conseguente raro ammirarsi di scambi lunghi e spettacolari, tra Klizan e Troicki il non molto numeroso pubblico accorso ha potuto divertirsi maggiormente. Infatti, grazie soprattutto ai lampi di talento del mancino slovacco, intervallati da periodi di buio pesto che si traducevano in continui errori, si sono viste fasi di gioco assolutamente divertenti. Proprio Klizan parte meglio dai blocchi e si ritrova dopo mezzora di gioco in vantaggio per 5-2 con doppio break a favore: a quel punto, inizia a distrarsi e Troicki recupera uno dei due break ed ha quattro palle per arrivare sul 5 pari. Lo slovacco ritrova però lucidità e chiude il primo set con il punteggio di 6-4 in quarantatrè minuti.

Il secondo parziale sembra un match di singolare femminile per la facilità con la quale chi serve viene breakkato: alla fine questa circostanza accadrà cinque volte su nove game disputati e ad approfittare della qualità di gioco calata è Troicki. Il serbo strappa la battuta nell’ottavo game sul 4-3 a suo favore e poi riesce a tenere il servizio, portando cosi il secondo set a casa in quarantadue minuti di gioco.

Il terzo e decisivo parziale si apre con i due tennisti che tornano a riuscire ad avvantaggiarsi del servizio: le prime palle break arrivano per il serbo nel quinto game e per lo slovacco nell’ottavo, ma nessuno dei due è capace di convertirle. Sul 5 pari Klizan, che pure al secondo turno era stato bravo ad eliminare al tie-break del terzo Rosol, sente la tensione dell’arrivo al fotofinish e commette un paio di errori gratuiti molto gravi che mandano l’avversario a servire per il match. Il braccio dell’ ex top-ten serbo non trema a quel punto e così, dopo una lunga battaglia di due ore e ventitrè minuti di gioco, raggiunge Bautista-Agut in finale chiudendo 7-5 il terzo set. Una bella finale tra le prime due teste di serie del tabellone, aperta nel pronostico (non vi sono precedenti tra i due giocatori) aspetta dunque il pubblico bulgaro domani: la speranza è che vi sia una cornice degna, vista l’atmosfera un po’ fredda che si viveva nel palasport di Sofia quest’oggi.

Risultati:

 

[1] R. Bautista Agut b. [6] G. Muller 7-6(5) 6-4

[2] V. Troicki b. [7] M. Klizan 4-6 6-3 7-5

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No va beh, ma la Errani con quel servizio non si può vedere

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Da “ex giocatore” a campione indiscusso del torneo 250 di Quito. É questa la storia di un incredulo Estrella Burgos che a 35 anni riscrive ancora la storia del suo paese vincendo per il secondo anno consecutivo il torneo ecuadoregno. Victor soffre, ma non molla riuscendo ad imporsi in rimonta su Thomaz Bellucci, avversario sconfitto anche lo scorso anno in semifinale, per 4-6 7-6 6-2.

 

Una vittoria di carattere e perseveranza che proietta il dominicano intorno alla posizione numero 55 delle classifiche. “L’anno scorso ho fatto la storia del mio paese vincendo il primo torneo Atp, quest’anno mi sono ripetuto”, ha dichiarato un sorridente Victor Estrella Burgos che ha voluto ringraziare il pubblico che lo ha fatto sentire a casa.

1° Set: grande equilibrio tra i due fino al nono gioco che regala al brasiliano il break decisivo. Il campione in carica del torneo sudamericano prova a riprendere il suo avversario ma le sue speranze si fermano sul 15-30. Da quel momento Bellucci diventa ingiocabile e grazie ad un ace si porta avanti di un set.2° Set: nonostante le due palle break concesse nel primo e nell’undicesimo gioco Estrella Burgos riesce a portare la frazione al tiebreak dando una svolta al match quando si ritrova sotto per 3 punti a 1. Con pazienza il dominicano tiene lo scambio e sul 5-4 si inventa uno spettacolare dritto a sventaglio vincente che gli regala due set point. Il secondo é quello buono per Victor che dopo un servizio vincente puó dar sfogo a tutta la propria grinta.

3° Set: Bellucci non reagisce alla frazione persa e a causa di diversi errori vistosi cede subito in apertura la battuta rischiando anche il doppio break sul 3-1. Doppio break che arriva nel settimo game da parte di un Bellucci frustrato e arrendevole che spara via la risposta di dritto sul 5-2 40-0 che regala ad Estrella il secondo titolo Atp della carriera.

 

http://www.tenniscircus.com/circuito-atp/atp-quito-un-grandioso-estrella-burgos-batte-bellucci-in-rimonta-e-firma-il-bis/

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La Vinci vince il decimo titolo, il primo a livello premier contro la Bencic a S. Pietroburgo 6-4 6-3 .rulez

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Grande Robertina...sempre più vicina alla top 10...se lo merita

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Stanotte è tornato Delpo!

Subito vittoria 61 64 su Kudla.

Che giocatore che era questo.

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Stanotte è tornato Delpo!

Subito vittoria 61 64 su Kudla.

Che giocatore che era questo.

 

Sempre piaciuto Juan Martin, il suo ritorno è una manna per il circuito...e lui è pure juventino :sventola:

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Sempre piaciuto Juan Martin, il suo ritorno è una manna per il circuito...e lui è pure juventino :sventola:

.quoto .quoto

1 dei pochi al di fuori dei soliti schemi noiosi e monocorde, peccato che e' stato martoriato da 1000 infortuni

 

 

e complimenti alla vinci che da lunedi' entrera' nelle 10

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Altra vittoria per Delpo! Vamosss, si va ai quarti contro Chardy

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Avanti Delpo!

A casa anche Chardy in 2 set facili, adesso semifinale con Querrey.

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Thiem vincerà il torneo di Rio

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bravissima Sara

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Joined: 13-Oct-2005
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Klizan è il nuovo re di Rotterdam.  La prima volta di uno slovacco in Olanda, il quarto successo di Martin in quattro finali fin’ora disputate. Un vero e proprio cecchino. Dopo gli Atp 250 di San Pietroburgo, Monaco (dove ha in entrambi i casi battuto Fabio Fognini) e Casablanca contro Gimeno Traver, ecco il successo più importante della carriera del ventiseienne Klizan. L’Atp 500 di Rotterdam,  non un torneo qualsiasi, terra di conquista in passato di grandi campioni come Ashe, Connors, Borg, Vilas ma anche Edberg, Becker, per arrivare a Federer, Del Potro, Wawrinka. “Sono troppo orgoglioso di vedere il mio nome accanto a quello di Mecir. – rimarca il neo campione a fine gara – Miroslav  è stato il mio capitano di coppa Davis ed è da sempre il mio punto di riferimento.

Klizan oggi non si è fatto sfuggire l’occasione alquanto ghiotta, vista l’assenza di top ten a Rotterdam. Già detto del forfait di Federer e Gasquet, questa edizione resterà comunque  negli annali per la vittoria di “captain America” Klizan.  Lo slovacco si è presentato con la maglietta del film-personaggio omonimo al sorteggio ad inizio gara.

Tanti altri avrebbero dovuto essere al suo posto per classifica e blasone, Cilic, Simon solo per fare qualche nome. E che dire del finalista Monfils alla sua ventiquattresima finale con soli cinque titoli vinti? Appena uno in più del suo avversario odierno.

Come per Bautista Agut e Mahut, i giochi sembravano fatti anche per Gael. Il primo set finisce al tie break con il francese a chiudere 7-1. Gael non fa nulla di eccezionale, semplicemente quello che serve.  Klizan fa invece fatica a imporre il suo gioco: “Ma poi ho iniziato a battere meglio. Sono rimasto sempre molto concentrato ed alla fine sono riuscito ancora a girare la partita a mio favore.” Grazie come al solito soprattutto al suo potentissimo diritto, con qualche palla corta coperta fino all’ultimo. Una  volta salvate due palle break all’inizio del secondo set, Klizan si è liberato di qualche fantasma e sul tre pari ha preso il largo, con Monfils (grave il doppio fallo sulla palla break) che non lo raggiungerà più.  Come in semi e nei quarti, il terzo set diventa un monologo dello slovacco. “Mi sono trovato troppo bene su questo campo. E poi io sono uno che non  molla mai, fino all’ultimo punto c’è speranza. Sono orgoglioso di me stesso,”  Robredo, Baghdatis Bautista Agut, Mahut e Monfils le vittime di Klizan a Rotterdam. “Adesso che ho vinto un 500, puntiamo ad un 1000, perché no, alziamo l’asticella.” Martin appare a suo agio, a lui piace fare lo show.  Anche in campo, “Il pubblico si diverte ed anch’io.  Ma attenzione, il mio focus resta sempre il match che sto giocando, il mio avversario; scherzare non mi fa certo perdere la concentrazione.”  Piuttosto dà qualche problemino  in più alla concentrazione dei suoi avversari, che forse non sono ancora abituati ad incontrare un Klizan così tosto. “Oggi ho  vinto 500 punti importanti  per la mia classifica e, sì, è vero anche qualche bel soldino, ma per me non sono così importanti, anzi guarda stasera me li gioco al casinò.” Tutti ridono, è lo show di Klizan, basta non prenderlo troppo sul serio.

 

http://www.ubitennis.com/blog/2016/02/14/atp-rotterdam-klizan-stende-monfils-primo-successo-in-un-atp-500-per-lo-slovacco/

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È ancora Kei Nishikori il campione nella patria di Elvis. Per il quarto anno consecutivo il numero 7 al mondo si aggiudica il torneo, fermando sul più bello la favola di Taylor Fritzsconfitto con onore per 6-4 6-4.

Il 18enne americano (che si avvicinerà prepotentemente alla top100 nel ranking di domani) ha provato ad emulare proprio il suo avversario odierno, uno degli ultimi teenager in finale sul circuito maggiore (l'asiatico vinse a Delray Beach nel 2008 partendo dalle qualificazioni), ma dopo una spumeggiante partenza che lo ha visto issarsi sul 3-0 con un parziale di 12 punti a 2, tutto il divario tennistico e in termini di esperienza tra i due è venuto fuori. Con pazienza Nishikori rimette in piedi il primo set e lo ribalta completamente vincendo 6 dei successivi 7 giochi, spingendo sull'acceleratore in particolare sulla diagonale sinistraNel secondo set, tutto sommato, Fritz non subisce il contraccolpo psicologico salvandosi dallo 0-40, poi è ancora una volta lui ad impensierire Nishikori, che sul 2-1 cancella tre palle break e si riporta in parità solamente dopo un turno di quasi 7 minuti. L'equilibrio perdura un'altra manciata di minuti, poi Kei prende il sopravvento tra settimo e ottavo gioco, salendo sul 5-3. Fritz allunga la sua partita vanificando con autorità due match point con il servizio a disposizione, ma nulla può poco dopo in risposta: dopo 81 minuti Nishikori vince il suo undicesimo titolo in carriera, raggiungendo a quota quattro nell'albo d'oro di Memphis Jimmy Connors, diventando solamente il quarto tennista in attività ad aver calato almeno un poker in un evento ATP. Gli altri tre, nemmeno a dirlo, sono Djokovic, Federer e Nadal. 

 

http://www.tennisworlditalia.com/ATP-MEMPHIS---Kei-Nishikori-cala-il-poker-la-sorpresa-Fritz-si-arrende-in-finale-articolo35239.html

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Dominic Thiem vince l'Atp di Buenos Aires 2016Almagro si arrende al termine di una combattuta finale, terminata 7-6; 3-6; 7-6(4) in due ore e mezza di gioco.

Ha vinto di cuore, oltrechè di tennis, il giovane austriaco. Dopo un primo setequilibrato, scandito dalla successione dei turni di servizio, e terminato 7-2 al tie break per Thiem, nel secondo parziale, la fatica delle quasi tre ore di gioco della semifinale con Nadal è sopraggiunta inevitabilmente nelle gambe di Dominic che, fallita una palla break sul 3-2, ha subito tre game di fila dal 3-3 con doppio break e 3-6 per Almagro.

 

 

Il murciano, in avvio di secondo set, porta a 5 la striscia di game vincenti, distanziando subito il rivale di un break. Quando ormai sembrava fuori dalla partita, Thiem ritrova le energie per rimontare. Con l'immediato controbreak ottenuto a 15, l'austriaco ristabilisce la parità (2-2) con Almagro che recrimina per le due occasioni sprecate da 15-40 nel quarto gioco in risposta che avrebbero potuto dargli un nuovo vantaggio. Dal 2-2, l'equilibrio resiste fino 4-4 del tie break quando Thiem ottiene l'allungo decisivo con un errore di dritto di Almagro che lo manda sul 5-4 con due servizi a disposizione. Con freddezza, Dominic ottiene altri due punti e si sdraia a terra nell'esultanza.

 

Con quello di Buenos Aires sono 4 i titoli vinti in carriera (dopo i 3 del 2015 a Nizza, Umago e Gstaad) da questo giovane talento tennistico destinato presto a entrare nella top 10 del ranking. La sconfitta di Almagro, invece, interrompe il dominio spagnolo nell'albo d'oro dell'Argentina Open che durava ininterrottamente dal 2009. Per Nico prosegue il digiuno di vittorie iniziato con l'Atp di Nizza '13.

 

http://www.outdoorblog.it/post/380411/atp-buenos-aires-2016-finale-thiem-almagro

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Dopo le vittorie della Vinci a San Pietroburgo e della Errani a Dubai, c'è anche il trionfo della Schiavone a Rio

Torneo "minore", avversari "materasso", ma intanto a 35, quasi 36 anni vincere un torneo WTA è per pochissime

Complimenti a Francesca, leggenda del nostro tennis

 

A Marsiglia Kyrgios ha vinto il suo primo torneo 

Durante la settimana ha battuto Gasquet (64 60), Berdych (64 62) e oggi in finale Cilic (62 76)

Io ripeto che questo ha un talento talmente grande e un fisico tale che dovrebbe già essere nei top 5 sbadigliando

Spero che trovi qualcuno che gli aggiusti quella testaccia, vedere un talento così buttato via sarebbe un peccato, soprattutto in un momento di piattume generale come questo

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La finale delle sorprese a Delray Beach vede prevalere Sam Querreysul connazionale Rajeev Ram, concludendosi con il punteggio di 6-4 7-6 in meno di un'ora e mezza di gioco. Va dunque al più quotato Querrey, da oggi numero 43 della classifica Atp, il derby a stelle e strisce disputatosi nella tarda serata italiana sul cemento della Florida. Entrambi i finalisti erano reduci da un ottimo torneo, un 250 con un buon campo partecipanti, avendo eliminato i vari Del Potro, Tomic e Dimitrov, principali favoriti per succedere al croato Ivo Karlovic nell'albo d'oro di Delray Beach. Alla fine l'ha spuntata il californiano, più incisivo alla battuta e capace così di conquistare il suo ottavo titolo in carriera, a quattro anni di distanza dall'ultimo trionfo di Los Angeles 2012.

La finale ha regalato poco allo spettacolo, con i due contendenti contratti e particolarmente fallosi, in special modo al servizio, se si considera che entrambi hanno perso la battuta almeno due volte nel corso dell'intera partita. Chi ha commesso meno errori è stato però Querrey, capace di aggiudicarsi il primo set con lo score di 6-4, abile nello sfruttare le due palle break concessegli da Ram per portarsi avanti nel punteggio. Il secondo parziale è stato invece caratterizzato da un break per parte, che ha condotto i due finalisti fino a un tie-break lottatissimo, vinto in volata da Querrey con lo score di otto punti a sei. 6-4 7-6 dunque il risultato della finale di Delray Beach, che premia il californiano ma restituisce a buoni livelli anche il suo avversario Ram, protagonista di un torneo giocato da outsider e ora divenuto numero sessanta del mondo, suo best ranking di carriera, alla soglia dei 32 anni.

Querrey - Ram 6-4 7-6(6)

 

http://www.vavel.com/it/tennis/atp-tennis/609056-atp-delray-beach-querrey-vince-il-torneo-in-finale-su-ram.html

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Pablo Cuevas conquista il Rio Open 500 in una finale che sfiora le due ore e mezza e viene lungamente interrotta dal consueto temporale. Cuevas conquista il primo set e al tie break del secondo spreca un vantaggio di 4-2 e si fa riprendere da un Guido Pella mai morto. Nel terzo parziale regna l’equilibrio fino al decimo game quando l’uruguaiano va 3040 sul servizio avversario e chiude alla prima occasione.

P. Cuevas b. G. Pella 6-4 6-7(5) 6-4

La finale odierna, in un ATP 500 su terra che vedeva come principali favoriti Nadal, Ferrer e Thiem, sarà probabilmente stata la rovina di qualche bookmaker ma i due protagonisti dell’ultimo atto non hanno rubato nulla e sono qui con pieno merito. Il trentenne uruguaiano Pablo Cuevas è stato solidissimo nella maratona vinta ieri a notte fonda contro Nadal mentre il mancino argentino Guido Pella ha mostrato intelligenza e sagacia tattica nel ventoso match interrotto per pioggia con Dominic Thiem. I due finalisti si incontrano per la prima volta e comunque vada faranno un gran balzo in classifica dopo questo torneo, migliorando sensibilmente le loro rispettive posizioni di n° 45 e 71 ATP.

È Pella a servire per primo tenendo a zero il suo primo turno ed è sempre lui ad avere le prime occasioni all’alba del match, quando in un quarto game lottato ai vantaggi manca due occasioni per strappare la battuta a Cuevas. Il punteggio rimane così in equilibrio con l’uruguaiano che possiede certamente maggiori soluzioni di gioco e l’argentino che si affida al suo talento di lottatore, che Feliciano Lopez ha ben conosciuto nell’infinito match di secondo turno disputato contro di lui agli ultimi AusOpen. In questa umida edizione del torneo non poteva però mancare l’intervento di Giove Pluvio ed ecco che puntualmente, sul punteggio di 3 pari, 30-0 servizio Pella il giudice arbitro Carlos Bernardes interrompe l’incontro.  Stavolta la pausa è di quasi tre ore e alla ripresa è l’esperto uruguaiano a cogliere l’attimo buono per lo sprint decisivo. Nel nono game infatti Pella paga carissimo l’unico passaggio a vuoto del primo set, va sotto 0-40 e cede alla seconda opportunità il game e di fatto il set perché Cuevas non si distrae al servizio e chiude il parziale a 15.

Il secondo set ha un andamento molto regolare, entrambi i finalisti difendono le rispettive battute senza mai giungere ai vantaggi con l’argentino che si mostra molto solido al servizio concedendo solo la miseria di sei punti sui propri turni. L’uruguaiano soffre maggiormente ma è bravo e concentrato a non concedere alcuno spiraglio e in questo modo si arriva all’extra set.

E come spesso succede è proprio qui che i due cominciano a soffrire in battuta. Su dodici punti giocati ben sette saranno mini break, il mancino argentino conquista il primo subito, va sul 2-0 ma ne cede ben due consecutivamente trovandosi sotto 2-4 ad un passo dalla sconfitta. Ma come ormai ben si sa lui è un gran lottatore, rimane con la testa nel match e un parziale di cinque punti a uno gli consente di pareggiare l’incontro e rinviare tutto al terzo set. Gli spettatori sono ormai abituati alle ore piccole e si rassegnano all’ennesima maratona.

Cuevas inizia per primo al servizio nel parziale decisivo, è certamente scosso dal fatto di essere stato a tre punti dal match senza riuscire a chiudere ma si mostra solido come la roccia nel momento che conta.

Possiede un tennis più vario e solido anche nei fondamentali e lo fa valere conducendo sempre nel punteggio con autorità e piano piano prende il suo avversario perde fiducia.

Pablo ha solo un momento di incertezza che potrebbe essergli fatale quando nel nono game non chiude sul 40-30 ed è costretto per la prima volta ai vantaggi. È bravo a conquistare comunque il gioco e trasferire così la pressione sull’argentino che non lo è altrettanto.

Quando ci si avvicina alle due ore e mezza di gioco Pella serve per rimanere nell’incontro, si issa fino al 30-15 ma non va oltre. Cuevas ne avverte l’incertezza e mette a segno due punti consecutivi che lo mandano a match point sul 30-40. E basta quello.

L’uruguaiano è al suo quarto trionfo su cinque finali disputate, tutte dopo i 29 anni di età, e giocando così potrà avvicinare il suo best rank di n°21 ATP raggiunto lo scorso anno.

 

http://www.ubitennis.com/blog/2016/02/22/atp-rio-trionfa-pablo-cuevas-quarto-sigillo-in-carriera-sulla-terra/

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Vittoria in doppio a Dubai per Seppi e Bolelli.

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è finito il primo incontro di Coppa Davis Italia-Svizzera, Lorenzi ha battuto Chiudinelli al 5° set dopo 4 ore e 43.  .ita

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è finito il primo incontro di Coppa Davis Italia-Svizzera, Lorenzi ha battuto Chiudinelli al 5° set dopo 4 ore e 43.  .ita

E' andata extralusso!!! Ringraziamo i crampi di Chiudinelli.

E devo dire che pure Seppi con sto Laaksonen non ha passeggiato, ha dei numeri sto ragazzo imho

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Le tre finali che sono andate in scena in questo weekend nei tornei ATP di Dubai, Acapulco e Sao Paulo hanno premiato rispettivamente: Stanislas Wawrinka, Dominic Thiem e Pablo Cuevas.

Partendo dal numero 4 del mondo il match con Marcos Baghdatis non è stato così agevole per lo svizzero. Il finalista degli Australian 2006 ha impegnato notevolmente Wawrinka che però ha giocato meglio i punti più importanti dell’incontro avvalendosi di una gestione efficace del proprio gioco. Difficoltà che sono sintetizzate nel tie-break del secondo set nel quale il rossocrociato ha dovuto annullare 5 set point prima di chiudere la sfida in 1 ora e 55 minuti di gioco con il punteggio di 6-4 7-6. 

Parlando invece di Thiem, l’idea che ci troviamo dinnanzi ad un futuro campione del tennis è sempre più aderente alla realtà. Nell’ultimo atto di Acapulco che lo ha contrapposto a Bernard Tomic, n.21 del mondo, il giovane 22enne austriaco ha mostrato dei colpi incredibili battendo l’australiano 7-6 4-6 6-3 in 1 ore e 57 minuti di gioco. Servizio devastante, rovescio ad una mano spettacolare, grande dritto in top spin. Questo sono le armi del talentuoso Thiem che con questa vittoria è giunto a 5 titoli ATP in carriera conquistando la posizione n.14 del ranking.

A chiosa, da sottolineare la seconda vittoria consecutiva di un torneo sul rosso brasiliano da parte di Pablo Cuevas che, dopo Rio de Janeiro, conquista anche Sao Paulo battendo Pablo Carrena-Busta, numero 67 del mondo, in ora 1 e 27 minuti di gioco con il punteggio di 7-6 6-3. Partita molto equilibrata soprattutto nel primo set deciso al tie-break dove la maggiore esperienza del giocatore uruguaiano ha fatto la differenza. Nel secondo parziale, invece, la caratura diversa tra i due contendenti e un tennis di Cuevas più continuo hanno finito per dargli la vittoria.

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La finale del Premier 5 di Doha non è una di quelle che, leggendo i nomi, richiami orde di appassionati sugli spalti o occasionali telespettatori davanti allo schermo. Jelena Ostapenko e Carla Suarez Navarro non hanno, l’una perché troppo giovane l’altra per motivi probabilmente caratteriali, un seguito mediatico paragonabile alle precedenti vincitrici del torneo qatariano. Un torneo nobile, nobilissimo, più per soldi che non per storia ma, del resto, Shakespeare sosteneva che: “Se il denaro scorre veloce, tutte le porte si aprono”, e le porte del trofeo di Doha si sono aperte a giocatrici come Seles, Hingis, Henin, Sharapova. Giunto alla sua quattordicesima edizione, quarta da Premier 5, Doha ha visto trionfare solo top 10. Una delle due protagoniste dell’ultimo atto odierno lo è già l’altra, probabilmente, lo diventerà.

Già, perché se Suarez Navarro è conosciuta ai più ed ha raggiunto finali di tornei anche più importanti di Doha, come Miami e Roma, oltre che la posizione numero 6 che occuperà dal prossimo lunedì, la sua avversaria Jelena Ostapenko potrebbe risultare ignota anche ad appassionati più assidui. Eppure la diciottenne di Riga ha un curriculum che rende già giustizia ad un gioco moderno e aggressivo e proprio di una classifica ben più alta dell’ottantotto che recita ora. Salirà infatti già almeno al numero 37 dopo questo torneo e sarà la più giovane giocatrice nella top 50. Bencic e Kasatkina, altre diciottenni sfoderate dalla classe ’97, che promette di cambiare rapidamente le gerarchie femminili, sono di qualche mese più anziane, o meno giovani se preferite. Ostapenko ha vinto Wimbledon juniores nel 2014, anno in cui è divenuta professionista, ed ha giocato e perso la sua prima finale lo scorso settembre a Quebec City, quando è entrata nelle top 100. Una scalata rapida, fatta di vincenti prodotti da ogni angolo del campo, dal rovescio bimane così naturale e penetrante al più costruito dritto.

La classifica, l’esperienza, il gioco mostrato nelle semifinali indicano decisi verso la stessa direzione: la spagnola dovrebbe essere nettamente favorita. Il gioco del tennis ed un’analisi più approfondita, possono indicare invece cose diverse. Lo stile di gioco di Ostapenko infatti può dare molto fastidio a quello di Suarez Navarro. La lettone prende la palla spesso in anticipo, è più potente di quello di Suarez Navarro e sul ritmo e da fondo potrebbe probabilmente guidare le redini del gioco. La spagnola, purtroppo, nonostante ne abbia il talento e le possibilità, varia poco il gioco e finisce spesso per fare a sportellate con giocatrici che le danno venti centimetri d’altezza. In più, Suarez Navarro ha un chiaro problema con le finali. Uscita vittoriosa in solo una delle dieci occasioni in cui si è giocata un trofeo, soffre di un blocco psicologico dovuto in buona parte ad una innata timidezza che poco si adatta alle fasi finali di un torneo. Dal canto suo Ostapenko, uscita dalla Bollettieri Academy, sembra aver preso una certa somiglianza, oltre che di gioco, anche di atteggiamento a Maria Sharapova. Ieri, intervistata in campo dopo la vittoria, ha fatto subito chiaro come non ci fosse nulla da festeggiare, è normale che sia arrivata in finale e ce ne saranno altre. Semplice, no?

Il primo set si mette immediatamente su ritmi insostenibili per Suarez Navarro. Ostapenko non sbaglia una palla ed il ritmo proposto dalla spagnola le fa il solletico. L’unico precedente fra le due, vinto da Ostapenko per 6-0 6-2, suggerisce del resto che l’aggressività della lettone si sposa a meraviglia con la costanza della spagnola. E così la giovanissima stella futura, di un futuro molto prossimo, fa subito il break in apertura e poi lo conferma e ne fa un altro e conferma anche quello. 4-0 insomma, 93% di prima e vincenti che piovono sulla povera Navarro da ogni dove. La spagnola non varia e soprattutto non gioca abbastanza profondo, non riuscendo di conseguenza neanche a muovere la lettone, che si trova a sprigionare la sua potenza in un raggio di campo limitato. Va detto che non sta sbagliando nulla e che quindi la partita potrebbe anche complicarsi con il passare del tempo nel caso in cui iniziasse Suarez Navarro riuscisse ad avvicinarsi ed a far sentire pressione alla lettone. La spagnola conquista il suo primo gioco a zero, evitandosi perlomeno la seconda ciambella di fila da Ostapenko. Il gioco successivo è il primo ai vantaggi ma Ostapenko, già a quota 10 vincenti, continua a picchiare sulle palle corte proposte dalla spagnola. Il gioco successivo segue a ruota quello visto in precedenza. Ostapenko conquista il set in 26 minuti, 6 giochi a 1. La spagnola si ostina a cercare lo scambio impostato sul ritmo, andando a sbattere contro un muro che le rimanda la pallina sempre più forte e sempre più veloce.

Suarez Navarro riesce nel secondo set a non far scappare la lettone, pareggiando i conti sull’uno a uno grazie al secondo vincente della partita. L’impressione è che se riuscisse a muovere Ostapenko con il dritto, ci potrebbe forse essere una partita. Qualche errore in più della lettone e qualche palla più profonda della spagnola permettono al secondo set di essere più interessante del primo. Il dritto funziona meglio a Navarro e così si seguono i servizi: 3-3. Nel settimo gioco arriva il primo allungo di Suarez Navarro. Ostapenko sbaglia due rovesci e la spagnola ne approfitta alla seconda palla break. Navarro tiene il servizio e va sul 5-3, giocando nettamente meglio: i colpi sono finalmente più profondi ed il dritto incrociato che così male aveva fatto a Radwanska inizia a far male anche alla lettone. Suarez Navarro chiude sul 6-4 un secondo set dove alla mancanza di varietà ha fatto sopperire una maggiore pesantezza di palla ed un uso più saggio del campo, costringendo spesso Ostapenko a colpire in corsa.

 

Ostapenko prova a scappare nel terzo set, ma una risposta vincente di dritto di Suarez Navarro le permette di recuperare il break: 2-1 per la lettone. Ostapenko inizia a sbagliare più frequentemente, pressata sia dal gioco della spagnola che dal punteggio. Un altro break permette a Suarez Navarro di salire 3 a 2. La lettone annulla un’altra palla break che avrebbe decretato un’irreparabile fuga della spagnola e si porta sotto tre a quattro. Ostapenko non ha più pazienza nei colpi e sbaglia il possibile contro una solidissima Navarro, in grado anche di attaccare quando se ne presenta l’occasione. La spagnola va a servire per il torneo sul 5 a 4. Un rovescio arrotato su cui Ostapenko arriva male le dà il primo match point, sprecato con un gratuito sempre di rovescio. Il secondo match point però è quello giusto. “Siiiiii” urlato al cielo e best ranking suggellato dalla vittoria più importante della carriera. Bravissima la spagnola per tutto il torneo ed in questa finale e successo e commozione meritati dopo una serie di finali finite nel modo sbagliato. Il torneo però ha visto anche la nascita di una stella: Jelena Ostapenko. Ricordatevi questo nome ed iniziate a seguirla, perché il futuro della WTA potrebbe parlare lettone.

 

http://www.ubitennis.com/blog/2016/02/27/wta-doha-suarez-navarro-conquista-il-suo-primo-torneo-premier/

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Bella e combattuta finale sul cemento di Acapulco che vede prevalere Sloane Stephens sulla Cibulkova, a cui non riesce di bissare la vittoria del 2014. Per la giocatrice americana oggi una maggior efficacia al servizio, tre ace a zero alla fine del match per lei, ma soprattutto solo 3 doppi falli contro 6 della rivale. In generale non una grande efficacia della prima palla per entrambe.

Primo set ed è subito break nel primo game, con Dominika Cibulkova costretta a perdere la battuta sotto i colpi potenti da fondo dell’americana. Fase molto confusa di gioco, ma anche spettacolare tra il quarto e il settimo game, due break per parte con Sloane Stephens che lascia sul campo 4 palle break e la sua rivale che gioca un orribile quinto game, perdendo la battuta a zero, con due doppi falli. Si arriva quindi al decimo game e Stephens chiude tenendo la battuta a zero.

Secondo set e i primi due game sono ben serviti da entrambe e tenuti a zero, poi è di nuovo break americano nel terzo game, che sembra spianare la strada verso la premiazione a Sloane. Malissimo però il sesto game dell’americana, perso a zero, con relativo break della slovacca, e con Stephens che butta malamente in rete un paio di rovesci perdendo un po’ del suo proverbiale sorriso. Si va avanti in parità fino al decimo game, nel quale Cibulkova strappa nuovamente la battuta alla statunitense, sfruttando la prima palla break nonché set point.

Terzo e decisivo set che inizia in maniera equilibrata, servizi dominanti fino al quinto e sesto game dove le due tenniste si cambiano il servizio. Per arrivare al settimo e ottavo game, i più spettacolari e combattuti del match. Nel primo è Cibulkova a difendersi con successo da tre palle break, entrando con i piedi nel campo e giocando due dritti notevoli su cui nulla può la statunitense. Nel secondo è invece Stephens a essere trascinata ai vantaggi dalla rivale e a doversi difendere da due palle break, in una battaglia punto su punto. In entrambi i casi servizi mantenuti con successo. Poi c’è una tregua agonistica tra le due e si va quindi verso un sacrosanto tiebreak, durante il quale le certezze nella battuta spariscono del tutto. Alla fine si conterranno quattro minibreak a tre per l’americana, sempre più propensa a prendere la rete ed entrare con i piedi nel campo per conquistarsi i punti decisivi. Sloane Stephens colleziona ben tre match point e al terzo chiude in maniera vincente, andando a iscrivere il suo nome nell’albo d’oro di Acapulco.

Terzo titolo WTA per Sloane, che si ripete a grandi livelli dopo il torneo vinto ad Auckland un mese fa.

Risultato:

 

[2] S. Stephens b. D. Cibulkova 6-4 4-6 7-6 (5)

 

http://www.ubitennis.com/blog/2016/02/28/wta-acapulco-vince-in-tre-set-sloane-stephens-che-batte-dominika-cibulkova-in-una-bella-partita-durata-tre-ore/

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Primo sigillo stagionale per Heather Watson. La britannica si aggiudica l’ottava edizione dell’Abierto Monterrey Afirme, torneo Wta International di Monterrey. Nella finale senza teste di serie (non una novità assoluta in questo inizio di 2016 a livello WTA) la britannica ottiene il suo titolo numero tre (in altrettante finali), dopo i successi a Osaka nel 2012 contro Kai-Chen Chang, e a Hobart lo scorso anno opposta a Madison Brengle. Non arrivava in finale in un torneo Wta la Flipkens da quella persa a S’-Hertogenbosch nel 2013 contro Simona Halep (andava a caccia del suo secondo titolo dopo quello di Québec City 2012).

 

http://www.sportface.it/tennis/watson-heather-monterrey-wta/10129

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