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Showing content with the highest reputation on 26/03/2016 in all areas

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    meggiorini sembra un trans
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    pare che Kia Jarabdepalo non abbia nemmeno la licenza di procuratore sportivo Nonostante venga usualmente definito dalla stampa come un procuratore di calcio, Joorabchian non ha la licenza di procuratore sportivo. Peraltro, l'intervento di procuratori sprovvisti di licenza nei trasferimenti di mercato della Premier League inglese è vietato dalla Football Association. Joorabchian, in realtà, non rivendica di essere un agente calcistico, dichiarando che "Penso che l'attività dell'agente sia molto differente dalla mia". [1]. Egli descrive la propria attività, piuttosto, come consulenza ai giocatori in merito ai loro diritti e assistenza alle squadre in ordine ai trasferimenti di mercato ed ai relativi contratti. Joorabchian è anche coinvolto, per conto di terzi, nella gestione di alcuni calciatori. Nell'ottobre 2008 ha dichiarato che "Gestisco un gruppo di investitori ed ovviamente quando il gruppo ha un guadagno, come manager del fondo, ho anche un mio ritorno" [1]. Nel 2009, su un articolo di stampa, è stato riportato che gli anonimi investitori rappresentati da Joorabchian gestirebbero i diritti economici di 60-70 giocatori in Europa e Sud America. Il 22 gennaio 2012 dichiara che se non fosse per Carlos Tevez, avrebbe lasciato il lavoro di suo procuratore.
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    tifoso bovino su tuttosport stanno scoppiando i fegati @@
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    non succede ci sono co*****i in giro ma ci sono anche tanti pompieri certo prima la roma ora il napoli che nel loro anno d'oro quando tutto gira a mille ........................... arrivano secondi.............qualche pallina va fuorigiri ma..... ffarisua Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza: nui chiniam la fronte al Massimo Fattor, che volle in lei del creator suo spirito più vasta orma stampar. La procellosa e trepida gioia d’un gran disegno, l’ansia d’un cor che indocile serve pensando al regno; e il giunge, e tiene un premio ch’era follia sperar; tutto lei provò: la gloria maggior dopo il periglio, la serie b e la vittoria, la reggia e il tristo esiglio; una volta nella polvere, quattro volte sull’altar. .oddio stamane mi è venuta cosi serena pasqua a tutti «In mezzo a voi, Lellooo Splendooor!!» panariello.......
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    Ma Serge Aurier scaricato dal PSG? Ci starebbe da Dio sulla nostra fascia destra...
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    Anno Data Sede Coppa dei Campioni Champions League Coppa delle Coppe Coppa UEFA Europa League Risultato Edizione 1972[1][2] non ufficiale 16 gennaio '73 ● 24 gennaio '73 Glasgow - Ibrox Stadium ● Amsterdam - Olympisch Stadion Ajax Rangers 3-1 ● 2-3 1973 9 gennaio '74 ● 16 gennaio '74 Milano - San Siro ● Amsterdam - Olympisch Stadion Ajax Milan 0-1 ● 6-0 I 1974 n/a n/a Bayern Monaco Magdeburgo n/a[3] 1975 9 settembre ● 6 ottobre Monaco - Olympiastadion ● Kiev - Stadio Centrale Bayern Monaco Dinamo Kiev 0-1 ● 0-2 II 1976 17 agosto ● 30 agosto Monaco - Olympiastadion ● Bruxelles - Stadio Émile Versé Bayern Monaco Anderlecht 2-1 ● 1-4 III 1977 22 novembre ● 6 dicembre Amburgo - Volksparkstadion ● Liverpool - Anfield Liverpool Amburgo 1-1 ● 6-0 IV 1978 4 dicembre ● 19 dicembre Bruxelles - Stadio Émile Versé ● Liverpool - Anfield Liverpool Anderlecht 1-3 ● 2-1 V 1979 30 gennaio '80 ● 5 febbraio '80 Nottingham - City Ground ● Barcellona - Camp Nou Nottingham Forest Barcellona 1-0 ● 1-1 VI 1980 25 novembre ● 17 dicembre Nottingham - City Ground ● Valencia - Estadio Luis Casanova Nottingham Forest Valencia 2-1 ● 0-1[4] VII 1981 n/a n/a Liverpool Dinamo Tbilisi n/a[5] 1982 19 gennaio '83 ● 26 gennaio '83 Barcellona - Camp Nou ● Birmingham - Villa Park Aston Villa Barcellona 0-1 ● 3-0 dts VIII 1983 22 novembre ● 20 dicembre Amburgo - Volksparkstadion ● Aberdeen - Pittodrie Stadium Amburgo Aberdeen 0-0 ● 0-2 IX 1984 16 gennaio '85 Torino - Stadio Comunale Liverpool Juventus 0-2[6] X 1985 n/a n/a Juventus Everton n/a[7] 1986 24 febbraio '87 Monaco - Stade Louis II Steaua Bucarest Dinamo Kiev 1-0[8] XI 1987 21 novembre ● 13 gennaio '88 Amsterdam - Olympisch Stadion ● Porto - Estádio das Antas Porto Ajax 1-0 ● 1-0 XII 1988 1 febbraio '89 ● 8 febbraio '89 Malines - Achter de Kazerne ● Eindhoven - Philips Stadion PSV Malines 0-3 ● 1-0 XIII 1989 23 novembre ● 7 dicembre Barcellona - Camp Nou ● Milano - Stadio Giuseppe Meazza Milan Barcellona 1-1 ● 1-0 XIV 1990 10 ottobre ● 29 novembre Genova - Stadio Luigi Ferraris ● Bologna - Stadio Renato Dall'Ara[9] Milan Sampdoria 1-1 ● 2-0 XV 1991 19 novembre Manchester - Old Trafford Stella Rossa Manchester Utd 0-1[10] XVI 1992 10 febbraio '93 ● 10 marzo '93 Brema - Weserstadion ● Barcellona - Camp Nou Barcellona Werder Brema 1-1 ● 2-1 XVII 1993 12 gennaio '94 ● 2 febbraio '94 Parma - Stadio Ennio Tardini ● Milano - Stadio Giuseppe Meazza Milan[11] Parma 1-0 ● 0-2 dts XVIII 1994 1 febbraio '95 ● 8 febbraio '95 Londra - Highbury ● Milano - Stadio Giuseppe Meazza Milan Arsenal 0-0 ● 2-0 XIX 1995 6 febbraio '96 ● 28 febbraio '96 Saragozza - La Romareda ● Amsterdam - Olympisch Stadion Ajax Real Saragozza 1-1 ● 4-0 XX 1996 15 gennaio '97 ● 5 febbraio '97 Parigi - Parco dei Principi ● Palermo - La Favorita Juventus PSG 6-1 ● 3-1 XXI 1997 8 gennaio '98 ● 11 marzo '98 Barcellona - Camp Nou ● Dortmund - Westfalenstadion Borussia Dortmund Barcellona 0-2 ● 1-1 XXII 1998 28 agosto Monaco - Stade Louis II Real Madrid Chelsea 0-1 XXIII 1999 27 agosto Monaco - Stade Louis II Manchester Utd Lazio 0-1 XXIV 2000 25 agosto Monaco - Stade Louis II Real Madrid Galatasaray 1-2 dts XXV 2001 24 agosto Monaco - Stade Louis II Bayern Monaco Liverpool 2-3 XXVI 2002 30 agosto Monaco - Stade Louis II Real Madrid Feyenoord 3-1 XXVII 2003 29 agosto Monaco - Stade Louis II Milan Porto 1-0 XXVIII 2004 27 agosto Monaco - Stade Louis II Porto Valencia 1-2 XXIX 2005 26 agosto Monaco - Stade Louis II Liverpool CSKA Mosca 3-1 dts XXX 2006 25 agosto Monaco - Stade Louis II Barcellona Siviglia 0-3 XXXI 2007 31 agosto Monaco - Stade Louis II Milan Siviglia 3-1 XXXII 2008 29 agosto Monaco - Stade Louis II Manchester Utd Zenit S. Pietroburgo 1-2 XXXIII 2009 28 agosto Monaco - Stade Louis II Barcellona Šachtar 1-0 dts XXXIV 2010 27 agosto Monaco - Stade Louis II Inter Atlético Madrid 0-2 XXXV 2011 26 agosto Monaco - Stade Louis II Barcellona Porto 2-0 XVI 2012 31 agosto Monaco - Stade Louis II Chelsea Atlético Madrid 1-4 XVII 2013 30 agosto Praga - Eden Aréna Bayern Monaco Chelsea 2-2 dts 5-4 dcr XVIII 2014 12 agosto Cardiff - Cardiff City Stadium Real Madrid Siviglia 2-0 XXXIX 2015 11 agosto Tbilisi - Stadio Boris Paichadze Barcellona Siviglia 5-4 dts XL 2016 9 agosto Trondheim - Lerkendal Stadion Real Madrid Siviglia 3-2 dts XLI 2017 8 agosto Skopje - Arena Philip II Real Madrid Manchester Utd 2-1 XLII 2018 15 agosto Tallinn - A. Le Coq Arena Real Madrid Atlético Madrid 2-4 dts XLIII 2019 14 agosto Istanbul - Vodafone Arena Liverpool Chelsea - XLIV 2020 agosto Porto - Estádio do Dragão - XLV
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    avremmo dovuto usarla per il kun e invece ... @@
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    Anche Agnelli si rivaluta in sua presenza
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    IL VERO APACHE di Davide Piacenza Carlos Tevez, El Apache, è approdato alla Juventus dal Manchester City. Ritratto di un giocatore che non è solo il “bad boy” che ci raccontano. Stampa Quando Carlos Tevez è arrivato all’aeroporto di Malpensa da nuovo acquisto della Juventus, mercoledì, sorrideva. Accompagnato da due carabinieri lungo il tunnel che conduce all’uscita dell’hub, ha salutato i tifosi urlanti che sono accorsi a salutarlo e scandire il suo nome. Nel pomeriggio ha fatto capolino da un balcone della sede della sua nuova società, brandendo una maglietta bianca e nera col numero 10, quella che fino a una manciata di mesi fa era di Alessandro Del Piero. «Mi assumo la responsabilità» – ha detto in conferenza stampa – «ma non ho paura, al Boca Juniors ho già indossato il 10 che fu di Maradona». Basterebbe questo per inquadrare Carlos Tevez, il predestinato che dopo un’infanzia nei pressi di Ciudadela – uno dei sobborghi più poveri di Buenos Aires – a 16 anni correva già sui campi argentini con la maglia del Boca Juniors. «Mi assumo la responsabilità ma non ho paura, al Boca Juniors ho già indossato il 10 che fu di Maradona»Lo chiamano El Apache perché Fuerte Apache è il soprannome che un giornalista argentino, José de Zer, diede al barrio dov’è nato, Ejército de los Andes, costruito nel 1973 per dare alloggio alle famiglie più povere di Buenos Aires. Il riferimento è a un film del 1981 con Paul Newman, ambientato nel Bronx newyorchese, in cui un commissariato di polizia è l’ultimo baluardo di legalità nel quartiere preda del crimine: a de Zer una sparatoria nel barrìo di Tevez ricordò molto la pellicola. Ejercito de los Andes doveva contenere 20.000 persone, ma durante i Mondiali di calcio del 1978 toccò quota centomila abitanti. Lui, l’Apache, ha le idee chiare riguardo a ciò che la periferia argentina gli ha dato: «Sono le esperienze che ho fatto nella vita a farmi giocare così, oggi per me giocare a calcio è un divertimento. Sono orgoglioso delle cose che faccio e che ho adesso», dichiara nel trailer di El jugador del Pueblo, il biopic che gli hanno dedicato in patria. «C’erano tempi duri, a Fuerte Apache. Quand’era buio e guardavi fuori dalla finestra , quello che vedevi avrebbe spaventato chiunque. Dopo una certa ora non potevi uscire in strada», ha detto in un’altra occasione. A nemmeno un anno il piccolo Carlos si procura un’ustione da acqua bollente che lo costringe a due mesi di terapia intensiva e gli lascia una cicatrice ben visibile che corre dall’orecchio destro fino alla schiena. Deciderà poi di tenerla con se, rifiutando le cure cosmetiche degli specialisti, quasi cancellarla volesse dire cancellare la sua storia. «O mi prendi come sono o non mi prendi», commenta laconico. Facile tirarsi addosso l’etichetta di bad boy, con queste prerogative. Eppure a un suo ex compagno, Mario Balotelli, l’ha detto chiaro e tondo: «Non fare i miei stessi errori». Un predestinato, si diceva: dopo essere passato agli Xeineses gialloblù (e avendo cambiato nome da Martinez – quello del padre – a Tevez – materno – per eludere le resistenze della sua prima squadra, l’All Boys, che avrebbe voluto trattenerlo),Carlitos nel 2003 vince la Copa Libertadores, l’Intercontinentale e il campionato di apertura argentino, venendo premiato col Pallone d’oro sudamericano. L’anno dopo è già capocannoniere con l’Albiceleste allenata da Marcelo Bielsa alle Olimpiadi greche, che vince l’oro. Per lui arriverà il secondo Pallone d’oro personale. Nello stesso anno il magnate iraniano Kia Joorabchian, che nel frattempo aveva acquistato il Corinthians, lo porta a San Paolo per 20 milioni di dollari, record assoluto di spesa per il calcio sudamericano. Il club paulista a fine anno è in cima alla classifica brasiliana e l’Apache, nemmeno a dirlo, segna 25 gol e vince il terzo trofeo dorato della sua giovane carriera. Nonostante le resistenze iniziali della tifoseria brasiliana, poco propensa ad accogliere un argentino e vedergli prendere la fascia di capitano, Tevez conquista l’affetto del club paulista e di uno dei suoi più grandi tifosi, l’allora presidente Lula. A quel punto, l’ormai ex pibe è pronto per attraversare l’Atlantico e mostrare il suo talento nella culla del calcio che conta, l’Europa. Lo fa al West Ham, dove nel 2006-2007 segna soltanto 7 reti ma conquista il titolo di calciatore dell’anno per i tifosi, segnando un gol nell’ultima giornata contro il Manchester United che permette agliHammers di rimanere in Premier League. Le cose, per la verità, inizialmente vanno male, e un’uscita polemica dal campo in un match di campionato costa al campione una multa del club e l’obbligo di allenarsi indossando una maglia del Brasile, proposto dai compagni. Lui rifiuta: «Rispetto il Brasile, ma sono argentino e non metterò mai quella maglia». O lo prendi com’è o non lo prendi. Ma la gente, così come in Argentina e in Brasile, continua ad amarlo. Gli vuole così bene che quando torna a Upton Park da avversario, nel dicembre del 2007, con la maglia rossa dei discepoli di sir Alex Ferguson gli dedica un coro che dice There’s only one Carlos Tévez. In quella stagione il Manchester United vince la Champions League, ma l’anno seguente il rapporto tra Tevez e “Fergie” si raffredda, complice la mancata offerta di un contratto definitivo da parte del club e l’arrivo del bulgaro Dimitar Berbatov all’Old Trafford. L’Apache non si sente più benvoluto e per tutta risposta, con un coup de théâtre degno del suo repertorio, si accasa al Manchester City dello sceicco Mansour. Non rimane in buonissimi rapporti con la metà rossa di Manchester: nel gennaio del 2010 approfitta di un derby in Carling Cup per segnare una doppietta ai cugini ed esultare senza risparmiarsi, causando un gesto poco lusinghiero rivoltogli dal senatore dei Red Devils Gary Neville. Nel maggio 2012 festeggia la vittoria della Premier del City reggendo un cartello che recita «RIP Fergie». Nel maggio 2011 è capitano del City a Wembley. Neanche un mese dopo dichiara alla tv argentina che a Manchester non tornerà «nemmeno in vacanza»La verità è che a Manchester Tevez non ha mai trovato la sua dimensione, come un artista in conflitto col suo ambiente creativo. Nel dicembre 2010 invia una richiesta di trasferimento al club per motivi personali, ma dopo nemmeno dieci giorni parla col City, ci ripensa e dice di voler restare. Nel maggio 2011 è capitano a Wembley nella finale dell’FA Cup con lo Stoke City che segna il ritorno alla vittoria del team, ora agli ordini di Roberto Mancini. Eppure neanche un mese dopo dichiara a un programma tv argentino che a Manchester non tornerà «nemmeno in vacanza». Nell’ottobre del 2011 i tifosi di entrambe le sponde cittadine aderiscono a Trash your Tevez shirt, un’iniziativa che vedeva un camioncino simil-nettezza urbana percorrere la zona antistante l’Old Trafford per raccogliere le magliette dell’argentino di cui i tifosi si volevano disfare. Lui è fatto così: o lo prendi com’è o non lo prendi. I fatti del 2011 sono noti: il 27 settembre si gioca Bayern Monaco-Manchester City, i Citizens sono sotto 2-0 e Mancini decide di giocarsi la carta-Tevez, fino ad allora in panchina. Lui, incredibilmente, si rifiuta di entrare. Il club va su tutte le furie e lo mette fuori rosa per tre mesi. Lui torna in Argentina, gli viene tolto lo stipendio per due settimane, pensa anche di smettere di giocare. Poi torna e si scusa con tutti, promettendo di comportarsi bene. Nella stagione appena trascorsa ha segnato quasi venti gol, dimostrando che l’Apache non ha mai dimenticato il suo canto di guerra. Negli ultimi anni l’hanno cercato in tanti – l’Inter, il Milan di un Galliani innamorato delle sue giocate, persino i vecchi amori West Ham e Corinthians – ma alla fine è finito alla corte di Antonio Conte, dove guadagnerà 5,5 milioni di euro netti a stagione fino al 2016. Nel frattempo dovrà dimostrare che il coach della nazionale Sabella ha bisogno di lui. Anche perché in patria Tevez scalda molto più i cuori di Messi, il bravo ragazzo di Rosario partito a 12 anni alla volta della Spagna. Lui, l’Apache, è insofferente, fuori dagli schemi, istrionico e genuino a un tempo. E la cumbia villera, un genere di musica diffuso nei quartieri popolari di Buenos Aires. Nel 2007, quand’era ancora al West Ham, la sua squadra perse negli ultimi cinque minuti un rocambolesco derby col Tottenham. Tevez, che aveva giocato una partita su livelli strepitosi, venne inquadrato dalle telecamere mentre piangeva.L’ultima multa per infrazioni alla guida che ha preso in Inghilterra gli è costata 250 ore di servizi sociali, a cui il giocatore si è presentato con corpetto fluorescente e Porsche con autista al seguito. Secondo il Telegraph, tuttavia, Carlos Tevez, El Apache, avrebbe ancora diverse ore di lavoro da scontare. O lo prendi com’è, o non lo prendi. Foto di Mike Hewitt/Getty Images
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    anche un po' Jonathan del Gf
  17. 1 point
    Anvedi sto faccia di mìnchia in tribuna...
  18. 1 point
    ed è pure un toppleyerse
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    http://youtu.be/1Og9oBVph2A
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    A Beppebozzo non piace questo elemento
  21. 1 point
    che ha sentito Galliani 2-3 volte nell'ultimo mese secondo sky
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