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totojuve

Tifoso Juventus
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  1. Ho letto una frase di Tommasi, per il quale non nutro alcuna simpatia, che mi è sembrata interessante: "senza sanzioni a Tavecchio non c'è credibilità"
  2. Teniamo presente che noi gli dobbiamo una stella, la terza poi non messa, vabbè
  3. Vai su google e digita : le 50 stelle della juve
  4. E' fresca si. Ha lasciato la Juve quando si è liberata la panchina della nazionale. Ed ora, eccolo lì. Ha già dimenticato il trattamento avuto nella vicenda del calcioscommesse, quando era juventino.
  5. Nell'ultima tua frase c'è un ossimoro: orgoglio e dignità sono l'esatto contrario di professionalità, che, invece, è concordante col denaro (pane). Purtroppo. Noi ervamo orgogliosi di avere un allenatore come Conte, che lottava contro la federazione (nemica della Juve, ricordiamocelo). Ora che accetta l'incarico, .....
  6. Visto l'ingaggio? Ora voglio vedere se convocherà i giocatori della Juve. Non dovrebbe, visto che sono scarsi, non sono da 40-50 milioni di euro e più di tanto non possono migliorare. L'ha detto lui! Ma la figgiccì gli acquisterà i calciatori da 40-50 milioni? Avrà Di Maria, Cuadrado, ....?
  7. A maggio Prandelli aveva un contratto lungo con la nazionale e Conte accetta di onorare il suo con la Juve. A luglio Prandelli lascia la nazionale e Conte rescinde con la Juve. Oggi sento che il prossimo allenatore dell'Italia potrebbe essere proprio Conte. Se succedesse, tutti i conti tornerebbero. Io la vedo così.
  8. Tavecchio che è Tavecchio, ma quando aprono la bocca certe persone che si definiscono giornalisti si sente un fetore.....
  9. In figc le cose vanno così come vanno nella nostra Italia. Né più né meno.
  10. Tutto giusto! Ma a me, amico mio, non è piaciuto quasi niente. Solo Pogba e sono molto contento per Pepe, che può essere il vero acquisto di quest'estate. :interxxx:
  11. Elezioni Figc: quando Tavecchio & C. cacciarono Baggio per non perdere potere Arruolato come responsabile per il settore tecnico, il "Divin Codino" presentò un progetto di 900 pagine: partiva dai campi di provincia, ma riduceva l'impero della Lega dilettanti. Per questo fu stroncato dal candidato presidente della Figc di Carlo Tecce | 11 agosto 2014 Quanto piace il modello tedesco. E qui c’entra il pallone e non l’economia: vivai, serietà, selezione. Forse il modello di Roberto Baggio, racchiuso in un progetto di 900 pagine, per precauzione depositato da un notaio milanese e disperso chissà dove in Federcalcio, aveva tratti tedeschi e poteva funzionare. Baggio fu arruolato quattro anni fa – c’erano ancora le tracce del fallimento di Marcello Lippi in Sudafrica – con il grado di responsabile per il settore tecnico: doveva formare i maestri di periferia, non semplici allenatori con i patentini, che poi dovevano formare i giovani. Il dribbling di Baggio a una Federazione governata dai Giancarlo Abete, dai Carlo Tavecchio e dai Mario Macalli s’è interrotto un anno e mezzo fa: era inutile, quel terzetto era insuperabile, non mollava un centimetro di potere più che di campo. E quel gruppo, sempre attivo nei palazzi romani e nei sintetici di provincia (l’erba artificiale è l’immenso affare dei Dilettanti), tranne per la defezione-dimissione di Abete, è ancora candidato al comando, al controllo totale. E lo stesso Tavecchio, se non barcolla in maniera drammatica tra Optì Pobà mangia-banane e sportive handicappate, insiste con i ragazzi, le cantere spagnole e i cantieri federali: “Voglio creare un sistema di centri di formazione Figc partendo dai centri locali, dalle regioni dove confluiranno circa 700 mila soggetti che potranno essere valutati”. Traducendo, i soggetti sarebbero i ragazzini di talento e di ambizioni. Per il resto, copia Baggio. Ma fu proprio Tavecchio, assieme ai compagni in Federcalcio, a neutralizzare il Divin Codino: “Il settore tecnico (cioè Baggio, ndr) doveva dare seguito con la Lega Dilettanti alla nascita dei centri federali nelle regioni”, così parlò Abete, regolarmente in carriera mentre Baggio diceva addio. Era il gennaio 2013. Baggio portò con sé l’inseparabile procuratore Vittorio Petrone, non frequentava molto la sede di via Allegri a Roma, ai documenti allegò un piano di sviluppo che sarebbe costato 10 milioni di euro. Questi 10 milioni di euro, stanziati, li hanno prima ridotti e poi li hanno congelati, scomparsi: Tavecchio & C. non potevano perdere un pezzo di patrimonio, fatto di trafile, iscrizioni, cartellini, investimenti, scambi di favori. Il giorno di Tavecchio (o di Demetrio Albertini, che pure è vice di Abete da 7 anni o di un commissario straordinario) è fissato irrimediabilmente a lunedì, 11 agosto: nessuno si ritira, nessuno invade. Il Coni osserva, il governo pure. E l’esempio di Baggio testimonia una (brutta) stagione passata che s’appresta a diventare infinita. Corioni (Brescia): “Roby mi disse non mi fanno lavorare”. Il commendatore Gino Corioni, un quarto di secolo padrone del Brescia, oggi non più presidente e ancora proprietario, conosce bene Baggio: “Mi telefonò, fu rapido: ‘Non ne vale la pena, questi chiacchierano. Non puoi fare niente in Federazione’”. Il Brescia non preferisce Albertini a Tavecchio o viceversa, non vota: “Ci vuole un esterno, uno che – spiega Corioni – faccia davvero la rivoluzione. Abete e Tavecchio hanno rovinato il calcio italiano. Era il migliore d’Europa, adesso saremo tra i peggiori del mondo. Ci vuole un terremoto, qualcuno con due palle quadrate”. Corioni un po’ è nostalgico, un po’ è rassegnato: “Quando c’era Luciano Nizzola in Federazione, io ero delegato a incontrare i giornalisti cinesi che volevano scoprire il nostro segreto, c’erano stadi pieni e le televisioni ancora non avevano comprato la serie A. Oggi in B giocano i ragazzi in prestito dalle grandi società di A e in A ci vanno gli stranieri. La B non ha più soldi, l’ha presa in quel posto ripetutamente, la C di Macalli ha sbagliato l’inverosimile e in A curano gli interessi personali. Va rifondato tutto, ci vogliono persone adatte e coraggiose”. Corioni va a memoria: “Il diritto soggettivo per le squadre ha distrutto il sistema, i soldi non sono stati distribuiti bene: a chi tutto, a chi niente. Io lascio il Brescia in B perché non ho più il denaro per questo calcio italiano e non posso dire ai miei tifosi accontentatevi di una salvezza”. Anche se è tempo, sembra, di mettersi in salvo. Da Il Fatto Quotidiano del 7 agosto 2014
  12. Ho visto poco la partita di ieri, causa segnale scarso, ma mi sembrava di vedere la Juve di Ferrara. Squadra confusa, difesa distratta e passaggi tutti sbagliati.
  13. Il topic si chiama "KALCIOMARCIO", ma tu ne scovi di marci, eh? Ma per quale "sport" noi teniamo?
  14. "Pecunia non olet" Questi seguono il denaro. Mi sembra anche giusto. Sul vaff... sono d'accordissimo
  15. Anche se le altre esperienze di commissariamento non sono certo state positive.
  16. Secondo me, Tavecchio vincerà perchè non ci sono alternative. Albertini...
  17. “Sono arrivati Evra, Morata e Pereyra. Grazie a loro e al resto della squadra che ha vinto i tre titolo consecutivi penso riusciremo a fare bene e a posizionarci tra le prime otto in Europa. Ci piacciono le sfide, vogliamo confermarci nel campionato italiano e andare il più avanti possibile in Europa. Dopo il 2006, a parte alcuni giocatori, abbiamo dovuto ricostruire una mentalità europea, per adesso la cosa essenziale è essere sempre tra le prime 16 o in estate nei gironi della prima fase. Vidal? Non abbiamo messo al momento nessun giocatore sul mercato. Sono comunque orgoglioso di aver comprato in questi anni, a prezzi tutt’altro che esorbitanti, campioni come Pirlo, Barzagli e Pogba. La Juventus ha 180 milioni di tifosi del mondo, se riuscissimo ad incassare 1 euro a testa o due da loro, significherebbe incassare dai 180 ai 360 milioni di euro. Come ho spesso detto in questo momento siamo dietro a squadre come Real Madrid, Barcellona, Manchester United e Bayern, che hanno un fatturato di quasi 500 milioni di euro, ma con questi tour abbiamo l’occasione di poter monetizzare anche noi. Calciopoli? Negli anni che sono stati presi in considerazione e che sono stati considerati come illegali io non ho visto niente di illegale. Posso solo dire che nel 2006 Juventus e Milan avevano un fatturato simile a quello delle squadre europee che ho citato, poi c’è stato un crollo. Mancano tante cose al calcio italiano per esempio degli stadi adeguati, un progetto tecnico ed un pensiero alla collettività, Tavecchio invece pensa solamente ai giocatori mangiabanane”. Sinteticamente
  18. Quando vedo il bianco ed il nero accostati, mi vengono i brividi. Neanche a me piace Allegri, ma, essendo attualmente l'allenatore della mia squadra, spero tanto che faccia bene.
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