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CRAZEOLOGY

Tifoso Juventus
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  1. La Pravda rosa, quella della Sera e cose che voi umani? 24 Settembre 2008 Non mi pare una grande novit? che il giornale rosa che si trova sul bancone dei gelati nei bar dello sport non abbia scritto nulla (cos? mi dicono, mica la leggo io) sull'inchiesta Saras. Saras non ? un calciatore cileno, ma la societ? dei Moratti che - secondo una consulenza della Procura - sarebbe stata sopravvalutata a danno degli investitori per aiutare uno dei due fratelli a pagare 500 milioni di euro di debiti (escluso Recoba!). Vedremo come andr? a finire, ma la sabbia sembra gi? arrivare a palate. Anche dai cuginetti del Corriere, le cui pagine di calcio sono redatte alla Pinetina. Ma, in fondo, la pravdizzazione-verdellizzazione della rosea non ? una novit?. La cosa formidabile ? un'altra, letta sul Corriere (ma ? un'anticipazione di Style). L'articolo ? sulla trib? della boxe, sui vip che gi? sono vip e in pi? pensano sia figo salire sul ring. Si scopre che Giovanni Cobolli Gigli, purtroppo presidente della Juve, e Carlo Buora, vicepresidente della Telecom (e, malgrado il Corsera non lo scriva, anche della squadra che indossa scudetti altrui) ai tempi dell'Universit? erano grandi amici (s?, ok, anche adesso) e si allenavano nei sotterranei della Bocconi: " E a quanto raccontano i testimoni, tra i due era Cobolli Gigli a finire pi? spesso al tappeto". Ma va? Christian Rocca
  2. "Exor.... no limits!" (con voce un p? rauca) Si. Suona bene. :(
  3. Questa vita ci ha puniti gi?, troppe quelle verit? che ci son rimaste dentro. Oggi che fatica che si fa, come ? finta l'allegria, quanto amaro disincanto!
  4. TREMANO I MORATTI PER L?INCHIESTA SULLA QUOTAZIONE (?GONFIATA?) DELLA SARAS PROCURA MILANO: DANNI AL MERCATO PER 770 MLN PER RIPIANARE I DEBITI DELL?INTER MAIL GALEOTTA DELLA JP MORGAN: 500 MLN PER COPRIRE I DEBITI DI MASSIMO MORATTI Walter Galbiati per ?la Repubblica? Quel titolo valeva tra 4 e 5 euro per azione. Invece le banche e la famiglia Moratti lo hanno piazzato sul mercato a 6 euro. E per farlo, secondo la ricostruzione del consulente tecnico della procura di Milano, Marco Honegger, non avrebbero pubblicato alcuni dati rilevanti nel prospetto informativo. Che la quotazione di Saras, la societ? di raffinazione di Sarroch, non fosse stato un grande affare per il mercato, lo si era capito fin da subito, quando il giorno successivo alla quotazione, avvenuta il 18 maggio 2006, il titolo aveva perso oltre il 10 per cento del suo valore. Il consulente tecnico ha ricostruito in un documento di oltre 400 pagine i motivi di quella debacle. E ha ipotizzato che l?incasso della quotazione sia servito soprattutto a un ramo della famiglia, quello di Massimo Moratti, per far fronte ai debiti dell?Inter. Con un contestuale danno per il mercato di 770 milioni. Tutti, gli analisti, i banchieri e gli investitori istituzionali avevano capito, durante le varie tappe che hanno portato la Saras in Borsa, che quella valorizzazione era troppo elevata, eppure nessuno ha fatto nulla per correggere il tiro. Un dato ? emerso chiaramente dall?analisi di Honegger: l?utile di gruppo, il principale indicatore su cui calcolare il valore della societ?, era "gonfiato". ?Si ? potuto riscontrare che l?informativa da Prospetto - scrive il consulente - non aveva evidenziato l?esistenza di una considerevole componente di utili non ricorrente nei dati storici, dati unici su cui basarsi per la decisione di investimento (quantomeno per il pubblico indistinto)?. La mancanza si riferisce all?utile 2005, pari a 292,6 milioni di euro. Una cifra riportata tale e quale nel prospetto, senza avvisare i risparmiatori che il dato era "gonfiato" da utili derivanti dalle scorte di magazzino. Dalla documentazione sequestrata dalla Guardia di Finanza presso Jp Morgan, una delle banche advisor per la quotazione, invece, emerge chiaramente che nei report su Saras redatti prima della quotazione, gli analisti, compresi quelli di Morgan Stanley e Caboto di Banca Intesa (gli altri due advisor dei Moratti) prendono in considerazione gli utili depurati ("comparable") per calcolare il valore delle societ? di raffinazione. Gli unici a non farlo sono quelli di Jp Morgan. La stessa Saras, come sostiene il consulente, si accorge dell?errore e a partire dal comunicato stampa del 25 ottobre inizia a fornire i dati di utile relativi ai trimestri, cos? come lo richiede la prassi degli analisti. A febbraio 2007, in un altro comunicato, la societ? svela che l?utile netto rettificato per il 2005 ? di 230 milioni di euro. Con questi profitti, il valore per azione di Saras sarebbe stato tra i 4,1 e i 5,1 euro e non tra i 5,25 e i 6,5 euro, come indicato nel prospetto. Non vi ? nessuna giustificazione di un prezzo di 6 euro nemmeno negli studi delle tre banche che hanno partecipato alla quotazione: ?Sulla base delle valutazioni rettificate delle banche d?affari partecipanti all?operazione, il range avrebbe dovuto collocarsi tra i 4 e i 5 miliardi di euro (ossia tra i 4,4 e i 5,6 euro per azione); dunque inferiore di 700 milioni a quello definito in Prospetto Informativo?, sostiene la consulenza. Non ? un caso, quindi, che le quotazioni di Saras, dal giorno dello sbarco in Borsa a oggi, si siano allineate ai valori stimati dagli analisti. Se n?erano accorti fin da subito gli investitori istituzionali del calibro di Morley, Strategic Market Analysis, Moore, Plutus, Generali e Polygon, che gi? in fase di quotazione ("bookbuilding") avevano ridotto significativamente o cancellato gli ordini di acquisto. Perch? allora spingere il prezzo di quotazione? Le email sequestrate dagli inquirenti offrono qualche indicazione. ?? vitale che davanti al prezzo ci sia un 6?, scriveva il numero uno di Jp Morgan, Federico Imbert, a un suo collega, mentre il bookbuilding attraversava una fase critica. Jp Morgan, oltre alle commissioni per il collocamento, otterr?, cosa taciuta nel prospetto, anche il mandato dalla famiglia Moratti per gestire attraverso la sua filiale di private banking, i lauti proventi della quotazione. Un altro banchiere di Jp Morgan, Emilio R. Saracho (probabilmente del private banking) svela in una email un ulteriore dettaglio: ?Devi essere al corrente del fatto che abbiamo ottenuto 1,6 miliardi di euro, cio? da entrambi fratelli, ma uno dei due deve ripagare 500 milioni di debiti, e cos? quella parte non la vedremo per lungo tempo?. Sempre Imbert, il 14 marzo 2006, alza il sipario sui presunti interessi di Banca Intesa: ?Parlato a lungo con Miccich? di Intesa. ? contento del lavoro fatto insieme su Saras e Intercos. ? personalmente a disposizione per stimolare forza vendita specialmente su Saras. Chiede di informarlo se vediamo problemi o sgranature. Tiene ovviamente molto al successo data l?esposizione sua e di Passera con i Moratti. ? stato da lui Galeazzo Pecori Giraldi di Morgan Stanley consigliando di non esagerare sul prezzo. Lui crede che lo faccia per invidia nei nostri confronti?. In un documento, poi, trovato presso la Jp Morgan, intitolato "Materiale di discussione", si spiega la scelta di affiancare un aumento di capitale, non necessario, alla vendita di titoli da parte della famiglia. Se cos? non fosse, ?verrebbe evidenziata una scarsa propensione ad investire e si darebbe l?idea che la propriet? vuole solo fare cassa, prestando il fianco a critiche su altre iniziative (metti i soldi nell?Inter)?. ------------------------ JP MORGAN E QUELLI DI BANCAINTESA COME MICCICH? ERANO AL CORRENTE DEI MORATTI ?GONFIATI?? Sono semplicemente clamorose le conclusioni cui sono arrivati i periti della Procura di Milano sulla quotazione in Borsa di Saras, la societ? della famiglia Moratti che nel maggio di due anni fa ? entrata a Piazza Affari. Le rivelazioni sulla perizia condotta dal consulente tecnico, Marco Honegger, indicano che quella quotazione ? stata gonfiata e che il titolo non poteva essere quotato a 6 euro. Il giorno dopo la quotazione migliaia di azionisti e tifosi dell?Inter si sono accorti subito che qualcosa non funzionava perch? le azioni cominciarono a precipitare e anche oggi, nonostante il boom del petrolio, il popolo bue soffre paurosamente. L?aspetto pi? clamoroso dell?inchiesta che appare oggi su ?Repubblica? riguarda comunque le email che nel 2006 si scambiarono i banchieri protagonisti della quotazione Saras, in prima fila Federico Imbert e Emilio Saracho di JP Morgan che scrive testualmente: ?devi essere al corrente del fatto che abbiamo ottenuto 1,6 miliardi di euro da entrambi i fratelli (Moratti) ma uno dei due deve ripagare 500 milioni di debiti, e cos? quella parte non la vedremo per lungo tempo?. In poche parole la perizia dice che banchieri di JP Morgan e quelli di BancaIntesa come Miccich?, erano forse al corrente che la quotazione del titolo a 6 euro fosse gonfiata per venire incontro al fabbisogno dei Moratti e dell?Inter. Il popolo bue degli azionisti non lo sapeva, e ancora piange. Dagospia.com ---------------------- Inter - Moratti e Saras: il grande bluff... Nuovi guai giudiziari in vista per l'Inter e per Massimo Moratti? Cos? sembra, visto che la Procura di Milano e la Guardia di Finanza stanno indagando sulla quotazione in borsa della Saras, l'aziena di famiglia dei Moratti. Lo rivela questa mattina il quotidiano La Repubblica. Secondo la Procura milanese, lo sbarco in borsa del gigante petrolifero meneghino sarebbe avvenuto con numeri gonfiati con l'obiettivo di far aumentare il prezzo delle azioni e rastrellare sul mercato fondi necessari ad appianare i debiti (circa 500 milioni di euro) contratti da un ramo della famiglia verso una serie di istituti di credito, tra cui Banca Intesa. L'ipotesi di reato a cui stanno lavorando gli inquirenti ? quella di falso in prospetto. Sulla base di alcune e-mail inviate dalla banca d'affari americana Jp Morgan al vaglio della Guardia di Finanza, pare proprio che 'il ramo della famiglia' in questione sia quello che fa capo a Massimo Moratti e alla gestione dell'Inter. Insomma il massimo dirigente nerazzurro per la sua 'munifica' campagna di rafforzamento della squadra negli ultimi anni ha costretto la Saras a una serie di 'sacrifici' finanziari che avrebbero messo in crisi l'azienda, costretta a trovare un escamotage per appianare i debiti. D'altronde quando si ha a libro paga un allenatore come Mancini che guadagna un bel p? di milioni di euro all'anno per starsene a spasso, senza contare i contratti faraonici firmati (come non ricordare i 15 miliardi di lire all'anno a Recoba...) nel corso degli anni con giocatori che non sempre hanno dimostrato sul campo il loro valore, parlare di 'gestione non proprio oculata' ? solo un eufemismo... http://www.realsports.it
  5. Lapo: "Inutile parlare di Inter" Inutile parlare dei nerazzurri, meglio batterli sul campo. Questo ? l'Elkann-pensiero Lapo: "Inter, non ti vedo" TORINO - "Il ritorno in Champions della Juve ? stata un'emozione grandissima e Del Piero ha fatto un gol da fuoriclasse". Sono entusiastici i commenti di Lapo Elkann sul debutto della squadra di Claudio Ranieri nel massimo torneo europeo per club. "E' stato un ritorno in prima classe, la Champions ? la competizione pi? bella che c'? -ha detto in un'intervista esclusiva a Sky Sport24-. Con lo Zenit credo che la Juventus abbia giocato bene, gli altri erano come dei serpenti sul campo. La rete di Del Piero? Credo che sia stato un gol che ha fatto saltare tutti dalla propria poltrona o dagli spalti. E' un piacere vedere il capitano cos?, e fa piacere vedere una squadra cos?. Credo che il motore ? avviato nel modo giusto". Lapo Elkann non vuole parlare delle altre squadre di serie A, in particolare dell'Inter: "Non ho nessuna intenzione di fare confronti, n? di parlarne. Mi accontento di parlare della Juve, quando sar? l'ora di affrontare l'Inter mi auguro di batterla e di vincere". Fonte: Dire
  6. Posto anche di qua l'articolo intercettato ( ) da Drago. .read A PROPOSITO DI JANNONE... di Norberto Breda [16/09/2008] Dopo l'incursione telefonica di Angelo Jannone lunedi 15 settembre, nel corso della trasmissione L'Infedele condotta in diretta su La 7 da Gad Lerner con Giuliano Tavaroli in studio, pubblichiamo la lettera che Jannone aveva inviato alla nostra redazione a fine luglio e di cui avevamo rimandato la pubblicazione nel numero di settembre per motivi di spazio. A seguire, il commento-inchiesta dell'autore dell'articolo, Norberto Breda. Mi riferisco a Memento Mori, per segnalarvi che, essendo le notizie che mi riguardano assolutamente false (non entro nel ROS dall'inizio, ma solo nell 1995 per 1 solo anno in Calabria, non c'entro nulla con la mancata perquisizione al covo di RIINA, in quanto all'epoca ero in Calabria e comandavo "visibilmente" la Compagnia di Roccella Jonica, non sono gola profonda dell'inchiesta di Milano etc...), vi invito all'immediata rettifica del suo contenuto o ala sua cancellazione dal web. In difetto di cio' dovro' adire le vie legali. Grazie Angelo Jannone Risponde Norberto Breda. Angelo Jannone ci scrive per la seconda volta. Se La Voce non avesse subito un attacco hacker attraverso un ?animaletto? che ha provato a infiltrarsi nel sistema informatico per distruggere l'archivio telematico avremmo risposto a Jannone con piu' solerzia. Avendo lavorato in Telecom, Jannone sa cosa significa un attacco informatico del genere. Scrive Jannone: ?Mi riferisco a Memento Mori, per segnalarvi che, essendo le notizie che mi riguardano assolutamente false (non entro nel ROS dall'inizio, ma solo nell 1995 per 1 solo anno in Calabria, non c'entro nulla con la mancata perquisizione al covo di RIINA, in quanto all'epoca ero in Calabria e comandavo "visibilmente" la Compagnia di Roccella Jonica, non sono gola profonda dell'inchiesta di Milano etc...), vi invito all'immediata rettifica del suo contenuto o ala sua cancellazione dal web. In difetto di cio' dovro' adire le vie legali. Grazie Angelo Jannone?. Abbiamo avuto gia' modo di rispondere sulle colonne della Voce ad Angelo Jannone. Ma siccome la pazienza e' la virtu' dei forti ci ripetiamo. Non prima di sottolineare che la legge sulla stampa prevede di pubblicare una richiesta di rettifica, come abbiamo fatto e come facciamo sempre, ma solo una sentenza della magistratura obbliga una testata alla rettifica di una notizia. Continuiamo a non capire perche' Angelo Jannone adombri la possibilita' di adire alle vie legali. Se Jannone si e' sentito offeso nell' essere definito ?gola profonda? ricordiamo che la definizione e' entrata da tempo nel lessico giornalistico e identifica qualcuno che dall'interno di un sistema o organizzazione ne traccia, all'esterno, il modus operandi. Se nell'articolo incriminato si fosse usata ad esempio la definizione ?pentito?, Jannone avrebbe da lagnarsene ma cosi' non e'. E' noto che lo stesso Jannone ha reso testimonianza ai magistrati che indagano sullo scandalo Telecom, spiegando molte cose e rispondendo, tra l'altro, a quanto va affermando, sulla sua persona, l'indagato Marco Bernardini. La voce di Jannone proviene dall'interno della Telecom e da qui l'uso dell'espressione ?gola profonda?. Passiamo alle precisazioni sulla carriera di Jannone. Sicuramente ci sbagliamo ma sembra che l'ex-ufficiale voglia mettere quanta piu' distanza possibile tra se stesso e il generale Mori e il colonnello De Donno. Ancor di piu' che nei confronti di Tavaroli. Jannone sa che lo stato di servizio di un militare e' un atto di vietata divulgazione. La sua permanenza in Sicilia presso la caserma CC del paese di Corleone e il suo ruolo nella compilazione di un rapporto che ha come oggetto il commercialista di Salvatore Riina, Pino Mandalari, e' un fatto. Se qualche informazione, condensata peraltro in 4 righe, sulla sua carriera e sui suoi rapporti con il generale Mori e con le attivita' di questo in Sicilia, non corrispondessero a verita', ce ne dispiace. Nel suo sito Jannone scrive riferendosi all'articolo ?Memento Mori?: "Chi e' Jannone? - domanda la voce della Campania - Ex-capitano dei CC a Corleone tra la fine degli anni '80 e ?90, ha un ruolo chiave nella compilazione del famoso rapporto sugli appalti presentato da Mori e De Donno ai giudici palermitani nel 1991. Fin qui tutto vero, dice Jannone, che continua a citare la Voce. "Entra nei Ros fin dall'inizio - il ROS viene costituito nel 1992 - e fa parte della squadra che lavora, all'indomani della strage di Capaci, sull'ipotesi di trattativa tra Mori e Ciancimino per fermare la strategia terroristica di Cosa Nostra. Nei giorni caldi dell'arresto di Riina, e della mancata perquisizione del covo, lavora come uomo ombra di Mori e De Donno a Palermo. ?Niente di piu' falso! ? e' il commento di Jannone. Io in quegli anni ero in Calabria, a Roccella Jonica, visibilissimo comandante di Compagnia. Alla Voce risulta che a Jannone e' stato chiesto un parere dai Ros che in quel periodo, tra il '92 e l'inizio del '93, erano impegnati sia sul fronte della trattativa con Vito Ciancimino che sulla cattura del boss Riina. Se la nostra informazione ? come dice Jannone ? e' falsa, lo abbiamo gia' detto, ce ne dispiace. Ma crediamo che non sia certo un disonore aver avuto un ruolo in quelle vicende. Tanto che per esse nessun tribunale ha mai pronunciato una sentenza di colpevolezza. E' pensabile che l'uomo che tra i primi ha intercettato gli affari di Riina e la sua corte di faccendieri sia stato consultato dai alcuni suoi colleghi? Secondo la nostra fonte si'. Ma continuiamo a non capire cosa ci sia di ?penalmente perseguibile? in quanto abbiamo scritto. E poi: "Jannone, dalla fine degli anni '80, si fida dei metodi di intercettazione di Tavaroli e li fa utilizzare con successo; registra ad esempio i colloqui telefonici tra il commercialista di Riina, Pino Mandalari, e alcuni colletti bianchi nel mondo delle professioni. Vero - dice Jannone - ma comandavo la Compagnia di Corleone, e Tavaroli era un dirigente dell'Italtel dopo essere stato un Brigadiere dai Carabinieri a me sconosciuto. Anche qui e' la stessa cosa. Le informazioni in nostro possesso ci dicono che la conoscenza tra Tavaroli e Jannone data a quel periodo. E' reato averlo scritto? E' reato aver conosciuto Tavaroli? Se poi Angelo Jannone volesse, senza pregiudicare il segreto istruttorio, raccontare alla Voce la sua versione noi saremo felicemente disponibili. Anche sui fatti che recentemente gli sono stati contestati, come l'accesso informatico abusivo, dalla Procura di Milano. Norberto Breda http://www.lavocedellevoci.it/inchieste1.php?id=178
  7. Condannato l' ex sarto dell' Inter Domenico Brescia, il ?sarto della Pinetina?, l' uomo che prima di finire in cella per spaccio di cocaina entrava e usciva dagli spogliatoi e dai ritiri dell' Inter a suo piacimento magari per sistemare al volo i pantaloni e le giacche dei giocatori nerazzurri e soprattutto gli abiti dell' ex allenatore Roberto Mancini, ? stato condannato a otto anni di carcere per traffico di droga. Brescia, arrestato la sera del 15 maggio scorso dai carabinieri del Ros su richiesta del pm della Direzione distrettuale antimafia Marcello Musso, ? comparso ieri davanti al gup Simone Luerti per lo spaccio di due chili di cocaina, una vicenda che risale al 2006 e che ha visto finire in manette assieme all' amico di mister Mancini anche Francesco e Massimo Castriotta, Antonio Mazzilli e Marco Brunetti. Al termine del rito abbreviato, Brescia - nel frattempo raggiunto in cella da un altro ordine di custodia cautelare per spaccio - si ? visto condannare a otto anni di reclusione, uno in pi? di quelli richiesti dall' accusa, mentre dieci anni pi? uno per la continuazione sono stati inflitti a Francesco Castriotta, quattro al fratello di quest' ultimo e sei anni e otto mesi a Mazzilli e Brunetti. Il nome di Brescia era salito alla ribalta delle cronache soprattutto dopo la scoperta che le sue telefonate con alcuni giocatori dell' Inter e con Roberto Mancini (col quale Brescia parlava di un latitante) erano state intercettate dai carabinieri ed erano finite per la valutazione sul tavolo del pm Marcello Musso, dove del resto ancora giacciono. http://archiviostorico.corriere.it ------------------------------ Incredibile Moratti: "Maradona in arrivo all'Inter" La rivelazione ? stata fatta da Massimo Moratti all'ex direttore della giornalaccio rosa dello Sport, Candido Cannav?. Il patron nerazzurro, in una chiaccherata con il celebre giornalista, ha rivelato che l'ex campione del Napoli lavorer? per l'Inter come osservatore per il Sudamerica (nella foto Maradona appare con la giacca dell'Inter in un recente incontro del Boca Juniors) dove avr? il compito di scoprire i giovani talenti argentini. "Penso che legheremo Diego a noi - ha detto Moratti -. Lui rappresenta qualcosa di importante. Mi pare che adesso sia fuori dal tunnel". Il tutto ? nato qualche mese fa dopo una cena tra il numero uno dell'Inter e il Pibe de Oro. ELOGIO A MOURINHO - Moratti elogia non solo Maradona ma anche Mourinho di cui si ? gi? calcisticamente innamorato. "Mi sembra che sappia trasmettere il giusto carisma alla squadra. L'Inter deve ancora migliorare nel gioco ma la sua personalit? si ? vista ad Atene. Mancini? Mi spiace ma aveva rotto con la squadra". QUARESMA? UNO SFIZIO - "Quaresma l'ho preso controvoglia proprio per non lasciare buchi nel progetto di Mourinho. Ora bisogner? veder qualcuno ma non ? facile con gli stipendi che prendono qui". http://sport.alice.it
  8. E poi, aldil? di quello che si potrebbe pensare di me , la presenza di Mick Jagger nella commissione non mi consola proprio per niente.
  9. Fiat Group Automobiles - Programma Autonomy scende in campo a Milano Fiat Group Automobiles - Programma Autonomy partecipa, in qualit? di Sponsor, alla partita di calcio tra ?Nazionale Stilisti? e ?All Star Rossonera? il cui ricavato sar? interamente devoluto all?Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare e a Fondazione Milan ? Onlus. ? la seconda esperienza di questo genere cui Autonomy partecipa visto anche il grande successo della precedente edizione che ha visto scendere in campo sempre la ?Nazionale Stilisti? contro le vecchie glorie del Genoa. In pi?, questa volta l?evento sportivo si disputer? in concomitanza con l?inizio di ?Milano Moda Donna?, la kermesse internazionale che vedr? protagonisti molti degli stilisti partecipanti alla partita. La sponsorizzazione dell?evento milanese ? in perfetta sintonia con l?impegno del Gruppo Fiat che, attraverso il Programma Automomy, realizza servizi e mezzi di trasporto individuali e collettivi destinati a chi ha ridotte capacit? motorie, sempre in linea con le continue novit? di prodotto, e per favorire l?avvicinamento dei diversamente abili all?automobile. La Nazionale Stilisti ? composta dai pi? grandi nomi della moda italiana: Santo Versace, Renzo Rosso, Lavinia Biagiotti, Beatrice Trussardi, la new entry Lapo Elkann, Carlo Rivetti per Stone Island, Massimo Ferragamo. Invece, guidata dal celebre Arrigo Sacchi, la squadra ?All Star Rossonera? annovera gli ex campioni del Milan: Baresi, Leonardo, Massaro, Tassotti ed tanti altri nomi di grande fama. L?evento di sport e solidariet? sar? arricchito con momenti di intrattenimento e musica per poi concludersi con un party esclusivo presso il famoso ?Old Fashion Caf?? di Milano dove parteciperanno tutti gli stilisti dei marchi appartenenti alla nazionale. Tra l?altro, all?ingresso del locale sono esposti due esemplari di Alfa Romeo MiTo e Lancia Delta trasformate secondo i principi del Programma Autonomy e realizzati da due fra i tanti allestitori che collaborano con Fiat Group Automobiles nel settore delle attrezzature speciali per la mobilit? assistita. In dettaglio, la Lancia Delta ? stata preparata dalla ditta Kivi ed ? dotata di acceleratore elettronico a cerchiello, posto sotto il volante, e leva-freno a lungo braccio completa di blocco freno e clacson. Inoltre, il cliente pu? apprezzare la porta rototraslante elettrica che rende la porta posteriore sinistra scorrevole agevolando cos? il carico a bordo della carrozzina dietro il posto guida. Invece, preparata dalla ditta Handytech, l?Alfa Romeo MiTo ? dotata di acceleratore a semicerchio, posto sopra il volante, rivestito in pelle e con funzionamento totalmente indipendente dai sistemi originali del veicolo. Inoltre, la vettura dispone di leva-freno a lungo braccio verticale completa di blocco freno e clacson. Infine, il cliente pu? apprezzare la servofrizione elettrica: si tratta di un dispositivo, composto da un servomotore elettrico gestito da una centralina elettronica, che simula le caratteristiche di un cambio automatico. In dettaglio, su questo esemplare di MiTo il cambio marcia ? gestito da un pulsante posto sulla leva del cambio (il sistema ? neutralizzabile tramite un interruttore che ripristina le funzioni originali della frizione). Dunque, fin dal lancio il cliente di Alfa Romeo MiTo o Lancia Delta pu? avere la vettura che meglio corrisponde ai propri desideri ed esigenze. Si tratta di soluzioni semplici da installare e che si integrano perfettamente nell?abitacolo senza compromettere ergonomia, abitabilit?, comfort e sicurezza della vettura. Si affiancano ai comandi di serie consentendo cos? la guida anche a persone senza difficolt? motorie. Inoltre, si possono smontare facilmente e offrono quindi il vantaggio di poter rivendere l?auto sia attrezzata sia come una vettura normale. Infine, sono disponibili molte facilitazioni finanziarie riservate alla clientela diversamente abile. Dal 1995 ? anno di nascita del Programma Autonomy ? Fiat Group Automobiles ritiene che garantire la mobilit? a tutti sia non solo un grande obiettivo morale e civile, un traguardo al quale l?intera comunit? deve puntare, ma anche un fondamentale presupposto dello sviluppo economico e culturale della societ? moderna. Per questa ragione, da tempo si dedica con impegno ed energia ad assolvere quello che, in questo campo, ? il compito specifico di un costruttore automotive. Vale a dire progettare e realizzare soluzioni tecniche capaci di offrire a tutti la possibilit? di usare senza limitazioni di sorta un mezzo di trasporto, sia esso individuale o collettivo. Attivit? che, tra l?altro, ? perfettamente coerente con la pi? vera vocazione di un?impresa, la cui natura ? quella di operare nel mercato e secondo logiche rigorosamente economiche per soddisfare i bisogni umani. E, dunque, per rispondere alle esigenze dei clienti. Di tutti i clienti. Un esempio concreto? Nel 2007, in Italia, sono state vendute oltre 11.000 vetture di Fiat Group Automobiles, secondo i principi del Programma Automomy e pi? di 900 persone hanno usufruito dei servizi offerti dai 18 Centri di Mobilit? presenti sul territorio nazionale. In particolare, nei Centri di Mobilit? si ? accompagnati nell?iter burocratico, legale e tecnico, oltre che in una prima ?prevalutazione? dell?idoneit? al conseguimento della patente speciale (la valutazione vera e propria e il rilascio del relativo certificato spetta sempre e soltanto alle Commissioni Mediche). Merito delle tecnologie e degli strumenti pi? sofisticati messi a disposizione (quale il simulatore di guida) ma soprattutto dei tanti fisioterapisti, istruttori di guida e tecnici che operano in questi centri a titolo completamente gratuito grazie al sostegno di Fiat. http://www.genoasamp.com
  10. La patria chiama? L?Ifi insensibile La cordata costituita da Intesa Sanpaolo per il tentato salvataggio di Alitalia (al momento in cui questo numero di ?Economy? viene chiuso, il buon esito del tentativo appare ancora incerto, ndr) ? stata formata solo da aziende private, la maggior parte delle quali quotate in Borsa, societ? solide con imprenditori credibili che mettono la loro liquidit? e le loro competenze a disposizione del governo, che intende dare un servizio al Paese. Corrado Passera, dopo aver salvato la Fiat con il prestito ponte da 3 mila miliardi di vecchie lire, ha dimostrato la sua stoffa di uomo di principi solidi, rifiutando l?ingresso della Regione Lazio e della Provincia di Milano nell?azionariato di Cai. In questi giorni abbiamo letto molto sui conflitti di interesse dei partecipanti, ma l?interesse ? come il carattere: chi ce l?ha ? sicuramente conflittuale. L?operazione Alitalia ? un atto dovuto sia perch? promessa in campagna elettorale sia perch? oggi ? l?unica soluzione possibile. Il nome Cai ricorda il glorioso e familiare Club alpino italiano e gli alpinisti del Cai non si devono offendere. Infatti, il concetto di ?cordata? ? pi? importante del lock-up: le aziende stanno insieme non perch? obbligate da un vincolo quinquennale di non uscita, ma perch? destinate a diventare il nuovo salotto buono dell?economia italiana. L?alleanza di 18 aziende, legate l?un l?altra da questa corda di sicurezza, mette in risalto un?assenza eccellente: casa Agnelli. Forse sono talmente impegnati a comprare aziende in America e ad accorciare la catena di controllo delle loro finanziarie che, quando il Paese chiama, fan finta di non sentire. Ma se davvero la galassia Fiat ? risanata e tutto funziona alla perfezione, per quale ragione non hanno aderito? Ma sono stati invitati, oppure non erano graditi dagli altri partecipanti? Non essere presenti nella cordata Cai ? stata un?occasione perduta per le finanziarie di corso Matteotti. Quest?operazione sarebbe stata la dimostrazione per i mercati finanziari mondiali dell?avvenuta soluzione dei loro problemi. Vorrei dare un consiglio a John Elkann e cio? che si ricordi di due valori del nonno, patriottismo e senso del dovere, perch? nel business non bastano i numeri, ma ci vuole una dote: la sensibilit?. di Vittorio Rava? http://www.blogonomy.it
  11. Certo. Sulla carta parleranno di diritti d'autore o roba cos?, ma io non ci credo per niente. Ci si entra per farsi le "amicizie giuste". Per non parlare di Geronzi che mette Tronchetti alla vicepresidenza di Mediobanca. Gli Elkann, Tronchetti, Geronzi e Silvio hanno raggiunto un accordo sullo status attuale con Tronchetti fuori dalla gabbia. Se paga, al massimo paga Tavaroli, forse, molto forse, i mandanti mi sa di no. Sullo sfondo per?, Generali e Corriere delle Serva, con Profumo che marca stretto Geronzi. Qualche guerra potrebbe anche esserci in futuro, ma meglio non illudersi. La sinistra, (il potere al momento fuori dai giochi), non vincer? le elezioni per i prossimi 15 anni, e anche se le vincesse si metterebbe subito a disposizione dei padroni/banchieri, quindi anche da quel lato non possiamo aspettarci nessun cambiamento. Johnny B Good Elkann ha l'ultima possibilit? di rimediare (almeno un pochino e con immenso ritardo) al guaio combinato, oppure cercher? di finire il lavoro. Nel caso 1, forse potrebbe quasi salvare la faccia, non tanto con noi ma con gli avversari, nel senso che la mette nel didietro a tutti e si fa vedere davvero forte. (fantascienza) Nel caso 2, (probabile), di fronte agli occhi di molti Juventini diventerebbe una vera m***a, perch? per il 2006 hanno usato un'interista come parafulmine anche se lavorava per loro (Rossi), oggi andrebbe addirittura personalmente a mettere le mani nella commissione Europea. Prima o poi prenderemo le firme che ci mancano e andremo a rompere in galfer, voglio che la sede sia aperta con il presidente di serie C all'interno, CI VOGLIO ANDARE IO A PARLARE COI SERVI DELLA GLEBA. Dovranno capirlo prima o poi che pi? mi fanno inca**are e peggio ?.
  12. Una cosa sola: P-O-R-C-A-V-A-C-C-A! Vabb? ho capito come andr? a finire. Ma io li odier? per sempre, per tutto il tempo che mi resta da vivere in questa vita di *****aa!
  13. Gli arbitri rieleggono Ingargiola "Voter? per il mio amico Lanese..." E' tornato. Pietro Ingargiola ? quel dirigente arbitrale che ai tempi di Calciopoli assistette impassibile mentre Moggi strapazzava Paparesta nello spogliatoio di Reggio Calabria. Non solo: pur di non vedere, si chiuse nel bagno. Ora Ingargiola ? stato eletto delegato sezionale, dal 2008 al 2011, da parte degli arbitri di Marsala. A scrutinio segreto ha preso 71 voti, battendo l'ex guardalinee Bernardone (20 voti). Ingargiola potr? quindi rappresentare gli arbitri del Trapanese alle elezioni dell'Aia, verso fine anno, e ha gi? detto chiaro e tondo che voter? per il suo amico Tullio Lanese, altro elemento di spicco di Calciopoli. "Lanese ci ha ben rappresentato negli anni scorsi e io sono stato eletto perch? gli arbitri riconoscono la mia innocenza". La storia ? stata raccontata, in maniera molto critica (complimenti), dai colleghi del sito Marsala.it. Ingargiola - come detto - ? il dirigente arbitrale che fu presente quando Moggi chiuse negli spogliatoi Paparesta. Era il 6 novembre 2004, Reggina-Juventus 2-1. Vale la pena di trascrivere di nuovo il testo (integrale) dell'intercettazione, un autentico cult di Calciopoli. Ingargiola (rivolto a Lanese): "Cump?, quello che ho visto io in vita mia non l'ho mai vista una cosa del genere, cio? entrano Moggi e Giraudo... Moggi lo minaccia col dito, col dito agli occhi... Tu sei scandaloso, come ? scandaloso il rigore che non hai dato. A Paparesta gli ha detto: con te non abbiamo fortuna, almeno tu sei quello di sempre... io gli ho detto a lui (riferendosi evidentemente a Paparesta): ma tu di queste cose... Dice: acqua in bocca, mi fa, acqua in bocca per tutti... ripeto a me nun me ne frega niente. Io non ho visto e non ho sentito, sono cose vostre...". Lanese: "... problemi vostri sono, ? logico, io non c'ero, io non c'ero..." Ingargiola: "... Io non ho visto e non ho fatto niente, io mi sono andato... quando questi sono andati a minacciare, io sono andato dentro il bagno..." Lanese: "bravo, bravo, bravo". In un'altra telefonata, la stessa giornata, Moggi parla con una donna. Moggi: "Ho chiuso l'arbitro nello spogliatoio e mi sono portato le chiavi in aeroporto... ora li apriranno! Butteranno gi? la porta". Successivamente Moggi al telefono commenta con il giornalista Damascelli: "Sono entrato nello spogliatoio, li ho fatti neri tutti quanti! Poi li ho chiusi a chiave e volevo portare via le chiavi, me le hanno levate, se no le portavo via". Infine quattro giorni dopo Moggi parla al telefono con Lanese. Lanese: "Lo so, non mi dire, cio? io so tutto perch? l'osservatore ? un mio amico e m'ha detto che t'ha visto entrare, cosa gli hai detto, dice io che devo fare? Tu, gli ho detto, non c'ero e ti fai i ca... tuoi. Eh, eh, giusto?". Giustissimo. E infatti riecco il mitico Ingargiola e l'altrettanto mitico Lanese. Ci erano mancati. Ingargiola ebbe solo un'ammonizione dalla giustizia sportiva (il procuratore aveva chiesto un anno di inibizione). Lanese, a forza di sconti, ha avuto solo 12 mesi e ora ? pronto a tornare in sella. Per la verit? prima del suo amico Ingargiola, che gli portava come regali casse di pesce, Lanese era gi? stato "sdoganato" dall'attuale presidente Aia, Cesare Gussoni, che in una riunione alla sede degli arbitri di Catania disse: "Non possiamo non riconoscere i meriti di un mio allievo, che ? stato il primo a dare dignit? di associazione elettiva all'Aia e per questo dobbiamo ringraziarlo. Troppo bravo e forse troppo buono e troppo debole. Per troppa bont? si ? fatto mettere da parte e qualcuno l'ha tradito. Detto questo che se l'Aia ha cominciato a funzionare da sola lo deve ad un siciliano, Tullio Lanese". Una gaffe di cui probabilmente Gussoni, persona per bene, si sar? subito pentito. http://www.repubblica.it
  14. Leggo da CORSERA 17 settembre ? CRONACA DI MILANO, pag 5: ? CONDANNATO L?EX SARTO DELL?INTER ? Domenico Brescia, il sarto della Pinetina, l?uomo che prima di finire in cella per spaccio di cocaina entrava ed usciva dagli spogliatoi e dai ritiri dell?Inter a suo piacimento magari per sistemare al volo i pantaloni e le giacche dei giocatori nerazzurri e soprattutto gli abiti dell?ex allenatore Roberto Mancini (e per consegnare loro le stampelle dove appendere tali abiti n.d.a.), ? stato condannato a otto anni di carcere per traffico di droga?????Il nome del Brescia era salito alla ribalta delle cronache soprattutto dopo la scoperta che le sue telefonate con alcuni giocatori dell?Inter e con Roberto Mancini?..erano state intercettate dai carabinieri ed erano finite per la valutazione sul tavolo del pm Marcello Musso, DOVE DEL RESTO ANCORA GIACCIONO.?
  15. ? 2008-09-16 11:41 MARONI: DA LO MONACO ISTIGAZIONE A VIOLENZA ROMA - Le parole dell'amministratore delegato del Catania, Piero Lo Monaco, nei confronti dell'allenatore del'Inter, Mourinho, sono "un'istigazione alla violenza" e per questo il mondo del calcio deve intervenire. Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, intervenendo all'inaugurazione del primo campionato di calcio dei Vigili del fuoco dedicato alla memoria dell'ex comandante Giorgio Mazzini. "Sono francamente stupito delle dichiarazioni di alcuni dirigenti di serie A - dice Maroni - che sembrano proprio un'istigazione alla violenza. Non ho titolo per intervenire, ma quando un dirigente dice di un'allenatore della squadra avversaria che bisognerebbe bastonarlo sui denti, io mi aspetterei che il giudice sportivo o la Lega calcio o la Figc prendessero immediate decisioni in merito". Per il ministro dell'Interno quello dell'Ad del Catania "? la cosa peggiore che si pu? fare: se un dirigente di una squadra incita alla violenza, anche solo metaforicamente, poi io non mi stupisco se qualche tifoso esagitato mette in atto compartimenti violenti". "Bisogna - conclude Maroni - evitare queste espressioni". BIS LO MONACO SU MOURINHO, DEVE VINCERE O VA A CASA - "Mourinho deve assolutamente vincere, pena un mesto ritorno al suo Paese" e quindi "tra qualche mese sapremo" ma "non credo che il calcio italiano, senza di lui, perder? granch?". L'amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco, torna cos? a ravvivare il botta e risposta a distanza con il tecnico dell'Inter, che ieri aveva replicato alle dichiarazioni del dirigente etneo dicendo di "non conoscerlo". "La prima pagina dei giornali - afferma il dirigente siciliano in una nota - certo non mi interessa. Non la cerco ed ho conquistato tutto quello che ho raggiunto con il lavoro mio e dei miei uomini, gestendo con oculatezza assoluta quanto permetteva il portafoglio dei miei presidenti, certo meno gonfio di quello dei suoi, senza badare alle luci dei riflettori". "Che vergogna - aggiunge Lo Monaco - ostentare il fatto che lui guadagna anche con la pubblicit? e sbattere ci? in faccia a me, ai catanesi e a tutti i piccoli che certamente identifica tutti insieme con la sua insopportabile aria di superiorit? e con il suo disgustoso disprezzo. Inoltre mi chiamo Lo Monaco, non Monaco semplicemente. Sono certo che, d'ora in poi, se ne ricorder? in maniera nitida". "L'Inter, e lo dico con vera convinzione - osserva l'ad del Catania - ha l'organico pi? forte d'Europa. Peccato abbia dimostrato di avere anche l'allenatore pi? chiacchierone del Continente. La sua squadra, fino a prova contraria, ha vinto contro di noi grazie a due autoreti: incredibile la carambola della prima, mai dimostrata la validit? della seconda. Immaginate, a porte invertite, se avessero dato per buono il secondo gol (autogol) al Catania? Per favore, siamo seri, Mourinho! Quello che ho detto a commento della gara lo confermo tutto - conclude Lo Monaco - l'equit? dell'espulsione di Muntari, la nostra sudditanza psicologica e probabilmente quella di qualcun altro, il fatto che lei deve assolutamente vincere, pena un mesto ritorno al suo Paese. Tra qualche mese sapremo. Non credo che il calcio italiano, senza di lei, perda granch?...". LO MONACO 'BASTONATE A MOURINHO, MA SOLO METAFORICHE' - "Nessun incitamento alla violenza ma soltanto un modo di dire colorito siciliano per invitare Mourinho a avere rispetto degli altri". Pietro Lo Monaco, amministratore delegato del Catania, spiega cos? le metaforiche "bastonate sui denti" che, a suo parere, merita il tecnico dell'Inter "per le sue indecorose dichiarazioni del dopo partita" della gara con gli etnei. "Con le sue dichiarazioni - aggiunge Lo Monaco - il tecnico dell'Inter ha mancato di rispetto alla citt?, alla societ? e ai tifosi del Catania. Non ? ammissibile sentire certe cose da un allenatore che guadagna da solo quanto la nostra azienda spende per pagare tutti i suoi giocatori". "Spero che Mourinho - conclude l'Ad del Catania - riesca a ottenere successi anche sul campo in Italia e non soltanto, come e finora accaduto, per le sue dichiarazioni da personaggio che fa comodo ai giornali"
  16. Io non direi. Certo non sono stati a menarsi con bastoni e mazze chiodate, per? gli ospiti (tolto il coautore del libro) sono andati gi? abbastanza secco. Ragazzi, se ci aspettiamo che uno va in televisione a dire "Quella brutta m***a di Tronchetti... ecc" direi che speriamo invano. (almeno per ora) Tavaroli ? andato a fare il luminare dello spionaggio e a vendere il suo fumo, gli altri per? sono stati molto convincenti (DeGregorio Gomez e Mucchetti in particolare). Direi che di cose ne sono uscite, a cominciare dagli sguardi infuocati di Mucchetti, le inquadrature in certi momenti moooooooolto interessanti , la frase finale di Lerner che lascia molto perplessi.... Concordo che non erano i fuochi artificiali, per? non mi lamento.
  17. E con questo cosa vorresti insinuare? Che sono sia quelli di Torino, sia quelli di Milano, che hanno 13 scudetti?
  18. E SU LA STAMPA! ;) ;) Lo ha detto proprio Peter Gomez... .asd I burattinai sanno tutti chi sono.... ;)
  19. Mucchetti ha paura (giustamente), che in caso di patteggiamento del Tava la cosa si sgonfi. Lerner per? ha detto che ? alquanto improbabile che non ci sia almeno un rinvio a giudizio.... Non lo so.... l? a Milano spero abbiano un minimo di senso del dovere...
  20. Anche a me ha dato questa impressione. Per? seguendo la vicenda da tutti gli aspetti credo che sia una linea di pensiero.....alquanto improbabile. Diciamo che di sicuro Telecom prima o poi doveva passare di mano, questo l'ho detto anche io fin dai primi post su questo forum. Per? che quei poteri, per facilitare l'uscita, hanno fatto saltare fuori lo scandalo mi sembra alquanto improbabile. Mucchetti forse voleva lanciare una provocazione....
  21. Jannone segue una sua linea difensiva immagino.
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