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CRAZEOLOGY

Tifoso Juventus
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  1. John Elkann: "puntiamo Alla Champions" ?Da tifoso sono molto contento che Buffon rimanga ancora un anno con noi. E? il pi? grande portiere del mondo e averlo alla Juve ? un grandissimo onore?. John Elkann, presente questa mattina a Vinovo per incontrare la squadra e assistere all?allenamento, ha espresso ai microfoni di Juventus Channel la propria soddisfazione per il rinnovo del contratto di Gianluigi Buffon. Un segnale importante da parte della propriet?, in un momento cruciale della stagione. ?L?andamento ? buono, anche per la classifica ? ha proseguito il vicepresidente della Fiat ? E? stato importante il ritorno alla vittoria nell?ultima partita contro il Genoa. La squadra si ? battuta sempre, spinta da Ranieri, che ha creato un forte senso di gruppo, e da tutti i giocatori: sia da quelli che sono con noi da pi? tempo, sia dai nuovi. Anche l?inserimento di Sissoko ? stato buono e ha gi? dato un grosso contributo?. Ora non resta che lottare sino alla fine, per conquistare quella qualificazione in Champions che anche John Elkann vuole fortemente: ?La squadra ha voglia di vincere e dunque tutte le restanti undici partite saranno preparate e giocate con quello spirito. C?? tanta voglia di tornare in Europa e l?obiettivo di tutti, tifosi e squadra, ? quello della Champions League?. (juventus.com)
  2. Lapo, l'Italia che si transforma di Stefano Fossati In Italia era dato per morto. Finito. Invece nella Spagna di Zapatero, dove i pregiudizi pesano forse meno che da noi, Lapo Elkann ? l'uomo copertina scelto da El Pais, il primo quotidiano del Paese, per il suo magazine settimanale. Due anni dopo lo scandalo a base di coca e trans che sembrava avere definitivamente spento la stella del giovane rampollo di casa Agnelli, El Pais Semanal gli dedica sette pagine di intervista e foto, con il significativo titolo "Rinascere all'italiana". Cos?, se qui ci s'interroga su Veltroni e il nuovo corso di Berlusconi, il quotidiano progressista di Madrid indica in Lapo l'uomo simbolo della rinascita made in Italy. L'uomo che, travolto dallo scandalo e dalla conseguente esclusione dalla Fiat, ? riuscito a reinventarsi fuori dall'azienda di famiglia come imprenditore del glamour con la sua Italia Independent, griffe di abiti, gadget e oggetti di varia natura. Purch? di tendenza. Di certo lui, Lapo, la rinascita se l'? costruita lontano da Torino: ? a New York che si ? ritirato per mesi per disintossicarsi e concepire la nuova avventura. Anche se oggi proclama che la sua collezione ? "pensata, disegnata e prodotta" in Italia: "Lo chiamiamo made in Italy 2.0", dice con orgoglio. E aggiunge: "Io, i miei amici e la gente con cui lavoro vogliamo offrire una immagine giovane e pulita dell'Italia", la cui debolezza dipende da "chi gestisce il Paese, i politici, sono mediocri". Propaganda di un giovane rampollo che si vuole costruire una nuova immagine? Forse. Per? sulla copertina del Pais Semanal, proprio nel weekend in cui Zapatero viene confermato dalle urne, non c'? l'Italia di Berlusconi e nemmeno quella di Veltroni. C'? quella di Lapo. http://canali.libero.it/affaritaliani/cult...kann110308.html -------------------- Fiat: Montezemolo, confermiamo ancora buoni risultati 15/02/2008 14.00 ''C'? la conferma totale per l'ennesima volta dei buoni risultati del gruppo''. E' quanto ha detto Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Fiat, affiancato da Sergio Marchionne, John Elkann e Andrea Agnelli davanti alla sede di Borsa Italiana nel corso di una pausa prima di incominciare i lavori del consiglio di amministrazione del gruppo torinese che si svolger? a Piazza Affari. http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio...chkAgenzie=TMFI
  3. Lettera ai Tifosi della Juventus L?estate del 2006 ha rappresentato per il popolo juventino una sorta di spartiacque tra il sogno di vivere in un paese democratico e la certezza che l?Italia fosse assoggettata ai poteri forti; tra l?abbaglio di vivere in un paese garantista e la certezza che fosse forcaiolo; tra il miraggio che ci fosse libert? d?informazione e la certezza di una stampa di regime; tra l?illusione che la politica fosse indipendente e la certezza che fosse asservita ai poteri economici; tra l?apparenza che certa magistratura fosse libera ed indipendente e la certezza di non vivere in uno stato di diritto. Insomma, l?estate del 2006 ha risvegliato le nostre coscienze di cittadini sopiti. Certo, non tutti i tifosi della Vecchia Signora, condizionati dalla stampa forcaiola, hanno compreso fin dalla prima ora il supplizio ?organizzato? che ci attendeva. Non era facile, altres?, proprio in virt? della tambureggiante campagna mediatica, comprendere chi fossero i veri artefici di quella che, nel momento in cui un tribunale libero ed indipendente confermer? le ragioni della nostra Associazione, sar? ricordata come la pi? grande Farsa ordita in un paese liberale. Sar? un caso che l?Italia ? annoverata tra i paesi ?democratici? con la pi? bassa libert? d?informazione? Il merito della nostra Associazione, orbene, ? stato quello di non aver assecondato tutte le informazioni che ci venivano propinate ad avvalorare la nostra colpevolezza. Gi?lemanidallaJuve nasce il 7 maggio del 2006, al termine della partita Juventus-Palermo. Le parole del massimo rappresentante della famiglia Agnelli, il dott. John Elkann, non ci avevano lasciato indifferenti. Della necessit? di istituire l?Associazione in parola si ebbe conferma, poi, a seguito dello stupore e del senso di smarrimento ricevuto il 5 luglio, allorquando, nel corso del procedimento di primo grado (di fronte alla CAF presieduta da Ruperto eletto contro le regole istituzionali), l?avvocato Zaccone sosteneva la congruit? della Serie B con adeguata penalizzazione. L? esigenza di difendere gli interessi statutari dell?Associazione da me rappresentata si faceva pi? forte quando ravvisavamo la certezza, purtroppo, che la condanna della Juve era scritta ancor prima del sommario processo sportivo. Il procedimento infatti che si stava compiendo era, di fatto, in aperta violazione delle pi? elementari garanzie costituzionali. Per di pi?, a sostenere le nostre preoccupazioni, veniva chiamato a capo della FIGC, con la funzione di organizzare e garantire un processo equo e celere, un ex componente del CDA della societ? degli onesti, nonch? consulente della famiglia Moratti per decenni. Questo stesso signore, al termine degli atti processuali, con una decisione senza precedenti, assegner?, per la prima volta nella storia, uno scudetto a tavolino per meriti morali. Tale decisione ci sembr? quantomeno grottesca in virt? delle condanne penali, elargite questa volta da un Tribunale vero, per il reato di falsificazione di passaporti. Ed e? diventata addirittura esilarante quando in un crescendo rossiniano la seconda squadra di Milano e? stata via via accusata prima di pedinamenti illegali a tesserati, poi di falso in bilancio con tanto di perizia della COVISOC a sostegno delle ragioni della Procura di Milano. Inutile, infine, ricordare quanto affermato da illustri giuristi e da alcuni membri - poi dimissionari - della Corte che fu chiamata ad emettere le sentenze sportive, sulla illegittimit? e sull?assoluta assenza di prove nel procedimento sportivo subito rinominato ?Farsopoli?. Ci sembr?, all?epoca dei fatti, quantomeno dubbio il ritiro del ricorso al TAR, specie dopo aver letto di precedenti sentenze che avrebbero certamente fatto giurisprudenza. Sentenze come la Meca-Medina del luglio 2006, in cui la Corte Europea disconosceva la specificit? dello sport quando ad essere violati erano i legittimi interessi economici delle parti in causa. Senza poi trascurare le dichiarazioni dell?illustre avvocato Dupont (avvocato della Juventus) sulle pagine del quotidiano ?Libero? del 15/07/2006 in cui, senza alcun dubbio, confidava nell?accoglimento dei ricorsi posti in essere. Su La Stampa del 23/12/2007, con doloroso stupore, ho dovuto leggere i ringraziamenti elargiti dal Sig. Blatter nei confronti di Montezemolo per l?opera di mediazione dispensata al fine di ritirare il ricorso ai Tribunali ordinari. Hanno creato in me un senso di maggior astio quando, ripercorrendo mentalmente il periodo citato, rivivevo le fatiche di quell?estate in cui, in giro per mezza Italia, ero all?affannosa ricerca di piccoli azionisti e di studi legali pronti a perorare la nostra causa. ? agghiacciante pensare che, mentre i tifosi juventini si mobilitavano in difesa di un sogno chiamato Juventus, alcuni esponenti della ?famiglia? contrattavano la serie cadetta. Non ? difficile, per i pi? attenti, risalire agli intrecci economico/finanziari dei grandi gruppi industriali. Non che questo voglia necessariamente avere un significato. E non saremo certo noi, che del garantismo facciamo una ragione d?essere, a dire se i chiarissimi rapporti personali tra Tronchetti Provera e Montezemolo abbiano influito sulle questioni che ci riguardano in modo diretto. Di sicuro prendiamo atto che, ad esempio, come riportato da Panorama e da Il Foglio, nel periodo che aveva preceduto le attivit? ?elettorali? per la scelta del Presidente di Confindustria, il vecchio responsabile della Security di Telecom Italia, Giuliano Tavaroli (a riporto diretto del Presidente) si era occupato e preoccupato di proteggere la candidatura del favorito Montezemolo da eventuali attacchi di un gruppo di industriali contrari alla sua elezione. Non si pu? trascurare, inoltre, l?inerzia di alcuni componenti della famiglia Agnelli: il giornale di famiglia e quelli controllati da un grande gruppo editoriale nel cui CDA siede il massimo rappresentate della famiglia ed un ex presidente della Juventus, hanno tollerato, ed in alcuni casi perorato, le accuse gratuite nei confronti della ?nostra Juventus? ancor prima dell?esito dei processi sportivi. Tra queste testate una in particolare, che fa del rosa il suo colore caratteristico e che non osiamo per decenza nominare, dopo averci processato e condannato ancor prima che delle prove fossero portate a supporto, fu premiato dalla stessa Juventus divenendo commercial partner. Chi conosce, per di pi?, le inestricabili e nel contempo misteriose questioni familiari nella citt? sabauda, resta sconcertato sulla campagna mediatica che ha costretto poi ai margini del gruppo industriale un papabile candidato alla guida della Juventus come Lapo Elkann. Una citazione merita, infine, il Codice Etico che i nuovi quadri dirigenziali si sono imposti all?inizio del loro mandato. Un Codice Etico che non ? comunque servito ad evitare la diffusione di dichiarazioni con cui i neo-dirigenti hanno affermato tutto ed il contrario di tutto. Un Codice Etico che non ? servito alla tutela dei piccoli azionisti allorch?, a margine dell?assemblea di aprile 2007, chiamati a partecipare alla ricapitalizzazione, venivano spronati, dall?attuale amministratore delegato a sostenere, con il loro supporto economico, una campagna acquisti utile al raggiungimento degli obiettivi predeterminati, in particolare la Champions League. Concetto ribadito, senza esitazioni, dal Presidente Giovanni Cobolli Gigli all?assemblea degli azionisti del 26/10/2007 (pagg. 124/148 del verbale di assemblea). Somma meraviglia, pertanto, ha suscitato l?intervista rilasciata da Claudio Ranieri, in data 08/03/2008, nella quale afferma che la Societ? gli ha conferito incarico con l?obiettivo del raggiungimento della qualificazione in Uefa. Delle due l?una: o Cobolli Gigli e Blanc hanno mentito agli azionisti in assemblea o Ranieri ha affermato il falso. Se fosse vera la prima ipotesi non vi sarebbero dubbi circa la lesione degli interessi e dei diritti dei piccoli azionisti di una societ? quotata in borsa. Duole infine ricordare quanto pubblicato lo scorso sabato sul ?Sole 24 ore?. Poche righe che ai veri tifosi della Juve suscitano stupore e sofferenza. Si legge, invero, che la IFIL, holding che custodisce le attivit? della famiglia Agnelli, ha conferito, ormai da tempo, incarico di consulente al prestigioso avv. Guido Rossi. A noi non resta che una sola domanda da porre a chi ha avuto la pazienza di leggere quanto sopra esposto: tanti indizi fanno una prova? La prova dell?ingiustizia subita. Giuseppe Belviso ? Associazione Gi?lemanidallaJuve
  4. Guido Rossi consulente Ifil (Tuttosport) L?ex commissario Figc lavora per la famiglia Agnelli in qualit? di avvocato d?affari. Guido Rossi torna sull?orizzonte della Ju?ventus. L?ex Commissario straordinario della Figc, che ha retto la Federazione durante il travagliatissimo pe?riodo di calciopoli, ha infatti fornito una sua consulen?za alle holding della famiglia Agnelli (la Ifil, cassafor?te nella quale ci sono anche le azioni bianconere). Gui?do Rossi ha lavorato per gli Agnelli, nella veste di fa?moso avvocato d?affari (? in assoluto uno dei pi? noti e apprezzati in Italia) e, proprio in qualit? di esperto, ? stato contattato dai proprietari della Juventus. La consulenza risale a un paio di mesi fa. L?avvocato Rossi ? stato chiamato dai vertici dell?Ifil per valutare la fattibilit? o meno di una compravendi?ta. Ovviamente, essendo l?Ifil una societ? quotata in Borsa, vige il top secret intorno al nome della societ? che potrebbe finire nel portafoglio della holding e an?che sull?esito della consulenza, se cio? Rossi ha dato parere positivo o negativo sulla conclusione dell?affare. Se la notizia ha ovviamente creato parecchio scalpore tra i tifosi bianconeri che associano il nome di Guido Rossi alla controversa consegna del 29 ? scudetto della Juventus all?Inter (quello relativo alla stagione 2005/ 06), all?Ifil non si registra nessun imbarazzo a riguardo. Rossi, d?altronde, ? uno dei mi?gliori avvocati d?affari in Italia. Tuttavia, la notizia, rimbalzata dalle colonne del Sole 24 Ore di sabato ai forum e alle di?scussioni on line dei tifosi bianconeri, ha generato qual?che malumore e qualche perplessit? sull?opportunit? che i padroni della Juventus si rivolgano proprio a lui, che non ? certamente amato dai tifosi bianconeri. --------------------------- Solo noi, solo noi, l'avvocato Guido Rossi l'abbiamo noi 11 Marzo 2008 Fabio Tamburini, sul Sole 24 Ore, svela che "da tempo" il vertice del gruppo Fiat ha un consulente d'eccezione, l'avvocato Guido Rossi, il quale sta lavorando ai piani di riassetto societario delle holding di casa Agnelli. A scavare pi? in fondo, come ? stato evidente fin dal primo giorno di calciopulitopoli (lo scandalo politico-economico-giudiziario gestito da Guido Rossi e da Torino) la consulenza andrebbe fatta risalire all'estate del 2006. Christian Rocca
  5. mettiamolo anche qui che lo archiviamo. La crisi Fiat e la consulenza di Guido Rossi, chi lo dice alla Juve? di Liborio Butera La notizia ? di quelle che fa veramente sorridere, l'ha riportata il Sole 24 Ore di ieri, 8 marzo, se non avete gi? gettato il giornale, la trovate a pagina 12. Com'? noto il quotidiano si occupa di economia e l'articolo che vi segnalo ha come oggetto la Fiat e il titolo ? "Fiat, la caduta in borsa e il dilemma auto" a firma di Fabio Tamburini. Come si pu? intuire, tratta il momento delicato che sta attraversando la casa automobilistica torinese e qui francamente c'? poco da ridere, anzi. Scorrendo il pezzo e giungendo verso alla fine il giornalista conclude, giustamente, ponendosi degli interrogativi, ma con una sorpresa finale: per il rilancio della FIAT occorre ? come riporta l'articolo ? "rivedere l'intera catena societaria, che parte dall'accomandita di famiglia e arriva alla Fiat. E' ancora adeguata? Oppure occorrono ritocchi pi? o meno sostanziali? Domande a cui occorrono risposte all'altezza, cosi come sono all'attenzione interventi sulla governance." Domande, dunque, che necessitano di una risposta adeguata e proprio per questo il gruppo torinese si sta avvalendo della professionalit? di uno dei consulenti pi? preparati del Paese, che in passato ha contribuito al risanamento di molti gruppi, si tratta nientepopodimeno che di Guido Rossi, si, proprio cos?, l'"acerrimo nemico" dei tifosi bianconeri che lo hanno accusato di aver mandato la Juve in B e di essere il braccio armato di Moratti e dunque dell'Inter. A questo punto rimane un interrogativo: a questi "ultr?" chi glielo dice? ? 2008 Copyright Comincialitalia.net
  6. Comunicato interno. John Lapo e Luca hanno 13 scudetti e non 22. 13 sono esattamente gli scudetti regolari (quasi) che ha l'Inter, visto che gli ultimi due sono illeciti. Lapo Luca e John TIFANO INTER. (gatti volpi et similia manco li considero.... .loffa ) eddai su... ancora a 'sti livelli siamo? Gobbacci, mi volete fa arrabbi?.... mannaccia ?!
  7. ovvio, lo so, ma in base a come l'avevi messa tu, sembrava che Gianni dovesse quasi trovare una scusa per giustificare le sue scelte..... (questo si leggeva da uno dei tuoi post, e io a quello rispondevo) Neanche io credo molto a questa versione, e non mi interessa nemmeno un p?. Come sai io il tab? sull'avvocato l'ho rotto da un pezzo. Ci sono molte cose che non mi quadrano, per? (come ho gi? detto) l'avvocato che va a vedere Rimini-Juventus tutto orgoglioso di essersi ripreso la Juventus, io non ce lo vedo proprio. (e tu mi sei sembrato d'accordo) La via non era questa per toglierli di mezzo, e la vicenda di Lapo secondo me ne ? la prova lampante.
  8. bhe... Cuccia era oggettivamente una potenza, questo ? assodato. (ora c'? Geronzi al suo posto.... [che poi hai notato che Geronzi fa rima con.... con... con.... vabb? non mi ricordo pi?. ] ) Diciamo che le osservazioni che fai tu sono valide per la pubblica opinio ma tra i due fratelli credo che fossero inutili. Io non me lo vedo l'avvocato che arriva a casa e dice a Umberto: "Huey! Umbi! ma sai che cavolo ? successo oggi? Sono andato a Milano a pavlare con Cuccia e gli ho pvoposto di piazzavti a capo della Fiaz, e lui ha detto: No, no. Non se ne parla neanche. Io ho insistito, ho cevcato di esseve simpatico.... cos? vesto io a fave il capo v?, senno Envi chi lo sente! Un vompicoglioni che non ti dico.... Vabb? tu vai pure al mave che qui ci vesto io." Secondo te Umbi ci avrebbe creduto?
  9. Ricambio saluti e complimenti, perch? credo che spesso sia pi? difficile leggere che scrivere.... sapere che nessuno in questa parte del forum lavora per niente ? positivo, sapere che sono molti che si interessano e hanno la voglia di leggere fa piacere....
  10. La Juve in B con l'avvocato non ci sarebbe mai andata, e il motivo ? presente proprio nelle vostre riflessioni. Al massimo avrebbe voluto riprendersela..... questo ? possibilissimo, ma l'avvocato a vedere la partita col Rimini.... Non avrebbe mai permesso. Poi riparleremo presto anche della faccenda di Lapo, perch? c'entra moltissimo in questo discorso. (appena risolvo alcune pratiche al lavoro che mi stanno rubando del tempo prezioso [uffa] )
  11. pi? o meno. Ricordiamoci che il caso Doping alla Juve, ? nato quando l'avvocato era ancora vivo... e poi tutti i soggetti (Gabetti Stevens John Lapo Luca) che ci hanno ammazzato, erano tutti fedeli all'Avvocato... La puzza c'?. Per? sono sicuro che (anche se cos? fosse) la B non ci sarebbe mai stata.
  12. dunque, oltre a me e alf24, c'? anche altra gente che comincia a sospettare che l'Avvocato....
  13. Caro alf24, Resta il fatto, per me chiarissimo, che l'avvocato non avrebbe mai fatto le cose che sappiamo, nel modo che sappiamo. Si sarebbe trovata un'altra via. Ricordiamoci che Giraudo e Moggi sono solo due pesciolini per gli squali dell'alta finanza.... mettere in piedi un baraccone di queste dimensioni per toglierli di mezzo... ? grossolano. non quadra.
  14. Bilanci Juventus: indagato Grande Stevens (ANSA) - TORINO, 3 MAR - L'avvocato Franzo Grande Stevens e' indagato dalla procura di Torino nell'inchiesta sui conti della vecchia gestione della Juventus.Il legale e' stato presidente del club (oggi, con il nuovo management, ne e' presidente onorario). Gli accertamenti dei magistrati si innestano su quelli legati alle cosiddette plusvalenze realizzate sulla compravendita dei giocatori, ma riguarderebbero un episodio specifico: la cessione del 27% della societa' Campi di Vinovo al costruttore Girardi. ---------------- COME AGNELLI AZZOPP? DE BENEDETTI: ?IO SONO IL CERVINO, VOI LE PREALPI? L'OPA ALLA SGB FALL? PER UN PUGNO DI VOTI: DECISIVE LE MOSSE DEL RE FIAT NON POTEVA SOPPORTARE DI ESSERE DETRONIZZATO ? ?IO, GENIO-co****ne? Paolo Madron per il Sole 24 Ore Giugno 1988. Carlo De Benedetti se ne sta rinchiuso nella sua camera d'albergo a Bruxelles, sommerso da un mare di carte. Si prepara alla resa dei conti dell'indomani, quando lui e la Compagnie de Suez conteranno le azioni della Soci?t? G?n?rale de Belgique in loro possesso. ? l'epilogo di un appassionante testa a testa durato per mesi. A un certo punto squilla il telefono. A chiamare ? Gianni Agnelli. ?Caro Ingegnere, come sta? Volevo dirle... Guardi che ha perso?. De Benedetti non fa una piega: ?? probabile, Avvocato?, risponde gelido. ?No, non ? probabile. ? sicuro. Etienne Davignon non possieder? la sua abilit? finanziaria ma mi ha detto che le addizioni le sa fare e lei non ha scampo ?. Davignon aveva ragione: alla conta del giorno dopo fu 51 a 49, nonostante tutti gli italiani presenti si fossero illusi che l'Ingegnere avrebbe compiuto il miracolo di trovare quel pugno di azioni mancanti per ottenere la vittoria. ? la fine di un sogno, il sipario che cala sulle ambizioni del presidente di Olivetti, il Condottiero come lo avevano definito i giornali stranieri, partito lancia in resta per comprarsi, cos? titol? Repubblica salutando l'impresa, ?un terzo del Belgio?. ?De Benedetti si compra un terzo del Belgio ?. Un terzo del Belgio? E che mai avr? fatto Carlo De Benedetti per insidiare in questo modo l'autonomia di un Paese sovrano? Siccome quel titolo campeggiava a nove colonne su Repubblica, e Repubblica era il giornale dell'Ingegnere, l? per l? nessuno ci dette troppo peso. Sar? un'esagerazione, una spacconata, l'ennesima compiaciuta iperbole che il quotidiano fondato e diretto da Eugenio Scalfari si era inventato per celebrare le gesta del suo editore-padrone. Un terzo del Belgio? Quel titolo cos? enfatico costrinse comunque i cronisti in una fredda mattina del gennaio 1988 ad andare a vedere cosa mai fosse questa Soci?t? G?n?rale de Belgique su cui l'allora presidente dell'Olivetti aveva messo gli occhi. Era successo che, tanto felpatamente da non lasciare traccia alcuna, ne avesse rastrellato quasi un 20% e si stesse preparando a comprare il resto. Soci?t? G?n?rale de Belgique, acronimo Sgb, oggetto misterioso: mai sentita. All'indomani dell'annuncio frotte di cronisti milanesi stazionavano nell'ufficio di Claudio Dematt?, allora rettore della Bocconi e forse il pi? internazionale degli economisti, in cerca di notizie. ?Professore, davvero con questa roba De Benedetti si compra un terzo del Belgio??. Meraviglia, sorpresa. Dalle nebbie dell'ignoranza emerse un tesoro nascosto, un vaso di pandora che aveva dentro di tutto: petrolio, energia, miniere, banche, assicurazioni, compagnie marittime, fabbriche d'armi, distribuite su un dedalo di oltre mille societ?. ?Madonna, questa ? peggio dell'Iri?, comment? allora qualcuno di fronte al fitto reticolo di aziende che si dipanava al di sotto della holding. Vuoi vedere che all'Ingegnere ? riuscito il colpaccio maestro? Occorre sapere che,all'epoca, De Benedetti era il pi? internazionale degli industriali italiani. Pi? di Leopoldo Pirelli, la Comit e le Generali, che come lui si erano imbarcate in una serie d'avventure Oltralpe (tutte poi finite male). Persino pi? di Gianni Agnelli, che di internazionale aveva s? un grande intreccio di amicizie e rimandi, ma i piedi e la testa l'aveva saldamente a Torino. Da dove, dalla sua villa in collina, ogni domenica mattina chiamava il vicino che per cento giorni era anche stato suo dipendente in Fiat sfottendolo amabilmente: ?Che fa Ingegnere, l'Italia le va stretta??. In effetti, sembrava che per le ambizioni di De Benedetti, che parlava un ottimo inglese ed era coccolato dal Financial Times, il Paese fosse troppo angusto. Possedeva l'Olivetti, ci aveva appena portato dentro con colpo ad effetto gli americani di At&t, ma non gli bastava. Bisognava allargarsi, guardare fuori, perch? s'intuiva che di l? a poco il vero teatro della competizione sarebbe stato l'Europa. Allora via all'espansione oltreconfine, prima con la Cerus in Francia, dove aveva appena preso con il beneplacito dell'establishment il controllo della Valeo. Poi con la Cofir in Spagna e la Cofinec in Ungheria. Passo dopo passo, voleva costruire un mosaico di holding internazionali di cui la Sgb avrebbe dovuto essere lo snodo cardine, il tripudio finale. Cos? gli aveva suggerito Alain Minc, allora suo gran consigliere, un ragazzetto brillante con la faccia da professorino che la sa lunga, bravo a pensarle ma molto meno a farle, avrebbe poi detto di lui quando, dopo l'avventura belga, i rapporti si interruppero burrascosamente (per la cronaca, oggi sono ancora in causa per una storia di appropriazione indebita). A quel tempo De Benedetti era la mente e il giovane, supponente Minc il braccio. E la Sgb una, Vieille Dame dormiente sotto la protettiva ala della famiglia reale, preda ghiotta per chi ci avesse messo gli occhi addosso osando un po' di sfrontatezza. Fu cos? che con quel 20% messo da parte senza colpo ferire De Benedetti si present? da Ren? Lamy, presidente della Sgb, con la sua brava scatola di cioccolatini Peyrano sotto il braccio. Voleva fare la persona trasparente, voleva che ancora una volta non si sparasse addosso al solito italiano che entra in casa senza chiedere permesso e si comporta da cafone. Non l'avesse mai fatto, perch? quella cortesia gli sarebbe costata la pelle. La signora ? vecchia e addormentata, il suo presidente non ? un fulmine, ma capisce al volo che sta rischiando la poltrona. Quando De Benedetti esce da casa sua con il boccone della cena di traverso, Lamy riunisce di gran fretta i consiglieri d'amministrazione e vara un aumento di capitale per rendere pi? ostica la scalata. Tra loro chiama subito quello pi? in vista, Etienne Davignon, un boiardo a cavallo tra la finanza e la politica, visto che era stato capo di gabinetto di Paul-Henri Spaak e vice presidente della Commissione europea, e gli chiede aiuto. Il barone capisce al volo che il povero Lamy da solo non ce l'avrebbe mai fatta a tirarsi fuori, ma che bisognava procurarsi un cavaliere bianco e una buona banca per alzare le barricate. Il primo lo trova a Parigi, in quella Compagnie de Suez di cui, ironia della sorte, lo stesso De Benedetti ? amministratore. Il secondo glielo suggerisce Gianni Agnelli: ?Caro Etienne, chiami il mio amico Michel- David Weill alla Lazard. ? l? che non vede l'ora di darvi una mano?, gli dice l'Avvocato. Ma cosa c'entra Agnelli e perch? mette becco in una vicenda che non lo riguarda, e lo fa per di pi? mettendo i bastoni tra le ruote al suo vicino di casa? Perfida ammirazione, ecco cosa lo spinge. Quando i telegiornali aprono con la notizia della spedizione in Belgio, l'allora presidente della Fiat non si nega: ?Quello di De Benedetti ? un gran colpo di teatro? commenta. Da allora, gli telefona ogni giorno di prima mattina: ?Che fa Ingegnere, l'Italia le va stretta? E quante azioni ha comprato oggi? Per? stia attento a non fare il passo pi? lungo della gamba. E soprattutto si ricordi quel che dice Cuccia: io sono il Cervino, voi le Prealpi?. Per tutta risposta De Benedetti, non meno immaginifico, a quanti gli chiedevano se puntasse a scalzare la supremazia dell'Avvocato rispondeva perfido che no, Agnelli era il Re Sole e lui soltanto un borghese, ben sapendo che fine orrenda era toccata alla monarchia di Francia. Sta di fatto che in Belgio successe di tutto, e visto che non esisteva una legge sull'Opa fu caccia aperta e molto borderline alle azioni Sgb in circolazione. In un certo senso, a De Benedetti capit? quel che occorse a Mario Schimberni quando si lanci? all'assalto di Montedison: tutti i pacchetti di azioni, anche i pi? piccoli, risultavano decisivi per una battaglia che si combatteva sul filo di risicatissime maggioranze. E quando si combatte all'ultimo sangue, non si esita a vendere l'argenteria di casa pur di incamerare munizioni buone per comprare. In quell'occasione, l'Ingegnere impegn? l'argenteria di famiglia pur di far sua la posta, e perse sul filo di lana: 51 contro 49, dopo aver rifiutato, per insipienza di Minc, un pacco di azioni fiamminghe di Sgb che, se pur comprate a quattro volte i prezzi di Borsa, gli avrebbero consentito di aggiudicarsi la partita. In quei mesi la sua popolarit? era all'apice, i giornali di mezzo mondo lo chiamavano il Condottiero, e lui non si negava uscite ad effetto che i giornali prontamente rimbalzavano: ?Sono venuto a fischiare la fine della ricreazione? disse baldanzoso dopo uno dei suoi tanti sbarchi a Bruxelles, citando De Gaulle e facendo la gioia dei giornalisti al seguito che gi? si ritrovavano il titolo bell'e fatto. Ed era una continua spola tra Bruxelles e Parigi, dove Jacques Delors e il suo capo di gabinetto Pascal Lamy lo chiamavano per sentire cosa pensasse di Europa e di liberalizzazioni. E di telefoni, visto che lo standard Gsm muoveva i primi passi e De Benedetti qualche idea e ambizione nel settore ce l'aveva. Presi dal turbinio e dai colpi di scena della battaglia con Suez, a nessuno pass? mai per la testa di chiedergli cosa volesse farsene di questa benedetta Sgb una volta piantataci la sua bandiera. Lo rivel? solo molti anni pi? tardi, quando oramai la vicenda era un lontano ricordo. La sua intenzione era quella di vendere tutto, miniere, banche, assicurazioni a quant'altro, e di tenere solo Electrabel, l'azienda elettrica. Corsi e ricorsi, la stessa con cui poi avrebbe stretto un'alleanza in Sorgenia. E ad essa avrebbe affiancato una holding nuova di zecca, Electratel, che sarebbe diventata quel che poi fece con Omnitel, capofila di tutte le attivit? di telefonia mobile. Insomma, di tutto quel coacervo di societ? De Benedetti voleva cavar fuori quel che pi? aveva margini di sviluppo, il resto mollarlo tutto. Esattamente come poi fece Suez, con una mossa che di fatto segn? la sparizione dieci anni dopo della Vieille Dame come holding. Solo che, potendo, lui lo avrebbe fatto quindici anni prima. L'avventura belga si concluse con un'infuocata assemblea nel giugno dello stesso anno, il 1988. Per l'occasione fu montata a Bruxelles una struttura ad hoc, un tendone bianco per contenere la straripante folla di osservatori e partecipanti. Su un improvvisato tavolo erano schierati tutti i maggiorenti della Sgb, a partire da Lamy e Davignon, con in bocca la sua ineffabile pipa. Per Suez c'erano il presidente Renaud de la Geni?re,l'ad Gerard Worms,e il direttore generale Patrick Ponsolle, oggi Pdg di Eurotunnel, e Jean Antoine Galignani, allora numero uno della banca Indosuez, che ora ritroviamo nei panni di commissario che marca a vista Daniel Bouton nella mal ridotta Soci?t? G?n?rale. Insomma, una bella galleria di enarchi. L'Ingegnere era solo in mezzo alla platea. Poco distante da lui Gianluca Braggiotti, fratello di Gerardo, allora manager Olivetti. A un certo punto si alz? e cos? inizi? il suo discorso: ?Mi chiamo Carlo De Benedetti, e sono un industriale torinese...?. Discorso di commiato, perch? sapeva bene ci? che tutti sapevano: che la battaglia era persa, che il sogno di conquistare un terzo del Belgio era tramontato, e che d'ora in avanti avrebbe dovuto lottare con tutte le sue forze per cercare di uscire da quel pantano dove stava immerso fino al collo. La sera prima lo aveva raggiunto nella sua camera d'albergo di Bruxelles la solita telefonata di Agnelli: ?Che fa Ingegnere? Volevo dirle... Guardi che ha perso??. E lui: ?? probabile, avvocato?. ?No, no, ? sicuro. Davignon non possieder? la sua abilit? finanziaria ma mi ha detto che sa fare le addizioni e lei non ha scampo?. L'antipatico Davignon aveva ragione: alla conta del giorno dopo fu 51 a 49, nonostante tutti gli italiani presenti si fossero illusi che l'Ingegnere avrebbe fatto il miracolo, e che nottetempo quel pacchetto di azioni Sgb in mano ai fiamminghi fosse finito dalla sua parte. Tout s'Etienne, e di l? a poco, ricompensa per il buon lavoro svolto, Davignon fu accolto in pompa magna nel consiglio d'amministrazione della Fiat. Agnelli, rassicurato e compiaciuto, continu? per molte domeniche a telefonare al suo vicino di casa senza venir mai meno all'irrinunciabile sfott?: ?Che fa Ingegnere? Si ricordi che io sono il Cervino, e voi le Prealpi?. De Benedetti sud? quattro camicie, blocc? su ogni minuzia il cda della Sgb tanto che a un certo punto, pur di levarselo di torno, quelli di Suez liquidarono il suo 49% pagandolo pi? di quanto avesse speso, ma smise per sempre i panni del Condottiero e torn? ad occuparsi di Olivetti e Repubblica. Adesso, che ? tutto cos? lontano, che molti dei protagonisti di allora non ci sono pi?, e Neige, Neve, la figlia di Rodolfo che lo ha reso per la prima volta nonno proprio in piena campagna belga ha compiuto vent'anni, l'Ingegnere parla con distacco di quell'avventura. Con gli amici che proprio di recente gli hanno chiesto una commemorazione di quegli anni ? stato lapidario: ?Sono stato un genio nell'ideazione, un co****ne nell'esecuzione?. A quasi 74 anni, con quel sano distacco dalle cose che solo la conquistata maturit? ti sa dare, in fondo ci si pu? anche dare del genio-co****ne, ossimoro apparente. E sorridere. (pubblicato su Dagospia)
  15. si. Anche se quella vicenda tocca aspetti vari... ma io credo che sia uno dei cardini di calciopoli. Cmq sto preparando il vol.4 della propriet? colpevole e prima o poi ne riparleremo.
  16. ? 2008-02-21 14:03 Montezemolo: con petrolio Pil +0, 3% Almunia: Italia non pensi solo a controllo deficit (ANSA) - ROMA, 21 FEB - 'Abbiamo accolto senza stupore la revisione al ribasso della crescita italiana, sara' ancora minore se il prezzo del petrolio non scende'. Cosi' il presidente di Confindustria, Montezemolo commenta i dati sul Pil italiano dell'Ue. Se il petrolio si manterra' sopra i 90 dollari - ha sottolineato -sara' piu' vicina allo 0,3% che all'1%'. Almunia invita il nostro Paese a non guardare solo al deficit, ma anche all'abbattimento del debito e della spesa pubblica e all'incremento della produttivita'.
  17. due se. -se n?1, nel caso uscissero dalla Champions sarebbe solo la dimostrazione che sono perdenti dentro. -se n?2, nel caso intervenisse Napo il signor Mancini si farebbe la doverosa gabbia perch? SAPEVA TUTTO. Logicamente speriamo entrambe, ma mi sa che ? solo la prima la pi? probabile.
  18. Ciao Draghissimo, e di Lapo che ci dici, che ci dici? ? invalido secondo te? che ci dici? perch? io al bar stamani ho raccontato sta cosa a uno che mi ha detto: "e certo no! certo che ? invalido!" e poi ha fatto uno sghignazzo. Io ho sorriso per un attimo, ma poi mi ha preso un p? di tristezza. Ma dove siamo andati a finire? Ma chi cavolo sono questi? Ma di che gente siamo circondati? Questi poi fanno anche la morale agli altri... Hu?, sono anche giovani, non ce li togliamo pi? dalle balle.... Napoleone che fine ha fatto? Dio esiste, ma dov'? finito? Ma l'Italia non ? una democrazia? Non c'? un cavalcavia per tutti? Oh madre de Dios! Che bruttta mattinata che sto passando....
  19. LAPO E' INVALIDO? "Striscia la notizia" del 19-02, hanno fatto vedere un servizio su Lapo, che veniva sorpreso da un paparazzo ad usufrire di un percheggio per invalidi davanti ad un ristorante milanese. Fin qui i fatti , ma lo scandalo st? nel fatto che il paparazzo ha proposto le foto a tutti i settimanali di gossip italioti e nessuno ha voluto pubblicare la notizia. Strano no?
  20. ? 2008-02-19 19:05 Fiat: a Montezemolo 7 mln compensi Dati bilancio: a Marchionne 6, 9 mln, a John Elkan 582. 550 euro (ANSA) - TORINO, 19 FEB -Nel 2007 al presidente della Fiat, Montezemolo, sono andati compensi per 7,083 milioni di euro. E' quanto emerge dal bilancio del Lingotto.I compensi dell'amministratore delegato Marchionne sono stati di per 6,906 milioni. Il vice presidente John Elkann ha ricevuto compensi per 582.500 euro.
  21. Penso che il Pd ? nella cacca, dunque ? cominciata la campagna aquisti. Per? invece di farla all'interno di chi in parlamento c'? gi? stato, si cercano volti nuovi da presentare/vendere all'opinione pubblica. Credo che poi il Montezuma si tuffer? un p? pi? sul morbido, diciamo cos?, nel senso che se si candidano molti imprenditori ecc.... "Bhe avevo detto che non mi candidavo.... per? visto lo sforzo e l'impegno di molti imprenditori Italiani volenterosi, ci ho ripensato. Sono disponibile anche io a mettere il mio impegno e le mie capacit? per il bene del paese. Rottameremo l'Italia. Metteremo un cavallino rampante sul cuore del popolo Italiano. I treni ad alta velocit? uniranno il nord e il sud, e andremo verso il futuro con grandi prospettive. Riformeremo i ministeri mettendoci persone competenti al loro comando.... Metteremo il wireless in senato e alla camera. Faremo di voi dei perfetti cittadini che pagano le tasse onestamente senza evadere. Abasseremo le tasse alle imprese, che si devono risollevare, e nei casi in cui risulter? utile faremo in modo di dare una mano, come in Telecom. Insomma..... fatevi i fatti vostri lasciateci fare e non rompete le balle, altrimenti vi intercettiamo, vi pubblichiamo, vi sputtaniamo, e vi inchiappettiamo. SONO STATO CHIARO BRUTTE CACCHE?" e il popolo: "Si padrone si.... Per carit?. Obbedienti siamo."
  22. Sono triste, gli ominidi sta settimana non hanno rubato come fanno di solito... l'auricolare preventivo si deve essere danneggiato. Appena comincia la Champions ci facciamo quattro risate. Intanto "Luca fave di fuca" gioca a fare l'uomo onesto e affidabile. Bleah!
  23. ? 2008-02-18 13:59 Marchionne, la 500 va bene Ma non ci sara' nessun ampliamento fuori la Polonia (ANSA) - TORINO, 18 FEB - 'La 500 va bene, ma non prevediamo un ampliamento della produzione fuori la Polonia'. Lo ha detto Marchionne, amministratore delegato Fiat. Marchionne ha parlato alla presentazione della sede dell'Abarth, a Mirafiori. 'Abbiamo 154 mila ordini', ha aggiunto, sottolineando che sono stati mantenuti tutti gli impegni assunti nel 2004 per Mirafiori e che a meta' marzo saranno aperti gli uffici direzionali della New Holland, con 200 persone provenienti da Inghilterra e Francia. ------------------------ ? 2008-02-18 15:29 Montezemolo: ok incontro sindacati No a giochetti, serve un nuovo pattriotismo (ANSA) - CREMONA, 18 FEB - L'incontro annunciato per oggi tra Confindustria e Sindacati sulla riforma dei contratti e' segno che 'una stagione nuova e' possibile'.Lo ha detto il presidente di Confindustria Montezemolo. Ma Confindustria - ha precisato - non accettera' 'giochetti o tattiche dilatorie'. 'Gli interessi delle imprese - ha spiegato - e quelli dei lavoratori sono gli stessi. Serve un nuovo patriottismo - ha aggiunto - perche' con tanti italiani in giro per il mondo, rischiamo che 'non ci sia l'Italia'.
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