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Ghost Dog

Tifoso Juventus
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  1. The greatest sporting event ever sold THE SUNDAY TIMES 01-06-2014 In 11 days’ time the World Cup — which vies with the Olympics as the globe’s biggest sporting event — will kick off in Sao Paulo. Hundreds of millions of fans will tune in for the month-long festival of football in Brazil. They will be hoping for exciting games with plenty of goals. They will be expecting fair play. Today we reveal unequivocally that Fifa (the Fédération Internationale de Football Association), world football’s governing body, has been presiding over foul play off the field. A huge cache of documents leaked to The Sunday Times, containing hundreds of millions of files, reveals the true story of how the 2022 World Cup was awarded to Qatar. They show beyond doubt that the World Cup was bought for Qatar by means of large-scale bribery and corruption. Qatar cannot be allowed to continue as host of the World Cup. Mohamed bin Hammam, who four years ago was Qatar’s senior football official and the vice-president of Fifa, secured the votes of some Fifa members, particularly in Africa, with illicit payments from slush funds. These payments individually amounted to hundreds of thousands of dollars. Lavish junkets were laid on at which further cash was on offer. The World Cup went, not to the best bid, but to the bid backed by the biggest pile of corrupt backhanders. A total of $1.65m (£990,000) was funnelled into bank accounts controlled by Jack Warner, the influential former Trinidad and Tobago head of Fifa’s confederation for the Caribbean and the Americas. The fact that there was something suspect about Qatar’s bid was known, even aside from the bizarre nature of a decision to award the tournament to a country where summer temperatures hit 50C. We reported illicit payments to secure the bid three years ago. Today’s revelations, and the accompanying documents, reveal the sheer scale of the corruption that lay behind the decision. They also reveal the unhappiness within football about the current state of affairs. Qatar has much to be proud of. The world’s richest country, on a per capita basis, used its oil and gas wealth to establish itself as a hub in the Middle East. Its sovereign wealth fund, the Qatar Investment Authority, is a successful investor around the world, including in Britain. But the ruling Al-Thani family, who saw the awarding of the World Cup as icing on the cake of Qatar’s success, must now surely see it as a national embarrassment. Our revelations mean it is time to draw this farce to a close. When Fifa’s representatives gather in Brazil for their annual congress on the eve of the World Cup, they should order a rerun of the vote for the 2022 competition. To proceed with Qatar, after all we know about the circumstances of its winning bid, would be an appalling dereliction of duty by the authorities. Before the vote is rerun, there has to be a root and branch reform of Fifa. The Qatar episode reveals an organisation desperately in need of transparency and honesty, where bribery is stamped out, not swept under the carpet. As a first step, that means limited terms of office for members of Fifa’s key committees, full published details of remuneration and an outright ban on gifts and favours. That it should be necessary to call for this in the 21st century is itself extraordinary. Finally, Sepp Blatter, the Fifa president, has to go. When in 2011 The Sunday Times first reported on illegal World Cup payments, we said he should not be re-elected. At that time, bizarrely, his main rival was Mr Bin Hammam, until he was forced by our revelations to stand down. Mr Blatter, only the second president of Fifa in the past 40 years, clung on. He presided over this most tainted of bids. If ever an organisation needed a new broom, this is it. Mr Blatter has to go.
  2. Dopo gli attestati di stima ricevuti da Gattuso me l'aspettavo anch'io, però... In Italia dopo due anni non s'è risolto nulla. Di scommesse illegali siamo stati sommersi, a parole, ma nei fatti non ci sono state cure sportive né condanne penali esemplari finora. Se ci sono ancora queste preoccupazioni in Serie B significa che la situazione non è poi così migliorata. In Inghilterra, appena sfiorati dallo scandalo, ma in realtà preoccupati da recenti casi di ludopatia conclamati (e dunque scommesse legali) la Football Association sta marciando verso il divieto assoluto di scommesse su qualsiasi partita di calcio (anche dall'estero) per i suoi tesserati (vedi mai che ad es. Vidic informi l'ex compagno Rooney sulle dinamiche interiste ed a Wayne passi per la testa di scommettere qualche sterlina...). Ovviamente ai "malati cronici" come Mauri resterebbero altre possibilità, come il basket NBA. In Italia speriamo ancora nel nuovo Codice di Giustizia Sportiva e nell'allontamento definitivo della piovra Palazzi.
  3. Sorry. E' solo un estratto dal libro di A.Pirlo per la promozione della pubblicazione in UK.
  4. Non c'è niente da fare. Due giornalisti (ok, uno in realtà) scrivono per la stessa testata. Il quotidiano in questione sposa una linea ben precisa ed autorizza l'uscita di un pezzo infame. L'altro, il vero giornalista, è costretto dagli eventi a commentare sulla sua pagina web. Mi arrendo... per me il giornalismo su Farsopoli finisce qui. Il kalciomarcio continua per altre malefatte. P.s. Nel 2011, subito dopo la sentenza di primo grado vs. Moggi & co. , lo stesso quotidiano ebbe la decenza di confrontare le opinioni di Travaglio, Beccantini e Beha. Oggi passa la linea travaglista, più becera e volgare che mai... carissimi auguri al quotidiano per la quotazione in Borsa.
  5. Noblesse oblige! Tornano a firmare assieme un articolo-farsa due comici della carta e si sorride per le citazioni assortite (quella sul "lavoro certosino" del Di Laroni è stupenda: l'analfabetismo di ritorno di questi giudici è esemplare dello stato pietoso del processo in cui si sono comodamente adagiati).
  6. Esatto! A Torino ci sono autorità talmente ligie al dovere che potrebbero essere accusate di discriminazione territoriale da omologhe nullafacenti: vedremo a breve come si rapporteranno con quelle di Firenze notoriamente più dedite alla goliardia.
  7. Lo stesso questore segnala però che per le altre città non può garantire gli stessi risultati. Ci si attiva in maniera tifosa o civile? Molti addetti ai lavori son prontissimi ad invocare e denunciare l'imbarbarimento ma quando si tratta di affondare i colpi son bravissimi a porre l'accento su problemi burocratici, logistici o prudenziali.
  8. A parte il campanilismo imbecille (ved. discriminazione territoriale) tra le stesse testate giornalistiche italiane che si può agevolmente notare sfogliando quotidiani di Napoli, Roma, Firenze, Milano, Torino etc. a questo punto mi domando come mai non siano vagliate e punite pesantemente le violenze fisiche all'interno degli stadi. Probabilmente stanno solo aspettando che a distruggere latrine e lanciare tubi rubinetterie piastrelle petardi e piscio addosso ad altri tifosi siano supporter bianconeri di una certa squadra. Dunque - da malpensante imbecille - che si diano da fare: un piccolo lancio per il tifoso bianconero, un gigantesco passo per la civiltà sportiva.
  9. Così tuonò fra' Peppe dei Tronisti evangelici, indossatore di costumi altrui per una rivista patinata
  10. 04 03 2014 Juve, scudetto per ko tecnico CAMPIONATO ORMAI SENZA STORIA. L’UNICA SCINTILLA È LA LITE TRA ANTONIO CONTE E IL CT DELLA NAZIONALE PRANDELLI, CHE CONVOCA CHIELLINI, REDUCE DA UN INFORTUNIO, PER L’AMICHEVOLE CON LA SPAGNA E FA INFURIARE I BIANCONERI CHI LI ALLENA? Chissà perché in Inghilterra (e non solo) si gioca ogni tre giorni senza patire e senza tante storie. Qui da noi, invece, sono sempre stanchi Detto che assai difficilmente Maradona avrebbe dedicato un suo Oscar a Sorrentino, resta la questione dei due delitti commessi purtroppo sempre dal maggiordomo inteso come categoria, per il quale non c’è quota al betting dei giallisti. Chi ha ucciso il campionato? E chi doveva essere se non la Juventus, macchina da punti che raccoglie risultati, sempre o quasi anche quando a lungo dà l’impressione di poter soccombere? Né c’è bisogno di occasioni nobili per tradizione come l’ultima del Meazza: se il Milan gioca meglio del solito e non segna contro una squadra comunque sotto pressione dall’inizio del torneo, prima per la necessità di ben figurare in Champions e poi adesso per la necessità di “vincere almeno” il suo terzo scudetto di fila con Europa League incorporata, bè, chi deve vincere è chiaro. Ammetto che gli stessi pensieri mi sono venuti in circostanze più di routine, che so, quando in casa con l’Udinese giocava certo peggio ma si capiva che avrebbe vinto, come poi è accaduto, e con merito perché “se non ci sono episodi sospetti” saper segnare fa la differenza. Quindi l’assassino era fin dall’inizio la Juventus e bisogna ringraziare l’annata strepitosa della Roma che ha fatto da sparring per sei mesi. Adesso sono tutte stanche in un calcio di livello poco più che mediocre, e come nelle gare di mezzo fondo allo sprint non vince chi scatta più veloce ma chi cede meno sul ritmo e “sembra” stia facendo la volata. È esattamente quello che accade atleticamente, tecnicamente e tatticamente alla Juve: cede meno delle altre. Quanto al confronto con i campionati migliori, aspetto ancora la spiegazione sul perché – poniamo – in Inghilterra giochino e corrano ogni tre giorni, e da noi no: lo stress psicologico, la pressione, la stanchezza… Qui casca l’asino, o meglio una mandria di asini. Mi piacerebbe che due pensatori esimi del settore come Conte “panchina d’oro” e Prandelli, oggi in polemica sulla convocazione di Chiellini in Nazionale (prematura per Conte che lo vorrebbe risparmiare al rientro dopo l’infortunio, tempestiva per il ct perché “se sta bene per il medico della Juve starà bene anche per quello della Nazionale e quindi per me”), si confrontassero piuttosto su questo: da che dipende che non reggano tre partite a settimana e a ritmi solitamente più bassi che in Europa? Da come si allenano? E chi li allena, se non loro? Dalla mentalità? E Conte non è un fenomenale motivatore, tanto da vincere appunto il “motivatore d’oro”? Insomma, siamo anche in questo campo così popolare pienamente in riserva. Anche perché se c’è un assassino che circola sui campi italiani latitando al massimo livello su quelli continentali, c’è un altro assassino che fuori campo compie una serie ininterrotta di delitti. Il reato è quello solito, di condizionamento delle partite da parte degli arbitri solitamente a favore dei più forti. Su questo è cresciuto il cosiddetto “scandalo più grande della storia del calcio”, appunto Calciopoli (e non Moggiopoli, attenzione): ma se oggi con gli arbitri succede come prima, forse c’è qualche aspetto della faccenda di malaffare che è rimasto in penombra… Avevamo trovato l’assassino, l’Al Capone della Juve, e i delitti continuano ogni domenica? Perché? Come mai? Proviamo sinteticamente a rielencare per punti le nefandezze di questo assassino, chiamandolo per nome come quell’altro, summenzionato: il delitto arbitrale viene commesso da una Casta inferiore che fischia, che dipende da un’altra Casta superiore, l’Aia con annesso designatore ed effetti dirigenziali collaterali, che a sua volta dipende dal potere politico calcistico, ossia la treccia di Federcalcio e Lega di Serie A, a loro volta ostaggi dei club maggiori, quelli che vincono più spesso e contano di più, sia economicamente (cfr. pubblico, pubblico tv, diritti ecc.) che politicamente essendo l’anello di congiunzione tra i poteri extrasportivi e quelli sportivi. Tutto banale e risaputo, ma trascurato quando si è ragionato malamente di Calciopoli e ancora oggi, quando si ulula per i rigori negati o concessi secondo parametri stranoti. Il punto è che questo sistema sta bene a tutti, altrimenti si sarebbe catturato l’assassino, e a coloro che invece ne sono vittime e lo cambierebbero volentieri spetta un ruolo da comprimario, in campo e fuori. Domanda, come per il livello di allenamento per il primo dei due assassini: e se cominciassimo a separare gli arbitri (leggi terminali del potere giudiziario) dal potere esecutivo e da quello legislativo del sistema pallonaro? Lo so è Montesquieu in calzoncini e lo scrivo da anni, cioè da decadi: ovviamente nessuno se ne dà per inteso, e la casta ben preservata continua a far danni risultando a volte decisiva. Ma non s’è sempre detto che l’arbitro migliore non si deve notare? Da noi non succede mai perché la Casta “interessatissima” funziona da paracadute un po’ per tutti. È la traduzione pallonara del “familismo mafioso” tanto in auge nel Paese. È insomma nient’altro che il calcio, bellezza, da cui è partito Sorrentino con Un uomo in più per arrivare a Los Angeles...
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