Vai al contenuto

Ghost Dog

Tifoso Juventus
  • Numero contenuti

    11014
  • Iscritto

Tutti i contenuti di Ghost Dog

  1. Ecco come ha fatto Galliani ad avere gratis Kaka. Il Real Madrid ha usufruito delle sue notorie capacità #maghegginrossonero
  2. Marotta non lo dice ma si ispira a queste valutazioni quando va a fare la spesa nei magazzini dell'Udinese e dell'Atalanta con la carta revolving personalizzata
  3. Interessante ma parziale disamina sulla Infront (indugia solo sui collegamenti con i diritti televisivi) Non molto convincenti queste rassicurazioni (spot del Mulino Bianco?) Spiegazione gia' plausibile in cui i conflitti d'interesse sono chiari (magari si potrebbe ricordare ogni tanto il "ricatto" di Mediaset durante i mesi piu' caldi del 2006)
  4. Finalmente cominciano le danze in Lega: "spargimento di sangue" causa Infront
  5. 27 08 2013 L’agibilità calcistica di B. DOMANI SERA IL MILAN CON IL PSV SI GIOCA UN INGRESSO IN CHAMPIONS CHE VALE 30 MILIONI. FALLIRE, DOPO AVER TANTO PENATO LA SCORSA STAGIONE PER UN TERZO POSTO GARANTITO ANCHE DA CERTI “AIUTINI”, SAREBBE UN CATACLISMA GAMBE INCROCIATE Dalla LegaPro la prima grana: i giocatori annunciano uno sciopero per la prima giornata Non piacciono i nuovi regolamenti sui tesserati Prima di qualunque decisione del Pdl sul da farsi per difendere “l’agibilità politica” del proprio leader, domani sera sarà in ballo e in Balotelli “l’agibilità calcistica” del presidente del Milan: al Meazza, contro il Psv Eindhoven, dopo il pareggio (1-1) dell’andata nei preliminari di Champions League. Se passa entrano una trentina di milioni di euro, una differenza consistente dalla prospettiva di uscire e finire in Europa League, sorella minore della competizione continentale: una beffa, dopo aver tanto penato la scorsa stagione per rimontare un terzo posto garantito anche da aiutini e aiutoni arbitrali. DIRETE: ma non è tanto un’agibilità calcistica, dunque, bensì economica con tutti i soldi che ballano in una sola partita e quando non è neppure finito agosto. Giusto: e del resto il leader di Arcore e Milanello non ha sempre detto di essersi candidato (nel ’94, quando ancora poteva farlo) per “salvare le mie aziende dal fallimento”? E allora sempre di agibilità economica si tratta, nei due casi summenzionati e temo per quasi tutto il resto. Il segnale che arriva dall’importanza di questo preliminare, getta ombre lunghissime sul protagonista dell’insieme pallonaro planetario, e nella fattispecie nostrano, il denaro. Che ormai latita da noi, senza sceicchi né magnati russi se non un indonesiano avvenire, identico al fratello col quale probabilmente combinerà scherzetti tipo Menecmi di Plauto. Intendo il probabile nuovo proprietario dell’Inter, certo Thohir, che rileverà a breve da Massimo Moratti la gloriosa azienda di famiglia per la quale si è svenato. Prima o poi qualche valente collega, meno incline al “ciccia e pappa” abituale di cene e interviste appiccicose, magari ci racconterà se tutto questo sperpero era dovuto a incapacità o a ladrocinio di qualcuno, e magari anche di chi, numeri alla mano (prevengo l’obiezione: diccelo tu. Ho già dato, in termini di inchieste sul campo. In un’intervista di quasi trent’anni fa, su Repubblica, chiesi al neopresidente interista Pellegrini, che l’Avvocato definiva “quello delle mense a Villar Perosa”, se fosse il più grande evasore dell’epoca, oppure, almeno in parte, un prestanome. Scambi al calor bianco. Lui: “Ma come si permette? Guardi che poco tempo fa ero a cena con Brera, e certo non mi ha fatto domande del genere”. Ribadii che avevo le sue dichiarazioni dei redditi, che non combaciavano con l’acquisto contemporaneo di Inter e Rummenigge. Ammise che non era solo). E tornando all’oggi e al calcio italiano, non c’è un euro in giro anche se fanno finta che ci sia, ridotti all’osso per diritti tv in discesa e sponsor latitanti, senza reali progetti aziendali a supportare il prodotto rotondoludico e rotondolalico. Con qualche eccezione: il risorto rigore dei Della Valle a Firenze e la managerialità glabra sullo stomaco di De Laurentiis a Napoli, che deve aver capito come si fa. Faccio grande cassa con Cavani, per dire, e rifondo più che rinforzo il protoNapoli di Mazzarri con un manipolo di bei giocatori (stranieri) e in panchina un Benitez dalla fisionomia troppo impiegatizia o norcina per non essere anche bravo. Di italiano, o meglio, di napoletano verace c’è, insomma, quasi solo lo stadio, il tifo, il clima: e lo scoglio contro il quale, nella gioia del debutto, è andato a infrangersi Higuain a Capri, aggiungendo ai primi 3 altri 10 punti, ma di sutura. NEL FRATTEMPO la critica esalta a ragione Hamsik, ma equivocando, forse nell’entusiasmo da viceJuventus: il gran gol dello slovacco è il primo, quasi cadendo e non con il suo piede, e non il secondo. Davvero non vi sareste meritati quello che oggi, a 33 anni di distanza, El Clarin di Baires definisce il più bel gol di tutti i tempi, meglio di quello favoloso di Diego Armando Maradona all’Inghilterra, Mondiali di Messico ’86, seguito alla “mano de Dios”: un video in un bianco e nero assai ingrigito ci fa, più che vedere, immaginare un dribbling infinito sempre suo, del Diego diciannovenne, nelle file dell’Argentinos Juniors, naturalmente con gol incorporato. Vogliamo almeno chiederci se una vita di Cristo fa (misura mirata per il principale tifoso del San Lorenzo de Almagro, in Vaticano) il denaro contava meno di oggi, nel calcio e nel resto? E quindi se stiamo andando avanti o indietro? Di sicuro non stiamo fermi, come invece accadrà alla prima giornata di Lega Pro, nel fine settimana: contrasti con il sindacato calciatori su numeri e denari per il minutaggio dei giovani e dunque subito un com movente sciopero. E pensare che domenica scorsa, su Radio Rai, il presidente della Lega Pro, il longevo Macalli, aveva elogiato solo la sua Lega sparando bordate contro “tutte le altre componenti del sistema”... Anche qui, più o meno camuffata, una questione di “agibilità economica”, di soldi che non ci sono o meglio non ci sono più. Dove sono finiti negli ultimi trent’anni, dall’avvento delle televisioni commerciali con il quale il nostro solito Caimano ha, come con tutto, qualcosa a che vedere? Prendiamo la Roma, che fa sorridere agli esordi con Garcia già graduato dalla vittoria in trasferta: secondo voi, se il direttore sportivo del club pseudo italo-americano vende al Direttore generale del Tottenham Lamela per 30 milioni, davvero è tutto lineare? E qualcuno ricorda che fino a 70 giorni fa, Sabatini romano e Baldini (ora) londinese lavoravano insieme? E il progetto dei giovani campioni (cfr. Marquinhos, ma anche Osvaldo prima di Lamela) era proprio questo, sicuri? Ma quale?
  6. Modello Udine? Glielo dovete regalare lo stadio, altrimenti s'incazza pure
×
×
  • Crea Nuovo...