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Mintaka

Tifoso Juventus
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Tutti i contenuti di Mintaka

  1. 16:0421 MAG 2018 Nel frattempo, il sito di factchecking Pagella Politica ha scoperto una bufala niente male. La deputata del Movimento 5 Stelle Giulia Grillo ha cercato di minimizzare il problema dell’enorme costo del programma di governo dicendo che i 100 miliardi di euro stimati “vanno spalmati” nell’arco dei cinque anni della legislatura. Ehm…no, sono 100 miliardi ogni anno. Visualizza l'immagine su Twitter
  2. Alessandro Barbera ✔@alexbarbera Oggi a pagina sei del Giornale campeggia un retroscena in cui il sempre schietto @borghi_claudio dice che “usciremo dalla moneta unica ma non potevamo scriverlo nel contratto”. Sarà una studiata strategia per far salire sempre di più lo spread? Cui prodest Claudio? 10:08 - 21 mag 2018 Chi ha dei risparmi, inizi a pensare a come portarli fuori dall'Italia
  3. Paul Krugman ✔@paulkrugman Agree with Munchau here: people are not sufficiently alarmed about the Italian situation. In its way, it's a threat to the liberal order comparable to Trumpism here https://www.ft.com/content/d622ff62-5a79-11e8-bdb7-f6677d2e1ce8 … 17:29 - 20 mag 2018 Italy illustrates the way to liberal democracy’s demise Complacency about the rise of populists is typical of failing political systems ft.com Stiamo tutti sottovalutando la pericolosità di questo governo, per l'italia, per l'europa e per tutto il mondo libero e democratico.
  4. Piace a Salvo Cozzolino Federico Fubini‏ @federicofubini 2 h2 ore fa Altro #Merkel ha dietro di sé trenta milioni di voti, Macron oltre venti. #Conte o chi o chi per lui sarà premier italiano è “esecutore” senza voti di un programma scritto da altri. Quando Merkel, Macron e l’esecutore si chiudono in una stanza per negoziare, che farà/dirà l’italiano?
  5. Vabbe ma i cinquestelle in fondo sono più di sinistra. E comunque non certo di destra.
  6. laura cesaretti‏ @lauracesaretti1 FollowingStai seguendo @lauracesaretti1 Altro Sono magnifici: prima hanno messo nel programma "Basta Tav". Poi qualcuno deve avergli spiegato che ci chiederebbero milioni di miliardi di penale, e 12 ore dopo hanno cambiato con "Avanti Tav" #DilettantiAlloSbaraglio 20:07 - 17 mag 2018 No ma lasciamoli lavorare, smettetela di criticare dai vostri piedistalli
  7. L'Alieno gentile‏ @AlienoGentile SeguiSegui @AlienoGentile Altro Due calcoletti veloci: lo scherzetto di questi giorni col #contrattodigoverno ci è costato circa 100 mln€. Vuoi sapere perché? segui il thread-> 14:45 - 17 mag 2018 L'Alieno gentile‏ @AlienoGentile 39 min39 minuti fa Altro Gli inviti a "infischiarsene degli eurocrati e semmai ascoltare la gente al bar" ha portato una discreta salita dei rendimenti dei titoli italiani (oggi lo spread ha superato i 155 punti) -> 3 risposte0 Retweet9 Mi piace L'Alieno gentile‏ @AlienoGentile 37 min37 minuti fa Altro in questi giorni è stato emesso, come programmato da tempo, un nuovo BTP Italia, della durata di 8 anni. La porzione di curva dei rendimenti interessata da questo BTO è salita [valutazione conservativa] di 15 punti base -> 1 risposta1 Retweet7 Mi piace L'Alieno gentile‏ @AlienoGentile 35 min35 minuti fa Altro Considerando che l'emissione complessiva si aggira sui 7,5 miliardi di €, il movimento dei rendimenti di questi giorni ha un impatto di maggior costo del debito di 7500 mln x 0,15 = 100 mln € circa -> 1 risposta0 Retweet7 Mi piace L'Alieno gentile‏ @AlienoGentile 34 min34 minuti fa Altro vi parranno solo numeri, spesso la percezione è che il denaro pubblico sia denaro di nessuno, o che il bilancio dello Stato siano "i soldi della politica" ma non è proprio così... -> 2 risposte0 Retweet6 Mi piace L'Alieno gentile‏ @AlienoGentile 32 min32 minuti fa Altro Il maggior costo, ripetiamo 100 mln€ annui per i prossimi 8 anni, contribuirà a tutto un insieme di voci nello stabilire quanto lo Stato può spendere ed in quanto lo Stato deve prelevare con le tasse -> 1 risposta2 Retweet5 Mi piace L'Alieno gentile‏ @AlienoGentile 30 min30 minuti fa Altro Questo significa che con il tira e molla del #contrattodigoverno (i cui contenuti cambiano in continuazione, salvo la cancellazione delle sanzioni alla Russia che sembra imprescindibile) colpirà le vostre tasche -> 2 risposte3 Retweet5 Mi piace L'Alieno gentile‏ @AlienoGentile 28 min28 minuti fa Altro non curarsi dei mercati e restare al bar a chiacchierare, insomma, costa ben più del costo del caffé, e le manovre politiche di questi giorni vi costeranno enormemente di più dei sacchetti per la spesa, per dirne una.... Avanti così, fott...mo il sistema
  8. Ecco bravo, complimenti. L'esempio perfetto di Dunning-kruger. Certe gente meriterebbe davvero di vedere attuato il folle programma che stanno preparando, e di vedersi arrivare le conseguenze dritte in faccia.
  9. Gianluigi Paragone‏Account verificato @gparagone SeguiSegui @gparagone Altro Un mio amico mi ha detto che domani sui mercati si balla... #gangbank ha paura di un possibile contratto m5s-lega 22:41 - 15 mag 2018 Feccia
  10. Queste chat dimostrano che il senatore M5S Dessì ha mentito sull'amicizia con gli Spada Emanuele Dessì, politico vicinissimo a Roberta Lombardi, aveva assicurato di aver interrotto i suoi rapporti con il pugile Domenico agli arresti domiciliari. Questi messaggi dimostrano il contrario ANDREA PALLADINO 11 maggio 2018 È il 17 agosto 2015. Domenico Spada, detto Vulcano, pugile affermato, è ai domiciliari. Pochi mesi prima era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare per usura ed estorsione, una delle classiche storie che da decenni accompagnano la fama dei Casamonica, il clan storicamente presente tra la zona della Romanina e i comuni di Marino e Frascati. Vulcano si sente un leone in gabbia, scalpita, protesta. Su Facebook mette la foto di un sacco per pugilato griffato: «Questo sarà uno dei miei regali quando festeggerò la mia libertà!!!». Ricchezza ostentata, come spesso capita con la grande famiglia Sinti. «A proposito di sacchi, ricordati che devo portarti i tuoi imballati, ce li ho in garage perché ho chiuso il magazzino», risponde, prosaicamente, un amico di vecchia data. Si chiama Emanuele Dessì, oggi senatore per il Movimento 5 stelle, vicinissimo a Roberta Lombardi e politico che conta nell’area a sud di Roma. La risposta di Spada arriva dopo poco: «Io mi ricordo benissimo!!! Hahahahahha cmq se non hai posto portali alla Vulcano gym (la palestra di Spada a Marino, ndr)!!! Avvertimi prima e grazie di tutto!!!». Quando prima delle elezioni era apparso il video che vedeva impegnato Emanuele Dessì in un balletto con Spada, il senatore si era difeso, assicurando che i suoi rapporti con il pugile erano occasionali, e che erano terminati dopo l’arresto, avvenuto alla fine del 2014: «Sono andato a vedere come si allenava, mi interessava il suo talento. Io non frequentavo nessun clan Spada, non frequentavo gli Spada, io andavo a vedere come si allenava un pugile campione italiano che si chiama Domenico Spada». Il 30 gennaio scorso – subito dopo la diffusione del video – scrive su Facebook: «Dopo l'avvio dell'indagine, avvenuta successivamente, nel 2015, chiaramente non c'è stato più alcun rapporto, neanche sportivo». Forse aveva dimenticato quei sacchi del pugile “in garage”. In seguito alla diffusione del video il Movimento 5 stelle lo aveva scaricato. Subito dopo le elezioni le cose sono però cambiate: «Non è stato riscontrato alcun profilo di incompatibilità, né sono emersi elementi di natura penale, civile o anche fiscale che impediscano a Dessì di partecipare alla vita politica del gruppo in cui è stato regolarmente eletto», ha spiegato il capogruppo al Senato Danilo Toninelli. Caso chiuso, dunque. L’amicizia con uno degli esponenti del gruppo Casamonica non è un problema. Domenico Spada non è solo un pugile. E’ stato condannato in primo grado a sette anni di reclusione per usura ed estorsione nei confronti di due commercianti romani (l’appello è in corso), insieme ad Antonietta Casamonica. Non ha mai amato i giornalisti, tanto da scrivere sui social “Federica Angeli sei tu la vergogna di questo paese” quando la collega di Repubblica ha denunciato pubblicamente le minacce ricevute dagli Spada di Ostia. Il padre Angelo – socio al 50 per cento della palestra Vulcano Gym di Marino, gestita da Domenico Spada – è stato anche lui condannato a otto anni di carcere in primo grado per gli stessi fatti di usura. I suoi rapporti con Dessì appaiono – secondo i tanti post e commenti sui social – molto stretti: «Sei un grande, un salutone a Rosa» scrive con entusiasmo nel 2014 il senatore; «Grazie presidente ti risaluta la mi mamma!!», risponde subito Domenico Spada. E poi un fiume di like, commenti che mostrano un rapporto stretto. Quando Spada pubblica la foto di una piazza di Frascati – città dove Emanuele Dessì era consigliere comunale fino a poco tempo fa – la risposta che riceve dall’amico senatore è chiara: «Ma che stai a Frascati? Passa a trovarmi...». Emanuele Dessì, contattato da L’Espresso, non ha voluto commentare. http://m.espresso.repubblica.it/inchieste/2018/05/11/news/l-amicizia-tra-il-senatore-m5s-e-il-clan-spada-che-i-grillini-non-vogliono-vedere-1.321809?ref=HEF_RULLO
  11. Luca Dini‏Account verificato @sonolucadini SeguiSegui @sonolucadini Altro Hanno corteggiato Ukip, simpatizzato con Putin e Trump, detto no alle unioni civili, ovviamente allo ius soli. Mentre rispetto le posizioni dei #M5S, trovo patetici voi 'di sinistra' che li avete votati e ora vi lagnate. Buon trasloco dal pdmenoelle al pdconelle. E zitti, grazie.
  12. @lucianocapone FollowingStai seguendo @lucianocapone Altro Luciano Capone ha ritwittato Giorgia Meloni ن Luigi Di Maio, parlando di "temi" e non di "poltrone", ha incontrato Giorgia Meloni per dirle: "Se mi fai fare il premier ti do qualche ministero, altrimenti se voi di FdI non appoggiate la mia candidatura non entrate nel governo perché siete fascisti". Luciano Capone ha aggiunto, 1:12 Giorgia Meloni نAccount verificato @GiorgiaMeloni Di Maio è venuto a chiedere il sostegno alla premiership M5S in cambio dell'ingresso di FDI nel governo M5S-Lega. Di fronte al mio NO ha detto che avrebbe messo il veto su FDI perché troppo di destra. in quello che tutti già chiamano governo giallo-verde… Se è vero sono veramente ridicoli.
  13. Marco Castelnuovo ✔@chedisagio «La legislatura politicamente non è neanche iniziata». Così il leader dei 5 Stelle Luigi Di Maio a chi gli chiede se sarà lui il candidato premier in caso di elezioni anticipate a luglio e se cadrà il vincolo del doppio mandato. 15:36 - 7 mag 2018 Ma pensa un po', chi l'avrebbe mai detto...
  14. StefanoCeccanti‏ @StefanoCeccanti SeguiSegui @StefanoCeccanti Altro "Non sta ancora succedendo ma il rischio che vedo io e' un rischio per la democrazia rappresentativa. Io non minaccio nulla ma il rischio di azioni non democratiche puo' esserci" (Di Maio) Poi li chiamerà "cittadini che sbagliano"?
  15. Sebastiano Messina‏Account verificato @sebmessina1 2 h2 ore fa Di Maio: “Se la democrazia rappresentativa fallisce, dovremo inventarci qualcos’altro”. Quante parole gravi e inquietanti si possono dire con un sorriso da bravo ragazzo. #mezzorainpiu 54 risposte174 Retweet375 Mi piace Sebastiano Messina‏Account verificato @sebmessina1 2 h2 ore fa Altro Di Maio: “Se quando apriamo al dialogo con gli altri ci viene dato il due di picche, c’è il rischio che il M5S si allontani dalla democrazia rappresentativa”. Per andare dove, onorevole Di Maio? Ce lo dica, così ci prepariamo. No ma votateli eh, mi raccomando.
  16. Tutto a posto quindi, nessun problema! A proposito di elettorato acritico
  17. Votati, postati, rimossi. I programmi del M5s. Storia di una truffa Ahi. Di Maio ha fatto sparire il programma votato dagli iscritti e l’ha sostituito in segreto con uno diverso e non votato da nessuno. Venti pdf scovati dal Foglio riscrivono la storia del M5s (e mettono nei guai il capo grillino) di Luciano Capone capone@ilfoglio.it 17 Aprile 2018 alle 06:19 Luigi Di Maio (foto LaPresse) Roma. Luigi Di Maio ha incaricato il prof. Giacinto della Cananea di esaminare i programmi di Lega e Pd per indicare il più compatibile dei due con quello del Movimento 5 stelle. Ma esattamente quale programma del M5s? Quello pre o quello post elezioni? Perché la versione del programma elettorale attualmente disponibile sul sito del movimento è completamente diversa da quella che c’era a febbraio. Qualcuno al vertice del partito, probabilmente Di Maio che ne è il capo politico, con il placet di Davide Casaleggio che attraverso l’Associazione Rousseau gestisce il sito, ha sostituito il programma votato dagli iscritti con un altro completamente differente. “In Italia è nato il primo e unico programma politico basato sulla partecipazione e sulla democrazia diretta online grazie al Sistema Operativo Rousseau”, si legge sul sito del M5s. Ma non è così. I venti pdf che componevano il programma votato online – creati materialmente dall’agenzia di comunicazione Web Side Story – sono stati sostituiti da venti pdf diversi, a cui ne sono stati aggiunti quattro su temi mai proposti né votati su Rousseau (Smart nation, Sport, Editoria, Unione europea). Una manipolazione della volontà degli iscritti, una presa in giro degli elettori, una violazione delle regole del partito (democrazia diretta e trasparenza), la negazione della retorica sul cittadino vero “sovrano” e il politico semplice “portavoce”. Per recuperare il vecchio programma basta andare su “Internet Archive” – la più grande biblioteca della rete – e utilizzare la funzione “Wayback Machine”, che consente di risalire alle pagine web modificate o cancellate. Fino al 2 febbraio sul sito del M5s c’era un programma, il 7 marzo – tre giorni dopo le elezioni – ce n’era un altro. Totalmente diverso e spesso diametralmente opposto. E’ il caso del “programma Esteri”, un tema che, viste le vicende che riguardano la Siria, è di fondamentale importanza e stringente attualità. Gli iscritti avevano votato per un’impostazione radicale, terzomondista, filo russa e anti atlantica. Il nuovo “programma Esteri” è stato bonificato: tolte le contestazioni alla Nato e agli Stati Uniti, addolcite le critiche all’euro e all’Ue, smussati gli elogi alla Russia. Il capitolo su “Sovranità e indipendenza” si apriva così: “Il caos che regna in Libia dimostra che l’unilateralismo dell’intervento umanitario è fallito”. E ancora: “Ripudiamo ogni forma di colonialismo, neocolonialismo e ingerenza straniera”. Tutto sparito. Nella nuova versione si parla di “affrontare insieme in Europa” le sfide del domani “come stati sovrani liberi e indipendenti” nel mondo multipolare. Un’altra musica, più soft. Il capitolo sul “Ripudio della guerra” partiva secco: “Iraq, Somalia, ex Jugoslavia, Afghanistan, Libia, Ucraina, Siria. L’elenco dei paesi distrutti dall’unilateralismo occidentale potrebbe essere molto più lungo”. E proseguiva catastrofico: “Le guerre di conquista dell’ultimo periodo hanno portato il mondo a un passo dall’Apocalisse e hanno prodotto centinaia di migliaia di morti, feriti, mutilati e sfollati. Territori devastati, smembrati, economie fallite, destabilizzazioni estese a intere regioni e milioni di persone”. Tutto cancellato. Ora il tono è più posato e burocratico, si parla di “ricerca del multilateralismo, della cooperazione e del dialogo tra le popolazioni” e si ribadisce che “le operazioni per il mantenimento della pace debbano svolgersi in stretta ottemperanza ai principi della Carta dell’Onu”. Il passaggio dall’“Apocalisse” alla “stretta ottemperanza” è niente rispetto alla metamorfosi della posizione sulla Nato: “Il ‘sistema di sicurezza occidentale’ non solo non ci ha reso più sicuri, ma è il primo responsabile del caos odierno. Dall’invasione della Libia fino alla distruzione pianificata della Siria – c’era scritto – il sistema di sicurezza occidentale ha registrato una serie di fallimenti che hanno portato alle popolazioni dei paesi membri, miliardi di euro di perdite, immigrazione fuori controllo e destabilizzazione di aree fondamentali per la sicurezza e l’economia dell’Europa”. L’Alleanza atlantica veniva descritta come la causa principale dell’instabilità globale, arrivando a vagheggiare una rottura del patto: ci sarebbe ormai “una discordanza tra l’interesse della sicurezza nazionale italiana con le strategie messe in atto dalla Nato”. Per questo il M5s proponeva un “disimpegno da tutte le missioni militari della Nato in aperto contrasto con la Costituzione”. Tutti gli attacchi alla Nato sono stati eliminati. Nella nuova versione, cambiata poco prima o poco dopo le elezioni, il passaggio più duro parla dell’“esigenza di aprire un tavolo di confronto in seno alla Nato”. Anche la parte sul “medio oriente” era una dura accusa all’occidente: “I nostri governi hanno distrutto intere popolazioni, come quella siriana, seguendo l’interventismo occidentale della Nato, cui l’Italia ha colpevolmente prestato il fianco rompendo le relazioni diplomatiche con Damasco”. Ora è stato tolto ogni riferimento al regime di Assad e compaiono le responsabilità dei paesi arabi, che hanno “un sistema di governo a dir poco inadeguato agli standard universali”. Analogamente sono state riviste le critiche all’euro (da “La situazione italiana nella zona euro è insostenibile. Siamo succubi della moneta unica” a “Questo non significa abbandonare perentoriamente la moneta unica”). Il capitolo sulla Russia è stato emendato da alcune critiche sulle sanzioni. “L’Ue, adeguandosi agli Usa – c’era scritto –, ha gradualmente imposto misure restrittive nei confronti della Russia” e si aggiungeva che le “azioni di Mosca” in Crimea e Ucraina erano “volte al mantenimento della sua sfera di influenza nello spazio ex sovietico a fronte del progressivo allargamento della Nato”. Tutto sparito. Questi esempi riguardano solo le dieci paginette del “programma esteri”, ma vanno moltiplicati per le altre diciannove aree tematiche più le quattro aggiunte senza alcuna votazione. Nel “programma Banche” sono state inserite proposte mai votate, dal “programma Lavoro” è stato rimosso il capitolo sui “Sindacati senza privilegi”. Ci sono programmi stravolti come quello sullo “Sviluppo economico” sceso da 92 a 9 pagine e altri rielaborati da capo a piedi come quello sull’Agricoltura. Chi ha scritto il nuovo programma e deciso di sostituirlo a quello votato dagli iscritti? Probabilmente Di Maio e la sua cerchia ristretta. Ma di certo il ruolo di Davide Casaleggio, che materialmente attraverso Rousseau ha cambiato i documenti, mostra come chi si è posto al di sopra di tutti non sia il “garante” della democrazia diretta ma il suo “manipolatore”. Questa manovra, che riguarda il principio più sacro (la democrazia diretta) e lo strumento più importante (il programma) della vita politica del partito, svela la grande finzione del M5s e la potenza totalitaria del suo meccanismo. La storia è piena di partiti che hanno tradito il programma elettorale, non è la prima volta e non sarà l’ultima. Ma qui si fa un passo ulteriore: il programma viene stravolto in segreto per far credere a militanti ed elettori che è quello che loro hanno sempre voluto e consacrato con il voto. Più che la volontà generale di Rousseau, è un sistema che ricorda la fattoria degli animali di Orwell. Come sono onesti Come sono trasparenti
  18. Il nuovo regolamento parlamentare del M5S Lo ha raccontato Repubblica, è molto diverso da quello della scorsa legislatura e stabilisce chiaramente che comanda una persona sola (ANSA/ETTORE FERRARI) La giornalista Annalisa Cuzzocrea ha trovato e pubblicato su Repubblica il nuovo regolamento interno dei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle. È molto diverso dal precedente e stabilisce con chiarezza che a decidere su quasi tutto è il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio. Nel regolamento precedente, invece, si stabiliva che il massimo potere apparteneva all’assemblea dei parlamentari. Il vecchio regolamento conteneva anche alcune clausole per evitare la nascita di leadership personali, la più importante delle quali stabiliva una rotazione ogni tre mesi degli incarichi dei capigruppo; quella regola è stata significativamente modificata. La novità principale del regolamento riguarda proprio il ruolo di capogruppo, o presidente del gruppo, un incarico molto importante per la vita parlamentare di qualsiasi partito. I capigruppo, uno per la Camera e uno per il Senato, hanno il compito di mantenere la disciplina all’interno delle rappresentanze parlamentari, di assicurarsi che tutti i parlamentari siano presenti alle votazioni e che si esprimano secondo le indicazioni ricevute. I capigruppo dei vari partiti si incontrano tra di loro in apposite riunioni – la conferenza dei capigruppo – in cui vengono decisi i calendari dei lavori parlamentari e numerose altre questioni di procedura. Il nuovo regolamento stabilisce che queste importanti figure vengono nominate direttamente dal capo politico del Movimento. L’assemblea dei parlamentari ha il compito di “ratificare” con un voto a maggioranza la decisione del capo politico (non viene specificato però cosa accade nell’eventualità in cui il gruppo decida di non ratificare la nomina). Il regolamento specifica anche che i capigruppo possono essere rimossi su richiesta del capo politico, mentre l’assemblea non è dotata di questo potere. I capigruppo nominati a inizio legislatura rimangono in carica per 18 mesi. Quelli eletti successivamente soltanto per dodici mesi. Attualmente i capigruppo scelti da Di Maio sono Danilo Toninelli per il Senato e Giulia Grillo per la Camera. All’articolo 17 del nuovo regolamento viene specificato che anche il responsabile della comunicazione dei gruppi parlamentari viene deciso dal capo politico del Movimento 5 Stelle, cioè sempre Di Maio. I parlamentari non hanno scelta se non affidarsi alla struttura comunicativa stabilita dal capo, il quale avrà anche il compito di coordinare la comunicazione dei gruppi parlamentari con quella del partito più in generale. Nel regolamento viene anche stabilito che le piattaforme ufficiali su cui si svolge la vita politica dei parlamentari del Movimento 5 Stelle sono il sito blogdellestelle.it e la cosiddetta “piattaforma Rousseau” (controllata dall’Associazione Rousseau di Davide Casaleggio). Uno degli elementi più curiosi del regolamento si trova all’articolo uno, dove vengono elencati i requisiti per essere ammessi al gruppo: «Eventuali richieste di adesione provenienti da senatori precedentemente iscritti ad altri Gruppi potranno essere valutate, purché siano incensurati, non siano iscritti ad altro partito, non abbiano già svolto più di un mandato elettivo oltre quello in corso, ed abbiano accettato e previamente sottoscritto il “Codice etico”». È una clausola perché il Movimento 5 Stelle si è a lungo battuto contro i cosiddetti “cambi di casacca”, cioè i passaggi dei parlamentari da un gruppo all’altro. I leader del partito sono addirittura arrivati a chiedere di cambiare la Costituzione per eliminare l’articolo che proibisce il “vincolo di mandato”, quello che stabilisce che una volta eletto un parlamentare è libero di votare come preferisce, senza essere costretto a fare scelte sulla base di quanto deciso dai capi del suo partito. Il Movimento, inoltre, stabilisce nel regolamento che i parlamentari che abbandonano il gruppo o che ne vengono espulsi sono tenuti a pagare una penale di 100 mila euro: ma è improbabile che questa clausola sia legale, e fino a questo momento a nessuno dei numerosi espulsi dal Movimento è stato chiesto di pagare alcunché. Nonostante le sue battaglie contro i “cambi di casacca” e le forti proibizioni ai suoi componenti di lasciare il gruppo, comunque, il Movimento quindi sembra più che disponibile, a determinate condizioni, ad accogliere parlamentari provenienti da altri partiti. Infine il regolamento stabilisce le regole che portano all’espulsione dal gruppo. Nella maggior parte dei casi, per decidere se espellere un componente o meno bisogna sottoporre la decisione al voto degli iscritti al Movimento sulla piattaforma Rousseau. Ma il regolamento stabilisce chiaramente che il capo politico può decidere in autonomia le espulsioni, senza bisogno di ricorrere a votazioni né tra gli iscritti né tra i parlamentari. In sostanza il regolamento del Movimento è quello di un partito centralizzato e verticistico, in cui i leader hanno un controllo quasi assoluto sulla vita parlamentare degli eletti. Non è una novità nel panorama politico italiano: Forza Italia è stata a lungo un partito dove, in Parlamento, non era possibile – o era comunque molto difficile – deviare dalle indicazioni del leader. Anche la Lega ha adottato sistemi stringenti per controllare i suoi parlamentari, mentre in passato era il Partito Comunista Italiano a essere il simbolo dei partiti “militarizzati” (per questo in questi giorni il Movimento viene definito da alcuni osservatori e commentatori un partito “leninista”). La stranezza, se così si può chiamare, è che il Movimento fino a pochi anni fa sosteneva la necessità di organizzare la vita del partito in maniera diametralmente opposta: senza leader con poteri quasi assoluti e con una continua partecipazione degli iscritti, che invece, dall’attuale regolamento, è sostanzialmente sparita.
  19. Informazioni e privacy per gli annunci di Twitter "Sono soddisfatto che En Marche, come avevo detto, neghi qualsiasi dialogo con il Movimento Cinque Stelle". Così il sottosegretario alle Politiche europee Sandro Gozi commenta il comunicato di En Marche che smentisce ufficialmente qualsiasi dialogo con i pentastellati. Suggerisci una correzione
  20. Sono proprio curioso di vedere la reazione dei 5 stelle.
  21. E' inquietante il fatto che così tante persone siano andate a votare con in mente convinzioni come queste. La gente non vota in maniera consapevole e informata, vanno dietro agli slogan ripetuti all'infinito su qualche pagina facebook. E poi ci si chiede perchè vincono i populisti.
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